*Bollettino Rovato N°5-2012.indd - Oratorio di Rovato

duplice appuntamento elettorale, per rinnovare
il Consiglio della Regione Lombardia (sciolto
sotto i colpi degli scandali) e per il Parlamento
nazionale.
Intanto, si sono svolte negli Stati Uniti le elezioni
che hanno riconfermato per altri quattro anni il
presidente uscente Barak Obama.
Due fatti mi hanno impressionato di quest’ultimo
evento, che rimarcano la grande differenza nel
senso dello stato fra i cittadini statunitensi e gli
italiani.
Il primo è quello che riguarda la grande
partecipazione al voto. I seggi sono rimasti
aperti in ore diverse, sia per la differenza di fuso
orario che per le leggi elettorali dei singoli stati;
ma anche quando si sapeva che Obama ormai
aveva vinto, ove i seggi sono rimasti aperti si è
continuato a votare: nessuno ha ritenuto ormai
inutile il proprio voto, come segno dell’orgoglio
di esercitare un diritto personale importantissimo.
Da noi, al contrario, prevale un crescente
astensionismo (in Sicilia non ha votato il 52%
degli aventi diritto). Si dice che è la protesta
dell’anti-politica, contro i partiti che hanno tradito
gli elettori e si sono macchiati di veri e propri furti
di denaro pubblico, fatti questi accertati dalla
giustizia, e in cui sono coinvolte praticamente
tutte le forse politiche.
Tutto vero, ma il cittadino deve farsi valere con
l’esercizio del voto, e non con un assenteismo
che sa di menefreghismo e che rischia di lasciare
l’Italia in balia di personaggi a dir pochi strani ed
improvvisati.
Il secondo fatto secondo me molto significativo:
Mitt Romney, il candidato alla presidenza degli
USA, di religione mormone, battuto da Obama,
riconoscendo la sua sconfitta ha dichiarato:
“Prego perchè il presidente Obama possa guidare
la nostra nazione al meglio”. “Prego”! Sembra
Padre Sandro Cadei
davanti alla sua chiesa
incredibile. In Italia è quasi impensabile che
qualcuno riconosca con chiarezza la propria
sconfitta; mai nessuno (a parole) ammette di
avere perso; si cercano confronti con i dati
precedenti, si imputano divergenze in tema
di alleanze, ma è raro che si riconosco la
sconfitta.
La cosa più imprevedibile è quel “prego
perché”: un uomo di stato si rivolge a Dio, in
pubblico, senza nessun problema a dichiararlo.
Una grande lezione per i nostri cattolici
impegnati in politica, che paiono succubi al
rispetto umano al punto che i valori cattolici
sembrano scomparsi dalla politica.
In fondo,il rispetto umano dipende dal fatto
che si preferisce seguire l’onda dell'opinione
corrente rispetto a quella della Chiesa, e
nasconde la mancanza del coraggio delle
proprie idee, il timore di perdere qualche
beneficio o il posto o la carica, e probabilmente
la scelta del quieto vivere rispetto alla scomoda
testimonianza della propria fede.
Alle prossime elezioni andiamo tutti a votare,
scegliendo (e sperando che ve ne siano) candidati
di sicura fede cattolica, che non abbiano paura a
qualificarsi per tali, e preghiamo anche noi Dio,
come il mormone Romney, che ci dia una classe
dirigente cristiana, onesta e più credibile di quella
che abbiamo avuto sinora sotto gli occhi.
Franco
Missione genitori:
il coraggio di educare
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Domenica 9 dicembre
Oratorio Don Bosco
Rovato
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Parrocchia S. Gv. Battista
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Oratorio Don Bosco
Rovato
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Un camposcuola per famiglie ...
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