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Scarica pdf - Scuola Lacaniana di psicoanalisi

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APPUNTI SPECIALE OTTO NOVE DIECI GIUGNO 2012 32<br />

IL “GUARDAROBA” DI BAUMAN E DI LACAN<br />

Nicola Purgato<br />

Per Freud è un dato <strong>di</strong> fatto: le identificazioni procedono sempre dall’altro, nel senso che il soggetto<br />

non può che prelevarle dal campo dell’Altro. Nel secolo scorso questo Altro si è ammalato e, pur<br />

essendo intervenute cure e puntellamenti vari, ha finito per non essere più quello che per centinaia<br />

d’anni era stato, ossia «la struttura tra<strong>di</strong>zionale dell’esperienza umana» 16 basata sulla fede nel Nomedel-Padre.<br />

I fattori principali <strong>di</strong> questa crisi - come sappiamo - sono stati il progresso <strong>di</strong> una concezione etica,<br />

economica e politica della libertà che tendeva a fare del soggetto il supporto concreto <strong>di</strong> una<br />

autonomia invocata tanto nell’or<strong>di</strong>ne in<strong>di</strong>viduale quanto in quello sociale ed il progresso della scienza,<br />

sempre più autonoma nella sua investigazione, che affermava la necessità <strong>di</strong> una scrittura matematicaformale<br />

<strong>di</strong>staccata da ogni possibile senso esterno.<br />

Zygmunt Bauman da tempo descrive la situazione attuale come “liquida”, aggettivo che si impegna a<br />

declinare nei più <strong>di</strong>versi ambiti. La modernità liquida «nasce dalla ra<strong>di</strong>cale opera <strong>di</strong> abbattimento <strong>di</strong><br />

tutti gli impe<strong>di</strong>menti e ostacoli a torto o ragione sospettati <strong>di</strong> limitare la libertà in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> scegliere<br />

e agire. […] Di conseguenza, il nostro è un tipo <strong>di</strong> modernità in<strong>di</strong>vidualizzato, privatizzato, in cui<br />

l’onere <strong>di</strong> tesserne l’or<strong>di</strong>to e la responsabilità dei fallimenti ricadono principalmente sulle spalle<br />

dell’in<strong>di</strong>viduo. Sono i modelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza ed interazione per i quali è oggi scoccata l’ora <strong>di</strong> essere<br />

liquefatti. Oggi tali modelli sono malleabili in una misura mai sperimentata o finanche immaginata<br />

dalle generazioni passate, ma al pari <strong>di</strong> tutti i flui<strong>di</strong> non conservano mai a lungo la propria forma. E’<br />

molto più facile plasmarli che mantenerne la foggia» 17.<br />

La <strong>di</strong>fficoltà attuale quin<strong>di</strong> starebbe nel trovarsi dentro ad una crisi in cui niente più sembra suggerire<br />

come trovare la soluzione o, perlomeno, che non la si può più trovare nei termini in cui so è stati<br />

abituati a formularla.<br />

Se an<strong>di</strong>amo con lo sguardo un attimo in<strong>di</strong>etro, ve<strong>di</strong>amo che l’avvento dell’epoca moderna ha<br />

significato, tra altre cose, l’esercizio della febbrile costruzione dello Stato-nazione che antepose<br />

decisamente il ‘suolo’ al ‘sangue’ allorché gettò le fondamenta del nuovo or<strong>di</strong>ne co<strong>di</strong>ficato e statuì<br />

<strong>di</strong>ritti e doveri dei citta<strong>di</strong>ni. La nozione <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza andò così <strong>di</strong> pari passo con quella <strong>di</strong><br />

inse<strong>di</strong>amento. Lo Stato moderno, messo <strong>di</strong> fronte all’esigenza <strong>di</strong> creare un or<strong>di</strong>ne che non veniva più<br />

automaticamente rigenerato all’interno delle ben ra<strong>di</strong>cate ‘società <strong>di</strong> familiarità reciproca’, ha posto la<br />

questione dell’identità a fondamento delle sue nuove e inusuali riven<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> legittimità. Lo Statonazione<br />

era uno stato che faceva della «natività della nascita» il fondamento della propria sovranità,<br />

con l’implicita finzione che la nascita dovesse <strong>di</strong>ventare imme<strong>di</strong>atamente nazione e che tra i due<br />

momenti non potesse esserci alcuno scarto. «Quin<strong>di</strong> l’idea <strong>di</strong> identità, e <strong>di</strong> identità nazionale in<br />

particolare, non è un parto naturale dell’esperienza umana, non emerge da questa esperienza come un<br />

lapalissiano ‘fatto concreto’ ma è una finzione» 18.<br />

Anche per la <strong>psicoanalisi</strong> la nozione <strong>di</strong> finzione, inganno, miraggio ben si presta a descrivere il gioco<br />

delle identificazioni che concorrono a costituire l’io che Lacan definisce senza mezzi termini<br />

«doppiamente illusorio» 19 e «sintomo umano per eccellenza» 20.<br />

Per Bauman è la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> identità che caratterizza la “modernità liquida” e ciò porterebbe alla ricerca,<br />

spesso spasmo<strong>di</strong>ca, <strong>di</strong> identificazioni prêt-à-porter o fai-da-te «Se cento o più anni fa era il principio<br />

cuius regio, eius natio a dar forma al problema dell’identità, oggi al contrario i problemi <strong>di</strong> identità<br />

nascono dall’abbandono <strong>di</strong> quel principio o dall’esitazione con cui è stato applicato e dall’inefficacia<br />

con cui lo si è sostenuto, quando si è tentati <strong>di</strong> farlo. Dal momento che l’identità perde i suoi ancoraggi<br />

16 J.-A. MILLER, Un grande <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne nel reale, Buenos Aires 2012.<br />

17 Z. BAUMAN, Modernità liquida, Laterza, Bari, 2002, p. XIII<br />

18 Z. BAUMAN, Intervista sull’identità, Laterza, Bari, 2003, p. 19<br />

19 J. Lacan, La Logique du fantasme (lezione del 16 novembre 1966).<br />

20 J. LACAN, Il Seminario. Libro I. Gli scritti tecnici <strong>di</strong> Freud, Torino, Einau<strong>di</strong>, 1978, p. 20.

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