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Anzitutto <strong>per</strong> stare con i ragazzi: là dove essisono.Non si scappa: oggi i ragazzi sono più in internetche su un campetto <strong>di</strong> calcio o in una palestra agiocare a pallavolo!Si è con loro e vogliamo dunque stare con loronelle “Reti sociali” <strong>per</strong> <strong>di</strong>alogare con loro, <strong>per</strong>giocare ed intrattenersi con loro, ma anche <strong>per</strong>“portarli” nella vita reale e <strong>per</strong>ché essi noncorrano <strong>il</strong> rischio della “computer-<strong>di</strong>pendenza”:rischio non virtuale, ma più che reale al punto daessere uno dei temi più attuali nel panorama delle<strong>di</strong>pendenze.Già accade, infatti, che alcuni ragazzi nonpossono “staccarsi” dal computer e dall’i-pod e ...non vanno a scuola mentre i genitori sono allavoro ignari o “complici”: con <strong>il</strong> computer incasa in tal modo non mi <strong>di</strong>sturbano!Poi si fa uso e si farà sempre più uso delle “Retisociali” <strong>per</strong> comunicare.Comunicare con gli amici dei nostri ragazzi, con inostri amici e con chi ci ha conosciuto<strong>di</strong>rettamente, con i sostenitori e con coloro che cisono vicini <strong>per</strong>ché siano e si sentano sempre piùpartecipi della nostra realtà e ne possanocon<strong>di</strong>videre, in tempo reale, le gioie, le s<strong>per</strong>anzeed anche, certamente, le delusioni e le sconfitte.Da qualche anno, dunque, si è presenti in“Facebook” ed in “V kontakte”.Si è presenti con alcuni “gruppi” dove ci siesprime in lingua italiana ed in lingua russa.Anzi: in “V kontakte” praticamente ogni progettodel “Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong> bambini” ha un suoproprio “gruppo” alla cui vita i ragazzi (si parla<strong>di</strong> tutti i progetti, e <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> anche quelli de<strong>di</strong>cati airagazzi “autistici” come lo “Spazio della gioia”)partecipano attivamente assieme agli educatoripostando: fotografie, commenti, temi <strong>di</strong><strong>di</strong>scussione, proposte, notizie e così via.E poi vi sono i gruppi <strong>per</strong> i volontari e quellide<strong>di</strong>cati agli amici nostri e dei nostri ragazzi; edecco i loro nomi ed i loro in<strong>di</strong>rizzi: in “Facebook”,“Mondo fraterno (Bratskij mir)”,https://www.facebook.com/groups/mondofraternoed in “V Kontakte”: “Детский кризисныйцентр”, http://vk.com/club727565 .Ma in internet non si è solo nelle reti sociali.Il “Centro <strong>di</strong> crisi <strong>per</strong> bambini” ha anche, infatti,da anni un “sito-internet” <strong>di</strong> cui questo èl’in<strong>di</strong>rizzo: http://deticenter.org/Anche nel sito vengono aggiornatecontinuamente le notizie ma, essendo <strong>il</strong> sito più“statico” e meno <strong>di</strong>namico delle “Reti sociali”, inesso vi si trovano soprattutto le pagine chedescrivono la nostra realtà in generale e deiprogetti in particolare: dunque la storiadell’organizzazione, la descrizione <strong>di</strong> ognisingolo progetto, come si può essere <strong>di</strong> aiuto e leinformazioni <strong>di</strong> contatto.Insomma: <strong>il</strong> nostro sito è una sorta <strong>di</strong> “bigliettoda visita” <strong>per</strong> chi si accosta “virtualmente” allanostra realtà.E così, tra virtuale e reale, in questi due mon<strong>di</strong> sicerca <strong>di</strong> essere presenti <strong>per</strong> fare del bene, <strong>per</strong> fare“realmente” del bene ai nostri ragazzi.Nuove frontiere attendono<strong>il</strong> “Telefono <strong>di</strong> fiducia”Suona anche in estate, come ogni giorno ed ogninotte dell’anno.Il “Telefono <strong>di</strong> fiducia”, o “Azzurro” se vogliamochiamarlo come l’analogo italiano, è attivoventiquattro ore su ventiquattro senza tregua, e inogni giorno dell’anno.Una nostra o<strong>per</strong>atrice al “Telefono <strong>di</strong> fiducia”È vero: generalmente nel <strong>per</strong>iodo estivo<strong>di</strong>minuisce la me<strong>di</strong>a del numero delle chiamate;ma non la criticità <strong>di</strong> esse.Così chiamano i ragazzi che si sentono soli edesiderano chiacchierare, quelli che hannoqualche <strong>di</strong>pendenza, chi subisce violenza <strong>di</strong> ognitipo, chi è malato e ad<strong>di</strong>rittura chi manifestaintenzioni suicide!In ogni caso, <strong>il</strong> calo numerico proprio lo scorsoanno, chissà <strong>per</strong>ché, non è avvenuto: vedremo,alla fine dell’estate <strong>di</strong> quest’anno, dunque, qualesarà stata la tendenza e cercheremo <strong>di</strong> coglierne imotivi.Ma la riflessione sulla realtà dei nostri servizi ...non ci abbandona mai.Vogliamo rispondere in modo concreto edadeguato ai problemi che sorgono continuamentee che cambiano mutando i tempi e le con<strong>di</strong>zioni

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