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Progetto di città

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Viterbo <strong>città</strong> universitaria<br />

Viterbo <strong>città</strong> universitaria non può essere solo uno slogan. E “universitaria” non può<br />

essere solo un aggettivo, uno tra i tanti che politici pigri tirano fuori dal cilindro giusto per<br />

far intendere <strong>di</strong> avere un qualche progetto in serbo. Viterbo <strong>città</strong> universitaria è, invece,<br />

un’occasione storica <strong>di</strong> trasformazione sociale ed economica, <strong>di</strong> progresso collettivo e<br />

con<strong>di</strong>viso.<br />

Alla base della proposta c’è la convinzione che l’Università e la scuola siano una<br />

preziosa risorsa per il territorio e per la crescita culturale, e non solo, dei citta<strong>di</strong>ni. E’<br />

fondamentale creare percorsi <strong>di</strong> interazione da cui <strong>città</strong>, università e scuola traggano mutuo<br />

beneficio. L’Università ad esempio può essere un veicolo <strong>di</strong> idee e contenuti da con<strong>di</strong>videre<br />

con la <strong>città</strong> attraverso i suoi spazi. Pensiamo ad iniziative da svolgersi nel cuore <strong>di</strong> Viterbo,<br />

ma anche alla valorizzazione <strong>di</strong> spazi, chiese, musei, siti archeologici. In questo senso può<br />

essere attivata una collaborazione con la facoltà <strong>di</strong> Conservazione dei Beni Culturali volta<br />

allo sviluppo turistico della <strong>città</strong> con interventi mirati su obiettivi particolari. Per gli studenti<br />

può essere un modo <strong>di</strong> crescere professionalmente, per Viterbo un’occasione <strong>di</strong> valorizzare<br />

competenze e figure professionali. L’interazione con l’Università, nello specifico dei<br />

<strong>di</strong>versi ambiti <strong>di</strong> specializzazione, è una sinergia che arricchisce culturalmente, permette<br />

all’ateneo <strong>di</strong> essere presente ed esprimersi all’interno della <strong>città</strong> e può dare origine a nuovi<br />

ambiti lavorativi e impren<strong>di</strong>toriali.<br />

Per quanto riguarda l’integrazione della popolazione universitaria con il territorio, è<br />

bene che il Comune attivi tutta una serie <strong>di</strong> azioni volte all’accoglienza degli studenti<br />

fuorisede. Ad esempio costituire una rete <strong>di</strong> attività commerciali che siano “student friendly”<br />

anche attraverso la creazione <strong>di</strong> una student’s card che offra una serie <strong>di</strong> agevolazioni (sconti,<br />

buoni, affitti più leggeri, trasporti pubblici ecc.,).<br />

Una partnership strategica<br />

La progressiva riduzione delle <strong>di</strong>sponibilità finanziarie del Comune sta trascinando la<br />

<strong>città</strong> verso un evidente quanto intollerabile stato <strong>di</strong> degrado. Mancano i fon<strong>di</strong>, è vero. Ma non<br />

mancano le risorse: ideali, culturali, creative. Quel che serve, allora, è un patto tra Comune<br />

e Università in nome del bene comune. Un patto sempre annunciato e mai sottoscritto. Un<br />

patto con cui inaugurare una collaborazione continua, attiva e fattiva. E sarebbe interessante<br />

l’esperimento <strong>di</strong> affiancare a ogni assessorato, settore o servizio, un esperto universitario<br />

(con un suo eventuale team) che collabori, a titolo rigorosamente gratuito, alla stesura dei<br />

piani <strong>di</strong> sviluppo e gestione.<br />

Purtroppo Viterbo ha considerato l’Università da una parte come una struttura al<br />

servizio non dei citta<strong>di</strong>ni – e quin<strong>di</strong> da valorizzare in quanto tale – ma del potere politico<br />

locale; dall’altra come una potenziale minaccia per alcuni interessi locali ormai consolidati<br />

nei decenni. È questo, solo per fare un esempio, uno dei motivi per cui qualsiasi tentativo<br />

dell’Università <strong>di</strong> partecipare alla gestione o manutenzione del verde citta<strong>di</strong>no è stato sempre<br />

osteggiato. L’ateneo, per contro, non è mai riuscito a trovare il giusto percorso per collegarsi<br />

con le esigue “centrali culturali” del capoluogo, anche perché molti docenti hanno deciso <strong>di</strong><br />

non risiedere in una <strong>città</strong> considerata solo come luogo <strong>di</strong> lavoro. Allo stesso tempo, va dato<br />

atto all’attuale Rettore <strong>di</strong> essere stato capace <strong>di</strong> resistere in tutti i mo<strong>di</strong> ai pressanti tentativi<br />

della politica locale <strong>di</strong> infiltrarsi nell’Università: Mancini sa che dove entrano i partiti politici,<br />

l’università va in crisi. E il motivo è ovvio: i partiti tendono all’omologazione ideologico-<br />

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