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Premessa - ANPI Versilia

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dotata d’armamento pesante con un plotone di mortai. L’addestramento procedette in modo intenso per tutto il mese<br />

d’agosto, sotto la guida di ufficiali esperti, distaccati da unità veterane della Campagna d’Italia e, per non creare<br />

squilibri nello schieramento alleato, si giunse alla definitiva composizione dell’organico attraverso una serie<br />

d’avvicendamenti di reparti e l’inserimento di nuove unità, come il 39 e il 47 reggimenti britannici d’artiglieria<br />

contraerea, aggregati rispettivamente il 29 luglio ed il 21 agosto, e il 100 Battaglione di fanteria statunitense formato da<br />

Nisei, cioè americani d’origine giapponese 5 .<br />

Durante il suo primo mese d’attività, la cosiddetta “fase dell’Arno ” , oltre che nell’addestramento dei reparti all’uso<br />

delle armi e delle tecniche di combattimento della fanteria, la TF 45 fu impegnata nel controllo del settore del fronte tra<br />

Pisa e la costa:“ Le pattuglie hanno avuto un continuo contatto con il nemico – si legge nel Diario Storico – e negli<br />

scontri a fuoco sono state inflitte e subite perdite. Dopo aver subito la prima imboscata, i nostri reparti hanno appreso<br />

le tecniche e, a loro volta, hanno successivamente teso delle imboscate che hanno causato al nemico perdite e<br />

prigionieri. Sono stati posati dei campi minati, costruiti e rinforzati dei capisaldi nei punti nevralgici, mentre, grazie ad<br />

un’eccellente attività dei punti d’osservazione, sono stati sparati ogni giorno numerosi colpi d’artiglieria ed un intenso<br />

fuoco di mortaio e di mitragliatrici. Per colpire e distruggere le postazioni nemiche sono stati utilizzati con successo i<br />

bazooka; movimenti di carri armati e di autocarri, uso di fumogeni e attività dei bulldozer sono serviti per provocare il<br />

fuoco dei cannoni e dei mortai nemici, in modo da poter rilevare e colpire le loro postazioni”.<br />

Il 27 agosto 1944 la TF 45 era pronta ad entrare in azione a pieno organico lungo la sponda meridionale dell’Arno, tra<br />

Pisa e la foce. A partire dalla costa era schierato il 2 Gruppo Corazzato con, nell’ordine, le seguenti truppe: 131 batteria<br />

del 47 reggimento britannico, 39 reggimento britannico- con le batterie 110, 111 e 240- 435 battaglione americano,<br />

673 compagnia di sanità, compagnia da ricognizione dell’894 Battaglione anticarro come riserva, e la compagnia C del<br />

351 battaglione, addetta al controllo del litorale: Seguiva il 107 Gruppo Corazzato così composto: 100 reggimento di<br />

fanteria americano- a contatto con i reparti del 2 Gruppo Corazzato- 434 battaglione americano, 258 batteria del 47<br />

reggimento britannico, con compiti di riserva del Gruppo, e parte della 673 compagnia di sanità. In riserva della TF 45<br />

si trovavano il 751 battaglione corazzato, l’85 batteria del 47 reggimento britannico e la compagnia A dell’81 squadrone<br />

da ricognizione americano. Alla TF 45 erano aggregati anche reparti della 210 Divisione Fanteria italiana con il compito<br />

di svolgere servizi vari, come il rifornimento d’armi e vettovaglie, ripristino di vie di comunicazione, mansioni<br />

sanitarie. 6<br />

Il primo obiettivo per la 1 Divisione Corazzata e la TF 45 era il raggiungimento della sponda meridionale del Serchio,<br />

avanzando rispettivamente nella zona del Monte Pisano e tra questo e il mare, dove Tedeschi schieravano, nell’ordine,<br />

la 65 Divisione di Fanteria e la 16 Divisione Corazzata SS.<br />

L’avanzata dall’Arno al Serchio<br />

Le operazioni iniziarono nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre con un’intensa attività di ricognizione. Nel settore<br />

della 1 Divisione una pattuglia del 370 Combat Team attraversò l’Arno intorno alle 1,30 del 1 settembre, raggiungendo<br />

il paese di Lugnano, mentre una del 14 Fanteria occupò il centro di Castelfranco. Alle 9,00 il grosso dei reparti<br />

cominciò l’attraversamento del fiume con la protezione dalle teste di ponte stabilite nella notte. A metà pomeriggio l’11<br />

e il 14 battaglione di fanteria avevano consolidato le posizioni nella zona di Castelfranco e il 370 CT tra Calcinaia e<br />

Bientina, senza incontrare resistenza, tranne qualche azione isolata di franchi tiratori ed una modesta attività<br />

dell’artiglieria nemica, mentre seri ostacoli erano rappresentati da campi minati e dalle distruzioni apportate dai<br />

Tedeschi a ponti e strade. Di fondamentale importanza strategica era la conquista del Monte Pisano, che domina la<br />

piana pisana, il fiume Serchio e la zona di Lucca, ed il compito di occuparlo fu assegnato al 370 CT, che riuscì<br />

nell’intento la sera del 2. Infatti, il I battaglione, con l’appoggio dei mezzi corazzati, raggiunse Castelvecchio di<br />

Compito, il II la sommità ed il III arrivò alle sponde del Serchio, nei dintorni di Pappiana, dopo un duro scontro nei<br />

pressi di Ripafratta. La sera del 3 settembre tutta la zona dl Monte Pisano era sotto il pieno controllo del 370 CT.<br />

5 Dopo l’attacco a Pearl Harbor del 7 dicembre 1941 oltre 100.000 cittadini americani di origine giapponese (indicati con il termine<br />

di Nisei, letteralmente seconda generazione) furono chiusi in campi di internamento e quelli in servizio nelle forze armate estromessi<br />

perché qualificati inadatti per condizioni morali o nazionalità e ascendenza. Tuttavia, per l’impegno e il sacrificio mostrati<br />

nell’opera di assistenza e ripristino a Pearl Harbor, ai volontari della Guardia Nazionale Hawaiana fu consentito l’inquadramento nel<br />

34 reggimento genio da combattimento. In considerazione delle migliaia di richieste di arruolamento, il 10 giugno 1942 venne<br />

autorizzata la costituzione della prima unità da combattimento formata da Nisei, il 100 battaglione di fanteria, che svolse la fase di<br />

addestramento a Camp Mc Coy (Wisconsin) e Camp Shelby (Mississipi). Il 1 febbraio 1943 fu attivato il 442 Regimental Combat<br />

Team, che iniziò l’addestramento in Mississipi. Nel settembre 1943 il 100 battaglione fu inviato in zona operativa in Algeria,<br />

aggregato al 133 reggimento della 34 divisione di fanteria. Sbarcati il 22 settembre a Salerno, i Nisei ebbero il “battesimo del fuoco”<br />

a Castelvetere, quindi combatterono sul Volturno e sul fronte di Cassino. Trasferito ad Anzio nel marzo del 1944, dopo la<br />

liberazione di Roma il 100 battaglione si unì al 442 Regimental Combat Team, sbarcato in Italia nel mese di giugno, avanzando<br />

lungo il litorale tirrenico fino al fiume Arno.<br />

6 Era costituita dagli effettivi della 210 Divisione Costiera, che nei giorni successivi all’armistizio aveva difeso dai Tedeschi<br />

l’aeroporto di Monteroni (Lecce) e la zona di Brindisi, dove si erano rifugiati il Re ed il Governo. Ristrutturata nell’organico, con la<br />

nuova denominazione fu aggregata alla Quinta Armata durante tutta la Campagna d’Italia, con un organico massimo di 600 ufficiali e<br />

17000 uomini . Nel periodo operativo ebbe 260 morti, 640 feriti e 12 dispersi.

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