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conscio <strong>di</strong> avere molto tempo libero, specialmente nel pomeriggio; dopo una piccolapasseggiata si inf<strong>il</strong>a in chiesa e lì rimane fino alla fine della preghiera della comunità, primadella cena. A volte cerca <strong>di</strong> sfuggire alle cure; altre volte si reca dal me<strong>di</strong>co senza essereaccompagnato, generando così una specie <strong>di</strong> “trepidazione” nelle <strong>per</strong>sone che hannol‟incarico <strong>di</strong> seguirlo passo dopo passo. Non è raro poi che esca dal Convento senzaavvisare nessuno, andando chissà dove, accompagnato da chissà chi. Per fortuna si ricordamolto bene tutte le strade a<strong>di</strong>acenti, <strong>per</strong> cui non è mai successo che si sia <strong>per</strong>so, senzaavere la capacità <strong>di</strong> tornare a casa autonomamente. L‟unico svago che si concede èguardare qualche programma televisivo e fare qualche sana partita a carte con glieventuali visitatori. E dorme molto, sia <strong>di</strong> giorno che <strong>di</strong> notte.Un uomo spiritualeP.Arcangelo non è solo un malato, ma anche una <strong>per</strong>sona “profondamentespirituale”. Segue una “sua” spiritualità fatta <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>, molto legata ai bambini e alle<strong>per</strong>sone in genere, alle o<strong>per</strong>e che lo hanno visto protagonista e alla vita francescana. Masoprattutto è incantato dalla croce, spoglia, nuda. Una croce libera dal crocifisso, prontaad accoglierlo. Una croce che a volte lui stesso fugge e respinge, nel buio dei suoi momentipeggiori. Ma non la rifiuta, <strong>per</strong>ché (sono parole sue) lei stessa “continua a bussare alla miaporta”. Una croce che cerca anche nei luoghi più impensati: sull‟autobus, all‟ospedale, <strong>per</strong>le vie della città. Una croce che mi in<strong>di</strong>ca sempre a <strong>di</strong>to: in chiesa, nella sua stanza, suqualche rivista. Lui stesso si sente comunque già in croce, che sembra quasi essere<strong>di</strong>ventata sua compagna <strong>di</strong> strada e sua nuova abitazione. La croce può essere a pienotitolo lo specchio della vita che sta vivendo e della sua sofferenza, dell‟abbandonoprogressivo <strong>di</strong> tutto e <strong>di</strong> tutti, specialmente nell‟ultimo <strong>per</strong>iodo della sua malattia. Sfogliandoi vangeli della passione, mi ha in<strong>di</strong>cato molte volte le ultime parole <strong>di</strong> Cristo prima <strong>di</strong> morire,chiedendomene brevi spiegazioni e “qualche parola buona”. E cerca con ansia <strong>il</strong> romanzo“Marcellino pane e vino” <strong>di</strong> Josè Maria Sànchez S<strong>il</strong>va, forse <strong>per</strong>ché si riconosce in alcunitratti <strong>di</strong> questa commovente storia. L‟impressione <strong>di</strong> tutti è che p.Arcangelo stia facendo ipreparativi <strong>per</strong> l‟incontro con “sorella morte”, si stia pre<strong>di</strong>sponendo a vedere <strong>il</strong> volto <strong>di</strong> Dio“così come è”. E non ha paura <strong>di</strong> essa <strong>per</strong>ché, in qualche breve conversazione, mi haconfidato che la accoglierebbe sì come atto finale e liberatorio da tutti i guai causati dallapropria malattia (<strong>di</strong> cui era <strong>per</strong>fettamente conscio, specie negli ultimi tempi), ma soprattutto“francescanamente”, come una sorella.Cambio della guar<strong>di</strong>aFine novembre 2008: dopo tre anni in cui ho affiancato, passo dopo passo,l‟es<strong>per</strong>ienza umana della malattia, della sofferenza <strong>per</strong>sonale e dell‟afflizione <strong>di</strong>p.Arcangelo, vengo trasferito dai miei su<strong>per</strong>iori ad Assisi, nella fraternità <strong>di</strong> Casa Leonori.Lascio <strong>qui</strong>n<strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano e <strong>il</strong> Convento <strong>di</strong> Sant‟Angelo: consegno i documenti, le scadenze e gliimpegni <strong>di</strong> p.Arcangelo ad un altro confratello che si impegnerà a seguirlo, insieme a tuttala fraternità. Ho preparato p.Arcangelo a questo <strong>di</strong>stacco come meglio ho potuto: miaspettavo <strong>di</strong>sappunto da parte sua, qualche brutta reazione, ma ho invece ricevuto da luistesso un grande incoraggiamento <strong>per</strong> <strong>il</strong> mio nuovo impegno. E questo con precise e chiareparole: questa è la vita dei frati, fai bene ad andare laggiù. Da parte mia continuo a seguirele sue vicende, pur essendo fisicamente lontano, visitandolo quelle rare volte che, <strong>per</strong>impegni fam<strong>il</strong>iari, devo tornare a M<strong>il</strong>ano.30Anno XXXIII ● N. 218 ● Ottobre 2011

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