LA QUESTIONE AMBIENTALE - Università degli Studi di Siena
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forte …<br />
• I pericoli <strong>di</strong> frane dai versanti della cava.<br />
• Le centinaia <strong>di</strong> camion al giorno sulla strada provinciale Barberinese: come<br />
abbiamo visto all’inizio, 320 solo quelli in uscita dalla cava, da sommare a quelli dei<br />
cantieri del raddoppio dell’autostrada.<br />
• La minimizzazione <strong>degli</strong> effetti delle esplosioni delle mine, altra furbata del<br />
Consorzio scoperta questa volta dall’ARPAT: nelle simulazioni era stato usato un<br />
terzo dell’esplosivo necessario e quin<strong>di</strong> le conseguenze in termini <strong>di</strong> rumore, vibrazioni<br />
e polveri erano del tutto sottostimate.<br />
• Il mancato esame delle possibili alternative al «polo estrattivo». Non si è voluto<br />
nemmeno considerare il recupero e il riuso <strong>di</strong> materiali derivanti dalle demolizioni <strong>di</strong><br />
e<strong>di</strong>fici. L'Italia recupera solo il 5%, a fronte <strong>di</strong> percentuali ben più alte <strong>di</strong> altri Paesi<br />
europei (Olanda 60%, Gran Bretagna 51%, Germania 28%, Danimarca 25%, Francia<br />
10%) e quin<strong>di</strong> ci sarebbero ampi margini <strong>di</strong> miglioramento. Tra parentesi, la fonte <strong>di</strong><br />
questi dati è una pubblicazione della Regione Toscana: «Riciclare per l’ambiente»,<br />
Agenzia Regionale Recupero Risorse (1999).<br />
• Dulcis in fundo, gli impianti non conformi alle norme sulla sicurezza dei lavoratori:<br />
il Consorzio voleva far lavorare i suoi (pochi) <strong>di</strong>pendenti con macchinari<br />
vecchi <strong>di</strong> decenni ed esporli per <strong>di</strong> più alla silice cristallina. Da notare che uno dei<br />
«motivi forti» del Comune per sostenere l’apertura della megacava era quello dell’incremento<br />
dell’occupazione …<br />
Dopo la bocciatura del «polo estrattivo»<br />
Nel 2005, nonostante la bocciatura dei quattro progetti presentati in due anni dal<br />
Consorzio, il Comune tentava ancora <strong>di</strong> far ripartire l'iter <strong>di</strong> approvazione, sollecitando<br />
il Consorzio a presentare un nuovo progetto. Il 15 febbraio il Sindaco, in una<br />
intervista a «La Nazione» affermava perentorio che il polo estrattivo <strong>di</strong> Poggio alle<br />
Macine si farà. Il 25 febbraio, durante un Consiglio Comunale aperto, la maggioranza,<br />
refrattaria ad ogni pur minima riflessione sull’esito della VIA, appoggiava la<br />
linea della Giunta. Il tentativo in extremis però non portava risultati, tranne uno:<br />
quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare la tetragona volontà <strong>di</strong> Sindaco, Giunta e maggioranza <strong>di</strong> far<br />
aprire la megacava a <strong>di</strong>spetto non solo dei fanti (il «manipolo <strong>di</strong> esaltati» del Comitato),<br />
ma anche dei santi. E qui i santi erano, e sono, l'impossibilità pratica, logica e<br />
fisica, <strong>di</strong> realizzare un impianto <strong>di</strong> quel tipo e <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong>mensioni. La conclusione<br />
della VIA era lì a <strong>di</strong>mostrarlo: Comune e Consorzio avevano voluto tutto – i 20 milioni<br />
<strong>di</strong> metri cubi – e invece non avevano ottenuto niente.<br />
Nonostante questa ostinazione, dopo tanto buio sembrava che per il Comitato e le<br />
altre forze che si erano battute contro il «polo estrattivo» comparisse qualche raggio<br />
<strong>di</strong> sole. Il Sindaco aveva perso una battaglia molto importante, che praticamente<br />
pensava <strong>di</strong> avere già vinto prima ancora <strong>di</strong> cominciare.<br />
Su altre questioni lo stesso Sindaco era stato costretto a cambiare ra<strong>di</strong>calmente idea.<br />
Ad esempio sull'assurdo progetto <strong>di</strong> realizzare un parcheggio sotterraneo <strong>di</strong> due piani<br />
in Piazza del Comune e <strong>di</strong> tagliare gran parte dei tigli che la caratterizzano. Una<br />
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