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Compendio di relatività - Liceo Scientifico Galilei

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elettrone reagiscono e formano un neutrone ed un neutrino. La stella raggiunge un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> soli<br />

20~30 Km. Questa stella <strong>di</strong> neutroni è <strong>di</strong>fficilmente in<strong>di</strong>viduabile per via ottica, ma è stata scoperta<br />

nel 1967 da Jocelyn Bell a causa delle sue caratteristiche emissioni <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni; poiché il suo campo<br />

magnetico è molto forte e la velocità <strong>di</strong> rotazione aumenta moltissimo a causa della contrazione<br />

(fino a decine <strong>di</strong> giri al secondo), l'energia che essa <strong>di</strong>ffonde nello spazio (onde ra<strong>di</strong>o, luce, raggi X<br />

e γ) appare a chi la osserva come una rapida pulsazione ritmica. Questi oggetti sono chiamati pulsar.<br />

BLACK HOLES<br />

“... Buchi neri, è un soprannome denigratorio, dettato dall’invi<strong>di</strong>a: sono tutto il contrario <strong>di</strong> buchi,<br />

non c’è nulla <strong>di</strong> più pieno e pesante e denso e compatto, con una ostinazione nel reggere la gravità<br />

che portano in sé, come stringendo i pugni, serrando i denti, inarcando la gobba ... ”<br />

(M. Calvani - M. Capaccioli).<br />

Anche se con le stelle <strong>di</strong> neutroni la densità sembra aver raggiunto i suoi limiti, esistono altri corpi,<br />

<strong>di</strong> massa originaria pari a qualche decina <strong>di</strong> volte quella del Sole, che dopo la fase <strong>di</strong> supernova,<br />

subisce un collasso gravitazionale, cui nessuna forza può far fronte; questi corpi sono detti black holes<br />

(buchi neri), che si presentano come vortici in grado <strong>di</strong> attrarre entro <strong>di</strong> sé qualunque corpo o<br />

particella, comprese le ra<strong>di</strong>azioni, anche quelle luminose.<br />

Il termine black holes venne utilizzato per la prima volta il 29 <strong>di</strong>cembre 1967, durante una conferenza<br />

data a New York da John Archibald Wheeler. La definizione elementare <strong>di</strong> buco nero è la seguente:<br />

una regione dello spazio-tempo all’interno della quale il<br />

campo gravitazionale è tanto intenso da impe<strong>di</strong>re alla<br />

materia ed alla ra<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> sfuggire. Poiché un campo<br />

gravitazionale intenso significa anche <strong>di</strong>re elevata<br />

concentrazione <strong>di</strong> materia, per “fabbricare” un buco nero,<br />

Quando le <strong>di</strong>mensioni della stella sono<br />

inferiori a R , essa è ormai un Black Hole<br />

bisogna quin<strong>di</strong> che una certa massa sia racchiusa entro un<br />

certo volume critico, le cui <strong>di</strong>mensioni sono date, nel caso<br />

sferico, dal raggio <strong>di</strong> Schwarzschild:<br />

ℜ= 2 2<br />

MG0<br />

2<br />

c<br />

L'IMPRIGIONAMENTO DELLA LUCE<br />

Supponiamo che una stella perfettamente sferica ed immersa nel vuoto, collassi senza alcuna<br />

<strong>di</strong>storsione al <strong>di</strong> sotto del proprio raggio <strong>di</strong> Schwarzschild e la sua calda superficie emetta ra<strong>di</strong>azione.<br />

Ora esamineremo il progressivo imprigionamento della luce e la transizione verso lo stato <strong>di</strong> buco<br />

nero. In figura sono rappresentati quattro<br />

episo<strong>di</strong> del collasso gravitazionale <strong>di</strong> una<br />

stella che trattiene sempre più la luce.<br />

Prima del collasso (a), la massa della stella<br />

occupa un volume molto maggiore <strong>di</strong><br />

quello delimitato dal raggio <strong>di</strong><br />

Schwarzschild. Secondo la teoria della<br />

<strong>relatività</strong> generale, il suo campo<br />

gravitazionale influenza solo leggermente<br />

lo spazio-tempo e la luce emessa in un<br />

punto della superficie della stella può<br />

sfuggire in linea retta in qualsiasi <strong>di</strong>rezione.<br />

Poi la stella collassa (b) e, mano a mano<br />

che il raggio della stella si avvicina a R, la<br />

curvatura dello spazio tempo si accentua Le quattro fasi dell’imprigionamento della luce<br />

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