rivista della associazione diplomati istituto aldini valeriani - aliav
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ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 35<br />
(Ripeto la premessa già scritta in articoli<br />
precedenti: Un grande interesse e<br />
passione per l’Astronomia, la partecipazione<br />
a conferenze specifiche, la<br />
lettura di libri, riviste e articoli di giornali,<br />
le sensazioni provate osservando<br />
il cielo ad occhio nudo, con il binocolo<br />
e con il telescopio<br />
dell’Associazione Astrofili di Imola,<br />
mi hanno portato a preparare e/o<br />
assiemare queste “note” su vari argomenti<br />
di Astronomia. In questo scritto,<br />
essendo io autodidatta, non<br />
potranno esserci novità scientifiche,<br />
ma ho cercato di recepire le stesse e<br />
riportarle in forma molto semplice e a<br />
volte con sviluppi dettagliati di formule<br />
complesse).<br />
Alla teoria <strong>della</strong> Relatività si è arrivati<br />
gradualmente:<br />
- Il fisico austriaco E. Mach (1838-<br />
1916) criticando la meccanica newtoniana<br />
(in particolare i tre concetti di<br />
spazio, tempo e movimento assoluti)<br />
ha contribuito alla definizione <strong>della</strong><br />
teoria <strong>della</strong> Relatività.<br />
- Galileo con la scoperta <strong>della</strong> legge<br />
sulla caduta dei gravi che fornisce le<br />
equazioni per lo spazio percorso e<br />
per la velocità di un corpo in caduta<br />
libera: s = 1/2*g*t 2<br />
progresso e<br />
attualità<br />
di ORIANO GAMBI<br />
L’angolo<br />
dell’astronomia<br />
19. Continua il nostro incontro trattando l’argomento: Relatività ristretta e generale<br />
(g = accelerazio-<br />
ne di gravità, t = tempo impiegato). In<br />
questa legge vi è un significato molto<br />
importante; “la caduta dei gravi sulla<br />
Terra non dipende dalla loro massa”.<br />
- Newton che intuì un aspetto importante<br />
nella legge di Galileo. Certo, i<br />
gravi cadono sulla terra con una<br />
accelerazione costante, ma cosa è<br />
che li attrae; formulò così le tre leggi<br />
<strong>della</strong> dinamica:<br />
a) un corpo in quiete o in moto uniforme<br />
mantiene il suo stato fino a<br />
quando non intervengono forze esterne<br />
che lo influenzano.<br />
b) un corpo di massa m soggetto ad<br />
una forza F subisce una accelerazione<br />
che è direttamente proporzionale<br />
alla forza a cui è soggetto, F = m*a.<br />
c) un corpo di massa m1 agisce su un<br />
corpo di massa m2 con una forza F1,<br />
allora il corpo di massa m2 agirà sul<br />
corpo di massa m1 con una forza F2<br />
= - F1 pari e contraria.<br />
Einstein pensò che se corpi di diversa<br />
natura subiscono la stessa accelerazione<br />
gravitazionale, allora questa<br />
accelerazione poteva riguardare la<br />
struttura dello spazio fisico; propose,<br />
quindi, che l’accelerazione gravitazionale<br />
potesse essere interpretata<br />
come un effetto geometrico e che la<br />
traiettoria dei corpi cadenti fosse causata<br />
da curve geometriche imposte su<br />
di essi dalla curvatura dello spazio.<br />
Nel 1905 comparve la memoria di<br />
Einstein “Sull’elettrodinamica dei<br />
corpi in moto”, che segna la nascita<br />
<strong>della</strong> Relatività ristretta o speciale;<br />
essa prende in esame ciò che accade<br />
quando gli osservatori si muovono<br />
l’uno rispetto all’altro in moto rettilineo<br />
uniforme, ossia a velocità costante<br />
e non accelerati con forza o con<br />
gravità.<br />
L’idea di due entità distinte di spazio<br />
e tempo è rigettata; al loro posto<br />
viene introdotto un nuovo concetto<br />
fisico e matematico: lo spazio-tempo<br />
che è direttamente influenzato dalla<br />
materia. Noi non abbiamo sensibilità<br />
per le velocità assolute; ci accorgiamo<br />
di un movimento solo quando<br />
facciamo riferimento a oggetti circostanti<br />
in stato di quiete (alberi, case,<br />
pali telefonici, ecc..). Per noi ha significato<br />
solo un movimento rispetto a<br />
qualcosa; che l’aeroplano voli nell’aria<br />
ferma o che, tenuto fermo l’aeroplano<br />
e si muova l’aria attorno, si<br />
ottiene lo stesso risultato (vedi gallerie<br />
del vento per prove e collaudi).<br />
In assenza di gravità, spazio e tempo<br />
sono entità ben distinte e hanno ruoli<br />
diversi. Ma in presenza <strong>della</strong> gravità<br />
lo spazio e il tempo risultano mescolati.<br />
La teoria di Newton prevede<br />
come si muoverà un oggetto risolvendo<br />
l’equazione F = m*a; ma in quella<br />
di Einstein non esistono vere e proprie<br />
forze. Succede qualcosa di diverso:<br />
la gravità determina lo spaziotempo<br />
e definisce quello che si deve<br />
intendere per “linea retta” fra due<br />
punti dello spazio-tempo stesso.<br />
Queste linee non sono in generale<br />
rette nel senso <strong>della</strong> geometria euclidea;<br />
se le usiamo per costruire dei<br />
triangoli, questi triangoli non ubbidiranno<br />
sempre agli assiomi di Euclide.<br />
Ciò che conta è che queste rette non<br />
euclidee (le cosiddette “geodetiche”)<br />
siano ben definite e possano essere<br />
determinate a partire dal campo gravitazionale.<br />
Un oggetto (luce o altro)<br />
che cambia posizione, si muove<br />
lungo una di queste rette determinate<br />
dalla gravità. Einstein riuscì appunto a<br />
verificare che le sue equazioni si<br />
riducevano a quelle di Newton quando<br />
la gravità era debole; egli aveva<br />
capito che il tempo dipendeva dalla<br />
velocità; quando la velocità di spostamento<br />
si avvicina alla velocità <strong>della</strong><br />
luce, la differenza dei tempi T (di spostamento)<br />
e T 1 (fermo), aumenta; è il<br />
fenomeno di “dilatazione del tempo”;<br />
pensiamo a due orologi identici, uno<br />
al Polo (risulta in quiete) e l’altro<br />
all’equatore (risulta in moto); quest’ultimo<br />
ritarda di circa un decimilionesimo<br />
di secondo al giorno, perché<br />
la velocità all’equatore è di 0,46<br />
Km/sec, pochissimo rispetto alla velocità<br />
<strong>della</strong> luce.<br />
La dilatazione del tempo si può spiegare<br />
così: nella fascia alta dell’atmosfera,<br />
circa 60 Km di altezza, si producono<br />
muoni dall’urto dei raggi