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i rumori <strong>di</strong> un mondo che sembra in stato <strong>di</strong> guerra e dalla televisione arrivano immagini <strong>di</strong> barche infrantealla deriva. E da quel mondo entrano in chiesa <strong>per</strong>sonaggi con una <strong>di</strong>visa che bramano far rispettare unalegge fatta da uomini che si vogliono <strong>di</strong>fendere e salvare, una legge senza l‟uomo.Al senso <strong>di</strong> claustrofobia, che possono suscitare immagini chiuse dentro spazi delimitati dai muri nu<strong>di</strong>,si contrappone <strong>il</strong> senso che questa storia vuole comunicare: proprio lì lo spazio si d<strong>il</strong>ata, non ha confini, siapre all‟umanità intera in cerca <strong>di</strong> una vita degna. Quella chiesa non è uno spazio vuoto o chiuso, ma pienoe a<strong>per</strong>to. Olmi sembra suggerire allo spettatore che laddove c‟è l‟uomo con la sua s<strong>per</strong>anza <strong>di</strong> vita sirecu<strong>per</strong>a <strong>il</strong> senso del sacro e della verità <strong>di</strong> Dio e dell‟uomo che va oltre le <strong>di</strong>fferenze etniche e culturali.C‟è un‟opposizione tra un mondo fuori apparentemente a<strong>per</strong>to ma chiuso all‟altro e un mondodentro capace <strong>di</strong> generare l‟altro; tra la fedeltà e <strong>il</strong> tra<strong>di</strong>mento che sempre si insinua in ogni relazione anchetra gli emarginati; tra <strong>il</strong> dubbio della fede e la certezza della scienza che forse così certa non è; tra lasapienza dei semplici e l‟ignoranza dei dotti; tra <strong>il</strong> complotto e la fiducia; tra una morte violenta, <strong>di</strong>struttrice,e una morte come compimento <strong>di</strong> una vita donata.Per fare <strong>il</strong> bene non serve la fede, afferma in lacrime <strong>il</strong> vecchio prete. C‟è una fede che spesso èaccettazione <strong>di</strong> leggi, contenuti, certezze che <strong>di</strong>viene osservanza farisaica e incapace concretamente <strong>di</strong> unbene <strong>per</strong> ogni <strong>per</strong>sona; e c‟è una fede che è relazione con Dio che apre al fratello e si fa bene donato,prima <strong>di</strong> ogni altra cosa. Ci può essere un bene credente ma formale e ster<strong>il</strong>e e un bene formalmente noncredente ma capace <strong>di</strong> rendere presente <strong>il</strong> mistero della vita dell‟uomo, del Dio fatto uomo.Olmi ancora una volta ci regala, con una regia essenziale, immagini sobrie, una narrazione lineare eun ritmo pacato, una pellicola che pone al centro le vicende degli uomini e degli ultimi, delle veritàoriginarie e semplici dell‟esistenza, ponendo un interrogativo sulla qualità della nostra umanità, del nostrovivere insieme, sui muri <strong>di</strong> separazione che ancorano resistono e anzi spesso vengono fortificati. E ancora unavolta propone una riflessione sulla religiosità, sulla figura del sacro e <strong>il</strong> senso <strong>di</strong> essere Chiesa oggi, sulla fede esu quanto l‟uomo contemporaneo è <strong>di</strong>sposto a lasciare appeso <strong>il</strong> Crocifisso, <strong>il</strong> sommo Bene, <strong>per</strong> guardarlo eguardare con i suoi occhi.Leggiamo…Scheda a cura <strong>di</strong>fr. Paolo CanaliAtti delConvegno<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oM<strong>il</strong>ano,30 gennaio2010E<strong>di</strong>zioni BibliotecaFrancescanaPresenza <strong>di</strong> s. FrancescoM<strong>il</strong>ano 2011(183 pp.)FRATE FRANCESCO: LA VIA DELVANGELO TRA UMBRIA E LOMBARDIALa celebrazione dell‟ottavo centenario della primitiva forma vitaepresentata da Francesco e dai suoi primi compagni a papa InnocenzoIII ha molto coinvolto la Famiglia francescana lombarda. Sono anzituttoda ricordare due incontri <strong>di</strong> preghiera: <strong>il</strong> primo „in famiglia‟, nella chiesa<strong>di</strong> S. Angelo; <strong>il</strong> secondo, invece, più “pubblico” e solenne, con unamessa presieduta dal Card. Tettamanzi in S. Ambrogio, davanti arappresentanti <strong>di</strong> tutta la Famiglia francescana (Primo, Secondo e TerzoOr<strong>di</strong>ne).Abbiamo ancora in mente la bellissima mostra presso <strong>il</strong> Museo deiBeni Culturali Cappuccini (“800 anni in piena Regola: l‟arte <strong>di</strong> seguireFrancesco da Cimabue ai giorni nostri”), che presentava, tra altricapolavori, la tavola con <strong>il</strong> ritratto <strong>di</strong> san Francesco attribuita aCimabue, proveniente dal Museo della Porziuncola, che <strong>per</strong> la primavolta in quasi ottocento anni <strong>di</strong> storia affrontava un viaggio così lungo.A me sembra che dovrebbe rimanere anche <strong>il</strong> ricordo dellagiornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o tenuta presso l‟Angelicum <strong>il</strong> 30 gennaio del 2010, <strong>di</strong>cui <strong>il</strong> nostro volumetto riporta gli Atti.18Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011

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