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di.:SébMnenegU-stafuti esaminatisi<br />
parli talvolta anche di "Borgo di fuorì",<br />
è certo che in quel tempo non si<br />
trattavadi unvero e proprio agglomerato<br />
di insediamento. ma più che<br />
altro di piccoli gruppi di case riunite<br />
attorno alle primitive chiesette - allora<br />
già esistenti - dell'Annunziata e di<br />
S. Marta delle Grazie. (...)<br />
. Lestrade del Borgo dovevano essere<br />
pavimentatecon lastre. pietre piane<br />
o mattoni. I proprietari delle case che<br />
si affacciavano sulle strade erano<br />
tenuti a sistemare metà della strada<br />
posta davanti al proprio sedìme ed<br />
altrettanto dovevano fare i proprietari<br />
delle case di fronte. Tale lastricato<br />
doveva essere fatto con ogni cura,<br />
affinché si potesse andare e venire<br />
per le strade con carri. buoi ed altre<br />
bestie e circolarvi anche a piedi senza<br />
che alcunimpedimentone ostacolasse<br />
11 transito. (...) Doveva pure essere<br />
curatala sistemazione degliscoli delle<br />
acque che erano piazzati al centro<br />
delle strade, dove scorrevaunpiccolo<br />
rigagnolo. (...)<br />
La custodia del Borgo era affidata<br />
al Podestà che disponeva e stabiliva<br />
le persone di Ovada cui assegnare i<br />
servìzì di guardia o di sentinella.<br />
Questi cittadini, che venivano scelti<br />
di volta in volta e che ricevevano<br />
l'incarico per mezzo dei Nunzi del<br />
Comune. dovevano svolgere 11 loro<br />
compito partìcolarmentedi notte (...).<br />
Il loro servìzìo si esplicava dall'ultimo<br />
suono di campana della sera fino al<br />
suono della diana mattutina; dovevano<br />
percorrere 11 loro itinerario prescritto,vegliare<br />
erisponderealle ronde<br />
ed ai guardiani della torre. stare in<br />
piedi e maiassentarsi dal posto assegnato.<br />
(...)<br />
In caso di vero e giustificato allar- .<br />
me, chevenisse suonato daiguardiani<br />
dellatorre o tunitantconle campa-<br />
lO<br />
ne o i corni, tutti coloro che in quel<br />
momento si fossero trovati nel territorio<br />
chevadaS. Antoniumad mercatum<br />
fino al borgo di Ovada, dovevano<br />
immediatamente impugnare le loro<br />
armi e recarsi nella postazione e nel<br />
luogo loro assegnato per la difesa del<br />
borgo. Quell1 che non avevano un<br />
luogo prestab1l1to erano tenuti a<br />
portarsi immediatamente nella Platea<br />
Communis (l'attuale piazza G.<br />
Mazzìnìl con le loro armi. Quelli che<br />
invece si fossero trovatifuori del borgo<br />
ofuori dell'areache andavadaquesto<br />
alla zona di S. Antonio, dovevano<br />
cercare di ritornare immediatamente<br />
entro le mura. se potevano recarvìsì<br />
con sicurezza; in caso di impossibilità.<br />
dovevano fare in modo di uscire<br />
dal pericolo cavandosela da soli, ma<br />
porgendo eventuali aiuti e soccorsi<br />
ad altri Ovadesì in difficoltà.<br />
Nessuna persona poteva entrare o<br />
uscire dal borgo se non per le porte.<br />
e i contravventori a questa regola<br />
erano puniti con la multa di venti<br />
soldi genovesi se lofacevano di giorno<br />
e di tre lire se lo facevano di notte•.<br />
Nel secondo Ottocento la via fu<br />
intitolata alla Cernaìa, 11 fiume della<br />
Crimea presso il quale nel 1855 l'esercito<br />
piemontese rìacquìstò 11 prestigio<br />
compromesso a Novara. contrattaccando<br />
vittoriosamente le forze<br />
russe. L'impresa permise al piccolo<br />
regno piemontese, rappresentato dal<br />
Cavour (v. via), di intervenire al Congresso<br />
di Parigi del 1856 dove fu<br />
posto all'attenzione degli stati europei<br />
il problema italiano.<br />
BORO (viale Comandante)<br />
da viaMolare allastazioneferroviaria<br />
di Molare<br />
Boro fu 11 nome di battaglia del<br />
partigiano jugoslavo Grga (Gregorio)