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“Tuttele parole,che abbiamodettolungo la via,le riassumobrevementein questaparola<strong>di</strong> consiglio”Francesco aiuta frateLeone a fare or<strong>di</strong>ne nelproprio vissuto,adeguatamentericonosciuto attraverso<strong>il</strong> collo<strong>qui</strong>o, così dagiungereal <strong>di</strong>scernimento<strong>di</strong> ciò che è secondo lavolontà <strong>di</strong> Dio.dell‟Ultima volontà a Santa Chiara. La seconda espressioneritorna anche altrove nei testi<strong>di</strong> Francesco, <strong>per</strong> in<strong>di</strong>care quella opzione fondamentale che siconcentra sul Signore, e che invita a <strong>di</strong>scernere ogni momento la suavolontà.Il tono generale <strong>di</strong> questo biglietto rivela un atteggiamento chepotremmo qualificare <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione spirituale nei confronti <strong>di</strong> Leone, eche contrassegna anche la prima parte della Lettera a un ministro,dove Francesco si rivolge al destinatario consigliandolo «de factoanime tue». Possiamo dunque affermare che Francesco svolgevaanche questo compito <strong>di</strong> aiuto al <strong>di</strong>scernimento spirituale neiconfronti dei suoi fratelli. E manifestava in tali rapporti una delicatezzamaterna (come nell‟espressione del nostro testo) ma anche unasobria e essenziale capacità <strong>di</strong> sintesi, che riesce a riassumere inpoche righe <strong>il</strong> suo pensiero. Si noti, nel nostro testo, la concisachiarezza e importanza dell‟obiettivo proposto: «placere Domino Deoet se<strong>qui</strong> vestigia et pau<strong>per</strong>tatem suam», che potrebbe essere assuntocome motto della spiritualità francescana. Anche altrove Francesco<strong>di</strong>mostra questa capacità <strong>di</strong> sintesi: si pensi, nella Lettera a un Ministro,la sintesi espressa da quel «tutto devi ritenere come una grazia»,oppure l‟altra famosa espressione della Regola «avere lo Spirito delSignore e la sua santa o<strong>per</strong>azione».Il testo lascia intravedere anche qualche tratto caratteristico dellamaniera in cui Francesco aiuta nel <strong>di</strong>scernimento i suoi fratelli: si tratta<strong>di</strong> un metodo che priv<strong>il</strong>egia <strong>il</strong> collo<strong>qui</strong>o, alla fine del quale giungeread una sintetica determinazione. In questo senso, infatti, va intesal‟espressione «tutte le parole, che abbiamo detto lungo la via, leriassumo brevemente in questa parola <strong>di</strong> consiglio» (omnia verba que<strong>di</strong>ximus in via breviter in hoc verbo <strong>di</strong>spono et cons<strong>il</strong>io), che lasciaintravedere una prima fase <strong>di</strong> prolungato <strong>di</strong>alogo cui seguel‟intervento <strong>di</strong> Francesco, teso a fare or<strong>di</strong>ne in quanto è emerso nelloscambio verbale: a questo proposito si può osservare chel‟espressione in hoc verbo <strong>di</strong>spono et cons<strong>il</strong>io del testo, tradotto comeriassumo in questa parola <strong>di</strong> consiglio, in<strong>di</strong>ca forse con più precisioneuna attività <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no (<strong>di</strong>spono) <strong>di</strong> quanto emerso nel <strong>di</strong>alogoprecedente, piuttosto che un semplice atto <strong>di</strong> riassumere. Si prof<strong>il</strong>acosì una sapiente attitu<strong>di</strong>ne ad una <strong>di</strong>rezione spirituale nella quale <strong>il</strong>compito del “<strong>di</strong>rettore” non è tanto quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere, in<strong>di</strong>candoquanto <strong>il</strong> “<strong>di</strong>retto” deve fare, quanto piuttosto un aiuto a fare or<strong>di</strong>nenel proprio vissuto, adeguatamente riconosciuto attraverso <strong>il</strong>collo<strong>qui</strong>o, così da giungere al <strong>di</strong>scernimento <strong>di</strong> ciò che è secondo lavolontà <strong>di</strong> Dio. Fondamentale, in questa espressione, la capacità <strong>di</strong>guardare alla vita, ben evocata da quella «via» lungo la quale si<strong>di</strong>cono molte «parole», nelle quali fare or<strong>di</strong>ne. Il <strong>di</strong>scernimento dellavolontà <strong>di</strong> Dio parte dalla vita, e deve semplicemente cercare <strong>di</strong>riconoscere <strong>il</strong> senso e l‟or<strong>di</strong>ne nascosto negli eventi, apparentementecasuali e <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nati, della nostra vita. Si tratta <strong>di</strong> applicare quellaattitu<strong>di</strong>ne a «vedere e credere» <strong>di</strong> cui Francesco parla n14Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011

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