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pagine ebraiche n. 7 | luglio 2012<br />
DOSSIER /Melamed<br />
Studiare per costruire<br />
rav Roberto Della Rocca<br />
direttore del dipartimento<br />
Educazione e Cultura UCEI<br />
“O chavruta o mituta”, l’alternativa allo studio<br />
in compagnia è la morte (Talmud, Taanìt 23 a).<br />
L’apprendimento previsto dalla pedagogia<br />
ebraica si sviluppa nel confronto e nella<br />
condivisione e non in un dialogo silenzioso<br />
dell’anima con se stessa. Un metodo di ricerca<br />
non solo tra uguali, ma una modalità di<br />
trasmissione che trascende un’intimità e<br />
assurge a tutti gli effetti a un dovere pubblico.<br />
Soprattutto in un mondo mediatico isolarsi<br />
significa abbrutirsi. Troppo spesso, invece,<br />
coloro che a diversi livelli si occupano di<br />
educazione vivono e operano ciascuno per conto<br />
proprio come se l'isolamento fosse sinonimo di<br />
autonomia e non segno e conseguenza di una<br />
crisi profonda.<br />
Per contrastare questa pericolosa tendenza, a<br />
seguito della prima conferenza nazionale<br />
sull’educazione ebraica in Italia di Montecatini<br />
nel 2001, il Dipartimento Educazione e Cultura<br />
UCEI ha cercato di mettere in piedi un network<br />
per affrontare assieme i problemi con impegno<br />
e forte senso di coesione. L’impostazione data<br />
negli ultimi anni alla formazione degli educatori<br />
A scuola con una tavoletta<br />
Pur con qualche differenza (Acer a Milano e iPad a Roma)<br />
la convergenza teconologica fra le due maggiori<br />
scuole ebraiche italiane è evidente. Dal prossimo anno<br />
scolastico in entrambe le comunità gli studenti avranno<br />
a disposizione un tablet. Sono previsti numerosi<br />
vantaggi: dall’eleminazione di parte dei libri di testo<br />
ad una maggiore interattività, dall’utilizzo di strumenti specifici per la didattica<br />
alla disponibilità di testi per lo studio di ebraico ed ebraismo, da sempre di difficile<br />
reperibilità in Italia. I docenti hanno già ricevuto i tablet, in modo da<br />
poter prendere confidenza con le nuove tavolette. Cosa che, c’è da scommetterci,<br />
gli studenti non avranno bisogno di fare.<br />
a pag. 19<br />
Nel magico mondo dei robot<br />
Chi non riesce bene a esprimersi in una lingua nuova<br />
si cerca un angolino dove non gli facciano troppe domande.<br />
Così Shulamit come attività extracurricolare<br />
ha scelto la robotica. L’attività, che prevedeva la costruzione<br />
di un piccolo robot fatto di lego, non è l’idea<br />
di un’istruttrice con l’ossessione dei blocchetti colorati,<br />
ma la versione per ragazzini della First Robotics Competition, una sfida - ideata<br />
dall’inventore Dean Kamen - a chi costruisce il robot più agile e capace, e che<br />
si svolge ogni anno in molti paesi del mondo (non in Italia). Sarebbe bello se le<br />
scuole ebraiche italiane partecipassero.<br />
a pag. 21<br />
I bimbi e l’attentato di Tolosa<br />
La fortuna di avere dei buoni insegnanti, si sa, è<br />
cosa che da sola può fare la differenza in un percorso<br />
scolastico. Se poi il team docente è coeso ed<br />
è guidato da principi importanti i risultati non tardano<br />
a farsi sentire. Questo è il caso della scuola<br />
primaria Don Facibeni di Montecatini che, con l’aiuto<br />
di Odelia Liberanome, coordinatrice del Centro Pedaogico del Dec, ha accompagnato<br />
i suoi allievi lungo un percorso di grande consapevolezza su tematiche<br />
difficili quale la comprensione del drammatico attentato di Tolosa. I risultati<br />
sono arrivati e al Centro Pedagogico è stato recapitato per posta un quaderno<br />
prezioso, frutto di un lavoro non semplice.<br />
a pag. 24<br />
si è rivelata innovativa e importante. Sono state<br />
organizzate iniziative d’importanza primaria tra<br />
cui i seminari nazionali di formazione degli<br />
insegnanti; un forum permanente dei<br />
responsabili dell’educazione ebraica; un<br />
progetto per la definizione precisa del<br />
curriculum dell’ebraico nelle nostre scuole; un<br />
progetto di produzione di libri di testo, con la<br />
pubblicazione dei libri di Bereshìt e di Shemòt<br />
per bambini nell’ambito del<br />
progetto La mia Torah.<br />
Il confronto e la condivisione di<br />
esperienze, insieme a una<br />
riflessione teorica sui presupposti<br />
dell’educazione ebraica e sugli<br />
strumenti per attuarla, sono<br />
un’esperienza fondamentale e<br />
nuova per gli insegnanti delle<br />
scuole ebraiche e dei Talmudè<br />
Torah. E la conoscenza reciproca delle grandi e<br />
delle piccole Comunità è un arricchimento<br />
fondamentale nell’acquisizione di diverse<br />
prospettive nell’educazione. Ferma restando<br />
l’ovvia autonomia di ciascuna Comunità e di<br />
ciascun ente rispetto alle programmazioni<br />
didattiche, è importante l’esistenza di una sorta<br />
di momento comune di formazione ed è urgente<br />
tentare di definire gli obiettivi dell'educazione<br />
Riformare la scuola? Servirebbe un amico<br />
La Chavruta potrebbe salvare anche l’educazione pubblica<br />
ú–– rav Ephraim Mirvis<br />
rabbino capo<br />
Finchley United Synagogue -Londra<br />
Un antichissimo metodo di studio<br />
potrebbe rivelarsi utile per migliorare<br />
le scuole britanniche. Il professor<br />
Peter Tymms, capo della Scuola<br />
di pedagogia della Durham University,<br />
ha recentemente pubblicato<br />
i risultati di alcune sue ricerche sui<br />
sistemi educativi più efficaci. La sua<br />
indagine su 129 scuole primarie scozzesi,<br />
il campione più grande mai utilizzato<br />
sull’insegnamento collaborativo<br />
fra alunni di età diverse, ha mostrato<br />
che bambini anche di soli sette<br />
o otto anni ricevono grande beneficio<br />
da sessioni di tutoring uno a uno.<br />
Lo studioso vorrebbe ora vedere<br />
questo sistema applicato in molte realtà<br />
del Regno Unito. “L’esperimento<br />
mostra che il modello di tutoring potrebbe<br />
essere applicato in distretti<br />
scolastici scelti su tutto il territorio<br />
nazionale: i ragazzi più grandi hanno<br />
molto aumentato le loro conoscenze<br />
e capacità diventando tutor e i più<br />
piccoli hanno avuto un grande beneficio<br />
dall’avere come tutor, in un<br />
rapporto uno a uno, dei bambini di<br />
poco più grandi”. Un altro autorevole<br />
accademico, il professor Keith Topping,<br />
della Dundee University, ha riferito<br />
di aver ricevuto sul progetto<br />
eccellenti feedback da parte degli insegnanti:<br />
il 92 per cento ritiene che<br />
www.moked.it<br />
abbia funzionato bene. I bambini<br />
hanno apprezzato particolarmente<br />
l’idea di assumere il ruolo di tutor e<br />
hanno risposto in maniera positiva<br />
a una tale responsabilità. I risultati<br />
di questo metodo considerato innovativo<br />
sono noti in campo ebraico<br />
da molto tempo nella forma della<br />
chavruta (studio uno a uno), che è<br />
per esempio l’elemento chiave del<br />
programma educativo del Kinloss<br />
Community Kollel a Finchley, novità<br />
significativa per la United Synagogue<br />
di Londra. Nell’esaltare le virtù dell’idea<br />
stessa di chavruta il saggio talmudista<br />
rav Chaninà afferma: “Ho<br />
imparato molto dai miei maestri, di<br />
più dai miei colleghi, e il massimo<br />
/ P17<br />
Dossier a cura di Daniela Gross e Ada Treves<br />
ebraica a livello nazionale, primo passo per un<br />
eventuale curriculum unificato di studi ebraici. l<br />
materiali didattici elaborati e utilizzati nelle<br />
scuole ebraiche sono numerosi e di qualità.<br />
Spesso non vengono però condivisi né<br />
riutilizzati in altri contesti e dunque "muoiono"<br />
dopo il loro impiego. Uno degli obiettivi del<br />
Centro pedagogico nazionale è invece la<br />
raccolta di tutto ciò che è prodotto e usato<br />
dalle istituzioni educative e la<br />
creazione, in base alla riflessione<br />
comune, di nuovo materiale,<br />
elemento di cui tutti, in Italia,<br />
sentono la mancanza.<br />
Anche a questo dovrà servire il<br />
nuovo sito Melamed dove potranno<br />
convergere i materiali delle scuole<br />
ebraiche e dei Talmudè Torah<br />
italiani. Sarà una grande occasione<br />
di crescita per chi si occupa di educazione<br />
ebraica e di istruzione. Il Centro pedagogico<br />
dovrà continuare a essere uno strumento non<br />
solo di acquisizione di conoscenze e di<br />
competenze e un’occasione unica di rapporto<br />
tra addetti ai lavori, ma anche un momento di<br />
forte motivazione per tutti coloro che vi<br />
partecipano. Sarebbe un grave impoverimento<br />
per l’ebraismo italiano dovervi rinunciare.<br />
Sul fronte dell’educazione<br />
Rabbino capo della Finchley United<br />
Synagogue di Londra, Ephraim Mirvis<br />
(nell’immagine assieme al sindaco<br />
della metropoli britannica Boris<br />
Johnson) è attualmente il più credibile<br />
candidato ad assumere l’incarico di<br />
rabbino capo del Commonwealth<br />
quando scadrà il mandato del rav<br />
Jonathan Sacks. Rav Mirvis considera<br />
prioritario il suo impegno sul fronte<br />
dell’educazione.<br />
dai miei studenti” (Ta’anit 7a). Il modello<br />
di apprendimento uno a uno,<br />
che è in uso da più di due millenni<br />
in campo ebraico, continua ad essere<br />
la caratteristica dello studio della Torah<br />
nelle yeshivot, nei seminari e nelle<br />
scuole religiose ebraiche in tutto<br />
il mondo. I risultati ottenuti dal professor<br />
Tymms confermano la nostra<br />
esperienza. Gli studenti rispondono<br />
bene alle sessioni di apprendimento<br />
formale guidate da un compagno.<br />
Lo studente più debole viene istruito,<br />
guidato e ispirato da un ragazzo più<br />
preparato, e le conoscenze del partner<br />
più preparato vengono meglio<br />
strutturate e migliorano grazie al-<br />
/ segue a P21