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di - La Riviera

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Parlando <strong>di</strong>...<br />

ATTUALITÀ<br />

Digiuno a Riace. L’accoglienza nella Locride contiene un progetto <strong>di</strong> largo respiro e va ben oltre l’aspetto umanitario: trasformare i migranti da problema in risorsa<br />

Kaputt<br />

ILARIO AMMENDOLIA<br />

Nella Locride non debbono esistere esperienze<br />

positive.<br />

Della Locride tutto deve essere degrado.<br />

Se qualche luce si accende, allora bisogna spegnerla<br />

imme<strong>di</strong>atamente: kaput!<br />

Nei giorni scorsi la stampa tedesca ha dato<br />

ampio risalto alle decisioni <strong>di</strong> tribunali <strong>di</strong> tutti<br />

i lander <strong>di</strong> bloccare le espulsioni <strong>di</strong> immigrati,<br />

richiedenti asilo, provenienti dall’Italia.<br />

Infatti sino alla data del 6 luglio scorso ben<br />

quarantuno tribunali, quin<strong>di</strong> quarantuno giu<strong>di</strong>ci,<br />

hanno giu<strong>di</strong>cato un solo imputato:<br />

l’Italia. O meglio, il modo in cui l’Italia accoglie<br />

i rifugiati politici provenienti dalle aree <strong>di</strong><br />

guerra. Le or<strong>di</strong>nanze temporanee che bloccano<br />

le espulsioni dei profughi o dei richiedenti<br />

asilo verso il nostro paese continuano ad<br />

aumentare vista d’occhio. Il motivo è semplice:<br />

i giu<strong>di</strong>ci tedeschi pensano che l’Italia sia<br />

incapace <strong>di</strong> assicurare loro una vita <strong>di</strong>gnitosa.<br />

Non solo la Germania, ma anche in Gran<br />

Bretagna, Olanda e Svezia, , mettono in luce<br />

il fallimento italiano nella garanzia <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ritto<br />

fondamentale come quello all’asilo politico.<br />

Alla faccia dell’articolo 10 della Costituzione.<br />

Non si tratta <strong>di</strong> albagia nor<strong>di</strong>ca, basta visitare i<br />

centri <strong>di</strong> prima accoglienza per constatare<br />

sistemi inumani, simili alla carcerazione preventiva,<br />

che costringono i richiedenti asilo ad<br />

una vita priva <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità. Del resto la portavoce<br />

dell’ONU in Italia, per i <strong>di</strong>ritti dei<br />

rifugiati,<strong>La</strong>ura Boldrini, ha detto più o meno<br />

le stesse cose dei giu<strong>di</strong>ci tedeschi.<br />

Eppure non solo in Italia ma anche in Europa<br />

si guarda con interesse ad una esperienza<br />

maturata in Calabria, nella Locride, dove i<br />

migranti vengono accolti in un clima opposto<br />

a quello messo sotto accusa nei tribunali tedeschi<br />

. Mi riferisco alle esperienze <strong>di</strong> Riace e <strong>di</strong><br />

Caulonia che da qualche tempo interessano<br />

anche altre paesi calabresi come<br />

Acquaformosa, Benestare, Camini.<br />

Nessun muro <strong>di</strong> cinta, non guar<strong>di</strong>e, non<br />

ammassamenti. Il Paese si apre ai migranti e<br />

<strong>di</strong>venta il loro paese. Liberi <strong>di</strong> frequentare le<br />

scuole, <strong>di</strong> giocare a calcio, <strong>di</strong> andare a mare ,<strong>di</strong><br />

passeggiare nelle strade e nelle piazze.<br />

Uomini liberi tra uomini liberi.<br />

Non solo! L’accoglienza nella Locride contiene<br />

un progetto <strong>di</strong> largo respiro e va ben oltre<br />

l’aspetto umanitario: trasformare i migranti da<br />

problema in risorsa e avviare la ripresa dei<br />

centri abbandonati grazie alla presenza dei<br />

richiedenti asilo.<br />

Oggi tale modello viene messo in crisi. Un<br />

anno fa Riace e Caulonia hanno deciso <strong>di</strong><br />

ospitare più <strong>di</strong> duecento <strong>di</strong>sperati fuggiti dalle<br />

guerre. Hanno firmato una convezione con la<br />

Protezione civile regionale ed hanno avviato<br />

L’EDITORIALE<br />

Il sud su un<br />

binario morto<br />

<strong>La</strong> questione meri<strong>di</strong>onale è trasportata da<br />

questione sociale a questione <strong>di</strong> stato<br />

d’asse<strong>di</strong>o. Ossia, il problema meri<strong>di</strong>onale si<br />

risolve solo e soltanto con lo stato d’asse<strong>di</strong>o.<br />

Con l’espulsione dei meri<strong>di</strong>onali dalla<br />

<strong>di</strong>rezione delle loro regioni<br />

PASQUINO CRUPI<br />

Il titolo non ci appartiene. Lo abbiamo<br />

prelevato da un libro <strong>di</strong> Leonida<br />

Répaci, pubblicato dall’e<strong>di</strong>tore Luigi<br />

Pellegrini- fate attenzione alla data- nel<br />

1963. Cioé, 49 anni fa. Nel Mezzogiorno<br />

non si invecchia , si è sempre all’infanzia<br />

della storia e il richiamato titolo conserva<br />

per intero la sua torbida e inquietante<br />

giovinezza, alimentata dal cocciuto<br />

antimeri<strong>di</strong>onalismo dei governi postu-<br />

progetti <strong>di</strong> alto profilo umanitario. Da un<br />

anno la protezione civile calabrese, caso unico<br />

in Italia, non rispetta la convezione. Un cavillo<br />

burocratico , tra Portezione civile-Regione e<br />

corte dei conti, impe<strong>di</strong>sce l’erogazione dei<br />

fon<strong>di</strong>. Così a Modena o in Puglia si pagano<br />

regolarmente rette altissime, più del doppio,<br />

che a Riace o a Caulonia, per tenere “carcerati”<br />

i richiedenti asilo. In Calabria si blocca tutto<br />

e si rischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere quanto è stato faticosamente<br />

costruito in tantissimi anni.<br />

C’è un <strong>di</strong>segno politico <strong>di</strong>etro tutto ciò ? C’è<br />

una volontà razzista <strong>di</strong> mettere un crisi un<br />

modello <strong>di</strong> accoglienza che collide con la teoria<br />

dei respingimenti in mare, con la presunta<br />

necessità <strong>di</strong> rilegare i migranti nei centri <strong>di</strong><br />

reclusione ?<br />

E’ <strong>di</strong>fficile pensare il contrario !<br />

<strong>La</strong> Calabria, ed in particolare la Locride, è<br />

terra <strong>di</strong> drammatiche emergenze.<br />

Chi visita l’ospedale <strong>di</strong> Locri ha una sensazione<br />

non <strong>di</strong>versa da chi ha visto gli ospedali in<br />

Marocco o nelle zone interne dell’ Egitto o<br />

nitari e, in prima fila, nell’oggidì, dal<br />

governo <strong>di</strong>spotico del prof. Mario<br />

Monti.<br />

Sono tre le notizie che <strong>di</strong>rottano il Sud<br />

su un binario morto.<br />

<strong>La</strong> prima. Per iniziativa dei leghisti, la<br />

Commissione Attività produttive della<br />

Camera ha cassato il Sud dal Fondo<br />

per l’innovazione teconologica della<br />

quale i meri<strong>di</strong>onali, con ogni evidenza,<br />

non hanno bisogno.<br />

<strong>La</strong> seconda. Ci informa l’Istat, con il<br />

severo cemento delle cifre, che la<br />

povertà è in aumento in tutta l’Italia e<br />

che essa grava in misura maggiore nel<br />

Mezzogiorno. In Calabria i poveri<br />

vanno oltre il 26% della popolazione,<br />

mentre in Piemonte s’aggirano attorno<br />

al 6%. Possiamo e dobbiamo concludere<br />

che tra Nord e Sud non c’è più soltanto<br />

<strong>di</strong>varicazione, ma frattura. E il<br />

Governo continua a pre<strong>di</strong>care la crescita,<br />

aiutandosi anche con la voce accorata<br />

<strong>di</strong> un meri<strong>di</strong>onalista, ictu oculi pentito,<br />

il presidente Napolitano.<br />

<strong>La</strong> terza notizia. Un grido <strong>di</strong> dolore è<br />

salito dalla Sicilia. S’è staccato dalla gola<br />

riarsa <strong>di</strong> Ivan Lo Bello, il vicepresidente<br />

della Confindustria siciliana, e ha trovato-<br />

ma guarda un po’- subito orecchie<br />

sensibili nel prof. Mario Monti, che,<br />

preoccupato del possibile default siciliano,<br />

s’appresta a sciogliere<br />

della Turchia. Ascensori fermi, stanze stracolme,<br />

fetore, grida, abbandono, professionalità<br />

umiliate. Oggi l’attacco è contro i migranti ma<br />

la logica è sempre la stessa, chi è debole deve<br />

soccombere: <strong>di</strong>soccupati, persone a richio,<br />

carcerati, <strong>di</strong>versamente abili, sfruttati, ammalati.<br />

L’unico modo per non far capire le tenebre<br />

in cui ci troviamo è quello <strong>di</strong> spegnere<br />

tutte le luci.. In questo contesto quanto sta<br />

avvenendo a Riace,dove - Mimmo Lucanounitamente<br />

ad altri è in sciopero della fame,<br />

assume un duplice significato che va molto<br />

al<strong>di</strong>là dell’ambito locale . Da un lato si cerca <strong>di</strong><br />

risvegliare una politica sorda, muta, supina,<br />

sostanzialmente inutile ma, nello stesso tempo<br />

assume i contorni <strong>di</strong> uno scontro <strong>di</strong> civiltà.<br />

Scontro tra chi ritiene che governare significhi<br />

una mera gestione del potere a favore dei<br />

poteri forti, degli amici, dei ceti che contano e<br />

chi, invece, si colloca decisamente dalla parte<br />

degli ultimi nella speranza, sempre più fioca,<br />

<strong>di</strong> costruire un mondo più giusto e migliore.<br />

l’Assemblea regionale siciliana e a commissariare<br />

l’Isola del Sole. Non senza il<br />

solidale concorso del Capo dello Stato,<br />

che con il prof. Mario Monti ha esaminato<br />

la situazione siciliana.<br />

Se ciò sarà, se vi sarà il commissariamento<br />

della Sicilia- una sorta <strong>di</strong> coniglio<br />

prolifico- non c’è ombra <strong>di</strong> dubbio<br />

che siamo <strong>di</strong> fronte ad un capovolgimento<br />

epocale della questione meri<strong>di</strong>onale,<br />

trasportata da questione sociale a<br />

questione <strong>di</strong> stato d’asse<strong>di</strong>o. Ossia, il<br />

problema meri<strong>di</strong>onale si risolve solo e<br />

soltanto con lo stato d’asse<strong>di</strong>o, con l’espulsione<br />

dei meri<strong>di</strong>onali dalla <strong>di</strong>rezione<br />

delle loro regioni. Mai visto nella storia<br />

d’Italia. Ed è una pena.<br />

Ma la pena maggiore ci viene dal Pd,<br />

che perde facile la memoria. Non solo<br />

ha <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> essere stato parte del<br />

governo Lombardo. Ha <strong>di</strong>menticato la<br />

grande tra<strong>di</strong>zione meri<strong>di</strong>onalista del<br />

PCI <strong>di</strong> cui è stato parte prima <strong>di</strong> confondersi<br />

con la Margherita. Il Sud rimane<br />

su un binario morto. E c’ è qualcosa <strong>di</strong><br />

più. L’Italia non si salva senza amputare<br />

il Mezzogiorno. Si faccia, perciò, largo<br />

al governo <strong>di</strong>spotico <strong>di</strong> Mario Monti,<br />

sostenuto dal democratico Giorgio<br />

Napolitano. Questa è, però, solo una<br />

parte del problema. L’altra parte riguarda<br />

i meri<strong>di</strong>onali, noi meri<strong>di</strong>onali. Che<br />

facciamo?<br />

DOMENICA 22 LUGLIO 2011 LA RIVIERA 12

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