Viaggio nella Mediterraneità - Il racconto della dieta mediterranea
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Itinerari Unesco: da Napoli al Cilento il <strong>racconto</strong> <strong>della</strong> <strong>dieta</strong> <strong>mediterranea</strong><br />
Afferma il geografo Kaiser: “<strong>Il</strong> Mediterraneo s’impone. Da<br />
nessun’altra parte, per un’estensione simile si percepisce con uguale<br />
intensità l’unità di spazi peraltro così differenti”. È l’ unitività di uno<br />
spazio coeso, àmbito biogeografico e mare nostrum di tutti i<br />
Popoli che vi si affacciano: il luogo braudeliano dove, nel<br />
paesaggio fisico e umano, “tutto si fonde e si ricompone in<br />
un’unità originale”. “Pianura liquida” di compenetrazione di tre<br />
continenti – Europa, Africa, Asia in presa diretta sull’Indo-Kush –<br />
nel Mediterraneo alberga un “essere culturale” che possiamo<br />
chiamare, con Gonzague de Reynolds e Poupard, homo<br />
Mediterraneus.<br />
44<br />
“<strong>Il</strong> Mediterraneo<br />
si estende dal<br />
primo ulivo che<br />
si raggiunge<br />
arrivando dal<br />
Nord ai primi<br />
palmeti che si<br />
levano in<br />
prossimità del<br />
deserto”.<br />
Fernand<br />
Braudel<br />
Questo “mare fra terre” – crogiuolo di identità – ha perciò<br />
profondamente condizionato il carattere delle civiltà che su di esso<br />
si affacciano, fungendo da antidoto alle spinte ideologiche più<br />
estreme e creando un contesto “più conviviale, più umano, più<br />
sociale, più tollerante, più culturale, più amante <strong>della</strong> famiglia e<br />
dell’arte del vivere”. (Serge Latouche).“La caratteristica più evidente