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Progetto di città

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solo nella cerchia delle mura ma all’intera <strong>città</strong>. È curioso come tanti politici che durante<br />

i loro mandati non si siano pressoché mai occupati <strong>di</strong> centro storico o frazioni, ora sfornino<br />

ambiziose ricette per “recuperarlo”. Nulla è stato fatto, anzi si è colpevolmente lasciato<br />

deperire un patrimonio <strong>di</strong> inestimabile valore.<br />

Il PRG del 1974 demandava a uno strumento attuativo, da re<strong>di</strong>gersi, il quadro <strong>di</strong><br />

riferimento e intervento per il centro storico: il Piano Quadro redatto dall’architetto Zammerini,<br />

che non è mai stato adottato e approvato, e che perciò non ha alcuna valenza normativa.<br />

Non esistono piani <strong>di</strong> recupero <strong>di</strong> iniziativa comunale, o altri strumenti “attuativi”<br />

che “regolino” le zone interne alle mura.<br />

Non esiste un Ufficio Centro Storico de<strong>di</strong>cato, non esiste un Piano del Colore e<br />

il moderno regolamento dell’Ornato Citta<strong>di</strong>no è stato falci<strong>di</strong>ato, persino negli aspetti più<br />

importanti, nelle varie commissioni dai piccoli interessi locali, “prontamente” rappresentati<br />

dai singoli consiglieri comunali.<br />

Risultato? Il centro storico è privo <strong>di</strong> normativa urbanistica specifica. E i risultati si<br />

vedono.<br />

Ecco allora che piuttosto che le idee in libertà <strong>di</strong> estemporanei urbanisti, alla <strong>città</strong><br />

serve una metodologia <strong>di</strong>versa <strong>di</strong> intervento, che superi la logica dell’emergenza o della<br />

episo<strong>di</strong>cità. Particolare attenzione deve essere posta alla vivibilità notturna del centro<br />

storico che deve essere comunque conforme alla qualità della vita dei residenti del quartiere.<br />

Alcune proposte<br />

• Tutelare e valorizzare le attività commerciali del centro storico per garantire la<br />

loro presenza nel tessuto urbano. Stabilire inoltre un albo degli antichi mestieri e<br />

delle botteghe storiche artigiane in<strong>di</strong>viduandoli come veri e propri beni culturali,<br />

considerando la storia, le ra<strong>di</strong>ci e la qualità delle tra<strong>di</strong>zioni artigianali e commerciali<br />

viterbesi come volano dello sviluppo economico del centro storico e sbocco<br />

occupazionale per le nuove generazioni, oltre che uno strumento <strong>di</strong> contrasto allo<br />

spopolamento del centro.<br />

• Prevedere un fondo comunale (ricercando anche i finanziamenti <strong>di</strong>sponibili: EU,<br />

Stato, Regioni) per valorizzare le attività commerciali e le botteghe storiche, garantire<br />

e tutelare la loro presenza (ad esempio i fon<strong>di</strong> possono essere utilizzati per le insegne,<br />

gli affitti, le ristrutturazioni). Valorizzare queste attività significa inoltre valorizzare il<br />

tessuto sociale e urbano in cui si inseriscono e rendere in questo modo competitive<br />

tutte le altre attività commerciali..<br />

• Messa a sistema <strong>di</strong> tutti gli eventi all’interno del centro storico ed incentivazione <strong>di</strong><br />

nuove manifestazioni e iniziative durante tutto l’arco dell’anno<br />

• Ridefinizione dell’estensione urbana del centro storico, delimitando lo stesso<br />

in punti capaci <strong>di</strong> rappresentare una sintesi completa del suo patrimonio storico,<br />

artistico e monumentale.<br />

• Agevolazioni Imu e, in accordo con le banche, finanziamenti a tassi minimi per tutti<br />

coloro che ristruttureranno gli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> proprietà o apriranno attività impren<strong>di</strong>toriali.<br />

• Riorganizzare parcheggi e trasporti, due problemi legati in<strong>di</strong>ssolubilmente tra<br />

loro: bisogna procedere a una “<strong>di</strong>scriminazione positiva”, perché le cose tornino a<br />

funzionare. Parcheggio dei residenti e dei non residenti, trasporti pubblici e privati. È<br />

evidente che se un parcheggio è servito da un mezzo pubblico in maniera costante,<br />

ciò si tramuterà in un corretto <strong>di</strong>sincentivo all’uso dell’auto privata; tali problemi<br />

vanno affrontati in maniera scientifica con stu<strong>di</strong> appropriati <strong>di</strong> natura statistica, che<br />

permettano <strong>di</strong> capire i flussi sia <strong>di</strong>rezionali sia quantitativi del fenomeno, per poi<br />

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