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LA DISABILITA' DA GRAVI CEREBROLESIONI ACQUISITE IN ...

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Facilitazione riabilitativa e farmacologica per la ripresa di contatto con l’ambiente<br />

La Giuria raccomanda:<br />

prima di utilizzare farmaci attivanti, di valutare l’interferenza negativa sul recupero della<br />

coscienza della terapia in atto (antiepilettica, antispastica, antidolorifica…);<br />

in particolare di evitare l’uso profilattico di farmaci anticonvulsivanti in assenza di definita<br />

epilessia;<br />

di considerare giustificato il ricorso all’amantadina quale farmaco di prima scelta per favorire il<br />

recupero della vigilanza, pur tenendo conto dei potenziali rischi epilettogeni;<br />

di ritenere che l’impiego di altre metodiche non farmacologiche necessiti di prove di efficacia<br />

sostenute da studi clinici consistenti;<br />

di ritenere giustificata, ancorchè regolamentata, l’integrazione dei familiari nel processo di<br />

stimolazione dei pazienti.<br />

Complicanze neurochirurgiche e idrocefalo<br />

La Giuria raccomanda che:<br />

ogni paziente trasferito in unità di riabilitazione post-acuta dopo craniectomia/cranioplastica,<br />

deve essere attentamente monitorato per il possibile sviluppo di complicanze precoci e<br />

tardive;<br />

per ogni paziente con craniectomia trasferito in Riabilitazione post-acuta, dovrebbe essere<br />

concordato prima possibile col neurochirurgo il timing della cranioplastica che non dovrebbe<br />

comunque eccedere le 12 settimane dopo la craniectomia;<br />

dopo la cranioplastica è indicata una TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) cerebrale e il<br />

monitoraggio clinico e radiologico;<br />

ogni paziente che presenti arresto o rallentamento del recupero o deterioramento neurologico<br />

e/o cognitivo dovrebbe essere sottoposto a indagini per escludere idrocefalo.<br />

Per la non rara presenza di idrocefalo a bassa pressione, la Giuria ritiene preferibile<br />

l’adozione di shunts con valvola programmabile.<br />

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