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*Bollettino Rovato N°5-2012.indd - Oratorio di Rovato

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Parrocchia<br />

6<br />

Luce e gloria del Signore<br />

L'angelo del Signore si presenta ai pastori e la<br />

gloria del Signore li avvolge <strong>di</strong> luce. «Essi furono<br />

presi da grande timore» (Lc 2,9). L'angelo, però,<br />

<strong>di</strong>ssipa il loro timore e annuncia loro «una grande<br />

gioia, che sarà <strong>di</strong> tutto il popolo: oggi, nella città<br />

<strong>di</strong> Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo<br />

Signore» (Lc 2,10s). Viene loro detto che, come<br />

segno, avrebbero trovato un bambino avvolto<br />

in fasce, adagiato in una mangiatoia. «E subito<br />

apparve con l'angelo una moltitu<strong>di</strong>ne dell'esercito<br />

celeste, che lodava Dio e <strong>di</strong>ceva: "Gloria a Dio nel<br />

più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini del<br />

(suo) compiacimento"» (Lc 2,12-14).<br />

L'evangelista <strong>di</strong>ce che gli angeli «parlano».<br />

Ma per i cristiani era chiaro fin dall'inizio che il<br />

parlare degli angeli è un cantare, in cui tutto lo<br />

splendore della grande gioia da loro annunciata<br />

si fa percettibilmente presente. E così, da quell'ora<br />

in poi, il canto <strong>di</strong> lode degli angeli non è mai più<br />

cessato. Continua attraverso i secoli in sempre<br />

nuove forme e nella celebrazione del Natale <strong>di</strong><br />

Gesù risuona sempre in modo nuovo.<br />

Si può ben comprendere che il semplice popolo dei<br />

credenti abbia poi sentito cantare anche i pastori,<br />

e, fino ad oggi, nella Notte Santa, si unisca alle loro<br />

melo<strong>di</strong>e, esprimendo col canto la grande gioia che<br />

da allora sino alla fine dei tempi a tutti è donata.<br />

(Benedetto XVI, L’Infanzia <strong>di</strong> Gesù: cap. 3: La<br />

nascita <strong>di</strong> Gesù a Betlemme, pp. 87-88)<br />

La Natività narrata nel Vangelo <strong>di</strong> Luca<br />

«In quei giorni un decreto <strong>di</strong> Cesare Augusto<br />

or<strong>di</strong>nò che si facesse il censimento <strong>di</strong> tutta la terra»<br />

(Lc 2,1). Con queste parole Luca introduce il suo<br />

racconto sulla nascita <strong>di</strong> Gesù e spiega perché<br />

essa è avvenuta a Betlemme: un censimento con lo<br />

scopo <strong>di</strong> determinare e poi riscuotere le imposte è<br />

la ragione per cui Giuseppe con Maria, sua sposa,<br />

che è incinta, vanno da Nazaret a Betlemme. La<br />

nascita <strong>di</strong> Gesù nella città <strong>di</strong> Davide si colloca nel<br />

quadro della grande storia universale, anche se<br />

l'imperatore non sa nulla del fatto che questa gente<br />

semplice, a causa sua, è in viaggio in un momento<br />

<strong>di</strong>fficile e così, apparentemente per caso, il bambino<br />

Gesù nascerà nel luogo della promessa. Per Luca il<br />

contesto storicouniversale<br />

è<br />

Perché sono nato,<br />

<strong>di</strong>ce Dio<br />

Sono nato nudo, <strong>di</strong>ce Dio,<br />

perché tu sappia spogliarti <strong>di</strong> le stesso.<br />

Sono nato povero, perché tu possa<br />

considerarmi l'unica ricchezza.<br />

Sono nato in una stalla perché tu impari<br />

a santificare ogni ambiente.<br />

Sono nato debole, <strong>di</strong>ce Dio.<br />

perché tu non abbia mai paura <strong>di</strong> me.<br />

Sono nato per amore<br />

perché tu non dubiti mai del mio amore.<br />

Sono nato <strong>di</strong> notte<br />

perché tu creda che posso illuminare<br />

qualsiasi realtà.<br />

Sono nato persona, <strong>di</strong>ce Dio.<br />

perché tu non abbia mai a vergognarti<br />

<strong>di</strong> essere te stesso.<br />

Sono nato uomo<br />

perché tu possa essere "<strong>di</strong>o".<br />

Sono nato perseguitato<br />

perché tu sappia accettare le <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Sono nato nella semplicità<br />

perché tu smetta <strong>di</strong> essere complicato.<br />

Sono nato nella tua vita, <strong>di</strong>ce Dio.<br />

per portare tutti alla casa del Padre.<br />

(Lambert Noben)<br />

importante.<br />

Per la prima volta viene registrata «tutta la terra»,<br />

l'«ecumene» nel suo insieme. Per la prima volta<br />

esiste un governo e un regno che abbraccia l'orbe.<br />

Per la prima volta esiste una grande area pacificata,<br />

in cui i beni <strong>di</strong> tutti possono essere registrati e messi<br />

al servizio della comunità.<br />

Solo in questo momento, in cui esiste una comunione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti e <strong>di</strong> beni su larga scala e una lingua<br />

universale permette ad una comunità culturale<br />

l'intesa nel pensiero e nell’agire, un messaggio<br />

universale <strong>di</strong> salvezza, un universale portatore<br />

<strong>di</strong> salvezza può entrare nel mondo: è, <strong>di</strong>fatti, ifatti, «la<br />

pienezza dei tempi».<br />

(Benedetto XVI, L’Infanzia <strong>di</strong> Gesù: cap. 3: :<br />

La nascita <strong>di</strong> Gesù a Betlemme, pp.71-72) )<br />

La quarta candela<br />

Le quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente.<br />

Il luogo era talmente silenzioso, che si poteva ascoltare la loro conversazione. i<br />

La prima <strong>di</strong>ceva: «Io sono la Pace, ma gli uomini non riescono a mantenermi:<br />

penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnermi!».<br />

Così fu e a poco a poco la candela si lasciò spegnere completamente:<br />

La seconda <strong>di</strong>sse: «Io sono la Fede. Purtroppo non servo a nulla.<br />

Gli uomini non ne vogliono sapere <strong>di</strong> me, e per questo motivo non ha senso<br />

che io resti accesa». Appena ebbe terminato <strong>di</strong> parlare una leggera brezza<br />

soffiò su <strong>di</strong> lei e la spense.<br />

Triste, triste la terza candela a sua volta <strong>di</strong>sse: «Io sono l'Amore. Non ho la<br />

forza per continuare a rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano e non<br />

comprendono la mia importanza. Essi o<strong>di</strong>ano perfino coloro che più li amano,<br />

i loro familiari».<br />

E, senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.<br />

Inaspettatamente un bimbo in quel momento entrò nella stanza e vide le tre<br />

candele spente. Impaurito per la semioscurità <strong>di</strong>sse: «Ma cosa fate voi?<br />

Dovete rimanere accese, io ho paura del buio!». E così <strong>di</strong>cendo scoppiò in<br />

lacrime.<br />

Allora la quarta candela, impietositasi <strong>di</strong>sse: «Non temere, non piangere:<br />

finché io sarò accesa, potremo sempre riaccendere le altre tre candele.<br />

Io sono la Speranza».<br />

Con gli occhi luci<strong>di</strong> e gonfi <strong>di</strong> lacrime, il bambino prese la candela della<br />

Speranza e riaccese tutte le altre.

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