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LA QUESTIONE AMBIENTALE - Università degli Studi di Siena

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Introduzione<br />

Le comunicazioni svolte in occasione della Conferenza regionale toscana<br />

sull’ambiente, sul paesaggio e sul territorio (5 giugno 2010) hanno dato corpo ad un<br />

precedente dossier (La vertenza toscana - Documenti e interventi), nel quale sono<br />

stati raccolti contributi <strong>di</strong> genere prevalentemente urbanistico, o comunque legati al<br />

governo del territorio. Con questo ulteriore lavoro la Rete dei comitati per la <strong>di</strong>fesa<br />

del territorio fa il punto sulle vertenze <strong>di</strong> carattere ambientale, per quanto sia<br />

possibile scindere questa categoria da quella affrontata nel precedente dossier.<br />

Già negli anni ’60 Bateson ha evidenziato come la natura abbia tempi <strong>di</strong><br />

trasformazione specifici (ritmici, <strong>di</strong>scontinui ma organici nel <strong>di</strong>spiegarsi delle ere),<br />

mentre quelli propri dell’uomo e della società umana sono molto più accelerati e<br />

terribilmente <strong>di</strong>sarmonici. Con l’imponente sviluppo tecnologico, e la conseguente<br />

capacità <strong>di</strong> impattare sull’ambiente, i co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> trasformazione antropici non sono più<br />

totalmente subor<strong>di</strong>nati a quelli della natura ma sono stati elevati ad una sorta <strong>di</strong><br />

rapporto <strong>di</strong>alogico con essi, rapporto che è rapidamente <strong>di</strong>ventato conflitto, conflitto<br />

che non è stato governato ed è giunto ad alterare il sistema ecologico globale.<br />

Il presente lavoro non può rappresentare questa infausta interazione nella sua estensione<br />

e complessità, ma fornisce uno spaccato <strong>di</strong> come, qui ed ora, questa ci coinvolge<br />

e ci espone alle conseguenze.<br />

Vengono riportati i casi che ci sono parsi significativi, perché emblematici rispetto a<br />

situazioni <strong>di</strong> interesse generale, o comunque qualificanti l’impegno dei Comitati nel<br />

periodo 2007 – 2010, e anche prima, nella consapevolezza che la gamma delle<br />

questioni ambientali è enormemente più vasta.<br />

Questo contributo ha lo scopo <strong>di</strong> dar conto della nostra attività ma anche <strong>di</strong> mostrare<br />

la praticabilità del ‘Neoambientalismo’, inteso come l’attività collettiva che nasce<br />

dal basso, espressione d’interessi talvolta circoscritti, ma capace <strong>di</strong> autorganizzarsi<br />

per <strong>di</strong>spiegare un quadro strategico che li ricomprenda in una percezione olistica:<br />

«punta dal particolare al generale, si muove dal punto in cui è nato, e in cui pure<br />

resta solidamente incar<strong>di</strong>nato, per arrivare ad una visione <strong>di</strong> massima dei suoi<br />

problemi, là dove si spiega quel che, restando nel proprio “particulare”, non sarebbe<br />

spiegabile.» (Alberto Asor Rosa, <strong>di</strong>cembre 2008 - La Repubblica).<br />

L’approccio neoambientalista è presente nei lavori che qui presentiamo (dove le<br />

vertenze locali sono trattate nella conoscenza e nella coscienza del più vasto contesto,<br />

quin<strong>di</strong> scevre da ogni ‘nimbysmo’) ma ancor più sta progressivamente innervando<br />

con i gran<strong>di</strong> temi ambientali l’attività consolidata della Rete e dei Comitati: le<br />

questioni dell’acqua, dell’energia e delle sue fonti, dell’inquinamento, della filiera<br />

dei rifiuti, della bio<strong>di</strong>versità, dell’unicum territorio/paesaggio/ambiente quale bene<br />

comune.<br />

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