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di - La Riviera

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egistrazioni ambientali costituiscono da<br />

oltre un ventennio un caposaldo del<br />

nuovo modello normativo criminale e<br />

hanno portato in galera migliaia <strong>di</strong> persone.<br />

I giornali, i processi le esperienze<br />

degli indagati descrivono minuziosamente<br />

la fantasia dei detective e le<br />

microspie, tutti sanno, vengono piazzate<br />

nei posti più inverosimili: macchine, sale<br />

da pranzo, da letto, cucine, tinelli, piante,<br />

tavolini dei bar. Non c'è mezza tacca<br />

<strong>di</strong> delinquente che non ne abbia scoperta<br />

una e oggi come oggi non sei nessuno<br />

se non hai un orecchio elettronico al<br />

seguito. Eppure gli adepti del silenzio,<br />

quali i criminali sono o dovrebbero essere,<br />

si lasciano andare a una logorrea esiziale.<br />

E questo mi affascina, non ne<br />

comprendo il motivo. <strong>La</strong> logica vorrebbe<br />

che le guar<strong>di</strong>e facessero <strong>di</strong> tutto per<br />

arrestare i mariuoli e che i birbanti cercassero<br />

con ogni mezzo <strong>di</strong> sottrarsi alle<br />

indagini. Del resto se la ‘ndrangheta sia<br />

<strong>di</strong>ventata l’organizzazione più forte del<br />

mondo un po’ <strong>di</strong> intelligenza, anche se<br />

negativa, le dovrebbe appartenere. Poi<br />

scopri il presunto capo supremo parlare<br />

ore e ore ad<strong>di</strong>rittura da un telefono<br />

fisso, e ascolti stelle che dovrebbero<br />

essere <strong>di</strong> prima grandezza snocciolare<br />

strategie mega galattiche nei salotti <strong>di</strong><br />

MICO OPPEDISANO<br />

GIUSEPPE COMMISSO<br />

GIUSEPPE PELLE<br />

1<br />

2<br />

3<br />

casa, visitati un giorno si e l’altro pure da<br />

appartenenti <strong>di</strong> tutte le forze dell'or<strong>di</strong>ne.<br />

Che <strong>di</strong>rvi, la serva se lo chiederebbe, e io<br />

pure, “ma questi sono fessi o ci marciano”.<br />

Purtroppo non ho le conoscenze<br />

per darvi una risposta, ma la Locride criminale<br />

mi sembra quella del salone da<br />

barbiere che frequentavo da bambino.<br />

E alzi la mano chi da piccolo non è salito<br />

in groppa a uno dei meravigliosi<br />

cavalli da tosatura. Ah quanti ricor<strong>di</strong>,<br />

stavamo in sella un tempo infinito perché<br />

il barbiere più che lavorare parlava<br />

e con lui parlavano i clienti, gli astanti, i<br />

per<strong>di</strong>giorno. Dentro le barberie sentivi<br />

<strong>di</strong> tutto, dalle storie meravigliose al più<br />

laido dei pettegolezzi. Ma quando il barbiere<br />

finiva, con la spazzola che portava<br />

via dal collo e dagli abiti i caduti della<br />

tua chioma sparivano anche quelle che<br />

sapevi benissimo essere chiacchiere che<br />

ognuno raccontava per il suo, o un<br />

altrui, tornaconto. Oggi non ci sono più<br />

i barbieri <strong>di</strong> un tempo, le chiacchiere<br />

resistono ma una volta fissate su nastro<br />

non si cancellano più. E io confesso che<br />

non ne capisco nulla però ad ascoltare<br />

certi <strong>di</strong>scorsi, i loro autori me li immagino<br />

aggrappati a un cavallo a dondolo col<br />

mastro che gli <strong>di</strong>ce “la sfumatura alta<br />

comparuzzo?”.<br />

Ombre contro ombre<br />

in Aspromonte<br />

ANTONELLA ITALIANO<br />

«A mezzanotte in caserma»<br />

non <strong>di</strong>cono altro per telefono,<br />

ma ciò basta. Guardo la<br />

mia ragazza che ha già gli<br />

occhi pieni <strong>di</strong> lacrime, e la<br />

nostra serata, nonostante l'attesa<br />

e i programmi, si conclude<br />

così. Non piange per questo<br />

però, questa piccola<br />

donna, piange perché ha<br />

paura ma soffoca, con dolore,<br />

ogni tipo <strong>di</strong> domanda. <strong>La</strong><br />

saluto senza aggiungere nulla<br />

e vado via, sulla Statale silenziosa,<br />

mentre sento già<br />

addosso il gusto dolce <strong>di</strong><br />

adrenalina.<br />

Raggiungo la casa in affitto,<br />

che <strong>di</strong>vido con altri colleghi<br />

da qualche mese, e inizio a<br />

cambiarmi. Ho lasciato l’alloggio<br />

in caserma per ritagliarmi<br />

una vita normale,<br />

immerso come sono ad<br />

ascoltare, per ore e ore, le<br />

vite degli altri. Faccio un<br />

lavoro strano, in effetti, ma<br />

niente più mi scandalizza, o<br />

mi stupisce, e ho imparato<br />

ad ascoltare soprattutto i<br />

silenzi, che irrompono all’improvviso<br />

nelle conversazioni<br />

<strong>di</strong> chi sa, o sospetta, <strong>di</strong> essere<br />

ascoltato. Forse per questo ci<br />

arrivano gratuiti gli insulti,<br />

questi si! Urlati a gran voce.<br />

Indosso la mimetica col<br />

maglione sotto per proteggermi<br />

dal freddo <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre,<br />

poi scarponi, cintura,<br />

pistola, coltello, manette,<br />

mefisto. E parto.<br />

Si va fuori stanotte, in aperta<br />

campagna, in un casolare<br />

sperduto. Parcheggiamo lontano<br />

e proseguiamo a pie<strong>di</strong><br />

fino al punto in<strong>di</strong>cato. Un<br />

collega resta nel fuoristrada<br />

per tenere il contatto con la<br />

centrale ed essere pronto a<br />

ripartire in caso <strong>di</strong> emergenza,<br />

mentre un macchina<br />

civetta, più giù, è pronta a<br />

segnalarci eventuali movimenti.<br />

Dobbiamo essere<br />

veloci, insi<strong>di</strong>osi ed efficaci,<br />

più esperti dei rapinatori,<br />

silenziosi come la notte.<br />

Dobbiamo essere ombre.<br />

Solo delle ombre.<br />

In poco tempo la serratura è<br />

aperta, ma il povero tecnico,<br />

che collabora con noi spora<strong>di</strong>camente,<br />

è troppo nervoso.<br />

Ancora non ci ha fatto l’abitu<strong>di</strong>ne.<br />

Cerco <strong>di</strong> parlare a<br />

quel ragazzo, io, dall’alto dei<br />

miei vent’anni, ma entrambi<br />

in realtà vorremmo essere<br />

lontani. Nell’unica stanza<br />

della costruzione in pietra ci<br />

accoglie un piacevole calore,<br />

e intenso è l’odore <strong>di</strong> fumo e<br />

<strong>di</strong> legna bruciata. Niente luce<br />

o torce, per non farci scorgere<br />

da lontano. Passiamo in<br />

silenzio accanto a fucili e<br />

munizioni, e montiamo la<br />

prima microspia nell’intercape<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> un muro.<br />

D’improvviso la ra<strong>di</strong>o risuona<br />

della voce del collega:<br />

un’auto si avvicina al casolare.<br />

Il cuore sembra fermarsi<br />

ora, la paura rende mani e<br />

gambe pesanti, troppo, forse,<br />

per il nostro stipen<strong>di</strong>o.<br />

Respiro lentamente, chiudo<br />

gli occhi.<br />

Chissà la mia ragazza che<br />

cosa starà facendo. Poi il<br />

rumore dei motori si fa lontano,<br />

ripren<strong>di</strong>amo ma finire<br />

il lavoro è davvero un’impresa.<br />

È una corsa contro il<br />

tempo; è il formicolio del<br />

piombo lunga la schiena; è la<br />

consapevolezza del rischio <strong>di</strong><br />

un gioco. Siamo solo ombre<br />

contro altre ombre.<br />

DOMENICA 22 LUGLIO 2012 LA RIVIERA 09

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