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LA DISABILITA' DA GRAVI CEREBROLESIONI ACQUISITE IN ...

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gli approfondimenti contenuti nei capitoli che seguono, con particolare attenzione alla realtà del<br />

territorio della provincia di Bergamo che per la seconda volta ci ospita, dimostrando grande<br />

attenzione a tematiche così importanti.<br />

Epidemiologia delle GCA<br />

Per quanto concerne i TCE nei Paesi sviluppati, l’incidenza, cioè il numero di nuovi casi che si<br />

verificano nella popolazione di una determinata area geografica in un certo periodo di tempo, è<br />

stimata in un range di 180-250 nuovi casi anno ogni 100.000 abitanti in studi su popolazioni nordamericane,<br />

canadesi e australiane, con una frequenza di gravi traumi stimata tra 6 e 17 su<br />

100.000 individui (Bruns e Hauser, 2003). I dati europei non sono significativamente differenti<br />

(150-300 nuovi casi annui di ricoveri ogni 100.000 abitanti, con gravi traumi in 8,5 su 100.000<br />

individui) (Masson et al, 2003).<br />

Relativamente all’Italia, ad oggi non esistono studi epidemiologici di incidenza dei traumi su tutto il<br />

territorio nazionale. I dati disponibili si riferiscono a uno studio population-based realizzato in<br />

Romagna (Servadei et al, 2002) da cui risulta una incidenza di 250/100.000 abitanti. I quadri più<br />

severi si sono verificati in 11/100.000 abitanti e di queste GCA solo 5-6/100.000 necessiteranno di<br />

programmi di riabilitazione intensiva. Nel TCE i soggetti di sesso maschile hanno una probabilità di<br />

subire un trauma nettamente superiore rispetto a quelli di sesso femminile, con un rapporto che<br />

oscilla da 3:1(Bruns e Hauser, 2003) a 2:1. Tale sproporzione è massima nella fascia di<br />

popolazione di età compresa fra 10-19 anni, la stessa in cui il TCE è la principale causa di morte<br />

nel mondo occidentale, e tende ad annullarsi nelle popolazioni di età più avanzata.<br />

Rispetto alle GCA non traumatiche, i dati epidemiologici risultano ancora più difficili da reperire.<br />

Per quanto riguarda le forme emorragiche, il valore attualmente atteso in Italia, in base ai principali<br />

studi epidemiologici disponibili, è di 43-58 nuovi casi di primo ictus emorragico per 100.000<br />

abitanti all’anno (Di Carlo et al, 2003), di cui solo una percentuale minore risponde ai criteri di<br />

GCA.<br />

Non sono note stime di incidenza delle GCA di origine ischemica, che comprendono solo una<br />

piccola quota degli ictus ischemici, quali, per esempio le ischemie troncoencefaliche come la<br />

Locked-in Syndrome.<br />

Le GCA secondarie a encefalopatia anossica, prevalentemente dovuta ad arresto cardiaco ripreso<br />

mediante defibrillatore e manovre rianimatorie prolungate, sono in continuo aumento e<br />

costituiscono attualmente causa prevalente degli stati vegetativi persistenti a lungo termine e<br />

delle più severe disabilità residue.<br />

Elementi di particolare interesse per l’attuale trattazione sono deducibili dall’indagine condotta dal<br />

Gruppo Italiano per lo Studio delle Gravi Cerebrolesioni Acquisite e Riabilitazione (GISCAR)<br />

(Zampolini et al, 2012), che ha analizzato i percorsi riabilitativi di un vasto campione di circa 2.600<br />

GCA, reclutati in 52 centri del territorio nazionale nel biennio 2001-2003. Non si può parlare in<br />

questo caso di dati di incidenza in senso generale, quanto piuttosto di analisi della<br />

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