Progetto di città

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Alcune proposte • Curare i rapporti con le associazioni culturali, creando un vero e proprio Network valutando, promuovendo e supportando le loro proposte • Sburocratizzare ogni iniziativa giovanile capace di creare lavoro. • Dare sostegno effettivo alla formazione permanente e alla informazione costante per la collettività, con corsi, laboratori, ecc • Costruire spazi di aggregazione, gestiti dai giovani per i giovani, dove è possibile incontrarsi, scambiarsi esperienze e idee, sperimentare le proprie passioni creative e artistiche. • Mettere a disposizione a docenti specializzati sale prova e di registrazione musicale, strutture teatrali o impianti musicali audio-video e multimediali, con la proposta di un fitto calendario di concerti, spettacoli, corsi e laboratori, oltre alla possibilità di fornire informazioni sulle opportunità rivolte ai giovani. • Effettuare una gestione diretta e via web della Biblioteca e dei centri giovanili e culturali • Biblioteca collegata a gestione archivio storico con interfaccia on.line • Promozione e sviluppo delle attività connesse all’integrazione di diversamente abili, socialmente disagiati o di lingua straniera • Istituire uno spazio di informazione e orientamento su: percorsi di formazione, ricerca del lavoro, programmi di mobilità europea, vacanze, volontariato, organizzazione del tempo libero, incontri informativi con esperti, laboratori sulle nuove tecnologie e postazioni internet per la navigazione gratuita. • Favorire la nascita di uno spazio dove i problemi dei giovani trovano ascolto con un team di psicologi al proprio servizio. • Realizzare un servizio gratuito di informazioni sulla casa. Un punto di riferimento per i giovani che desiderano affrontare percorsi di autonomia abitativa. Informazioni su leggi legate ad agevolazioni fiscali (es. Tarsu, detrazioni d’imposta), sulle varie tipologie di contratti d’affitto, su soluzioni abitative diverse. • Apertura di uno “Sportello Europa”. Si tratta di uno strumento operativo di scouting sui bandi regionali, europei, nazionali ed internazionali da trasferire all’amministrazione e ai cittadini. 42
Viterbo città universitaria Viterbo città universitaria non può essere solo uno slogan. E “universitaria” non può essere solo un aggettivo, uno tra i tanti che politici pigri tirano fuori dal cilindro giusto per far intendere di avere un qualche progetto in serbo. Viterbo città universitaria è, invece, un’occasione storica di trasformazione sociale ed economica, di progresso collettivo e condiviso. Alla base della proposta c’è la convinzione che l’Università e la scuola siano una preziosa risorsa per il territorio e per la crescita culturale, e non solo, dei cittadini. E’ fondamentale creare percorsi di interazione da cui città, università e scuola traggano mutuo beneficio. L’Università ad esempio può essere un veicolo di idee e contenuti da condividere con la città attraverso i suoi spazi. Pensiamo ad iniziative da svolgersi nel cuore di Viterbo, ma anche alla valorizzazione di spazi, chiese, musei, siti archeologici. In questo senso può essere attivata una collaborazione con la facoltà di Conservazione dei Beni Culturali volta allo sviluppo turistico della città con interventi mirati su obiettivi particolari. Per gli studenti può essere un modo di crescere professionalmente, per Viterbo un’occasione di valorizzare competenze e figure professionali. L’interazione con l’Università, nello specifico dei diversi ambiti di specializzazione, è una sinergia che arricchisce culturalmente, permette all’ateneo di essere presente ed esprimersi all’interno della città e può dare origine a nuovi ambiti lavorativi e imprenditoriali. Per quanto riguarda l’integrazione della popolazione universitaria con il territorio, è bene che il Comune attivi tutta una serie di azioni volte all’accoglienza degli studenti fuorisede. Ad esempio costituire una rete di attività commerciali che siano “student friendly” anche attraverso la creazione di una student’s card che offra una serie di agevolazioni (sconti, buoni, affitti più leggeri, trasporti pubblici ecc.,). Una partnership strategica La progressiva riduzione delle disponibilità finanziarie del Comune sta trascinando la città verso un evidente quanto intollerabile stato di degrado. Mancano i fondi, è vero. Ma non mancano le risorse: ideali, culturali, creative. Quel che serve, allora, è un patto tra Comune e Università in nome del bene comune. Un patto sempre annunciato e mai sottoscritto. Un patto con cui inaugurare una collaborazione continua, attiva e fattiva. E sarebbe interessante l’esperimento di affiancare a ogni assessorato, settore o servizio, un esperto universitario (con un suo eventuale team) che collabori, a titolo rigorosamente gratuito, alla stesura dei piani di sviluppo e gestione. Purtroppo Viterbo ha considerato l’Università da una parte come una struttura al servizio non dei cittadini – e quindi da valorizzare in quanto tale – ma del potere politico locale; dall’altra come una potenziale minaccia per alcuni interessi locali ormai consolidati nei decenni. È questo, solo per fare un esempio, uno dei motivi per cui qualsiasi tentativo dell’Università di partecipare alla gestione o manutenzione del verde cittadino è stato sempre osteggiato. L’ateneo, per contro, non è mai riuscito a trovare il giusto percorso per collegarsi con le esigue “centrali culturali” del capoluogo, anche perché molti docenti hanno deciso di non risiedere in una città considerata solo come luogo di lavoro. Allo stesso tempo, va dato atto all’attuale Rettore di essere stato capace di resistere in tutti i modi ai pressanti tentativi della politica locale di infiltrarsi nell’Università: Mancini sa che dove entrano i partiti politici, l’università va in crisi. E il motivo è ovvio: i partiti tendono all’omologazione ideologico- 43
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