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Compendio di relatività - Liceo Scientifico Galilei

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LA RELATIVITÀ EINSTENIANA<br />

La teoria della <strong>relatività</strong> ristretta consta <strong>di</strong> due principi fondamentali, enunciati<br />

entrambi da Einstein nel 1905, che, insieme, portano alla famosa equazione<br />

E=mc 2 , dove E, m, c rappresentano rispettivamente l’energia, la massa e la<br />

velocità della luce.<br />

Il primo principio della <strong>relatività</strong> afferma che le leggi fondamentali della fisica<br />

sono uguali ovunque e per qualunque osservatore, in<strong>di</strong>pendentemente da<br />

dove si trovi o dalla velocità costante alla quale eventualmente si muova.<br />

Ne è corollario il fatto che la velocità della luce deve essere la stessa in ogni<br />

sistema inerziale (poiché la misurazione <strong>di</strong> c è un esperimento scientifico),<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dalla velocità della sua sorgente o dell'osservatore.<br />

Il secondo principio della <strong>relatività</strong> postula che esiste una quarta <strong>di</strong>mensione,<br />

il tempo, completamente equivalente alle tre solite <strong>di</strong>mensioni spaziali.<br />

La posizione <strong>di</strong> un oggetto è normalmente definibile tramite tre <strong>di</strong>mensioni spaziali, avanti o in<strong>di</strong>etro,<br />

su o giù, dentro o fuori.<br />

Tre <strong>di</strong>mensioni bastano a descrivere la posizione <strong>di</strong> un oggetto nello spazio. Ma occorre una quarta<br />

<strong>di</strong>mensione, il tempo, per descrivere quando, passato o futuro, un oggetto esiste nello spazio.<br />

Aggiungendo il tempo alla tre <strong>di</strong>mensioni spaziali, Einstein riuscì a completare le manchevolezze<br />

della concezione Newtoniana dell'Universo; ma, quel che più conta, riuscì a giustificare i risultati<br />

dell'esperienza <strong>di</strong> Michelson e Morley, ipotizzando che il valore numerico della velocità della luce sia<br />

un numero costante assoluto, in qualunque istante, per ogni osservatore, in<strong>di</strong>pendentemente da<br />

come, dove e quando se ne effettui la misurazione.<br />

Spazio e tempo, in effetti sono così strettamente interconnessi nella concezione dell'Universo<br />

<strong>di</strong> Einstein che egli esortò a considerare queste due quantità non come spazio e tempo ma come una<br />

singola entità: lo spazio-tempo.<br />

Altr ove<br />

Futuro<br />

Altr ove<br />

in<strong>di</strong>etro avanti<br />

Passato<br />

Diagramma spazio-tempo generale<br />

Albert Einstein<br />

La rappresentazione grafica <strong>di</strong> una superficie quadri<strong>di</strong>mensionale<br />

pone notevoli problemi non solo <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne tecnico, ma anche <strong>di</strong><br />

interpretazione mentale. Per rendersi conto <strong>di</strong> come si possa<br />

unificare il concetto <strong>di</strong> tempo con quello <strong>di</strong> spazio, bisogna<br />

trascurare due <strong>di</strong>mensioni spaziali. Lo schema a sinistra mostra<br />

un sistema <strong>di</strong> riferimento spazio-temporale <strong>di</strong> questo tipo, in cui<br />

il tempo è riportato sull’asse verticale e lo spazio su quello<br />

orizzontale. L’origine del <strong>di</strong>agramma, il punto <strong>di</strong> intersezione<br />

degli assi, rappresenta qui nello spazio ed ora nel tempo. Ad un<br />

intervallo <strong>di</strong> 300000 Km <strong>di</strong> spazio ne corrisponde uno <strong>di</strong> un<br />

secondo <strong>di</strong> tempo. Quin<strong>di</strong> la velocità della luce è rappresentata<br />

da una linea inclinata <strong>di</strong> 45°, mentre gli eventi della nostra<br />

esperienza (che avvengono a velocità infinitesimali rispetto a c)<br />

sono linee vicinissime all’asse verticale del tempo. Questo <strong>di</strong>agramma è <strong>di</strong>viso in quattro coni; le due<br />

sezioni scure vengono definite altrove, in quanto non possono essere esplorate da alcuna particella:<br />

sarebbe infatti necessaria una velocità maggiore <strong>di</strong> c; le due sezioni chiare, invece, rappresentano i<br />

due coni all’interno dei quali sono comprese tutte le rette che rappresentano spostamenti a velocità<br />

minore <strong>di</strong> c; i tracciati possibili devono essere compresi nei coni delimitati dalle linee a 45°.<br />

Ciò implica che, nel cono in cui ci troviamo, un evento non può non solo andare in<strong>di</strong>etro nel tempo<br />

ma nemmeno rimanere in un tempo fisso.<br />

Essenzialmente tutte le leggi e le conseguenze della <strong>relatività</strong> speciale derivano da questi concetti.<br />

La prima importante conseguenza è la <strong>relatività</strong> del concetto <strong>di</strong> simultaneità, <strong>di</strong> cui parleremo nel<br />

seguente paragrafo.<br />

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