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pagine ebraiche n. 7 | luglio 2012 CULTURA / ARTE / SPETTACOLO<br />
La rivincita del formaggio bianco<br />
Sempre più apprezzati i prodotti delle piccole fattorie israeliane<br />
ú–– Francesca Matalon<br />
Ogni paese ha certi cibi di<br />
cui non può proprio fare a<br />
meno, e che tra l’altro la<br />
dicono anche lunga sulle abitudini<br />
alimentari dei suoi abitanti: l’Italia la<br />
pasta, la Francia la baguette, gli Stati<br />
Uniti probabilmente il burro d’arachidi,<br />
in Israele il formaggio bianco,<br />
quello che viene comunemente chiamato<br />
cottage cheese. Viene propinato<br />
in qualsiasi occasione e a qualsiasi<br />
ora del giorno e della notte, la mattina<br />
a colazione, a un pranzo di lavoro,<br />
in una cena fra amici. È per<br />
questo che l’estate scorsa la protesta<br />
nata su Facebook contro l’eccessivo<br />
rialzo dei prezzi del formaggio da<br />
parte della Tnuva, la maggiore compagnia<br />
israeliana di prodotti caseari,<br />
si è diffusa in modo così rapido e capillare.<br />
Fra il 2006 e il 2011, i prezzi<br />
erano saliti del 40 per cento, si accusava<br />
l’industria di approfittare del<br />
monopolio di cui godeva da parte<br />
dello Stato: così gli israeliani cominciarono<br />
un vero e proprio boicottaggio.<br />
Insomma, è come se qua in Italia<br />
nessuno mangiasse più spaghetti, o<br />
se in Francia le boulangerie fossero<br />
deserte o se gli americani si privassero<br />
delle calorie del burro d’arachidi<br />
(anche se forse in questo caso potrebbe<br />
non essere un male assoluto).<br />
La protesta ebbe successo e la Tnuva<br />
fu costretta ad abbassare nuovamente<br />
i prezzi. Tuttavia il risentimento nei<br />
confronti delle grandi aziende e anche<br />
delle grandi catene di supermercati,<br />
accusate di gonfiare i propri<br />
margini di profitto, è rimasto. Il risultato<br />
è che quest’anno gli israeliani<br />
sono andati alla ricerca di aziende<br />
u Alcuni tipi di formaggio<br />
artigianale prodotti in Israele.<br />
più piccole, andando direttamente<br />
alla fonte per acquistare i loro prodotti.<br />
Così c’è stato un notevole aumento<br />
delle vendite di formaggio artigianale,<br />
prodotto in piccole fattorie dislocate<br />
in tutto il paese. Un tempo la scelta<br />
nei supermercati israeliani era molto<br />
limitata, esistevano pochissime varietà<br />
di formaggi industriali. Oggi invece,<br />
grazie a tutti i nuovi piccoli produttori,<br />
se ne vendono di molti tipi<br />
diversi, e anche più sofosticati. Ultimamente<br />
si è addirittura iniziato a<br />
parlare di differenze regionali nel gusto<br />
riguardanti i formaggi prodotti<br />
nelle diverse zone di Israele. Erez<br />
Komorovsky, uno dei più importanti<br />
chefs israeliani, ha affermato: “Penso<br />
che si possano cominciare a mappare<br />
i diversi sapori in base al luogo da<br />
cui provengono”. Per esempio lo<br />
Volevamo mostrarvi<br />
tutti i nostri nuovi vini...<br />
ma lo spazio non ce lo permette.<br />
Venite a scoprirli, vi sorprenderanno.<br />
Con la passione di sempre!<br />
I Grandi Vini Kasher<br />
Via Enrico Fermi 39 - 20083 Gaggiano MI - tel 02 90842100 - fax 02 90841533<br />
cell.348 6914230 - info@zioelio.it - mose@supergal.it - www.supergal.it<br />
Sfattit, un formaggio a pasta dolce<br />
modellato in un cesto che gli conferisce<br />
le sue caratteristiche striature<br />
circolari, tipico del nord del paese,<br />
in particolare della città di Tzfat, oggi<br />
è prodotto anche al di fuori di quella<br />
zona, in particolare nel Negev. Ma<br />
lo Sfattit del sud non è esattamente<br />
uguale allo Sfattit di Tzfat: e questo<br />
perché appunto le differenze regionali<br />
hanno cominciato a essere più<br />
evidenti nei formaggi israeliani. “Il<br />
formaggio proveniente dal Negev ha<br />
un sapore diverso da quello della Galilea”,<br />
spiega Komorovsky. E Avinoam<br />
B. Brakin, un produttore di formaggio<br />
della Galilea, aggiunge che<br />
anche le diverse stagioni danno vita<br />
a diversi tipi di formaggio: “In Israele<br />
ci sono solo due stagioni, l’inverno<br />
e l’estate. Nel formaggio prodotto<br />
durante l’inverno si può sentire il sapore<br />
dell’erba verde dei prati, che in<br />
estate invece non c’è”.<br />
In ogni caso quello dei formaggi artigianali<br />
è un mercato in crescita in<br />
Israele. E generalmente quelli che<br />
possiedono una piccola fattoria, spesso<br />
nel deserto, fanno la scelta di una<br />
vita semplice, un po’ isolata e che si<br />
basa sulle loro forze, e perciò non<br />
hanno il desiderio di trasformarle in<br />
grandi aziende. “Si tratta di nuovi<br />
pionieri”, così li ha definiti Michal<br />
Neeman, business development manager<br />
per i prodotti alimentari e le<br />
bevande presso l’Israel Export and<br />
International Cooperation Institute.<br />
I produttori artigianali di formaggio,<br />
ha detto, “sono connessi con la terra<br />
e con gli ingredienti, creano i loro<br />
prodotti mettendoci il cuore e l’anima”.<br />
www.moked.it<br />
twitter @MatalonF<br />
LA RICETTA<br />
Si ringrazia<br />
Natacha Amar Lèvy<br />
Kefta marocaines (polpette marocchine)<br />
/ P37<br />
Ingredienti: 1 kg di macinato di manzo (surgelato, offerta speciale ,Hypercacher euro 9,90/kg), 2<br />
uova (bianche, Hypercacher, euro 1,99/6pz), 2 cucchiai di olio extravergine, ½ bicchiere di acqua, 1<br />
cipolla, 1 patata, 1 manciata di prezzemolo, coriandolo in polvere (Hypercacher, euro 1,99), sale,<br />
pepe, 1 pizzico di Spigol con zafferano (Hypercacher, euro 3,30, 1 pizzico di cannella macinata (Hypercacher,euro<br />
1,99),<br />
Preparazione: macinare la patata cruda con la cipolla,il prezzemolo e il coriandolo. Mescolare con<br />
il macinato e 2 uova intere, l’acqua e l’olio: aggiustare di sale e pepe, e aggiungere Spigol e cannella.<br />
L’abbinamento consigliato:<br />
Classico:Paolo Manzone, Florenza, Barbera d’Alba 2010 DOC (Hypercacher, euro 10,99)<br />
Esotico:Dalton, Canaan Red Blend 2010 (Hypercacher, euro 9,99)<br />
Elegante: Netofa, Upper Galilee, Domaine Netofa Rouge 2010 (Hypercacher, euro 16,99)<br />
NOTIZIE DA UNMONDODIVINO<br />
Uno degli argomenti più ricorrenti, quando si parla di vino kasher, riguarda la differenza<br />
tra gli stessi vini in variante kasher e non. A parte i soliti pregiudizi, è importante<br />
capire di cosa parliamo: aziende si mettono in gioco, affiancando alla loro<br />
produzione “normale” una produzione “kasher”.<br />
Per onor di verità non possiamo non menzionare casi in cui si sono anteposte logiche commerciali<br />
(fare uscire il vino prima di Pesach, il periodo delle maggiori vendite) ai tempi di<br />
evoluzione del vino, con risultati a livello qualitativo deludenti. Oppure chi ha anteposto il<br />
fattore prezzo rispetto alla qualità. Naturalmente però ciò non accade solo nell’ambito del<br />
kasher. Da alcuni anni, il livello qualitativo e quantitativo ha fatto un balzo impressionante<br />
grazie a enti certificatori sempre più attenti all’argomento qualità.<br />
Per questo, seppur vero che la pastorizzazione non è idonea per vini da invecchiamento,<br />
un vino di buona qualità rimarrà tale per almeno due/tre anni, perdendo solo un minimo di<br />
organolettico e di gradazione alcolica. E se è vero che vengono pastorizzati i vini a maggior<br />
uso commerciale, è sempre più forte l’offerta da parte dei produttori, di vino non pastorizzato.<br />
Ultima cosa molto utile a sapersi: non tutti i vini prodotti in Israele sono kasher… Alcune<br />
aziende anzi specificano sulle controetichette che il loro vino non è kasher. Negli ultimi anni<br />
molte però hanno dovuto, per amore e logiche di mercato, convertirsi al kasher, riconoscendo<br />
finalmente il senso di queste poche righe: le norme del kasher, se bene applicate e<br />
interpretate, rappresentano un valore aggiunto.<br />
IL RISTORANTE DEL MESE<br />
Visto l'alto numero di prenotazioni aeree per i mesi di luglio e agosto sulla destinazione<br />
New York, questo mese vi consigliamo ben due ristoranti, provati per voi.<br />
LE MARAIS: un po' bistrot francese, ha fatto scuola il bancone da macelleria all'entrata. Il<br />
menù è ampio e bene impostato, con escursioni nella tradizione francese (Soupe aux oignons,<br />
la famosa zuppa di cipolle) e americana (non manca la famosa prime rib). I dolci valgono<br />
la trasgressione. Piatto a prezzo politico: bistecca e patatine a 19 $. Menu' completo,<br />
con acqua Perrier, un bicchiere di vino (mevushal), la zuppa di cipolle, un secondo e un<br />
dolce, attorno ai 55 $, servizio escluso: uno dei migliori rapporti qualita'/prezzo della citta'.<br />
150W46th Street between 6th and 7th Ave, tel 212-8690900<br />
TEVERE 84: per i nostalgici, specialmente romani, questo è il posto per sentirsi a casa.<br />
Pippo Lattanzi che con i fratelli ha altri ristoranti a New York è cresciuto nel Ghetto di Roma.<br />
Ecco infatti,solo in stagione, il carciofo alla giudia (meglio soprassedere visto il prezzo); un<br />
piatto impeccabile di fettuccine al sugo di stracotto e poi una bella tagliata di manzo ai funghi,<br />
oppure gli straccetti di manzo. Cibo divino, servizio di livello, conto amaro anche senza<br />
digestivo, circa 80 $. Cercate di farvi amico il maître Tony, potreste avere ottime sorprese.<br />
155E 84th street between Lexington and 3rd Ave,Tel 212-7440210<br />
Offerta valida fino al 31 luglio 2012