LA QUESTIONE AMBIENTALE - Università degli Studi di Siena

In quella estate del 2000 gli ultrà diessini perciò si scatenavano nelle previsioni. «Fra
tre mesi si parte»: era questo il loro ritornello perentorio e giulivo, intendendo, con
una sicumera degna di miglior causa, che di lì a poco la megacava avrebbe iniziato
la sua attività. La vicenda, però, si sarebbe conclusa in un modo molto diverso da
quello auspicato da lorsignori.
Il «polo estrattivo»: che cos'è ?
Ma andiamo con ordine. Prima di tutto è bene precisare che cosa è esattamente il
«polo estrattivo» e il contesto territoriale in cui si sarebbe dovuto inserire.
Il Protocollo d’Intesa firmato il 4 agosto 2000 dal Sindaco di Calenzano e dal Consorzio
Estrattivo La Cassiana ne fissava i capisaldi. In pratica si trattava di una megacava
dalla quale si sarebbero dovuti estrarre 20 milioni di metri cubi di pietrisco.
L’attività sarebbe dovuta andare avanti per 20 anni e avrebbe comportato la
sparizione di una intera collina, il Poggio alle Macine, alta 400 metri ed estesa circa
70 ettari.
L’Intesa prevedeva inoltre un traffico di 320 camion al giorno in uscita dal «polo
estrattivo» per trasportare il pietrisco. Non si diceva niente sul numero di mezzi in
entrata, che però si potevano tranquillamente stimare in un numero almeno pari a
quelli in uscita. E quindi si aveva un totale complessivo di 640 camion al giorno.
Considerando una giornata lavorativa di 8 ore sarebbero stati in media almeno uno
ogni minuto: in pratica un flusso continuo ogni giorno.
Ma a cosa dovevano servire i 20 milioni di metri cubi di pietrisco da estrarre? Questo
è senza dubbio il segreto più gelosamente custodito di tutta la vicenda. Infatti nel
corso degli anni ci sono state rifilate le giustificazioni più varie: opere pubbliche
come la terza corsia dell’autostrada, la variante di valico, l’alta velocità ferroviaria
ed anche un non meglio specificato «mercato locale». Cadute tutte una dopo l’altra
come le foglie d’autunno e smentite dai successivi sviluppi della vicenda.
Il contesto territoriale
La megacava si sarebbe inserita in un contesto territoriale a dir poco problematico.
Questo dato lo si può capire osservando una mappa che illustri la situazione della Val
di Marina tra le frazioni La Chiusa e La Cassiana.
Morfologicamente la Val di Marina è una valle lunga e stretta, che lo stesso Comune
definisce di grande pregio ambientale e paesaggistico. È compresa tra il
massiccio del Monte Morello ad est e i Monti della Calvana ad ovest, e si sviluppa
sull'asse nord-sud dal Passo delle Croci alla Piana fiorentina. La valle è interamente
attraversata dal tratto Firenze Nord – Barberino del Mugello dell’autostrada Firenze–
Bologna e dalla strada provinciale n. 8 «Barberinese». Nel suo territorio sono
presenti vari centri abitati: il centro di Calenzano, allo sbocco della valle nella Piana,
e andando verso nord: Travalle, La Chiusa, Carraia, La Cassiana, Le Croci. Sui
rilievi che la circondano si trovano altre frazioni più piccole, come Secciano, Collina,
La Querciola.
Da notare che il Poggio alle Macine è inserito nel Sito di Importanza Comunitaria
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