Progetto di città

per il personale, ma anche alla convinzione maturata in seno alle amministrazioni comunali
di sviluppare nuovi assetti organizzativi. Attraverso queste scelte, soprattutto gli enti medio
grandi per dimensione demografica, tendono a riservare al Comune un ruolo di indirizzo,
regolazione e controllo, puntando invece sulla creazione di un sistema di società satellite
ed enti strumentali a prevalente o totale capitale pubblico locale, per la gestione di servizi
pubblici e altri interventi.
I Comuni come Viterbo, motivano tali scelte soprattutto richiamando i vantaggi della
flessibilità nella gestione del personale, le agevolazioni fiscali previste dalle norme a favore
delle società, la possibilità di scegliere l’affidamento “in house”.
Tuttavia è necessario procedere attraverso operazioni di riordino delle partecipate,
promuovendo un modello organizzativo basato sullo snellimento delle dotazioni organiche
interne, sull’attribuzione al Comune di un ruolo di indirizzo, regolazione e controllo, e
sulla creazione di un sistema di società satellite/agenzie per la programmazione e gestione
settoriale o multisettoriale.
Bisogna cambiare le dinamiche di governance anche perché a Viterbo non sono stati
effettivamente applicati i criteri di sistema del controllo analogo, in base a quanto previsto
dalla normativa comunitaria e nazionale.
Esempi
Come già avvenuto in altri Comuni Italiani con l’ introduzione di un nuovo sistema di
governance delle partecipate, il Comune di Viterbo potrebbe costituire, in qualità di unico
proprietario, una società Holding Viterbo Servizi srl - gestita da un amministratore
unico - come strumento per trasmettere in modo più diretto ed incisivo i propri indirizzi
sulle aziende di servizi pubblici locali di cui detiene la quota patrimoniale di controllo.
Tale Holding svolgerebbe alcuni dei compiti affidategli dalla proprietà, e
specificamente riformando gli statuti delle società controllate, adeguandoli alle
prescrizioni normative e ai conseguenti esiti giurisprudenziali in materia di “in house
providing”.
Tale riforma statutaria è da considerare essenziale, in quanto il principio cardine dell’in
house providing, cioè la possibilità formale e sostanziale di esercitare, da parte del
Comune, un controllo sulle aziende analogo a quello esercitato sugli uffici comunali
propriamente intesi, è requisito indispensabile -unitamente alle concrete potenzialità
di miglioramento, in termini di efficacia, efficienza ed economicità nello svolgimento
dei servizi che sono il presupposto di qualsiasi esternalizzazione - per l’affidamento
diretto alle aziende della gestione dei servizi stessi, così come norma l’art. 113 del D.Lgs.
267/2000.
Andrebbero adottate le procedure per il bilancio consolidato di gruppo e per il
consolidato fiscale.
Questa scelta reca un’importante valenza di carattere strutturale.
Il bilancio consolidato, infatti, consente al Comune di disporre di un quadro esaustivo
e trasparente circa il complessivo andamento del gruppo di imprese controllate, sia
sotto il profilo dei risultati economici d’esercizio, sia con riguardo alla dinamica dello
stato patrimoniale.
Il consolidato fiscale invece permette di conseguire risparmi d’imposta nel malaugurato
caso in cui alcune delle aziende dovessero presentare dei disavanzi.
Fatto salvo il rispetto dei principi che disciplinano la dinamica dei risultati digestione
delle aziende a controllo pubblico, si tratta quindi di un provvedimento che reca un
legittimo sollievo nel verificarsi di particolari congiunture.
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