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ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 21 ALIAV cultura di BARBARA GIORGIONE (da INCONTRI n° 100) Un grande misterioso genio Giorgione La ricchezza artistica del Belpaese trova espressione importante nella produzione pittorica, seppur non copiosa, del Giorgione, al quale - la cittadina che ebbe l’onore di registrarne i natali ha dedicato un singolare e volutamente multimediale percorso di ricerca e conoscenza del grande artista. Castelfranco Veneto, all’alba del quinto centenario <strong>della</strong> morte del pittore, inaugura in una delle case storiche che ospitarono il “Grande Giorgio”, detto Giorgione, una mostra permanente sull’artista, con ampi spazi rappresentativi <strong>della</strong> vita rinascimentale, dal sapore forte e squisito delle terre venete. Il maestro, <strong>della</strong> cui vita poco si conosce, costituisce simbolo particolare e ricercato <strong>della</strong> schiera dei coloristi rinascimentali, promotori <strong>della</strong> pittura tonale. Una pittura che esalta il colore, tra ombre e luminosità inaspettate e sapienti, compenetrato con maestria nella luce, tra macchie di pregiati toni e sognanti sfumature. Giorgione, ambiguo nelle opere quanto nella attribuzione autentica delle stesse, rappresenta un mistero storico, sulla cui esistenza - artistica e personale - si sono sviluppate mille congetture ed ipotesi, ad oggi enigmi irrisolti. L’artista e la propria carica di mistero non sfuggirono neppure alla sensibilità, alle traversie artistiche ed alle iperboli suggestive del viscerale Gabriele D’annunzio, che definì l’artista: “piuttosto come un mito che come un uomo. Nessun destino di poeta è comparabile al suo, in terra. Tutto o quasi di lui si ignora, e taluno giunge a negare la sua opera”. La sentenza poco si discosta dalla effettiva conoscenza che del pittore tuttora abbiamo e dalle difficoltà, aggravate dalla assenza di supporti documentali, di conoscere la vita - peraltro particolarmente breve - e le opere, spesso di paternità controversa, del Giorgione. Ad oggi, la critica gli riconosce una ventina di lavori, tra i quali il “Fregio delle Arti Liberali e Meccaniche”, attualmente esposto nel novello museo assieme alla “Madonna con Bambino tra San Francesco e San Nicasio”, “La Tempesta” ed il delicatissimo “I tre Filosofi”. Il motivo conduttore dei soggetti e <strong>della</strong> intera visione pittorica del Giorgione persiste e si sviluppa in maniera costante in tutta la produzione riconosciuta tale. Infatti, è in buona parte l’estrazione veneta - circoscritta e dai caratteri fortemente delineati - a connotare la produzione dell’artista, le cui committenze - provenienti dalle nobili e colte famiglie locali - esigevano ritratti ed opere di piccolo formato, soggetti criptici, la cui lettura ed interpretazione risultassero di appannaggio intellettuale, esclusivo, se non patrizio. Ènella Marca Trevigiana che il Giorgione matura la propria declinazione artistica, fatta di esoterismo, richiami allegorici, costruzioni dense di complicata iconografia, ben rappresentate nel citato “Fregio”, la cui visione - monocroma e di grande originalità rappresentativa - costituisce, non a caso, la punta di diamante del Museo. Giorgione amava la musica, il canto - di cui era pregiato interprete -, l’astrologia e la medicina: nelle opere dell’artista si coglie sempre costante tensione a concentrare tali scienze e tali arti in simboli, affinché riflettano l’armonia del cosmo. La stessa magia, l’incanto dei fumi meravigliosi, dell’illusione che trova forma nell’onirico, sono temi fortemente voluti dall’autore, gaudente osservatore e fiero testimone <strong>della</strong> verdeggiante ripresa rinascimentale. La grandezza dell’ar tista si compie nel gioco di luci, attraversate dalle ombre e penombre ricreate in più giri di pennello, sentinelle del mistero - storico ed artistico - che l’opera del maestro continua a non svelare. Un enigma voluto, del resto, come la forte simbologia espressa nelle sue opere - tutta richiami e citazioni - la cui difficoltà interpretativa voluta dai committenti-come già detto - è pienamente e palesemente condivisa dall’autore. Giorgione gioca, ma soprattutto trova soddisfazione nel dipingere il mistero dell’essere e delle sue diverse espressioni. Basti pensare alla rappresentazione dei Tre filosofi, in cui i re magi decifrano la profezia <strong>della</strong> nascita di Cristo, tra la massa di luce del paesaggio e la fitta oscurità dell’ingresso <strong>della</strong> caverna, nel quale si addentra - retroscena tutto da scandagliare - lo sguardo del più giovane di filosofi. L’interrogativo, costituisce un altro tema <strong>della</strong> pittura dell’artista che lascia alla mente umana il dubbio, stimolo e alambicco del pensiero. Oltre alle opere dell’artista il museo ospita importanti oggetti e reperti che documentano la vita dell’epoca, di grande valore storico, capaci di introdurre il visitatore, in maniera pacata, tra penombre e luci schiarenti in un’epoca poco conosciuta, specchio <strong>della</strong> vita del maestro oggi ricordato. DOVE E QUANDO Il Museo Casa Giorgione di Castelfranco Veneto è aperto dal martedì al sabato: 10/12.30 e 15/18.30, la domenica: 10/19. Su prenotazione: percorsi per scolaresche o gruppi e visite guidate. Visite guidate gratuite, ogni domenica, ore 16.00 Biglietti. 5 euro biglietto intero, 3 euro biglietto ridotto, 10 euro biglietto famiglia (almeno 3 persone)