“Dimentico del passato e proteso verso <strong>il</strong> futuro, corro verso la meta” (cf. F<strong>il</strong> 3, 13-14). Lanovitas non ci spaventi. Il passato non ci immob<strong>il</strong>izzi. Siamo all'intersezione <strong>di</strong> due mon<strong>di</strong>: quanto piùsapremo custo<strong>di</strong>re la memoria del passato evitando che fagociti <strong>il</strong> presente, tanto più saremo ingrado <strong>di</strong> correre spe<strong>di</strong>ti nel nuovo che avanza, e che se ci troverà assopiti nelle nostre falsesicurezze o depressi <strong>per</strong> la morte del nostro vecchio trionfalismo, <strong>di</strong>venterà esso stesso, <strong>il</strong> nuovo cheavanza, un tempo alieno <strong>per</strong> noi. Ma vogliamo davvero essere ancora significativi <strong>per</strong> le donne egli uomini <strong>di</strong> oggi, collaboratori della loro gioia e profeti del Dio venturo?fr. Ernesto Dezza“…Dimentico del passato e protesoverso <strong>il</strong> futuro, corro verso la meta…”Esodo 2,11-15Un giorno Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i loro lavori forzati. Vide unEgiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. Voltatosi attorno e visto che non c’era nessuno,colpì a morte l’Egiziano e lo sotterrò nella sabbia. Il giorno dopo uscì <strong>di</strong> nuovo e vide due Ebrei chelitigavano; <strong>di</strong>sse a quello che aveva torto: «Perché <strong>per</strong>cuoti <strong>il</strong> tuo fratello?». Quegli rispose: «Chi ti hacostituito capo e giu<strong>di</strong>ce su <strong>di</strong> noi? Pensi forse <strong>di</strong> potermi uccidere, come hai ucciso l’Egiziano?». AlloraMosè ebbe paura e pensò: «Certamente la cosa si è risaputa». Il faraone sentì parlare <strong>di</strong> questo fatto efece cercare Mosè <strong>per</strong> metterlo a morte. Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio <strong>di</strong>Ma<strong>di</strong>an e sedette presso un pozzo.24Ottobre 2011LetturaOrantedellaParolafr. MassimoFusarelliPren<strong>di</strong>amo come icona biblica <strong>il</strong> cammino <strong>di</strong> Israele verso lalibertà, prima in Egitto e poi nel deserto, attraverso la relazione tra <strong>il</strong><strong>per</strong>corso <strong>di</strong> Mosè e quello del suo popolo. Leggiamo in questa luce <strong>il</strong>servizio <strong>di</strong> animazione proprio dei Guar<strong>di</strong>ani. Si tratta <strong>di</strong> un ministero chetocca anzitutto la vita in vocazione <strong>di</strong> chi lo compie. Non è tantoqualcosa che si può realizzare fuori <strong>di</strong> sé, bensì a partire da sé.Mi chiedo con voi: che cosa significa oggi <strong>per</strong> la mia vita <strong>il</strong> servizio<strong>di</strong> animatore? Come interpella la mia risposta vocazionale in questotempo? Quale chiamata alla conversione posso riconoscervi oggi <strong>per</strong> <strong>il</strong>mio itinerario vocazionale?"Istruito in tutta la sapienza degli egiziani" (At 7, 22)Poco dopo la metà del secondo m<strong>il</strong>lennio a.C. l'Egitto è ungrande im<strong>per</strong>o che si estende dalla Libia fino alla Siria. Dopo una brevecrisi interna (1372-1354), l'Egitto riprende <strong>il</strong> suo splendore e nel XIII sec.a.C. con Ramses II (1290-1234) tutto <strong>il</strong> paese conosce un tempo <strong>di</strong> gloriae <strong>di</strong> ricchezza. L‟Egitto era allora meta <strong>di</strong> una forte immigrazione <strong>di</strong>popolazioni asiatiche: fenomeno <strong>di</strong> vaste proporzioni che l'Egitto giàmolti secoli prima aveva tentato <strong>di</strong> arginare con la costruzione dellafortezza chiamata "muro dei principi" (sotto Amenemhet I: 1991-1962). Difatto, da secoli, asiatici e soprattutto palestinesi si spostavano in Egitto: sitrattava <strong>di</strong> semiti che formavano la mano d'o<strong>per</strong>a ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong>l'e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> fortezze 8 e <strong>di</strong> città-magazzino.Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011Tra questi semiti provenienti dalle zone confinanti dell'Egitto e dal suddella Palestina e questi habiru, "ebrei", gli egiziani sceglievano anche dei
trattava <strong>di</strong> semiti che formavano la mano d'o<strong>per</strong>a ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> l'e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> fortezze e <strong>di</strong> cittàmagazzino.Tra questi semiti provenienti dalle zone confinanti dell'Egitto e dal sud della Palestina e questihabiru, "ebrei", gli egiziani sceglievano anche dei fedeli aiutanti domestici, degli scribi e dei funzionari<strong>per</strong> l'amministrazione e così alcuni conoscevano una vicenda molto <strong>di</strong>versa rispetto ai loro fratelli <strong>di</strong>sangue che restavano poveri schiavi, beduini malvisti o lavoratori oppressi.Il libro dell'Esodo colloca la nascita <strong>di</strong> Mosè in Egitto. Il nome stesso che egli riceve (Msw)deriva dal verbo egiziano "nascere" e significa "nato" o "figlio". Gli israeliti spiegarono <strong>il</strong> nome egiziano<strong>di</strong> Mosè con <strong>il</strong> verbo ebraico mashah, "trarre fuori" e lo lessero come "tratto dalle acque" (Es 2.10).La Scrittura, con <strong>il</strong> racconto della nascita <strong>di</strong> Mosè, vuole narrarci Dio e la sua azione più che lavicenda del bambino Mosè e vuole mostrare che Dio guarda ai poveri, sceglie i poveri, li protegge eli salva dalla mano dei nemici. I primi <strong>di</strong>eci versetti del c. 2 dell'Esodo riguardanti la nascita e lacrescita <strong>di</strong> Mosè non vogliono essere una cronaca <strong>di</strong> eventi, ma ci in<strong>di</strong>cano con forza 1'azionefedele <strong>di</strong> Dio verso colui che ha scelto. Tutto concorre a realizzare la vocazione <strong>di</strong> Mosè findall'infanzia: Mosè nasce con un verdetto <strong>di</strong> morte su <strong>di</strong> sé, viene abbandonato sulle acque delfiume dalla madre, adottato dalla figlia del faraone, allontanato da casa sua e dalla sua famiglia,ma tutto contribuisce alla sua vocazione. È la preparazione! Mosè conoscerà la sapienza raffinatadell'Egitto, <strong>di</strong>venterà uno scriba e riceverà un notevole educazione così che Stefano potrà <strong>di</strong>re, nelsuo <strong>di</strong>scorso ai membri del Sinedrio, che "fu istruito in tutta la sapienza degli egiziani" (At 7.22).Sappiamo dalle sco<strong>per</strong>te archeologiche che nel XIII secolo nelle scuole d'Egitto si ricopiavanoantichi testi della sapienza egiziana e si trasmettevano agli scolari riflessioni sull'uomo, sulle originidegli uomini, sull'arte del governo, della giustizia sociale e sul rispetto <strong>di</strong> ogni uomo. Mosè fu istruito intutta questa sapienza, in tutta questa ricchezza <strong>di</strong> cultura. Ma venne <strong>il</strong> giorno in cui Mosè sentì vivadentro <strong>di</strong> sé la sua propria tra<strong>di</strong>zione, quella della sua gente, gli ebrei. Di fronte alle dottrineteologiche dell'Egitto emergono anche gli elementi della sua fede: <strong>il</strong> Dio dei suoi padri, <strong>il</strong> Dio <strong>di</strong>Abramo, <strong>di</strong> Isacco e <strong>di</strong> Giacobbe, <strong>il</strong> Dio che è intervenuto proteggendo e guidando i padri e che hachiesto loro obbe<strong>di</strong>enza e riconoscimento.Sua madre certamente non mancò <strong>di</strong> ricordare al giovane Mosè la fede della sua gente.Appartenenza ad un popolo, sangue, tra<strong>di</strong>zione, fede erano presenti nella coscienza <strong>di</strong> Mosè, ebenché in quanto funzionario fosse ormai "molto grande in Egitto agli occhi dei servi del faraone" (Es11.3), egli non rinnegò mai la sua origine finché "uscì verso i suoi fratelli" (Es 2.11), i prigionieri (cf. Gen46.28), gli schiavi dell'Egitto costretti a duri lavori.Mosè "esce", <strong>di</strong>ce <strong>il</strong> testo biblico, ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> verbo tipico dell'esodo... È l'inizio dell'esodo, èl'inizio della visita <strong>di</strong> Dio. L'incontro con i suoi fratelli maltrattati lo scuote: trasportato dalla collera edallo zelo <strong>per</strong> la giustizia uccide un egiziano che picchiava un ebreo (Es 2.12). Ma, accortosi che <strong>il</strong>suo gesto era stato sco<strong>per</strong>to, deve fuggire e così Mosè esce dall'Egitto. Mosè, come <strong>di</strong>ce Stefano,"<strong>di</strong>venne straniero" (At 7.29): da figlio adottivo nella casa del faraone a fuggiasco braccato in terrastraniera. La rottura con <strong>il</strong> paese d'adozione è avvenuta, ma nulla andrà <strong>per</strong>so <strong>di</strong> quel che Mosè haricevuto in Egitto: istruzione, sapienza, relazioni... tutto tornerà a servizio della sua vocazione. Ma oraMosè deve rifugiarsi nel deserto, "fuggire dalla faccia del faraone" (Es 2.15). Infatti egli "rifiutò <strong>di</strong>essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con <strong>il</strong> popolo <strong>di</strong> Diopiuttosto che godere <strong>per</strong> breve tempo del peccato" (Eb 11.24-25).“Ghersom”: l’accompagnamento-animazione es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> stranieritàMosè nasce minacciato, come <strong>il</strong> suo popolo ed è salvato da una mano nemica, grazie allaquale la vita fiorisce, si <strong>di</strong>mostra più forte della morte.«Mosè uscì verso i suoi fratelli e vide <strong>il</strong> loro peso» (Es 2,11): «si reca dai suoi fratelli», stab<strong>il</strong>isce unprimo rapporto con loro. Ha ormai 40 anni e compie un esodo che lo porta ad allontanarsidall‟ambiente protetto e aristocratico in cui è cresciuto, <strong>per</strong> s<strong>per</strong>imentarsi nella vita. Il punto è che lofa da “salvatore”, imbevuto <strong>di</strong> teoria e <strong>di</strong> ideologia e così incontra <strong>il</strong> rifiuto dei suoi stessi fratelli, chegiungono a minacciarlo <strong>di</strong> morte (cf. Es 2,13-14). S<strong>per</strong>imenta una rottura con loro, con la casa del9Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011