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Afragola. Il sindaco sul rione “Salicelle” fa la ... - NapoliMetropoli.it

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15 OTTOBRE 2011<br />

MOSAICO<br />

AFRAGOLA • LA RIFLESSIONE DI GENNARO SALZANO<br />

Siamo al punto più basso del<strong>la</strong> storia civile, pol<strong>it</strong>ica, economica, e sociale di <strong>Afrago<strong>la</strong></strong><br />

Non sarà possibile costruire nessuna alternativa al disastro attuale se non si avrà <strong>la</strong> consapevolezza<br />

da parte di tutti i protagonisti che essa non potrà essere l’occasione di soddis<strong>fa</strong>zioni personali<br />

AFRAGOLA - Delineare il futuro pol<strong>it</strong>ico di<br />

<strong>Afrago<strong>la</strong></strong>, ora che anche a gran parte del<strong>la</strong><br />

c<strong>it</strong>tadinanza appare evidente che si è giunti<br />

al punto più basso del<strong>la</strong> sua storia civile, pol<strong>it</strong>ica,<br />

economica, sociale, è impresa assai difficile. Forse<br />

impossibile. Da dove si dovrebbe cominciare? Dai<br />

part<strong>it</strong>i? Quali? Dai singoli? Per quanto di buona<br />

volontà non possono essere sufficienti. La nostra<br />

c<strong>it</strong>tà vive una condizione drammatica. L’interesse<br />

privato, e molto spesso direi micro-privato,<br />

<strong>fa</strong> premio su tutto, sia in chi per formazione e<br />

cultura dovrebbe riuscire ad elevarsi anche solo 5<br />

centimetri da terra, sia in chi questi 5 centimetri<br />

non potrà mai sca<strong>la</strong>rli. Ormai le coscienze<br />

appaiono del tutto tac<strong>it</strong>ate, esautorate; finanche<br />

quello che dovrebbe essere naturale pensare, non<br />

lo si pensa più. La motivazione più ricorrente è<br />

“così <strong>fa</strong>n tutti”: si riconosce l’indecenza, ma<br />

invece di condannar<strong>la</strong> e allontanar<strong>la</strong> <strong>la</strong> si pratica.<br />

Nessuna rego<strong>la</strong>, nessuna alleanza, nessuna formu<strong>la</strong><br />

pol<strong>it</strong>ica, nessun programma elettorale potrà mai<br />

essere sufficiente se non c’è chi eserc<strong>it</strong>a lo sforzo,<br />

minimo, di indirizzare <strong>la</strong> propria coscienza verso<br />

ciò che in qualsiasi parte del mondo civile è<br />

normale.<br />

Era il lontanissimo 1991 quando con l’amico<br />

Camillo Manna organizzammo un convegno che<br />

int<strong>it</strong>o<strong>la</strong>mmo “Un salto nel buio”. L’idea fu mia,<br />

Camillo <strong>la</strong> accolse con un po’ di perpless<strong>it</strong>à ma poi<br />

acconsentì. Si par<strong>la</strong>va delle prospettive pol<strong>it</strong>iche<br />

e di sviluppo del<strong>la</strong> c<strong>it</strong>tà quando era ancora in<br />

ballo il parco a tema; si sviluppavano appena le<br />

nuove direttrici del<strong>la</strong> viabil<strong>it</strong>à extraurbana; si<br />

par<strong>la</strong>va di area metropol<strong>it</strong>ana e statuto comunale.<br />

A discutere chiamammo tutti i big del<strong>la</strong> pol<strong>it</strong>ica<br />

c<strong>it</strong>tadina e alcuni nazionali: Gigino Bassolino,<br />

Peppino Cuccurese, Errico Forte, Mimmo<br />

Vasaturo, Gennaro Espero, Rocco Fusco, e<br />

poi, giacchè fu organizzato dal Centro studi<br />

“Progresso A”, chiamammo a concludere Michele<br />

Viscardi e Teresa Armato. L’interrogativo che<br />

ponemmo era: “quale ident<strong>it</strong>à per quale futuro?”;<br />

<strong>la</strong> frase di presentazione <strong>la</strong> scegliemmo da un<br />

filosofo romantico, Herder: “L’ident<strong>it</strong>à nasce<br />

dal<strong>la</strong> tradizione e <strong>la</strong> tradizione è <strong>la</strong> sacra catena<br />

che lega gli uomini al passato e che conserva e<br />

trasmette tutto ciò che è stato <strong>fa</strong>tto da coloro che<br />

hanno preceduto”. Ad <strong>Afrago<strong>la</strong></strong>, come in molti<br />

altri contesti non si è trasmesso nul<strong>la</strong>, non si è mai<br />

pensato a formare <strong>la</strong> nuove leve, né a sostenere<br />

<strong>la</strong> loro ascesa. La sclerosi gerontocratica ha<br />

attanagliato anche <strong>la</strong> nostra c<strong>it</strong>tà e gli effetti sono<br />

stati il vuoto e, appunto, un salto nel buio.<br />

Demmo quel t<strong>it</strong>olo al convegno perché vedevamo<br />

davanti un’assenza totale di prospettiva di senso<br />

e di luoghi dove dare corpo a questa prospettiva.<br />

Nei part<strong>it</strong>i non c’era <strong>la</strong> costruzione del futuro;<br />

io stesso non riuscii in alcun modo ad ottenere<br />

<strong>la</strong> tessera del<strong>la</strong> Dc quando <strong>la</strong> chiesi insieme agli<br />

amici Donato Di Palo, Leonardo Patrizio e Marco<br />

Salzano: quattro diciottenni che si impegnavano,<br />

altrove, a discutere del<strong>la</strong> loro c<strong>it</strong>tà.<br />

Eppure era un momento delicatissimo: lo Statuto<br />

comunale, che oggi è semplice strumento tecnico,<br />

lo immaginammo come una sorta di “Cost<strong>it</strong>uzione<br />

comunale”, e quindi come occasione per<br />

recuperare uno spir<strong>it</strong>o di partecipazione collettiva<br />

proprio mentre l’area metropol<strong>it</strong>ana minacciava<br />

di <strong>fa</strong>r sparire le ident<strong>it</strong>à comunali. Volevamo<br />

sapere, insomma, dove saremmo andati a sbattere.<br />

Oggi lo sappiamo. Questa c<strong>it</strong>tà non ha una<br />

dirigenza pol<strong>it</strong>ica all’altezza delle necess<strong>it</strong>à. E<br />

non ce l’ha, a mio avviso, perché i detentori delle<br />

risorse intellettuali e morali che occorrerebbero<br />

per governar<strong>la</strong>, non <strong>fa</strong>nno comun<strong>it</strong>à e, di<br />

conseguenza, non esprimono rappresentanza. <strong>Il</strong><br />

dopo terremoto ha <strong>fa</strong>tto emergere un ceto sociale<br />

pseudo-imprend<strong>it</strong>oriale che vive i meccanismi<br />

dell’accumu<strong>la</strong>zione e del prof<strong>it</strong>to nel modo più<br />

materialistico possibile, senza mediarli in alcun<br />

modo con una formazione culturale e morale<br />

che <strong>fa</strong>ccia riferimento a ent<strong>it</strong>à che vadano oltre<br />

il singolo. Questo ceto, non governato e non<br />

incana<strong>la</strong>to nel<strong>la</strong> dialettica democratiche e nelle<br />

dinamiche civili ha fin<strong>it</strong>o con l’intrecciarsi con le<br />

logiche criminali che hanno di<strong>la</strong>gato nell’ultimo<br />

quindicennio, impossessandosi del terr<strong>it</strong>orio. E<br />

parlo di quindicennio non a caso: a valle del percorso<br />

iniziato con quel convegno ci fu l’amministrazione<br />

di Pasquale Caccavale: era l’Ulivo nei terr<strong>it</strong>ori.<br />

L’Ulivo nacque, a livello nazionale, come argine<br />

a difesa del Patto Cost<strong>it</strong>uzionale contro l’avanzata<br />

del nichilismo materialista di Forza Italia e il<br />

secessionismo leghista. Vinse, ma le radici erano<br />

assediate. Anche ad <strong>Afrago<strong>la</strong></strong> accadde qualcosa<br />

di simile. L’assedio fu forte, <strong>sul</strong><strong>la</strong> stampa locale<br />

e anche all’interno del<strong>la</strong> maggioranza che uscì<br />

dalle urne. <strong>Il</strong> Ppi e il Pds erano i part<strong>it</strong>i più forti<br />

e rappresentativi, ma in essi emersero delle leve<br />

<strong>sul</strong>l’onda dell’emergenza che non avevano il<br />

necessario retroterra per leggere quanto stava<br />

accadendo. E così invece di <strong>fa</strong>re da argine, si<br />

misero a picconare <strong>la</strong> diga, insieme a qualche<br />

presunto vecchio saggio che, avendo <strong>la</strong> testa<br />

troppo nel passato, non riusciva a capire cosa stava<br />

accadendo, convinto che si sarebbe continuato<br />

come era sempre stato. Questo accadeva a livello<br />

nazionale e questo accadeva a livello locale.<br />

Quello dell’amministrazione Caccavale, e <strong>la</strong> sua<br />

caduta in partico<strong>la</strong>re, fu il vero momento di svolta.<br />

E credo non sia un caso che il grande picconatore<br />

sia stato l’attuale <strong>sindaco</strong>. A lui era chiaro quello<br />

che stava succedendo. Molti dei protagonisti del<strong>la</strong><br />

odierna vicenda pol<strong>it</strong>ica portano le responsabil<strong>it</strong>à<br />

di quel<strong>la</strong> vicenda, di quel<strong>la</strong> fer<strong>it</strong>a che ha <strong>fa</strong>tto da<br />

spartiacque <strong>la</strong>cerante del<strong>la</strong> storia c<strong>it</strong>tadina. Le<br />

conseguenze furono pesanti: <strong>sul</strong><strong>la</strong> base di quel<strong>la</strong><br />

Amministrazione eleggemmo Mimmo Tuccillo<br />

deputato, ma una volta eletto, ci r<strong>it</strong>rovammo senza<br />

referenti al Comune e fu impossibile immaginare<br />

11<br />

di Gennaro Salzano *<br />

o anche soltanto abbozzare una sinergia virtuosa.<br />

<strong>Il</strong> bipo<strong>la</strong>rismo, e non solo, dispiegava tutta <strong>la</strong> sua<br />

valenza negativa e distruttrice. Gli anni successivi<br />

sono stati <strong>la</strong> conseguenza inev<strong>it</strong>abile di quello che<br />

accadde in quel<strong>la</strong> prima parte degli anni ’90: il<br />

decadimento del<strong>la</strong> dialettica pol<strong>it</strong>ica; <strong>la</strong> cresc<strong>it</strong>a<br />

disordinata del<strong>la</strong> c<strong>it</strong>tà illegale; lo scadimento<br />

progressivo del<strong>la</strong> rappresentanza pol<strong>it</strong>ica; lo<br />

scambio cliente<strong>la</strong>re come metodo esclusivo di<br />

governo. <strong>Il</strong> 2008 è stato, poi, <strong>la</strong> sanzione defin<strong>it</strong>iva<br />

del degrado: da una parte <strong>la</strong> consacrazione<br />

terr<strong>it</strong>oriale del<strong>la</strong> decadenza berlusconiana,<br />

dall’altra il suo scimmiottamento intrecciato<br />

al<strong>la</strong> decadenza del bassolinismo. La coalizione<br />

guidata (?) da Mimmo Moccia non aveva nul<strong>la</strong><br />

a che spartire con l’esperienza del 1995; essa fu<br />

un enorme errore pol<strong>it</strong>ico cui velle<strong>it</strong>ariamente mi<br />

sottrassi. Sapevo che non l’avrei potuta fermare,<br />

ma almeno avevo <strong>la</strong>nciato l’al<strong>la</strong>rme e potevo<br />

avere <strong>la</strong> coscienza a posto. Quel<strong>la</strong> operazione non<br />

doveva passare. Ancora oggi mi chiedo se fu <strong>fa</strong>tta<br />

apposta o, se chi <strong>la</strong> costruì e <strong>la</strong> avallò, non si rese<br />

conto di quello che stava <strong>fa</strong>cendo. Scrivo queste<br />

cose, non per amarcord, ma perché senza <strong>fa</strong>re i<br />

conti seriamente, a viso aperto e senza sconti,<br />

con quello che è accaduto in questi anni, non sarà<br />

possibile costruire nessuna alternativa solida al<br />

disastro attuale. La costruzione di una co<strong>la</strong>zione<br />

di governo seria e solida, se sarà possibile, lo<br />

sarà solo con <strong>la</strong> consapevolezza da parte di tutti i<br />

protagonisti che esse non potrà essere l’occasione<br />

di soddis<strong>fa</strong>zioni personali, pur leg<strong>it</strong>time. Tutti, di<br />

fronte a questo disastro, dovremmo pensare a dare<br />

corpo a ciò che è giusto più che a ciò che piace.<br />

Se non saremo capaci di <strong>fa</strong>re questo non sapremo<br />

neanche costruire un progetto serio e soprattutto<br />

non saremo c<strong>la</strong>sse dirigente. Le singole buone<br />

volontà si scontreranno con le altre singole buone<br />

volontà e l’animale pol<strong>it</strong>ico continuerà ad avere<br />

campo libero.<br />

*Coordinatore Reginale Italia Popo<strong>la</strong>re - Popo<strong>la</strong>ri

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