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Premessa - ANPI Versilia

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E’ scritto nella relazione della “Garosi”:”(…) Il 20 settembre, il plotone di Piero Pierini, precedendo di due giorni gli<br />

Alleati, liberò Forte dei Marmi, spingendosi fino al Cinquale ed informando il Comando Alleato sulle postazioni<br />

nemiche in questo settore” 52 .<br />

Solo nel 1972, sulle colonne del mensile “<strong>Versilia</strong> Oggi”, apparve un dettagliato resoconto di Giorgio Giannelli dal<br />

titolo “Come i partigiani salvarono il Forte”. L’autore spiegava anche le ragioni che lo avevano indotto a scrivere<br />

sull’argomento: ”Perché ho scritto questa storia. Se Forte dei Marmi non è stata distrutta dalle cannonate lo si deve ai<br />

partigiani.Lo ricordano in pochi, lo sanno in molti, non lo dice nessuno. Forse la colpa è nostra, di coloro che furono i<br />

testimoni dell’ epoca, un po’ per pudore un po’ per pigrizia, un po’ per non essere accusati di esaltatori dell’epoca<br />

passata (laudatores temporis acti…). Ne volevo scrivere da tempo. Sono due o tre anni che rimando questo articolo al<br />

numero di settembre di “<strong>Versilia</strong> Oggi”. Poi, quando viene settembre, altri argomenti incalzano e la storia della<br />

liberazione del Forte passa sempre nel dimenticatoio. E mi accorgo che, se non la scrivo io, non la scrive nessuno. Il<br />

motivo di questa premessa? Lo dico subito: il gran parlare che si fa in questa vigilia elettorale di un grosso successo<br />

dei missini che, per chi non lo sapesse, sono gli eredi legittimi di quel periodo dittatoriale fascista che, con la guerra,<br />

portò l’Italia alla distruzione, alla guerriglia, alle rappresaglie ed agli assassinii, con lutti, rovine e tragedie familiari<br />

in entrambi i campi gli italiani, più o meno in buona fede, si fossero, allora, schierati. Poiché un successo missino<br />

sarebbe mortificante per chi è stato testimone delle vicende del periodo fascismo-seconda guerra mondiale, ebbene,<br />

sarò proprio io, che mi vanto di essere un osservatore imparziale e niente affatto fazioso delle vicende della nostra<br />

terra, a sottolineare in questo momento il grande merito che ebbero i partigiani in quel settembre 1944. Si deve infatti a<br />

loro se il Forte dei Marmi fu salvato da un disastroso bombardamento a tappeto da parte delle truppe americane. Per<br />

rievocare quei tempi, non ho fatto altro che rispolverare un mio vecchio diario.”<br />

Sulla Liberazione di Forte dei Marmi 53 , Giannelli scrisse ancora un lungo articolo “Il giorno di Piero”, sempre su<br />

“<strong>Versilia</strong> Oggi” dell’ottobre 1989, in occasione della morte del partigiano Piero Pierini, ed alcune pagine del volume<br />

“<strong>Versilia</strong>. La strage degli innocenti”, uscito nel luglio 1994, utilizzando i suoi precedenti scritti.<br />

Giannelli si fece anche promotore di un’iniziativa, accolta dall’Amministrazione Comunale, per celebrare<br />

solennemente il 50° anniversario, con la consegna di una medaglia commemorativa ai partigiani fortemarmini e<br />

l’apposizione di una lapide nell’atrio del Municipio con la seguente epigrafe:” L’Amministrazione Comunale ai<br />

partigiani e ai patrioti di Forte dei Marmi che nel giorno della liberazione dal Nazifascismo salvarono il paese dal<br />

cannoneggiamento alleato. 19 settembre 1944 19 settembre 1994”.<br />

La testimonianza d Giorgio Giannelli<br />

Ripercorriamo le fasi della Liberazione attraverso le pagine di “ <strong>Versilia</strong>. La strage degli innocenti”, omettendo le<br />

parti descrittive e quelle in cui l’autore esprime stati d’animo e riflessioni personali, ininfluenti ai fini della ricostruzione<br />

degli eventi: “(…) Era il 18 settembre 1944. uscii dal mio nascondiglio-Giannelli con i familiari si era rifugiato nei<br />

locali di Villa Oliva, nei pressi di via Leonardo Da Vinci - e con prudenza mi avvicinai al ponte abbattuto. Non c’erano<br />

più i genieri che avevano fatto saltare le mine, ma solo qualche curioso che era uscito di casa come avevo fatto io. Una<br />

donna ci disse che quella mattina aveva già visto gli Americani al Fiumetto. Non le credemmo: al Fiumetto? Sono già<br />

lì? Non ci volevamo credere(…). Cominciò in quel momento la mia corsa sfrenata verso gli Americani che si trovavano<br />

ormai a pochi chilometri(…)”<br />

Mentre attraversa la pineta, Giannelli evita per un soffio una pattuglia tedesca in ritirata, poi riprende la corsa verso<br />

Fiumetto:“(…)Istintivamente mi gettai all’impazzata-sembravo Tarzan- verso il cancello d’uscita della <strong>Versilia</strong>na.<br />

Correvo, ormai, nel delirio e quando raggiunsi, fuori della pineta, il viale Apua, mi trovai come un pigmeo di fronte ad<br />

un muro di giganti. Una montagna di acciaio, una fila infinita di carri armati americani con la stella bianca dipinta sui<br />

lati, altissimi, frastornanti, rumorosi, si muoveva lentamente venendo su dal Fiumetto e diretta verso Pietrasanta.<br />

Osservai quella scena come ipnotizzato: era il prezzo della libertà. Abbracciai il primo che trovai e il caso volle che<br />

questi non fosse un soldato americano, ma un italiano, un partigiano italiano, armato. Era Corrado Buselli. Mi<br />

disse:”Ora arrivano gli altri aspettali qui!” Nella villetta situata proprio davanti al cancello della <strong>Versilia</strong>na, di<br />

proprietà della moglie di Aldo Coluccini, Liana, si erano istallati i nuovi padroni(…)<br />

Giannelli rimane sbalordito dai mezzi dall’equipaggiamento degli Americani, che gli appaiono quasi dei turisti invece<br />

che dei soldati in prima linea.<br />

”Quando mi ripresi e tornai sui miei passi, uscito dal cancellino, rientrai sul viale Apua dove i carri armati erano<br />

sostituiti da una lunga sfilata di camion. Guardai a bordo. Sembravano carichi di carbone ed invece erano i soldati<br />

52<br />

La relazione è pubblicata in Documenti e Studi. Semestrale dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in<br />

Provincia di Lucca, n.10/11, dicembre 1990.<br />

53<br />

Prendendo spunto dallo scritto di Giannelli, nel numero di maggio-giugno 1972 di “<strong>Versilia</strong> Oggi” intervenne anche l’avvocato<br />

Giuseppe Zapparoli Manzoni, Commissario Prefettizio, poi primo Sindaco di Forte dei Marmi dopo la Liberazione. Si tratta di ricordi<br />

personali delle convulse giornate del settembre 1944, che però, non forniscono elementi significativi per la ricostruzione degli<br />

avvenimenti.

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