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Premessa - ANPI Versilia

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che forse non giungeva loro. Il capo decise che dovevamo andare loro incontro al di là del fiume. Il fiume era in piena ,<br />

l’acqua arrivava alla vita, in alcuni punti quasi fino alle ascelle. Giunti all’altra sponda prendemmo a salire il sentiero<br />

per avvicinarci, fargli capire loro da dove poteva arrivare il pericolo, aiutarli ad attraversare il fiume nel punto dove<br />

noi l’avevamo già fatto. I primi erano già in basso, quasi defilati dietro la fila di case che sono in quel punto. Dalla<br />

Mezzaluna e forse anche dalle altre postazioni tedesche iniziò la sinfonia delle mitraglie. Raffiche fitte echeggiarono<br />

nella valle. Intorno a noi, avviati sul sentiero, cadevano spezzati gli arbusti. Uno spilungone con gli occhi di nero che<br />

sembravano sorpresi, si stringeva forte un polso e mi mostrò la mano che aveva alcune dita spezzate e perdeva molto<br />

sangue. Un altro era caduto ai primi spari e i suoi gli davano le prime cure, più in basso riparati dalle case. In alto<br />

c’erano altri feriti, uno dei quali era grave. Penso che non sia sopravvissuto”.<br />

Dunque, a partire dal 6 ottobre, gli Americani occuparono stabilmente Seravezza, dove allestirono il comando<br />

avanzato, un punto di raccolta per i prigionieri tedeschi e fascisti, una postazione di primo soccorso per militari e civili.<br />

Poi, il 16 ottobre, reparti della“Buffalo” raggiunsero Giustagnana e Minazzana, l’8 novembre Azzano e Basati, e così,<br />

tutto il territorio comunale, tranne una striscia montana lungo il crinale tra il Folgorito e l’Altissimo, passò sotto il<br />

controllo americano.<br />

Dall’ottobre ’44 all’aprile ’45, Seravezza fu base di partenza delle pattuglie partigiane impegnate nell’attività di<br />

perlustrazione sulla Linea Gotica. In località Argentiera pose il comando la formazione “Bandelloni e dal 27 dicembre<br />

1944, nel centro cittadino si insediò la compagnia partigiana “Falco” del Gruppo F3, agli ordini di Gino Briglia<br />

(“Sergio”).<br />

Una volta organizzato il passaggio del fronte dal Gruppo Patrioti Apuani, i profughi venivano presi in consegna da<br />

pattuglie miste di partigiani e americani ad Azzano e scortati nel punto di accoglienza allestito nel Palazzo Mediceo, da<br />

dove proseguivano per altre località della <strong>Versilia</strong> o i centri di accoglienza, allestiti in località limitrofe.<br />

Durante i sette mesi della Linea Gotica, Seravezza venne a trovarsi in una situazione molto particolare, poiché il suo<br />

territorio costituiva la prima linea del fronte con le postazioni tedesche a poche centinaia di metri di distanza in linea<br />

d’aria, che dominavano le valle del Serra e tenevano sotto il tiro dei mortai e delle mitragliatrici tutta la zona<br />

circostante. 57<br />

Per la popolazione rimanere a Seravezza era estremamente rischioso e la maggior parte della gente preferì rimanere<br />

nelle località raggiunte durante l’estate, dopo l’ordine di sfollamento impartito dai Tedeschi.<br />

Per la stessa ragione, aveva la sede a Pietrasanta l’Amministrazione Comunale, insediata dal Governo Militare Alleato<br />

su indicazione del CLN, che aveva come compito prioritaro l’assistenza dela popolazione sfollata in varie località della<br />

<strong>Versilia</strong>, in particolar modo nel territorio di Pietrasanta.<br />

Solo dopo lo sfondamento della Linea Gotica, l’incubo della guerra abbandonò Seravezza e il suo territorio.<br />

“Avvenuta la liberazione- scrive il Sindaco Pietro Marchi-il Governatore Militare alleato, in data 22 settembre 1944,<br />

confermò la designazione del Comitato per modoché mi trovai ufficialmente Sindaco di Seravezza e presi possesso della<br />

mia carica. Chi ricorda la situazione di quei giorni lieti e penosi ad un tempo, si rende conto dei difficili problemi che<br />

mi si ponevano dinanzi, in quanto l’Amministrazione Comunale non esisteva neppure sulla carta(…)Lo sfollamento del<br />

territorio comunale aveva provocato la dispersione della cittadinanza nostra nei luoghi più lontani, per cui fu difficile<br />

l’opera del tesseramento e del servizio annonario del quale non esisteva più traccia e che fu ricostruito di sana pianta.<br />

Perché gli sfollati potessero rifornirsi di generi alimentari con minor disagio furono creati spacci a Pietrasanta,<br />

Tonfano, Fiumetto e Capezzano di Camaiore i quali funzionarono alla perfezione. Va ricordata con riconoscenza<br />

l’attività spiegata dalla Cooperativa di Pietrasanta nel servizio di distribuzione di generi contingentati(…)Il 5 aprile,<br />

liberata Seravezza, in seguito all’offensiva alleata per lo sfondamento della Linea Gotica, l’Amministrazione rientrò in<br />

sede nel Palazzo Mediceo. Lo spettacolo che offrivano tanto il Capoluogo vhe le frazioni era desolante. Non si<br />

vedevano che sparse macerie, il cui aspetto era reso più sinistro dall’assenza di qualsiasi traccia di vita umana e di<br />

servizio civile(…)” 58<br />

Alla luce dei fatti, possiamo indicare il 6 ottobre 1944 quale giorno della Liberazione di Seravezza, in quanto da<br />

allora la città fu sotto il controllo degli Americani e dei partigiani. Non fu, però, una Liberazione “effettiva”, in quanto<br />

la permanenza del fronte a brevissima distanza impedì la ripresa della vita quotidiana che potè avvenire, pur tra mille<br />

difficoltà,solo al termine del conflitto.<br />

E’ in tal senso, quindi, che va interpretata l’affermazione, riportata in alcuni volumi, che la Liberazione di Seravezza<br />

avvenne nell’aprile 1945.<br />

57<br />

- Marchi venne nominato Sindaco subito dopo la Liberazione di Pietrasanta, in previsione dell’ormai prossima Liberazione di<br />

Seravezza.<br />

58<br />

Da “ Diciotto mesi di Amministrazione Provvisoria del Comune di seravezza (22 settembre 1944-12 aprile 1946). Relazione letta<br />

nella prima seduta del Consiglio Comunale il giorno 11 aprile 1946 dal Sindaco uscente Pietro Marchi, in”11 aprile 1946-2005. Nel<br />

ricordo del primo Consiglio Comunale di Seravezza liberata”, a cura di Costantino Paolicchi, Luisa Nari, Silvia Mazzucchelli,<br />

Pietrasanta, Art DI.NI., 2005, pag. 29.33.

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