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10 Lavorazioni meccaniche ai costruttori di macchinari e all’utilizzatore finale. Altra divisione attiva all’interno del gruppo Palmieri è quella relativa alla costruzione di impianti e macchinari per i settori Tunnelling e Drilling specializzata nella progettazione e costruzione di equipaggiamenti per lo scavo di gallerie e fori da 500 mm a 11 m di diametro. Oggi Palmieri Spa si configura come una società fortemente internazionalizzata e flessibile, distribuendo fuori dai confini nazionali oltre 85% della propria produzione e garantendo tempi di consegna brevi o brevissimi grazie anche alla varietà del proprio magazzino utensili e all’utilizzo delle più innovata tecnologie di processo. IL PERSONAGGIO Ho avuto l’occasione di conoscere il sig. Silvano Palmieri, tempo fa, tramite un amico comune. In treno Bologna – Silla; mi prelevarono alla stazione, stetti con loro ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani tutta la giornata e conobbi l’uomo! Abbiamo mantenuto i contatti, rivisti alcune volte, fino all’ultima occasione durante la visita alla Palmieri. Sessantenne, semplice e cordiale, ha iniziato da ragazzo interessarsi di meccanica, prima aziendina a Castel di Casio, poi l’ascesa, nel 1975 la Palmieri Spa, utensileria e macchine, nel 1988 la stamperia Palmieri Tools Forging, nel 2005 la Palmieri Tunnelling and Drilling a Campiglia Marittima nei pressi di Piombino. Coadiuvato dal figlio Stefano e dalla figlia Alessandra, responsabile amministrativa, ha cercato un gruppo di aziende che nel loro settore sono a livello nazionale e internazionale. È l’espressione, sempre più rara, di un imprenditore che gestisce con coraggio, sagacia e lungimiranza l’attuale mondo del lavoro. Grazie Silvano della giornata indimenticabile; a te, famiglia e collaboratori i più vivi complimenti e l’augurio di un radioso avvenire. Analisi e controllo
ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 11 Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo da GINO PRAZZOLI Avventure di viaggio negli USA Sono nato il 18 Aprile 1929 e nonostante le difficoltà del periodo di guerra, mi sono diplomato regolarmente a 19 anni, nel 1948. L’anno successivo, il 1949, dopo un breve periodo di lavoro in una piccola Azienda che operava nel campo delle attrezzature per fornaci di laterizi, fui presentato alla Sasib dall’ing. Giuseppe Sibona che era stato il mio insegnante di tecnologia alle Aldini, e dopo una settimana di prova, il 21 settembre 1949 fui assunto ed assegnato all’uff. Tecnico d’officina (UTO). Sono rimasto alla Sasib fino al 30 Maggio 1956, quando sono passato alla Cevolani, perché mi ero stancato di disegnare attrezzature e aspiravo a progettare delle vere macchine. Alla Cevolani il lavoro era interessante ma nella primavera del 1957 l’ing. Sibona col quale ero rimasto in contatto e che, oltre all’insegnamento, svolgeva l’attività di consulente industriale, mi segnalò che il signor Masellis, titolare della MAB, azienda che costruiva chiudiporta di vario tipo, lo aveva incaricato di trovargli un “disegnatore con esperienza”. Mi anticipò che avrei potuto chiedere uno stipendio di £ 100.000, che allora era veramente notevole. Il primo contatto con la MAB fu una delusione perché nell’officina, che occupava un centinaio d’operai, trovai solo dei torni paralleli, dei trapani sensitivi e una squadra di montatori che operavano a colpi di martello. Ma lo stipendio che potevo ottenere m’indusse ad accettare e a dimettermi dalla Cevolani. Fui così assunto alla MAB il 7 Settembre 1957 e in breve tempo mi resi conto che, pur trattandosi di meccanica semplice, i problemi non mancavano. Ebbi anche modo di apprezzare le doti del Signor Masellis, che, con una licenza di terza elementare, aveva creato un’Azienda che costruiva decine di migliaia di chiudiporta, conosciuta in tutta Italia ed all’estero. L’anno successivo, Masellis fu contattato da un funzionario di un’Agenzia di Consulenza Americana, con Uffici a Milano, che gli manifestò l’intenzione di un’importante industria Americana, la Kawneer Co., costruttrice di un’ampia gamma di porte in alluminio, di entrare in rapporti di collaborazione tendenti alla fornitura, da parte della MAB, di chiudiporta studiati espressamente per il mercato USA. Dopo vari incontri con funzionari Americani di livello crescente, fummo invitati a visitare la sede dell’azienda a Niles nel Michigan, a circa 140 Km da Chicago. La data fu fissata con molto anticipo per la prima settimana di Dicembre del 1958 e se oggi un viaggio negli USA è diventata una cosa normale, a quei tempi era un’avventura straordinaria e richiedeva una lunga preparazione. Per ottenere il passaporto occorrevano le referenze del Parroco e dei Carabinieri e per il visto d’ingresso negli USA, bisognava recarsi a Firenze, alla sede del Consolato Americano e giurare sulla Bibbia di non far parte d’organizzazioni Comuniste. Inoltre fu necessario per me, seguire un corso accelerato d’Inglese, mediante i dischi del metodo Linguaphone, che il signor Masellis mi procurò. E finalmente, quando venne il giorno della partenza, Masellis mi prelevò alle 5.30 con un taxi per la stazione ferroviaria, dove prendemmo il treno per Milano. La tappa successiva fu il volo Milano- Parigi con partenza da Linate, a bordo di un turboelica Viscount. Dall’aeroporto di Parigi-Orly fummo trasferiti al Terminal, nel centro di Parigi, dove restammo nell’attesa di essere riportati ad Orly, per la partenza del volo per New York, prevista per le 19 della sera Io avrei voluto fare il pilota e quindi non avevo paura di volare, ma quando vidi la sagoma enorme del Boeing 707 della Pan American, con la coda che si elevava a 12 metri dal suolo, rimasi veramente impressionato. Il volo ci riservò l’emozione di un’atterraggio imprevisto a Reykjawik, in Islanda, per un rifornimento di carburante dovuto a motivi prudenziali, dato che i voli transatlantici con questo tipo d’aerei erano iniziati da solo due settimane. Ripreso il volo, dopo una sosta di circa 40 minuti, giungemmo all’aeroporto internazionale di New York, che oggi si chiama Y.F. Kennedy, dove eravamo attesi da alcuni parenti del signor Masellis, emigrati negli USA da molti anni. Alle 24.30 (ora locale), dopo una serie estenuante di minuziosi controlli per le verifiche doganali dei bagagli e dei permessi d’ingresso, potemmo uscire dal salone degli arrivi e salutare i parenti del signor Masellis, che ci accompagnarono in un albergo dove avremmo passato la notte. Il giorno dopo partimmo in aereo per Chicago, dove atterrammo all’aeroporto O’ Hare, che allora aveva la struttura di un aeroporto militare, costruito durante la seconda guerra mondiale e non era ancora “the busiest airport of
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