Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 75.pdf - Bibliotheca ...
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T E S<br />
scritto dal testatore, da due teslimoiii e<br />
dal tiutarochese ne rogherà. Mo<strong>di</strong>fica \l<br />
detto Regolamento il lestauieiito secondo<br />
la forma del cap. Ctini csscs,e%\ rende<br />
valido soltanlo quante volte sia fritto<br />
negli esplodali, ovvero da persone ma-<br />
iale e defunte in una campagna, ovillag<br />
gio lontano più <strong>di</strong> 3 miglia da'Iuoghi ove<br />
risiedono ptdjblici notari, ed iti tali casi<br />
devono osservarsi le regoleslabilileda Be-<br />
nedello XIV nella sua Istituzione cecie-<br />
siastieaìo5, Quarnvi.s- conscntaneiun. Il<br />
leslamento,secondo tale prescrizione, deve<br />
essere rilevato; questa rilevazione però, se-<br />
condo l'opinione della s. R.ola, si esige <strong>di</strong><br />
necessità, quando il testamento sia fatto<br />
seinpliccnienle e ^'crbal/iienteìo f iccia del<br />
parroco e testimoni, e ciò per una mag-<br />
giore e sicura prova della volontà del te-<br />
statole, e per ruiiuovere le fro<strong>di</strong> e raggi-<br />
ri. 1 leslamcnti in favore della causa pia<br />
restano tiel loro vigore, a termini del pre-<br />
scritto dal duilto canonico. La <strong>di</strong>sposino-<br />
ne testamentaria non deve <strong>di</strong>pendere dal-<br />
l'altrui arbitrio e volontà, e ciò è espres-<br />
samiMite riprovato dal <strong>di</strong>ritto civde. Ciò<br />
non<strong>di</strong>meno l'equità canonica ammette,<br />
che chi lascia all'arbitrio e volontà altrui<br />
in favore della causa pia, non <strong>di</strong>cesi mo<br />
rire intestato. Alcuni dottori opinano do-<br />
versi piuttosto intendere del dare esecu-<br />
zione alle ultime volontà, come accade<br />
nell'erede fiduciario, che della <strong>di</strong>sposizio-<br />
ne. Come pure è cotilio verso, se un le-<br />
siamento fatto a causa non pia sia valido<br />
nel furo <strong>di</strong> coscienza se mancassero le<br />
solennità esterne or<strong>di</strong>nale dal <strong>di</strong>ritto po-<br />
sitivo, quali secondo la comune opinione<br />
in tale alto nasce l'obbligazione natura-<br />
le, la quale ancorché non partorisca azio-<br />
ne civile, tuttavia le solennità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />
ne' testamenti si richiedono acciò facciano<br />
fede nel fjro esterno, e per togliere qualunque<br />
falsila, frode ed inganno. Queste<br />
tolte e assicui alo tale essere la volontà del<br />
testatore, ad evitar qualunque dubbiez-<br />
za <strong>di</strong> coscienza, <strong>di</strong>ce il prof Vermiglioli,<br />
dovrebbe eseguirsi. L'istiluzioae dell'ere-<br />
T E S 23<br />
de è la base e il fondamento della testa-<br />
mentaria volontà, ed essendo solennità sostanziale<br />
è <strong>di</strong> necessità assoluta in qualunque<br />
allo <strong>di</strong> (dlima volontà anche pri-<br />
vilegiala, ancorché sia in piena facollàdel<br />
testatore d'islituire erede chiunque abbia<br />
la facollà passiva <strong>di</strong> testare. Tuttavolta il<br />
testatore, che abbia soggetti al patrio po-<br />
tere i suoi <strong>di</strong>scendenti, deve necessariamente<br />
nel testamento o istituirli ere<strong>di</strong>, o<br />
<strong>di</strong>seredarli nominatamente per giusta cau-<br />
sa da provarsi; se avrà preteriti i <strong>di</strong>scen-<br />
denti emancipali, il giu<strong>di</strong>ce darà a que-<br />
sti il possesso de'beni contro il testamen-<br />
to. Ojtinano alcuni, che secondo il <strong>di</strong>rit-<br />
to canonico non sia necessario che il pa-<br />
dre istituisca erede il figlio, o nominatamente<br />
lo <strong>di</strong>sere<strong>di</strong>, ma che valga il testa-<br />
uiento se lo preterisce nella qualità ere-<br />
<strong>di</strong>taria, purché gli lasci qualche cosa a ti-<br />
tolo <strong>di</strong> legalo o donazione. Ma la più as-<br />
sennata opinione è che i figli devono isti-<br />
tuirsi ere<strong>di</strong>, <strong>di</strong>seredarsi per giusta causa,<br />
o legittimarsi a titolo d'istituzione. Una<br />
volta la legittima (cioè quella parte del-<br />
l'ere<strong>di</strong>tà de'genitori, che non può torsi ai<br />
figli, per accordargliela la legge) non do-<br />
vea essere meno della 4-' parte sulle so-<br />
stanze de'genitori; in oggi se i figli sono<br />
4 o meno, si dà per legittima il triente,<br />
cioè la 3." parte e tutti vi hanno luogo, e se<br />
sono 5 più si dà il yc/nisse, cioè la metà<br />
dell'ere<strong>di</strong>tà: se co'figli concorressero i ni-<br />
poti, questi succedono in .s'^/r/^/, quelli in<br />
cdpi. Che se meno si lasciasse della legit-<br />
tima, si può agire non colla querela <strong>di</strong> te-<br />
stamento inofficioso, ma per la costituzio-<br />
ne <strong>di</strong> Giustiniano I; quale azione non si<br />
eslingue col quinquennio, come la querela<br />
d'inofficioso, ma dura 3o anni come<br />
tutte l'altre azioni personali. Questa le-<br />
gittima dev' essere interamente libera e<br />
senza onere. Se i figli ere<strong>di</strong> sono gravati<br />
dell'onere <strong>di</strong> restituire l'ere<strong>di</strong>tà, eoo sosti-<br />
tuzione fidecoramissaria universale, hanno<br />
il <strong>di</strong>ritto alla percezione della legittima<br />
e della trebellianica (vale a <strong>di</strong>re la<br />
4.' parte, che all'erede è permesso <strong>di</strong> ri-