01.06.2013 Views

Scarica pdf - Scuola Lacaniana di psicoanalisi

Scarica pdf - Scuola Lacaniana di psicoanalisi

Scarica pdf - Scuola Lacaniana di psicoanalisi

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

APPUNTI SPECIALE OTTO NOVE DIECI GIUGNO 2012 38<br />

GUDIRE. NOTE SPARSE SU LALINGUA<br />

Fabio Galimberti<br />

Lacan alla fine del suo insegnamento fa convergere l’unicità del go<strong>di</strong>mento nel concetto <strong>di</strong> lalingua.<br />

Nel Seminario XX afferma che l’Uno del go<strong>di</strong>mento è “incarnato ne lalingua”. Ma che cosa è lalingua?<br />

“Qualcosa che resta indeciso tra il fonema, la parola, la frase”. Qualcosa dell’or<strong>di</strong>ne del sonoro e del<br />

significante, del <strong>di</strong>re e dell’u<strong>di</strong>re.<br />

La parola “or<strong>di</strong>ne” però non è adeguata. Riguarda il linguaggio, da cui si <strong>di</strong>stingue. Lalingua è una<br />

congerie <strong>di</strong> elementi slegati, <strong>di</strong>spersi, <strong>di</strong>sarticolati. È il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne del reale. Un grande <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne nel<br />

reale, come suona il titolo del prossimo Congresso mon<strong>di</strong>ale dell’AMP. Non è strutturata, non fa<br />

sistema come il linguaggio. Non è orchestrata in modo sintattico o semantico. Certo le sue unità<br />

possono essere significanti, ma significanti privi <strong>di</strong> significato.<br />

Ciò che caratterizza gli elementi de lalingua è la <strong>di</strong>mensione acustica. Mirano ad essere ascoltati,<br />

vengono ascoltati, non intesi. Non mirano alla comunicazione, ma provocano go<strong>di</strong>mento: gu<strong>di</strong>re,<br />

appunto.<br />

È l’inconscio che mira ad essere davvero inteso. Anzi frainteso, inteso tra le righe, ossia decifrato. È la<br />

sua natura transferale. L’inconscio è in cerca <strong>di</strong> qualcuno che abbia orecchie per intendere, qualcuno<br />

che non si inganni come tutti, qualcuno che colga veramente ciò che si comunica in modo cifrato,<br />

attraverso i meandri del significante: un analista. E lo mette alla prova con tutti i trucchi, i trabocchetti<br />

e i tranelli possibili. Per sincerarsi che sia davvero non ingannabile. È isterico: cerca qualcuno che non<br />

si inganni, ma per ingannarlo più <strong>di</strong> tutti. Perché se l’analista si arresta al senso che l’inconscio secerne,<br />

non coglie che l’inconscio è qualcosa <strong>di</strong> secondario rispetto a lalingua. Non coglie che l’inconscio è “una<br />

<strong>di</strong>fesa contro il reale”, come sostiene Miller. Un riparo dall’incontro traumatico con lalingua, un modo<br />

<strong>di</strong> cavarsela col reale.<br />

L’incontro con lalingua viene prima dell’entrata nel campo dell’Altro, <strong>di</strong> quello che era stato sempre<br />

per Lacan il primo tempo del soggetto, quello dell’alienazione. Se c’è qualcosa che per il soggetto è<br />

originario è il trauma de lalingua. Lalingua originariamente affetta il corpo del soggetto. Il go<strong>di</strong>mento<br />

unico è effetto dell’impatto de lalingua sul corpo.<br />

Di questo go<strong>di</strong>mento il soggetto è chiamato a rispondere. Si tratta <strong>di</strong> una <strong>di</strong>versa prospettiva etica,<br />

perché chiama ad una responsabilità che oltrepassa quella del desiderio. Non riguarda più la<br />

questione: “Hai agito in conformità al desiderio che ti abita?”. Ma la questione: “Ci sai fare col<br />

go<strong>di</strong>mento al quale obbe<strong>di</strong>sci?”.<br />

“Obbe<strong>di</strong>re”, sì, perché per gli elementi de lalingua, è vero, la parola “or<strong>di</strong>ne” non è adeguata. Ma<br />

<strong>di</strong>pende dall’accezione. Non è adeguata se la si intende nel senso <strong>di</strong> “sistemazione”. È adeguata se la si<br />

intende in termini <strong>di</strong> “comando”, “imposizione”. Gli elementi de lalingua sono come le “parole imposte”<br />

dello schizofrenico, quelle che Lacan rileva nell’esperienza <strong>di</strong> James Joyce (e della figlia).<br />

“Obbe<strong>di</strong>re” viene da “ob” - “au<strong>di</strong>re” e significa appunto “dare ascolto” (Più precisamente “ascoltare <strong>di</strong><br />

fronte”). Sull’omofonia tra “Godo” e “Odo” Lacan ha scritto in Sovversione del soggetto e <strong>di</strong>alettica del<br />

desiderio in riferimento proprio alla Legge che comanda. In quel momento c’era più probabilmente un<br />

riferimento ad un’esperienza della voce trasversale alle strutture cliniche, relativa al rapporto col<br />

Super-io, sotto forma <strong>di</strong> voce della coscienza, o alle allucinazioni au<strong>di</strong>tive. C’è sicuramente qualcosa<br />

che partecipa <strong>di</strong> quell’esperienza, ma anche altro. Le parole de lalingua si impongono all’ascolto, non lo<br />

reclamano, obbligano all’ascolto. E vengono eseguite, come si esegue un pezzo.<br />

Che cosa se ne può fare? L’ultimissimo insegnamento <strong>di</strong> Lacan è de<strong>di</strong>cato a questa questione. La<br />

premessa è che l’inconscio è un modo insufficiente per saperci fare. Che occorre passare dal sapere al<br />

saper-fare. È una soluzione pragmatica. Perché l’elaborazione inconscia lascia inalterati gli elementi de<br />

lalingua. Che continuano ad imporre il go<strong>di</strong>mento al corpo.<br />

Riprendo quanto detto: lalingua resta indecisa tra il <strong>di</strong>re e l’u<strong>di</strong>re. Mi soffermo ancora un momento sul<br />

verbo “restare”. È lo stesso che Lacan usa all’inizio de Lo Stor<strong>di</strong>to: “Che si <strong>di</strong>ca resta <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong>etro<br />

ciò che si <strong>di</strong>ce in ciò che si intende”. Lo statuto <strong>di</strong> resto connota gli elementi de lalingua. Sono appunto

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!