Fonti archivistiche National Archives Washington 1 st Armoured Division, reports of operations-Italy, 1-30 September 1944 Task Force 45, 5 th Army- Historical report, 29 July 1944-28 January 1945 434 th AAA AW Battalion, History 434 th AAA AW Battalion, S-2 Periodic Report 435 th AAA AW Battalion, Journal 435 th AAA AW Battalion, S-1 Journal Public Record Office, War Office, London Task Force 45, G-3 Periodic Report Task Force 45, S-3 Report 39 LAA Regiment, War Diary 39 LAA Regiment, Operation Orders 47 LAA Regiment, War Diary 47 LAA Regiment, Periodic Report Operational History of the 1 st Infantry Division, Brazilian Expeditionary Force Daily reports, Brazilian Expeditionary Force Archivio <strong>ANPI</strong> di Pietrasanta Relazione della formazione partigiana “Garosi” Relazione della formazione partigiana “Lombardi” (nota come “Balestri”) Relazione della formazione partigiana “Bandelloni” Relazione della formazione partigiana “Silvio Ceragioli” Testimonianze di Moreno Costa,Gino Dinelli, Mario Salvatori, Silvio Orlandi, Bibliografia: I testi consultati sono citati nelle note
“ Operazione Olive”: attacco alla Linea Gotica Le forze in campo Dopo la liberazione Roma (4 giugno 1944) il generale Alexander, comandante delle truppe alleate in Italia, impartì all’Ottava Armata l’ordine di procedere con la massima celerità verso Arezzo e Firenze ed alla Quinta di fare altrettanto in direzione di Pistoia, Pisa e Lucca. Inoltre, nella notte tra l’otto e il nove giugno, trasmise un radiomessaggio che incitava i partigiani, operanti nel territorio compreso tra le posizioni avanzate degli Alleati e la linea Pisa-Rimini, a produrre il massimo sforzo per ostacolare e colpire i Tedeschi in ritirata. Il messaggio, che alimentava la speranza dell’imminente liberazione dell’Italia Centrale, suscitò grande entusiasmo nella Resistenza, che, nei giorni successivi, intensificò le azioni di sabotaggio e gli attacchi ai nazifascisti. Gli Alleati, però, non sfruttarono la favorevole situazione e, così, il maresciallo Kesselring, comandante delle truppe tedesche, poté attuare una “ritirata aggressiva”, che creò grossi problemi agli angloamericani. Infatti, la loro avanzata fu lenta e solo il 23 luglio raggiunsero la sponda meridionale dell’Arno tra Pisa e Firenze, dove i Tedeschi erano decisi ad opporre una tenace resistenza, prima del definitivo ripiegamento sulla Linea Gotica, che consideravano un baluardo difensivo da mantenere a tutti i costi per proteggere le importanti risorse agricole e industriali dell’Italia Settentrionale. 1 Sul rallentamento delle operazioni alleate pesarono notevolmente le divergenze tra i comandi americani e inglesi sul ruolo da assegnare alla Campagna d’Italia nel quadro generale delle vicende belliche. Gli Inglesi volevano una rapida avanzata lungo il litorale adriatico e in Val Padana, per poi puntare su Trieste, Lubiana e Vienna al fine di sottrarre importanti territori dell’Europa Centro-orientale al controllo dei sovietici, secondo un piano elaborato personalmente dal Primo Ministro Wiston Churchill; gli Americani, invece, intendevano concentrare il massimo sforzo sul fronte francese, aperto con lo sbarco in Normandia (6 giugno 1944), assegnando, di conseguenza, un ruolo secondario a quello italiano. Alla fine prevalse il punto di vista americano tanto che, il 15 agosto, prese il via l’operazione “Anvil-Dragoon” con lo sbarco alleato sulle coste della Provenza, allo scopo di tenervi impegnate consistenti truppe tedesche, altrimenti destinate nel nord della Francia. Vi presero parte anche sette divisioni, che erano dislocate in Italia, così l’attacco alla Linea Gotica venne ad assumere un valore strategico meno importante, nonostante Churchill continuasse ad alimentare la speranza di mettere in atto il suo disegno, nel caso di un rapido successo sul litorale adriatico. Alexander presentò ai comandanti della Quinta e dell’Ottava Armata il piano operativo, che prevedeva un attacco al centro dello schieramento nemico, tra Pistoia e Dicomano (provincia di Firenze), per sfondare il fronte e provocare la disfatta delle truppe tedesche a sud del Po, il cui ripiegamento oltre il fiume era divenuto molto problematico per la distruzione dei ponti, causata dai bombardamenti aerei. Il generale Oliver Leese, comandante dell’Ottava Armata, che nutriva seri dubbi sulla possibilità di un rapido successo iniziale perché le truppe più adatte al combattimento in zone montane erano state assegnate all’operazione “Anvil – Dragoon”, chiese un incontro ad Alexander per illustrare le sue osservazioni al piano. Egli riteneva più opportuno sferrare l’attacco iniziale su due direttrici ben distinte, con l’Ottava Armata impiegata nell’azione principale lungo il litorale adriatico e la Quinta lungo quello tirrenico, con finalità diversive. Quindi, sfruttando il conseguente indebolimento delle linee tedesche nel settore centrale del fronte, la Quinta Armata avrebbe dovuto assestare al nemico il colpo decisivo lungo l’asse Firenze- Bologna per tagliare la strada alle spalle delle truppe tedesche, dislocate sulla zona costiera romagnola. La proposta di Leese fu accolta e, nel giro di pochi giorni, furono predisposti i piani dell’operazione che prese il nome di “Olive”. Le forze tedesche schierate a difesa della Linea Gotica erano costituite dalla Decima e dalla Quattordicesima Armata, con il supporto di alcune unità della Repubblica Sociale Italiana: la Decima Armata, formata dal XVII Corpo Corazzato e dal LI Corpo da Montagna, era dislocata tra il Mare Adriatico ed il passo del Giovo, mentre da questo alla costa tirrenica era disposta la Quattordicesima, costituita dal I Corpo Paracadutisti e dal XIV Corpo Corazzato. Gli Alleati disponevano dell’Ottava Armata, nel settore adriatico, e della Quinta, in quello centrale e tirrenico: l’Ottava era formata dal II Corpo Polacco, dal I Corpo Canadese, dal V e dal X Corpo Britannico, la Quinta dal XIII Corpo Britannico, dal II e IV Corpo Statunitense. Al loro fianco operavano alcune Divisioni Ausiliarie Italiane, il Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) e reparti partigiani, già attivi nelle zone liberate. Inoltre gli Alleati potevano contare sull’apporto delle formazioni, che si trovavano nel territorio occupato dai nazifascisti. Nel settore occidentale del fronte era schierato il IV Corpo Statunitense, al comando del generale Willis D. Crittenberger, costituito dalla 6 Divisione Corazzata Sudafricana, dalla 88 Divisione di Fanteria e dalla 1 Divisione 1 Sulla Linea Gotica, poi ribattezzata dai Tedeschi Linea Verde, cfr. AA.VV., Eserciti Popolazione Resistenza sulle Alpi Apuane, Atti del Convegno Internazionale di Studi Storici sul settore occidentale della Linea Gotica, parte prima: aspetti geografici e militari, a cura di G.Briglia, P.Del Giudice, M.Michelucci, Massa, Tip. Ceccotti, 1995; AA.VV., Al di qua e al di là della Linea Gotica-1944- 45. Aspetti sociali, politici e militari in Toscana e in Emilia-Romagna, a cura di Luigi Arbizzani, Regioni Emilia-Romagna e Toscana, Bologna-Firenze, 1993.