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“DIVINA COMMEDIA”. - Campo de'fiori

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10 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi<br />

LaCappella Sistina : 500 anni ma non li dimostra<br />

di Riccardo<br />

Consoli<br />

Johann Wolgang von<br />

Goethe, durante il suo<br />

viaggio in Italia, dopo<br />

avere ammirato la<br />

Cappella Sistina, ebbe a<br />

scrivere: “ … senza aver<br />

visto la Cappella Sistina<br />

non è possibile formare<br />

un’idea apprezzabile di<br />

cosa un uomo sia in<br />

grado di ottenere … “.<br />

Giorgio Vasari, per parte sua, sosteneva<br />

che: “ … quest’opera è stata veramente<br />

un faro della nostra arte … nessun pittore<br />

potrà mai superare Michelangelo … “, probabilmente<br />

ciò non è vero, qualcuno lo<br />

ha superato, e questo qualcuno è lo stesso<br />

Michelangelo, egli soltanto è riuscito ad<br />

oscurare la volta della Cappella Sistina<br />

dipingendo sulla parete dietro l’altare il<br />

“Giudizio Universale”.<br />

E pensare che Michelangelo non si considerava<br />

neanche un pittore, come noto,<br />

infatti, non era la pittura la principale attività<br />

di questo indiscusso protagonista del<br />

Rinascimento Italiano, a riprova di ciò ,<br />

esiste una lettera del gennaio 1509, indirizzata<br />

da Michelangelo Buonarroti al<br />

padre in cui l’artista affermava: “ … ellavoro<br />

mio non va innanzi in modo che a me<br />

paia meritare, e questa diffichultà del<br />

lavoro e ancora el non esser la mia professione<br />

…”.<br />

Michelangelo, fino al quel momento non<br />

aveva maturato alcuna esperienza nella<br />

tecnica dell’affresco, tant’è che, all’inizio,<br />

ricevuto quell’incarico, dovette chiedere<br />

aiuto ad alcuni suoi collaboratori fra cui un<br />

pittore, tale Francesco Granacci, lo stesso<br />

che lo aveva introdotto nella bottega del<br />

Ghirlandaio.<br />

Dedicata alla Vergine Assunta in Cielo,<br />

costruita per volere di Sisto IV, Francesco<br />

della Rovere, 1471 - 1484, dal quale prende<br />

il nome, che ne ordinò la costruzione<br />

facendo restaurare l’antica Cappella<br />

Magna, di forma rettangolare, la Cappella<br />

Sistina misura metri 40.93 x 13.41 per<br />

un’altezza di metri 20.70, le identiche<br />

dimensioni del Tempio di Salomone a<br />

Gerusalemme.<br />

Il programma delle decorazioni pittoriche<br />

prevedeva: in basso, lo zoccolo con finti<br />

tendaggi, un secondo ordine con scene del<br />

Vecchio e Nuovo Testamento e, in alto, la<br />

rappresentazione di Pontefici martirizzati,<br />

la volta, infine, venne decorata con un<br />

cielo stellato secondo una consolidata tradizione<br />

medievale.<br />

Numerosi i pittori e le loro “Botteghe”<br />

Il Giudizio Universale<br />

impegnati, anche per merito di Lorenzo de’<br />

Medici Signore di Firenze che, nell’ambito<br />

di una politica di riconciliazione con il<br />

Papa, volle invitare i migliori artisti presenti<br />

sulla scena fiorentina chiedendo loro di<br />

intervenire come “Ambasciatori di bellezza”;<br />

fu così che Sandro Botticelli, Luca<br />

Signorelli, Perugino, Domenico Ghirlandaio,<br />

Cosimo Rossetti, Pinturicchio, Piero<br />

di Cosimo, Bartolomeo della Gatta, accettarono<br />

di partire alla volta di Roma.<br />

L’esecuzione degli affreschi originari ebbe<br />

inizio nel 1481 e furono portati a termine<br />

nel 1482; nell’agosto del 1483, Sisto IV<br />

poteva consacrare la nuova Cappella.<br />

Nel 1503 sale sul Soglio Pontificio Giulio II,<br />

Giuliano della Rovere, 1503 - 1513, nipote<br />

di Sisto IV il quale decide di modificare l’originario<br />

progetto commissionando a<br />

Michelangelo Buonarroti la ripittura della<br />

volta; il cielo stellato dovrà essere sostituito<br />

con la raffigurazione dei dodici<br />

Apostoli ospitati in altrettante “lunette”.<br />

Ben presto, però , il Pontefice si rende<br />

conto che, per la migliore riuscita dell’opera,<br />

era opportuno concedere “libertà di<br />

progetto” a Michelangelo, anche perchè<br />

l’artista aveva avuto “l’ardire” di rappresentare<br />

al Pontefice il proprio punto di<br />

vista: egli considerava la rappresentazione<br />

dei soli dodici Apostoli, una idea davvero<br />

“poverella”.<br />

Esiste uno scritto dello stesso<br />

Michelangelo, del 1523, che si riferisce al<br />

contratto stipulato: “ … Papa Giulio missemi<br />

a dipingere la volta di Sisto, e facemmo<br />

a patti tremila ducati. E’l disegno prima di<br />

detta opera furono dodici Apostoli nelle<br />

lunette, e’l resto un certo patimento ripieno<br />

d’adornamenti come si usa … dipoi<br />

cominciai detta opera, mi parve riuscissi<br />

cosa povera, e dissi al Papa, come facendovi<br />

gli Apostoli soli mi parea che riuscissi<br />

casa povera. Mi domandò perché : io gli<br />

dissi, perché furon poveri anche loro.<br />

Allora mi dette nuova commissione ch’io

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