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Anno XXXIII – n. 218 – Ottobre 2011NOTIZIARIOProvincia <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a “S. Carlo Borromeo”dei <strong>Frati</strong> <strong>Minori</strong>Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


In<strong>di</strong>ceCollegio dei Ministri del Nord ItaliaTrento - 7 Ottobre 2011 1Dal DefinitorioM<strong>il</strong>ano - 14 Ottobre 2011 4Testimonianze <strong>di</strong> vita fraternaProfessione <strong>di</strong> fr. Sergio Cazzaniga 6Fo.Pe. Guar<strong>di</strong>ani del Nord Italia 7Lettura Orante della Parola <strong>di</strong> fr. Fusarelli 8Incontro Provinciale U10 12Dai Monasteri…Corso U10 a Rezzato 16F<strong>il</strong>miamo 17Leggiamo 18XXV dello “Spirito <strong>di</strong> Assisi” 20Notizie <strong>di</strong> Casa 21In MemoriamFr. Davide (Mario) Cattaneo 23In Memoria <strong>di</strong> fr. Arcangelo Zucchi 26In Memoria <strong>di</strong> fr. Gal<strong>di</strong>no Tagliabue 31Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Collegio dei Ministri del Nord ItaliaPresiede l‟incontro fr. Francesco Bravi; sono presenti fr. BrunoBartolini, fr. Mario Vaccari, fr. Gabriele Trivellin, fr. Antonio Scabio e fr.Francesco Patton; sono presenti anche Maurizio Serof<strong>il</strong>li ed EnricoDelama <strong>di</strong> Diathesis.Dopo un momento <strong>di</strong> preghiera, alle ore 9.30 iniziano i lavori delCollegio dei Ministri. Fr. Francesco Bravi presenta <strong>il</strong> Documento finale <strong>di</strong>Assisi nella redazione definitiva e introduce i temi dell‟ODG.Il Presidente ricorda che occorre che ci lasciamo guidare, comein<strong>di</strong>cazioni, st<strong>il</strong>e e sostegno spirituale da quanto emerso nell‟assembleaAssisi 2011.1. Costituzione Commissione <strong>di</strong>scernimento interprovinciale sullefraternità:Si ritiene importante che i membri della Commissione sappianooffrire una visione del Definitorio e non solo <strong>per</strong>sonale e abbianoun‟a<strong>per</strong>tura e una visione interprovinciale globale.Sondata la <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità dei can<strong>di</strong>dati si concorda <strong>di</strong> affidare afr. Gabriele Trivellin la presidenza e <strong>il</strong> coor<strong>di</strong>namento dellaCommissione. Viene <strong>per</strong>tanto nominata ufficialmente la Commissione<strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>di</strong>scernimento interprovinciale sulle fraternità (CDIF).2. Giornata <strong>di</strong> lavoro della Commissione col Collegio dei Ministri(cfr. Documento Finale Assisi 2011 1.1.C-D)Si decide <strong>di</strong> tenerla <strong>il</strong> 3 novembre a M<strong>il</strong>ano-S. Angelo con inizioad ore ore 9.30. L‟incontro del Collegio dei Ministri sarà invece sabato12 novembre a Bologna-S. Antonio.Per quanto riguarda la giornata <strong>di</strong> lavoro Ministri-Commissione:Al mattino: ci sarà un‟informazione sui criteri seguiti nel <strong>di</strong>scernimentointraprovinciale (a cura dei sei Ministri). Si partirà dal lavoro fattonella mappatura, dove era stata usata la classificazione A-B-C;ogni Ministro spiegherà <strong>per</strong>ché le singole fraternità erano statecollocate nelle varie classi o fasce e secondo quali criteri, conl‟integrazione della categoria D, da intendersi come fraternitàda negoziare a livello interprovinciale. Ci sarà anche lapossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> un breve scambio con i presenti. Questo lavorooccu<strong>per</strong>à tutta la mattinata. Si può segnalare anche <strong>il</strong> lavorofatto (<strong>per</strong>corso e metodo/modalità attraverso cui si è <strong>per</strong>venutia quella classificazione). Lo schema presentato <strong>il</strong> 30 maggio vanaturalmente aggiornato alla situazione presente.Al pomeriggio: si lavorerà sui criteri, vanno ripresi quelli usati nellaTrento07Ottobre 2011Commissione <strong>per</strong> <strong>il</strong><strong>di</strong>scernimentointerprovinciale sullefraternità:fr. Gabriele TrivellinPresidentefr. Giampaolo PossentiLombar<strong>di</strong>afr. Fedele PradellaPiemontefr. Aldo ZerbinatiVenetofr. Maurizio ContiLiguriafr. Saverio BiasiTrentinofr. Andrea Nico GrossiEm<strong>il</strong>ia RomagnaDiathesis1Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


mappatura e quelli intergrati ad Assisi (dallaforte progettualità a quelli in<strong>di</strong>cati in DF 1.1.D). Ènecessario che i criteri <strong>di</strong> cui tener conto nonsiano troppi. Occorre chiarire bene cosa siintende <strong>di</strong> modo da usare un linguaggiocon<strong>di</strong>viso. E‟ importante che i criteri sianodescritti, in modo da sottrarli a una possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong>interpretazione eccessivamente soggettiva.L‟ipotesi è <strong>di</strong> partire da una scheda cheriprenda i criteri emersi e offra una letturacon<strong>di</strong>visa dei criteri:- forte progettualità con attenzione allaqualità della vita evangelica,- territorialità con attenzione ai bisogni socioecclesiali,- sostenib<strong>il</strong>ità con attenzione al numero ealle forze dei <strong>Frati</strong>,- pluriformità <strong>di</strong> espressione del carisma,- r<strong>il</strong>evanza storico-artistica,- sostenib<strong>il</strong>ità economica.I criteri vanno combinati tra <strong>di</strong> loroquando si riflette sulle situazioni concrete e sifanno ipotesi <strong>di</strong> futuro.Andrà fatta – in prospettiva – ancheun‟ipotesi riguardante le case/fraternità aservizio della futura Provincia (fraternità <strong>di</strong>servizio interno). Su questo conviene <strong>per</strong>ò che lostesso Collegio dei Ministri faccia una prima<strong>di</strong>samina.3. Costituzione del Segretariato Missioni edEvangelizzazioneViene nominato <strong>il</strong> SegretariatoInterprovinciale <strong>per</strong> le Missioni el‟Evangelizzazione che risulta così composto:Segretario: fr. Francesco MarchesiParrocchie: fr. Mauro GalesiniSantuari: fr. Luigi BettinPastorale sanitaria, carità e <strong>di</strong>sagio: fr.Francesco MazzonMissioni al popolo: fr. Federico RighettiAd gentes: fr. S<strong>il</strong>vio BovisAltri tre membri saranno nominati dalCollegio <strong>il</strong> 3 novembre.4. Commissione ILFr. Francesco Patton presenta <strong>il</strong> lavorodella Commissione e chiede al Collegio deiMinistri come procedere:- placet la tempistica e <strong>il</strong> programma d<strong>il</strong>avoro proposto dalla Commissione cosìcome viene <strong>di</strong>stribuito sul biennio avenire;- placet l‟idea <strong>di</strong> offrire 3 schede allefraternità (lineamenta) <strong>per</strong> raccogliere imateriali da far confluireBaccanellonell‟Instrumentum Laboris;- placet l‟idea <strong>di</strong> avere 03 schede <strong>di</strong> supporto<strong>per</strong> ritiri e <strong>per</strong> le giornate formative cheandranno elaborata Settembre a cura 2011 dellaCommissione Fope;- si ritiene ut<strong>il</strong>e inserire fr. Fabio Piasentinnella Commissione, fr. FrancescoMarchesi subentrerà a fr. FedericoRighetti come SegretarioMissioni/Evangelizzazione;- <strong>il</strong> pre-assemblaggio delle riflessioni<strong>per</strong>venute in risposta alle schedelineamenta-nelle Province sarà fatto dalI Ministri hanno cosìcomponente della Commissione <strong>di</strong>designato gli uffici dellaquella Provincia;Casa interprovinciale <strong>di</strong>placet l‟idea dell‟ILPostulatocontenente<strong>di</strong> Arco (TN):unaparte fondante/valoriale e una parteGuar<strong>di</strong>ano:strutturale.fr. Saverio BiasiMaestro:Il Collegio dà <strong>per</strong>tantofr. GiuseppemandatoBonatoallaCommissione <strong>di</strong> procedere Economo: secondo l‟ipotesipresentata.fr. Enzo PellegattaViene inoltre ricordato che: Vicario:- <strong>per</strong> <strong>il</strong> „12-„13 non è stato fr. Giuseppe ancora Bonato pensato<strong>il</strong> <strong>per</strong>corso Fo.Pe, Vice si possono maestro: ipotizzaregiornate formative fr. (giornate-ritiro) Paolo Moser <strong>per</strong>con<strong>di</strong>videre i valori vocazionali fondantia partire dai quali costruire la nuovaProvincia.- La commissione attende dal gruppoeconomia un contributo relativo allecose da decidere nel ‟13 (es. qualeregistrazione economica, quale FondoComune).- La commissione dovrà ipotizzare anche <strong>il</strong>tipo <strong>di</strong> interazione che dovrà esserci tra isei Capitoli5. Fraternità interprovincialiFr. Francesco Patton presenta l‟incontrocon le fraternità <strong>di</strong> Torino-S. Antonio e <strong>di</strong> CelleLigure (SA). La visione emersa è positiva, inentrambe le fraternità. Si avverte <strong>il</strong> bisogno <strong>di</strong>2Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


dare stab<strong>il</strong>ità al progetto dando stab<strong>il</strong>ità anchealla composizione delle due fraternità almeno<strong>per</strong> un triennio. Nel caso <strong>di</strong> Torino è statopositivo sia <strong>il</strong> lavoro fatto a livello <strong>di</strong> PVF, sia alivello <strong>di</strong> a<strong>per</strong>tura sempre maggiore allapastorale giovan<strong>il</strong>e attraverso <strong>il</strong> contatto con leparrocchie, la mensa poveri e la <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità ainiziative <strong>di</strong> evangelizzazione del mondogiovan<strong>il</strong>e.Viene fatta una rapida panoramicaanche sullo stato delle fraternità interprovinciali<strong>di</strong> formazione.La prospettiva che ci sia un terzopostulante è occasione <strong>per</strong> un breve scambio<strong>di</strong> opinioni tra i Ministri che concordano sul fattoche in questa fase l‟attenzione <strong>per</strong>sonale aigiovani in ricerca vocazionale comporta <strong>di</strong>sa<strong>per</strong> coniugare una ponderata flessib<strong>il</strong>ità dalpunto <strong>di</strong> vista delle modalità <strong>di</strong> accesso alPostulato con una seria attenzione alla qualitàdel <strong>di</strong>scernimento e ai criteri in base ai qualiaccogliamo.6. Giornata dei singoli Ministri provinciali con ipropri guar<strong>di</strong>ani a CastellettoI Ministri con<strong>di</strong>vidono ciò su cui pensano<strong>di</strong> strutturare la mattinata de<strong>di</strong>cata ai Guar<strong>di</strong>anidelle singole Province giovedì 27 ottobre.- Per tutti è importante fare un brevemomento <strong>di</strong> verifica della 4 giorni.- Il resto dell‟incontro varierà secondo leesigenze della vita delle Province.7. Varie ed eventuali- Il prossimo incontro sarà a Bologna <strong>il</strong> 12novembre ore 9.30- Ci si interroga su come rivedere <strong>il</strong>Regolamento dell‟Assemblea a partiredalla proposta <strong>di</strong> Genova. Si concorda <strong>di</strong>:oparlarne nei Definitòri e raccogliere leosservazioni entro marzo 2012,o successivamente rivederlo comeCollegio e adattarlo in funzione dellaprossima Assemblea.- Si ricorda che alcuni dei Capitoli del 2013saranno elettivi, e che ci sarà bisogno <strong>di</strong>trovare i visitatori come pure <strong>di</strong> farcoincidere solo la parte programmatica (ametà giugno) non la parte elettiva, e checomunque occorrerà fare attenzione allevarie scadenze.- Si <strong>di</strong>scute tra i Ministri circa la presenza <strong>di</strong>comunità <strong>di</strong> altre Province sul nostroterritorio, si riba<strong>di</strong>sce che occorre rifarsi aquanto deciso al Capitolo generale 2009 einserito negli SSGG 246-249. Occorreinserire negli accor<strong>di</strong>/convenzioni clausole<strong>di</strong> garanzia e <strong>di</strong>inserimento/partecipazione alla vita e allaFope del Nord Italia.L‟incontro si conclude alla ore 16.04 conl‟agimus tibi gratias.Il verbalistaFr. Francesco Patton3Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Dal DefinitorioovincialeM<strong>il</strong>anoCuria Provinciale14Ottobre 2011I lavori hanno inizio alle ore 9.00 con un breve momento <strong>di</strong>preghiera e con l‟approvazione del verbale del XXIII CongressoDefinitoriale. Si verificano poi gli ultimi appuntamenti provinciali.La Festa della Provincia celebrata a Rezzato <strong>il</strong> 24 settembre u.s.ha visto una buona partecipazione <strong>di</strong> frati. E‟ stato importante lospazio riservato al Ministro provinciale <strong>per</strong> <strong>di</strong>re una parola significativaalla vita dei frati, contribuendo al senso <strong>di</strong> unità <strong>per</strong> <strong>il</strong> cammino dellaProvincia intera. Il Ministro suggerisce <strong>di</strong> iniziare la prossima visitacanonica in occasione della Festa della Provincia 2012, organizzatacon opportuni momenti celebrativi e <strong>di</strong> riflessione.Il 9 e <strong>il</strong> 10 ottobre si è tenuto a Busto Arsizio l‟incontro dei fratiU10 della Provincia. Hanno partecipato circa una decina <strong>di</strong> frati, pocopiù della metà del totale. Molto apprezzato l‟intervento <strong>di</strong> fr. CesareVaiani, incaricato provinciale <strong>per</strong> i frati U10, che ha commentato <strong>il</strong>biglietto <strong>di</strong> san Francesco a frate Leone in<strong>di</strong>cando alcune linee <strong>per</strong> unaccompagnamento spirituale francescano. L‟inserimento nellefraternità è buono. La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>scriminante, che segna un realecambio nella vita, non è l‟uscita dalla casa <strong>di</strong> formazione ma laconclusione degli stu<strong>di</strong> (inserimento definitivo, responsab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong>rette…).Nella con<strong>di</strong>visione è emersa un‟interessante riflessionesull'accompagnamento spirituale. Se ne riconosce l‟importanza e allostesso tempo si auspica che assuma sempre <strong>di</strong> più un caratterefraterno. La fraternità <strong>di</strong> appartenenza dovrebbe farsi caricodell‟accompagnamento spirituale del singolo frate (ruolo chiave delguar<strong>di</strong>ano). E‟ emerso anche <strong>il</strong> tema degli impegni e <strong>di</strong> una “sana”solitu<strong>di</strong>ne (da una parte <strong>il</strong> senso <strong>di</strong> responsab<strong>il</strong>ità e <strong>di</strong> fiducia, madall‟altra <strong>il</strong> peso e la fatica). Si propone <strong>di</strong> ridurre la fascia da U10 a U5.Si è riflettuto sulla scarsa partecipazione agli esercizi e ad altre attivitàappositamente organizzate <strong>per</strong> gli U10. Da un lato si riconosce che laragione è dovuta alla scelta <strong>di</strong> priorità <strong>di</strong>verse (alcune <strong>di</strong>scutib<strong>il</strong>i) edall‟altro i frati studenti sono impossib<strong>il</strong>itati a partecipare <strong>per</strong> <strong>il</strong>calendario scolastico.Trasferimenti:Fr. LIVIO SORSOLIa Dongofr. ARTURO BUSETTIa Cermenate.Nomine:Fr. ITALO PALLESCHIAmministratoreparrocchiale <strong>di</strong> Dossodel Liro, Peglio e Livo.Fr. ROBERTO FERRARIAssistente spiritualeOFS <strong>di</strong> s. AngeloFr. ANDREA BIZZOZEROnulla osta Assistentespirituale Gruppo ISM<strong>di</strong> Como.4Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


E‟stata costituita la Commissione <strong>per</strong> <strong>il</strong> Discernimento Interprovinciale sulle Fraternità del NordItalia: fr. Gabriele Trivellin - coor<strong>di</strong>natore, fr. Maurizio Conti - Liguria; fr. Fedele Pradella - Piemonte, fr.Giampaolo Possenti - Lombar<strong>di</strong>a, fr. Andrea Nico Grossi - Em<strong>il</strong>ia Romagna, fr. Aldo Zerbinati - Veneto eFriuli, fr. Saverio Biasi - Trentino. Il primo incontro si terrà a M<strong>il</strong>ano, convento <strong>di</strong> s. Angelo, <strong>il</strong> 3 novembrealla presenza del Collegio dei Ministri provinciali.E‟ stato costituito anche <strong>il</strong> Segretariato <strong>per</strong> le Missioni e <strong>per</strong> l'evangelizzazione: fr. FrancescoMarchesi - segretario; fr. Mauro Galesini - settoreparrocchie; fr. Luigi Bettini - settore santuari; fr.Francesco Mazzon - settore pastorale sanitaria, carità e<strong>di</strong>sagio; fr. Federico Righetti - settore Missioni al popolo;fr. S<strong>il</strong>vio Bovis - settore Missioni Ad Gentes. Il Collegio deiMinistri suggerisce <strong>di</strong> completare la composizione delSegretariato con altri membri al fine <strong>di</strong> garantire unapiù ampia rappresentanza territoriale e settoriale.I Ministri Provinciali stanno valutando la propostadella Provincia dell‟Em<strong>il</strong>ia Romagna <strong>di</strong> istituire unafraternità interprovinciale parrocchiale a Reggio Em<strong>il</strong>ia,in sostituzione <strong>di</strong> quella, mai decollata, dell‟Antonianumin Bologna.Commissione preparatoria Capitoli 2013Fr. Almiro Modonesi presenta <strong>il</strong> lavoro svolto nelprimo incontro della Commissione. L‟obiettivo è <strong>di</strong>coinvolgere a partire da settembre 2012 tutte lefraternità, attraverso un lavoro sui Lineamentaappositamente preparati. Entro la fine <strong>di</strong> gennaio 2013le fraternità restituiranno le loro riflessioni a livelloprovinciale. La Commissione nei mesi <strong>di</strong> marzo-apr<strong>il</strong>e2013 rielaborerà <strong>il</strong> materiale e presenterà l'IL al Collegiodei Ministri e poi alla giornata pre-capitolare a Padovanel maggio 2013. Lo strumento <strong>di</strong> Fo.Pe. delle Provincedel Nord <strong>per</strong> l'anno 2012-2013 sarà costituito daiLineamenta. I lavori del Congresso Definitoriale siconcludono alle ore 17.00 circa.A laude <strong>di</strong> Cristo e del Poverello Francesco. Amen!5Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Testimonianze <strong>di</strong> vita FraternaProfessioneSolenne<strong>di</strong> fra SergioCazzaniga15Ottobre2011“Tu sei Santo,Signore,solo Dio,che o<strong>per</strong>icosemeravigliose”E' la sera del 15 ottobre, giorno della mia professione solenne, finalmentedopo i gran<strong>di</strong> festeggiamenti, mi ritiro in camera . Così, da solo, ho gustato,riflettuto e messo a fuoco quello che è accaduto.Ho cercato <strong>di</strong> dormire ma non riuscivo, avevo qualcosa che miscoppiava dentro... così ho preso un libro con gli scritti <strong>di</strong> S. Francesco e hopregato con le "Lo<strong>di</strong> <strong>di</strong> Dio Altissimo". Questa preghiera recitata tante volte,mi è apparsa sotto una luce nuova, in particolare <strong>il</strong> primo versetto: "Tu seiSanto, Signore, solo Dio, che o<strong>per</strong>i cose meravigliose..." Sì, davvero <strong>il</strong> Signoreha fatto <strong>per</strong> me cose meravigliose: mi ha preso <strong>per</strong> mano, mi ha donato deifratelli che mi hanno accolto e accompagnato in questi anni, mi ha fatto <strong>il</strong>grande dono della professione solenne.Il Signore mi ha donato i miei genitori: mia mamma e mio papà che dalcielo mi sorride; tanti amici che mi vogliono bene e tantissimi altri stupen<strong>di</strong>doni immeritati. Ma <strong>il</strong> dono più grande è questo "Sì" <strong>per</strong> tutta la vita. IlSignore <strong>di</strong>ce che si fida <strong>di</strong> me, mi accoglie come un Padre amoroso, mispalanca le Sue braccia misericor<strong>di</strong>ose. Mi <strong>di</strong>ce che "Lui" sarà sempre fedelenonostante le mie mancanze e le mie debolezze.La professione solenne è una tappa fondamentale nella mia vitafrancescana, ma come <strong>di</strong>ce la nostra Regola: "Nel nome del Signore,incomincia la vita e la regola dei frati minori" <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> è solo l'inizio, la partenza<strong>di</strong> un cammino che si chiuderà solo al termine della vita; un cammino cheogni giorno mi chiederà <strong>di</strong> rinnovare la fedeltà alla professione.Come impegnarsi a farlo? Lo <strong>di</strong>ce la Regola più avanti: "La regola e lavita dei frati minori è questa, cioè osservare <strong>il</strong> Santo Vangelo del SignoreNostro Gesù Cristo, vivendo in obbe<strong>di</strong>enza, senza nulla <strong>di</strong> proprio e incastità". Cosa vuol <strong>di</strong>re <strong>per</strong> me concretamente? Non certo una conoscenzadel Vangelo puramente teorica o nozionistica, ma un impegno quoti<strong>di</strong>anoa mettermi in ascolto della "Parola" e farla calare nella mia vita <strong>di</strong> tutti igiorni. Fare spazio a questa "Parola <strong>di</strong> vita" che chiede s<strong>il</strong>enzio, ascolto,preghiera incessante. Spazio oggi ancor più necessario, dato che siamo tuttibombardati da parole <strong>di</strong> ogni tipo vuote e inut<strong>il</strong>i: i mass me<strong>di</strong>a ce lepropinano giornalmente, gridate, sban<strong>di</strong>erate, a volte imposte con violenza.Un grazie <strong>di</strong> cuore al Ministro provinciale, al guar<strong>di</strong>ano, a tutti i frati <strong>di</strong> S.Antonio e ai tanti confratelli presenti; grazie al mio parroco don Innocente,a don Ernesto, a don Mario, a mia mamma, ai parenti e agli amici, graziealla mitica “Rosetta” e a tutti i fedeli della bas<strong>il</strong>ica.Un ringraziamento particolare ad alcune amiche e amici che, pur nonessendo credenti, hanno voluto <strong>di</strong>mostrarmi la loro vicinanza e <strong>il</strong> loro affetto.Uno stimolo in più <strong>per</strong> essere sempre un piccolo segno del grande amore delSignore. Amore che non giu<strong>di</strong>ca e non esclude nessuno.Fra Sergio12Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Fo.Pe. Guar<strong>di</strong>ani del Nord ItaliaProve tecniche della nuova Provincia. Così potremmo definire l'incontroche si è svolto a Castelletto, presso la casa <strong>di</strong> spiritualità delle Suore dellaSacra Famiglia. Presenti quasi tutti i Guar<strong>di</strong>ani delle fraternità checompongono la rete <strong>di</strong> presenza dei frati minori nel Nord Italia (<strong>di</strong>rei nellaPadania, se non avesse un connotato ideologico assai poco con<strong>di</strong>visib<strong>il</strong>e).Sappiamo che le attuali sei Province hanno ormai gli anni contati e si tratta<strong>di</strong> lavorare con maggiore alacrità <strong>per</strong> costruire legami <strong>di</strong> appartenenzache aiutino a vivere <strong>il</strong> passaggio epocale che ci attende con laconsapevolezza <strong>di</strong> chi inizia del nuovo. I Guar<strong>di</strong>ani sono <strong>di</strong>rettamentecoinvolti dai Ministri e dai Definitori delle loro Province <strong>per</strong> <strong>il</strong> ruolo <strong>di</strong>animazione che svolgono nelle fraternità e <strong>per</strong> la possib<strong>il</strong>ità che neconsegue <strong>di</strong> aiutare tutti i frati a vivere <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo presente non conrassegnazione o <strong>di</strong>stacco, ma con “luci<strong>di</strong>tà e audacia”.Per aiutare i Guar<strong>di</strong>ani nel loro compito, gli organizzatori del convegnohanno chiamato due nostri confratelli <strong>di</strong> navigata es<strong>per</strong>ienzanell'animazione dei processi <strong>di</strong> formazione <strong>per</strong>manente e nell'ambito dellerelazioni internazionali: fr. Massimo Fusarelli, attualmente Moderatore dellaFormazione Permanente della COMPI, e fr. Giacomo Bini.Fr. Massimo si è intrattenuto con noi lunedì e martedì, guidandociattraverso un confronto con la parola <strong>di</strong> Dio e lo scambio <strong>di</strong> es<strong>per</strong>ienze neigruppi a definire meglio <strong>il</strong> modello pedagogico dell'animatore comepromotore della vita buona in fraternità. Siamo stati aiutati a rivedere lecompetenze e le metodologie della comunicazione informale e degliincontri “ufficiali” delle fraternità. Al <strong>di</strong> là delle tante fatiche che siregistrano nei conventi delle nostre Province, fatiche legateall'invecchiamento e alla mortalità, alla scarsità <strong>di</strong> nuovi arrivi, alla<strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione <strong>di</strong> forze e all'infievolimento della fede, si può constatare lavoglia <strong>di</strong> continuare a lavorare nella vigna del Signore consapevoli dellenostre frag<strong>il</strong>ità e pochezze, ma proprio <strong>per</strong> questo forse più <strong>di</strong>sposti acollaborare e a intessere legami <strong>di</strong> fraternità tra noi, con le altre realtàecclesiali e con la società civ<strong>il</strong>e.Fr. Giacomo ha infervorato mercoledì mattina la nostra assemblea,ricordando le motivazioni alte che spingono la vita religiosa ad esseresempre un modello <strong>di</strong> presenza escatologicamente orientata. Questo è <strong>di</strong>fondamentale importanza anche e soprattutto in una fase <strong>di</strong>ristrutturazione provinciale come quella che stiamo vivendo, al fine <strong>di</strong> noncostruire solo, <strong>per</strong> quanto essenziali, buoni apparati adeguati alla realtàine<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> una Provincia che insiste su un territorio più vasto <strong>di</strong> quanto finoraeravamo abituati a pensare, ma <strong>per</strong> costruire anche una rinnovata identitàdella nostra presenza nel mondo secolarizzato e postmoderno dell'Italiasettentrionale.Il pomeriggio <strong>di</strong> mercoledì i Ministri provinciali ci hanno presentato <strong>il</strong>Documento finale dell'Assemblea dei Definitori che si è tenuta ad Assisi nelmese <strong>di</strong> Settembre, e <strong>di</strong> cui sarà data copia ad ogni frate. Il Giovedìmattina ogni Ministro si è radunato con i Guar<strong>di</strong>ani della propria Provincia.Noi abbiamo riservato un tempo cospicuo al <strong>di</strong>alogo con fr. Davide Sironi efr. Giambattista Delpozzo in merito alle iniziative e ad una più ampiariflessione sulla pastorale giovan<strong>il</strong>e e vocazionale. Con <strong>il</strong> Ministro, infine, si èiniziata a stu<strong>di</strong>are la programmazione della Visita canonica alla Provincia.Castelletto<strong>di</strong>BrenzoneVerona24-27Ottobre2011Animare<strong>per</strong>partecipare:<strong>il</strong> serviziodelGuar<strong>di</strong>anooggi7Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


“Dimentico del passato e proteso verso <strong>il</strong> futuro, corro verso la meta” (cf. F<strong>il</strong> 3, 13-14). Lanovitas non ci spaventi. Il passato non ci immob<strong>il</strong>izzi. Siamo all'intersezione <strong>di</strong> due mon<strong>di</strong>: quanto piùsapremo custo<strong>di</strong>re la memoria del passato evitando che fagociti <strong>il</strong> presente, tanto più saremo ingrado <strong>di</strong> correre spe<strong>di</strong>ti nel nuovo che avanza, e che se ci troverà assopiti nelle nostre falsesicurezze o depressi <strong>per</strong> la morte del nostro vecchio trionfalismo, <strong>di</strong>venterà esso stesso, <strong>il</strong> nuovo cheavanza, un tempo alieno <strong>per</strong> noi. Ma vogliamo davvero essere ancora significativi <strong>per</strong> le donne egli uomini <strong>di</strong> oggi, collaboratori della loro gioia e profeti del Dio venturo?fr. Ernesto Dezza“…Dimentico del passato e protesoverso <strong>il</strong> futuro, corro verso la meta…”Esodo 2,11-15Un giorno Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i loro lavori forzati. Vide unEgiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. Voltatosi attorno e visto che non c’era nessuno,colpì a morte l’Egiziano e lo sotterrò nella sabbia. Il giorno dopo uscì <strong>di</strong> nuovo e vide due Ebrei chelitigavano; <strong>di</strong>sse a quello che aveva torto: «Perché <strong>per</strong>cuoti <strong>il</strong> tuo fratello?». Quegli rispose: «Chi ti hacostituito capo e giu<strong>di</strong>ce su <strong>di</strong> noi? Pensi forse <strong>di</strong> potermi uccidere, come hai ucciso l’Egiziano?». AlloraMosè ebbe paura e pensò: «Certamente la cosa si è risaputa». Il faraone sentì parlare <strong>di</strong> questo fatto efece cercare Mosè <strong>per</strong> metterlo a morte. Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio <strong>di</strong>Ma<strong>di</strong>an e sedette presso un pozzo.24Ottobre 2011LetturaOrantedellaParolafr. MassimoFusarelliPren<strong>di</strong>amo come icona biblica <strong>il</strong> cammino <strong>di</strong> Israele verso lalibertà, prima in Egitto e poi nel deserto, attraverso la relazione tra <strong>il</strong><strong>per</strong>corso <strong>di</strong> Mosè e quello del suo popolo. Leggiamo in questa luce <strong>il</strong>servizio <strong>di</strong> animazione proprio dei Guar<strong>di</strong>ani. Si tratta <strong>di</strong> un ministero chetocca anzitutto la vita in vocazione <strong>di</strong> chi lo compie. Non è tantoqualcosa che si può realizzare fuori <strong>di</strong> sé, bensì a partire da sé.Mi chiedo con voi: che cosa significa oggi <strong>per</strong> la mia vita <strong>il</strong> servizio<strong>di</strong> animatore? Come interpella la mia risposta vocazionale in questotempo? Quale chiamata alla conversione posso riconoscervi oggi <strong>per</strong> <strong>il</strong>mio itinerario vocazionale?"Istruito in tutta la sapienza degli egiziani" (At 7, 22)Poco dopo la metà del secondo m<strong>il</strong>lennio a.C. l'Egitto è ungrande im<strong>per</strong>o che si estende dalla Libia fino alla Siria. Dopo una brevecrisi interna (1372-1354), l'Egitto riprende <strong>il</strong> suo splendore e nel XIII sec.a.C. con Ramses II (1290-1234) tutto <strong>il</strong> paese conosce un tempo <strong>di</strong> gloriae <strong>di</strong> ricchezza. L‟Egitto era allora meta <strong>di</strong> una forte immigrazione <strong>di</strong>popolazioni asiatiche: fenomeno <strong>di</strong> vaste proporzioni che l'Egitto giàmolti secoli prima aveva tentato <strong>di</strong> arginare con la costruzione dellafortezza chiamata "muro dei principi" (sotto Amenemhet I: 1991-1962). Difatto, da secoli, asiatici e soprattutto palestinesi si spostavano in Egitto: sitrattava <strong>di</strong> semiti che formavano la mano d'o<strong>per</strong>a ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong>l'e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> fortezze 8 e <strong>di</strong> città-magazzino.Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011Tra questi semiti provenienti dalle zone confinanti dell'Egitto e dal suddella Palestina e questi habiru, "ebrei", gli egiziani sceglievano anche dei


trattava <strong>di</strong> semiti che formavano la mano d'o<strong>per</strong>a ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> l'e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> fortezze e <strong>di</strong> cittàmagazzino.Tra questi semiti provenienti dalle zone confinanti dell'Egitto e dal sud della Palestina e questihabiru, "ebrei", gli egiziani sceglievano anche dei fedeli aiutanti domestici, degli scribi e dei funzionari<strong>per</strong> l'amministrazione e così alcuni conoscevano una vicenda molto <strong>di</strong>versa rispetto ai loro fratelli <strong>di</strong>sangue che restavano poveri schiavi, beduini malvisti o lavoratori oppressi.Il libro dell'Esodo colloca la nascita <strong>di</strong> Mosè in Egitto. Il nome stesso che egli riceve (Msw)deriva dal verbo egiziano "nascere" e significa "nato" o "figlio". Gli israeliti spiegarono <strong>il</strong> nome egiziano<strong>di</strong> Mosè con <strong>il</strong> verbo ebraico mashah, "trarre fuori" e lo lessero come "tratto dalle acque" (Es 2.10).La Scrittura, con <strong>il</strong> racconto della nascita <strong>di</strong> Mosè, vuole narrarci Dio e la sua azione più che lavicenda del bambino Mosè e vuole mostrare che Dio guarda ai poveri, sceglie i poveri, li protegge eli salva dalla mano dei nemici. I primi <strong>di</strong>eci versetti del c. 2 dell'Esodo riguardanti la nascita e lacrescita <strong>di</strong> Mosè non vogliono essere una cronaca <strong>di</strong> eventi, ma ci in<strong>di</strong>cano con forza 1'azionefedele <strong>di</strong> Dio verso colui che ha scelto. Tutto concorre a realizzare la vocazione <strong>di</strong> Mosè findall'infanzia: Mosè nasce con un verdetto <strong>di</strong> morte su <strong>di</strong> sé, viene abbandonato sulle acque delfiume dalla madre, adottato dalla figlia del faraone, allontanato da casa sua e dalla sua famiglia,ma tutto contribuisce alla sua vocazione. È la preparazione! Mosè conoscerà la sapienza raffinatadell'Egitto, <strong>di</strong>venterà uno scriba e riceverà un notevole educazione così che Stefano potrà <strong>di</strong>re, nelsuo <strong>di</strong>scorso ai membri del Sinedrio, che "fu istruito in tutta la sapienza degli egiziani" (At 7.22).Sappiamo dalle sco<strong>per</strong>te archeologiche che nel XIII secolo nelle scuole d'Egitto si ricopiavanoantichi testi della sapienza egiziana e si trasmettevano agli scolari riflessioni sull'uomo, sulle originidegli uomini, sull'arte del governo, della giustizia sociale e sul rispetto <strong>di</strong> ogni uomo. Mosè fu istruito intutta questa sapienza, in tutta questa ricchezza <strong>di</strong> cultura. Ma venne <strong>il</strong> giorno in cui Mosè sentì vivadentro <strong>di</strong> sé la sua propria tra<strong>di</strong>zione, quella della sua gente, gli ebrei. Di fronte alle dottrineteologiche dell'Egitto emergono anche gli elementi della sua fede: <strong>il</strong> Dio dei suoi padri, <strong>il</strong> Dio <strong>di</strong>Abramo, <strong>di</strong> Isacco e <strong>di</strong> Giacobbe, <strong>il</strong> Dio che è intervenuto proteggendo e guidando i padri e che hachiesto loro obbe<strong>di</strong>enza e riconoscimento.Sua madre certamente non mancò <strong>di</strong> ricordare al giovane Mosè la fede della sua gente.Appartenenza ad un popolo, sangue, tra<strong>di</strong>zione, fede erano presenti nella coscienza <strong>di</strong> Mosè, ebenché in quanto funzionario fosse ormai "molto grande in Egitto agli occhi dei servi del faraone" (Es11.3), egli non rinnegò mai la sua origine finché "uscì verso i suoi fratelli" (Es 2.11), i prigionieri (cf. Gen46.28), gli schiavi dell'Egitto costretti a duri lavori.Mosè "esce", <strong>di</strong>ce <strong>il</strong> testo biblico, ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> verbo tipico dell'esodo... È l'inizio dell'esodo, èl'inizio della visita <strong>di</strong> Dio. L'incontro con i suoi fratelli maltrattati lo scuote: trasportato dalla collera edallo zelo <strong>per</strong> la giustizia uccide un egiziano che picchiava un ebreo (Es 2.12). Ma, accortosi che <strong>il</strong>suo gesto era stato sco<strong>per</strong>to, deve fuggire e così Mosè esce dall'Egitto. Mosè, come <strong>di</strong>ce Stefano,"<strong>di</strong>venne straniero" (At 7.29): da figlio adottivo nella casa del faraone a fuggiasco braccato in terrastraniera. La rottura con <strong>il</strong> paese d'adozione è avvenuta, ma nulla andrà <strong>per</strong>so <strong>di</strong> quel che Mosè haricevuto in Egitto: istruzione, sapienza, relazioni... tutto tornerà a servizio della sua vocazione. Ma oraMosè deve rifugiarsi nel deserto, "fuggire dalla faccia del faraone" (Es 2.15). Infatti egli "rifiutò <strong>di</strong>essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con <strong>il</strong> popolo <strong>di</strong> Diopiuttosto che godere <strong>per</strong> breve tempo del peccato" (Eb 11.24-25).“Ghersom”: l’accompagnamento-animazione es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> stranieritàMosè nasce minacciato, come <strong>il</strong> suo popolo ed è salvato da una mano nemica, grazie allaquale la vita fiorisce, si <strong>di</strong>mostra più forte della morte.«Mosè uscì verso i suoi fratelli e vide <strong>il</strong> loro peso» (Es 2,11): «si reca dai suoi fratelli», stab<strong>il</strong>isce unprimo rapporto con loro. Ha ormai 40 anni e compie un esodo che lo porta ad allontanarsidall‟ambiente protetto e aristocratico in cui è cresciuto, <strong>per</strong> s<strong>per</strong>imentarsi nella vita. Il punto è che lofa da “salvatore”, imbevuto <strong>di</strong> teoria e <strong>di</strong> ideologia e così incontra <strong>il</strong> rifiuto dei suoi stessi fratelli, chegiungono a minacciarlo <strong>di</strong> morte (cf. Es 2,13-14). S<strong>per</strong>imenta una rottura con loro, con la casa del9Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


faraone e <strong>per</strong>sino con se stesso; non è più chi presumeva <strong>di</strong> essere e <strong>di</strong> voler essere. Fugge dunquenel deserto, luogo inospitale che mette alla prova; ora è un «senza popolo», «forestiero in terrastraniera» (Es 2,22). Qui Mosè si normalizza, mette su famiglia, apprende l’arte della vita reale, siincammina verso la sua identità più vera, frutto <strong>di</strong> un cammino poliedrico: <strong>di</strong> nascita ebreo, <strong>di</strong>cultura egiziano, <strong>di</strong> ac<strong>qui</strong>sizione ma<strong>di</strong>anita. Qui vede cadere in crisi <strong>il</strong> suo progetto precedente,senza già sa<strong>per</strong>e che cosa lo attende; <strong>per</strong>mane anzi nell‟attesa.Mosè vive <strong>per</strong> primo quel pellegrinaggio che poi avrebbe fatto <strong>per</strong>correre al suo popolo. Ilgrande condottiero è prima <strong>di</strong> tutto un nomade reso um<strong>il</strong>e dalla sconfitta dei suoi piani.È a questo punto che Mosè può <strong>per</strong>cepire la sua chiamata e missione, unito in<strong>di</strong>ssolub<strong>il</strong>mente alsuo popolo. Il Signore vede la miseria del suo popolo e scende a liberarlo (cf. 3,7-8), ma poi è a Mosèche or<strong>di</strong>na <strong>di</strong> farlo uscire (cf. 3,10), in virtù della sua chiamata. Siamo <strong>di</strong>nanzi alla relazione profondatra Mosè, <strong>il</strong> popolo e l‟azione <strong>di</strong> Dio; una sinergia che <strong>di</strong>ce la <strong>di</strong>gnità dell‟uomo chiamato acollaborare con la Sua o<strong>per</strong>a.Elementi <strong>per</strong> l’accompagnamento comunitario:- Ogni accompagnamento comporta un esodo, l‟uscita da sé, dal proprio mondo, anchereligioso, <strong>per</strong> aprirsi all‟altro e alla novità che egli porta. Questo “uscire” può <strong>di</strong>mostrarsidoloroso, specie nel purificare la pretesa <strong>di</strong> salvare l‟altro, <strong>di</strong> introdurlo in un camminopredefinito, <strong>di</strong> non giocarsi veramente nel cammino verso l‟altro, nel rispettare la <strong>di</strong>stanza<strong>per</strong>ché l‟altro cresca. L‟animazione aiuta nel purificarsi dai propri meto<strong>di</strong>, dai nostri progetti edalle tecniche <strong>per</strong> riuscire, fino ad apprendere ad affidarsi. È in tutta questa normalità ches‟impara ad attendere: l‟accompagnamento non fornisce risposte o ricette ma attrezza <strong>per</strong>un‟attesa. È così che si può cominciare a riconoscere un‟altra possib<strong>il</strong>ità, nuova, sotto lascorza del terrib<strong>il</strong>e quoti<strong>di</strong>ano. L‟animazione è una compagnia nella fede <strong>per</strong> sa<strong>per</strong> restarenell‟attesa, a<strong>per</strong>ti all‟ine<strong>di</strong>to che si affaccia sulla nostra vita, sino a riconoscere la signoria <strong>di</strong>Dio che si manifesta proprio nelle parole <strong>di</strong> Vangelo che l‟esistenza contiene.- Il tempo proprio dell‟animazione è quello della vita reale: è così che essa educa tutti noi atenere insieme (syn-ballein) la vita e <strong>il</strong> Vangelo.- Ci sono tempi particolarmente forti nella vita <strong>di</strong> una Fraternità: la preghiera liturgica, gliincontri <strong>di</strong> famiglia (Capitolo, narrazione <strong>di</strong> fede, revisione <strong>di</strong> vita ecc.). In essi si fa es<strong>per</strong>ienzadello Spirito che si esercita in noi, nella fondamentale <strong>di</strong>mensione comunitaria, densa delmovimento trinitario dell‟ospitalità reciproca. Per abbandonarsi alla “santa o<strong>per</strong>azione” delloSpirito, come <strong>di</strong>rebbe S. Francesco, è vitale uscire da, ritirarsi: Mosè lascia la casa del faraonee la terra d‟Egitto <strong>per</strong> rannicchiarsi nel deserto, dove vive da straniero. In questa situazionel‟umanità <strong>di</strong> Mosè cresce, si scioglie, <strong>di</strong>venta semplicemente più umana.Gli appuntamenti comunitari sono chiamati a <strong>di</strong>ventare luoghi <strong>di</strong> vita nei quali apprenderel‟arte <strong>di</strong> accompagnarsi a vicenda, rannicchiandosi, <strong>per</strong> far posto agli altri. «Noi noninten<strong>di</strong>amo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia,<strong>per</strong>ché nella fede voi siete già sal<strong>di</strong>» (2Cor 1,24): accompagnare non vuol <strong>di</strong>re <strong>di</strong>rigere vitealtrui. Piuttosto ci è chiesto <strong>di</strong> imparare a cominciare da noi stessi <strong>il</strong> laborioso passaggio dallaschiavitù amara al sapore fragrante della libertà (ci vogliono ben 40 anni <strong>per</strong> fare appena 400ch<strong>il</strong>ometri!) e <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> <strong>per</strong> fare spazio all‟altro <strong>per</strong>ché cresca, a <strong>di</strong>minuire in quanto in<strong>di</strong>vidui eanche come istituzione <strong>per</strong>ché l‟altro sia.- Tra Dio, Mosè e <strong>il</strong> popolo c‟è una relazione profonda <strong>di</strong> reciproca appartenenza. Anche nei40 anni trascorsi nel deserto, Mosè porta con sé <strong>il</strong> suo popolo e viene preparato a incontrare econoscere quel Dio dei suoi padri, che ha <strong>di</strong>menticato, così come è successo ad Israele ormaischiavo. La solidarietà tra Mosè e <strong>il</strong> popolo esprime quel legame in<strong>di</strong>ssolub<strong>il</strong>e tra <strong>il</strong> Dio semprefedele all‟alleanza fatta con i padri e <strong>il</strong> suo popolo. Solidarietà è parola chiave <strong>per</strong> un10Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Incontro Provinciale Under Ten(1)Frate Leone, <strong>il</strong> tuo frate Francesco ti augura salute e pace.(2)Così <strong>di</strong>co a te, figlio mio, come madre:tutte le parole, che abbiamo detto lungo la via,le or<strong>di</strong>no e consiglio,e non c’è bisogno che tu venga da me <strong>per</strong> consiglio,<strong>per</strong>ché così ti consiglio:(3)in qualunque maniera ti sembra meglio <strong>di</strong> piacere al Signore Dioe <strong>di</strong> seguire le sue orme e la sua povertà,fatelo con la bene<strong>di</strong>zione del Signore Dioe con la mia obbe<strong>di</strong>enza.(4)E se a te è necessario, <strong>per</strong>ché tu ne abbia altra consolazione,che la tua anima ritorni a me, e tu lo vuoi, vieni.BustoArsizio9-10Ottobre2011Si tratta <strong>di</strong> uno dei due testi autografi <strong>di</strong> Francesco (l‟altro è laChartula); questo è conservato nella Cattedrale <strong>di</strong> Spoleto. Si tratta<strong>di</strong> un testo che non è possib<strong>il</strong>e datare in alcun modo; <strong>per</strong> <strong>il</strong> suo stato<strong>di</strong> conservazione è anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e lettura. È un foglietto <strong>di</strong><strong>per</strong>gamena <strong>di</strong> ridotte <strong>di</strong>mensioni (6X13 cm) che possiamoconsiderare corrispondenza privata <strong>di</strong> Francesco, o anche unalettera <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione spirituale.La corretta lettura delle poche righe che compongono questotesto è stata una vicenda complessa negli ultimi anni: non stiamo ari<strong>per</strong>correrla, e <strong>di</strong>ciamo soltanto che l‟e<strong>di</strong>zione da cui partire è quella<strong>di</strong> Bartoli Langeli, cui bisogna aggiungere <strong>per</strong>ò le osservazioni <strong>di</strong>Paolazzi. Il testo che seguiamo, dunque, è quello proposto daPaolazzi, che segue totalmente l‟e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Bartoli Langeli nelleprime <strong>qui</strong>n<strong>di</strong>ci righe dell‟autografo ma propone una più plausib<strong>il</strong>elettura <strong>per</strong> le ultime quattro righe.La novità più r<strong>il</strong>evante dell‟e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Bartoli Langeli, sulla base <strong>di</strong>osservazioni tecniche <strong>di</strong> paleografia, (rasure e cancellazioni presentinel testo, segni evidenti <strong>di</strong> un cambio <strong>di</strong> penna e <strong>di</strong> inchiostro) neipotizza una stesura in due tempi:“Certo è che Francesco dapprima chiuse la lettera aobe<strong>di</strong>entia, poi ci ripensò, raschiò quanto avevatracciato nella parte inferiore e aggiunse quattro righe… ”Tali osservazioni <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> conc<strong>il</strong>iare la lettura della primaparte del biglietto, nella quale Francesco dà <strong>il</strong> suo consiglio a Leonee poi gli <strong>di</strong>ce che non è necessario che venga da lui, con laseconda parte, in cui invece <strong>di</strong>ce a Leone: “se vuoi venire da me,comunque vieni”. Questo r<strong>il</strong>ievo sull‟andamento apparentementecontrad<strong>di</strong>ttorio del testo rende possib<strong>il</strong>e uno sguardo sul modo <strong>di</strong>relazionarsi <strong>di</strong> Francesco con frate Leone.In particolare emerge una attenzione davvero materna versoMe<strong>di</strong>tazione<strong>di</strong> fr. CesareVaianisull’accompagnamentospiritualea partire dalbiglietto <strong>di</strong>s. Francescoa frate Leone12Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


“Tuttele parole,che abbiamodettolungo la via,le riassumobrevementein questaparola<strong>di</strong> consiglio”Francesco aiuta frateLeone a fare or<strong>di</strong>ne nelproprio vissuto,adeguatamentericonosciuto attraverso<strong>il</strong> collo<strong>qui</strong>o, così dagiungereal <strong>di</strong>scernimento<strong>di</strong> ciò che è secondo lavolontà <strong>di</strong> Dio.dell‟Ultima volontà a Santa Chiara. La seconda espressioneritorna anche altrove nei testi<strong>di</strong> Francesco, <strong>per</strong> in<strong>di</strong>care quella opzione fondamentale che siconcentra sul Signore, e che invita a <strong>di</strong>scernere ogni momento la suavolontà.Il tono generale <strong>di</strong> questo biglietto rivela un atteggiamento chepotremmo qualificare <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione spirituale nei confronti <strong>di</strong> Leone, eche contrassegna anche la prima parte della Lettera a un ministro,dove Francesco si rivolge al destinatario consigliandolo «de factoanime tue». Possiamo dunque affermare che Francesco svolgevaanche questo compito <strong>di</strong> aiuto al <strong>di</strong>scernimento spirituale neiconfronti dei suoi fratelli. E manifestava in tali rapporti una delicatezzamaterna (come nell‟espressione del nostro testo) ma anche unasobria e essenziale capacità <strong>di</strong> sintesi, che riesce a riassumere inpoche righe <strong>il</strong> suo pensiero. Si noti, nel nostro testo, la concisachiarezza e importanza dell‟obiettivo proposto: «placere Domino Deoet se<strong>qui</strong> vestigia et pau<strong>per</strong>tatem suam», che potrebbe essere assuntocome motto della spiritualità francescana. Anche altrove Francesco<strong>di</strong>mostra questa capacità <strong>di</strong> sintesi: si pensi, nella Lettera a un Ministro,la sintesi espressa da quel «tutto devi ritenere come una grazia»,oppure l‟altra famosa espressione della Regola «avere lo Spirito delSignore e la sua santa o<strong>per</strong>azione».Il testo lascia intravedere anche qualche tratto caratteristico dellamaniera in cui Francesco aiuta nel <strong>di</strong>scernimento i suoi fratelli: si tratta<strong>di</strong> un metodo che priv<strong>il</strong>egia <strong>il</strong> collo<strong>qui</strong>o, alla fine del quale giungeread una sintetica determinazione. In questo senso, infatti, va intesal‟espressione «tutte le parole, che abbiamo detto lungo la via, leriassumo brevemente in questa parola <strong>di</strong> consiglio» (omnia verba que<strong>di</strong>ximus in via breviter in hoc verbo <strong>di</strong>spono et cons<strong>il</strong>io), che lasciaintravedere una prima fase <strong>di</strong> prolungato <strong>di</strong>alogo cui seguel‟intervento <strong>di</strong> Francesco, teso a fare or<strong>di</strong>ne in quanto è emerso nelloscambio verbale: a questo proposito si può osservare chel‟espressione in hoc verbo <strong>di</strong>spono et cons<strong>il</strong>io del testo, tradotto comeriassumo in questa parola <strong>di</strong> consiglio, in<strong>di</strong>ca forse con più precisioneuna attività <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no (<strong>di</strong>spono) <strong>di</strong> quanto emerso nel <strong>di</strong>alogoprecedente, piuttosto che un semplice atto <strong>di</strong> riassumere. Si prof<strong>il</strong>acosì una sapiente attitu<strong>di</strong>ne ad una <strong>di</strong>rezione spirituale nella quale <strong>il</strong>compito del “<strong>di</strong>rettore” non è tanto quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere, in<strong>di</strong>candoquanto <strong>il</strong> “<strong>di</strong>retto” deve fare, quanto piuttosto un aiuto a fare or<strong>di</strong>nenel proprio vissuto, adeguatamente riconosciuto attraverso <strong>il</strong>collo<strong>qui</strong>o, così da giungere al <strong>di</strong>scernimento <strong>di</strong> ciò che è secondo lavolontà <strong>di</strong> Dio. Fondamentale, in questa espressione, la capacità <strong>di</strong>guardare alla vita, ben evocata da quella «via» lungo la quale si<strong>di</strong>cono molte «parole», nelle quali fare or<strong>di</strong>ne. Il <strong>di</strong>scernimento dellavolontà <strong>di</strong> Dio parte dalla vita, e deve semplicemente cercare <strong>di</strong>riconoscere <strong>il</strong> senso e l‟or<strong>di</strong>ne nascosto negli eventi, apparentementecasuali e <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nati, della nostra vita. Si tratta <strong>di</strong> applicare quellaattitu<strong>di</strong>ne a «vedere e credere» <strong>di</strong> cui Francesco parla n14Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


nnell‟Ammonizione 1 e <strong>di</strong> cui dà prova nel Testamento.È stato spesso sottolineato un altro elemento caratteristico del nostro testo, che è <strong>il</strong>passaggio dal singolare al plurale nelle parole che Francesco rivolge a Leone: da «inqualunque maniera ti sembra meglio <strong>di</strong> piacere al Signore» si passa con molta <strong>di</strong>sinvoltura al«fatelo con la bene<strong>di</strong>zione del Signore Dio e con la mia obbe<strong>di</strong>enza». A chi si riferisce quelfatelo? Francesco ha presenti altri fratelli, accanto a Leone?“…fatelo con la bene<strong>di</strong>zionedel Signore Dio e con la mia obbe<strong>di</strong>enza…”C‟è chi ha dato un grande peso a queste parole, che costituirebbero l‟approvazione<strong>di</strong> Francesco stesso ad un gruppo <strong>di</strong> fratelli che forse vogliono vivere in maniera un po‟<strong>di</strong>versa dagli altri, «seguendo le orme e la povertà del Signore». Si tratterebbe dunque dellabene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Francesco stesso a quelli che poi, negli anni e ad<strong>di</strong>rittura nei secoli seguenti,sarebbero stati chiamati “zelanti” o “spirituali”. Pensiamo esagerata una taleinterpretazione, che legge <strong>il</strong> testo in relazione a vicende che sarebbero seguite nel tempo;va comunque r<strong>il</strong>evato <strong>il</strong> tono <strong>di</strong> grande libertà interiore che traspare da queste righe, chesono un atto <strong>di</strong> fiducia nella capacità dei fratelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernere autonomamente qual è <strong>il</strong>modo in cui sembra meglio <strong>di</strong> piacere al Signore, e che dunque orientano ad una lettura<strong>di</strong>namica della forma <strong>di</strong> vita, che è piuttosto lontana dalla prospettiva fortemente giuri<strong>di</strong>cache si imporrà prestissimo nell‟Or<strong>di</strong>ne francescano.A questa concezione a<strong>per</strong>ta e libera della sequela del Signore, da <strong>per</strong>seguire «inqualunque modo sembrerà meglio», si collegano anche le ultime parole <strong>di</strong> Francesco aLeone, che gli <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> raggiungerlo, se Leone lo riterrà necessario: in questo caso <strong>il</strong><strong>di</strong>scernimento è dunque affidato a Leone stesso. Ed è certamente significativo che unamotivazione sufficiente venga riconosciuta nella «altra consolazione» che Leone può averedall‟incontro con Francesco: i motivi <strong>di</strong> un agire spirituale non rimandano dunque soltanto aregole morali, magari fredde e razionali, ma possono essere anche le ragioni del cuore,come la consolazione che nasce da un incontro con una <strong>per</strong>sona cara.fr. Cesare Vaiani15Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Dai Monasteri…CorsoUnderTenClarissedellaFederazioneRezzato9-15 Ottobre2011“L’unitàdellascambievolecarità:Comunionenella<strong>di</strong>versità”Dal 9 al 15 ottobre 2011 si è svolto a Rezzato, nel convento deifrati minori, <strong>il</strong> corso Under Ten delle giovani professe dellaFederazione, sul tema: L‟unità della scambievole carità: Comunionenella <strong>di</strong>versità.Con le do<strong>di</strong>ci sorelle provenienti dalla gran parte dei monasteridella federazione erano presenti madre Chiara Benedetta Conte efr. Stefano Dallarda; suor Maria Grazia Pezzoni del monastero <strong>di</strong>Lovere è stato un vali<strong>di</strong>ssimo aiuto alla cuoca <strong>di</strong> Rezzato e allacomunità ospitante.Il corso è andato via via costruendosi con l‟apporto prezioso,consistente e molto <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e <strong>di</strong> fr. Francesco Patton ministroprovinciale, presente <strong>per</strong> due giorni, con la testimonianzaes<strong>per</strong>ienziale e fraterna <strong>di</strong> fr. Ernesto Dezza in qualità <strong>di</strong> frate che hada poco oltrepassato la soglia degli over ten, con lo scambio e lacon<strong>di</strong>visione che le sorelle hanno realizzato sulle piste delle riflessioniofferte e su alcune tematiche del cammino federale. Fr. FrancescoPatton ci ha regalato una serata <strong>di</strong> conoscenza e approfon<strong>di</strong>mentodel cammino dei frati verso la nuova Provincia del nord Italia,riflessione arricchita in seguito dal <strong>di</strong>alogo con fr. Ernesto e alcuni fratidella comunità.La fantastica ospitalità dei fratelli <strong>di</strong> Rezzato, la loro curafraterna (e materna!) ha fatto <strong>il</strong> resto, offrendo ulteriori momenti <strong>di</strong>con<strong>di</strong>visione e <strong>di</strong>stensione, facendo s<strong>per</strong>imentare, proprio nellacomunione delle <strong>di</strong>versità, com‟è bello e com‟è dolce che le sorelle… e i fratelli vivano insieme!(circa la dolcezza si ringrazia - dulcis in fundo - la gelateria LaPecora Nera …!)Dalla Federazione delle sorelle Clarisse<strong>di</strong> Liguria - Lombar<strong>di</strong>a - Piemonte19 17 18 16Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


F<strong>il</strong>miamo…VILLAGGIO DI CARTONESinossiLa chiesa è vuota, non ci sono più fedeli, restano solo le panche,un crocifisso che viene deposto e <strong>il</strong> vecchio prete che lì ha dato la suavita e non vuole andarsene. Il suo rimanere <strong>per</strong>metterà a un gruppo <strong>di</strong>immigrati <strong>di</strong> rifugiarsi nella chiesa che viene trasformata, con teli evecchi cartoni, in un v<strong>il</strong>laggio. Questa gente in attesa <strong>di</strong> partire <strong>per</strong> altr<strong>il</strong>uoghi, si nasconde nella clandestinità, s<strong>per</strong>a, complotta, vive. E ridàvita. C‟è una nuova umanità che resistite e restituisce un senso religiosoal vuoto lasciato da chi pensa solo a salvare se stesso.Ermanno Olmi ha cambiato idea. E <strong>il</strong> Cinema si arricchisce <strong>di</strong> un altrolungometraggio <strong>di</strong> valore e profon<strong>di</strong>tà. Centochio<strong>di</strong> (2007) doveva essere <strong>il</strong>suo ultimo f<strong>il</strong>m, a cui sarebbero seguiti solo documentari - Terra Madre (2010) -riportando così <strong>il</strong> regista bergamasco alla sua prima passione giovan<strong>il</strong>equando inizia ad usare la macchina da presa <strong>per</strong> realizzare una serie <strong>di</strong>documentari <strong>per</strong> la E<strong>di</strong>sVolta. Invece, con V<strong>il</strong>laggio <strong>di</strong> cartone, Olmi ci offre unracconto che affronta la problematica dell‟accoglienza dello straniero sottola luce del senso umano e religioso della vita.Dopo i “centochio<strong>di</strong>” conficcati da un insegnante <strong>di</strong> f<strong>il</strong>osofia, allaricerca della verità sapienziale attraverso la con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> vita dei semplici epiccoli, <strong>qui</strong> i chio<strong>di</strong> vengono tolti. Dal Crocifisso.Il f<strong>il</strong>m si apre con la scena in cui alcuni o<strong>per</strong>ai rimuovono una grandecroce in una chiesa orami vuota, non più frequentata dai fedeli. E‟ unadeposizione, Cristo sembra non parlare più all‟uomo, può essere messosottoterra. Ma con un‟inquadratura dall‟alto <strong>il</strong> regista ci mostra lo sguardo delCrocifisso che sembra osservare un‟agire degli uomini finalizzato ai numeri, alcalcolo della convenienza e incapace <strong>di</strong> entrare nel mistero e assumere criteri<strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong>versi.Il vecchio prete, che da sempre svolge <strong>il</strong> suo ministero in quella chiesa,lotta <strong>per</strong> restare e non si arrende a chi cerca <strong>di</strong> convincerlo che i tempi sonocambiati. La sua fedeltà, attraversata anche dall‟oscurità del dubbio,<strong>per</strong>mette che quel luogo rimanga uno spazio sacro <strong>di</strong> incontro con <strong>il</strong> Mistero<strong>di</strong> Cristo e dell‟uomo. Un gruppo <strong>di</strong> immigrati si introduce in quella chiesa incerca <strong>di</strong> un rifugio temporaneo prima <strong>di</strong> partire <strong>per</strong> altri paesi, e <strong>il</strong> prete liaccoglie aprendosi a una nuova umanità in cerca <strong>di</strong> vita.La pioggia che f<strong>il</strong>tra da una vetrata posta alla sommità della chiesa,che evoca un occhio forse in pianto, viene raccolta nel battistero: servirà <strong>per</strong>aiutare una giovane a partorire in un ripostiglio a<strong>di</strong>acente alla chiesa. C‟èun‟acqua benedetta, che viene donata <strong>per</strong>ché continui ad essere fonte <strong>di</strong>vita <strong>per</strong> coloro che la accolgono.E‟ ripresentato da Olmi <strong>il</strong> mistero del nascere, lì in uno spazio spoglio,abbandonato da uomini che vivono in “alberghi” pieni, in luoghi <strong>di</strong> massa, siripresenta una nuova Betlemme, e <strong>il</strong> sacerdote canta Adeste fideles <strong>per</strong>chégli uomini ritornino ad adorare un Dio che continua a farsi carne nella storia eattraverso i poveri che <strong>di</strong>cono sì al mistero della vita. Quel Crocifisso deposto èRisorto.Tutto <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m è girato in questi ambienti chiusi, dall‟esterno si sentono solo23 17 22Scheda a cura <strong>di</strong>fr. Davide SironiV<strong>il</strong>laggio<strong>di</strong> Cartone<strong>di</strong> Ermanno OlmiCon MichaelLonsdale, RutgerHauer, AlessandroHaber, Massimo DeFrancovich, El HadjiIbrahima Faye.Drammatico,durata 87 min.Italia 201101 Distribution.Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


i rumori <strong>di</strong> un mondo che sembra in stato <strong>di</strong> guerra e dalla televisione arrivano immagini <strong>di</strong> barche infrantealla deriva. E da quel mondo entrano in chiesa <strong>per</strong>sonaggi con una <strong>di</strong>visa che bramano far rispettare unalegge fatta da uomini che si vogliono <strong>di</strong>fendere e salvare, una legge senza l‟uomo.Al senso <strong>di</strong> claustrofobia, che possono suscitare immagini chiuse dentro spazi delimitati dai muri nu<strong>di</strong>,si contrappone <strong>il</strong> senso che questa storia vuole comunicare: proprio lì lo spazio si d<strong>il</strong>ata, non ha confini, siapre all‟umanità intera in cerca <strong>di</strong> una vita degna. Quella chiesa non è uno spazio vuoto o chiuso, ma pienoe a<strong>per</strong>to. Olmi sembra suggerire allo spettatore che laddove c‟è l‟uomo con la sua s<strong>per</strong>anza <strong>di</strong> vita sirecu<strong>per</strong>a <strong>il</strong> senso del sacro e della verità <strong>di</strong> Dio e dell‟uomo che va oltre le <strong>di</strong>fferenze etniche e culturali.C‟è un‟opposizione tra un mondo fuori apparentemente a<strong>per</strong>to ma chiuso all‟altro e un mondodentro capace <strong>di</strong> generare l‟altro; tra la fedeltà e <strong>il</strong> tra<strong>di</strong>mento che sempre si insinua in ogni relazione anchetra gli emarginati; tra <strong>il</strong> dubbio della fede e la certezza della scienza che forse così certa non è; tra lasapienza dei semplici e l‟ignoranza dei dotti; tra <strong>il</strong> complotto e la fiducia; tra una morte violenta, <strong>di</strong>struttrice,e una morte come compimento <strong>di</strong> una vita donata.Per fare <strong>il</strong> bene non serve la fede, afferma in lacrime <strong>il</strong> vecchio prete. C‟è una fede che spesso èaccettazione <strong>di</strong> leggi, contenuti, certezze che <strong>di</strong>viene osservanza farisaica e incapace concretamente <strong>di</strong> unbene <strong>per</strong> ogni <strong>per</strong>sona; e c‟è una fede che è relazione con Dio che apre al fratello e si fa bene donato,prima <strong>di</strong> ogni altra cosa. Ci può essere un bene credente ma formale e ster<strong>il</strong>e e un bene formalmente noncredente ma capace <strong>di</strong> rendere presente <strong>il</strong> mistero della vita dell‟uomo, del Dio fatto uomo.Olmi ancora una volta ci regala, con una regia essenziale, immagini sobrie, una narrazione lineare eun ritmo pacato, una pellicola che pone al centro le vicende degli uomini e degli ultimi, delle veritàoriginarie e semplici dell‟esistenza, ponendo un interrogativo sulla qualità della nostra umanità, del nostrovivere insieme, sui muri <strong>di</strong> separazione che ancorano resistono e anzi spesso vengono fortificati. E ancora unavolta propone una riflessione sulla religiosità, sulla figura del sacro e <strong>il</strong> senso <strong>di</strong> essere Chiesa oggi, sulla fede esu quanto l‟uomo contemporaneo è <strong>di</strong>sposto a lasciare appeso <strong>il</strong> Crocifisso, <strong>il</strong> sommo Bene, <strong>per</strong> guardarlo eguardare con i suoi occhi.Leggiamo…Scheda a cura <strong>di</strong>fr. Paolo CanaliAtti delConvegno<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oM<strong>il</strong>ano,30 gennaio2010E<strong>di</strong>zioni BibliotecaFrancescanaPresenza <strong>di</strong> s. FrancescoM<strong>il</strong>ano 2011(183 pp.)FRATE FRANCESCO: LA VIA DELVANGELO TRA UMBRIA E LOMBARDIALa celebrazione dell‟ottavo centenario della primitiva forma vitaepresentata da Francesco e dai suoi primi compagni a papa InnocenzoIII ha molto coinvolto la Famiglia francescana lombarda. Sono anzituttoda ricordare due incontri <strong>di</strong> preghiera: <strong>il</strong> primo „in famiglia‟, nella chiesa<strong>di</strong> S. Angelo; <strong>il</strong> secondo, invece, più “pubblico” e solenne, con unamessa presieduta dal Card. Tettamanzi in S. Ambrogio, davanti arappresentanti <strong>di</strong> tutta la Famiglia francescana (Primo, Secondo e TerzoOr<strong>di</strong>ne).Abbiamo ancora in mente la bellissima mostra presso <strong>il</strong> Museo deiBeni Culturali Cappuccini (“800 anni in piena Regola: l‟arte <strong>di</strong> seguireFrancesco da Cimabue ai giorni nostri”), che presentava, tra altricapolavori, la tavola con <strong>il</strong> ritratto <strong>di</strong> san Francesco attribuita aCimabue, proveniente dal Museo della Porziuncola, che <strong>per</strong> la primavolta in quasi ottocento anni <strong>di</strong> storia affrontava un viaggio così lungo.A me sembra che dovrebbe rimanere anche <strong>il</strong> ricordo dellagiornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o tenuta presso l‟Angelicum <strong>il</strong> 30 gennaio del 2010, <strong>di</strong>cui <strong>il</strong> nostro volumetto riporta gli Atti.18Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Un convegno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o che ha riunito quattro “gran<strong>di</strong> nomi” tra gli es<strong>per</strong>ti <strong>di</strong> Francescoe delle origini del movimento francescano, <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong>versa e <strong>di</strong> orientamenti non deltutto coincidenti. Forse proprio <strong>per</strong> questo <strong>il</strong> risultato è stato così positivo: <strong>di</strong> alta qualità, <strong>di</strong>fac<strong>il</strong>e accesso, con alcuni spunti davvero originali.Il volume inizia con <strong>il</strong> “nostro” Cesare Vaiani e la sua relazione <strong>di</strong> taglio “teologico”:che senso ha l‟evoluzione degli scritti legislativi <strong>di</strong> Francesco (dalla prima forma vitae,attraverso la Regola non bollata sino alla Regola bollata), se l‟intenzione rimane sempre lastessa, quella <strong>di</strong> “vivere <strong>il</strong> santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo”? Come conc<strong>il</strong>iare <strong>il</strong>desiderio <strong>di</strong> fedeltà al Vangelo con <strong>il</strong> cambiamento/evoluzione <strong>di</strong> una Regola? Sonoquestioni <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i; ma la lettura <strong>di</strong> queste pagine è davvero stimolante e <strong>il</strong>luminante, aiuta adentrare nel cuore e nella mente <strong>di</strong> Francesco.Si continua con <strong>il</strong> contributo del prof. Grado Giovanni Merlo, ben conosciuto tra noi,docente <strong>di</strong> Storia del Cristianesimo presso l‟Università statale <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, che cerca <strong>di</strong> leggeree far parlare le scarne notizie sulla primissima fraternitas radunata intorno a Francesco,composta da fratres e sorores, prima del 1217, data in cui <strong>il</strong> gruppo inizia a strutturarsi in modopiù deciso, anche in funzione del suo allargamento oltre i confini italiani, e si <strong>per</strong>feziona <strong>il</strong>processo <strong>di</strong> separazione delle sorelle dai fratelli.La parola passa <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> a Maria Pia Alberzoni, docente <strong>di</strong> Storia me<strong>di</strong>evale pressol‟Università Cattolica <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, conosciuta soprattutto <strong>per</strong> i suoi stu<strong>di</strong> sulle origini dell‟Or<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> S. Chiara; vengono fatti emergere gli elementi <strong>di</strong> novità della Regola <strong>di</strong> san Francesco nelquadro della vita religiosa del suo tempo, e <strong>il</strong> continuo, sofferto <strong>di</strong>alogo con la Sedeapostolica <strong>per</strong> giungere alla sua definitiva approvazione.L‟ultimo intervento è stato <strong>di</strong> Luigi Pellegrini, confratello cappuccino e docente <strong>di</strong>Storia della Chiesa presso l‟Università <strong>di</strong> Chieti-Pescara. Da guida sapiente ci ha condotto aseguire passo passo <strong>il</strong> cammino che ha condotto i penitenti <strong>di</strong> Assisi dal loro luogo <strong>di</strong> originesino alla nostra regione, già nel corso del secondo decennio del Duecento, un itinerario nonsolo “fisico” e spaziale, ma anche <strong>di</strong> mentalità, che ha comportato un adattamento alle<strong>di</strong>verse realtà sociali e religiose che i frati incontravano nei vari luoghi.È un libro modesto, nella mole, ma ricco<strong>di</strong> una miriade <strong>di</strong> informazioni e <strong>di</strong> riflessioniche aiutano a prendere coscienza dellastraor<strong>di</strong>naria ricchezza <strong>di</strong> quella primastagione del nostro Or<strong>di</strong>ne, insieme alle<strong>di</strong>fficoltà altrettanto straor<strong>di</strong>narie incontrate.E mi sembra anche una bellatestimonianza del fatto che san Francescocontinua ancora oggi a “parlare” a tante<strong>per</strong>sone, oltre che ai frati, <strong>per</strong>sone che sonofelici <strong>di</strong> potergli de<strong>di</strong>care energie, tempo ericerche. Ancora oggi ripenso con gratitu<strong>di</strong>nea quel sabato <strong>di</strong> gennaio del 2010: è stato unesempio <strong>di</strong> autentico <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> confrontovero e <strong>di</strong> a<strong>per</strong>tura all’ascolto dell’altro,chiunque sia e qualunque sia la sua scelta <strong>di</strong>vita.Buona lettura!fr. Paolo Canali19Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


XXV dello “Spirito <strong>di</strong> Assisi”Intervento<strong>di</strong> fr. FiorenzoReatiBrescia8 Novembre2011“un modonuovo<strong>di</strong> incontrarsitra i credentidelle <strong>di</strong>versereligioni,tutticonsapevoliche Dioè la fontedella Pace”Ho negli occhi terrorizzati ancora oggi le immagini drammatiche delletorri gemelle: eppure ci sono ancora uomini e donne <strong>di</strong> tutte le religioni chesi raccolgono in preghiera e si scambiano <strong>il</strong> bacio <strong>di</strong> pace.Sarà quest‟anno, 27 ottobre 2011, un “incontro <strong>per</strong> la pace” speciale.Innanzitutto sono passati 25 anni e non ce ne siamo <strong>di</strong>menticati; anzi loSpirito <strong>di</strong> Assisi è oggi più che mai vivo: urgente, bruciante, ma pieno <strong>di</strong>s<strong>per</strong>anza mai doma.L‟abbattimento delle torri gemelle: l‟orrib<strong>il</strong>e violenza del terrorismo e,insieme, la compassione universale <strong>per</strong> le vittime al punto che potrei gridare“siamo tutti americani”.Poi seguì un decennio durissimo: <strong>il</strong> terrorismo ha colpito più volte contremenda violenza ovunque; e, in reazione a questo, è stata riab<strong>il</strong>itata laguerra <strong>per</strong> risolvere i conflitti e riaffermare i <strong>di</strong>ritti. Mi pare che sia cresciuta lacultura della violenza, da molti con<strong>di</strong>visa, ovviamente purché sia <strong>di</strong>fensiva opreventiva e con essa, anche in società altamente sv<strong>il</strong>uppate, è emerso unospirito <strong>per</strong>icoloso <strong>di</strong> antagonismo: la violenza traspare anche nelle relazioniquoti<strong>di</strong>ane tra la gente, certo piccola violenza, ma pur sempre violenza. Sì,lo “Spirito <strong>di</strong> Assisi” è più che mai necessario.Come <strong>di</strong>sse papa Giovanni Paolo II: «L’incontro <strong>di</strong> Assisi del 27 ottobre1986 segna l’inizio <strong>di</strong> un modo nuovo <strong>di</strong> incontrarsi tra i credenti delle <strong>di</strong>versereligioni, tutti ormai consapevoli che Dio è la fonte della Pace».So che molti hanno dato a papa Giovanni Paolo II del visionarioingenuo: visione smentita dallo scontro <strong>di</strong> civ<strong>il</strong>tà.Ma <strong>il</strong> papa tornò ad Assisi nel gennaio 2002 <strong>per</strong> riba<strong>di</strong>re che la Pace èun evento strettamente connesso alla religione, anzi alle religioni (compresol‟Islam): la Pace, ri<strong>di</strong>sse, è un dono <strong>di</strong> Dio.Papa Ratzinger tornerà ad Assisi <strong>il</strong> prossimo 27 ottobre 2011 <strong>per</strong>incontrare i capi religiosi del mondo intero <strong>per</strong> confermare, come <strong>di</strong>ce, la“puntuale profezia del mio predecessore”: profezia, cioè promessa <strong>di</strong> Dio<strong>per</strong> tutti infallib<strong>il</strong>e.Una ragione in più che fa attuale lo “Spirito d‟Assisi” è <strong>il</strong> fatto che nellenostre città vivono membri <strong>di</strong> tutte o quasi le religioni del mondo: le <strong>di</strong>stanzetra le religioni si sono enormemente accorciate. Lo “Spirito <strong>di</strong> Assisi” aiuta noia trovare con loro fondamenti comuni <strong>per</strong> una civ<strong>il</strong>e convivenza: le<strong>di</strong>fferenze tra le religioni non generano o<strong>di</strong>o o <strong>di</strong>sprezzo, ma reciprocorispetto, soprattutto la pace, l‟impegno <strong>per</strong> la pace.Di questo non avevamo alcuna idea 25 anni fa: anche <strong>per</strong> questo la genialeintuizione <strong>di</strong> papa Giovanni Paolo II fu profetica.Perché ogni anno fare memoria dello “Spirito <strong>di</strong> Assisi”?La pace deve <strong>di</strong>ventare come un esercizio quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> ogni uomo,qualunque sia la sua appartenenza religiosa.Ma soprattutto siamo tutti chiamati noi credenti a <strong>di</strong>ssociare nel pensiero enella prassi <strong>il</strong> nome <strong>di</strong> Dio dalla guerra e dalla violenza, come ci invita a farepapa Benedetto XVI.Noi cristiani, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti confessioni, siamo figli <strong>di</strong> una Europa cristiana:certo anche <strong>di</strong> un‟Europa sgomenta <strong>di</strong> fronte al suo futuro. Questo terrib<strong>il</strong>edecennio si chiude sotto <strong>il</strong> segno <strong>di</strong> una terrib<strong>il</strong>e crisi economica: i paesiEuropei sono tentati <strong>di</strong> ripiegarsi su se stessi invece <strong>di</strong> prendersi laresponsab<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> tutti. Anche a questo lo “Spirito d‟Assisi” ci interpella.20Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


NOTIZIE <strong>di</strong> CASAOTTOBRE 2011A cura <strong>di</strong>fr. Enzo PellegattaAlle ore 9.00 <strong>il</strong> Car<strong>di</strong>nale Angelo Scola conferisce l‟Or<strong>di</strong>ne delDiaconato a fr. Matteo Della Torre.Nel locale Convento ha luogo l‟Incontro provinciale dei frati U10con <strong>il</strong> Ministro e <strong>il</strong> Delegato U10, fr. Cesare Vaiani. I partecipantisono una decina.Nella chiesa del Sacro Cuore si celebra alle ore 21.00 l‟Eucaristia<strong>per</strong> ricordare fr. Arcangelo Zucchi ad un anno dalla sua morte.Il Definitorio si riunisce <strong>per</strong> <strong>il</strong> XXIV Congresso Definitoriale.Alle ore 15.30 in Bas<strong>il</strong>ica <strong>il</strong> Ministro Provinciale accoglie laprofessione solenne <strong>di</strong> fr. Sergio Cazzaniga.Si apre l‟Anno accademico dello STISB con la prolusione dellateologa Stella Morra: "Altre e Altro: le donne, Dio e le parole <strong>per</strong><strong>di</strong>rlo".Lisbona-Fatima: i Ministri provinciali d‟Europa si riuniscono <strong>per</strong>l‟Incontro UFME.Nella Bas<strong>il</strong>ica <strong>di</strong> s. Antonio <strong>il</strong> Ministro fr. Francesco Bravi presiede leese<strong>qui</strong>e <strong>di</strong> suor Antonietta Santopolo, delle Suore Stimmatine <strong>di</strong>via Maroncelli, figura ben nota ed apprezzata dai frati <strong>di</strong> s.Antonio.Per celebrare <strong>il</strong> XXV dello “Spirito <strong>di</strong> Assisi” i francescani <strong>di</strong> M<strong>il</strong>anosi ritrovano nella chiesa <strong>di</strong> s. Angelo a pregare assieme ai fratellidel Consiglio delle chiese cristiane.Ha luogo l‟Incontro <strong>di</strong> formazione <strong>per</strong>manente <strong>per</strong> i guar<strong>di</strong>anidelle fraternità del Nord Italia sul tema: "Animare <strong>per</strong> partecipare:<strong>il</strong> servizio del Guar<strong>di</strong>ano oggi". Intervengono fr. Massimo Fusarelli efr. Giacomo Bini.Nella chiesa <strong>di</strong> s. Gaetano si celebra la fine dei lavori <strong>di</strong> restauro,attraverso una lettura storica e spirituale della chiesa stessa daparteLUGLIOdel prof. R. Bartoletti,2011del Ministro provinciale fr. FrancescoBravi e del Rettore del Franciscanum fr. Giampaolo Possenti.Brani musicali <strong>di</strong> Haendel, Stanley, Vival<strong>di</strong> e Purcell vengonoeseguiti da Matteo Frigé (tromba naturale) e Antonio Frigé(organo).28, M<strong>il</strong>ano Università Cattolica del Sacro 21 Cuore: fr. AristideCabassi porta <strong>il</strong> suo contributo alla giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o “Francescod‟Assisi e le Fonti francescane. E<strong>di</strong>zioni e traduzioni. Un b<strong>il</strong>ancio a01 -M<strong>il</strong>ano Duomo09 e 10 -Busto Arsizio11 -Cermenate14 -M<strong>il</strong>ano Curia15 -MI, S. Antonio12 -VR, S. Bernar<strong>di</strong>no17-22Portogallo24 -MI, S. Antonio26 -MI, S. Angelo24 - 27Castelletto (VR)27 -BS, S. GaetanoAnno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


OTTOBRE 2011Presso <strong>il</strong> convento <strong>di</strong> s. Gaetano in Brescia si incontrano gliEconomi provinciali del Nord Italia.Università Cattolica del Sacro Cuore: fr. Aristide Cabassi porta <strong>il</strong>suo contributo alla giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o “Francesco d’Assisi e le Fontifrancescane. E<strong>di</strong>zioni e traduzioni. Un b<strong>il</strong>ancio a 35 anni da unafortunata iniziativa”.Nell‟Infermeria provinciale torna alla casa del Padre fr. DavideCattaneo, sacerdote, <strong>di</strong> anni 85, nato a Baccanello <strong>di</strong> Caluscod‟Adda. Le ese<strong>qui</strong>e sono celebrate nella Chiesa parrocchiale <strong>di</strong>Calusco <strong>il</strong> giorno 2 novembre e viene tumulato nella tomba deifrati del locale cimitero.28 -BS, S. GaetanoM<strong>il</strong>ano30 -SabbioncelloNegli occhi <strong>il</strong> crocifisso massacrato,spezzato senza gambe, ne braccia.Nel cuore la preghiera <strong>di</strong> Gesù,“ <strong>per</strong>donali non sanno cosa fanno”.Non so cosa s<strong>per</strong>are,solo maleducazione o ignoranza?Non certo è frutto dell'amore,ma vittima <strong>di</strong> un tristo <strong>di</strong>sagio,Anche Gesù rovesciò i tavoliscacciando i mercanti dal Tempio.Dramma <strong>di</strong> sempre <strong>per</strong> l'umanità,la prigione del nostro io,educato alla <strong>di</strong>ffidenza dell'altro,frutto della fiducia solo <strong>di</strong> se stesso:è come cane che si morde la codarincorrendosi nei secoli della storiasenza trovare ragionevole risposta.Così come alle donne quel mattino,quando due Angeli ci <strong>di</strong>ranno:“ Perchè cercate tra i morti Colui che è vivo?”nello Spirito s'apriranno in noi,orizzonti <strong>di</strong> una nuova fratellanza universale.f.p.g.LUGLIO 2011Roma, 16 Ottobre 2011Black blockprofanano una Chiesae <strong>di</strong>struggono un crocifisso22Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


fr. DAVIDE Mario CATTANEO“Tu che sei santo intutte le tue o<strong>per</strong>e,alle nostrerealizzazioni umaneponi <strong>il</strong> tuo sig<strong>il</strong>lo”fr. Davide CattaneoMario Cattaneo nasce a Calusco d‟Adda <strong>il</strong> 9 ottobre 1926 in unafamiglia <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni con ben sei figli. All‟età <strong>di</strong> <strong>qui</strong>n<strong>di</strong>ci anni entra nelseminario minore <strong>di</strong> Saiano dove compie gli stu<strong>di</strong> ginnasiali. Concluso <strong>il</strong>liceo chiede <strong>di</strong> entrare nell‟Or<strong>di</strong>ne dei <strong>Frati</strong> <strong>Minori</strong> nella Provincia <strong>di</strong>Lombar<strong>di</strong>a S. Carlo Borromeo e <strong>il</strong> 12 agosto 1947 con <strong>il</strong> nome <strong>di</strong> fr. Davideinizia, a Rezzato, l‟anno del noviziato. Qui, <strong>il</strong> 17 settembre 1948, emette laProfessione temporanea e <strong>il</strong> 4 ottobre 1953 nel Convento del S. Cuore inBusto Arsizio, nelle mani <strong>di</strong> fr. Innocenzo Gorlani, Ministro Provinciale,emette i voti solenni. Il 5 marzo 1955 è or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong>acono a M<strong>il</strong>ano, dove sitrovava <strong>per</strong> completare gli stu<strong>di</strong> teologici; e <strong>il</strong> 26 giugno dello stesso annoè or<strong>di</strong>nato sacerdote da sua Em.za Card. Giovanni Battista Montini,arcivescovo <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano.La vita francescana <strong>di</strong> fr. Davide è stata caratterizzata da una fortetensione missionaria, una vocazione che lo ha accompagnato,crescendo negli anni. Non appena or<strong>di</strong>nato sacerdote chiedel‟obbe<strong>di</strong>enza, conforme allo spirito della Regola <strong>di</strong> san Francesco, <strong>di</strong>potersi recare in Libia come missionario; i su<strong>per</strong>iori, negandogli quantochiedeva, invitarono fr. Davide a leggere “<strong>il</strong> volere <strong>di</strong> Dio nella suacagionevole salute”.Diventa <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> Assistente all‟Istituto Luzzago <strong>di</strong> Brescia fino al 1960,quando si trasferisce a Busto Arsizio dove s<strong>per</strong>imenta la vita dell‟oratorio.Qui cura in modo particolare i momenti <strong>di</strong> preghiera convinto che essasia <strong>il</strong> fondamento <strong>di</strong> ogni cammino cristiano.Nel 1967 viene trasferito nella parrocchia Varese dove rimane fino al1983 in qualità <strong>di</strong> parroco e, <strong>per</strong> <strong>di</strong>versi anni, anche <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>ano. Sipro<strong>di</strong>ga <strong>per</strong> animare la comunità vivendo anche questa nuovaresponsab<strong>il</strong>ità come un‟espressione dello spirito missionario; ricordandoquegli anni egli stesso <strong>di</strong>ce infatti <strong>di</strong> averli vissuti “come religioso e comeparroco ma, soprattutto, come missionario”.Il 7 gennaio del 1984, all‟età <strong>di</strong> 58 anni, finalmente può darecompimento al desiderio che da tempo abitava <strong>il</strong> suo cuore e parte <strong>per</strong>la terra <strong>di</strong> Bolivia, lavorando soprattutto nelle zone <strong>di</strong> Camiri e <strong>di</strong>Yacuiba. Qui, nonostante la sua frag<strong>il</strong>e salute, si pro<strong>di</strong>ga senza risparmiarsi <strong>per</strong> l‟annuncio del Vangeloalle popolazioni rurali e più povere. Presto capisce <strong>di</strong> essere chiamato anche a rispondere alleesigenze più concrete delle <strong>per</strong>sone che si trovano nelle con<strong>di</strong>zioni esistenziali <strong>di</strong> maggiore frag<strong>il</strong>ità.Per questo costruisce ed organizza un centro <strong>per</strong> anziani, un centro <strong>per</strong> bambini e amplia un<strong>di</strong>spensario parrocchiale attrezzandolo <strong>per</strong> la cura e l‟assistenza delle partorienti. Per l‟intensa eprolifica attività sociale e pastorale riceve dalle autorità civ<strong>il</strong>i della Provincia del “Gran Chaco” unaonorificenza nella quale viene insignito del titolo <strong>di</strong> “Difensore del Chaco”. Con <strong>il</strong> generoso contributo<strong>di</strong> molti amici, benefattori, parrocchiani della Brunella, <strong>di</strong> gruppi missionari dei conventi dellaLombar<strong>di</strong>a fr. Davide può anche costruire o ampliare ben cinque chiese, tra queste degna <strong>di</strong> nota èla chiesa della Parrocchia “Nuestra Sra. Del P<strong>il</strong>comayo”.Ma ancora una volta egli è chiamato a leggere “<strong>il</strong> volere <strong>di</strong> Dio nella sua cagionevole salute”e nel 2004, affaticato e sofferente, rientra in Italia. Trascorre gli ultimi anni alternando <strong>per</strong>io<strong>di</strong> <strong>di</strong><strong>per</strong>manenza nell‟infermeria <strong>di</strong> Sabbioncello ad altri trascorsi circondato dall‟affetto e dalle cure deinovizi della casa della “sua” Baccanello. Nella serata del 30 ottobre 2011 fr. Davide si èaddormentato nel Signore ed è stato introdotto nella liturgia del cielo. Amen.23Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Omelia funerale fr. Davide Cattaneo - Calusco d’Addafr. Francesco Bravi - Ministro Provinciale“Sono certo <strong>di</strong> contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi”. Le parole delsalmista che la liturgia ci ha fatto pregare sono certamente le parole che <strong>il</strong> nostro fratelloDavide, frate minore e sacerdote, sta ormai vivendo, contemplando <strong>il</strong> mistero <strong>di</strong> Dio che lo hachiamato a se dopo una lunga vita spesa <strong>per</strong> l‟annuncio del Vangelo nelle nostre terre e nellaamata terra <strong>di</strong> Bolivia. È questo <strong>il</strong> fratello che affi<strong>di</strong>amo alla misericor<strong>di</strong>a del Signore nellacertezza che Lui sa ricompensare i suoi servi fedeli. Mentre la chiesa intera celebra lacommemorazione <strong>di</strong> tutti i defunti nel ricordo <strong>di</strong> volti cari, <strong>di</strong> <strong>per</strong>sone amate, <strong>di</strong> fratelli e sorelle,<strong>di</strong> amici e conoscenti, noi consegniamo al Signore l‟intera esistenza <strong>di</strong> un frate minore esacerdote che ha messo la testimonianza e l‟annuncio del Vangelo al centro del suo vivere,del suo s<strong>per</strong>are e del suo amare.Davanti all‟evento semplice e misterioso della morte la vita umana si riempie <strong>di</strong>interrogativi; davanti al vuoto lasciato dalle <strong>per</strong>sone che abbiamo amato e che sono mortenon è fac<strong>il</strong>e pensare ad una vita oltre la morte. Così, ancora una volta la Parola <strong>di</strong> Dio giungea noi come luce che rischiara e come s<strong>per</strong>anza che conforta. Nella nostra precarietàabbiamo bisogno <strong>di</strong> un saldo ancoraggio; nelle nostre paure abbiamo bisogno <strong>di</strong> unavicinanza che con<strong>di</strong>vida la pena; nella nostra frag<strong>il</strong>ità abbiamo bisogno <strong>di</strong> una sicurezza chenon ci rinchiuda in un dolore senza s<strong>per</strong>anza. È la Parola della fede che lo stesso frate Davideha annunciato e testimoniato in tutte le sue innumerevoli attività.La prima lettura ci ha presentato la figura <strong>di</strong> Giobbe – abbiamo letto solo un brevetratto del libro omonimo – che compie un interessante e drammatico <strong>per</strong>corso nella sua vita,un cammino <strong>di</strong> spoliazione e <strong>di</strong> liberazione: arriva ad amare Dio gratuitamente e ci arrivaspogliandosi <strong>di</strong> tutti i beni anche della salute. L‟autore <strong>di</strong> questo non fac<strong>il</strong>e testo insegnadunque che l‟unico e corretto rapporto con Dio è quello della gratuità. Chiamati ad amareDio <strong>per</strong>ché è Dio e non <strong>per</strong> le cose che da Dio possono derivare: una chiamata ra<strong>di</strong>cale allalibertà dell‟amore che va oltre ogni umano beneficio e si fa accoglienza libera dell‟Altro,quello con la A maiuscola, in tutta la sua pienezza e <strong>di</strong>versità. Solo così cresce <strong>il</strong> desiderio <strong>di</strong>incontrare finalmente colui che si ama, solo così Giobbe può <strong>di</strong>re: “ Vedrò Dio. Io lo vedrò, iostesso, i miei occhi lo contempleranno”. È questo <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso che ognuno <strong>di</strong> noi è chiamato afare nella ricerca continua <strong>di</strong> un rapporto vero e profondo con Dio che ci ponga <strong>di</strong> fronte a luinella vera libertà interiore che ci <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> accoglierlo come l‟unico Signore della nostraesistenza. In fondo è questo <strong>il</strong> cammino compiuto da frate Davide; ora anche lui può <strong>di</strong>re “ Soche <strong>il</strong> mio redentore è vivo”. Ora anche lui, purificato da un lungo cammino <strong>di</strong> spoliazione,contempla quel volto <strong>di</strong> Dio che ha testimoniato e annunciato e può <strong>di</strong>re: ora ti vedo,ora ticapisco, ora so chi sei.Tutto questo <strong>per</strong>corso è possib<strong>il</strong>e <strong>per</strong> ciascuno <strong>di</strong> noi <strong>per</strong>ché, come ci ha ricordato lalettera ai Romani, “ l‟amore <strong>di</strong> Dio è stato riversato nei nostri cuori <strong>per</strong> mezzo dello SpiritoSanto” e ciò è <strong>il</strong> frutto pieno del mistero della pasqua <strong>di</strong> Gesù. Se dunque <strong>il</strong> più è già stato fattosenza <strong>il</strong> nostro merito – ragiona Paolo – ora che siamo <strong>di</strong>ventati figli adottivi <strong>di</strong> Dio, possiamoessere certi che <strong>il</strong> suo amore porterà a compimento l‟o<strong>per</strong>a che ha iniziato. E qual è l‟o<strong>per</strong>ainiziata, qual è l‟o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> Dio in Cristo? Il brano evangelico ce lo ha ricordato: “ Questa è lavolontà <strong>di</strong> colui che mi ha mandato: che io non <strong>per</strong>da nulla <strong>di</strong> quanto egli mi ha dato, ma chelo risusciti nell‟ultimo giorno”. Gesù da la vita non <strong>per</strong>ché insegna qualcosa su Dio ma <strong>per</strong>chécomunica realmente la stessa vita <strong>di</strong> Dio e tale comunicazione avviene <strong>per</strong>ché Gesùtrasmette e consegna veramente se stesso. Chi accoglie lui, chi crede in lui ha la vita. Lui offreuna vita piena <strong>di</strong> cui la risurrezione finale sarà l‟esplicitazione e <strong>il</strong> coronamento.È proprio questa consegna <strong>per</strong> amore che Gesù ha compiuto che trasforma la nostra vita e la24apre a una s<strong>per</strong>anza dentro e oltre la nostra stessa morte; è questa consegna <strong>per</strong> amore chesostiene la nostra fede e, nella s<strong>per</strong>anza, ci fa <strong>di</strong>re, come pregheremo nel prefazio, che “ aiAnno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


È proprio questa consegna <strong>per</strong> amore che Gesù ha compiuto che trasforma la nostravita e la apre a una s<strong>per</strong>anza dentro e oltre la nostra stessa morte; è questa consegna <strong>per</strong>amore che sostiene la nostra fede e, nella s<strong>per</strong>anza, ci fa <strong>di</strong>re, come pregheremo nel prefazio,che “ ai tuoi fedeli Signore la vita non è tolta ma trasformata”. È in questo modo che riusciamoa dare profonda unitarietà alla nostra vita e a pensarla e a viverla come un grandepellegrinaggio verso la casa del Padre. Così infatti ci ha ricordato <strong>il</strong> salmo responsorialefacendoci esprimere <strong>il</strong> desiderio profondo che ci abita e cioè quello <strong>di</strong> rimanere presso <strong>il</strong>Signore <strong>per</strong> contemplare la sua bellezza. È questo <strong>il</strong> desiderio profondo che ha abitato la vita<strong>di</strong> frate Davide e che ora si compie; un desiderio che lo ha segnato <strong>per</strong> tutta la vita e che ciaiuta a comprendere in maniera unitaria tutto <strong>il</strong> suo darsi da fare <strong>per</strong> l‟annuncio del Vangelo.Un desiderio che lo ha reso pellegrino e che ora lo conduce, come <strong>di</strong>ce San Francesco nellaRegola dei frati minori professata da frate Davide, alla “ terra dei viventi”.Ci piace allora ricordarlo come un eterno pellegrino, un pellegrino che arrivato allameta invita ora noi a <strong>per</strong>correre la nostra strada con libertà e gioia. Sono le sue stesse parole,parole prese da una sua poesia scritta alla partenza <strong>per</strong> la Bolivia, che <strong>di</strong>ventano la suaconsegna, <strong>il</strong> suo testamento spirituale e manifestano ancora una volta la sua de<strong>di</strong>zione e lasua passione; passione e de<strong>di</strong>zione che vorremmo ora fare nostre in un ricordo che si trasformain impegno <strong>per</strong> fare la nostra parte.Una voce <strong>di</strong> uomo mi <strong>di</strong>sse“Nel nome del Signore, va”.Lasciai col cuore in amarezza.E venni.A Varese <strong>di</strong>e<strong>di</strong> inizio al Tempiofatto <strong>di</strong> pietre vive e preziose.Il Tempio nato dalla Pasqua del Signore:Cristo, fonte <strong>di</strong> vita nuova,luogo <strong>di</strong> riunione dei figli della Crocevincolo <strong>di</strong> carità che anima la vita del Regno.Abbiamo costruito, giorno <strong>per</strong> giorno,nella gioia e nella sofferenza.Tu che sei santo in tutte le tue o<strong>per</strong>e,alle nostre realizzazioni umane poni <strong>il</strong> tuo sig<strong>il</strong>lopiù forte della tempesta.Dalla tua <strong>di</strong>mora santabene<strong>di</strong>ci la fatica <strong>di</strong> tutti,rend<strong>il</strong>a fermento <strong>di</strong> nuova primaveraricca <strong>di</strong> fiori e <strong>di</strong> frutti.Perdona <strong>per</strong> <strong>il</strong> bene non fatto,<strong>per</strong> ciò che ho fatto malee <strong>per</strong> le mancanze degli altri a causa mia.A me che un’ altra volta coman<strong>di</strong><strong>di</strong> uscire dalla mia terrada la forza <strong>di</strong> continuare <strong>il</strong> cammino del pellegrino<strong>di</strong> irra<strong>di</strong>are ancora un poco della tua lucee donare amore.25Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


In memoria <strong>di</strong> fr. Arcangelo Zucchi- a un anno dalla morte -Ho conosciuto p.Arcangelo più <strong>di</strong> trent‟anni fa quando, agli inizi della mia storiafrancescana, lo incontrai <strong>per</strong> la prima volta a Monza, dove era Rettore del locale SeminarioMinore. Mi faceva un po‟ <strong>di</strong> soggezione questo “omone grande”, pieno <strong>di</strong> “sano orgoglio” e<strong>di</strong> forza fisica, dalla <strong>per</strong>sonalità robusta, preoccupato non solo <strong>di</strong> svolgere bene <strong>il</strong> suoincarico ma anche <strong>di</strong> accogliere le <strong>per</strong>sone che cercavano un incontro con lui, <strong>per</strong>qualsiasi motivo. Successivamente fu <strong>per</strong> me maestro <strong>di</strong> formazione a Cermenate,guar<strong>di</strong>ano a Sant‟Angelo, Ministro Provinciale e molto altro. È stato senza dubbio un uomo <strong>di</strong>governo, che ha dovuto prendere anche decisioni quanto mai impopolari, ma anche unfrate che ascoltava molto, un punto <strong>di</strong> riferimento <strong>per</strong> la moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> <strong>per</strong>sone (poveri enon) che si rivolgevano a lui <strong>per</strong> qualsiasi problema, che lui stesso cercava <strong>di</strong> risolvere <strong>per</strong>quanto era nelle sue possib<strong>il</strong>ità.Fino a quel giornoTutto ciò sempre, dap<strong>per</strong>tutto, in Italia e all‟estero. Era sempre in movimento, nonstava mai fermo, aveva sempre qualcosa da fare. Almeno fino a quel giorno fati<strong>di</strong>co agliinizi <strong>di</strong> agosto 2005, in serata, quando un dolore fortissimo lo colpì mentre stava preparandosi(nel Convento <strong>di</strong> Sant‟Angelo, dove risiedeva) a partire <strong>per</strong> uno dei suoi frequenti viaggi inAfrica. Le corse poi all‟Ospedale <strong>di</strong> Como e la terrib<strong>il</strong>e decisione <strong>di</strong> o<strong>per</strong>arlo al cervello, <strong>per</strong>“emorragia cerebrale ed ischemia cerebrale dovute a rottura <strong>di</strong> aneurisma”; la sua vita eraletteralmente appesa ad un f<strong>il</strong>o. Da quel giorno p.Arcangelo non è ritornato più ad esserecome prima, non è stato più lui. L‟immagine che tutti i frati (ma anche amici <strong>per</strong>sonali,collaboratori, conoscenti, parenti) avevano <strong>di</strong> questo confratello si è andataprogressivamente trasformando. Dopo i molti giorni <strong>di</strong> degenza all‟ospedale seguitiall‟intervento, viene trasferito a Costamasnaga (LC) in un centro <strong>per</strong> la riab<strong>il</strong>itazione, dove èrimasto circa un mese. Parte <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> dall‟Ospedale <strong>di</strong> Como “controllatofarmacologicamente”, <strong>per</strong> fargli sentire <strong>il</strong> meno possib<strong>il</strong>e la fatica del viaggio.Una nuova vitaLo incontro nella tarda mattinata dello stesso giorno del suo trasferimento; è incarrozzella, nella sua nuova destinazione (era appena arrivato) e stava riprendendosi dalsonno forzato cui lo avevano sottoposto. Nella sala comune dei degenti sta guardando allatelevisione un programma che parla <strong>di</strong> p.Angelo Redaelli, un frate lombardo (ucciso a colpi<strong>di</strong> machete) che lui stesso avrebbe dovuto incontrare in Africa/Congo; su un tavolo lì vicinotiene a<strong>per</strong>to <strong>il</strong> quoti<strong>di</strong>ano locale che racconta lo stesso fatto. La sua reazione a questaspaventosa notizia è del tutto nulla. Pare che l‟argomento non lo interessi minimamente. Ec‟è voluto anche un po‟ <strong>di</strong> tempo <strong>per</strong>ché mi riconoscesse. Un sorriso, una leggera stretta <strong>di</strong>mano, gli occhi che si aprono e chiudono, nessuna parola, nessuna domanda: dopo “quel”tragico giorno della manifestazione della propria malattia in tutta la sua gravità, questa èl‟immagine “<strong>di</strong>sarmante” dell‟uomo importante e pieno <strong>di</strong> forza che conoscevo, un uomoche affrontava la fatica quasi con <strong>di</strong>sprezzo <strong>per</strong> essa. Ora è lì, <strong>di</strong>nnanzi a me, malato,debole, solo e chiuso nel suo mondo. Però reagisce bene a qualche semplice domandache gli faccio, annuisce o <strong>di</strong>ssente con la testa e tutto finisce lì. Era circa la metà <strong>di</strong>settembre.26Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Rientrando a casaA Costamasnaga trascorre circa un mese <strong>per</strong> i primi momenti riab<strong>il</strong>itativi, poi vienetrasferito nel Convento <strong>di</strong> Sant‟Angelo a M<strong>il</strong>ano, <strong>il</strong> luogo dove abita la sua fraternità e dovesi manifestò la malattia in tutta la sua <strong>per</strong>icolosità. È <strong>il</strong> 21 ottobre 2005: verso sera, salutato datutti i confratelli presenti al suo rientro, p.Arcangelo “torna” nel suo Convento. Il sottoscritto(su invito del p. Guar<strong>di</strong>ano) si prenderà cura, d‟ora in poi, del confratello e <strong>di</strong> tutte le sueesigenze. Subito ci si domanda se non fosse stato opportuno scegliere una collocazione delconfratello ammalato in una struttura più idonea (ad esempio la nostra infermeriaprovinciale). Si decide comunque <strong>di</strong> farlo rimanere a Sant‟Angelo, <strong>per</strong>ché così (si pensava)avrebbe reagito meglio alle conseguenze della sua malattia, sentendosi <strong>di</strong> fatto a casapropria, avendo a portata <strong>di</strong> mano le sue cose e la compagnia delle <strong>per</strong>sone checonosceva. Ci si rende imme<strong>di</strong>atamente conto <strong>per</strong>ò degli effetti “devastanti” dell‟ischemiacerebrale che ha colpito <strong>il</strong> confratello e del conseguente intervento chirurgico.Vita quoti<strong>di</strong>anaI “guai quoti<strong>di</strong>ani” cominciano imme<strong>di</strong>atamente. Come è stato da sempre abituato(p.Arcangelo ha subìto – nella sua vita – <strong>di</strong>versi ricoveri ospedalieri, <strong>per</strong> fortuna <strong>di</strong> minimaimportanza, <strong>per</strong> visite me<strong>di</strong>che prolungate, piccoli interventi e cure), dopo una qualsiasivisita me<strong>di</strong>ca, una volta tornato a casa, cerca <strong>di</strong> mettersi subito al lavoro, quasi <strong>per</strong> volerrecu<strong>per</strong>are la maggior parte del suo tempo trascorso nell‟inattività. È un segnaleimportantissimo questo, <strong>per</strong>ché <strong>di</strong>mostra quanto la sua volontà <strong>di</strong> essere “come prima” siaforte, anche se si scontra subito con le effettive con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute in cui si trova. Il tutto apartire dal desiderio irrefrenab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> partire, <strong>di</strong> muoversi, <strong>di</strong> andare oltre, <strong>di</strong> raggiungereobbiettivi lontani. Lo scontro fra queste due realtà sarà sempre presente nella sua esistenzadel dopo-malattia, e gli causerà gravi stati <strong>di</strong> sconforto e ti tristezza. Cerca l‟automob<strong>il</strong>e cheusava sempre e non la trova più: i me<strong>di</strong>ci gliene hanno tassativamente proibito l‟uso. Vuoleessere autonomo in tutto (cura della propria <strong>per</strong>sona inclusa), ma si rende conto che non èpiù in grado <strong>di</strong> farlo: un frate prima e una <strong>per</strong>sona esterna al Convento poi dormiranno nelleimme<strong>di</strong>ate vicinanze della sua stanza, <strong>per</strong> garantirgli una notte sicura. Sembra <strong>di</strong> volerstab<strong>il</strong>ire da sé quali cure intraprendere, che farmaci usare, ma si accorge che ciò non èpossib<strong>il</strong>e. Vuole conservare <strong>per</strong>sonalmente referti e certificati me<strong>di</strong>ci, ma subito li “<strong>per</strong>de”all‟interno della sua stanza, e quando servono non li ritrova più. E tutto ciò anche <strong>per</strong> quantoriguarda i documenti <strong>per</strong>sonali.Il continuo CalvarioUna volta tornato in convento, P.Arcangelo viene visitato imme<strong>di</strong>atamente da me<strong>di</strong>cispecializzati nella sua malattia, che consigliano una cura riab<strong>il</strong>itativa ad ampio raggio,prolungata nel tempo. Ha <strong>per</strong>so infatti alcune facoltà legate alla memoria e all‟uso dellaparola, della scrittura, della lettura, del far <strong>di</strong> conto. In questo <strong>per</strong>iodo sembra essere una<strong>per</strong>sona piena <strong>di</strong> grande confusione, che si domanda continuamente cosa gli sia capitatoe, non trovando da sé una risposta, <strong>il</strong> suo umore non riesce quasi mai ad essere sereno. Ognigesto, anche <strong>il</strong> più semplice, gli costa un grande sforzo. E parla con grande fatica.Nonostante tutto <strong>per</strong>ò riconosce le <strong>per</strong>sone che arrivano al Convento <strong>per</strong> incontrarlo e <strong>per</strong>salutarlo, scambiando qualche parola con loro. Ma con costoro mal volentieri parla delp.Arcangelo “<strong>di</strong> prima”, quasi si vergognasse <strong>di</strong> farsi trovare in quello stato. Si inizia così adaccompagnarlo quasi ogni giorno al complesso ospedaliero Don Carlo Gnocchi <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano,dove comincia le varie riab<strong>il</strong>itazioni, motorie innanzitutto, poi verbali e della memoria. Dopoqualche mese le cure vengono trasferite all‟Ospedale Policlinico <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, dove una27Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


e<strong>qui</strong>pe <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci e <strong>per</strong>sonale specializzato inizia una cura (che si protrarrà <strong>per</strong> circa tre anni,con <strong>il</strong> supporto fattivo del sottoscritto e <strong>di</strong> alcuni amici esterni al Convento) <strong>di</strong> logopedìa,basata soprattutto sulla scrittura, lettura e ripetizione <strong>di</strong> semplici frasi, <strong>di</strong> riconoscimento deipropri errori, <strong>di</strong> pronuncia <strong>di</strong> monos<strong>il</strong>labi, <strong>di</strong> riconoscimento <strong>di</strong> colori e <strong>di</strong> oggetti, <strong>di</strong> esercizi <strong>di</strong>memoria; gli viene anche chiesto <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare varie volte, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> mesi, una mappadel lago <strong>di</strong> Como e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care dove fosse <strong>il</strong> suo paese natale e i paesi principali; cosa chelui esegue <strong>per</strong>fettamente. Si passa <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> alla lettura <strong>di</strong> brevi racconti e storielle <strong>per</strong> ragazzi,<strong>di</strong> qualche quoti<strong>di</strong>ano, della copiosa corrispondenza che continua ad arrivargli; cosa <strong>per</strong>òche abbandonerà presto, non rispondendo più a nessuna lettera o cartolina o bigliettoscritto. I vari esercizi gli costano (e gli costeranno sempre) molto impegno e stanchezza, <strong>per</strong>cui non è sempre possib<strong>il</strong>e dare loro una quoti<strong>di</strong>anità e uniformità. Lui stesso “gra<strong>di</strong>sce” <strong>di</strong>più sfogliare libri, riviste e giornali con molte <strong>il</strong>lustrazioni, poiché la lettura lo affatica troppo.Da notare particolarmente <strong>il</strong> desiderio <strong>di</strong> continuare a sfogliare testi e riviste che parlino delsuo paese, Mandello Lario (CO).Come era primaP.Arcangelo sembra essere in continuo e<strong>qui</strong>librio (in realtà molto malfermo) tra le coseche “deve” fare e quelle che gli piacerebbe portare avanti; tra <strong>il</strong> “<strong>per</strong>sonaggio” come eraprima e come è effettivamente adesso; ma da questa battaglia ne esce ormai sempresconfitto, anche se si notano quasi ogni giorno segnali <strong>di</strong> miglioramento come <strong>di</strong>peggioramento. La sua volontà <strong>di</strong> guarire sembra essere sempre molto altalenante. L‟uomodalla ferrea volontà che ho conosciuto in passato, l‟uomo che pensava agli altri e, se c‟eratempo, anche a se stesso, non c‟è più, è scomparso. Perio<strong>di</strong>camente viene sottoposto a varitest <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento <strong>per</strong> verificare “lo stato delle cose”: la sua volontà nel proseguire gliesercizi <strong>di</strong> logopedìa, le capacità ac<strong>qui</strong>site, se sia necessario proseguire <strong>il</strong> camminointrapreso. Anche i risultati <strong>di</strong> questi piccoli esami sono quanto mai <strong>di</strong>scontinui; a volteproducono risultati incoraggianti, a volte invece sembra quasi <strong>di</strong> essere ancora agli inizi. Iltutto fino al giorno in cui la logopedìa viene del tutto sospesa, con la decisione finale delleterapiste che lo hanno seguito fino a questo momento: è inut<strong>il</strong>e e dannoso <strong>per</strong> luiproseguire, quello che poteva fare, date le sue con<strong>di</strong>zioni, lo ha fatto; non è più possib<strong>il</strong>eandare avanti così. Anche questa <strong>di</strong>chiarazione contribuisce a farlo scivolare <strong>di</strong> più in quellostato <strong>di</strong> prostrazione in cui già si trova da tempo. In fondo ci si era abituato; uscire dalConvento, prendere l‟autobus, recarsi all‟Ospedale Policlinico, la cura, tornare a casa: eracome fare una passeggiata in città. A fianco della malattia “principale” e delle cureconseguenti, p.Arcangelo viene tenuto sotto osservazione anche <strong>per</strong> altre patologie che, sepossono essere considerate quasi normali <strong>per</strong> un uomo della sua età, gli arrecanocomunque molto <strong>di</strong>sturbo. Tra l‟altro viene colpito in questo <strong>per</strong>iodo da trombosi venosaprofonda alla gamba sinistra e da forti dolori <strong>di</strong> stomaco, ha guai ai denti e problemi allavista. Ha <strong>per</strong>fino alcuni attacchi ep<strong>il</strong>ettici. Perio<strong>di</strong>camente viene visitato e curato <strong>per</strong> questiproblemi. Lo sforzo da parte <strong>di</strong> noi che lo seguiamo “più da vicino” è sempre grande e allamassima attenzione, specialmente <strong>per</strong> quanto riguarda l‟assunzione dei farmaci <strong>di</strong> cui luistesso ha bisogno (che gli vengono tenuti nascosti <strong>per</strong>ché non se ne serva da solo). Talesituazione è comune anche <strong>di</strong> fronte ad alcune limitazioni nei riguar<strong>di</strong> della suaalimentazione, cui viene sottoposto in simultaneità con l‟assunzione <strong>di</strong> qualche farmacospecifico. È oltremodo <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e imporgli una <strong>di</strong>eta, <strong>di</strong>rgli <strong>di</strong> non mangiare qualcosa che glipiace ma che nello stesso tempo può recargli danno! Con i me<strong>di</strong>ci poi ha sempre unrapporto “in linea” con la sua <strong>per</strong>sonalità estroversa e vigorosa (che gli rimarrà attaccataaddosso nonostante le sue con<strong>di</strong>zioni): pare che a volte voglia insegnar loro come devono28Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


fare nell‟affrontare la sua malattia. Anche questo può essere interpretato come un lievesegnale <strong>di</strong> s<strong>per</strong>anza, <strong>di</strong>cono loro.ParallelamenteA fianco degli impegni che riguardano la sua salute, che occupano la maggior partedel suo tempo, p.Arcangelo vive una vita parallela insieme a molti amici e conoscenti concui è venuto a contatto durante gli anni; alcuni <strong>di</strong> loro, specialmente durante i finesettimana, lo ospitano a casa propria, durante le proprie vacanze, <strong>per</strong> alcuni eventistraor<strong>di</strong>nari. Va menzionata a questo punto la presenza amorosa e ininterrotta dei suoifam<strong>il</strong>iari, che si sono accollati fino all‟ultimo una grossa “fetta” del sacrificio che comportaassistere un ammalato del genere, seguendolo e aiutandolo sempre, dalle cose più um<strong>il</strong>i aquelle più importanti, accogliendolo <strong>per</strong>sino a casa propria <strong>per</strong> molti giorni nel corsodell‟anno; tutto ciò sempre in modo splen<strong>di</strong>do, pur abitando molto lontano dal Convento.Vive tutto ciò guidato dall‟inseparab<strong>il</strong>e telefonino che, se nei primi tempi lo ha aiutato moltoa mantenere i contatti con queste <strong>per</strong>sone, ultimamente gli causa qualche problema,specialmente con quelli che erano amici solo <strong>di</strong> nome ma non certo <strong>di</strong> fatto. Anche <strong>per</strong>questo motivo si è reso necessario stendere, intorno a lui, una specie <strong>di</strong> “cortina protettiva”<strong>per</strong> lasciarlo in pace e <strong>per</strong> preservarlo da emozioni non desiderate. C‟è pure un risvolto dellamedaglia, e non certo piacevole, almeno <strong>per</strong> lui: fin dai primi momenti della sua “nuovapresenza” al Convento <strong>di</strong> Sant‟Angelo, non ha voluto più sentir parlare delle missioni inAfrica/Congo, <strong>il</strong> suo grande amore, che devono proprio a lui <strong>il</strong> loro sv<strong>il</strong>uppo; non ha piùparlato né voluto sentir parlare della Terra Santa, dove spesso si recava, insieme a gruppi <strong>di</strong>famiglie, <strong>di</strong> giovani e <strong>di</strong> pellegrini. E qualche <strong>per</strong>sona ad<strong>di</strong>rittura, amica fraterna da sempre,con cui ha con<strong>di</strong>viso una parte della sua vita e delle sue scelte, viene da lui evitatasistematicamente; e <strong>di</strong> questo non se ne comprende <strong>il</strong> motivo. Sembra che provi quasi unasorta <strong>di</strong> imbarazzo nel farsi vedere in quello stato. Accoglie sempre comunque tutti coloroche vengono a visitarlo, <strong>per</strong> interessarsi alla sua salute o semplicemente <strong>per</strong> salutarlo. E nonè che possa dare <strong>di</strong> sé l‟immagine (<strong>di</strong>storta) <strong>di</strong> una <strong>per</strong>sona senza interessi: chiedefrequentemente notizie <strong>di</strong> questa o quella <strong>per</strong>sona, <strong>di</strong> questo o quell‟argomento, si informasulle famiglie dei confratelli, partecipa ai funerali dei genitori dei frati. E quando si tratta <strong>di</strong>andare al suo paese, è sempre pronto a partire. Visita frequentemente <strong>il</strong> Cimitero <strong>di</strong>Mandello Lario (CO), dove sono sepolti i suoi genitori.Casa suaP.Arcangelo trascorre questi anni <strong>di</strong> malattia nel Convento <strong>di</strong> Sant‟Angelo a M<strong>il</strong>ano(dove ha rico<strong>per</strong>to , in tempi passati, anche l‟incarico <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>ano), in cui vive la suafraternità francescana che, da subito, lo riaccoglie dopo la sua malattia. Vive lì “damalato”: non gli viene affidato nessun incarico, <strong>per</strong>ché <strong>il</strong> suo primo dovere è quello <strong>di</strong> curarsie cercare, quanto più possib<strong>il</strong>e, <strong>di</strong> ritornare “come prima”. È questo l‟impegno urgente chegli è stato affidato dai me<strong>di</strong>ci e dai suoi su<strong>per</strong>iori (…noi ti possiamo aiutare, ma la primamossa devi farla tu… devi essere tu a voler guarire…devi sforzarti…). Non è nemmenovincolato all‟impegno della preghiera comune con i frati e nemmeno alla celebrazionedell‟eucaristia. Tutto ciò <strong>per</strong> poterlo lasciare sempre tran<strong>qui</strong>llo. Lui stesso <strong>per</strong>ò cerca, <strong>per</strong>quanto gli è possib<strong>il</strong>e, <strong>di</strong> salire all‟altare <strong>per</strong> la messa e <strong>di</strong> frequentare con assiduità <strong>il</strong> coro<strong>per</strong> la preghiera medesima. La sua voce sgraziata e gli errori <strong>di</strong> pronuncia non infasti<strong>di</strong>sconoi presenti bensì commuovono, così come <strong>il</strong> canto. Qualche volta riesce anche a uscire dalconvento <strong>per</strong> recarsi – accompagnato – presso alcune comunità <strong>di</strong> suore che richiedono lasua presenza sacerdotale (celebrazione della messa e riconc<strong>il</strong>iazione principalmente). È29Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


conscio <strong>di</strong> avere molto tempo libero, specialmente nel pomeriggio; dopo una piccolapasseggiata si inf<strong>il</strong>a in chiesa e lì rimane fino alla fine della preghiera della comunità, primadella cena. A volte cerca <strong>di</strong> sfuggire alle cure; altre volte si reca dal me<strong>di</strong>co senza essereaccompagnato, generando così una specie <strong>di</strong> “trepidazione” nelle <strong>per</strong>sone che hannol‟incarico <strong>di</strong> seguirlo passo dopo passo. Non è raro poi che esca dal Convento senzaavvisare nessuno, andando chissà dove, accompagnato da chissà chi. Per fortuna si ricordamolto bene tutte le strade a<strong>di</strong>acenti, <strong>per</strong> cui non è mai successo che si sia <strong>per</strong>so, senzaavere la capacità <strong>di</strong> tornare a casa autonomamente. L‟unico svago che si concede èguardare qualche programma televisivo e fare qualche sana partita a carte con glieventuali visitatori. E dorme molto, sia <strong>di</strong> giorno che <strong>di</strong> notte.Un uomo spiritualeP.Arcangelo non è solo un malato, ma anche una <strong>per</strong>sona “profondamentespirituale”. Segue una “sua” spiritualità fatta <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>, molto legata ai bambini e alle<strong>per</strong>sone in genere, alle o<strong>per</strong>e che lo hanno visto protagonista e alla vita francescana. Masoprattutto è incantato dalla croce, spoglia, nuda. Una croce libera dal crocifisso, prontaad accoglierlo. Una croce che a volte lui stesso fugge e respinge, nel buio dei suoi momentipeggiori. Ma non la rifiuta, <strong>per</strong>ché (sono parole sue) lei stessa “continua a bussare alla miaporta”. Una croce che cerca anche nei luoghi più impensati: sull‟autobus, all‟ospedale, <strong>per</strong>le vie della città. Una croce che mi in<strong>di</strong>ca sempre a <strong>di</strong>to: in chiesa, nella sua stanza, suqualche rivista. Lui stesso si sente comunque già in croce, che sembra quasi essere<strong>di</strong>ventata sua compagna <strong>di</strong> strada e sua nuova abitazione. La croce può essere a pienotitolo lo specchio della vita che sta vivendo e della sua sofferenza, dell‟abbandonoprogressivo <strong>di</strong> tutto e <strong>di</strong> tutti, specialmente nell‟ultimo <strong>per</strong>iodo della sua malattia. Sfogliandoi vangeli della passione, mi ha in<strong>di</strong>cato molte volte le ultime parole <strong>di</strong> Cristo prima <strong>di</strong> morire,chiedendomene brevi spiegazioni e “qualche parola buona”. E cerca con ansia <strong>il</strong> romanzo“Marcellino pane e vino” <strong>di</strong> Josè Maria Sànchez S<strong>il</strong>va, forse <strong>per</strong>ché si riconosce in alcunitratti <strong>di</strong> questa commovente storia. L‟impressione <strong>di</strong> tutti è che p.Arcangelo stia facendo ipreparativi <strong>per</strong> l‟incontro con “sorella morte”, si stia pre<strong>di</strong>sponendo a vedere <strong>il</strong> volto <strong>di</strong> Dio“così come è”. E non ha paura <strong>di</strong> essa <strong>per</strong>ché, in qualche breve conversazione, mi haconfidato che la accoglierebbe sì come atto finale e liberatorio da tutti i guai causati dallapropria malattia (<strong>di</strong> cui era <strong>per</strong>fettamente conscio, specie negli ultimi tempi), ma soprattutto“francescanamente”, come una sorella.Cambio della guar<strong>di</strong>aFine novembre 2008: dopo tre anni in cui ho affiancato, passo dopo passo,l‟es<strong>per</strong>ienza umana della malattia, della sofferenza <strong>per</strong>sonale e dell‟afflizione <strong>di</strong>p.Arcangelo, vengo trasferito dai miei su<strong>per</strong>iori ad Assisi, nella fraternità <strong>di</strong> Casa Leonori.Lascio <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano e <strong>il</strong> Convento <strong>di</strong> Sant‟Angelo: consegno i documenti, le scadenze e gliimpegni <strong>di</strong> p.Arcangelo ad un altro confratello che si impegnerà a seguirlo, insieme a tuttala fraternità. Ho preparato p.Arcangelo a questo <strong>di</strong>stacco come meglio ho potuto: miaspettavo <strong>di</strong>sappunto da parte sua, qualche brutta reazione, ma ho invece ricevuto da luistesso un grande incoraggiamento <strong>per</strong> <strong>il</strong> mio nuovo impegno. E questo con precise e chiareparole: questa è la vita dei frati, fai bene ad andare laggiù. Da parte mia continuo a seguirele sue vicende, pur essendo fisicamente lontano, visitandolo quelle rare volte che, <strong>per</strong>impegni fam<strong>il</strong>iari, devo tornare a M<strong>il</strong>ano.30Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011


Gli ultimi tempiP.Arcangelo peggiora visib<strong>il</strong>mente: nell‟umore (sempre più buio e prostrato) e nellasalute (non reagisce quasi più alle cure me<strong>di</strong>che). Altre patologie poi lo colpisconocostantemente. Sembra quasi che voglia trascinare i suoi giorni senza <strong>il</strong> minimo interesse esenza alcuna volontà <strong>di</strong> reagire. Tutti se ne accorgono: i semplici fedeli della nostra chiesa,amici e conoscenti, i parenti. È <strong>di</strong>ventato molto penoso vederlo in questo stato. Ci sidomanda sconsolatamente cosa si possa fare, avendo <strong>per</strong>ò <strong>il</strong> timore <strong>di</strong> conoscere già larisposta. Da parte dei frati della comunità <strong>di</strong> Sant‟Angelo <strong>di</strong>venta sempre più impossib<strong>il</strong>eseguirlo degnamente e costantemente, <strong>per</strong>ché si fa sempre più urgente la necessità <strong>di</strong>un‟assistenza specifica. In questo stato trascorre quasi un anno finchè, con una decisioneche a qualcuno è parsa <strong>di</strong>scutib<strong>il</strong>e ma che ha trovato invece <strong>il</strong> consenso <strong>di</strong> altri, vienetrasferito (novembre 2009) all‟Infermeria provinciale nel Convento <strong>di</strong> Sabbioncello/Merate,dove si ambienta rapidamente alla nuova fraternità, dalla quale si sente bene accolto. Quivive l‟ultima parte della sua vita tra visite me<strong>di</strong>che, ricoveri ospedalieri, cure e visite <strong>di</strong>parenti e amici vari. È comunque molto debole e provato. Improvvisamente, nelle sue dueultime settimane, <strong>il</strong> crollo è totale. P.Arcangelo muore <strong>il</strong> giorno 11 ottobre 2010.In memoria <strong>di</strong> fr. Gal<strong>di</strong>no Tagliabuep. Franco Nal<strong>di</strong>NEL MIO RISVEGLIO...Nel mio risveglio penso a Te,sorgente <strong>di</strong> ogni vita.Oh Padre, ascolta <strong>il</strong> mio cantico,Ti lodo insieme all'alba.Hai posto in me la <strong>di</strong>gnitàdel tuo Divino Amore:i nostri passi all'Esodonella s<strong>per</strong>anza gui<strong>di</strong>.Maria insegni ai figli tuo<strong>il</strong>a strada della Chiesa:gioisca insieme al Redentorche in noi risorge e vive.Gli occhi dei giusti cercan Te,che splen<strong>di</strong> in ogni vita:gioisca <strong>il</strong> fango teneroche Tu accarezzi e plasmi.ultima poesia scritta da fr. Gal<strong>di</strong>noal fratello fr. Pio31Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011

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