rivista della associazione diplomati istituto aldini valeriani - aliav
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12<br />
the World”. Entrati nella sala degli<br />
arrivi, con nostra sorpresa, fummo<br />
accolti dall’annuncio diffuso dagli<br />
altoparlanti, che eravamo attesi all’ufficio<br />
informazioni. Qui ci aspettava<br />
un giovanotto italiano, che era stato<br />
mandato dalla Kawneer, con funzione<br />
d’interprete e d’accompagnatore, perché<br />
il viaggio era lungi dall’esser terminato.<br />
Dopo le presentazioni, ci<br />
spiegò che dovevamo andare a<br />
Chicago (Illinois) alla stazione ferroviaria<br />
per prendere un treno diretto a<br />
South Bend (Indiana), dove ci attendeva<br />
un funzionario <strong>della</strong> Kawneer per<br />
portarci a Niles (Michigan), all’albergo<br />
dove avremmo alloggiato durante<br />
la nostra permanenza. Arrivammo a<br />
destinazione a buio inoltrato e finalmente<br />
potemmo riposare. Alcuni di<br />
questi passaggi di Stato comportavano<br />
un cambio d’orario e fu così che<br />
accaddero alcuni contrattempi, dovuti<br />
al fatto, che non avevamo modificato<br />
l’indicazione dei nostri orologi.<br />
Durante il soggiorno, i nostri ospiti ci<br />
portarono a Chicago con l’aereo privato<br />
<strong>della</strong> compagnia e ci accompagnarono<br />
a visitare la città, che è bellissima,<br />
ma si merita sicuramente il<br />
titolo di Windy City. Avemmo modo<br />
naturalmente di visitare anche la cittadina<br />
di Niles, completando così la<br />
conoscenza delle condizioni d’impiego<br />
dei chiudiporta negli USA, che<br />
sono molto più severe di quelle in<br />
Italia. Naturalmente, ci fecero visitare<br />
lo stabilimento dove erano prodotte le<br />
loro porte, partendo dall’estrusione<br />
dei profili d’alluminio.<br />
Dopo qualche giorno, ci rimettemmo<br />
in viaggio per rientrare, non senza<br />
una breve sosta a New York, ospiti dei<br />
parenti del signor Masellis, che ci<br />
fecero da Ciceroni. Il volo di ritorno<br />
fu meno avventuroso, ma fu molto<br />
più lungo, perché volammo con<br />
l’Alitalia, che non aveva ancora sostituito<br />
i DC6 con i DC8 a reazione.<br />
Tornato al lavoro, mi dedicai con<br />
entusiasmo alla progettazione dei<br />
chiudiporta destinati alla Kawneer e<br />
dopo la costruzione e l’approvazione<br />
dei prototipi, cominciammo la produzione<br />
in serie, in lotti di migliaia di<br />
pezzi.<br />
Il signor Masellis era soddisfatto del<br />
mio operato e me lo dimostrò con un<br />
aumento di stipendio e con generose<br />
regalie, in occasione delle festività,<br />
ma nel 1960 gli Americani richiesero<br />
lo studio di un nuovo apparecchio<br />
“overhead concealed” cioè da inserire<br />
nel tubolare superiore del controtelaio<br />
<strong>della</strong> porta, anziché nel pavimento o<br />
in alto, all’esterno <strong>della</strong> porta. Iniziai<br />
subito questo studio, sviluppando<br />
un’idea assolutamente originale, che<br />
permetteva di ridurre gli ingombri,<br />
come richiesto dalle specifiche, ed in<br />
un tempo brevissimo realizzai i disegni<br />
dei particolari. Il prototipo fu<br />
costruito immediatamente e quando<br />
fu pronto, si profilò la necessità di un<br />
secondo viaggio negli USA, per presentarlo<br />
alla Kawneer.<br />
ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />
Anche questo secondo viaggio, si<br />
svolse nella prima settimana di<br />
Dicembre e comportò diverse peripezie.<br />
La prima tappa, dopo il viaggio in<br />
treno a Milano, doveva essere il volo<br />
Linate-Parigi con l’Air France, ma a<br />
causa <strong>della</strong> nebbia, fu annullato.<br />
Fummo così riportati a Milano, dove<br />
fummo alloggiati all’Hotel Gallia, in<br />
cui ci furono serviti sia il pranzo, che<br />
la cena, nell’attesa <strong>della</strong> partenza<br />
serale del treno per Parigi, a bordo di<br />
un vagone letto. La mattina dopo, alle<br />
nove, arrivammo a Parigi dove ci<br />
recammo all’aeroporto per imbarcarci<br />
sul volo Parigi-New York. Ma i problemi<br />
non erano finiti perché, arrivati sul<br />
cielo di New York, dopo aver atteso<br />
inutilmente, per quasi quattro ore, che<br />
le condizioni del tempo migliorassero,<br />
il comandante decise di atterrare a<br />
Boston, che dista solo 150 km da<br />
New York, dove la situazione “meteo”<br />
era migliore. Ma dopo l’atterraggio,<br />
avendo saputo che le condizioni del<br />
tempo erano migliorate a New York,<br />
decollò nuovamente per portarci alla<br />
destinazione finale del nostro volo.<br />
Quest’ultimo tratto del viaggio si svolse<br />
in condizioni drammatiche, perché<br />
l’aereo non si alzò a sufficienza per<br />
uscire dalle turbolenze e dal temporale<br />
in corso, con fulmini che arrivavano<br />
da tutte le parti e le ali del Boeing<br />
che si piegavano come se fossero di<br />
carta. Fra i passeggeri terrorizzati,<br />
alcuni stavano male e vomitavano,<br />
riempiendo gli appositi sacchetti, altri<br />
pregavano in previsione di una morte<br />
imminente, ed altri ancora cercavano<br />
di infondersi coraggio bevendo alcolici,<br />
che li rendevano euforici. Io feci<br />
mentalmente testamento e Masellis<br />
giurò che, se fossimo sopravvissuti,<br />
Sono nato a Bologna il 18 Aprile<br />
1929 e il 10 Giugno 1940, quando è<br />
iniziata per l’Italia la II Guerra mondiale,<br />
abitavo in Via Venturoli Nr 25 e<br />
frequentavo la V Elementare, presso<br />
le scuole Giulio Giordani..<br />
Terminate le Elementari, nell’autunno<br />
del 1940 fui iscritto alla scuola<br />
Media Unica, presso l’Istituto Pier<br />
Crescenzi di Via Garibaldi e con l’inizio<br />
dell’anno scolastico, cominciò la<br />
mia carriera premilitare, con la qualifica<br />
di Balilla Moschettiere.<br />
Il sabato era “Sabato Fascista” per<br />
tutti e si doveva andare a scuola in<br />
divisa, compresi gli insegnanti.<br />
Inoltre, il pomeriggio del sabato era<br />
dedicato ad attività paramilitari e ginniche<br />
che culminavano in parate per<br />
le vie del centro. In occasione <strong>della</strong><br />
festa del Lavoro, che coincideva con<br />
il Natale di Roma e che si celebrava<br />
il 21 Aprile, le scuole erano aperte<br />
non saremmo più saliti su di un<br />
aereo, ma avremmo proseguito il<br />
viaggio in treno e in nave.<br />
Arrivati a New York, che era la destinazione<br />
finale del volo, l’Air France ci<br />
abbandonò al nostro destino, in un<br />
aeroporto ormai deserto, perché era<br />
già mezzanotte passata da un pezzo.<br />
Cominciò così la mia peregrinazione<br />
ai pochi sportelli ancora aperti, utilizzando<br />
il mio inglese incerto e vi<br />
lascio immaginare la mia felicità<br />
quando vidi avvicinarsi un gruppo di<br />
marinai Italiani, che speravo potessero<br />
farci da interpreti, ma che purtroppo<br />
non sapevano una parola d’inglese.<br />
Riuscii lo stesso a farmi capire e a<br />
farci caricare da un “courtesy car”<br />
che faceva servizio per un vicino<br />
Hotel e così riuscimmo finalmente a<br />
mangiare un boccone ed a prendere<br />
alloggio in una confortevole stanza<br />
dell’International Hotel, a poca<br />
distanza dall’aeroporto. Naturalmente,<br />
la mattina dopo eravamo nuovamente<br />
in volo per Chicago, con tutto il<br />
seguito di passaggi, per arrivare a<br />
destinazione a Niles.<br />
Dopo questo viaggio la MAB ha continuato<br />
a produrre decine di migliaia<br />
di chiudiporta per la Kawneer, che<br />
però ha cominciato a chiedere al<br />
signor Masellis l’assunzione di un<br />
ingegnere, per dare maggior prestigio<br />
all’azienda. Per questo motivo nel<br />
Maggio del 1962 mi sono dimesso<br />
dalla MAB e sono passato alla<br />
Bieffebi, azienda creata da alcuni<br />
operai che avevo conosciuto alla<br />
SASIB e che mi corteggiava da molto<br />
tempo e vi sono rimasto 28 anni,<br />
durante i quali mi sono recato numerose<br />
volte negli USA, ma fortunatamente<br />
in modo meno avventuroso.<br />
STORIA DI UN PERITO INDUSTRIALE<br />
DIPLOMATO NEL 1948 (da GINO PRAZZOLI)<br />
alle visite del pubblico ed un plotone<br />
scelto di Balilla, del quale ho fatto<br />
parte anch’io, montava la guardia<br />
all’ingresso degli edifici scolastici. Fu<br />
in occasione di una di queste ricorrenze,<br />
che fui comandato alla guardia<br />
all’Istituto Aldini in Via<br />
Castiglione e durante un turno di<br />
riposo, ebbi l’opportunità di visitarlo<br />
e vedere che cosa si studiava in questa<br />
scuola. Fu così che, terminate le<br />
Medie, nell’autunno del 1943, decisi<br />
di iscrivermi all’Istituto Aldini. Anche<br />
allora il corso per conseguire il diploma<br />
di perito aveva la durata di cinque<br />
anni, dei quali i primi due costituivano<br />
il corso preparatorio, comune<br />
a tutti gli indirizzi. Gli ultimi tre<br />
invece, erano dedicati ad una delle<br />
specializzazioni, che allora erano<br />
solo Meccanica, Elettrotecnica e<br />
Chimica<br />
Nel frattempo, il 25 Luglio 1943 era