rivista della associazione diplomati istituto aldini valeriani - aliav
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30<br />
tra concorrenti.<br />
L’atto di nascita ufficiale si può far<br />
risalire al vertice Cina - USA di fine<br />
luglio 2009 immediatamente ribattezzato<br />
< G2.> dato che: peso economico,<br />
capacità decisionale ed<br />
incisività delle conseguenze di<br />
accordi tra questi due attori sono<br />
nettamente superiori a quelle del<br />
G20 tradizionale.<br />
In quella occasione sono stati ribaditi<br />
esplicitamente i cardini del nuovo<br />
sistema di rapporti di forza: il rifinanziamento<br />
cinese del debito pubblico<br />
americano ha portato al riconoscimento<br />
<strong>della</strong> Cina come < fabbrica<br />
del mondo > ed alla stabilizzazione<br />
dei rapporti commerciali tra le due<br />
aree oggi sbilanciati a favore <strong>della</strong><br />
Cina sul livello di 1 a 5.<br />
Questo accordo, apparentemente di<br />
pragmatico semplice buon senso ha<br />
avuto rapide e positive conseguenze<br />
nelle aree economiche giapponesi e<br />
coreane ( con riverberi anche su<br />
Vietnam, Laos e Indonesia) da tempo<br />
in cerca di riassestamento dopo i<br />
danni delle varie bolle speculative<br />
degli anni passati.<br />
PROSPETTIVE E SCENARI<br />
La sintetica mappa indicata, fotografa<br />
l’ultimo atto di un ritorno al passato<br />
con la chiusura del ciclo storico innescato<br />
dai grandi navigatori europei<br />
che aveva portato alla scoperta del<br />
Nuovo Mondo ed al commercio<br />
regolare via mare con l’estremo<br />
oriente.<br />
E’ dalla fine del Medioevo che<br />
l’Europa dipende dall’Asia per molti<br />
beni primari (prima <strong>della</strong> diffusione<br />
dei frigoriferi, le spezie erano un prodotto<br />
altamente strategico per la conservazione<br />
degli alimenti ) e la maggior<br />
parte dell’oro arrivato dal nuovo<br />
mondo e’ finito, per questo motivo,<br />
nei forzieri asiatici entro i trent ’ anni<br />
successivi allo sbarco in Europa ma<br />
solo dopo aver provocato inflazione<br />
galoppante per l’intera popolazione<br />
europea e disastri finanziari di ogni<br />
tipo.<br />
Qualche dato a conferma di questo<br />
flusso mai interrotto: nel XVI°secolo il<br />
valore complessivo delle diverse<br />
varietà di spezie asiatiche giunte in<br />
Europa è stato equivalente a 6500<br />
tonnellate di argento (Cfr. M. Cattini -<br />
L’ Europa fuori dall’Europa - in Storia<br />
dell’economia Mondiale - AA.VV. vol<br />
II° pag 43 - Laterza 1997).<br />
Nemmeno in campo tecnologico<br />
l’Europa ha mai potuto competere<br />
con l’estremo oriente: la produzione<br />
di ferro <strong>della</strong> sola Cina dell’ XI° seco-<br />
ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />
lo è stata raggiunta in Europa solo nel<br />
XVIII ° secolo e la qualità dei loro<br />
manufatti era pari o superiore a quelli<br />
europei ( vedi cantieristica navale, le<br />
armi leggere oppure le grandi bocche<br />
da fuoco ottomane sia in bronzo che<br />
acciaio di importazione asiatica, ecc)<br />
senza contare tecnologia ed organizzazione<br />
produttiva per le lavorazioni<br />
di vetro, ceramica, porcellana ecc.<br />
oppure i risultati di conoscenze<br />
scientifiche (polvere da sparo, bussola,<br />
ecc.)<br />
In pratica, fino al XIX°secolo non è<br />
stato possibile < reperire alcuna<br />
merce occidentale per ricambiare<br />
l’insaziabile domanda europea di<br />
prodotti asiatici > ( Cfr. P. Mathias -<br />
La crescita dell’economia-mondo - in<br />
Storia dell’economia Mondiale -<br />
AA.VV. vol II° pag 9 - Laterza 1997)<br />
Una conferma indiretta a questa decisa<br />
affermazione viene da altra autorevole<br />
fonte: < intorno al 1820 faceva<br />
capo all’Asia quasi il 60% di quanto<br />
si produceva su scala mondiale, il<br />
doppio rispetto all’Europa> (Cfr.<br />
A. Maddison - The World Economy:<br />
A Millenial Perspective - OCSE-<br />
Luxembourg-2001)<br />
Analisti e studiosi di tutto il mondo<br />
stanno convergendo, con sempre<br />
maggior convinzione, nel collocare<br />
nell’area del Pacifico il definitivo<br />
baricentro economico mondiale prevedendo<br />
per le rotte nord- atlantiche<br />
un lento declino sulla falsariga di<br />
quanto successo nel mediterraneo,<br />
dopo Colombo, con le pur potenti e<br />
politicamente capaci Repubbliche<br />
marinare italiane.<br />
Il nuovo ordine mondiale in divenire,<br />
(molto al di sopra del livello di pensiero<br />
delle “pusillanimità” europee<br />
che ci stanno già facendo pagare un<br />
conto tanto salato in termini di esclusione<br />
dall’essere attori questi macroeventi<br />
), sembra evidenziare come<br />
irrinunciabile, la necessità di un patto<br />
strategico tra CHIMERICA ed EURUS-<br />
SIA per sovraintendere a questo processo<br />
con l’obiettivo di renderlo stabile<br />
nella pluralità di delicati passaggi<br />
da superare e tentare di bloccare sul<br />
nascere i possibili tentativi di colpi di<br />
mano di chi vuol guadagnare posizioni<br />
al tavolo dei negoziati.<br />
Con la consolidata e riconosciuta<br />
perdita di credibilità, capacità politica,<br />
visione strategica, onestà nelle<br />
scelte e coraggio decisionale <strong>della</strong> U.<br />
E., in questa ipotesi, possiamo solo<br />
mettere sul piatto alcuni consistenti<br />
“fondamentali” economici a patto di<br />
dimostrare, nel loro utilizzo, capacità<br />
e competenze almeno paragonabili ai<br />
AUGURI!<br />
I nostri più fervidi<br />
e sentiti auguri di<br />
Buon Natale e<br />
Felice Anno Nuovo<br />
a tutti i Soci,<br />
ai collaboratori,<br />
ai sostenitori<br />
<strong>della</strong> nostra Associazione,<br />
e ai loro famigliari.<br />
nostri “competitors”.( in sintesi: delegare<br />
Mosca a rappresentarci in questa<br />
trattativa).<br />
Sembra essere l’ultimo treno per non<br />
essere definitivamente estromessi dal<br />
gioco globale e relegare l’Unione<br />
Europea al solo rango di arena economica<br />
mondiale dove si scontrano, per<br />
procura, i micro-signorotti locali affiliati<br />
a questo o quel potentato economico<br />
secondo le trite modalità ( già<br />
sperimentate in tutte le possibili forme<br />
e degenerazioni ) dalla specifica storia<br />
italiana del mezzo millennio precedente<br />
alla sua unificazione rispetto<br />
agli stati europei di quel tempo.<br />
EURUSSIA CHIMERICA<br />
SUPERFICIE IN KMQ 21.320.600 SUPERFICIE IN KMQ 19.154.000<br />
POPOLAZIONE 641.578.000 POPOLAZIONE 1.644.840.000<br />
PIL NOMINALE IN $ x 1000 20.607.000 PIL NOMINALE IN $ x 1000 18.552.000<br />
Fonte: Limes 2009 - rielaborazione dati ufficiali ONU<br />
Il prossimo G20, (il solo organismo<br />
internazionale rimasto con una qualche<br />
caratteristica di possibile incubatore<br />
di questa, ipotesi) ci potrà fornire<br />
le prime indicazioni di quanto, <strong>della</strong><br />
storia e civiltà europea ( unico esempio<br />
al mondo che tiene in qualche<br />
considerazione la dignità dell’uomo<br />
in quanto tale) si potrà (o si vorrà )<br />
utilizzare nella definizione del nuovo<br />
assetto mondiale.<br />
Come europei, non potendo parlare<br />
in prima persona e avendo scelto di<br />
non accordarci ufficialmente sulla<br />
Carta dei nostri valori fondanti per<br />
pura miopia e insignificanti interessi<br />
di bottega, possiamo, ora, solo sperare<br />
di non essere costretti da altri a<br />
ripetere (sotto altra forma egualmente<br />
devastante) le convulse vicissitudini<br />
già sperimentate nei secoli XVII°,<br />
XVIII°, XIX°e XX° nella ricerca - di fin<br />
troppo lungo periodo - di una nostra<br />
specifica identità unificante e che,<br />
sembra dai fatti, non abbiamo ancora<br />
sufficientemente capito e assimilato<br />
nel suo reale valore.