13.07.2015 Views

Fate clic qui per scaricare il PDF - Frati Minori di Lombardia

Fate clic qui per scaricare il PDF - Frati Minori di Lombardia

Fate clic qui per scaricare il PDF - Frati Minori di Lombardia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Viesti, le Notizie<strong>di</strong> Bratskij MirAnno XI - Numero 08 – Agosto 2013La vita del “Laboratorio” si sv<strong>il</strong>uppa… come un’intensa “Romanza”La “Romanza” è nata nel Settecento in Franciacome genere musicale che esprime, in voce estrumentalmente, i sentimenti in modo“romantico”.È musica da camera e da salotto, ma nel secolosuccessivo la “Romanza” viene accolta anchenell’O<strong>per</strong>a lirica ed ac<strong>qui</strong>sta un notevole successoanche <strong>per</strong> l’impegno <strong>di</strong> compositori italiani che visi de<strong>di</strong>cano quasi in modo esclusivo.Ma essa si sv<strong>il</strong>uppa anche in Germania, inFrancia ed in Russia ed in ognuna <strong>di</strong> questenazioni ac<strong>qui</strong>sta una caratteristica particolare.In Russia la “Romanza” sorge sulla spinta delRomanticismo.Il suo <strong>per</strong>iodo d’oro, la Romanza russa lo ebbenei primi due decenni del Novecento, poi laRivoluzione spazzò via tutto ciò che sapeva <strong>di</strong>epoca zarista ed i compositori e gli autori dellaRomanza furono <strong>per</strong>seguitati.La Romanza, in Russia, rinacque poi negli anniSettanta del secolo scorso.Ed è stata la “Romanza” ad intrattenere e adaccompagnare un bel pomeriggio assolato e caldo<strong>di</strong> alcuni dei ragazzi, gli altri erano già in vacanza,passato alla dacia <strong>di</strong> Natalia <strong>il</strong> giorno tre luglio.Il “Laboratorio” del “Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong> bambini”è attivo ormai da quasi cinque anni e, nonostantele <strong>di</strong>fficoltà relative ai locali, si sv<strong>il</strong>uppa edoramai è frequentato da quasi una quarantina <strong>di</strong>ragazzi autistici e <strong>di</strong>versamente ab<strong>il</strong>i.Al “Laboratorio” i ragazzi, che altrimentistarebbero probab<strong>il</strong>mente chiusi in casa, hannoimparato in questi anni sotto la guida <strong>di</strong> Natalia,Denis ed altri, a creare con le loro mani deglioggetti bellissimi: tutti pezzi unici!La qualità ormai delle matrioske, delle bambolinecon i costumi tra<strong>di</strong>zionali, e <strong>di</strong> tanti altrimanufatti è così elevata che da questa estatequesta oggettistica è esposta in alcuni locali <strong>di</strong>San Pietroburgo, a <strong>di</strong>sposizione dei clienti e delpubblico che li frequenta.Così, <strong>di</strong>etro ad una offerta, tolte le spese <strong>per</strong> <strong>il</strong>materiale, i ragazzi <strong>per</strong>cepiscono anche <strong>il</strong> fruttodel loro lavoro che non solo va ad arrotondare unpochino la loro pensione <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà, ma ancheli fa sentire a tutti gli effetti partecipi <strong>di</strong> questanostra società grazie al loro impegno quoti<strong>di</strong>anoed alla loro fatica e fedeltà nel lavoro.Fine del “Laboratorio” è certamentel’integrazione sociale e <strong>per</strong>mettere ai ragazzi <strong>di</strong>“uscire da se stessi” ed incontrare <strong>il</strong> mondoattorno a loro: anche attraverso l’impegnolavorativo, seppur in qualche modo “protetto”.Al “Laboratorio”, dunque, particolare risalto si dàalla “relazione”, ancora prima che al lavoro.E poi al “Laboratorio” si svolgono anche altreattività, <strong>per</strong> raggiungere questo fine: dallacoreografia, alla visita a musei e spettacoliteatrali e cinematografici in città, dalla fotografiaallo stu<strong>di</strong>o della lingua italiana ed inglese, dallaginnastica ... all’orto della dacia.Sì, <strong>per</strong>ché <strong>per</strong> due volte all’anno, dalla metà <strong>di</strong>maggio a quella <strong>di</strong> giugno, e dalla metà <strong>di</strong> agostoa quella <strong>di</strong> settembre, i nostri ragazzi del“Laboratorio” soggiornano alla dacia dove allaattività or<strong>di</strong>naria, alternano quella <strong>di</strong> riposo egioco, le passeggiate nei parchi e nei boschi el’aiuto in cucina importante <strong>per</strong> rendersiautonomi, dal gioco al pallone al lavoro nell’orto:e molto ancora e <strong>di</strong> più.Quest’anno vi è poi stata una coda <strong>per</strong> chi sitrovava ancora in città: <strong>il</strong> pomeriggio de<strong>di</strong>catoalla “Romanza russa”.Anzi: due code!Terminato <strong>il</strong> programma primaver<strong>il</strong>e alla daciaalla metà <strong>di</strong> giugno, infatti, quest’anno <strong>per</strong> laprima volta buona parte dei ragazzi ha potutoandare in treno oltre confine, nella seconda metà<strong>di</strong> giugno, e visitare la bellissima citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong>Tallin, capitale della non lontanissima Estonia.È stata una bellissima ed unica es<strong>per</strong>ienza che hacoinvolto i ragazzi in tutto, cominciando dalla


preparazione dei passaporti e dal ricevimento deivisti fino al ... rientro a San Pietroburgo!In posa, con <strong>il</strong> costume tra<strong>di</strong>zionale estoneLo storico autobus Tallin – LeningradoIl giro panoramicoNon si era ancora spenta l’eco <strong>di</strong> questo viaggio,e <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente si spegnerà nella memoria <strong>di</strong> tutti,che <strong>per</strong> i ragazzi rimasti ancora in città e <strong>per</strong>qualche ospite si è organizzato <strong>il</strong> pomeriggiode<strong>di</strong>cato alla “Romanza russa”.Tutti <strong>per</strong> tempo alla dacia, dunque.Sul palchetto preparato con quattro assi, adesibirsi con la sua chitarra melo<strong>di</strong>ca Nicolai:solista del leggendario gruppo “Leningrad”.Di fronte all'hotel a TallinLungo le vie della capitale estoneNicolai e la chitarra


Amico dei nostri ragazzi, ogni anno Nicolai sirende <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e ad esibirsi <strong>per</strong> loro alla dacia equest’anno, vista la presenza anche <strong>di</strong> alcuniospiti, ha introdotto la sua piacevole edapprezzata <strong>per</strong>formance canora ri<strong>per</strong>correndobrevemente la storia della “Romanza russa”.E poi ... via con la sua chitarra e la sua melo<strong>di</strong>osavoce fino a quando Nicolai ha introdotto e poiintonato la famosa in tutto <strong>il</strong> mondo “Oci ciorni”(“Occhi neri”): allora i nostri ragazzi non hannoresistito a cantare con lui.Nicolai è stato applau<strong>di</strong>to calorosamente da tutti.Ma <strong>il</strong> “pomeriggio” non si è concluso <strong>qui</strong>, ed èdurato fino alla sera!Infatti: Olga, Natalia e Denis hanno preparato <strong>per</strong>tutti un’ottima grigliata.Ragazzi sul palco della daciaSi prepara la tavolataA. si esibisce con O.Ed intanto, dopo queste due “code”, in questointervallo estivo, ormai già si prepara <strong>il</strong>programma autunnale alla dacia <strong>per</strong> i ragazzi del“Laboratorio” che prenderà avvio alla metà <strong>di</strong>agosto.E <strong>per</strong> ora: buone vacanze!Sotto la protezione <strong>di</strong> Pietro e FevroniaOlga alla grigliaE poi è toccato ai ragazzi, che a loro volta si sonoesibiti sul palchetto guidati dalla coreografaTatiana.Insomma: si sono passate insieme delle ore lietealla dacia; ore che non hanno fatto rimpiangere anessuno <strong>il</strong> fatto <strong>di</strong> essere rimasti, forzatamente omeno, in città nonostante <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo estivo!Nelle “cronache” e negli “annali” <strong>di</strong> quei secoli,<strong>di</strong> Pietro non si <strong>di</strong>ce nulla.E neppure <strong>di</strong> Fevronia.Così gli storici oggi tendono ad identificare iSanti Pietro e Fevronia con <strong>il</strong> principe David, e lasua consorte <strong>di</strong> cui non si sa nulla.Del principe David, invece, si sa che visse aMurom, citta<strong>di</strong>na compresa nel cosiddetto“Anello d’oro”, nella regione <strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir a circacentocinquanta ch<strong>il</strong>ometri da Mosca.Murom è una delle città più antiche della Russiae gli “Annali” citano la citta<strong>di</strong>na già a partiredall’862.Per quattro secoli Murom fu sede <strong>di</strong> un principatoautonomo prima <strong>di</strong> essere annesso al dominio <strong>di</strong>


Mosca, sotto <strong>il</strong> principe moscovita Bas<strong>il</strong>io Primo,nel 1392.Il principe David, secondo le cronache, regnò aMurom tra <strong>il</strong> 1205 ed <strong>il</strong> 1228.Si sa che poi entrò in monastero e prese <strong>il</strong> nome<strong>di</strong> Pietro.La Chiesa Ortodossa russa, canonizzò i due santiprincipi, marito e moglie, nel 1547.Dopo la loro canonizzazione, apparve <strong>il</strong>“Racconto su Pietro e Fevronia” che pare esserel’unione <strong>di</strong> due “favole” con un raccontopopolare tramandato oralmente sulla storia <strong>di</strong> unaragazza <strong>di</strong> nome Fevronia.Questo racconto è, nonostante sia leggendario epopolare, l’unica fonte <strong>per</strong> sa<strong>per</strong>e qualche cosa <strong>di</strong>più sulle due sante figure.Pietro un giorno uccise un serpente <strong>di</strong> fuoco, ma<strong>il</strong> suo sangue lo colpì ed <strong>il</strong> futuro principe siammalò <strong>di</strong> lebbra.Nessuno poteva guarirlo, ma in sogno a Pietro furivelato che la conta<strong>di</strong>na Fevronia avrebbe potuto.Pietro la fece chiamare e la conta<strong>di</strong>na, in cambiodella guarigione, come pagamento volle chePietro la sposasse.Ma Pietro non mantenne, una volta guarito, lapromessa non essendo Fevronia del suo stessorango e così egli si ammalò nuovamente.Fevronia, allora, guarì nuovamente Pietro su suarichiesta ed i due finalmente si sposarono.Quando <strong>per</strong>ò Pietro <strong>di</strong>venne principe, i nob<strong>il</strong>i nonvollero avere come principessa la poveraconta<strong>di</strong>na Fevronia ed imposero al principe o d<strong>il</strong>asciare Fevronia, o <strong>di</strong> lasciare <strong>il</strong> regno.Pietro lasciò <strong>il</strong> regno, ma da allora a Murominiziarono tempi pessimi costellati da omici<strong>di</strong> e<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni.Così i nob<strong>il</strong>i chiesero a Pietro <strong>di</strong> rientrare inpossesso del regno e Pietro con Fevronia servì <strong>il</strong>suo popolo .Non avendo figli, secondo questo testoleggendario, più avanti entrambi i coniugientrarono l’uno in un monastero masch<strong>il</strong>e, el’altra in un monastero femmin<strong>il</strong>e.Essi in monastero pregarono <strong>per</strong>ché potesseromorire nello stesso giorno: e così avvenne.Furono sepolti in tombe <strong>di</strong>fferenti, ma <strong>il</strong> giornosuccessivo trovarono i loro corpi insieme in unaunica tomba uniti <strong>per</strong> l’eternità: ed in quellatomba li lasciarono benché non fosse compatib<strong>il</strong>eal loro stato religioso.Il giorno in cui la Chiesa Ortodossa russafesteggia i due Santi è <strong>il</strong> venticinque <strong>di</strong> giugnosecondo <strong>il</strong> Calendario Giuliano, l’otto <strong>di</strong> lugliosecondo quello Gregoriano.Ed in questo giorno, dall’anno 2008 in tutta laRussia, istituita dall’autorità federale, si celebrala festa della “Famiglia, amore e fedeltà”.I due coniugi, infatti, dalla città Murom sonosempre stati venerati come protettori dellafamiglia e pregati <strong>per</strong> la felicità della vitafam<strong>il</strong>iare.L'Icona <strong>di</strong> Pietro e FevroniaLa festa della “Famiglia, amore e fedeltà”,coincideva, quasi, quest’anno con <strong>il</strong> compleanno<strong>di</strong> uno dei piccoli figli <strong>di</strong> Andscela <strong>il</strong> quale avevarivelato, tempo fa, che gli piaceva molto <strong>il</strong> circo.Andscela è una delle mamme con figli piccoli chesi trovano in particolari situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e chesono seguite <strong>per</strong> questo dal nostro “SegretariatoSociale”.E così, in occasione <strong>di</strong> questa festa, con i suoibambini Andscela ha assistito ad uno spettacolocircense rendendoli felici ed esaudendo <strong>il</strong>desiderio del festeggiato!Il “Centro famiglia” oltre al “Segretariatosociale” (che in realtà interseca anche tutti glialtri servizi del “Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong> bambini”) hain attività una “Scuola genitori” ed un gruppo <strong>di</strong>genitori, seguito dall’ortodosso padre Boris edalla sua signora, che hanno subito un grave luttoin famiglia come la <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> un figlio.Si forniscono anche molte consulenze, soprattutto<strong>per</strong> sostenere psicologicamente coloro che lonecessitano.


La maggior parte delle <strong>per</strong>sone, usufruiscono <strong>di</strong>tale servizio <strong>di</strong> consulenza attraverso <strong>il</strong> “Telefono<strong>di</strong> fiducia”: ovvero provengono da quest’altroservizio del “Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong> bambini”.Ma tale servizio <strong>di</strong> consulenza è un po’ ...<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato, <strong>per</strong> così <strong>di</strong>re!Occorre fare un po’ <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne.È necessario, cioè, offrire anche altri tipi <strong>di</strong>consulenze e non solamente quelle dellopsicologo.Ad esempio, sarebbe necessario fornire leconsulenze dell’assistente sociale, del me<strong>di</strong>co,del legale e ... potrebbe rivelarsi necessaria anchequella del sacerdote!Insomma: sarebbe necessario aprire un vero eproprio “Consultorio fam<strong>il</strong>iare” e nonsemplicemente soltanto fornire consulenze,certamente secondo necessità, ma un po’ ... allaspicciolata!Però, <strong>per</strong> avviare un “Consultorio fam<strong>il</strong>iare” sononecessari anzitutto dei locali: <strong>di</strong> cui siamo allaricerca.E s<strong>per</strong>iamo, dunque, che l’intercessione dei santiFevronia e Pietro, protettori della famiglia,gettino <strong>il</strong> loro occhio anche su questo nostrodesiderio e che questo progetto si possa prestorealizzare <strong>per</strong> <strong>il</strong> bene delle famiglie e dei lorocomponenti, soprattutto i più piccoli: i bambini.In ospedale non si va in vacanzaI bambini ed i ragazzi, in estate, vanno in vacanza.La malattia ... no: in vacanza non ci va!Essa non lascia tregua neppure in estate; eneppure ai ragazzi ed ai bambini.Gli ospedali non chiudono, dunque, <strong>per</strong> ferie:sono a<strong>per</strong>ti.Magari riducono qualche servizio anche <strong>per</strong>ché idegenti sono <strong>di</strong> meno: ma sono a<strong>per</strong>ti.Ed è a<strong>per</strong>to l’Ospedale Pe<strong>di</strong>atrico NumeroCinque dove ormai da anni, estate compresa, sipassa nel reparto <strong>di</strong> Traumatologia e, da qualchemese, in quello recentemente a<strong>per</strong>to <strong>per</strong> i bambinied i ragazzi sieropositivi all’AIDS.È una delle attività, questa, del “Centro <strong>di</strong> crisi<strong>per</strong> bambini”.Si gira <strong>per</strong> le stanzette del reparto e si facompagnia a bambini e ragazzi che non <strong>di</strong> rado,<strong>per</strong> varie ragioni, passano la loro degenza insolitu<strong>di</strong>ne.Una particolare attenzione, tra l’altro, la si prestaproprio a chi, sappiamo su segnalazione del<strong>per</strong>sonale parame<strong>di</strong>co, sarà in ospedale da solo<strong>per</strong>ché magari proveniente da un orfanotrofio.Con i bambini ed i ragazzi si <strong>di</strong>segna e siorganizzano <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> dei concorsi a tema con tanto<strong>di</strong> esposizione dei lavori in corsia e consegna <strong>di</strong>premi <strong>per</strong> i partecipanti; si gioca a dama o ascacchi oppure a qualche cosa d’altro e siorganizza anche qualche “torneo” tra le camere;si fanno dei lavoretti con <strong>il</strong> pongo colorato, con lacarta ed altro materiale; si leggono, raccontano oinventano storie e favole; si propongonoindovinelli; si chiacchiera <strong>di</strong> sport, <strong>di</strong> materiescolastiche, <strong>di</strong> musica e <strong>di</strong> tutto ciò che lorointeressa; si parla anche <strong>di</strong> cose serie con i piùgran<strong>di</strong>, se capita, e si affrontano e <strong>di</strong>scutono“temi importanti”; si fanno i compiti e siripassano le lezioni; si ...Lavori in ospedale con gli origamiInsomma: si svolgono molte attività, tra quellecomunque consentite in un ambiente comel’ospedale, ovviamente, e consentite alle stessecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute dei piccoli degenti anche sequalche volta si osano fare cose che, in teoria ...si potrebbero fare, ma sarebbe meglio non farle!Ma se i ragazzi ed i bambini <strong>per</strong> alcune ore si<strong>di</strong>menticano <strong>di</strong> trovarsi in un ospedale, <strong>per</strong>chénon pensarle, inventarle e farle!Se poi in fondo non c’è proprio nulla <strong>di</strong><strong>per</strong>icoloso e non si travalicano le regole


dell’ospedale ... : ed i ragazzi con <strong>il</strong> sorriso sullelabbra guariscono più in fretta.Una piccola ricoverata mostra <strong>il</strong> suo capolavoroDisegni in ospedaleCome quando, ad esempio, i ragazzi in corsia enelle stanze hanno girato un vero e proprio video:sotto gli occhi benevolmente stupiti delleinfermiere!Capita, nelle stanze, anche <strong>di</strong> incontrare dellemamme e, qualche volta, ad<strong>di</strong>rittura, qualchepapà.Si parla anche con loro, ovviamente; ed a volte,<strong>di</strong>rei, soprattutto con loro: mentre i figli<strong>di</strong>segnano, ad esempio.Sì: <strong>per</strong>ché i genitori la malattia dei figli la vivonoin un modo particolare e, spesso, giustamente,soffrono anche più dei loro bambini.Così essi, i genitori, si confidano e <strong>di</strong>straggonoun po’ la mente da ciò che più li preoccupa e,nelle nostre parole, trovano un conforto, unimportante sostegno, un appoggio.Viene poi l’ora della cena, e noi si deve lasciarel’ospedale: anche se non <strong>di</strong> rado capita che glistessi infermieri ci chiedano <strong>di</strong> restare <strong>per</strong>imboccare qualcuno: <strong>per</strong>ché altrimenti nonmangerebbe!Si lascia l’ospedale dunque all’ora <strong>di</strong> cena: manon i ragazzi!Già: <strong>per</strong>ché ci si ritrova poi con qualcunovirtualmente nel gruppo creato appositamente in“V kontakte”, l’analogo <strong>di</strong> Facebook <strong>per</strong> chi usasoprattutto <strong>il</strong> cir<strong>il</strong>lico.Diversi ragazzi, infatti, in ospedale hanno iminicomputer o i telefonini con l’accesso a<strong>di</strong>nternet e, dunque, anche in serata prosegue conloro <strong>il</strong> contatto: si “chatta”, si gioca, si ... ; ci si dàl’appuntamento “reale” al giorno successivooppure si fanno gli auguri a coloro che <strong>di</strong> lì aqualche ora, al mattino, verranno <strong>di</strong>messi odovranno subire qualche o<strong>per</strong>azione.Una “visita virtuale” serale in ospedale ai ragazzie delle “attività virtuali”, <strong>per</strong> spezzare la loro noiae solitu<strong>di</strong>ne, che proprio in questo <strong>per</strong>iodo estivostiamo riprogrammando e che desideriamorendere ancora più efficaci con <strong>il</strong> prossimoautunno rimodernando anche un pochino <strong>il</strong>servizio <strong>di</strong> “Telefono <strong>di</strong> fiducia” (“Azzurro”):s<strong>per</strong>iamo <strong>di</strong> riuscirci!Il tempo della daciaÈ <strong>il</strong> tempo della dacia.Il tempo estivo è cioè <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo dell’anno in cuiappena si può si abbandona la città <strong>per</strong> recarsi incampagna, alla dacia.Alla dacia, generalmente, vi è l’essenziale e sivive dell’essenziale: all’aria a<strong>per</strong>ta e finalmentepulita, lontani dalla città.


E tra l’essenziale, ovviamente, alla dacia vi è unfazzolettino <strong>di</strong> terra attorno con l’orto e ... con almassimo, nel bel mezzo, una serra <strong>di</strong> quattro assimontate con i chio<strong>di</strong> ed <strong>il</strong> cellophane a proteggerele colture dalle piogge, dal freddo e umi<strong>di</strong>tànotturna.Se chi lavora abbandona la città nei week-end <strong>per</strong>rientrarvi all’inizio della settimana lavorativa, ibambini e le nonne alla dacia vi restano invece<strong>per</strong> tutta la settimana.Ma non tutte le nonne!Già: alcune sono ben visib<strong>il</strong>i in città.Se ne stanno lungo i luoghi <strong>di</strong> passaggio piùfrequentati della città, sedute su delle cassette <strong>di</strong>cartone oppure <strong>per</strong> ore in pie<strong>di</strong>, a vendere quantoquel fazzoletto <strong>di</strong> terra ha loro prodotto: qualchefoglia <strong>di</strong> insalata, qualche carota, qualche erbettaoppure pomodoro, dei bicchierini <strong>di</strong> plastica condentro i frutti <strong>di</strong> bosco raccolti con cura el’immancab<strong>il</strong>e cipolla.Le pensioni sono aumentate e <strong>di</strong> molto, ma èaumentato anche <strong>il</strong> costo della vita.Si scelgono altre mete.Ma, in ogni caso, qualche gruppo viene ancora edanche quest’anno abbiamo avuto qualche visita.Ci si incontra generalmente <strong>per</strong> la celebrazionedella Messa nella parrocchia dell’Assunzione,essendo la nostra del Sacro Cuore chiusa, e poi siscambiano quattro chiacchiere sulla nostra realtàparrocchiale, dei frati e del “Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong>bambini”.Vi sono dei gruppi parrocchiali che, dopo lavisita a noi a San Pietroburgo ritagliata nei loroprogrammi turistici e <strong>di</strong> “pellegrinaggio”avvenuta già ormai <strong>di</strong>versi anni fa, sono tutt’orain contatto e ci seguono con interesse epartecipazione.Qualche parrocchia, poi, rientrata in Italia,organizza qualche attività o qualche occasione, avolte ripetutamente, anche <strong>per</strong> raccogliere i fon<strong>di</strong>necessari al fine <strong>di</strong> aiutare i nostri ragazzi e <strong>di</strong>sostenere i progetti da noi portati avanti.Ma non solo i gruppi parrocchiali che sono venutia trovarci ci sono vicini: molti sono infatti coloroche ci accompagnano con la simpatia, l’amicizia,la preghiera e, a volte, <strong>il</strong> sostegno concreto.Per tutti sale riconoscente la nostra preghiera ed <strong>il</strong>nostro ricordo.Nel mondo reale e virtuale, vicini<strong>per</strong> compiere <strong>il</strong> beneLe “nonne”Qualcuna delle “babusche-nonne”, certamente, simette in strada a vendere i frutti dell’orto e deiboschi <strong>per</strong> “abitu<strong>di</strong>ne”.Ma non tutte ce la fanno a vivere della loropensione.E così arrotondano portandosi a casa quei rublinecessari <strong>per</strong> pagare la bolletta della luce ininverno quando le “Notti bianche” non ci sarannopiù.Grazie a tutti i nostri amici!Non vi è più quel grande flusso <strong>di</strong> gruppiparrocchiali dall’Italia come c’era qualche annofa.Sono <strong>di</strong>minuiti notevolmente.E non soltanto <strong>per</strong> la crisi economica.Il “Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong> bambini” è in internet, inrete!Le cosiddette “Reti sociali” sono state una vera epropria rivoluzione ed hanno già spiazzato emesso in secondo or<strong>di</strong>ne anche <strong>il</strong> “vecchio”,ormai, “sito - internet”.Esse, come internet del cui mondo fanno parte,sono uno strumento <strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong>relazione che si potrebbe definire rivoluzionario.Uno strumento, <strong>per</strong>ò: nulla <strong>di</strong> più.Uno strumento come lo è internet.Uno strumento che come tale, e nulla più, vausato.Uno strumento che va, dunque, usato conintelligenza e con la consapevolezza che <strong>il</strong>“mondo reale” ... è meglio <strong>di</strong> quello “virtuale”.Ma che entrambi i mon<strong>di</strong>, ormai, sonointer<strong>di</strong>pendenti ed in entrambi occorre vivere edessere presenti.Uno strumento che va usato, <strong>qui</strong>n<strong>di</strong>.E dunque lo si usa!Anche al “Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong> bambini” si fa usodelle “Reti sociali”.E se ne farà sempre più uso.


Anzitutto <strong>per</strong> stare con i ragazzi: là dove essisono.Non si scappa: oggi i ragazzi sono più in internetche su un campetto <strong>di</strong> calcio o in una palestra agiocare a pallavolo!Si è con loro e vogliamo dunque stare con loronelle “Reti sociali” <strong>per</strong> <strong>di</strong>alogare con loro, <strong>per</strong>giocare ed intrattenersi con loro, ma anche <strong>per</strong>“portarli” nella vita reale e <strong>per</strong>ché essi noncorrano <strong>il</strong> rischio della “computer-<strong>di</strong>pendenza”:rischio non virtuale, ma più che reale al punto daessere uno dei temi più attuali nel panorama delle<strong>di</strong>pendenze.Già accade, infatti, che alcuni ragazzi nonpossono “staccarsi” dal computer e dall’i-pod e ...non vanno a scuola mentre i genitori sono allavoro ignari o “complici”: con <strong>il</strong> computer incasa in tal modo non mi <strong>di</strong>sturbano!Poi si fa uso e si farà sempre più uso delle “Retisociali” <strong>per</strong> comunicare.Comunicare con gli amici dei nostri ragazzi, con inostri amici e con chi ci ha conosciuto<strong>di</strong>rettamente, con i sostenitori e con coloro che cisono vicini <strong>per</strong>ché siano e si sentano sempre piùpartecipi della nostra realtà e ne possanocon<strong>di</strong>videre, in tempo reale, le gioie, le s<strong>per</strong>anzeed anche, certamente, le delusioni e le sconfitte.Da qualche anno, dunque, si è presenti in“Facebook” ed in “V kontakte”.Si è presenti con alcuni “gruppi” dove ci siesprime in lingua italiana ed in lingua russa.Anzi: in “V kontakte” praticamente ogni progettodel “Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong> bambini” ha un suoproprio “gruppo” alla cui vita i ragazzi (si parla<strong>di</strong> tutti i progetti, e <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> anche quelli de<strong>di</strong>cati airagazzi “autistici” come lo “Spazio della gioia”)partecipano attivamente assieme agli educatoripostando: fotografie, commenti, temi <strong>di</strong><strong>di</strong>scussione, proposte, notizie e così via.E poi vi sono i gruppi <strong>per</strong> i volontari e quellide<strong>di</strong>cati agli amici nostri e dei nostri ragazzi; edecco i loro nomi ed i loro in<strong>di</strong>rizzi: in “Facebook”,“Mondo fraterno (Bratskij mir)”,https://www.facebook.com/groups/mondofraternoed in “V Kontakte”: “Детский кризисныйцентр”, http://vk.com/club727565 .Ma in internet non si è solo nelle reti sociali.Il “Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong> bambini” ha anche, infatti,da anni un “sito-internet” <strong>di</strong> cui questo èl’in<strong>di</strong>rizzo: http://deticenter.org/Anche nel sito vengono aggiornatecontinuamente le notizie ma, essendo <strong>il</strong> sito più“statico” e meno <strong>di</strong>namico delle “Reti sociali”, inesso vi si trovano soprattutto le pagine chedescrivono la nostra realtà in generale e deiprogetti in particolare: dunque la storiadell’organizzazione, la descrizione <strong>di</strong> ognisingolo progetto, come si può essere <strong>di</strong> aiuto e leinformazioni <strong>di</strong> contatto.Insomma: <strong>il</strong> nostro sito è una sorta <strong>di</strong> “bigliettoda visita” <strong>per</strong> chi si accosta “virtualmente” allanostra realtà.E così, tra virtuale e reale, in questi due mon<strong>di</strong> sicerca <strong>di</strong> essere presenti <strong>per</strong> fare del bene, <strong>per</strong> fare“realmente” del bene ai nostri ragazzi.Nuove frontiere attendono<strong>il</strong> “Telefono <strong>di</strong> fiducia”Suona anche in estate, come ogni giorno ed ogninotte dell’anno.Il “Telefono <strong>di</strong> fiducia”, o “Azzurro” se vogliamochiamarlo come l’analogo italiano, è attivoventiquattro ore su ventiquattro senza tregua, e inogni giorno dell’anno.Una nostra o<strong>per</strong>atrice al “Telefono <strong>di</strong> fiducia”È vero: generalmente nel <strong>per</strong>iodo estivo<strong>di</strong>minuisce la me<strong>di</strong>a del numero delle chiamate;ma non la criticità <strong>di</strong> esse.Così chiamano i ragazzi che si sentono soli edesiderano chiacchierare, quelli che hannoqualche <strong>di</strong>pendenza, chi subisce violenza <strong>di</strong> ognitipo, chi è malato e ad<strong>di</strong>rittura chi manifestaintenzioni suicide!In ogni caso, <strong>il</strong> calo numerico proprio lo scorsoanno, chissà <strong>per</strong>ché, non è avvenuto: vedremo,alla fine dell’estate <strong>di</strong> quest’anno, dunque, qualesarà stata la tendenza e cercheremo <strong>di</strong> coglierne imotivi.Ma la riflessione sulla realtà dei nostri servizi ...non ci abbandona mai.Vogliamo rispondere in modo concreto edadeguato ai problemi che sorgono continuamentee che cambiano mutando i tempi e le con<strong>di</strong>zioni


delle situazioni; dunque, la nostra riflessione ècontinua <strong>per</strong> non <strong>per</strong>dere alcun passaggio.Così, in questa estate si è ripresa una riflessione<strong>di</strong> qualche tempo fa sulle nuove frontiere del“Telefono <strong>di</strong> fiducia” e questa volta, s<strong>per</strong>iamo,<strong>per</strong> arrivare a focalizzare un intervento erealizzarlo, e non solo <strong>di</strong>scuterlo.Non è <strong>il</strong> tempo <strong>di</strong> mandare in pensione <strong>il</strong>“Telefono <strong>di</strong> fiducia”: non vi è dubbio e lo<strong>di</strong>mostra la me<strong>di</strong>a, lo scorso anno, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciassettechiamate nel corso delle ventiquattro ore.Ma, non vi è altrettanto dubbio, i tempi stannocambiando; i tempi sono già cambiati!E noi ci si deve aggiornare.I ragazzi, oggi, assieme ai loro problemi reali,non li troviamo più tanto nella realtà, ma nelmondo virtuale.Essi ancora usano <strong>il</strong> telefono <strong>per</strong> comunicare, maquello mob<strong>il</strong>e; ed essi non manifestano econfidano più <strong>il</strong> loro <strong>di</strong>sagio tanto attraverso <strong>il</strong>telefono, ma nel mondo virtuale della “rete”, omeglio, delle “reti sociali”.È li che si incontrano oggi i ragazzi; è li dovebisogna essere presenti se si vuole <strong>di</strong>alogare conloro.Si sta dunque stu<strong>di</strong>ando <strong>il</strong> modo <strong>di</strong> aprire unasorta <strong>di</strong> “Internet <strong>di</strong> fiducia”, (“Internet Azzurro”).Si vorrebbe far cogliere loro che noi siamopresenti e che se lo desiderano possono a noirivolgersi anche con questo mezzo.Si vorrebbe, cioè, <strong>di</strong>alogare con i ragazzi in “VKontakte”, <strong>il</strong> social-network più <strong>di</strong>ffuso nei Paesiin cui si usa l’alfabeto cir<strong>il</strong>lico.Si vorrebbe cogliere gli eventuali segnali <strong>di</strong><strong>di</strong>sagio nelle chat, e nelle <strong>di</strong>scussioni <strong>di</strong> un“gruppo” apposito che probab<strong>il</strong>mente si aprirà,s<strong>per</strong>iamo presto, e nel quale saranno presenti inostri o<strong>per</strong>atori.Si vorrebbe vincere la noia e la solitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tantiragazzi che si rifugiano nel mondo virtuale nontrovando nella realtà compagni <strong>di</strong> viaggio che liappassionano alla vita.Si vorrebbe essere loro <strong>di</strong> conforto e sostenerlinei momenti che paiono <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i e destano in loropreoccupazione: una malattia, un ricovero inospedale, un esame o una interrogazione, gliaffetti, un lutto, l’amicizia, un non sano<strong>di</strong>vertimento, una <strong>di</strong>pendenza ...Ma si vorrebbe anche far comprendere loro chel’informatica è uno strumento, certamente assaiut<strong>il</strong>e, ma uno strumento e come tale deve essere“vissuto” ed usato.Un lavoro in internet ed in particolare in “VKontakte” che dovrebbe collegare anche ciò chegià si compie negli altri progetti: se necessario,dunque, si segnaleranno gli altri servizi “reali”del “Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong> bambini” ad iniziareproprio dal “Telefono <strong>di</strong> fiducia”.Ci riusciremo?S<strong>per</strong>iamo!S<strong>per</strong>iamo <strong>per</strong>ché queste sono le nuove frontiereche ci attendono <strong>per</strong> <strong>di</strong>mostrare la nostravicinanza ed <strong>il</strong> nostro interesse <strong>per</strong> <strong>il</strong> mondoeducativo e dei ragazzi.Il “Secondo battesimo della Russia”La Russia cristiana ha compiuto 1025 anni!O, <strong>per</strong> <strong>di</strong>rla con le parole del Patriarca <strong>di</strong> MoscaKir<strong>il</strong>l, si è festeggiato <strong>il</strong> “Secondo Battesimodella Russia”.Dopo gli anni della <strong>per</strong>secuzione, del martirio edella repressione, infatti, in questi ultimiventicinque anni vi è stata una rifioritura delcristianesimo in questi territori.Tale giub<strong>il</strong>eo è stato solennemente festeggiatoalla fine del mese <strong>di</strong> luglio a Mosca, a Kiev ed aMinsk in particolar modo dal Patriarcato <strong>di</strong>Mosca in tutto <strong>il</strong> suo “territorio canonico”.Il Patriarca <strong>di</strong> Mosca Kir<strong>il</strong>l bene<strong>di</strong>ce i fedeli a KievLa gerarchia ortodossa <strong>di</strong> tutta l’Ortodossia hacelebrato assieme questo Giub<strong>il</strong>eo inviandodelegazioni guidate nella maggior parte dei casidagli stessi Patriarchi, i quali si sono spostati intreno assieme in una intensa settimana nelle trecapitali della Russia, della Ucraina e dellaBielorussia dove centinaia e centinaia <strong>di</strong> migliaia<strong>di</strong> fedeli hanno partecipato alle celebrazioni.


Pellegrina nel territorio del Patriarcato, poi, èstata anche la Croce venerata in Grecia comequella sulla quale trovò <strong>il</strong> martirio l’ApostoloAndrea che, secondo la tra<strong>di</strong>zione, nella suapre<strong>di</strong>cazione si spinse fino al Chersoneso che unmigliaio <strong>di</strong> anni dopo si convertì al cristianesimo.La folla si inchina davanti alla croce <strong>di</strong> Sant'AndreaIl giorno del Battesimo della Rus’ <strong>di</strong> Kiev, lo sifa risalire al giorno del Battesimo del principeVla<strong>di</strong>mir <strong>il</strong> Grande che dopo essere statobattezzato a Cherson, impose <strong>di</strong> lasciare <strong>il</strong>paganesimo alla sua famiglia ed alla popolazione<strong>di</strong> Kiev che fu battezzata nel fiume Dnepr.Vla<strong>di</strong>mir inizialmente tentò <strong>di</strong> riportare <strong>il</strong>paganesimo nel suo regno e le cronache parlanoad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> celebrazioni <strong>di</strong> sacrifici umani.La sua politica religiosa, <strong>per</strong>ò, non andò in portoe dunque pensò <strong>di</strong> abbracciare una religionemonoteista.Il “Manoscritto nestoriano” attesta che Vla<strong>di</strong>mirinviò dei legati presso i popoli confinanti con <strong>il</strong>compito <strong>di</strong> conoscere a fondo le loro religioni e<strong>di</strong> relazionarne al loro ritorno <strong>per</strong>ché egli potessescegliere la migliore <strong>per</strong> <strong>il</strong> suo regno.Rientrati in Patria, i messi relazionarono aVla<strong>di</strong>mir, ed egli non si convertì nè all’Islam eneppure all’Ebraismo.I legati inviati, invece, in Germania raccontaronocirca <strong>il</strong> cristianesimo occidentale che parve loroprivo <strong>di</strong> gioia, mentre chi fu inviato in Orienteraccontò <strong>di</strong> non aver mai assistito a nulla <strong>di</strong> piùbello e <strong>di</strong>vino durante le Liturgia al punto <strong>di</strong> nonsa<strong>per</strong>e se si “Trovavano in cielo oppure in terra”.Non è dato <strong>di</strong> sa<strong>per</strong>e, ovviamente, se <strong>il</strong> principeVla<strong>di</strong>mir credette alla relazione dei messi, ma sta<strong>di</strong> fatto che egli scelse <strong>per</strong> <strong>il</strong> suo regno <strong>il</strong>cristianesimo <strong>di</strong> rito bizantino e ciò gli <strong>per</strong>misecertamente <strong>di</strong> stringere ancora più stretti rapporti<strong>di</strong>plomatici ed economici con l’Im<strong>per</strong>o d’Oriente.Battezzato <strong>il</strong> popolo, furono <strong>di</strong>strutti poi tutti glialtari pagani e le statue e <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> Vla<strong>di</strong>mir feceerigere un chiesa de<strong>di</strong>cata alla Dormizione <strong>di</strong>Maria.In seguito mai, come nel Ventesimo secolo, adurissima prova fu messo <strong>il</strong> cristianesimo, e nonsolo; e quando venticinque anni fa, fu celebrato <strong>il</strong>“M<strong>il</strong>lesimo” anniversario del Battesimo dellaRus’, questo avvenimento segnò un ra<strong>di</strong>calemutamento nei rapporti tra Chiesa e StatoSovietico ormai in pieno <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> “Perestrojka”.Da allora, infatti, sono cambiate molte cose edoggi moltissime delle chiese e dei monasteri sonostati ria<strong>per</strong>ti.Ma all’orizzonte si affacciano ora nuovi <strong>per</strong>icolidati non più dalla <strong>per</strong>secuzione, ma dalla“secolarizzazione” come ho sentito <strong>di</strong>re in unapre<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> un sacerdote amico tenuta in occasione<strong>di</strong> tale Giub<strong>il</strong>eo.Dopo <strong>il</strong> tempo del martirio, così, non è sorto <strong>il</strong>tempo del “trionfo”, ha continuato <strong>il</strong> sacerdotenella pre<strong>di</strong>ca.I cristiani in queste terre, sono ora chiamati,dunque, a continuare a dare la propriatestimonianza ai valori <strong>per</strong>enni del Vangelo,incarnati nella società secolarizzata <strong>di</strong> oggi.E così, dunque, la Chiesa che commette ancheerrori, sia essa <strong>di</strong> Oriente o <strong>di</strong> Occidente, o sevogliamo sia essa in Oriente o in Occidente, vivesempre in questa con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>per</strong>icolo in quantoimmersa nella storia e nel mondo; eppure guidatadallo Spirito sempre pronta travalica la storia egiunge ai nostri giorni con <strong>il</strong> suo messaggio <strong>di</strong>salvezza <strong>per</strong> tutti i popoli, <strong>per</strong> ogni cultura e <strong>per</strong>ogni uomo <strong>di</strong> ogni tempo.Messaggio che va continuamente vissuto,annunciato e testimoniato.Auguri <strong>di</strong> buona testimonianza, <strong>qui</strong>n<strong>di</strong>, a tutti icristiani che vivono in Russia, in Bielorussia e<strong>di</strong>n Ucraina!Brat Stefano


puoi inviare offerte a:Se vuoi aiutare i <strong>Frati</strong> Francescani<strong>di</strong> San Pietroburgo• Provincia <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a dei <strong>Frati</strong> <strong>Minori</strong> San Carlo BorromeoBANCA PROSSIMA, AGENZIA 05000 MILANO,piazza Paolo Ferrari, 10 20121 M<strong>il</strong>ano (MI)IBAN IT56C0335901600100000062449SWIFT BCITITMX• Curia Provinciale dei <strong>Frati</strong> <strong>Minori</strong>,Via Farini 10, 20154 M<strong>il</strong>anoconto corrente postale n. 29396207In entrambi i casi è in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>e segnalare la causale <strong>di</strong>versamento: BRATSKIJ MIR (Russia) e specificarel’intenzione delle offerte (Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong> bambini <strong>di</strong> strada,o<strong>per</strong>e caritative, o<strong>per</strong>e parrocchiali, ristrutturazione della chiesaparrocchiale, intenzioni <strong>di</strong> Sante Messe, Fraternità Francescana…altro).Per ulteriori informazioni puoi rivolgerti a:Segretariato delle missioni francescaneConvento Sacro Cuore / Piazza Gent<strong>il</strong>e Mora 121052 Busto Arsizio (VA)tel. 0331 633450 e-ma<strong>il</strong>: missioni@fratiminori.itOppure:e-ma<strong>il</strong>: gianna.gi@infinito.it tel. 3498739685

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!