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Anno XXXV – n. 234 – Aprile 2013
NOTIZIARIO
Provincia di Lombardia “S. Carlo Borromeo”
dei Frati Minori
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

In copertina:
“INCIPIAMUS FRATRES…”
opera di fr. Nazareno Panzeri
Stampato su carta riciclata al 100%
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

Indice
Preghiera per il Papa 1
Il Definitorio generale ringrazia fr. Josè 2
COMPI – Elezioni 4
Collegio dei Ministri del Nord Italia
Milano – 6 Aprile 2013 6
Genova – 19 Aprile 2013 7
Dal Definitorio – Sabbioncello, 10 Aprile 2013 9
XXXVIII Capitolo Provinciale – Incipiamus fratres… 11
Testimonianze di vita fraterna
Il ritorno dei fratelli Furlotti 12
Chi cerchi? – Triduo Pasquale a Rezzato 16
Giornate di spiritualità a Cermenate 17
La fede nel Messale Romano – fr. Tarcisio Colombotti 19
FilmiAmo 26
Notizie di Casa 28
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

COME IL PICCOLO DAVIDE
PREGHIERA PER IL PAPA
Sento che ti fai chiamare «Francesco»
Francesco d'Assisi e di Buenos Aires,
come vescovo di Roma.
Ma perché prendere questo nome
tu il primo Papa a portare un nome
così universale e così affascinante?
Perché il popolo immenso che ti scopre
sulla Loggia delle Benedizioni riconosce in te
il successore di Pietro
e ti ama già come un padre?
Accanto a me, colgo un grido:
«È così semplice che ho voglia di abbracciarlo».
Ti vedo silenzioso, le braccia ciondoloni.
Penso all'Ecce homo, l'uomo della passione,
e sono pronto ad asciugare le tue lacrime,
perché certi giorni non potrai nascondercele.
Ma io stesso questa sera ho pianto di gioia
quando ci hai invitato tutti a pregare
nella diversità della nostre condizioni
e delle nostre credenze.
Conducici spesso sulle tue tracce,
fino a san Francesco e a santa Chiara,
per accogliere a colpi di conversione
la prima delle Beatitudini, «beati i poveri».
Non bisogna preoccuparsi troppo delle sfumature
prima di avere colto il pensiero di Cristo
nella sua tranquilla pienezza
e nella sua terribile nudità.
Tu, nostra guida,
e ancor più nostro compagno di strada,
rendici sempre più fedeli alla Chiesa di Cristo.
Di fronte alle sfide gigantesche di questo mondo,
la Chiesa, dall'oriente all'occidente,
può apparire irrisoria
come il piccolo Davide con una bisaccia
contenente, in piena era nucleare,
dei sassi levigati dal torrente dello Spirito.
La Chiesa sola, quindi, come l'apostolo Pietro
all'infermo della Porta Bella
osa dirci: «Oro o argento non ne ho
ma quello che ho te lo dono
in nome di Gesù Cristo il Nazareno, cammina!».
Papa Francesco, aiutaci a credere
che su tutti i cammini il Cristo della Risurrezione
ci precede sempre.
Card. Roger Etchegaray
Vice decano del Collegio Cardinalizio
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Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

IL DEFINITORIO GENERALE
RINGRAZIA FR. JOSÈ
Caro fratello José,
mentre tutta la Chiesa, durate l’Ottava di Pasqua, innalzava il gioioso canto
dell’Alleluia, la voce di Papa Francesco ti raggiungeva chiamandoti all’incarico di
Arcivescovo Segretario della Congregazione CIVCSVA.
La tua commossa comunicazione alla Fraternità avveniva così alla vigilia della
Festa della Divina Misericordia. E proprio in questi segni che, noi tuoi fratelli, vogliamo
scorgere la chiave per interpretare questo momento di esultanza e, ad un tempo, di
comprensibile tristezza per la vita dell’Ordine.
Siamo convinti, infatti, che sia il metro dell’Alleluia a dover misurare l’evento
della tua nomina a stretto collaboratore del Papa e, di rimando, il distacco dalla tua
amata Fraternità.
In tutti questi anni del tuo servizio all’Ordine, invero, ti abbiamo ammirato
come infaticabile formatore-missionario, sempre intento a promuovere la vita, a far
transitare ogni realtà dal bene al meglio. Il tuo coraggio e l’audacia sono usciti dal tuo
cuore, un cuore ricolmo della gioia pasquale, dell’alleluia del positivo. Tutti lo abbiamo
sperimentato: dal sepolcro della vittoria hai giudicato le vicende della vita dell’ordine,
sempre ravvisando in esse germogli di speranza, possibilità di risurrezione. E il tuo animo
comprensivo è stato spesso icona della divina misericordia, nell’accogliere, confortare,
perdonare, stimolare ciascuno verso cammini di riconciliazione e di pace.
Noi non riusciamo a calcolare gli innumerevoli chilometri che tu hai percorso
come pellegrino e forestiero, per insegnarci che ogni cammino è da intraprendere con
la totale fiducia nel Signore e con il cuore sempre a lui rivolto. In tantissime fraternità
dell’Ordine sei andato a seminare la passione per la vita francescana, i rinnovati
itinerari per ricuperare il midollo della nostra identità di Frati Minori.
Per tutti noi sei stato il formatore saggio capace di indicarci la via della libertà
vera, e lo hai fatto con dedizione. Tutti questi anni di servizio all’Ordine li hai vissuti senza
alcun risparmio, spendendo ogni energia fisica e spirituale per il bene dei tuoi fratelli.
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2
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

ti abbiamo avvicinato per consigliarti momenti di riposo, di meritate pause, ma i tuoi
ritmi sono sempre stati al limite del sopportabile! Nei tuoi occhi leggevamo il versetto
del Salmo: Lo zelo per la tua casa mi divora!
Caro fratello José, per numerosi anni hai vissuto nel cuore dell’Ordine,
compartecipando con i fratelli le loro gioie e i momenti di sconforto, le luci di speranze
e l’addensarsi di nuvole scure. E da questo cuore dell’Ordine hai pulsato per noi tutti la
linfa della speranza, la forza che proviene dalla Parola di Dio. Hai intonato sempre
l’Alleluia della vittoria. Ti vogliamo assicurare che questa armonia resterà nella memoria
dell’Ordine, continuerà a pulsare nel corpo della Fraternità.
Nel tuo ministero di Ministro generale ci hai sempre insegnato
quell’obbedienza e riverenza al Signor Papa, che in questo momento tu vivi in modo
particolarissimo. Sappi che la tua è anche la nostra obbedienza, anche noi diciamo
con te il nostro Sì a Papa Francesco. Nella tua nomina viviamo l’onore e la
responsabilità per questa elezione.
Come motto episcopale hai scelto la seconda lettera di Timoteo, quel passo
dove si afferma “So in chi ho posto la mia fede” (2 Tm 1,12). Noi ti accompagniamo in
questo tuo totale affidamento al Signore delle misericordie, nella restituzione al Signore
del dono che sei e di tutto il bene che farai come Segretario Arcivescovo della
Congregazione.
Spesso, quando ci parlavi della fraternità, hai richiamato l’immagine del nido
degli uccelli. Oggi, mentre ti salutiamo commossi, te la rioffriamo: sì, la tua Fraternità è
questo nido, dove potrai sempre tornare ogni volta che lo desideri, un nido dove noi ti
aspettiamo. Per ascoltarti ancora e vivere insieme il canto dell’Alleluia!
Carissimo fra José, il Signore ti benedica e ti custodisca; mostri a te il suo volto
e abbia misericordia di te. Rivolga il suo volto verso di te e ti dia pace.
A nome del Definitorio generale e di tutto l’Ordine,
Fra Michael A. Perry, OFM
Vicario generale
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C.O.M.P.I.
I Frati Minori di Sicilia, riuniti in Capitolo Provinciale presso il
Convento san Giovanni Battista di Baida-Palermo, annunciano con
gioia l’elezione:
Fr. Alberto Marangolo Ministro Provinciale
Fr. Carmelo Latteri Vicario Provinciale
Fr. Antonino Catalafamo Definitori Provinciali
Fr. Alfio Lanfranco
Fr. Carmelo Finocchiaro
Fr. Domenico Mandanici
Palermo, 16 aprile 2013
I Frati Minori del Sannio e dell’Irpinia, durante i lavori del XXXV Capitolo
provinciale dal tema “Rinvigoriti nella fede… per essere testimoni di
fraternità e di minorità nel Sannio e nell’Irpinia”, riuniti nell’Oasi “Maria
Immacolata” in Montecalvo Irpino (AV), hanno eletto il nuovo Governo
provinciale:
Fr. Sabino Iannuzzi Ministro Provinciale
Fr. Davide Panella Vicario Provinciale
Fr. Lino Barelli Definitori Provinciali
Fr. Domenico Tirone
Fr. Antonio Garofano
Fr. Rosario Lombardi
Montecalvo Irpino, 22 aprile 2013
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Frati Minori
Sicilia
Frati Minori
Sannio-
Irpinia
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

C.O.M.P.I.
I Frati Minori della Provincia del SS. Cuore di Gesù di Napoli, riuniti in
Capitolo Provinciale, annunciano con gioia l’elezione:
Fr. Agostino Esposito Ministro Provinciale
Fr. Antonio Sannino Vicario Provinciale
Fr. Carlo M. D’Amodio Definitori Provinciali
Fr. Marcello Pronestì
Fr. Gerardo Ciufo
Fr. Massimiliano Scarlato
Napoli, 22 aprile 2013
Curia Provinciale Frati Minori “S. Bernardino da Siena”
Convento S.Maria del Paradiso,
C.da Osservanza 6, 65028 Tocco da Casauria (PE)
tel. 340-13.90.358: e.mail: ofmaq@tin.it
La Provincia dei Frati Minori d’Abruzzo “San Bernardino” annuncia con
gioia e gratitudine al Signore i nomi dei fratelli chiamati a prestare il
servizio dell’animazione della vita fraterna:
Fr. Carlo Serri Ministro Provinciale
Fr. Marco Federici Vicario Provinciale
Fr. Daniele Di Sipio Definitori Provinciali
Fr. Damiano Di Stefano
Fr. Luciano Milantoni
Fr. Nando Simonetti
Tocco da Casauria, 24 aprile 2013
Il Definitorio Generale ha confermato fra Gazmend Tinaj Ministro
Provinciale della Provincia d'Albania. Inoltre ha chiesto a fra
Manuel Blanco, Visitatore generale, di accompagnare, in
questo prossimo triennio, il cammino della stessa Provincia.
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Frati Minori
Napoli
Frati Minori
Abruzzo
Frati Minori
Albania
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

Collegio dei Ministri del Nord Italia
Presiede l’incontro fr. Francesco Bravi; sono presenti fr. Mario
Vaccari, fr. Bruno Bartolini; fr. Antonio Scabio e fr. Francesco Patton, per
il Piemonte sono presenti sia l’ex Ministro fr. Gabriele Trivellin che il
neoeletto Ministro fr. Maggiorino Stoppa, che viene salutato
calorosamente dal Presidente del CM, augurandogli una fruttuosa
presenza all’interno dello stesso CM per questo triennio che ci porterà
alla nascita della nuova Provincia del Nord Italia. È presente anche
Diathesis nelle persone di Enrico Delama e Maurizio Serofilli.
Fr. Francesco Bravi, alle ore 9.45, dopo i saluti, introduce i lavori
con la colletta del giorno dell’Ottava di Pasqua e l’invocazione al
Serafico Padre, successivamente presenta l’OdG e le modalità di
lavoro di questa giornata. Si passa quindi all’esame dell’ordine del
giorno.
1. Bozza SS.PP. relativa alla forma di governo
Viene presa in considerazione la bozza elaborata dalla
Commissione composta da fr. Gabriele Trivellin, fr. Mario Vaccari e fr.
Antonio Scabio. Le osservazioni pervenute sono quelle del Definitorio
dell’Emilia Romagna e del Trentino. Viene esaminata tutta la bozza,
articolo per articolo, e concordato il testo da allegare all’IL 2013.
Alle 12.15 siamo raggiunti dalla notizia che il Rev.mo fr. José
Rodriguez Carballo nostro Ministro generale è stato eletto Arcivescovo
Segretario per la CIVCSVA, lo raggiungiamo tramite email per fargli le
felicitazioni e assicurargli la nostra preghiera. La sessione del mattino si
conclude con il Regina coeli per poi recarsi a pranzo con la fraternità.
Al pomeriggio, alle 14.30, riprendiamo con l’Antifona alla Beata
Vergine Maria del Serafico Padre (FF 281) e proseguiamo nello
svolgimento dell’OdG:
2. Progetto FAV-Postulato
Le Linee per il progetto formativo della Fraternità sono state
approvate nella seduta di lavoro avvenuta a Venezia nel mese di
febbraio, ora si tratta di arrivare a ipotizzare qualche passo ulteriore.
Viene data lettura della parte del verbale di febbraio e poi si apre il
dialogo sui tempi di apertura di questa nuova fraternità, sulla sua
composizione e sul necessario rodaggio.
Ora bisogna trovare i frati e il luogo, il che comporta anche il
rivedere la collocazione delle altre case formative. Prima dei Capitoli è
comunque difficile istituirla.
Occorre comunque valutare bene i tempi per far partire la
fraternità unica comprendente FAV e Postulato senza dilazionare
troppo i tempi di apertura di questa nuova fraternità.
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Milano
S. Antonio
6 Aprile
2013
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

Si concorda che sia necessario quanto segue:
trovare le persone adatte sulle quali
costruire la nuova fraternità (Guardiano,
Maestro e Responsabile dell’Accoglienza);
identificare il luogo in cui collocare questa
nuova fraternità secondo i criteri
individuati;
ipotizzare una revisione globale della
collocazione delle attuali case formative
(Arco, Baccanello, Verona).
Andrà poi pensata bene anche la questione
della tappa formativa dopo il noviziato (VR), ma
questo comporta interrogarsi su un’altra serie di
questioni: quale tipo di accompagnamento
offrire ai giovani in formazione? Che cosa
esigere da loro per aiutarli a maturare dal punto
di vista dell’adesione responsabile alla nostra
vocazione? Quale progetto formativo per i
professi temporanei? Quale PVF per la fraternità
formativa di Verona? E altro ancora.
3. Relazione Commissioni Centri di Studio
Fr. Francesco Bravi presenta la relazione dei
Centri di Studio. Si rileva che va bene la
raccolta di dati della relazione però non siamo
in grado di dare ora risposte risolutive, siamo
ancora dentro un contesto di precarietà.
4. Varie ed eventuali: spese giornata del 13
maggio, titolo dei Capitoli provinciali…
Come segno di unità, a febbraio si
ipotizzava di dare a tutti i nostri sei Capitoli
provinciali un unico titolo. Partendo dalle
Presiede l’incontro fr. Francesco Bravi; sono presenti fr. Mario
Vaccari, fr. Bruno Bartolini; fr. Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa e
fr. Francesco Patton. È presente anche Diathesis nella persona di Enrico
Delama a partire dalla seconda parte della mattinata. Fr. Francesco
Bravi, alle ore 9.30, dopo i saluti, introduce i lavori con la preghiera per
l’elezione del nuovo Ministro generale inviata dal Vicario generale fr.
Michael A. Perry a tutti i frati dell’Ordine.
Si inizia con il punto 3 dell’OdG.
3. Indicazioni per l’elezione del Ministro generale
Fr. Francesco Bravi dà la parola a fr. Francesco Patton perché
presenti i quesiti proposti dal Consiglio di Presidenza COMPI in vista
dell’elezione del nuovo Ministro generale, il prossimo 22 maggio, alla
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proposte pervenute si concorda di tenere
come titolo:
Incipiamus fratres (cf. 1Cel VI,103; LM XIV,1)
Le spese comuni (pranzo, offerta per la sala
e per la basilica) per il 13 maggio saranno
saldate dall’economo del Veneto e poi
verranno suddivise tra le Province secondo
un criterio pro capite.
Fr. Mario Vaccari parteciperà al Capitolo di
unione delle Province francesi a Nevers
Relazione SFS: fr. Mirri ha consegnato la
bozza della sua relazione, i Ministri
manderanno le proprie osservazioni a fr.
Mario Vaccari entro il 16 aprile, che le
presenterà in sintesi al SFS. Il CM potrà
approvare il testo definitivo il 19 aprile.
- SME: si è in attesa della bozza della
relazione, che dovrà pervenire al CM
entro il 19 aprile.
Economi: entro il 19 aprile ci sarà anche
quella relazione.
Fr. Maggiorino e fr. Gabriele Trivellin
riferiscono positivamente sull’andamento
della prima parte del Capitolo provinciale
del Piemonte.
Il prossimo CM è fissato per il 19 aprile a
Genova-Visitazione. All’OdG la presa in
visione delle relazioni.
L’incontro si conclude alla ore 16.00 con
l’agimus tibi gratias.
Il verbalista
Fr. Francesco Patton
Genova
19 Aprile
2013
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

quale parteciperanno il Presidente e il Vice
Presidente della Conferenza. Il Presidente
COMPI sentirà anche quanto è emerso nelle
altre due aree COMPI (Centro e Sud) e si
confronterà in modo particolare con il Vice
Presidente fr. Sabino Iannuzzi per addivenire a
una sintesi condivisa a livello nazionale.
1. Relazioni per i Capitoli
Vengono prese in considerazione le varie
relazioni (SFS, SME, Economica).
SFS: sono state recepite le osservazioni dei
Ministri, il SFS si è ritrovato nei giorni scorsi a
Genova ed ha predisposto l’ultima
redazione.
SME: non è pervenuta una relazione
organica ma una serie di relazioni legate
alla vita e all’attività dei singoli settori, per
cui si accoglie l’idea di ordinare le relazioni
dei settori e farle precedere da due
pagine introduttive a tutto il materiale.
Economia: la relazione è ritenuta adatta ai
capitoli, andrà mantenuto lo stile narrativo,
per non accumulare troppi dati, così come
andranno segnalate le criticità e la realtà
attuale.
Alle 12.45 si sospende per il pranzo.
Al pomeriggio si riprende con la preghiera a
Maria che scioglie i nodi, proposta dal card.
Bergoglio ora papa Francesco e ripresa dalla
tradizione dei cattolici tedeschi.
2. Preparazione dei Capitoli nelle nostre
Province
Si fa un breve scambio tra i Ministri su come
sta andando la preparazione al Capitolo.
Emerge che il cammino di avvicinamento a
questo appuntamento importante è vissuto
seriamente, intensamente e con aspettative
profonde un po’ in tutte le province.
Nel corso dell’anno sono state valorizzate tutte
le occasioni possibili, attraverso assemblee
provinciali, assemblee dei guardiani, assemblee
delle fraternità, incontri per i capitolari, utilizzo
dei sussidi e delle schede. Particolare
importanza ha rivestito anche la vista canonica.
Rimangono naturalmente anche posizioni di
perplessità o in qualche caso di rifiuto, pur
costituendo queste ultime posizioni minoritarie.
Il 13 Maggio la maggior parte dei Capitoli
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giungeranno a Padova in pullman,
approfittando del viaggio per vivere in clima di
fraternità tutta la giornata intercapitolare.
4. Varie ed eventuali
Il 5 maggio a Verona ci sarà il conferimento
dei ministeri e la festa dei genitori.
Presiederà l’Eucaristia fr. Francesco Patton.
FAV e Postulato: dopo il lavoro della
Commissione il Collegio dei Ministri ritiene
importante darsi ancora un tempo di
discernimento con il coinvolgimento dei
Definitòri. Le riflessioni dei Definitòri verranno
condivise il 24 maggio ad Arco di Trento.
Dopodiché il CM potrà decidere come
procedere e con quale tempistica, dentro
un progetto di revisione globale delle case
formative.
C’è la richiesta dei frati francesi di poterci
affidare un loro postulante in vista del
noviziato, verranno chiarite meglio le loro
esigenze, facendo presenti i requisiti del
possesso linguistico e dell’impostazione del
percorso di accesso a Postulato e Noviziato.
Giornata del 13 maggio:
o Ritrovo ore 10.00
o Preghiera ore 10.30
o Introduzione alla relazione del CM (fr.
Francesco Bravi)
o Presentazione dell’Ordo Capituli (fr.
Francesco Patton) e sua approvazione
da parte di ogni singolo Capitolo
o Presentazione dell’IL (fr. Francesco
Patton), al quale saranno allegati sia
gli SSPP di cooperazione per il triennio,
sia la proposta De Regimine ( bozza
degli Statuti della nuova Provincia
riguardanti l'ipotesi di governo )
elaborata dall’apposita Commissione
di Ministri provinciali.
o Pranzo ore 13.30
o S. Messa ore 15.30
Progetto fraternità Voltri: verrrà discusso
nell’incontro del 24 maggio ad Arco.
NewsLetter: il CM ritiene opportuno
chiedere a fr. Gabriele Trivellin di continuare
a curare la supervisione dei testi della NL.
L’incontro si conclude alla ore 16.20 con
l’agimus tibi gratias.
Il verbalista
Fr. Francesco Patton
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

Dal Definitorio
Prima di iniziare i lavori il Definitorio celebra l’eucarestia con i fratelli
ammalati nella cappella dell’infermeria. Sono presenti anche tutti i
frati della comunità.
I lavori iniziano alle ore 9.10 con una preghiera alla Vergine.
Segue l’approvazione del verbale del XLII Congresso definitoriale. Il
Ministro informa il Definitorio circa le condizioni dei fratelli missionari. Fr.
Franco Manenti rientrerà nei prossimi giorni per un periodo di riposo e
per festeggiare il 40° anniversario di ordinazione sacerdotale. Per
l’occasione, il 21 aprile p.v., il Ministro presiederà una s. Messa di
ringraziamento al paese natale. Fr. Gianni Losio verso la metà di
maggio sarà a Roma con sette giovani della Gi.Fra. di Mauritius per un
pellegrinaggio formativo. Sosterà poi qualche giorno anche nel
convento di Rezzato, suo paese natale. Fr. Stefano Invernizzi dovrebbe
rientrare in Italia per essere operato ad un’ernia e per partecipare
all’annuale incontro con il Ministro generale al santuario della Verna.
Il Ministro informa il Definitorio circa i due incontri del Collegio
dei Ministri, il 26 marzo a Baccanello e il 6 aprile a Milano. Si è definita
la bozza del capitolo VII degli Statuti Particolari della futura provincia
riguardanti la forma di governo. Tale bozza verrà presentata ai
Capitoli perché diano indicazioni di massima per il lavoro di
un’apposita Commissione che verrà incaricata di preparate un testo
definitivo.
Il Collegio dei Ministri ha chiesto ai Definitori di dare delle
indicazioni sulle persone e sul luogo ove costituire la fraternità FAV-
Postulato, secondo il progetto che sarà presentato ai Capitoli. Per
quanto riguarda i Centri di studio continua la riflessione, né il Collegio
dei Ministri né la Commissione sono giunti ad una decisione definitiva.
Nel corso dell’incontro del Collegio dei Ministri che si terrà a
Genova il prossimo 19 aprile, si definirà il contenuto della Relazione
degli economi provinciali, e si daranno delle indicazioni per l’elezione
del Ministro generale. Fr. Josè infatti è stato creato Arcivescovo e
nominato segretario della Congregazione della Vita Consacrata e le
Società di Vita Apostolica. L’elezione del nuovo Ministro ad
complendum spetta al Definitorio generale e ai Presidenti e
Vicepresidenti delle Conferenze. La COMPI ha chiesto alle tre aree
geografiche (Nord, Centro e Sud) di presentare dei suggerimenti, da
presentare al Presidente COMPI.
Si fa una valutazione prospettica del personale in vista del
triennio 2013-2016. Si parte dalla composizione delle fraternità
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o
Sabbioncello
10 Aprile
2013
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

interprovinciali e poi si passa alle fraternità
della Provincia.
Con la consulenza del CAE,
rappresentato da fr. Ambrogio Pessina, il
Definitorio elabora una proposta da
presentare alla Diocesi per la destinazione
degli immobili di attuale pertinenza della
parrocchia e del convento della Brunella. Si
decide che una parte verrà donata alla
Parrocchia ed una parte si cercherà di
metterla a reddito.
Il Ministro provinciale comunica che fr.
Enzo Maggioni ha fatto presente
l’impossibilità di partecipare al Capitolo
provinciale perché si svolge in
contemporanea a quello della Provincia di
Trento ove è Visitatore generale. Fr.
Francesco Bravi, in qualità di Presidente del
Capitolo, accoglie la rinuncia di fr. Enzo. Al
suo posto subentra fr. Pierantonio Norcini,
risultando il primo tra i non eletti.
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XXXVIII Capitolo Provinciale
INCIPIAMUS FRATRES…
Fr. Nazareno illustra così la sua opera: “S.
Bonaventura ci parla di s. Francesco
morente circondato dai frati e ci
trasmette le parole rivolte ai frati:
«Incominciamo fratelli a servire il Signore
perché finora abbiamo fatto poco» (FF
1239). Tuttavia il monito di Francesco
prosegue, completando il precedente:
«Io ho fatto la mia parte, la vostra Cristo
ve la insegni» (FF 1239). Ho ritenuto
opportuno per visualizzare il pensiero di
Francesco, riferirmi al momento delle
stigmate: Cristo che tocca il costato (il
cuore) di Francesco anche se non è
secondo la descrizione di s. Bonaventura
(cfr. FF 1222-1225).
La «parte» compiuta da Francesco per tutta la sua vita è stata rivolta
all’imitazione di Cristo fino alla «configurazione» con Cristo nei segni
della Passione impressi nel suo corpo. Francesco sembra dire ai suoi
frati: «lasciatevi toccare il cuore dal Signore e la vostra vita sia una
continua conversione del cuore»”.
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Opera di
fr. Nazareno
Panzeri 2013
realizzata
per il XXXVIII
Capitolo
Provinciale
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

Testimonianze di vita Fraterna
Il ritorno
dei fratelli
FURLOTTI
di fr. Pio
Tagliabue
Il P. Simone Furlotti, di 90 anni, e il suo fratello, P. Fulgenzio, di 89 anni,
missionari in Bolivia da 38 anni, hanno deciso di tornare in Provincia per
motivi di salute e di anzianità. Il governo della Provincia Misionera de San
Antonio li ringrazia sentitamente per la loro collaborazione preziosa di
tutti questi anni nel Chaco Boliviano e per l’esimio esempio di vita
francescana che hanno sempre offerto ai confratelli e ai fedeli con la
loro vita umile e laboriosa. Approfitto di questa occasione per ricordare
alcuni particolari del loro lungo cammino.
Da giovani studenti i due fratelli dovettero superare molte difficoltà
per giungere al Sacerdozio. Fra Simone voleva limitarsi ad essere un
semplice Fratello perché non gli entrava molto il greco e il latino nella
testa ed era sempre costretto a copiare. Ne parlò al Provinciale, ma il P.
Innocenzo Gorlani lo incoraggiò e gli disse di continuare a copiare fino
al Sacerdozio.
Fra Fulgenzio, invece, convinto che Dio lo stava chiamando al
ministero sacerdotale, riuscì a vincere la diffidenza di alcuni professori e
alla fine ottenne quello che tanto desiderava.
P. Simone fu inviato alla missione di Somalia nell’anno 1952 e lì vi
rimase 20 anni. P. Fulgenzio lo seguì 4 anni dopo. Entrambi tornarono in
Italia nel 1972, quando il nuovo governo rivoluzionario comunista espulse
i missionari ed incamerò tutti i loro beni. Comunque, già in quegli anni i
due fratelli si distinsero peri il loro spirito di servizio e di carità per i
mussulmani più poveri.
P. Fulgenzio, in particolare, ricevette dal Governo Somalo una
onorificenza per aver salvato la vita di un centinaio di lebbrosi che
rischiavano di annegare in una isola di un fiume completamente
inondata. Li salvò costruendo una grande zattera ed andando a
raccoglierli a gruppetti tra molti rischi.
I due fratelli rimasero in Italia fino il 1974: P. Simone nel fresco ospizio
del Passo del Tonale, e P. Fulgenzio a Varese, dove, oltre ad aiutare il
Parroco, si dedicò ai servizi più umili, senza trascurare di togliere le
ragnatele dalla cupola della chiesa e di pulire i bagni alla perfezione. Io
posso testimoniarlo perché in quegli anni vivevo lì come assistente
dell’oratorio.
Nei primi quattro mesi del 1975, dopo una infarinatura di portoghese,
tentarono l’avventura missionaria in Brasile, nella stessa missione affidata
ai Cappuccini di Milano. A loro si aggiunse anche il P. Vittorio Galimberti.
Ma per l’ambiente ed il clima malsano, P. Fulgenzio si ammalò
gravemente, e tutti, prima che arrivasse il periodo delle inondazioni,
presero la saggia decisione di trasferirsi momentaneamente in Argentina
presso alcuni parenti e amici, in attesa di qualche lume dall’alto.
I fratelli Furlotti approfittarono della “vicinanza” della Bolivia, per
passare a visitare fra Venceslao, già loro compagno di missione in
Somalia.
Fu lì che conobbero P. Maldini, allora Superiore responsabile della
zona del Chaco Boliviano, che a quei tempi era ancora una Custodia.
Egli li invitò a rimanere e li accompagnò a visitare alcune case della
missione. Alla fine i due fratelli scelsero Macharetì, un luogo sperduto
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Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

Testimonianze di vita Fraterna
Il ritorno
dei fratelli
FURLOTTI
nell’ “inferno verde”, dove la chiesa e il vecchio convento erano in
completa rovina.
Con gli aiuti di vari amici incominciarono a restaurare la casa. Ma
scarseggiava l’acqua. Per cui cercarono una sorgente nei dintorni, e la
trovarono alle falde di una montagna a 7 km di distanza. Valendosi della
cooperazione del Municipio, riuscirono, dopo tanti sacrifici, a far arrivare
l’acqua alla casa e a tutto il paese, dove si poté costruire un serbatoio di
70.000 litri. Fu una grande festa per tutti.
In seguito si dedicarono al restauro della chiesa, dato che era caduto
perfino il tetto nello stesso momento in cui P. Simone, già pronto per la
Messa, era salito un attimo dalla sacristia per vedere se gli altri celebranti
stavano arrivando. Si è pensato a una coincidenza miracolosa e ad un
intervento materno della Virgen del Carmen, Patrona di quella chiesa.
I lavori effettuati dai due fratelli, coadiuvati da alcuni muratori, diedero
un buon risultato; ed il Vescovo, Mons. Giovanni Pellegrini, ammirato per
la bellezza che la chiesa aveva recuperato, non tardò a consacrarla.
Nel frattempo le numerose stanze del convento vennero dotate di
servizi e di tutti gli accessori necessari, con molto buon gusto. Anche il
giardino del chiostro si riempì di alberi da frutto e di piante floreali di rara
bellezza. P. Simone non mancò di dotare la casa di un orto meraviglioso,
capace di propiziare verdura fresca e abbondante durante quasi tutto
l’anno.
Nei vari lavori di restauro e di manutenzione, non possiamo
dimenticare la preziosa collaborazione di Fra Bernardino Galassi.
A Macharetí gli studi si limitavano alla quinta elementare. P. Fulgenzio
viaggiò a La Paz e vi rimase 15 giorni fino ad ottenere dal Ministero della
Educazione l’approvazione del progetto in favore delle Medie e del
Liceo. La condizione o controparte era la costruzione di due internati per i
futuri alunni dei villaggi vicini. I fratelli Furlotti costruirono il primo a lato del
convento per 50 ragazzi, ed il secondo in fianco alla nuova scuola per
altrettante ragazze. Entrambi, oltre all’ampio dormitorio con i letti a
castello, erano dotati di alcune aule, di cucina e di altri eccellenti servizi.
Per offrire a tutti una buona assistenza medica, pensarono a costruire
un piccolo ospedale e vi posero come responsabili alcune suore di Santa
Elisabetta.
Più tardi costruirono un asilo per i bambini, offrendo a
tutti un sostanzioso pranzetto giornaliero.
Il Collegio Nazionale Misto “Eduardo Avaroa”,
celebrando il suo XXV anniversario di fondazione il
29/09/2009, ossequiò a P. Simone e a P. Fulgenzio una
placca d’argento con queste parole: “Por el trabajo,
colaboración y dedicación a favor de la educación”.
Ma al di sopra di tutto questo, c’era la loro
preoccupazione per la pastorale missionaria. Per questo si
impegnarono fin dall’inizio a visitare le varie comunità
circostanti, imparando gradualmente lo spagnolo,
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Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

Testimonianze di vita Fraterna
Il ritorno
dei fratelli
FURLOTTI
annunciando il Vangelo, celebrando l’Eucaristía
e amministrando i Sacramenti con una certa
frequenza.
Siccome i luoghi per il culto e le riunioni erano
molto rari, costruirono alcune chiese. Ricordiamo
la chiesa di San Silvestre a Ñancaruenza, la
chiesa di San Roque a Macharetí Estación, la
chiesa di San José Obrero a Tiguipa Pueblo.
La Comunità, sensible alle necessità della
Chiesa, che aiutava tanto la gente, offrì ai frati,
senza rinunciare alla proprietà, alcuni ettari di
terra perché potessero coltivarlo e utilizzarlo per
le loro necessita e a beneficio di molti. I fratelli
Furlotti vi scavarono un pozzo, dissodarono il
terreno, seminarono il mais e realizzarono
buoni raccolti.
In più, dando lavoro a varie famiglie, misero insieme una mandria di
circa 120 vacche, ed assicurarono così latte, carne e formaggio al
convento e alle sue istituzioni benefiche. Conseguirono anche le
macchine per una segheria nella “finca” ed una falegnameria nel
convento. La cosa segue tutt’ora.
Nell’anno 1985 P. Fulgenzio si stabilì a Tiguipa, senza cessare di
frequentare spesso la comunitá di Macharetí, che per lui era
doppiamente fraterna. Anche nella sua nuova ed ampia parrocchia
realizzó opere importanti, come la chiesa di Cristo Rey e la casa
parrocchiale a Tiguipa, la bella chiesa di San José a Carandaití con la
casa ed il salone per le riunioni, la capella di San Juan Bautista a
Camatindi, la cappella di Santa Elena a El Vinal e la capella di San
Matteo a El Simbolar.
Costruì anche un ricovero per una decina di anziani soli e
abbandonati, assistendoli con l’aiuto di alcune suore brasiliane, emule di
Santa Teresa di Calcutta.
Tuttavia l’azione benefica di questi due fratelli va anche aldilà di
queste opere. Nel 1984 invitarono P. Davide Cattaneo a visitare la Bolivia
e lo animarono a rimanere con loro. P. Davide accettò e, come
sappiamo, realizzò a Camiri, e soprattutto a Yacuiba, opere
meravigliose, tra le quali ricordiamo la cattedrale, l’orfanatrofio, il
ricovero per gli anziani, un piccolo ospedale, l’ampliamento del
convento e varie cappelle.
Furono anche gli ispiratori silenziosi della mia vocazione missionaria
con il loro entusiasmo ed il loro buon esempio, così che nel 1992 venni in
Bolivia, accolto festosamente dal Ministro Provinciale, e trascorsi i primi
15 giorni a Macharetí alla scuola di questi due fratelli, cari a tutti e
specialmente a Dio, che li ha conservati con la mente fresca fino ad
ora.
Oltre a tutto questo, voglio evidenziare la grande generosità di questi
fratelli, che, come il Signore, sono passati di qui facendo del bene a tutti,
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Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

Testimonianze di vita Fraterna
Il ritorno
dei fratelli
FURLOTTI
animati da un autentico spirito francescano. Si è potuto sempre notare in
loro una bontà pratica e tenace. P. Fulgenzio, in particolare, non si
diede mai per vinto quando si trattò di difendere degli innocenti contro
gli abusi della “giustizia”, come nel caso di un giovane, accusato
falsamente dai veri colpevoli di aver ucciso suo fratello. Fu ancora lui a
ostinarsi per una settimana nella ricerca del corpo di P. Franco Valli,
sepolto da una “riada” (inondazione), e lo incontrò, quando tutti gli altri
avevano già perso la speranza di trovarlo.
P. Simone si è mantenuto più tranquillo e conciliatore, anche con le
autorità nei tempi più difficili; però, come suo fratello, è sempre rimasto
ben afferrato ai principi della giustizia e della carità, correggendo al
momento opportuno, perdonando sempre a chiunque e soffrendo in
silenzio.
Comunque, la gente ha riconosciuto in lui, sino alla fine, “el Padre
bueno”, e quando egli si recava in qualche villaggio a dir Messa, la
chiesa si riempiva sempre.
Noi che li abbiamo conosciuti meglio e abbiamo potuto apprezzarli,
diciamo loro e a Dio un GRAZIE di tutto cuore.
Purtroppo, tornando in Italia, lasciano qui un gran vuoto e, sia il
Provinciale che il Vescovo non sanno come rimpiazzarli. I Furlotti hanno
suscitato delle vocazioni alla vita religiosa e sacerdotale sia in Macharetí
che in Tiguipa, ma queste non sono sufficienti. Per cui chiediamo ai frati
della Lombardia e delle altre Provincie, in fase di unione, che non ci
dimentichino. Qui vivono già frati della Provincia di Trento e del Piemonte,
ma da anni nessuno più è venuto, forse pensando che l’Italia è diventata
un paese di missione più problematico e difficile della Bolivia. Ciò
nonostante, vi invitiamo a non dimenticare la Regola francescana, là
dove si parla della missione Ad Gentes, perché qui c’è ancora molto da
fare, ed i pochi rimasti sentono sempre più il peso della croce…
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Fr. Pio Tagliabue
Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

Testimonianze di vita Fraterna
CHI
CERCHI?
Triduo
Pasquale
Rezzato
28-31
Marzo2013
Frenesia, mobilità, gente che corre in ogni dove per cercare di
colmare il vuoto dentro di sé, per rincorrere il tempo e le sue esigenze,
per paura di fermarsi…
Questo è ciò che più mi ha spinta a rifugiarmi dai frati minori,
presso il convento San Francesco di Rezzato (BS), per dedicarmi al
Signore, per prepararmi alla Sua morte e Resurrezione, affinché la
mondanità non prendesse il sopravvento. La pigrizia, la tentazione di non
affrontare il silenzio per dare spazio ad altro, sono preponderanti nel
momento della scelta, nel momento in cui bisogna schiacciare il tasto di
conferma; ma la gioia della propria anima, la ricchezza che si riporta a
casa, sono più grandi di qualsiasi difficoltà o scusa che si possa trovare.
I momenti strutturati, come la preghiera, i canti, le catechesi, mi
hanno permesso di lodare il Signore e di interrogarmi durante la
meditazione, di guidarmi fisicamente e spiritualmente: dalla In coena
Domini alla Resurrezione, dalla disperazione umana del Figlio alla gioia e
luce del Signore. Siamo stati coinvolti a vivere in prima persona e a
partecipare attivamente al Triduo Pasquale organizzato dalla comunità
dei frati, permettendoci così di concentrarci sulla preghiera.
Questa esperienza, vissuta con Cristo e in Lui, ha richiamato in me,
e negli altri partecipanti, due parole protagoniste nelle catechesi: servizio
e volto. Esse si riferiscono a un significato completo del termine, infatti il
servizio ci richiama all'umiltà, alla sofferenza umana, alla capacità di stare
con Lui nonostante le difficoltà, i dolori, le sfide.
La vita di comunità ci chiama a prestare servizio, ad ascoltare le
esigenze e le richieste di chi ci sta accanto, a mettersi in gioco, a
condividere il silenzio, la preghiera, la passione, il volto trasfigurato di
Cristo. Il tema del volto trasfigurato è stato affrontato nella prima
catechesi creando stupore e sorgente viva di domande, riflessioni,
immagini. È quasi impossibile pensare che il Figlio di Dio avesse avuto
veramente un volto trasfigurato, in quanto ci chiama a vivere la croce e
a renderci conto cosa significhi morire per noi, come il Figlio sia stato più
umano di quanto possiamo immaginarci.
Queste sono le riflessioni che ci hanno accompagnato nel giorno
del silenzio, il Sabato Santo. È qui che ci interroghiamo sulla nostra
relazione con il Signore: quale immagine, quale odore, quale posizione,
quale emozione, quale idea rappresenti per me?
Dopo la meditazione abbiamo avuto la
possibilità di confrontarci in piccoli gruppi e di
riportare quanto avevamo elaborato in quei
giorni, per condividere ciò che ci unisce, Cristo.
"Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non
è qui, è risorto" (Luca 24,1-12), così è giunta la
luce di Cristo per rischiarare le tenebre che ci
avevano avvolto fino al momento della
Resurrezione. Dal digiuno ai festeggiamenti con
canti e danze per rallegrarci nel Suo nome, è il
giorno di Pasqua.
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Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

Testimonianze di vita Fraterna
Giornate di
Spiritualità a
Cermenate
di Mariuccia,
Giovanni e
Maria
“Signore, vorrei essere come Sifra,
un semplice raggio della tua bellezza.
Vorrei stare accanto ai fratelli e alle sorelle
per aiutarli a nascere ancora,
a vivere in pienezza anche nell’Egitto della schiavitù amara,
in questo difficile e complesso mondo.
Signore, vorrei essere come Pua,
un grido di vita che si innalza nel tuo cielo.
Vorrei imparare a dire le tue parole di amore a chi lotta per la vita,
a chi geme nell’oscurità del dolore e del lutto.
Signore, vorrei essere come Mosè, un cestello per i tuoi doni.
Vorrei contemplare la tua bellezza
nel volto di ogni uomo che nasce sulla terra.
Signore, vorrei essere come Miriam,
la sorella che vigila sulla vita minacciata
finché il pericolo cede alla salvezza.
Vorrei conoscere l’arte di avvicinare ogni figlio a sua madre.
Signore, vorrei essere come la figlia del faraone,
per udire il pianto dei piccoli.
Vorrei avere la tua stessa compassione
per offrire e nascondere nella terra
dei giorni infiniti semi di speranza”. Amen
E’ con questa preghiera che sono iniziate le giornate di spiritualità
2012-2013 nel convento di Cermenate. Il tema “Le donne della Bibbia:
credere al femminile…” è una delle iniziative proposte dai frati per
quest’anno nel programma: “Venite in disparte, in un luogo solitario, e
riposatevi un po’…” (Mc 6,31).
L’incontro ha inizio alle 9,30 nell’aula Santa Chiara, dove fra
Stefano tiene la relazione sulle diverse figure di donne della Bibbia. Segue
un tempo di silenzio e riflessione personale e con l’Ora Media si conclude
la mattinata. Il pranzo è con i frati, e questo diventa un momento di
gioiosa partecipazione alla vita del convento. Nel primo pomeriggio
riprende un altro tempo di riflessione personale sul tema presentato da fr.
Stefano fino alle 15, quando ci si riunisce in gruppi per condividere quanto
meditato e vissuto. Al termine ci si ritrova insieme per esporre quanto
emerso durante l’incontro e fr. Stefano, tirando le fila delle nostre
riflessioni, riportandoci alla Parola, ci offre una corretta chiave di lettura e
un giusto orientamento perché ognuno possa rapportarla a sé e farla
diventare preghiera e vita. Le figure di donne prese in esame sono:
Miriam sorella di Mosè;
Tamar la Cananea;
Rahav di Gerico;
Rut la Moabita;
Betsabea l’ebrea;
Le donne del Vangelo di Luca.
Si concluderà con Maria di Nazareth.
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Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

Testimonianze di vita Fraterna
Giornate di
Spiritualità a
Cermenate
E’ veramente singolare il modo con cui Dio sceglie per la storia
della salvezza! Ogni “storia” va vista alla luce di Dio, perché Dio porta
avanti il suo mirabile e incredibile Amore. Tutte queste donne percorrono
un profondo cammino di fede, sono “ricercatrici di Dio” (Thomas Mann).
Nella tristezza non perdono la speranza, ma aiutano Dio, vedendo
un pezzo di cielo anche nella sofferenza, come sarà nella intuizione
profonda di Etty Hillesum: “Tu, Dio, non puoi aiutarci, ma tocca a noi
aiutare te, difendere fino all'ultimo la tua casa in noi”. Essi trasmettono agli
altri un modo nuovo di stare al mondo, non si arrendono mai ad una
passività rassegnata, credono alla forza della verità.
Attendono, a volte quasi senza speranza, come se i cieli si fossero
chiusi, per essere poi riempite dal Signore di una Luce più vera. Sanno
trasformare la paura della morte in desiderio di vita.
Ai piedi della croce si sentono ammalate e guarite dal Signore.
Nell’essere salvate da Lui, e nel respirare la Sua libertà, queste donne
diventano delle vere discepole servendo il Signore con gioia, leggerezza
e gratitudine.
Il nostro rendimento di grazie va al Signore per il dono di questo
tempo di grazia attraverso il sapiente e discreto insegnamento dei frati.
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Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

LA FEDE NEL MESSALE ROMANO
DAL VENERDI’ SANTO A TUTTO IL TEMPO ORDINARIO
di fr. Tarcisio Colombotti
Continuando la meditazione delle formule liturgiche nelle quali è presente il tema
della fede, completo la riflessione indagando sui testi del Messale Romano che vanno dal
Venerdì Santo a tutto il tempo ordinario. In questo modo prendiamo maggior coscienza di
quanto la Chiesa crede e celebra rispetto alla fede e entrando in un contatto più diretto
del sentire cum Ecclesia secondo i testi della Liturgia, ci sentiamo ancor più radicati nella
fede cattolica sulla quale siamo stati esaminati al nostro ingresso nell’Ordine e che,
“stimiamo moltissimo e professiamo davanti a tutti con umiltà, fortezza ed animo gioioso”
(CC.GG. art. 90).
CHIAMATI ALLA FEDE PER LA VITA ETERNA
L’apostolo Paolo annuncia con fede luminosa che la salvezza è per tutti gli uomini.
Per questo “ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri
come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di
edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del
Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di
Cristo” (Ef 4, 11-13). È Lui il “Dio, nostro salvatore, che vuole che tutti gli uomini siano salvati
e arrivino alla conoscenza della verità” (1Tm 2, 4).
Per attuare questo progetto, i primi passi li muove Dio stesso, il quale chiama alla
fede, rigenera nel battesimo e conduce alla felicità eterna. I neo-battezzati portano i santi
doni all’altare ed il sacerdote prega contemplando il mistero stupendo della chiamata alla
fede: “Accogli con bontà, Signore, i doni del tuo popolo; tu che lo hai chiamato alla fede e
rigenerato nel Battesimo, guidalo alla felicità eterna” (Lun/Ott. Pasq. e II Dom Pasq./Sulle
Off.). Un dono quello della fede, che Dio offre a tutti i popoli e che la preghiera della
Chiesa sembra voglia affrettarne il compimento: “O Padre, che nella tua immensa bontà
estendi a tutti i popoli il dono della fede…” (Sab/Ott. Pasq./Colletta). Questo dono libera
dalle tenebre e rinsalda l’unità con Cristo, luce di verità: “O Dio, che salvi i peccatori e li
rinnovi nella tua amicizia, volgi verso di te i nostri cuori: tu che ci hai liberato dalle tenebre
con il dono della fede, non permettere che ci separiamo da te, luce di verità” (Merc/V sett.
Pasq./Colletta). Potremmo dire che questa Colletta propone in forma orante il percorso del
catecumeno nel luogo del battesimo. Al Fonte il catecumeno scende nella vasca
ottagonale voltando le spalle ad Occidente (mondo delle tenebre), attraversa le acque
salvifiche, lì incontra il Cristo pasquale che lo coinvolge nel suo stesso morire e risorgere ed
esce dirigendosi ad Oriente incontro alla luce che è Cristo, luce di verità. Una preghiera
dove la Parola creduta e divenuta lampada ai miei passi (Salmo 118, 105), si fa storia in un
percorso durante il quale, per la presenza di Cristo, nel ritmo celebrativo di un Santo Segno,
trasforma quel tempo cronologico in tempo salvifico. E colui che esce dal fonte è l’ultimo
mirabilia che Dio ha compiuto nella storia per salvare l’uomo. Meraviglie della fede! Da qui
si comprende come, la fede nel Signore risorto sia davvero tutto e solo grazia ed apra alla
vita eterna: “Assisti, o Dio nostro Padre, questa tua famiglia raccolta in preghiera: tu che ci
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Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

hai dato la grazia della fede, donaci di aver parte all’eredità
eterna per la risurrezione del Cristo tuo Figlio e nostro Signore” (Merc/III
sett. Pasq./Colletta).
DALLA FEDE, ALLE OPERE DELL’AMORE
Meditando sulla ricchezza della grazia indescrivibile della salvezza
battesimale, nasce nel cuore del credente il desiderio che ogni uomo e
donna la possa ricevere. La Comunità di fede ha ricevuto il Corpo e
Sangue del Signore, ma a questa santa mensa mancano ancora molti
popoli.
Sapendo che Dio li vuole tutti salvi, prega: “O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa,
fa’ che per la forza di questo sacramento, sorgente inesauribile di salvezza, la vera fede si
estenda sino ai confini della terra” (IV Dom TO/Dopo la Com).
Con questa fede grande, la preghiera compie miracoli: “«Donna, grande è la tua
fede! Ti sia fatto come desideri» disse Gesù. Mt 15, 28.” (XX Dom TO/Dopo la Com); la
preghiera ottiene tutto: “Dice il Signore: «In verità vi dico: tutto quello che domandate nella
preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato». Mc 11, 23.24.” (IX Dom
TO/Ant. Com). Infatti è fede nella potenza di Dio: “Siete stati con Cristo sepolti nel
Battesimo, e con lui siete risorti per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai
morti. Alleluia. Col 2, 12” (Sab/III sett. Pasq./Ingresso).
Lo sforzo costante del credente è quello di crescere nella intelligenza della fede
perché ogni suo atto sia sempre più radicato nella fede e giunga alla forza di spostare le
montagne (Mt 17, 20). Per tutti, ma soprattutto per coloro che sono in cammino verso il
battesimo, la Chiesa chiede al Signore di “aumentare nei [nostri] catecumeni l’intelligenza
della fede” (Ven. Santo/Pregh. Univ. IV) ed una volta battezzati, che “animati dall’unica
fede, esprimano nelle opere l’unico amore”(Giov/Ott Pasq./Colletta). La prima realtà da
costruire è il gregge del tuo Figlio il quale deve crescere come “una sola famiglia nel
vincolo dell’amore e della vera fede” (Ven. Santp/Pregh. Univ. V).
LA FEDE, UNA GRAZIA DA ACCRESCERE E RAVVIVARE
Per continuare ad essere testimoni dell’amore, i battezzati, la Chiesa deve
perseverare “con saldezza di fede nella confessione del tuo nome” (Ven. Santo/Pregh.
Univ. I) e camminare “nella professione dell’unica fede” (Pref/Pent). Con la professione
aperta della fede è necessario anche la fedeltà ai comandamenti del Signore, ma questa
persevera quando si accompagna ad una fede ardente. È ciò che la comunità
celebrante chiede di avere nel cammino della vita: “Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore, e
donaci i tesori della tua grazia, perché, ardenti di speranza, fede e carità, restiamo sempre
fedeli ai tuoi comandamenti” (XVI Dom TO/Colletta).
Un aiuto grande per perseverare nella fede, è favorito dal servizio pastorale del
Papa, per questo prega il Dio onnipotente perché ascolti la preghiera della Chiesa e
custodisca con la sua bontà “il papa che tu hai scelto per noi, perché il popolo cristiano,
da te affidato alla sua guida pastorale, progredisca sempre nella fede” (Ven. Santo/Pregh.
Univ. II).
Il progresso nella fede si fonda sui frutti della Redenzione per la quale all’umanità
intera viene offerta la grande consolazione della riconciliazione e del perdono. La Chiesa si
attende questi doni proprio nel cuore della Liturgia del giorno più santo dell’anno: il Venerdì
santo. Infatti così prega: “Scenda, o Padre, la tua benedizione su questo popolo, che ha
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commemorato la morte del tuo Figlio nella speranza di risorgere
con lui; venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi
la certezza nella redenzione eterna” (Ven. Santo/Oraz. sul popolo). La
fede, un frutto tutto pasquale che irradia fecondo sui fedeli aprendoli al
desiderio di una comprensione piena del mistero celebrato. La II
Domenica di Pasqua la Comunità cristiana ripensa le meraviglie
compiutesi nella Notte “più luminosa del giorno” (Asterio di Amasea)
proprio attraverso la celebrazione dei sacramenti dell’Iniziazione, li vede
nella dinamica di grazia del loro susseguirsi all’interno dell’unica e solenne
liturgia e di ogni sacramento contempla stupita il dono di salvezza, cioè la
purificazione(perdono), la rigenerazione, la redenzione.
E nel desiderio di giungere ad una comprensione profonda di tante ricchezze di
fede, chiede una grazia sovrabbondante e prega: “Dio di eterna misericordia, che nella
ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci hai dato,
perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello
Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti” (II Dom Pasq./Colletta).
La partecipazione frequente al sacramento del Corpo e Sangue del Signore, alla
mensa della parola e del pane di vita, favorisce il cristiano nel progresso nella fede e viene
predisposto a partecipare alla vita eterna: “O Padre, che nutri e rinnovi i tuoi fedeli alla
mensa della parola e del pane di vita, per questi doni del tuo Figlio aiutaci a progredire
costantemente nella fede, per divenire partecipi della sua vita immortale” (XXIII Dom
TO/Dopo la Com).
L’apertura del passaggio
alla vita eterna è avvenuto per
la Pasqua glorificante di Gesù e
l’effusione dello Spirito santo sui
credenti, doni stupendi dei quali
il fedele è stato arricchito con il
battesimo e la confermazione,
sacramenti della fede. Queste
meraviglie dell’amore di Dio che
hanno raggiunto l’uomo dopo la
professione di fede al fonte, si
esprimono in un servizio tanto più
generoso, quanto più si
progredisce nella fede. La
comunità orante nella pienezza
della gioia pasquale ed
orientata verso la vicina Pentecoste, così prega: “O Dio, nostro Padre, che ci hai aperto il
passaggio alla vita eterna con la glorificazione del tuo Figlio e con l’effusione dello Spirito
Santo, fa’ che, partecipi di così grandi doni, progrediamo nella fede e ci impegniamo
sempre più nel tuo servizio” (Ven/VII sett. Pasq./Colletta).
LA FEDE, DONO INSEPARABILE DALLA SPERANZA e dalla Carità
Da uno sguardo globale delle formule liturgiche si vede come la Chiesa viva in
pienezza il Mistero che annuncia e celebra e pur in momenti diversi contempli tutte e tre le
virtù teologali che S. Paolo proclama nella 1 Corinti 13,13, a conclusione dell’Inno alla
carità, dicendo: “Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità.
Ma la più grande di tutte è la carità!”
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Innanzitutto si chiede a Dio unica fonte di ogni dono perfetto che
la fede si ravvivi e giunga alla sua pienezza: “O Dio, nostro Padre, unica
fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l’amore per te e ravviva la nostra
fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi
fino alla sua pienezza.” (XXII Dom TO/Colletta).
Alla fede si accompagna la speranza, virtù su cui poggia la certezza
che le promesse fatte da Dio nel corso della storia si compiano tutte. Il
Mistero su cui si fonda la speranza è la risurrezione di Cristo, compimento
della promessa di Gesù agli apostoli: “Insegnava infatti ai suoi discepoli e
diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e
lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà»” (Mc 9, 31).
Come si è compiuta questa parola, così si compirà quella che dice: “Chi mangia la mia
carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno” (Gv 6, 54).
La Comunità dei discepoli conosce le proprie debolezze e pur essendo ferma nella fede
radicata nei contenuti della Parola, teme l’insinuarsi del dubbio e prega: “O Padre, che
nella risurrezione del tuo Figlio ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, rafforza in noi la
fede e la speranza, perché non dubitiamo mai di raggiungere quei beni che tu ci hai
rivelato e promesso” (Mart/V sett. Pasq./Colletta).
Credere e sperare non è sufficiente per raggiungere i beni promessi dalla Parola, è
necessario amare il comando della Parola perché solo quando uno ama si consegna e
“tutto crede, tutto spera” (1 Cor 13, 7). Ed ecco che la Chiesa brama che non solo cresca
la fede e la speranza, ma anche la carità. Allora quei comandi amati, diventeranno
posseduti: “Dio onnipotente ed eterno, accresci in noi la fede, la speranza e la carità, e
perché possiamo ottenere ciò che prometti, fa’ che amiamo ciò che comandi” (XXX Dom
TO/Colletta).
LA FEDE, SACRAMENTO CHE COMPIE IL SEGNO
Ottenere ciò che Dio promette è possibile solo attraverso la celebrazione dei
sacramenti della fede, perché in essi si compie quello che il Santo Segno esprime e le
realtà che si celebrano nel mistero raggiungono il credente ed è salvato. È la fede antica
della Chiesa che dal V sec. viene espressa nella preghiera sulle offerte del Giovedì Santo,
che recita: “Concedi a noi tuoi fedeli, Signore, di partecipare degnamente ai santi misteri,
perché ogni volta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del Signore, si compia
l'opera della nostra redenzione”; una fede ripresa anche nel tempo ordinario ed espressa
nella formula seguente: “Signore, questo sacramento della nostra fede compia in noi ciò
che esprime e ci ottenga il possesso delle realtà eterne, che ora celebriamo nel mistero”
(XXX Dom TO/Dopo la Com).
Il contenuto centrale di questi Santi Segni è la Nuova Alleanza compiuta da Cristo
con la sua Pasqua di morte e di vita. Ed è proprio l’Alleanza Nuova che rivela il significato
misterioso degli antichi prodigi pasquali. È quanto contempla la Chiesa nel corso della
Veglia Pasquale, quando attualizza con la sua preghiera la proclamazione del passaggio
liberatorio del Mar Rosso e, proiettata verso il battesimo che tra poco celebrerà, supplica
festosa: “O Dio, tu hai rivelato nella luce della nuova alleanza il significato degli antichi
prodigi: il Mar Rosso è l’immagine del fonte battesimale e il popolo liberato dalla schiavitù
è un simbolo del popolo cristiano. Concedi che tutti gli uomini, mediante la fede, siano fatti
partecipi del privilegio del popolo eletto, e rigenerati dal dono del tuo Spirito” (Sab Santo/
Colletta alla 3° Lett). Celebrati i sacramenti, la Chiesa chiede per i neofiti il dono di saper
esprimere con una vita pasquale quegli stessi sacramenti che hanno ricevuto nella fede:
“O Padre, che fai crescere la tua Chiesa, donandole sempre nuovi figli, concedi ai tuoi
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fedeli di esprimere nella vita il sacramento che hanno ricevuto nella fede”
(Lun/Ott. Pasq./Colletta). E ne sono capaci, perché la celebrazione nella
fede abilita i cristiani alla testimonianza. Di che cosa? I sacramenti
dell’Iniziazione cristiana celebrati nella Notte di Pasqua, ripresentano
nell’oggi della storia il patto della riconciliazione e della pace perché il
Cristo “ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in
se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per
riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l'inimicizia” (Ef 2, 15-16). Su questa Parola si fonda e
nasce la preghiera liturgica: “Dio onnipotente ed eterno, che nella Pasqua
del tuo Figlio hai offerto agli uomini il patto della riconciliazione e della
pace, donaci di testimoniare nella vita il mistero che celebriamo nella fede” (Ven/Ott.
Pasq./Colletta).
La Pasqua, celebrazione annuale, solennità di tutte la più grande, come canta il Rito
Ambrosiano, si vuole accogliere e vivere nella pienezza dell’amore, per cui la Chiesa
prega: “O Padre, che nella Pasqua del tuo Figlio hai ristabilito l’uomo nella dignità perduta
e gli hai dato la speranza della risurrezione, fa’ che accogliamo e viviamo nell’amore il
mistero celebrato ogni anno nella fede” (Merc/II sett Pasq./Colletta).
La forma rituale della celebrazione della Nuova Alleanza si pone nella linea
dell’antica Tradizione del rito memoriale dell’Esodo (Cf. Es 12,14: “Questo giorno sarà per
voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo
celebrerete come un rito perenne”), una Liturgia che attua ciò che riti e parole mettono in
atto. Da qui la forza divina che passa nei credenti e li sostiene nel loro impegno di
testimonianza, come prega la seguente Colletta: “Dio onnipotente, fa’ che viviamo con
rinnovato impegno questi giorni di letizia in onore del Cristo risorto, per testimoniare nelle
opere il memoriale della Pasqua che celebriamo nella fede.” (VI Dom Pasq./Colletta).
CELEBRIAMO LA FEDE CHE SALVA
La celebrazione della Pasqua del Signore, ci riempie di gioia per la salvezza
compiuta ma anche di tristezza perché il Signore, pur ancora tra noi, si rende visibile solo
nel segno di un corpo “misteriosamente invisibile e visibile”. E ci fa sognare un incontro
nuovo e quasi affrettare la Seconda venuta nella gloria, dove la festa inonderà davvero
tutto e per sempre. Così la Comunità impaziente, prega: “O Dio, che ci chiami a celebrare
nella fede la risurrezione del tuo Figlio, fa’ che possiamo rallegrarci con lui insieme ai tuoi
santi nel giorno della sua venuta” (Merc/VI sett. Pasq./Colletta).
Per questa fede i credenti sono salvati: “«Signore, fa’ che io veda!» «Va’ la tua fede ti
ha salvato»” Mc 10, 51-52. (IV Dom TO/Ant. alla Com) e sono giustificati: “O Dio, che per la
tua grazia da peccatori ci fai giusti e da infelici ci rendi beati, custodisci in noi il tuo dono,
perché, giustificati mediante la fede, perseveriamo nel tuo servizio” (Giov/V sett.
Pasq./Colletta). Animati da questa fede sono pronti per offrire il sacramento del sacrificio di
Cristo: “Volgi il tuo sguardo, o Padre, alle offerte della tua Chiesa, e fa’ che partecipiamo
con fede alla passione gloriosa del tuo Figlio, che ora celebriamo nel mistero” (XXXII Dom
TO/Sulle Off), l’atto di culto supremo dei cristiani in quanto espressione perfetta della nostra
fede: “Accogli, Signore, le nostre offerte e preghiere, e fa’ che questo santo sacrificio,
espressione perfetta della nostra fede, ci apra il passaggio alla gloria del cielo.” (VII Dom
Pasq./Sulle Off), un vero atto di culto perché capace di glorificare Dio e di salvare il
mondo: “Accogli, Signore, quest’offerta espressione perfetta della nostra fede; fa’ che dia
gloria al tuo nome e giovi alla salvezza del mondo” (VII Dom TO/Sulle Off).
Davvero la fede è un dono ricchissimo del quale non si è mai abbastanza degni,
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Anno XXXV ● N. 234 ● Aprile 2013

coscienza che fa assumere alla Chiesa la preghiera dell’antico orante
che dice: “Da’, o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti
siano trovati degni di fede; ascolta la preghiera dei tuoi fedeli e del tuo
popolo, Israele” Cfr. Sir 36,15-16 (XXIV Dom TO/Ant. Ingresso). E poi prega
per camminare fedelmente nell’amore ricevuto con la nuova vita
battesimale: “O Dio, che nell’acqua del Battesimo hai rigenerato coloro
che credono in te, custodisci in noi la vita nuova, perché possiamo
vincere ogni assalto del male e conservare fedelmente il dono del tuo
amore” (Sab/III sett. Pasq./Colletta).
La fedeltà perseverante si rafforza attraverso la celebrazione
adorante dell’Eucaristia: “O Dio, sorgente della vera pietà e della pace,
salga a te nella celebrazione di questo mistero la giusta adorazione per la tua grandezza e
si rafforzi la fedeltà e la concordia dei tuoi figli.” (XXIII Dom TO/Sulle Off) e si esprime nel
servizio ai fratelli: “Dio onnipotente ed eterno che con il tuo Spirito guidi e santifichi tutto il
corpo della Chiesa, accogli le preghiere che ti rivolgiamo, perché secondo il dono della
tua grazia tutti i membri della comunità nel loro ordine e grado ti possano fedelmente
servire.” (Ven. Santo/Pregh. Univ. III).
VISIONE UNIVERSALE DELLA FEDE
Iniziavo il cammino di questa indagine proponendo la dottrina di Paolo sulla volontà
salvifica universale di Dio, per cui ogni uomo e donna è da Lui chiamata alla fede. La
madre Chiesa convocata dallo Spirito per celebrare le meraviglie della salvezza nella
Notte Pasquale gioisce splendente della gloria del suo Signore. Mentre contempla
l’immensità del suo amore per noi, brama di veder radunata attorno al Signore Risorto
l’intera umanità e veder adempiuto il disegno universale di salvezza. Con questi santi
desideri nel cuore, prega: “O Dio, Padre di tutti gli uomini, moltiplica a gloria del tuo nome
la discendenza promessa alla fede dei patriarchi, e aumenta il numero dei tuoi figli, perché
la Chiesa veda pienamente adempiuto il disegno universale di salvezza, nel quale i nostri
padri avevano fermamente sperato” (Sab Santo/Coll 4° Lett).
La Liturgia innalza al Padre per Cristo, nello Spirito Santo questa preghiera, facendo
sua la passione d’amore del Cristo per la salvezza delle anime. Ha fatto sua l’urgenza del
Signore che “diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate
dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!” (Lc 10, 2), e
contemporaneamente ha sentito in se stessa la compassione di Cristo per le folle affamate:
“Sento compassione per la
folla; ormai da tre giorni
stanno con me e non hanno
da mangiare” (Mc 8,2),
affamate delle parole che
sono spirito e vita (Gv 6, 63).
Come tenere per se stessi le
parole della fede? San
Francesco risponde: “Poiché
sono servo di tutti, sono
tenuto a servire a tutti e ad
amministrare le fragranti
parole del mio Signore” (2Lf
2/FF 180). E nasce l’urgenza
della evangelizzazione,
l’esigenza di annunciare
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LA FEDE NEL MESSALE ROMANO
DAL VENERDI’ SANTO A TUTTO IL TEMPO ORDINARIO
di fr. Tarcisio Colombotti
quella FEDE tanto amata, radicata e stimata che è un bene da far conoscere, comunicare
e alimentare, attraverso l’annuncio integrale del mistero di Cristo, come ci viene
consegnato dalla nostra tradizione francescana che arriva a dire in uno dei suoi documenti
sull’evangelizzazione: “Se, infatti, «l’evangelizzazione costituisce l’identità più profonda
della Chiesa», essa è anche la «ragione d’essere dell’Ordine» (H. Schaluck, “Riempire la
terra del Vangelo di Cristo”, 7).
PER CONCLUDERE
In sintesi Dio chiama alla Fede, essa è un dono da ravvivare, rafforzare, accrescere e
nel quale progredire. La fede salva, giustifica, si celebra e impegna a vivere nella fedeltà. I
sacramenti sono celebrati nella fede ed espressione della fede. I profeti devono essere
degni di fede e uomini di fede come i Patriarchi. Dalle celebrazioni della fede nasce la
missione di evangelizzare perché ogni uomo e donna veda pienamente adempiuto il
disegno universale di salvezza.
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FilmiAmo…
UN GIORNO DEVI ANDARE
Augusta, trent’anni e un dolore feroce che arriva fino alle
profondità dell’anima. Decide di partire per una terra lontana per
dimenticare e ritrovare il contatto con la madre terra, con se stessa e
forse con Dio. Lì in Brasile, dal paesaggio incantato e dalle
contraddizioni disarmanti, incontra un’umanità segnata dalla miseria
ma che danza, che cerca di sopravvivere e purtroppo è disposta a
vendersi per un po’ di speranza. Anche lì ci sono perdite e abbandoni
e il dolore di Augusta non si placa. Fugge sola lontano da tutti, in un
deserto, ma immerso nell’acqua: la vita la raggiunge e la sorprende.
Il lieve rumore dell’acqua che sgorga: così inizia il film. E termina
con l’immensità del mare che lambisce l’orizzonte e la vita degli
uomini. L’acqua è l’elemento primario che intesse tutta la narrazione.
Simbolo di purificazione e di vita.
L’opera di Giorgio Diritti è una poesia per immagini, un’intensa
storia di vita, quella di Augusta e delle persone che incontra nel suo
viaggio. Il regista – dopo Il vento fa il suo giro e L’uomo che verrà - si
conferma autore in grado di scandagliare i moti dell’anima. Più che
spiegare evoca, non dà risposte ma suscita domande.
La protagonista – Jasmine Trinca giovane attrice sempre più
brava – ha perso un figlio ancora nel grembo, è stata lasciata dal
marito perché ormai sterile, la vita grava sul suo cuore. Cerca di
scappare dal dolore andando in Brasile al seguito di una suora che si
sposta con una imbarcazione – Itineranza – sul grande fiume che
congiunge i diversi villaggi, dove si reca per visitare la gente e portare
conforto spirituale e materiale.
Augusta è chiusa nel suo silenzio, pronuncia poche parole ma
dense di interrogativi e di rabbia. Osserva, scruta e cerca un senso alla
sua sofferenza. Davanti alle contraddizioni di missionari imprenditori
che disboscano la foresta per costruire un imponente albergo, decide
di lasciare suor Franca e di immergersi nella vita periferica di Manaus.
Affitta una stanza nella casa di una famiglia povera che vive in
quartiere degradato.
“Ora voglio essere terra con la terra, perché la terra dia frutti
devo dimenticarmi di Dio”. Augusta cerca di inserirsi in questa realtà
per tornare alla terra, per vivere una nuova esistenza. Lavora, fa
amicizie, riscopre il sorriso, la lievità di semplici gesti d’affetto, riassapora
la leggerezza di ballare. Prende le distanze da chi si presenta come
professionista dello spirito, da un Dio forse troppo astratto o solo dipinto
sulle icone. Ma la terra senza acqua pura non dà frutti. Senza cielo
diventa prigione.
Anche lì in quella vita semplice si insinua il male, il tradimento, la
brama di soldi facili, anche lì c’è dolore. Un altro bambino viene
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Scheda a cura di
fr. Davide Sironi
Un giorno
devi
andare
di Giorgio Diritti
Con Jasmine Trinca,
Anne Alvaro, Sonia
Gessner, Pia
Engleberth,
Amanda Fonseca
Galvao
Drammatico
durata 110 min.
Italia, Francia
2013
BIM Distribution
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sottratto all’affetto di Augusta. Sembra non esserci possibilità di vita nuova.
Augusta scappa ancora, il dolore non le dà tregua. Si ritira in un lembo di terra bianca
circondata da un mare limpido e cerca di liberarsi da tutto, dal non senso. Si immerge nella
madre terra per essere rigenerata. Ma lì forse riscopre anche il volto di un Dio che si è fatto
uomo, che ha unito cielo e terra. Un Dio che si rende presente nella cura degli uomini, nella
provvidenza semplice, in un altro bambino che compare improvvisamente e apre il cuore di
questa giovane donna. La Vita raggiunge e dà speranza. L’Altro si rende presente nel dolore
per condividerlo e far rinascere.
Giorgio Diritti ci consegna un film che sollecita ogni spettatore a trovare significati,
legami, verità. Il viaggio è esperienza di distanze, incontri, di scoperte, se ci si fa carico dei
propri sentimenti. Augusta vuole aprirsi a spazi di vita nuovi, essere rigenerata da un mondo a
volte crudele ma spesso portatore di nuova fecondità. Tutti i personaggi di questa storia
devono in un certo senso intraprendere un viaggio per tornare a generare: Augusta; sua madre
Anna che nella lontananza della figlia è chiamata a ripensare il suo essere madre e il suo essere
ancora figlia; suor Franca che si lascia provocare da Augusta per dare voce al Vangelo; le
suore che vivono in un convento e dipingono icone con volti forse senza carne.
Un giorno devi andare, non per fuggire dal malessere o vincere la paura, ma per
cambiare e ritrovare se stessi, i valori che fanno guardare il mondo con occhi protesi fino
all’orizzonte ma capaci anche di scrutare i volti. Andare per sperare, tornare a sorridere e a
danzare, per farsi bagnare dall’acqua e toccare dalla terra dove Dio continua a seminare la
Vita e attende che l’uomo scopra e faccia crescere il suo seme.
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APRILE 2013
LUGLIO 2011
NOTIZIE di CASA
In una serata in collaborazione con “La Semina”, il Prof. Edoardo
UN Bressan, CUORE Docente di Storia Contemporanea presso Università
DI degli POVERO Studi di Macerata, anima un incontro sulla Costituzione
Commento
conciliare “Gaudium et spes”.
al testamento
di Nella s. Francesco Curia provinciale d’Assisi si riunisce il Collegio dei Ministri del Nord
Italia.
di Max De Wasseige
Il Papa nomina il Ministro Generale fr. José Rodriguez Carballo
Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata
e le Società di Vita Apostolica, elevandolo in pari tempo alla
Edizioni Biblioteca
sede titolare di Belcastro, con dignità di Arcivescovo.
Francescana
Presenza
10, Sabbioncello: il Definitorio si riunisce per il XLIII Congresso
di s. Francesco, 53
Milano 2013
(124 pp.)
Presso la Curia provinciale dei frati minori della Liguria si riunisce il
Collegio dei Ministri del Nord Italia.
In occasione della 50
UN SANTO
DI CARTA
Le fonti biografiche
di s. Francesco d’Assisi
di Felice Acrocca
a Giornata di preghiera per le vocazioni si
svolge un incontro presso il convento condividendo i momenti
comuni della fraternità e partecipando anche alla Veglia di
preghiera presso la Basilica S. Maria delle Grazie e la mattina
seguente alla S. Messa in Duomo presiedute ambedue dal
Vescovo Luciano Monari.
Il Ministro provinciale celebra una s. Messa di ringraziamento nel
paese natale di fr. Franco Manenti, rientrato in Italia per
festeggiare il 40° anniversario di ordinazione sacerdotale.
Edizioni Biblioteca
Francescana
Biblioteca
di Frate Francesco, 13
Milano 2013
(598 pp.)
39 43 28
A cura di
fr. Enzo Pellegatta
05 -
Sabbioncello
06 –
Milano s. Antonio
06 -
Città del Vaticano
10 -
Sabbioncello
19 -
Genova
20 - 21
Brescia s. Gaetano
21 -
Bolgare (BG)
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