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CONSIGLI<br />
DI LETTURA<br />
>><br />
Michael Konrad<br />
Crescere nella giustizia<br />
Introduzione all’etica sociale<br />
Lateran University Press 2012<br />
pp. 270 - € 25<br />
«Pilato, visto che non otteneva nulla, prese dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: “non sono<br />
responsabile, disse, di questo sangue, vedetevela voi!”» (Mt 27,24). Fondato sulla convinzione che<br />
“La fame e la sete di giustizia sono condizioni indispensabili per realizzare la propria umanità”, il<br />
libro di Michael Konrad (sacerdote della <strong>Fraternità</strong> san <strong>Carlo</strong> e docente di Etica presso la Pontificia<br />
Università Lateranense) è un’introduzione sistematica all’etica sociale, svolta in dialogo con<br />
i classici della filosofia politica e con la dottrina sociale della Chiesa.<br />
6 fraternitàemissione<br />
MARZO<br />
>> Poi iniziano ad accadere alcuni fatti. Davanti alla<br />
Grotta della Natività possiamo sostare per pochi istanti;<br />
solo Biagio si può trattenere di più insieme ad uno di noi<br />
che lo accompagna. Ed ecco che l’accompagnatore si<br />
mette a piangere. «Che c’è – chiede Biagio – hai sbattuto<br />
la testa?» «In un certo senso, sì», risponde lui. «Io in Terra<br />
CASA DI FORMAZIONE<br />
Questi fiori sono per te<br />
di Stefano Tenti<br />
<strong>San</strong>ta ero venuto soltanto per non lasciare sola mia<br />
Fin da quando ero piccolo, la figura di mia nonna mi ha sem-<br />
moglie. Ma ora che sono qui, e sono scelto per contempre<br />
accompagnato. Romagnola, cresciuta durante la guerplare<br />
più degli altri il luogo della nascita del Salvatore,<br />
ra tra la terra e il mare. Una fede concreta, un’operosità sem-<br />
sono pieno di gratitudine».<br />
plice. Dalla sua instancabile vitalità ho imparato che il ge-<br />
Nel giorno della Via Crucis verso il Golgota, passiamo<br />
sto più semplice può contenere in sé il più grande mistero<br />
nel mercato affollato di gente. A turno portiamo la croce, Stefano Tenti, seminarista<br />
della creatività, dell’amore e della dedizione totale a chi si<br />
posando i piedi dove li pose Gesù, ferito e insanguina- del IV anno.<br />
ama. Ciò che sembra marginale può valere il sacrificio di<br />
to. Il tragitto è difficile. Biagio si incammina e a un certo<br />
tutta una vita. Da lei ho imparato a fare i sughi per la pa-<br />
punto mi chiede di portare la croce. «Ok, ti aiutiamo». «No,<br />
sta. Quando a me sembrava che in casa non ci fosse nien-<br />
da solo», insiste lui. Avanza, la croce fissata allo zaino, un<br />
te da mangiare, lei invece riusciva a cucinare piatti gusto-<br />
passo dopo l’altro; noi lo seguiamo.<br />
si per tutti.<br />
Durante l’assemblea finale, l’ultimo giorno di perma-<br />
Nel tempo l’ho vista cambiare. Ho percepito l’imbaraznenza<br />
in Terra <strong>San</strong>ta, Biagio interviene: «In tutto il camzo<br />
della vecchiaia che le impediva di sostenere i suoi cari<br />
mino fatto in questi giorni sono stato sempre restio nel<br />
come avrebbe desiderato. Ho imparato a conoscere che la<br />
farmi aiutare; ho anche insistito per non usare una sedia<br />
sua operosità nasceva dalla preghiera. Mi è rimasto impres-<br />
a rotelle come molti invece mi consigliavano. Sapevo<br />
so un giorno quando, stanca sulla sedia, aveva in sé tutti i<br />
che accettando avrei evitato a tutti di dovermi aspettare<br />
figli ed i nipoti, i loro drammi erano i suoi drammi e lei li por-<br />
ogni volta, ma non me la sono sentita. Tuttavia sono stato<br />
tava davanti a Dio anche per coloro troppo feriti e lontani<br />
abbracciato, con tutto il mio limite, il mio orgoglio e la<br />
da Lui. Lì ho capito che la spogliazione che il tempo com-<br />
mia testardaggine. Affidandomi così come sono a quepie<br />
consumando il corpo, è perché lo spirito si consumi di<br />
sto abbraccio, all’amore di Cristo, ho potuto vivere<br />
appieno questi giorni». E ancora: «Tutto è stato possibile<br />
grazie al modo in cui ognuno dei miei compagni di<br />
Don Mario Follega. In basso,<br />
durante la Via Crucis in Terra<br />
<strong>San</strong>ta con la comunità ciociara.<br />
amore per chi amiamo.<br />
Durante il mio ultimo periodo a casa, assieme ad un mio<br />
confratello le abbiamo regalato un bel mazzo di fiori per rin-<br />
viaggio mi ha accompagnato, sia fisicamente – porgengraziarla<br />
di tante cose che aveva fatto per noi. «Questi fiodomi<br />
il braccio per aiutarmi a camminare – sia con il<br />
ri sono per te». «Sono bellissimi, devo portarli al cimitero<br />
loro sguardo sempre rivolto al Signore, che ogni volta<br />
da mio figlio». Il tempo insegna che tutto ciò che ci è dato<br />
mi recuperava dalla distrazione».<br />
è, infine, da offrire per chi si ama.<br />
All’inizio del viaggio, avevo rivolto al Signore la pre-<br />
Da circa tre anni visito un ospizio nel quartiere romano<br />
ghiera di rendere quei giorni un pellegrinaggio e non<br />
della Magliana. La maggior parte delle persone sono ma-<br />
un viaggio turistico nei luoghi del cristianesimo; un camlate,<br />
povere, ma soprattutto sole. Ciò che rivela la loro permino<br />
del cuore, bisognoso di silenzio e di preghiera, e<br />
sona non è il volto, la crudezza delle mani abituate al lavo-<br />
non una corsa affannata, dominata dal desiderio di vero<br />
o il corpo straziato dalla malattia, ma la profondità dedere<br />
tutto. E Dio ha risposto. Al di là di ogni programma<br />
gli occhi. In loro ritrovo mia nonna. Nel tempo ho impara-<br />
e oltre ogni nostra aspettativa, Dio guida i nostri passi e<br />
to i loro nomi, le loro storie, i loro lavori. Franca, quasi im-<br />
detta i nostri tempi con dei fatti ben precisi. «Mi protenmobilizzata<br />
in carrozzella e sempre coperta dalla cenere deldo<br />
nella corsa per afferrarlo, io che sono già stato afferle<br />
sue sigarette. Elena, nel ricovero da circa 40 anni, con<br />
rato da Cristo», dice san Paolo. Cristo ha il volto di Bia-<br />
problemi alle braccia e alle gambe. Eduardo, caduto da un<br />
gio, di Massimo, di tutti noi ventinove pellegrini. E Dio,<br />
ponteggio e obbligato a stare in clinica da quando ne ha 50.<br />
per lanciarci nella corsa, ha scelto di rallentare il nostro<br />
Il primo impatto è di uno scivolamento, un decadimento ver-<br />
passo, perché lo attendiamo mentre ci afferra.<br />
so la morte. I corpi invecchiano, ma gli occhi rimangono il<br />
segno di una promessa che non tutto finisce, che qualcosa<br />
rimane.<br />
Ognuno porta con sé un dramma profondo. Ma c’è anche<br />
un’altra cosa che ognuno porta sempre in sé, soprattutto<br />
le madri: il pensiero per i loro figli e i loro cari. Talvolta<br />
confuso, talvolta paranoico, talvolta un rimpianto di un<br />
perdono non ricevuto, ma è sempre affetto, cura, amore.<br />
Di fronte alla stanchezza e allo sconforto che li prende,<br />
chiedo loro di pregare insieme. Chiedo di pregare per me.<br />
Ricordo di offrire le loro preghiere per i loro cari e per la mia<br />
vocazione. Al tempo stesso prego perché Dio possa concedere<br />
loro una scintilla di conforto per il bene che stanno<br />
facendo alle anime con la loro offerta, pur non rendendosene<br />
sempre conto. L’offerta della sofferenza per il bene dei<br />
loro cari.<br />
Talvolta mi chiedo come tanta sofferenza, causata dal nostro<br />
stesso male oppure ricevuta come croce, possa essere<br />
strumento di redenzione nelle mani di Cristo. Questo rimane<br />
un mistero. Penso a mia nonna, ai sughi e ai fiori. Penso<br />
alla Madonna. A lei che, da Madre, ha vissuto il dolore che<br />
trascina fino al sepolcro. Lei può prendere queste sofferenze<br />
e portarle come fiori lì dove la pietra è stata rotolata, ai<br />
piedi del trono di suo Figlio, per la felicità di chi amiamo.