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Premessa - ANPI Versilia

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Mentre gli Alleati si apprestavano ad oltrepassare l’Arno, pattuglie della “Garosi” e della “ Ceragioli” svolsero<br />

un’intensa attività di ricognizione in Valfreddana e sul monte Prana, scontrandosi ripetutamente con reparti tedeschi in<br />

transito. Nella notte tra il 2 e il 3 settembre la “Garosi” occupò Torcigliano, Gualdo e Gombitelli, mentre la “Lombardi”<br />

si schierò sui monti Acuto, Vallimona e Rondinaio, spostandosi il giorno 6 nei dintorni di Monsagrati.<br />

Il 9, attraversato il Serchio, la TF 45 avanzò su Torre del Lago, raggiunta nel tardo pomeriggio del 10 dalle pattuglie<br />

del 47 reggimento inglese, che presero posizione lungo il fosso della Bufalina. Il pieno controllo della zona tra Torre del<br />

Lago ed il Monte Quiesa era indispensabile per poter puntare su Viareggio e Massarosa perciò, fino alla sera del 14<br />

settembre, i reparti del 434 e del 435 battaglione svolsero un’accurata attività di pattugliamento tra Quiesa e Bozzano,<br />

mentre il 39 e il 47 reggimento consolidavano le posizioni nella pineta.<br />

Contemporaneamente le forze partigiane allargavano il loro raggio d’azione sulle alture a ridosso la via Sarzanese. La<br />

“Garosi” sostenne dei combattimenti nei dintorni di Gualdo e di Montemagno e stabilì un contatto diretto con gli Alleati<br />

tramite due pattuglie inviate a Lucca e a Vecchiano. La “Ceragioli”, attiva sulle colline tra Massarosa e il Monte Quiesa,<br />

raggiunse Bozzano il 10 settembre, scontrandosi poi con i Tedeschi in località Cagliana. La “Lombardi”, invece,<br />

raggiunta la zona tra Gualdo e Montigiano, subì per molte ore il fuoco dei mortai nemici e fu costretta a ripiegare sul<br />

monte Ghilardona. Il 12, dopo aver preso contatto con gli Alleati a Lucca, la formazione concluse il suo ciclo operativo<br />

congiungendosi con le avanguardie americane a San Macario in Piano.<br />

Considerando la scarsa resistenza tedesca, la lentezza dell’avanzata degli Angloamericani verso Viareggio e<br />

Massarosa può sembrare incomprensibile; in realtà fu determinata dal fatto che il comando alleato aveva deciso che<br />

avvenisse di pari passo con quella in Val di Serchio, dove il 370 CT incontrava maggiori difficoltà per le posizioni<br />

fortificate nemiche dominanti le vie d’accesso. Inoltre, non bisogna dimenticare che i compiti assegnati alle truppe<br />

operanti nel settore tirrenico erano secondari rispetto a quello dei reparti dislocati nel settore adriatico.<br />

Nel ripiegamento dall’Arno alla Linea Gotica i Tedeschi limitavano il contatto con il nemico a brevi scontri tra le loro<br />

pattuglie di retroguardia e quelle nemiche d’avanguardia, per poi opporre una maggiore resistenza nei pressi dei bunker<br />

e delle posizioni fortificate, che venivano abbandonate, una volta divenuta insostenibile la difesa. Limitato era anche<br />

l’impiego dei panzer, che si ritiravano appena individuati, molto sporadico l’intervento dell’aviazione, mentre creavano<br />

seri ostacoli all’avanzata degli Alleati i numerosi campi minati e la distruzione di strade e ponti. L’artiglieria tedesca<br />

teneva sotto tiro la prima linea ed aumentava il volume di fuoco quando i reparti nemici raggiungevano i centri abitati.<br />

In vista dell’avanzata della TF 45 su Viareggio e Massarosa, la “Garosi” intensificò la sua azione a ridosso della via<br />

Sarzanese e il 15 settembre occupò il paese di Stiava, mentre la “Ceragioli” dalle alture di Massarosa raggiunse<br />

Montramito nella stessa giornata. La mattina del 15 reparti inglesi e i partigiani della “Canova” 15 entrarono a Viareggio,<br />

seguiti, nel pomeriggio, dal 435 battaglione, mentre il 434 era rilevato nella zona di Quiesa dai soldati della FEB , che<br />

liberarono Massarosa il giorno seguente.<br />

Successivi traguardi della TF 45 era il raggiungimento della linea Fiumetto-Pietrasanta-Capriglia e, poi , della sponda<br />

meridionale del fiume <strong>Versilia</strong> e delle colline tra Capriglia e Vallecchia, basi di partenza necessarie per un attacco alle<br />

posizioni nemiche sul Monte di Ripa e sul m.Canala, che garantivano ai Tedeschi il controllo delle vie d’accesso a<br />

Massa.<br />

Al 435 ed al 434 battaglione statunitense era affidato il compito di avanzare tra la costa e la via Sarzanese, agli Inglesi<br />

del 39 e 47 reggimento di procedere sulle colline sovrastanti, ai Brasiliani di puntare su Camaiore e, quindi, di<br />

conquistare il monte Prana, dove erano attestati reparti tedeschi a protezione dei sentieri d’accesso allo Stazzemese ed<br />

alla zona di Pescaglia.<br />

A questo punto entrò in azione la formazione “Bandelloni”, che, secondo i piani stabiliti, nella notte tra il 16 e il 17<br />

settembre occupò Camaiore, dopo che la discesa dalla base di San Rocchino era stata preparata da un’accurata<br />

ricognizione della zona da parte di alcune pattuglie, che si erano spinte fino nei dintorni della città. Il 18 la formazione<br />

proseguì verso Pietrasanta, sostenendo scontri al Baccatoio e al Pontenuovo, poi, nel tardo pomeriggio, una pattuglia<br />

entrò in città con il supporto di due carri armati, seguita, nel corso della notte e della mattina successiva, dal resto della<br />

formazione e dai reparti del 434 battaglione.<br />

Mentre la “Bandelloni” era in piena attività, la “ Ceragioli” e la “Garosi” furono smobilitate rispettivamente il 17 e il<br />

22 settembre, anche se qualche reparto continuò ad essere utilizzato dagli Americani con compiti di polizia. Alcuni<br />

partigiani, originari di Pietrasanta, Camaiore, Forte dei Marmi e Seravezza, si aggregarono alla “Bandelloni”e alla<br />

“Canova” che, con la TF 45, stavano avanzando verso queste località. Nei giorni seguenti pattuglie partigiane<br />

perlustrarono la zona di Forte dei Marmi, dove gli uomini del 435 battaglione giunsero il giorno 21, e la fascia di<br />

territorio lungo il corso del <strong>Versilia</strong>, raccogliendo preziose informazioni sulla dislocazione e sui movimenti delle truppe<br />

nemiche. Negli ultimi giorni di settembre, conquistato il m.Prana, reparti della FEB liberarono Pomezzana, Palagnana e<br />

Stazzema, mentre pattuglie inglesi raggiunsero Farnocchia e la zona circostante, fino alle alture sovrastanti Ruosina e<br />

Pontestazzemese. Nello stesso periodo un reparto della “Bandelloni” dal comando del 47 reggimento britannico, che<br />

occupava le alture di Vallechia, Solaio e m.Costa, fu inviato in ricognizione nelle frazioni montane di Seravezza. I<br />

partigiani raggiunsero Minazzana e Giustagnana, dove restarono per alcuni giorni, perlustrando anche la zona di<br />

Fabbiano, Basati e m.Cavallo, riferendo, poi, dettagliatamente sulla dislocazione delle truppe nemiche, una volta<br />

rientrati alla base. Alla fine del mese il comando del IV Corpo d’Armata decise un avvicendamento dei reparti nel<br />

15 La “Banda Canova” , costituita ala fine di agosto nei pressi di Torre del Lago, svolse la sua attività al fianco dei reparti del la TF<br />

45 lungo il litorale..

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