Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 75.pdf - Bibliotheca ...
Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 75.pdf - Bibliotheca ...
Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 75.pdf - Bibliotheca ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
d S /:! è<br />
DIZIONARIO<br />
DI ERUDIZIONE<br />
STORICO-ECCLESIASTICA<br />
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI<br />
SPECIALMENTE INTORNO<br />
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI<br />
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA<br />
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E<br />
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,<br />
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E<br />
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON<br />
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.<br />
COMPILAZIONE<br />
DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO<br />
SECONDO AIUTANTE DI CAMERA<br />
DI SUA SANTITÀ PIO IX.<br />
VOL. LXXV.<br />
IN VENEZIA<br />
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA<br />
MDCCCLV.
La presente e<strong>di</strong>zione è posla sotto la salvaguar<strong>di</strong>a delle leggi<br />
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, <strong>di</strong> cui<br />
l'Autore intende godere il <strong>di</strong>ritto, giusta le Convenzioni<br />
relative.
DIZIONARIO<br />
DI ERUDIZIONE<br />
STORICO -ECCLESIASTICA<br />
TES TES<br />
1 ESSALOMCA, T1ic
4<br />
TES<br />
Costanliiiopoli. luoltie visono varie chie-<br />
se greche, iix-lle sinagoghe, 9 bagni pub -<br />
bhci, molti han, un bel bezeslan.la scuo-<br />
la ebraica vi fiorì con bella biblioteca in<br />
notabile e<strong>di</strong>ficio, fu celebre ed eia con-<br />
siderata come una università. Si trovano<br />
molle antichità, essendo le più interessanti,<br />
i Propilei dell'antico Ippodromo,<br />
la Rotonda sul modello del Paulheou <strong>di</strong><br />
Roma, e gli archi trionfali d' Augusto e<br />
<strong>di</strong> Costantino I. Adorava questa città va-<br />
rie false <strong>di</strong>vinità, ed a parecchi impera-<br />
toli rese culto pubblico. Giove era principalmente<br />
onorato a Tessalonica, come<br />
padre d'Ercole, ceppo della famiglia rea-<br />
le. Anche Apollo era rappresentato sopra<br />
i suoi monumenti. Un Cabiro vi avea un<br />
tempio, e furonvi rappresentati i giuochi<br />
cabirici ed i pitici a onore de' Cabiri, come<br />
gli olimpici a onore <strong>di</strong> Giove. Avea<br />
questa ricca e polente città, pegli spelta-<br />
coli e passatenipo de' citta<strong>di</strong>ni, un anfi-<br />
teatro in cui davansi combattimenti <strong>di</strong><br />
gla<strong>di</strong>atori. ed un circo pe'giuochi pubbli-<br />
ci. Sainnichi, ad eccezione <strong>di</strong> alcune fabbriche<br />
<strong>di</strong> coperte e tappeti <strong>di</strong> lana, non<br />
ha manifatture propriamente dette, ma<br />
è il centrod'ungian commercio, ed ècon-<br />
siderala come la città più importante del-<br />
la Turchia europea dopo Costantinopoli.<br />
Hiceve da quasi tulle le parti deirim[)e-<br />
10 produzioni greggie che sparge poi pei*<br />
tutta l'Europa. Sta il commercio quasi in-<br />
teramente nelle mani de'greci e degli e-<br />
brei.e la maggior parte de' turchi viene<br />
considerala <strong>di</strong> loro razza e sono chiamati<br />
mamini per <strong>di</strong>stinguerli dogli altri mao-<br />
mettani; come pure in quelle de'negozian-<br />
ti fiancesi, inglesi, tedeschi, italiani e o-<br />
landesi, che tulli vi tengono consoli e fat-<br />
torie: i francesi ed i tedeschi vi faimoil<br />
Iranico più impoi tante. Questa città non<br />
ha \eraniente porto, ma una rada eccti-<br />
ienle.e conia quasi 1 00,000 abilauli,cofn-<br />
piesi i molli stranieri. Sono ne'conlorni<br />
alcune miniere d'argento poco ricche, e<br />
bagni d'acr|ue termali nell'estate frequeii-<br />
Iblibsiiui. Straboue <strong>di</strong>i^ft che questo luogo<br />
TE S<br />
era chiamato 21ieniui.e\\ era un villag-<br />
gio quando Cassandro figlio d'Antipalro<br />
re <strong>di</strong>.Macedonia, dopoAlessandro il6'/v/«-<br />
df^ falle varie conquiste nella Grecia, abolita<br />
la democrazia d'Atene, fatta morire<br />
Olimpia madre d'Alessandro e spo-<br />
sata Tessalonica sua sorella , ingiati<strong>di</strong>la<br />
considerabilmente Tcnna e trasportati-<br />
vi gli abitanti delle città vicine, le <strong>di</strong>e ii<br />
nome <strong>di</strong> sua moglie. Cassandro cessò <strong>di</strong><br />
vivere 3oi anni avanti l'era cristiana. Al-<br />
lorché fu la ìMacedonia conquistata sopra<br />
Perseo suo ultimo re, da Paolo Emilio<br />
co'romaniji 68 anni innanzi la detta era,<br />
fu <strong>di</strong>visa in 4 parti, e Tessalonica stabilita<br />
capitale della 2.^ 11 governo particolare<br />
della città era regolato da magistrati chia-<br />
niatiPolilarchi,e <strong>di</strong>poi sotto l'impero gre-<br />
co continuò ad essere <strong>di</strong>retta dal proprio<br />
senato. Nel lenipo del suo esilio, Cicerone<br />
ne passò una parte a Tessalonica. Vi<br />
<strong>di</strong>jiiorarono alcuni imperatori romani, e<br />
Valeriano e Gallieno, dopo la metà del<br />
HI secolo, le <strong>di</strong>erono il titolo <strong>di</strong> colonia,<br />
come portava quello <strong>di</strong> Neocori, per a-<br />
ver avuto il privilegio <strong>di</strong> celebrare solennemente<br />
le feste e i giuochi omonimi in<br />
onore degl'imperatori ogni anno, e le città<br />
che n'erano decorate ricevevano daKoma<br />
l'immagini de'nuovi imperatori, oltre al-<br />
tri privilegi, e ponevano il titolo del Neocoralo<br />
sulle loro medaglie e monete, che<br />
coniavano nella celebrazione delle feste<br />
e giuochi. Aveano propri sacerdoti chia-<br />
mati pure Neocori, incaricati delle prin-<br />
cipali funzioni ne' sagrifizi. Le sole città<br />
più popolate erano insignite del Neoco-<br />
rato, e l'ottennero anche replicatamente,<br />
comeEfeso, Smirne, Sar<strong>di</strong>, Pergamo, Nicome<strong>di</strong>a<br />
e Tessalonica, per avere eretto<br />
de'teinpliagl'imperatori e perciò merita-<br />
to il ìNeocoralo. Su questo gli antichi ci<br />
lasciarono poche notizie, ed i moderni non<br />
<strong>di</strong>cono molto <strong>di</strong> veramente preciso e si-<br />
curo. Nel 3qo avvenne la famosa strage<br />
<strong>di</strong> Tessalonica, d'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Teodosio 1 ii<br />
6'/v///r/r.Duterico comandante delle trup-<br />
pe d'llliiia,chc taceva lu sua le^ideuza iu
TES<br />
Tessalonica, avea fallo carcerare un coc-<br />
cliiere addelto al circo, per aver sedotto<br />
una giovane fantesca <strong>di</strong> sua casa. Il po-<br />
polo gli domandò la libertà del cocchiere,<br />
affinchè potesse comparire nel circo un<br />
giorno <strong>di</strong> festa: il che non avendo potuto<br />
ottenere, montò sulle furie e si abbandonò<br />
agli ultimi eccessi. In questa se<strong>di</strong>zione<br />
parecchi ufFjziali furono uccisi a colpi<br />
<strong>di</strong> pietre, e strascinali i loro corpi per le<br />
vie della città: Buterico pure perde la vi-<br />
ta. Questa notizia fece montare in colle-<br />
ra l'imperatore, il quale, sebbene virtuo-<br />
so, era naturalmente focoso. A prò de'col-<br />
pevoli s'interposero s. Ambrogio vescovo<br />
<strong>di</strong> Milano, con alcuni vescovi intervenuti<br />
a! sinodo in quella citlà,e Teodosio I, sem-<br />
pre inclinato alla clemenza, promise loro<br />
la grazia: mail famosollufino, allora mae-<br />
stro degli uflìzi , e altri cortigiani gli fe-<br />
cero cambiare risoluzione, sotto pretesto<br />
che l'insolenza del popolo era stata troppo<br />
grande; che l'impunità sarebbe peri-<br />
colosa, e che un esempio <strong>di</strong> severità era<br />
necessario in quella circostanza. Si mandò<br />
adunque un or<strong>di</strong>ne al comandante d'Il-<br />
liria, per mettere a morte settemila uo-<br />
mini <strong>di</strong> Tessalonica, il quale or<strong>di</strong>ne fu e«<br />
seguilo colla più grande barbarie. I sol-<br />
dati colsero il momento in cui il popolo<br />
era radunatone! circo, e trucidarono tut-<br />
ti quelli che poterono e che incontrarono<br />
per la città. Questa strage durò 3 ore e pe-<br />
rirono 7000 uomini senza <strong>di</strong>stinzione (Va<br />
gl'innocenti e colpevoli, e tanta fu la bru-<br />
talità de'soldati, che uno schiavo fu tru-<br />
cidalo per essersi offerto in luogo del suo<br />
padrone. Si <strong>di</strong>ce parimenti che un padre<br />
vedendo i suoi due figli pronti a ricevere<br />
il colpo mortale, si gettò a'pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> quelli<br />
ch'eiano per vibrarlo, e li commosse sif<br />
fittamenle colle sue lagrime e con I' of-<br />
Iella <strong>di</strong> tulio l'oro che possedeva, che gli<br />
promisero <strong>di</strong> lasciarne vivere uno a sua<br />
scelta. Quest'infelice padre, a cui la sua<br />
tenerezza impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> fìrne la scelta, cor-<br />
levn a'suoi figli l'uno dopo l'altro, senza<br />
p jlcrsi decidere; e i soldati impuzienti del-<br />
T E S 5<br />
l'indugio, tolsero la vita ad ambedue.Quesla<br />
tragica scena ricolmò <strong>di</strong> dolore s. Am-<br />
brogio e gli altri vescovi. Il santo credet-<br />
te tuttavia <strong>di</strong> dover <strong>di</strong>ssimulare per qualche<br />
tempo, allineile Teodosio l venendo<br />
a fare delle cousideiazioni, potesse rien-<br />
trare in se stesso. L'imperatore non era<br />
allora a Milano , ma dovea tornarvi fra<br />
pochi giorni. Il santo lasciò la città per<br />
non trovarvisi con lui, ma gli scrisse u-<br />
na lettera piena <strong>di</strong> alfetto. Dopo averlo<br />
esortalo a far penitenza, gli <strong>di</strong>chiarò che<br />
non poteva ricevere la sua offerta, né of-<br />
frire i <strong>di</strong> villi misleri alla <strong>di</strong> lui presenza,<br />
finché non abbia sod<strong>di</strong>sfi Ito la giustizia<br />
<strong>di</strong>vina. Aggiunse, d'esser pieno <strong>di</strong> rispetto<br />
verso l'imperatore, ma che dovea la pre-<br />
ferenza a Dio, e che l'amore che gli por-<br />
lava dovea conciliarsi colla salute <strong>di</strong> sua<br />
anima.Uitornatos.AmbrogioinlMilanoed<br />
essendosi l'imperatore presentato per en-<br />
trar nel tempio secondo il costume, il santo<br />
l'incontrò nell'atrio e gli vietò <strong>di</strong> avanzar-<br />
si <strong>di</strong> piij, <strong>di</strong>cendogli : » Signore, pare che<br />
voi non conosciate ancora l'enormità della<br />
strage commessa per or<strong>di</strong>ne vostro. Lo<br />
splendore della porpora non videveimpe-<br />
<strong>di</strong>re <strong>di</strong> riconoscere la fralezza <strong>di</strong> questo<br />
corpo s'i magnificamente vestito. Voi siete<br />
composto <strong>di</strong> fango, come i vostri sud<strong>di</strong>ti:<br />
non vi ha che un Signore e padrone del<br />
mondo. Con quali occhi considererete voi<br />
il suo tempio? Con quali pieili calpesterete<br />
il suo santuario? Arduete voi, pregando,<br />
d'innalzare verso <strong>di</strong> lui le vostre mani an-<br />
cor grondanti d'un sangue ingiustamente<br />
sparso? R.Ì tiratevi adunque <strong>di</strong> qua, e non<br />
vogliate al vostro delitto aggiungerne iiu<br />
nuovo. Accettate con sommis-ione il giu-<br />
go che il Signore v'impone. Esso è duro,<br />
ma salutare, e procura la guarigione del-<br />
l'anima. "Avendo detto il principe, per i-<br />
scusarsi, che David avea peccato; il ve-<br />
scovo gli rispose, che giacché l'avea imi-<br />
talo peccando, dovea altresì imitarlo nel-<br />
la sua penitenza. Teodosio I si sottomise<br />
e accettò la penitenza canonica clrjgli ven-<br />
ne imposta. Uitirossiuel suo palazzo, dove
G T E S<br />
piissn 8 mesi senza antlore alla chiesa, in-<br />
ttiaiiienle occuj^alo nella penifenza [)iib-<br />
Mica. Venuta la festa <strong>di</strong> Natale, ra<strong>di</strong>lup-<br />
piò le sue layi iuie, pcnsamlo ch'eia esclu-<br />
so dall'adunanza de' fedeli. Rufino 1' indusse<br />
a recarsi in chiesa per domandare<br />
l'assoluzione, feimandosi nella sala d'u-<br />
<strong>di</strong>enza, ove s. Ambrogio gl'ingiuMse <strong>di</strong> col-<br />
locarsi fra'penilenli. Ivi l'iinperalore fece<br />
[ìubblica confe>si()ne del suo peccato., si<br />
Ijallè \\ petto e si sciolse in lagrime. Prima<br />
che s. Ambiogio gli dasse l'assoluzione,<br />
volle che or<strong>di</strong>nasse con legge <strong>di</strong> sospen-<br />
dere per 3o giorni l'esecuzione delle sen-<br />
tenze concernenti la vita e la confisca de'<br />
beni de'citta<strong>di</strong>ni. Finalmente l'imperato-<br />
le ricevè l'assoluzione, ma non cessò per<br />
tutto il resto <strong>di</strong> sua vita <strong>di</strong> detestare ilIaU<br />
lo nel (juale era caduto per inganno, e ad<br />
istigazione degli altri. Vedasi l'annalista<br />
Rinal<strong>di</strong>, an. 890, n.°i e seg. Nella <strong>di</strong>visio-<br />
ne dell'impero romano, Tessalonica re-<br />
stò congiunta all'impero greco e ne seguì<br />
le vicende. Guglielmo 1 re<strong>di</strong> Sicilia, vo-<br />
lendosi ven<strong>di</strong>care dell'imperatore greco<br />
Emanuele Comneno, s'impadronì <strong>di</strong> Tes-<br />
salonica, e ricuperala dopo la sua morte,<br />
nel I I 79<br />
<strong>di</strong>e per dote a sua figlia Maria il<br />
legno <strong>di</strong>Tessalonica,nellosposarlaaRai-<br />
niei i marchese <strong>di</strong> Monferrato, nel quale<br />
artico!© riportai le notizie <strong>di</strong> vari le<strong>di</strong> Tes-<br />
sal(jnica della potente famiglia <strong>di</strong> Monfer-<br />
rato. Il celebre marchese Bonif.icio III pure<br />
ne fu rc,e contribuì al concpiisto<strong>di</strong> Co-<br />
stantinopoli fatto da'Iatini francesi e veneziani,<br />
e allo stabilimento ilei loro impero,<br />
inarilando la fig'ia .Maria ad Enrico<br />
2.° imperatore latino. Morendo Bonificio<br />
HI nel 1207, lasciò al figlio De-<br />
metrio <strong>di</strong> 3 anni il regno <strong>di</strong> Tessalonica,<br />
e amministratore il pai ente conte <strong>di</strong> Rian-<br />
<strong>di</strong>ate. Questi, mollici rino, voleva consegnare<br />
il regno al primogenito Guglielmo<br />
V 1 marchese <strong>di</strong> Monferrato. Avendo sco-<br />
perto il <strong>di</strong>segno l'imperatore Enrico, si re-<br />
cò coll'csercilo a Tessalonica, e sebbene<br />
il tonte ne avesse chiuse le porle, riuscì<br />
al kgalu poulilicio Cououe <strong>di</strong> Delhuue <strong>di</strong><br />
TES<br />
permettergli l' ingresso in compagnia <strong>di</strong><br />
.\o cavalieri. iMa giunto Enrico alle porte,<br />
i soldati invasero la città e imprigionaro-<br />
no il conte. L'imperatore armò cavaliere<br />
il fanciullo Demetrio e lo fece coronare,<br />
e Margherita d' Ungheria sua madre fu<br />
messa alla testa della reggenza, ed otten-<br />
ne la protezione <strong>di</strong> Papa Innocenzo III,<br />
ed allreltanlo fece il successore Onorio<br />
IH, che pose il regno sotto il patrocinio<br />
della santa Sede. Nel 12 19 Teodoro La-<br />
scaris imperatore <strong>di</strong> Nicea, tiiltavia conquistò<br />
il regno <strong>di</strong> Tessalonica, e Demetrio<br />
si ritirò nel Monferrato, domandando<br />
aiuto dagl'italiani e dal Papa. Morto<br />
l'imperatore nel 1222, gli successeli ge-<br />
nero Giovanni Duca, e fremendo <strong>di</strong> sdegno<br />
Teodoro Alessio Angelo parente del<br />
defunto, ed a cui toccava l'impero, intra-<br />
prese la conquista del regno <strong>di</strong> Tessaloni-<br />
ca, e dopo molli combattimenti s'impa-<br />
dronì ancora della capitale Tessalonica,<br />
Inorgoglito de'prosperi successi, prese la<br />
insegne imperiali e si <strong>di</strong>chiarò imperalo-<br />
re;e non potendo indurre l'arcivescovo<strong>di</strong><br />
Tessalonica a coronarlo, ricevè le insegne<br />
imperiali e la corona per le mani del-<br />
l'arcivescovo <strong>di</strong> Bulgaria. Così l'antico im-<br />
pero greco si <strong>di</strong>vise in 4 imperi; il Lnti-<br />
)ioi\\ Cost<strong>di</strong>ilinopoH, quello <strong>di</strong> .V/r(v7 de'<br />
Lascaris, quello <strong>di</strong> 'Trclìisoiìda de'Comueni,<br />
e quello <strong>di</strong> Tcssaloniraj \(nui\\ im-<br />
peri per la loro debolezza ebbero corta durata,<br />
finché si ripristinò l'anlico. Nel 1 243<br />
coronandosi Baldovino II in imperatore<br />
Ialino, confermò le ragioni del regno <strong>di</strong><br />
Tessalonica in favore <strong>di</strong> Eleiia <strong>di</strong> Monferrato<br />
nipote<strong>di</strong> Demetrio, maritatasi a Guglielmo<br />
signore <strong>di</strong> Negro[)onte, ciò che<br />
confermò pure nel i 244 1*
TE S<br />
latore, lo spogliò delle insegne imperiali<br />
e (lei regno che conquistò. Guglielmo VII<br />
il G'/Y/»(^/f marchese <strong>di</strong> Monferrato, aven-<br />
do maritato sua figlia Jolanda ad Andro-<br />
nico Il Paleologo imperatore <strong>di</strong> Costan-<br />
tinopoli, per dote gli cede i propri <strong>di</strong>ritti<br />
al regno <strong>di</strong> Tessalonica. Quest'imperato-<br />
re, al <strong>di</strong>re d'alcuni, nel 1 3 i 3 fece cessione<br />
del medesimo regno alla repubblica <strong>di</strong> Venezia,<br />
che meglio secondo altri neh 423<br />
ne <strong>di</strong>venne signora: fu l'imperatore Gio-<br />
vanni 111 Paleologo che vendè Tessalo<br />
iiica a Venezia, alla quale la tolse prima<br />
della metà del secolo XV, o nel f 43o «Iopo<br />
asse<strong>di</strong>o, l'imperatore de'turchi Amurat<br />
II, il cui successore Maometto II im-<br />
padronitosi nel 1453 <strong>di</strong> Costantinopoli,<br />
liiuiì all'antico impero il regno <strong>di</strong> Tessalonica,<br />
e tuttora è nel dominio ottoma-<br />
no, seguendo i destini della Turchia^dì cui<br />
fa parte.<br />
La fede cristiana fu pre<strong>di</strong>cata in Tes-<br />
salonica dall'apostolo s. Paolo. Co'suoi<br />
<strong>di</strong>scepoli e cooperatori, s, Timoteo e Si-<br />
la, s'imbarcò per la Macedonia nell'an-<br />
ìio 02, e promulgò l'evaugelo in Tessa-<br />
lonica sua capitale, dove gli ebrei aveano<br />
la sinagoga. Vi pre<strong>di</strong>cò 3 giorni con-<br />
secutivi, ma gli ebrei avendo mosso con-<br />
tro s. Paolo ed i suoi compagni il popolo<br />
ed i magistrati, i fedeli furono costretti <strong>di</strong><br />
condurli fuori della città. Essi recaronsi<br />
a Berrea, dove gli ebrei li ascoltarono con<br />
'^ioia e molli <strong>di</strong> loro si convertirono, comepurenon<br />
pochi gentili, tra'quali mol-<br />
le donne <strong>di</strong> qualità. Gl'i ebrei <strong>di</strong> Tessa-<br />
lonica avendo saputo che s. Paolo co'suoi<br />
compagni trovavansi a Berrea, vi si recarono<br />
e suscitarono un tumulto. Avendo<br />
;. l'aolo dovuto partire dalla città per re-<br />
iMtsi in Atene, per mezzo <strong>di</strong> Sila e <strong>di</strong> Timoteo<br />
che avea lasciato in Berrea seppe<br />
[)oi che i cristiani <strong>di</strong> Tessalonica soifrivano<br />
persecuzioni. Allora s. Paolo mando<br />
loro Timoteo, per confortarli e ren-<br />
derli piìifcrmi. In<strong>di</strong> passato s. Paolo a Corinto,<br />
vi si recarono Timoteo e Sila, con-<br />
jlaudolo con riferirgli lo stato de'tessa-<br />
TE S<br />
lonicensì, che perseveravano nella fede,<br />
m.ilgrado le persecuzioni; però molti si<br />
aflliggevano troppo per la morte de' lo-<br />
ro parenti, altri non erano abbastanza i-<br />
struiti intorno alla venuta del Salvatore<br />
e intorno al giu<strong>di</strong>zio universale; l'avvisa-<br />
rono pure che alcuni erano oziosi, cu! io-<br />
si, inquieti. Ed è perciò che poco dopo s.<br />
Paolo scrisse la sua 1 ."epistola a'tessalo-<br />
Tiicensi, ch'è pur lai. 'delle da lui scritte.<br />
Egli vi consola i fedeli, ne loda il fervo-<br />
re, la costanza, la carità verso tutti i cri-<br />
stiani della Macedonia; dà loro alcuni avvertinienli<br />
intorno alla santità del matrimonio,<br />
alla fuga dell'ozio, la manieia<br />
<strong>di</strong> piatigerei morti, le precauzioni che con-<br />
viene porre in opera per non essere sor-<br />
presi dall'Anticristo, e sopra alcuni altri<br />
argomenti. La 2. "epistola a'tessalonicensi<br />
fu scritta per rassicurarli contro i timori<br />
ch'erano stati loro inspirali sulla fine del<br />
mondo.Egli Jiuovamente vi condanna l'o-<br />
zio, ed esorta i lessalonicensi ad un'in-<br />
vincibile pazienza, qualunque sia la per-<br />
secuzione che possa loro sopraggiungere.<br />
Ebbe questa cospicua città la sede vesco-<br />
vile per istituzione <strong>di</strong> s. Paolo, e vi furo-<br />
no vescovi greci, armeni elatini. Sino dal<br />
I. "secolo della Chiesa i vescovi <strong>di</strong> Tessa-<br />
lonica furono soggetti al patriarcato romano<br />
e <strong>di</strong>vennero metropolitani, nel IV<br />
secolo esarchi dell'llliria, e nel Xli della<br />
Tessaglia. Furono loro sulfraganei i vescovati<br />
<strong>di</strong> Berrea, Erisso, Servia, Citnim,<br />
Campania, Petra, Ardamiri o Herculia,<br />
Platamon o Pianiamone, Poliann, Cassandra,<br />
Lita,[lenclina,Diuin, Stobi, Deaboli<br />
o Deboro, Parecopoli, Torone, Era-<br />
clea, Taso o Tasso, Primula, Zappara o<br />
Zapara,Drygobizia ed altre. Nelle IVoti-<br />
zic ecclesiastiche, l'Illiria era <strong>di</strong>visa in 3<br />
<strong>di</strong>ocesi ecclesiastiche: la 3.' <strong>di</strong> esse por-<br />
lava il nome d\ 3Iacedonia ovvero i.\' fi-<br />
///7V/orientale,comprendeva tutta \aGfc-<br />
cia. ed avea per nietropoli Tessalonica<br />
che esercitava per il Papa, come suo vi-<br />
cario apostolico, la giuris<strong>di</strong>zione anche<br />
sulla Morea e suir£/,'?V'o(/ .). La giuris-<br />
7
8 T E S<br />
<strong>di</strong>zione lUioque dell'arcivescovo <strong>di</strong> Tes-<br />
sidouica come vicario del Papa, si eslciideva<br />
nella Crei iti, ììtW'/lliria. nella Ma-<br />
ct'iloniaA\e[\'Ei)iro,in:\\a Tessaglia, iiel-<br />
r Acaia, <strong>di</strong> cui Atene era la metropoli,<br />
nella Dacia, nella Mesia, nella Darda-<br />
niaavenlea metropoli Scopia, utWd provincia<br />
Pre\-alitana, e nell'isola <strong>di</strong> Cre-<br />
ta o Ct'n<strong>di</strong>aff '.). la tali arlicjli e ne're-<br />
lativi parlai della vaslagiuris<strong>di</strong>zione del-<br />
l' arcivescovo <strong>di</strong> Tessalonica, priucipal-<br />
ineule per l'eniineule qualifica <strong>di</strong> vicario<br />
ilella s. Sede, ()er aveie i Papi loro coui-<br />
jnesso le proprie veci sino dal IV secolo<br />
e con podestà esarcale sopra i vescovi e<br />
i uielropolitani delle ricordate provincie,<br />
cioè negli articoli Illiria e Macedonia, e<br />
ti. Sisto III e altri <strong>di</strong>fesero i <strong>di</strong>ritti del-<br />
l'arcivescovo <strong>di</strong> Tessalonica. 1 greci per<br />
lo scisma e per le violenze dell'iconocla-<br />
sta imperatore Leone 111 Vlsauiico, sot-<br />
trassero dall'antica giuris<strong>di</strong>zione pontifi-<br />
cia, esercitata con facoltà delegata dagli<br />
arcivescovi <strong>di</strong> Tessalonica, quella parte<br />
dell'llliria <strong>di</strong> cui esso era vicario apostolico,<br />
e s. Nicolò 1 nell'858 ne domandò<br />
il ristabilimento, frastornato daH'inifjuo<br />
Tozio, ed Alessandro 111 concesse all'ar-<br />
civescovo <strong>di</strong> Tessalonica il privilegio <strong>di</strong><br />
farsi precedere dalla croce astata, e lo ri-<br />
levai nel vol.XVlll,p. 260. Notissime so-<br />
no le acerbe controversie suscitatesi in<br />
ijuesti ultimi anni tra il |)utriaica <strong>di</strong> Co-<br />
stantinopoli e il cleio <strong>di</strong> Atene (lutti e-<br />
leiodos^i),il
T E S<br />
ciiii all'ali fi teatro, e trafiggere a colpi <strong>di</strong><br />
lancia, e così riportò la corona del mar-<br />
tirio. Strascinato da'cariiefici il cadavere<br />
[ler la piazza, alcuni fedeli segretan)ente<br />
lo seppellirono fuori della città, e circa<br />
I oo anni dopo Leonzio prefetto del pretorio<br />
d' llliria vi fece sopra e<strong>di</strong>ficare una<br />
bella chiesa, rie<strong>di</strong>ficata poi dall'impera-<br />
tore Basilio il Macedone, per la gran co-<br />
pia de' miracoli co' quali Dio avea illu-<br />
strato il frequentato sepolcro <strong>di</strong> questo<br />
eroe. 1 greci ne fanno la festa a' 26 ot-<br />
tobre, i latini 18. il vescovo Alessandro<br />
fu ul concilio JXiceno nel 32 0; Giovanni<br />
è mentovato nell'epistola del concilio <strong>di</strong><br />
Filippopoli; nel 347 intervenne a quello<br />
<strong>di</strong> Sar<strong>di</strong>ca Aezio, e nel SSg a quel <strong>di</strong> Ri-<br />
mini Eremio. Celebre per santità e pel<br />
suo attaccamento alla fede cattolica fu Asconio<br />
o Ascolio,a cui dalla chiesa <strong>di</strong> Go-<br />
zia fu scritta l'enciclica sul miulirio <strong>di</strong> s.<br />
Saba nel 372, e mandalo il suo corpo, come<br />
narrai a Svezia, e <strong>di</strong> questo vescovo<br />
fecero elogi s. Basilio e s.Ambrogio.Dimo-<br />
rando Teodosio 1 in Tessaionica nel 38o,<br />
ammalatosi gravemente, volle essere i-<br />
struito nella religione cattolica e riceve-<br />
re il battesimo da questo santo vescovo,<br />
il quale morì verso il 383. l^apa s. Damaso<br />
1 nel 38o l'avea costituito suo vi-<br />
cario nelle provincie dell' Illirico orien-<br />
tale. Dignità <strong>di</strong>e il Papa confermò al suc-<br />
cessore Aiiisio, e altrettanto fecero i Pa-<br />
pi s. Siricioes. Anastasio 1. Di Anisio per<br />
la sua santità se ne legge la men)oria nel<br />
martirologio romano a'3o <strong>di</strong>cembre. Nel<br />
fio Rufo, al quale scrisse Papa s. limo-<br />
ceiizo 1 nel 4 '2, costituendolo suo vica-<br />
I io nelle provincie che enumerai nel voi.<br />
XL,p. 232; podestà che confermò Papa<br />
s. Douifacio 1. Nel 4^1 fo al concilio <strong>di</strong><br />
Efeso e poi morì. Anastasio egualmente<br />
fu da s. Sisto 111 <strong>di</strong>chiarato vicario apo-<br />
stolico nelle provincie illiriclie, con epi-<br />
stola scritta al sinodo adunato in Tessa-<br />
ionica nel 43 5, e morì dopo quello <strong>di</strong> Calcedouia<br />
e <strong>di</strong> altro nel 45 ' tenuto in Tes-<br />
talouica. Quin<strong>di</strong> furono vescovi Eusiteo,<br />
TE5 9<br />
N. verso il 479, Andrea per aver abbaudonato<br />
lo scisma d'Acacio <strong>di</strong> Costantino-<br />
poli, gli scrissero lodandolo s. Felice 11 e<br />
s. Gelasio I Papi. Nel 5i 5 Doroteo ere-<br />
lieo per comunicare con Acacio, non<strong>di</strong>meno<br />
scrisse una gi'atulatoria a s. Ormi-<br />
sda per l'elevazione alla SqCìg apostolica,<br />
perle cui sollecitu<strong>di</strong>ni tornò all'unità cattolica.<br />
Elia si trovò neh' aliare de' Tre<br />
Capitoli s. al costituto fatto da Papa Vigilio<br />
nel 55o in Costantinopoli, ed al V<br />
sinodo si fece rappresentare da Benigno<br />
d'Eraclea. Biasimevole fu l'arcivescovo<br />
Taleleo, che visse a tempo <strong>di</strong> s. Gregorio<br />
I, il quale scrisse al successore Eusebio.<br />
Papa s. Martino 1 nel 649 scomu-<br />
nicò nel concilio <strong>di</strong> Laterano Paolo ere-<br />
tico monotelita. Giovanni II intervenne<br />
nel 680 al VI sinodoesisottoscrisse,/ort/i-<br />
ìies misericor<strong>di</strong>a Dei episeojms Thes.m-<br />
lonicae, et J icarius apostolicac Se<strong>di</strong>s<br />
et Legatariiis : quest'ultima voce si <strong>di</strong>-<br />
ce usurpazione. N. del 7 1 6, Teofilo sot-<br />
toscrisse al VII sinodo, Tommaso trasla-<br />
lo da Alessandria, e fu nel 787 al concilio<br />
Niceno 11. Gli successero Giuseppe<br />
stu<strong>di</strong>ta, poiN., in<strong>di</strong> luiovamente Giusep-<br />
pe nell'808, che per<strong>di</strong>fendere il cidto del-<br />
le ss. Imniagini patì molto e fu cacciato<br />
in prigione. Giovanni eretico partigiana<br />
<strong>di</strong>Fozio,come lo fu Leone. Da Creta ven-<br />
ne trasferito l'ateniese Basilio I <strong>di</strong> santa<br />
vita, e perciò morì tra'lormenti, celebralo<br />
ne'iMenei greci il 1 ."febbraio. Teodoro<br />
fu all' VI 11 sinodo, ove l'indegno Fozio fu<br />
fitto patriarca; in<strong>di</strong> Paolo II, Anatolio,<br />
Teofauio, Prometeo poi deposto. Teodo-<br />
lo, Niceta 1 trasferito da Marronea, nel<br />
I i56 Basilio II <strong>di</strong> cattolici sentimenti, per<br />
cui scrisse a Papa Adriano IV. Insegui-<br />
to Costantino I, Eust.izio ilotto già elet-<br />
to <strong>di</strong> Mira, ornalo ili molle viitìi. Mi-<br />
chele Chumni, Costantino II Mes(jp(»lainita,<br />
familiaie d'Isacco Angelo Comneno<br />
imperatore, e perciò si ricusò dare le<br />
insegne imperiali (lell'impero <strong>di</strong> Tessaio-<br />
nica al fralelld Teotloro Alessio Angelo,<br />
onde questi si fccecorouarc da Demetrio
io T E S<br />
mei vescovo <strong>di</strong> Bulgaria, come nniroi; ov-<br />
vero come liferisce il p. Le Quieti, ^Z/--<br />
< liicnìscoj)it/n Tlu'xsaloiiiccnscni Theo-<br />
doro coronnm ideo iniiìoiwre renuisse,<br />
nuod lcgiuimu.
i<br />
i eccellente<br />
I<br />
TES<br />
Dcnoa, Campnnia, Servia, Petra, Plafa-<br />
nion, Ardamiri, Cassandra, Vardarieiise,Laiigardensee<br />
Nerisieiise, alcuni nomi<br />
delle cjuali per incuria degli anaanuetisi<br />
sono coiiotti, pei- cui come spesso avvie-<br />
ne nella nomenclatura <strong>di</strong> non poche del-<br />
l' antiche <strong>di</strong>ocesi, non si può stahilire il<br />
vero noa)e,essendo con altri chi.imale da'<br />
geografi sagri, il che rileva anco il p. Le<br />
Quien. Il Papa invitò al concilio generale<br />
<strong>di</strong> Lalerano IV l'arcivescovo e vescovi<br />
della provincia Tessalonicense. NehaSg<br />
N. arcivescovo <strong>di</strong> Tessalonica accompagnò<br />
nel'a spetlizione <strong>di</strong> Palestina l'impe-<br />
ratore latino Baldovino II. Nel 1345 Clemente<br />
VI fece arcivescovo fr. Lodovico {<br />
d'Orvieto fiancescauo. Ijonifaclo IX nel<br />
I 396 Iraslatò da Antivari a questa chiesa<br />
Lodovico li Donalo (T'.),e poi neliSgc)<br />
hi iriisfer'i a Pisa, e nel 1 4o8 <strong>di</strong>venne car-<br />
<strong>di</strong>nale. IMartino V neh 4' 8 fece arcive-<br />
scovo fr. Paulo da Roma francescano, che<br />
successivamente avea occupato lese<strong>di</strong>d'I-<br />
sernia e <strong>di</strong> Monreale, ed al quale eragli<br />
stata commendata la chiesa <strong>di</strong> Tebe. Al-<br />
tri non si leggono neW Orìens <strong>di</strong>r. t. 3,<br />
[). I ego. Imperocché conquistata neli43o<br />
Tessalonica da'lurchi, fu interdetto come<br />
altrove a'paslori latini tli risieilere nel-<br />
le <strong>di</strong>ocesi; laonde Tessalonica, Thcssalo^<br />
ìiiccii, <strong>di</strong>venne un titolo arcivescovile /'/«<br />
jxirlibus, che conferisce il Papa, co'simili<br />
titoli vescovili da esso <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong>Erisso,<br />
Apollonia, Lita, Deboro, Parecopoli, To-<br />
rune e Tasso. Furono per idtimo insigniti<br />
del titolo arcivescovile <strong>di</strong> Tessalonica i<br />
seguenti. Per morte <strong>di</strong> mg.' fr. Ignazio <strong>di</strong><br />
s. Gaetano, Gregorio XVI a'22 novem-<br />
bre i
12 T E S<br />
piefe<strong>di</strong> s. Stefano al Monte Celio, colla<br />
carica <strong>di</strong> vice-cancelliere <strong>di</strong> s. Chiesa. Siccome<br />
profondo teologo e canonista, ebbe<br />
tU\ Papa r incombenza <strong>di</strong> scrivere sulla<br />
cpiestione allora agitata singolarmente<br />
nell'or<strong>di</strong>ne francescano, intorno al domi-<br />
nio <strong>di</strong> Ciislo e degli apostoli, circa le co-<br />
se che (iervivano al sostentamento della<br />
vita. Dopo aver esaurito l'incarico, raor\<br />
in Avignone nel 1 325, altri prolungando-<br />
gli la vita.<br />
TESTAFEIIRATA SCEDERRAS<br />
V AUR\zio, Ctii-flinfilc. Nacque in Valletta<br />
capitale dell'isola <strong>di</strong> IMalla, a' "ìo aprile<br />
I 7'78,dachiarae ragguarilevole famiglia<br />
per antica nobiltà, magnanime virtù e<br />
ricchezza. Furono suoi genitori Pasquale<br />
barone <strong>di</strong> Cicciano e Lucrezia M.M' Aureli,<br />
i quali osservando nel figlio animo<br />
genUle e assai composti costumi, <strong>di</strong>visa-<br />
rono <strong>di</strong> collocarlo a eilticare in qualche<br />
nobile e rinomato istituto dllalia, ove il<br />
cuore e l'ingegno si culti vassero, e gli fos-<br />
sero istillali nell'animo sani principii <strong>di</strong><br />
pii-tà. A tale ell'elto scelsero il collegio<br />
Clc/iiciitino (<strong>di</strong> cui riparlai a Somasciu)<br />
<strong>di</strong> Roma, dove si raccoglieva il fiore del-<br />
la nobiltà italiana. Ivi egli ben presto <strong>di</strong>e<br />
a conoscere la dolce indole <strong>di</strong> cui l'avea<br />
dotato natura, e mostrò intellettoad ogni<br />
nobile scienza; imperocché percorsa con<br />
sotnmo onore la carriera stu<strong>di</strong>osa, si formò<br />
bella reputazione per l'alma città. Sen-<br />
len mesi lo promosse nel 1801 a de-<br />
legalo apostolico della vasta provincia <strong>di</strong><br />
Macerata, e lo attesta Leopar<strong>di</strong>, Serica<br />
Rectoruni Anconitanae Mctrchiae, ove<br />
vieppiìi esercitò le sue virtù, sapere e co-<br />
noscenza delle pubbliche cose,qualità che<br />
univa a prudenza, giustizia e singolare<br />
cortesia; esercitandosi da lui la carica eoo<br />
magnificenza e decoro, riuscì d'universale<br />
sod<strong>di</strong>sfizione della provincia, e mo-<br />
dello a'zuagistrali, per cui le popolazio-<br />
ni lo piansero allorché il Papa lo tolse dal<br />
suo mirabile reggimento, preconizzandolo<br />
nel concistoro de'20 settembre 1802<br />
arcivescovo <strong>di</strong> Derito inparllbiis, per in-<br />
viarlo nella Svizzera nunzio apostolico.<br />
R.icevè l'episcopale coiisagrazione dal car-<br />
<strong>di</strong>nal Giuseppe Doria Pamphilj vescovo<br />
<strong>di</strong> h'rascati, e nel declinar dell'ottobre<br />
i8o3 parù per Lucerna. Narrai a Sviz-<br />
zera come l'illustre prelato, in mezzo al<br />
commovimento e perturbazione guerre-<br />
sca <strong>di</strong> tutta Europa, funse il <strong>di</strong>lllcile inca-<br />
rico, e nella deportazione <strong>di</strong> Pio VII eoa<br />
quello ili Vienna mg.' tSVvr/'o// furono gli<br />
unici nunzi che restarono al posto loro<br />
(trannee in parte per quello pure <strong>di</strong> Spa-<br />
iarla mg."^ Gravina). In tanta <strong>di</strong>llicoltà<strong>di</strong><br />
tempi e mentre la s. Sede era tanto mal-<br />
menata, egli seppe acquistarsi la stima e<br />
l'alFetto delia signoria del cantone ove ri-<br />
siedeva, non menocheil rispettoe la consi-<br />
derazionedegli altri cantoni elvetici. Sen-<br />
za ingerire sospetti, con prudenza zelò gli<br />
interessi della religione, e con saggia av-<br />
vedutezza potè tenere in riverenza pres-<br />
so la nazione svizzera la sua rappresentanza<br />
e il potere della chiesa romana, ed<br />
il) epoca in cui infelicemente si deprime-<br />
va l'autorità del supremoCapo dellaChiesa,<br />
massime in Italia, Francia e Spagna.<br />
Anzi ottenne dalla <strong>di</strong>eta generale della<br />
confeJerazione,che i monasteri dellaSviz-<br />
zera non dovessero essere gravali <strong>di</strong> tas-<br />
se [)iù degli altri citta<strong>di</strong>ni, ad onta ch'e-<br />
rasi stabilito <strong>di</strong> laglieggiarli forte, e per-<br />
chè non si leulusse sopprimerli, ;^Ii riu-
TE 3<br />
SCI <strong>di</strong> non potersi ciò eiretluare senza il<br />
pontificio beneplacito. Ritornalo Pio VII<br />
liioiifànte alla sua sede, volendo preDiia-<br />
re il prelato che con tanta fedeltà e no-<br />
biltà avea per ben i3 anni sostentilo in<br />
Isvizzera la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> nunzio apostolico,<br />
con notabile ritardo alla sua giusta ele-<br />
vazione, lo richiamò in Roma, lasciando<br />
egli tra gli svizzeri un nonieamatoestinia-<br />
lo. JXeli8i6 giunto in Roma fu ben ac-<br />
colto ed encomialo dal Papa, e da lui ne'<br />
primi <strong>di</strong> marzoi8i6 venne promosso a<br />
segretario della congregazione de'vesco-<br />
vi e regolari, primario uflìzio che ezian-<br />
<strong>di</strong>o esercitò con moltissima lode. Finalmente<br />
Pio VII, che nel concistoro degli<br />
8 raarzoi8i6già lo avea creato e riserva-<br />
lo in petto car<strong>di</strong>nale dell'or<strong>di</strong>ne de'preti,<br />
in quello de'6 del seguente aprile lo pul><br />
blicò, nominandolo insieme vescovo <strong>di</strong> Si-<br />
nigaglia, conferendogli per titolo la chie-<br />
sa <strong>di</strong> s. Pudenziana, e annoverandolo al-<br />
le congregazioni de' vescovi e regolari,<br />
propaganda ftdc, fabbrica <strong>di</strong> s. Pietro, e<br />
buon governo; e poscia fu dato in pro-<br />
iettore alla terra <strong>di</strong> Morrò nel <strong>di</strong>stretto<br />
<strong>di</strong> Jesi e nella sua <strong>di</strong>ocesi, ed alla confra-<br />
ternita delle s. Stimmate <strong>di</strong> Filottrano.<br />
Portatosi in Siuigaglia coll'animo pieno<br />
<strong>di</strong> evangelica carità verso il gregge alle<br />
sue pastorali cure aflldato, senza fasto e<br />
con modesto decoro, l'in<strong>di</strong>cibile sua alfa-<br />
bilità e le magnanime sue azioni presto<br />
superata la comune espetlazione gli guadagnarono<br />
tulli i cuori, e nell'universale<br />
si nominava ad esempio de' vescovi ze-<br />
lanli,solleciti e benefici. Tulto a tutti, sen-<br />
za <strong>di</strong>stinzione amorevolmente accoglieva<br />
ciascuno in qualunque abito, singolarmente<br />
i poveri, <strong>di</strong> cui fu vero padre, e co-<br />
loro che conosceva bisognosi <strong>di</strong> soccorso<br />
o <strong>di</strong> consiglio. Nelle slesse punizioni, ch'era<br />
costretto inlliggere, il faceva con amo-<br />
re, considerando virtuosamente un figlio<br />
nel colpevole. Non è a <strong>di</strong>re com'egli co'<br />
suoi caritatevoli mo<strong>di</strong> si affezionò soavemenle<br />
i <strong>di</strong>ocesani d'ogni grado e con-<br />
<strong>di</strong>zione. Non si <strong>di</strong>parli inai dalla sua a-<br />
TE S i3<br />
mata sede, se non che per giovare a'suoi<br />
figli, e per intervenire a' conclavi in cui<br />
restarono eletti Leone XII, Pio Vili e<br />
GregorioXVI,niuuode'(iuali furono meno<br />
<strong>di</strong> Pio VII io ammirarlo, per 1" immenso<br />
bene che faceva, e <strong>di</strong> buon grado<br />
vi contribuirono. Siccome questo lo de-<br />
scrissi a SiNiGAGLiA, meglio e dettaglia-<br />
tamente lo celebrò con e<strong>di</strong>ficanti partico-<br />
larità r aurea penna del prof. Giuseppe<br />
Montanari, nel Breve comwcnlario del-<br />
le cose operate in Si/ifi;/ìglia dal car-<br />
<strong>di</strong>nale, provocato dalla <strong>di</strong>vola alfetluos;»<br />
riconoscenza del suo l)enefìcalo cancellie-<br />
reLivio Bruschettini sinigagliese,eda lui<br />
de<strong>di</strong>cato al rispettabile poi poratocol suo<br />
ritratto in fronte, col precipuo inten<strong>di</strong>mento<br />
<strong>di</strong> palesarci moltissimi e gì an<strong>di</strong>s-<br />
simi benefìzi compartiti alla sua [)alria,<br />
in che fu corrisposto nobilmente e con e-<br />
leganza <strong>di</strong> dettato, inoltre Livio imito al<br />
padre e ad altri della curia, pubblicò pu-<br />
re colle stampe un magnifico elogio bio-<br />
grafico in istile lapidario. Per non ripe-<br />
tere dunque il descritto a Sinigaglia, giovandomi<br />
del Commentariu[i\\ cui <strong>di</strong>e un<br />
saggio Francesco M.' Torricelli neW 11-<br />
limi <strong>di</strong> Roma t. 9, p. i i i, e rilevando:<br />
Nel commentario impareranno i giovani<br />
l'arte <strong>di</strong> bene scrivere, i gran<strong>di</strong> l'arte <strong>di</strong><br />
fare il bene), mi limiterò qui ad accennare,<br />
che il car<strong>di</strong>nal Testaferrata, modello<br />
d'ogni più bella virtù, lasciò in tale illu-<br />
stre città e <strong>di</strong>ocesi njonumenli indelebili<br />
della sua sapienza e della sua industrio-<br />
sa e inesauribile carità. Riaprì in fatti a'<br />
chierici il seminario, ampliato e miglio-<br />
rato; affidò alle monache benedettine l'i-<br />
struzione delle fauci ullejriaperseque'mo-<br />
nasteri i cui beni non erano stali venduli<br />
nella dominazione francese; ripristinò le<br />
collegiate della <strong>di</strong>ocesi; istituì del proprio<br />
un monte <strong>di</strong> pietà; <strong>di</strong>e nuovi chiostri al-<br />
le orfane e alle esposte, facendo rifiorire<br />
l'ospedale degl'infermi; ornò templi ma-<br />
gnificamente, e nella cattedrale, olii e <strong>di</strong>-<br />
versi nìiglioramenli e doni <strong>di</strong> utensili sa-<br />
gri^ costruì ricca cappella, facendo orni»-
li T E S<br />
je<strong>di</strong> corone preziose l'iinniai^iiii dellalMa<br />
tloiiiia e del <strong>di</strong>vin Figlio; chiamò le so-<br />
relle della Carila a reggere le oi fanelle, e<br />
i fraltlii delle scuole cristiane 1' orfano-<br />
liododa I<strong>di</strong> fonilalopegli orfani, i:he por-<br />
la il suo nome : InUociò resterà perenne-<br />
menle impresso ne'cnori de'snoi <strong>di</strong>ocesa-<br />
ni, che per organo del nuinicipio gli de-<br />
cretarono vivente l'onore dell' eHlgie in<br />
inai nio,ton corrispondente epigrafe nel-<br />
la sala coiuiinale. Quella ricorderà le sue<br />
moitcpiici egeneroseazioni,esercilale largmienle<br />
con tante beneficenze sopra la<br />
(liietlissinia snagregge,le ptihhlicheepri-<br />
^ate Jiniosiiie, elargite pure alla peiico-<br />
liinte onestà per condnrla ad onore; e che<br />
.•[)iì sempre a tutti le viscere <strong>di</strong> sua patema<br />
pietà, regolata da spirilo <strong>di</strong> sincera<br />
religione. Oltre icpioli<strong>di</strong>ani soccorsi, <strong>di</strong>-<br />
slnbueniloli anco <strong>di</strong> propria mano, par-<br />
ile olai mente in tempo della s. visita o del-<br />
la villeggiatura, aiutava mensilnienle4oo<br />
fimiglie, che altrimenti sarebbero slate<br />
{ibiiiindonate nella miseria, in lutto riful-<br />
ge il< lo oli imo ed e.->i mio pastoie,onde chia-<br />
rii e benedetta resterà sempie la sua me-<br />
moria. Giunto alla grave età <strong>di</strong> 86 anni,<br />
|'(,clii giorni dopo il suo ritorno dalla vil-<br />
leggiatura <strong>di</strong> Vaccarile , ed assistilo dal<br />
suo ospite car<strong>di</strong>nal Alessandro Snoda le-<br />
gato <strong>di</strong> Folli, cessò <strong>di</strong> vivere in Siniga-<br />
giia a'3ago>lo i 84 3,n)ezz'ora dopo il mez-<br />
>< <strong>di</strong>, mentre si celebrava la t'.miosa (ie-<br />
la, come notifica con isplen<strong>di</strong>de parole il<br />
n.^GS del Diario <strong>di</strong> Itnnia, tra il pian-<br />
to e commozione universale de'snoi de-<br />
.solali <strong>di</strong>ocesani, gareggiando negli onori<br />
funebri e nelle alleltuose <strong>di</strong>mostrazioni<br />
(li duolo. La funebre orazione pose nuo-<br />
Minieiile in chiarii luce una vita beneme-<br />
imtisNima, che si spense Iranfjnillameu-<br />
le nella pace del Signore, e che fu tutta<br />
lina continuazione il'ogni opera <strong>di</strong> carità<br />
t <strong>di</strong> religione; essendo altresì stato l'am-<br />
plissimocar<strong>di</strong>iial vescovo decoroso orna-<br />
luenlo del sagro collegio e dell'episcopa-<br />
to. La sua salma fu deposta nella sua cap-<br />
l'clla dellu calledrule con onoi ifica lapide.<br />
TES<br />
TESTAMENTO, Tcstamcnfwn, Tu-<br />
Indac Testamcnlariac. Alto <strong>di</strong> ultima<br />
volontà, nel quale si costituisce 1' erede,<br />
Tcslntio mentis, formandone l'etimolo-<br />
gia e la definizione, cioè un'esplicita <strong>di</strong>-<br />
chiarazione della propria volontà, <strong>di</strong> tut-<br />
tooiò <strong>di</strong>esi desidera succeda dopo la Mai-'<br />
te (/.) intorno alle proprie sostanze. Aio-<br />
destino aulico giureconsulto roma no, nel-<br />
la legge I, (F. h. t.,ne fa questa definizio-<br />
ne: T'oluìitatis nostrac j'iista scntenùa<br />
de co quod vis post, mortem suam fieri<br />
{'elit. Dunque il testauienlo è una giusta<br />
<strong>di</strong>sposizione della nostra volontà (alme-<br />
no deve essere), su ciò che ciascuno vuo-<br />
le che sia fritto dopo la sua morte. Il le-<br />
sta mento si fa per lo più per iscriltura pubblica<br />
con rogito <strong>di</strong> notaro, commettendo-<br />
ne l'esecuzione agli ere<strong>di</strong>, o all'esecutore<br />
testamentai io che ha meritato la fiducia<br />
del testatore. Chiamasi testamento per si-<br />
gnificare ch'è una <strong>di</strong>chiarazione della no-<br />
stra volontà fatta alla pre^eI)za de'lcsli-<br />
nioni, i quali attestano e fanno fede del<br />
seguito atto. Il testamento comincia ad<br />
avere il suo elTeltu subito dopo la "morte<br />
del testatore, e può sempre essere da lui<br />
livocalo fino all'ultimo istante <strong>di</strong> sua vi-<br />
ta, sebbene Morilioiido (/^ .), ma sano <strong>di</strong><br />
mente e intelligente. Al testau)enlosi ponno<br />
fare delle aggiunte o cambiamenti con<br />
olire <strong>di</strong>sposizioni chiamate Co<strong>di</strong>cillo, co-<br />
<strong>di</strong>eilli, tabella, perchèCoc/fXanlicamen-<br />
le fu detto il lestamenlo, rendendo ragio-<br />
ne della voce il Donati, De' Diitici, p.i8.<br />
Il lestamenlo è inoltre un atto che deve<br />
e>sere conforme alle formalità prescritte<br />
dalla legge. Afllnchè una persona sia ca-<br />
pace <strong>di</strong> far testamento, bisogna che ab-<br />
bia le qualità lichieste dal <strong>di</strong>ritto natu-<br />
rale e umano in generale, quanto dalle<br />
leggi o statuti particolari de'luoghi in cui<br />
\uole essa fare il suo lestamenlo. Le oc-<br />
correnti (jualilà sono l'uso della ragione<br />
e (li celli sensi, l'età, la proprietà, ed il<br />
libero possesso de'beni de'quali intende<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>s|)orre in via <strong>di</strong> lestamenlo. Per con-<br />
seguenza sono incapaci <strong>di</strong> testare i furio-
T E S<br />
si, gl'insensati, gl'iinbecillijipio<strong>di</strong>glii.gl'in-<br />
tculelli dall'autorilà pubblica; non pon-<br />
ilo egualmente leslaiegl'impubfiijequeb<br />
li cliesono raorti civihnente. Negli stati<br />
in cui è conservata la patria podestà i<br />
,<br />
figli <strong>di</strong> famiglia non ponno testare, eccet-<br />
tuato il caso in cui non siavi peculio ca-<br />
sti euse, cioè acquistato in guerra, o quasi-<br />
castrense, cioè acquistato con qualclie ca-<br />
I ica, o per l'esercizio d'una professione <strong>di</strong><br />
iililiià pubblica, come <strong>di</strong> avvocalo, me<strong>di</strong>-<br />
co, uolaro, ec. I migliori scrittori sostengono<br />
che l'origine de'teslamenti, quanto<br />
alia loro natuia, sta nel <strong>di</strong>ritto delle genti;<br />
tua che i regolamenti sulla foimadei<br />
testamenti, la capacità attiva o passiva, o .<br />
altre con<strong>di</strong>zioni del testamento, sono <strong>di</strong> <strong>di</strong>-<br />
ritto civile. Ragionai a NotaRo, l'antico<br />
Scriniario (V.j, del suo grave, delicato,<br />
onorevole e responsabile ministero, qua-<br />
le geloso custode delle pubbliche e priva-<br />
te azioni degli uomini, ministro e deposi-<br />
tario della fede pubblica, manteuitore del-<br />
le facoltà altrui e testimonio inefiagabi-<br />
le de'pubblici e piivali interessi, fia'qua-<br />
lì i testamenti, i legati,! co<strong>di</strong>cilli, dove v'in-<br />
tervenga l'autorità del principe e il vigo-<br />
re delle leggi. Ivi accennai, come aulicamente<br />
si stipulavano gli atti, le donazio-<br />
ni e i testamenti de'chierici dal Primice-<br />
rio della s. Sede (l\) e da'suoi notar),<br />
e poi si fece anco da altri ecclesiastici. Ivi<br />
notai, e ripetei ne'vol. LIX, p. yy.LXI,<br />
p. 9, che il Papa Pio IX affidò al Sena-<br />
to Ronioìio la cura e sorveglianza dell'ar-<br />
chivio e deposilo degli alti notarili <strong>di</strong> Roma.<br />
Che nel palazzo Sah'iati^ova del go-<br />
verno, vi è l'archivio Urbano, ezian<strong>di</strong>o<br />
cogli alti pubblici <strong>di</strong> que'notari i cui uffi-<br />
zi furono chiusi, ed ancora <strong>di</strong> quelli esi-<br />
stenti per esuberanza de'medesimi: gli at-<br />
ti de'uotari capitolini,! cui uffizi cessarono,<br />
si conservano nell'arciiivio <strong>di</strong> Campi-<br />
doglio. La raccolta esistente nell'archivio<br />
Urbano rimonta ad un'epoca anteriore al<br />
1744» e <strong>di</strong> recente fu bene rior<strong>di</strong>nalo e<br />
classificato, a vantaggio del governo e del<br />
pubblico. Negli articoli òetrìl/iuiali^esÀ-<br />
T E S 1 5<br />
stenti e non più esistenti, parlai de'Ioro<br />
speciali notali. Diconsi Libali pii (f .)<br />
le <strong>di</strong>sposizioni fatte dal testatore per l'adempimento<br />
<strong>di</strong> qualche opera pia, in fa-<br />
vore della chiesa, de'monasteii, degli o-<br />
spizi, degli ospedali e altri benefìci stabi-<br />
limenti, ede'poveii. Anche i legali depre-<br />
catorii, essere obbligatorii per gli ere<strong>di</strong>, i<br />
quali debbono impiegare i legati pii ri-<br />
pu<strong>di</strong>ali in altre opere pie. La Congrega-<br />
zioiie della rev. fabbrica <strong>di</strong>s. Pietro(1 .),<br />
vigila all'esatto adempimento dei legali<br />
pii; e per RoJiia più specialmente la Con-<br />
gregazioiie della visita ai;ostoliea e adewpimento<br />
de' legati pii <strong>di</strong> Roma (V.).<br />
Sui legati pii si pt;ò anche vedere Congregazione<br />
DEL Concilio, Congregazione<br />
de' vescovi e regolari, ed altri relativi<br />
articoli, come Ceni <strong>di</strong> Chiesa e Ren<strong>di</strong>ta<br />
ECCLESIASTICA. A Legati PI!, oltre l'aver<br />
parlato del più principale che riguarda<br />
l'argomento, <strong>di</strong>sM pure dell'origine delle<br />
pie lascile, e dell'anlichità <strong>di</strong> far donati-<br />
vi per testamento o per co<strong>di</strong>cillo, degli<br />
ebrei, egiziani, greci, romani pagani ecri*<br />
stiaui, longobar<strong>di</strong> e franchi: delle facol-<br />
tà concesse a quelle che si facevano Ee-<br />
ligiose e Monache (T\), per <strong>di</strong>sporre del-<br />
la 3.' parte <strong>di</strong> loro sostanze in opere pie:<br />
riportai le antiche formole usale nelle pie<br />
<strong>di</strong>sposizioni: Per la redenzione de'pec-<br />
catij per la salvazione dell'anima pro-<br />
pria e <strong>di</strong> alleile de'parentij-forntoìe che<br />
consimili o varianti riprodussi in <strong>di</strong>ver-<br />
si analoghi articoli, ed a Regalia. Nell'ar-<br />
cibasilica Lateranense , celebrandosi gli<br />
AìUìiversari <strong>di</strong> Suffragio a' V< fanti, nd<br />
imitazione de'sagri Dittici (T .), dal più<br />
antico de'pi eli beneficiati, dalla partedel-<br />
r evangelo e dopo 1' OJJertorio , si pro-<br />
nunzia con voce chiara il nome del testa-<br />
tore, in <strong>di</strong> cui suftiagiosi offre il s. Sagiifì-<br />
zio, e <strong>di</strong>cendo: Praesens Anniver.sariuia<br />
celebra tur prò anima iV. iV. etutprcces<br />
no.stras Deus eocau<strong>di</strong>re <strong>di</strong>gnetur, conjessionem<br />
agamus. Confiteor Deo omni-<br />
potenti, etc. In<strong>di</strong> due beneficiati recitano<br />
due Pater ed Ave, uno per la remissio*
iG T ES<br />
ne (Ielle colpe del ca|>itolo, l'ald'o pel nominalo<br />
ilefìinlo. Talvolia recitnnsi pure<br />
o il Dcprnfuiuìis, o il Misererà, ec. L'u-<br />
so cie'leslatnenli è della più remota aiUi'<br />
ciiilù, e la loro origine dee riferirsi al <strong>di</strong>-<br />
ritto della natura e delle genti, e non già<br />
al <strong>di</strong>ritto civile, poiché essi fjcevansi an-<br />
che ne'lenipi in cui gli uomini altra leg-<br />
ge non aveano se non quella della natu-<br />
ra. Al iliritto civile devono soltanto rife-<br />
rirsi leformalitii e le regole stabilite per<br />
la confezione de'teslatnenli. Si legge nel-<br />
1j Cronaca d'Eusebio, che ^'oè <strong>di</strong>vise la<br />
terra cli'egli conosceva tra' suoi tre figli<br />
.Sem, Cam e Jafet, e che dopo aver <strong>di</strong>chia-<br />
ralo il riparlo da esso fallo a'medesitni,<br />
trovandoci presso il fine <strong>di</strong> sua vita, sle-<br />
se quella sua volontà in uno scrilto, che<br />
sigillò e consegnò a Sem. Da questo si ri-<br />
leva pine quanto sia antico l'uso del Si-<br />
gi/lo (I .) . per segnare e legalizzare gli<br />
alti pubblici. Abramo ancora, mentre non<br />
avea alcuna prole, proponevasi d'isliliii-<br />
le suo erede il figlio <strong>di</strong> Eleazaro, suo in-<br />
tendente o ministro <strong>di</strong> tutti i suoi alfari.<br />
In appresso lasciò tutti i suoi beni ad Isac-<br />
co suo figlio, e soltanto or<strong>di</strong>nò alcuni le-<br />
gati particolari a' figli della sua concu-<br />
bina o moglie <strong>di</strong> 2.° or<strong>di</strong>ne. Isacco, per in-<br />
gegnosa industria <strong>di</strong> Piebecca, <strong>di</strong>e al se-<br />
condogenito Giacobbe la sua bene<strong>di</strong>zio-<br />
ne, lasciandogli come creduto Esaù primogenito<br />
il go<strong>di</strong>mento dei suoi posse<strong>di</strong>-<br />
menti più fertili, e benché sopravvenuto<br />
Esaù e conosciuto l'inganno e da lui sol-<br />
lecitato grandemente a riformare la sua<br />
ultima <strong>di</strong>sposizione, non voile gianunai<br />
rivocarla. Giacobbe <strong>di</strong>spose siu)ilmenle<br />
colla celebre sua bene<strong>di</strong>zione l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />
successione tra 'suoi figli, ed assegnò al mi-<br />
nore Giuseppe la porzione doppia che ap-<br />
parteneva al primogenito Piuben. Gli e-<br />
gizi impararono la maniera <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre<br />
de'beni loro per testamento dai figli e ni-<br />
poti <strong>di</strong> fiiacobbe, gl'israeliti o ebrei, che<br />
soggiornarono buigamente in Egitto. Al-<br />
ti i credono che gli egizi già conoscessero<br />
l'uso delle <strong>di</strong>spusizionilcslaiuentarie, oal-<br />
TE S<br />
mono le avessero apprese da'iliscendcnti<br />
<strong>di</strong> C^am. Nel libro del profeta Ezechiele<br />
si pirla egualmente <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tà e <strong>di</strong> lega-<br />
li. Trovasi in Geremia una prova dell'u-<br />
so che aveano gli ebrei <strong>di</strong> faie un dupli-<br />
calo de'contratti civili, <strong>di</strong> cui uno resta-<br />
va aperto nelle mani dell'acquirente, e<br />
l'altro sigillato veniva depositato in luo-<br />
go sicuro. Però avverte il Bergier, Dizioìiario<br />
enciclope<strong>di</strong>co, che il termine Te-<br />
stamento negli scrittori ebrei non fu adoprato<br />
nel senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazione dell'<br />
ultima volontà. Che se il solo esempio<br />
che trovasi presso i loro patriarchi d'un<br />
Testamento propriamente detto è quello<br />
<strong>di</strong> Giacobbe, che al letto <strong>di</strong> morte manifestò<br />
a'siioi figli l'ultimo suo volere, ma<br />
questo era piuttosto una profezia <strong>di</strong> quanto<br />
loro dovea avvenire, e <strong>di</strong> ciò che Dio<br />
avea deciso sulla loro sorte, anziché una<br />
<strong>di</strong>sposizione libera e arbitraria <strong>di</strong> Giacob-<br />
be. Di più <strong>di</strong>chiara Bergier, che (pianto<br />
alle uhi me parole <strong>di</strong> Giuseppe, Mosè, Gio-<br />
suè e David, non si può dare loro il nome<br />
<strong>di</strong> Testamentn , se non in un senso<br />
assai improprio; ciò che ripeto a Testamento<br />
Vecchio «Nuovo, per la spiegazio-<br />
ne etimologica de' vocaboli. I legislatori<br />
greci viaggiando neirEgitto,avendoneap-<br />
preso le migliori leggi, quin<strong>di</strong> fu introdot-<br />
to il regolare ii
TE S<br />
il lofo erede alln presenza <strong>di</strong> 3 o 4 lesli-<br />
moni, il che <strong>di</strong>cevasi Ialinamente, tostamento<br />
fatto nel procinto <strong>di</strong> combattere,<br />
in nrocìnctn facta. Trovo però nel cita-<br />
to Donali, <strong>di</strong>e i soldati romani fino sul-<br />
la sabbia scrissero i loro testamenti olo-<br />
grafi col gla<strong>di</strong>iim. Dicesi olografo, gre-<br />
cismo de'Iegali, il testamento, co<strong>di</strong>cillo o<br />
simile, ch'è scritto <strong>di</strong> proprio pugno del<br />
testatore, il Cancellieri nelle Disscrt. e-<br />
pistolari l)ìl>liogrq/icJie,a p. 8, riportai!<br />
<strong>di</strong>ritto e privilegio concesso a'militari, in<br />
procincfuet in expe<strong>di</strong>tiene a\\ convalida-<br />
re im leslanientoo co<strong>di</strong>cillo olografo, pri-<br />
"vo <strong>di</strong> tutte le necessarie e legittime solen-<br />
nità; insieme ad un elenco <strong>di</strong> scrittori clie<br />
lianno trattato del testamento militare e<br />
del testamento marittimo fiuto sul mare,<br />
la cui forma è prescritta dalle leggi del<br />
governo del testatore, che dcbbonsi osser-<br />
vare sotto pena <strong>di</strong> nullità. Il testamento<br />
olografo, non firmato alla presenza d'alcun<br />
ufiJziale pubblico, è quello che venne<br />
interamente scritto, colla data e colla<br />
firma <strong>di</strong> propria mano del testatore, sen-<br />
za alcuna ad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> mano straniera;<br />
poiché se vi fossero delle cose scritte da<br />
;illra mano,ciò produrrebbe la nullità del<br />
testamento. La sola formalità richiesta<br />
per questo genere <strong>di</strong> testamento, è chesia<br />
tutto scritto colla data e colla firma <strong>di</strong><br />
mano propria del testatore, senza ad<strong>di</strong>zione<br />
alcuna <strong>di</strong> mano straniera. Nello stato<br />
pontificio però non ha eflìcacia il testamento<br />
olografo, se dal testatore prima <strong>di</strong><br />
sua morte non viene consegnalo ad un<br />
pubblico notaio in presenza <strong>di</strong> due testimo-<br />
ni; salvo il caso se si trattasse d'un testamento<br />
che chiamasi inter liberos,o ad<br />
causas pias,\ quali ponno aver eincàcia<br />
per privilegio, rapporto al i. "secondo il <strong>di</strong>-<br />
ritto ci vile, e rapporto al 2.°in forza del capitolo<br />
Relatum. Inoltre Cancellieri, Dei<br />
misteriosi attributi de' numeri ternario<br />
e setfen/71-io, a p. 75, <strong>di</strong>cendo dovere es-<br />
sere 7<br />
i testimoni necessari perla vali<strong>di</strong>-<br />
tà della consegna della propria ultima vo-<br />
lonlà,ricorda <strong>di</strong>verse opere che ne tralta-<br />
VOL. LXXV.<br />
T E S 17<br />
no. Le <strong>di</strong>chiarazioni che si fanno per mez-<br />
zo de'testimoni, sono il genere <strong>di</strong> prove il<br />
più antico presso tutte le nazioni. I roma-<br />
ni ficevano anche i testamenti, radunati<br />
i<br />
comizi in pracinctnper acs,etlibrani,<br />
presente l'antistato, l'erede come immaginario<br />
compratore dell'ere<strong>di</strong>tà, il pub-<br />
blico pesatore, e 5 testimoni uomini, puberi<br />
e citta<strong>di</strong>ni romani. Tra <strong>di</strong> essi, se una<br />
moglie rinunzia va 1' ere<strong>di</strong>tà del marito,<br />
sulla sua Sepoltura (1''.) si poneva ima<br />
borsa con entro le chiavi <strong>di</strong> tutte le co-<br />
se domestiche, che per averne cura avea<br />
ricevuto dal marito nel giorno dello spo-<br />
salizio. Questo costume si mantenne in<br />
Francia nel me<strong>di</strong>o evo. Leggo nel Gua-<br />
sco, / riti funebri <strong>di</strong> Roma pagana, p.<br />
I I , che quando l'infermo con mortali se-<br />
gni (che secondo le curiose osservazioni<br />
<strong>di</strong> Plinio erano, il ridere nella violenza<br />
del male, l'adattarsi l'orlo della veste, il<br />
ripiegare e increspare le lenzuola, il non<br />
voler essere scosso dal sonno, il giacer con •<br />
tinuamente supino, l'aver il polso <strong>di</strong>segna-<br />
le e formicolato, e altri che si manifestavano<br />
negli occhi e nel naso) in<strong>di</strong>cava vi-<br />
cino il suo trapasso, si facevano avvisare<br />
i congiunti, ra<strong>di</strong>mati i quali il moribon-<br />
do o leggeva o f.iceva leggere il suo testamento<br />
scritto sopra le tavole cerate te-<br />
stamentarie (al modo detto a Scrittura}:<br />
terminata la lettura, pronunziava ad al-<br />
ta voce, sela veemenza del male non glie-<br />
lo impe<strong>di</strong>va, queste parole. Haec uti in<br />
his tabulis cerisi'e scripta sunt, ita do,<br />
ita lego, ita le-itor: itaque k>os, Quirites,<br />
testimonio praebetote.(lvie^laa\ineMO era<br />
la formola usata ne'testamenti,che si ficevaoo<br />
calatis Comitiis. Il moribondo<br />
chiamava quin<strong>di</strong> il suo erede, e gli por-<br />
geva gli anelli, che avea in <strong>di</strong>to, o ch'e-<br />
ra solito portare, servendo anche <strong>di</strong> sigib<br />
lo. Questa ceremonia <strong>di</strong> consegnar all'e-<br />
rede i propri anelli , appunto derivava<br />
perchè siccome uno <strong>di</strong> que'cerchietti con-<br />
teneva il sigillo, col quale si chiudevano i<br />
contratti e le letlere,*così conveniva che<br />
il testatore cedesse nell'alto della dona-<br />
2
i8 TE S<br />
zinne le sue <strong>di</strong>vise, come clii clona un for-<br />
ziere o altra cosa simile , cede anr.he la<br />
chiave che lo npre. Adempiuti così gli<br />
oljbliglii propri dell'uomo <strong>di</strong>d)bene,quaiido<br />
si avvedeva d esser negli eslienii rao-<br />
nìcnti s'accomiatava da'Mioi paienli e a-<br />
niici. Moglie,Jìgli, anìici, ad<strong>di</strong>o, ^-ivi le,<br />
state saniJiuehì- io \'i ri\'eda eolaggiìc<br />
negli Telisi. JNell'alto d'esalar Io spinto,<br />
un j)ai ente conginngendo alla sua la pio-<br />
pria bocca, con pielcsissinin ufìlzio, ne li-<br />
eevea l'estremo fiato vilale, ed un altro<br />
gli chiudeva gli occhi. Nel 7Wo/o(/ .)( he<br />
i lomani cuslo<strong>di</strong>\ano nel Ter?ii)io(/ .) <strong>di</strong><br />
Saturno, eravi ancora il deposilo in cui<br />
si riponeva il ventesimo <strong>di</strong> tutte le suc-<br />
ce>sioiii, che si riscuoteva da lutti gli e-<br />
re<strong>di</strong>, fuorché da' figli de' defunti. Siccome<br />
l'adottare è lo sle>so che prendere uno<br />
straniero per suo Figlio, inellerlo ne Ila<br />
sua famiglia, e destinai lo alla sua successione,<br />
così i figli adottivi presso i roma-<br />
ni <strong>di</strong>videvano tutto co' figli naturali del<br />
Padre adottante: ed è appunto per cjue-<br />
slo che prendevano il nome e il soprannome<br />
<strong>di</strong> colui che lì adottava; ma per in-<br />
<strong>di</strong>care la loro <strong>di</strong>scendenza e la loro nasci-<br />
la vi aggiungevano il nonie della stirpe o<br />
il sopiiirinome <strong>di</strong> rjucl ramo <strong>di</strong> famiglia<br />
dond'essi erano nati. Vi erano tra'roma-<br />
ni due specie <strong>di</strong> adozione, una che si fa-<br />
ceva innanzi al pretore, e l'altra nell'as-<br />
send)leadel [ìopolo romano in tempo del-<br />
la repubblica, mentre ne'tempi posteriori<br />
fetesi me<strong>di</strong>ante rescritti imperiali. Occorreva<br />
òhe il padre naturale emancipas-<br />
se il suo figlio, ed acconsentisse che pas-<br />
sasse nella famiglia <strong>di</strong> colui che lo adot-<br />
tava. L'adozione <strong>di</strong> pei sona libera chiamavasi<br />
airogazione. 1 figli adottivi non<br />
erano punto <strong>di</strong>stinti dagli altri, ed entravano<br />
in tutti i <strong>di</strong>i itti che dà la nascila a'fi-<br />
gli, lelalivaroenle a' loro [)a<strong>di</strong>i adottivi<br />
soltanto; poiché non ere<strong>di</strong>tavano alfallo<br />
dagli avi, né dagli zii, a meno clie que-<br />
sti non avessero acconsentilo all'adozione.<br />
L'adozione era nn'imitazionedella natu-<br />
ra, inventata per sollievo <strong>di</strong> coloro ch'e-<br />
T E S<br />
rane privi <strong>di</strong> figli; gli Eumichi non po-<br />
tevano adoltarne, e colui che voleva a-<br />
dottare, bisognava che avesse i 8 anni <strong>di</strong><br />
pili del figlio che adottava. L'in)perato-<br />
re Adriano preferì i figli adottivi a'iiatii-<br />
rali, perchè cpielli, <strong>di</strong>civa egli, si sceglie-<br />
vano, e questi li dava il ca^o. A INbe^-<br />
TE, <strong>di</strong>cendo tle'gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> parentela, ripar-<br />
lai dell'adozione. Tulli i popoli inciviliti<br />
conobbero l'iinporlanza e i vantaggi del-<br />
le <strong>di</strong>sposizioni testamentarie , e toltile<br />
praticarono variando solo le formalit.'i, come<br />
può vedersi specialmente nel Nieu-<br />
poi t, De ritUnis roìiiaìioriim, ed in tul-<br />
li gli altri scrittori dell'antichità. Co'lan-<br />
tino I nel Zio per togliere le cagioni del<br />
litigare detern)iiiò,che ne'tcstamenti non<br />
fosse necessaiia alcuna forma <strong>di</strong> paiole ne!<br />
ftr l'istituzione dell'erede, e che bastasse<br />
che il testamento fosse scritto in qualunque<br />
malei ia, usandosi per antico [)ifi fiequentemente<br />
<strong>di</strong> scrivere in tavolette <strong>di</strong><br />
legno, come notai a Scbittura, onde <strong>di</strong>-<br />
cevano darsi la possessione eonfra tahìi-<br />
las, eontra ligmi/n. Testamenti scritti o<br />
scolpiti in pietra trovansi iie'celebri marmi<br />
<strong>di</strong> Faros, e in tempi posteriori si scris-<br />
sero testamenti sopra <strong>di</strong>verse materie, fio-<br />
che più comune d'ogni altro <strong>di</strong>venne l'u-<br />
so della pergamena, che si proli asse, mas-<br />
sime per quella sorte <strong>di</strong> alti, sin oltre il<br />
secolo XIV, ed alla quale successe la car-<br />
ta. L'ero<strong>di</strong>la, //
TES<br />
nessjinmodo solida giuris<strong>di</strong>zloiiedel Ic-<br />
stalore, ere<strong>di</strong> de' pioiMi, ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> acqui-<br />
sii, ere<strong>di</strong> beneficiali o per beneficio d'iii-<br />
\eMlano,i quali accellano una siiccessioije,<br />
senza essere obbligali a'deliili, se non<br />
<strong>di</strong>e alla concorrenza della so>>lanza lascia-<br />
ta, con obbligo <strong>di</strong> farne inveiilario, e poi<br />
ripu<strong>di</strong>arla, subentrando nel possesso i ere-<br />
clilori; ovvero non è obbligalo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfarli<br />
se non alla concorrenza <strong>di</strong> quanto<br />
Ila ricevuto. Visone ere<strong>di</strong> fiduciari, ese-<br />
cutori delle segrete <strong>di</strong>sposizioni del testa-<br />
tore. Sonovi ancora ere<strong>di</strong> legatari, cui il<br />
flefunloha lasciato qualche legalo <strong>di</strong> do-<br />
nali vo; ere<strong>di</strong> sostituiti all'erede legillinio,<br />
supposto ch'esso non possa o clie non vo-<br />
glia accettare l'ere<strong>di</strong>tà; ere<strong>di</strong> àn' Fi<strong>di</strong>-com-<br />
messi (T\) che islituisconsi per lasciare<br />
la successione ad un altro. Finaluieute vi<br />
sono ere<strong>di</strong> degli ufiizi , <strong>di</strong> cariche, <strong>di</strong> <strong>di</strong>-<br />
gnità. Egli è questo il <strong>di</strong>ritlo che la per-<br />
sona provveduta d'un uflìzio, d'una ca-<br />
iica,d'una <strong>di</strong>gnità, ha <strong>di</strong> trasmettere quel-<br />
lo a'suoi ere<strong>di</strong> o successori. Questo <strong>di</strong>rit-<br />
to ebbe probabilmente la sua origine nei<br />
regni e i\Q principati, che si vollero ere-<br />
<strong>di</strong>tari, e si allargò poi grandemente nei<br />
Ijassi tempi, allorché si istituirono \ feu-<br />
<strong>di</strong>, i quali per la maggior parte da prin-<br />
cipio non erano se non che le cariche ed<br />
ullizi, per lo più <strong>di</strong> governi. Si goduno gli<br />
uffizi ere<strong>di</strong>tari per concessioni sovrane. I<br />
Papi crearono le cariche ere<strong>di</strong>tarie <strong>di</strong><br />
Principe assistente al soglio pontificio,<br />
<strong>di</strong> Maresciallo <strong>di</strong> s. Chiesa e del Con-<br />
clave, <strong>di</strong> Vessillifero <strong>di</strong> s. Chiesa (V.),td<br />
anche <strong>di</strong> Gonfaloniere del senato e popolo<br />
romano {T .). Gli ere<strong>di</strong> sono tenu-<br />
ti, sotto pena <strong>di</strong> peccalo mortale, d'esegui-<br />
re la volontà del testatore, <strong>di</strong> osservare<br />
i suoi coalratti legittimi, <strong>di</strong> pagarne i de<br />
bili secondo l'estensione dell'ere<strong>di</strong>tà, d'adempiere<br />
i voti reali, come sono leofTer<br />
te, ma non i personali, come i <strong>di</strong>giuni, i<br />
pellegrinaggi, ec. Secondo il <strong>di</strong>ritto comu-<br />
ne non potevano essere ìslituiti ere<strong>di</strong> gli<br />
eretici ed i pagani, i fautori e nascon<strong>di</strong>-<br />
tori <strong>di</strong> eretici, gli apostali, le società proi-<br />
TES 19<br />
bile, gli esiliali, i colpiti d'una sentenza<br />
iiifautaule,quelli che perseguitavaiiiti car-<br />
<strong>di</strong>nali, gli scomunicati denunciati, i ba-<br />
star<strong>di</strong>, i colpevoli d'incesto con persone<br />
religiose, i rei <strong>di</strong> lesa maestà, i simonia-<br />
ci. La <strong>di</strong>seredazione o privazione delj'e<br />
re<strong>di</strong>là, exhaeredatio, è una <strong>di</strong>spo>izionc<br />
per la quale escladesi dalla successione o<br />
da porzione <strong>di</strong> essa, quello cui è duvula<br />
ed a[»parliene per legge e per uso. Secondo<br />
le leggi romane la <strong>di</strong>seredazione non<br />
può esser fatta che per teslamentu, per-<br />
chè non si può istituire erede che per le-<br />
stamenlo. Giustiniano I proibii a'paJri e<br />
madri il <strong>di</strong>seredare i loro figli senza giu-<br />
ste cause espresse nel testamento, e delle<br />
quali l'erede istituito deve farne prova do<br />
pò la morte del testatore. Queste cau-
20 T E S<br />
veniva fi Ila da un co<strong>di</strong>cillo, ed anclie da<br />
un Iee non fosse sosleniilo <strong>di</strong>e<br />
dalla clausola co<strong>di</strong>cillare. La 2/ <strong>di</strong>e ti te-<br />
slanieiilo contenente la <strong>di</strong>seredazione sus-<br />
sistesse; per cui quando l'erede isliluilo<br />
mancava prima del testatore, il lestamen-<br />
lo non polendo sussistere, la <strong>di</strong>seredazio-<br />
ne svaniva, e il figlio <strong>di</strong>seredato raccoglie-<br />
va la successione (il> inlislalo. Era la stes-<br />
sa cosa quando l'erede istituito ripu<strong>di</strong>a-<br />
va l'ere<strong>di</strong>tà ocirera incapace a raccoglier-<br />
la. Non succedeva lo ste:-so ne'paesi d'u-<br />
so; la <strong>di</strong>seredazione poteva esservi fatta<br />
con un semplice alto. La <strong>di</strong>seredazione<br />
<strong>di</strong>e fa un padre d'un figlio, non può estendersi<br />
a beni sostituiti, perchè essa non<br />
può aver maggiore estensione dell'istilu-<br />
zione.Ora i beni non ponnogiammai esse-<br />
re compresi uell'islituzione; quia .scilicct<br />
Iona sithstìtiita non jurv liacre<strong>di</strong>tario,<br />
s('(l Jìirc sa?if;nìiiìs ad filiian pertincnt.<br />
Cliiaoiasi poi <strong>di</strong>seredazione ofìiciosa quel-<br />
la the torna in vantaggio del figlio <strong>di</strong>sere-<br />
dato, e clie le leggi romane consigliano<br />
a'padri saggi eprudenti.Taleèquellache<br />
un [ìadre fa, allorquando avendo un figlio<br />
<strong>di</strong>ssipato, lo <strong>di</strong>sereda e istituisce i suoi ni-<br />
poti, non lasciando a tale figlio <strong>di</strong>e il go<strong>di</strong>mento<br />
<strong>di</strong> sua porzione ere<strong>di</strong>taria, per<br />
goderne in vita, a titolo <strong>di</strong> pensione alimentaria<br />
colla clausola ch'essa non po-<br />
trà essere lolla da'suoi cre<strong>di</strong>tori. Alla <strong>di</strong>-<br />
seredazione o pretei izioiiede'lialeliiodel-<br />
le sorelle, il <strong>di</strong>ritto romano non accorda<br />
loro la doglianza d'inoUiciosità, che allorquando<br />
uno <strong>di</strong> loro, a pregiu<strong>di</strong>zio degli<br />
altri, ha istituito una pei sona infame. INIa<br />
in paese regolato da particolari statuti non<br />
si poteva, senza giusta causa, privare i col-<br />
laterali de'[)i (pi ibeni.se do ven no loro ap-<br />
partenere per <strong>di</strong>sposizione degli statuti in<br />
cuieraiiosilnali. Ora colpruK Vermiglio-<br />
li, Lizioiii <strong>di</strong> dìiitlo canonico, lib. 3,lez.<br />
2G, De Testamenti ed altre ultime volontà,<br />
<strong>di</strong> questo argomento vado a dame<br />
un estratto.<br />
Il testamento si <strong>di</strong>vide in sciitlo, in<br />
nuneufjati\o, e in misto. Lo sailto, <strong>di</strong>ce-<br />
T E S<br />
si <strong>di</strong> quello, che è inleramenle scrilto e<br />
sottoscritto <strong>di</strong> pugno del testatore me-<br />
desimo, oppure è scritto <strong>di</strong> mano <strong>di</strong> al-<br />
tra persona <strong>di</strong> fiducia e sottoscritto dal<br />
lestaloie: se il testamento è tutto scritto<br />
<strong>di</strong> pugno del testatore, chiamasi anche o-<br />
loi^i-afo. 11 /nmrupativo.iWcesi quello nel<br />
quale non v'interviene alcuna scrittura,<br />
ma il testatore colla sua voce nomina e<br />
istituisce lerede. Il misto, che <strong>di</strong>cesi an-<br />
co nuncupativo implicito, è quello che<br />
partecipa e dello sci ilio e del nuncupati-<br />
vo, e che avviene quando il leslafore scri-<br />
ve <strong>di</strong> propria mano, o sottoscrive il testa-<br />
mento, poi lo sigilla <strong>di</strong>chiarando a testimoni<br />
essere quella l'ultima sua voIonl;u<br />
Questo testamento misto, è quello che si<br />
f
T E S<br />
gnato nelle forme prescritte. AfTuichè sieno<br />
vali<strong>di</strong> i detli leslaineuti, conviene vi<br />
coMcoiiano certe furmalilà e solennità vo-<br />
lute dalle leggi, che sono interne ed ester-<br />
ne. Le interne sono comuni a tutti i te-<br />
stamenti anclic privilegiali ;<br />
l'isliluzione<br />
dell'erede, e se è testamento paterno, la<br />
menzione de'figli, o come ere<strong>di</strong>, o come<br />
<strong>di</strong>seredati con causa,o legittimati; {'ester-<br />
ne, l'intervento in un sol tempo <strong>di</strong> 7 testimoni<br />
pregati all'uopo, questi devono<br />
vedere il testatore, u<strong>di</strong>rne la voce chiara-<br />
mente, e se è <strong>di</strong> notte vi occorrono 3 lumi<br />
accesi. Deve farsi il testamento in un so-<br />
lo atto e contesto, ed in tempo continua-<br />
to, permettendolo lo stato della malattia<br />
del testatore. E' comune al testamento<br />
scritto, nuncupativo e misto, che ad essi<br />
intervenir non debbano né i parenti del-<br />
l'erede, né l'erede stesso, né i parenti del<br />
testatore, e neppure ponno essere testimo-<br />
ni: cioè quelli che sono in potere del te-<br />
slatore o dell'erede. Il <strong>di</strong> Ini padre che<br />
lo ha sotto il suo potere, né i fratelli, che<br />
sono sotto la podestà del medesimo padre.<br />
Gli altri consanguinei ed adìni del testa-<br />
tore o dell'erede, i servitori, u<strong>di</strong>ziali, mi-<br />
nistri e domestici ponno essere, ed anche<br />
i fratelli emancipati, e pure il padre nel<br />
testamento del figlio emancipato; il ma-<br />
rito nel testamento della moglie, e tutti<br />
questi ponno essere cessando la ragione<br />
legale, i •vincoli cioè dell' unità nascente<br />
dalla patria potestà ponno essere nel te-<br />
slamento d'un 3.° Non ponno essere testimoni<br />
gl'impuberi, le donne, i muti, i cie-<br />
chi, i sor<strong>di</strong>, le persone <strong>di</strong>chiarate itifami,<br />
e tutti quellicui è interdetta la libera am-<br />
ministrazione de'propri beni; ponno esse-<br />
re i legatari, i fidecommissari particola-<br />
ri, ed anche i loro parenti. 11 testamento<br />
scn'tlo deve il testatore scriverlo, o per lo<br />
meno sottoscriverlo, e non sapendo o non<br />
jìotendo scrivere farà la sottoscrizione im<br />
8.° testimonio e il notare. Lo devono sot-<br />
toscrivere i testimoni, e devono apporvi<br />
i loro sigilli, ed uno solo è per tulli ba-<br />
stante. Il teslameuto /luncupalivo si po-<br />
TE S 21<br />
ne in iscritto da un notaro a perpetua memoria<br />
dell'atto, e se i testimoni ad una-<br />
nimità asserissero alcuna cosa, che fosse<br />
in contrad<strong>di</strong>zione collo scritto, si sta al det-<br />
to <strong>di</strong> questi, e lo scritto non ha alcun va-<br />
lore. Può <strong>di</strong>rsi, che i! testamento si è con-<br />
segnato ad un amico , se si spiegherà se<br />
sia scritto <strong>di</strong> proprio carattere, si <strong>di</strong>viene<br />
in tal caso alla ricognizione, e se nulla a-<br />
vesse detto deve riportarsi all'onoratezza<br />
dell'amico, in cui ripose fiducia il testa-<br />
tore. l\Ia tale maniera <strong>di</strong> testare, secondo<br />
le leggi dello stato pontificio, non ha<br />
valore. Noterò, che i testatori illetterati<br />
non ponno fare che il testamento nuneu-<br />
patii'o, ossia il meno solenne, giacché nel<br />
solenne si richiede la loro firma, o l'in-<br />
tervento d' un 8.° testimonio, il quale si<br />
richiede anche nel testamento del cieco.<br />
1 testimoni poi devono essere letterati, os-<br />
sia debbono firmarsi in tutti i testamen-<br />
ti, e lo spacco della croce pe' testamenti<br />
non è valido. Dello spacco della croce,<br />
valido per altre sottoscrizioni, ne riparlai<br />
nel voi. LXIII, p. i >. Non può morirsi<br />
con più testamenti, ma l'ultimo legalmente<br />
fatto prevale; come neppure può mo-<br />
rirsi parte testato e parte intestato, e se<br />
si dassequestocaso l'erede nominato prendeintera<br />
l'ere<strong>di</strong>tà. Il <strong>di</strong>rittociviie ammet-<br />
te i testamenti privilegiati, come il milita-<br />
re; quello che fa il padre versoi suoi <strong>di</strong>-<br />
scendenti legittimi; quello insinuato nell'archivio<br />
del principe;(juelIo fatto in campagna;<br />
quello in tempo <strong>di</strong> peste (quando<br />
nel 1837 il cholera afflisse Roma, con<br />
e<strong>di</strong>tto del car<strong>di</strong>nal vicario, ad esempio del<br />
praticatosi nella Pestilenza sotto Alessandro<br />
VII, si concesse da Gregorio XVF<br />
a' parrochi e confessori le facoltà <strong>di</strong> ro-<br />
gare i testamenti, e così neppure in que-<br />
gli estremi momenti defraudare il desi-<br />
derio de'moribon<strong>di</strong>); quali privilegiati te-<br />
stamenti sono esonerati, o <strong>di</strong> tutte o d'alcune<br />
delle solennità esterne. Il prof. Ver-<br />
miglioli si limita quin<strong>di</strong> a trattare <strong>di</strong> quei<br />
testamenti prescritti e or<strong>di</strong>nati dal <strong>di</strong>ritto<br />
canonico, col quale per altro an#rchè
22 T E S<br />
pfssa lesinisi n causa profana, non resta<br />
(li-rognto alle iliS()(>sÌ7Ìoni dtl tliiillo ci-<br />
^ile, eresiano in pieno %igimo il testamento olografo d' un car<strong>di</strong>-<br />
nale. A n'articolo Lutto parlando <strong>di</strong> ([uello<br />
de' car<strong>di</strong>nali, <strong>di</strong>ssi pure del compen-<br />
do pecuniario che in morie lasciano a'Io-<br />
lO famigliari per corruccio o vestiario e<br />
fpiarantena, enei voi. XXIII, p. i 3o, delle<br />
pensioni e spaili/ioni <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> 2000,<br />
e 3ooo se principi, che assegnano a'medesiroi.<br />
Nel decorso secolo i Di(frl <strong>di</strong> Ho-<br />
rnii pubblicavano il tenore de'testamen-<br />
li de'ciir<strong>di</strong>nali, prelati e signori laici), tul-<br />
li i vescovi assistenti al soglio, ed alili<br />
ecclesiastici (cioè <strong>di</strong> (juelli che notai a'Io-<br />
ro ailicoli, i Comlavisti e Dapiferi godendo<br />
privilegi riguardanti i testamenti; e<br />
ipielii de'famigliai i ponli[icii,se loro viene<br />
spe<strong>di</strong>toli breve de'privjlegi loro spellanti,<br />
liiipoi tainel vol.XMll.p. i02,io3eseg.),<br />
e le sn[ipelleltili sagre de' ve-covi e rettori<br />
<strong>di</strong> chiese devonsi non agli cre<strong>di</strong>, ma<br />
alle rispettive loro chiese, giusta la bolla<br />
<strong>di</strong> s. Pio V. Gli ornamenti della cappel-<br />
la, i calici, lecrocide'curiali episcopali, dei<br />
rai<strong>di</strong>nalie altri benefidali, che muoiono<br />
in l'orna, secondo la bolla <strong>di</strong> Giulio III,<br />
spettano alla sagrestia della cappella pon-<br />
tificia. Ria <strong>di</strong> questo meglio ne trattai nel<br />
citalo luogo, riferendo le <strong>di</strong>sposi/, oni <strong>di</strong><br />
Pio IX. E qui aggiungerò, che gli eccle-<br />
siastici IJcni'fii itili (J\) non ponno testa-<br />
re senza fncoitù, altrimenti vanno sogget-<br />
TES<br />
li agli Spogli ccrlcsiasliri. In tale ar-<br />
ticolo ho parlato con qualche <strong>di</strong>lhisione<br />
ilelle <strong>di</strong>sposizioni teslamentarie ilegli ec-<br />
clesi.islici d'ogni grado soggetti allo spo-<br />
glio o esenti da esso per indulto aposto-<br />
lico o per seguile composizioni colia rev.<br />
camera degli spogli; non che <strong>di</strong> quanto riguarda<br />
i car<strong>di</strong>nali, il loro breve <strong>di</strong> testa-<br />
re, i frulli arretrali non percetti, e gli ii-<br />
tensili sagri. Secondo il <strong>di</strong>ritto pontificio<br />
vale il testamento fallo avanti al parro-<br />
co o or<strong>di</strong>nario confessore, con 2 o 3 te-<br />
stimoni, ed è più vale- ole se fatto a cau-<br />
sa pia, come se venissero istituiti ere<strong>di</strong> i<br />
Pnwri, la Chicsa^W MonasU'ro (T^.),'^&'<br />
condo il cap. Riladtnii i de Tcstameiit.<br />
Si fa questione in questi testamenti, se<br />
ponno essere testimoni le donne. La più<br />
assennata opinione è la negativa, mentre<br />
si ricercano due testimoni legittimi, che<br />
non sono le donne, nel teslamento. Il <strong>di</strong>-<br />
rittocanonif'oderoga alla solcnnitìi del <strong>di</strong>-<br />
lillo civile in quanto al numero, attenen-<br />
dosi al detto della s. Scrittura, in ore <strong>di</strong>corimi<br />
v(d friiimslal ornile ver!)iii>i; ma non<br />
deroga alla qualità. La donna non può<br />
essere testimonio nel teslamento per la<br />
.sua fragilità, il che milita in qualunque<br />
testamento. Stabilisce ancora il <strong>di</strong>ritto<br />
pontifìcio, che se invece del parroco v'in-<br />
tervenissero altri due testimoni legittimi,<br />
il testamento sarebbe valido, mentre essi<br />
farebbero le veci del parroco, e sarebbe-<br />
ro d' un' autorità maggiore del parroco<br />
stesso, e sembra che questa massima pos-<br />
sa aver luogo soltanto ne'tesfameiiti a cau-<br />
sa pia. Secondo il <strong>di</strong>ritto ilei Regolainen-<br />
lo legist(Uì\-o giu<strong>di</strong>zi/ir io <strong>di</strong> Gregorio<br />
XVI, sono vali<strong>di</strong> i testamenti per i/iipli-<br />
(ila Niineiipazione, quando siano scritti<br />
interanjente, datali e sotloscrilli <strong>di</strong> carot-<br />
iere del testatore, presenti due testimoni<br />
iill'atto della consegna nelle mani <strong>di</strong> pub-<br />
blico nolaro, quale consegna deve conte-<br />
nere la <strong>di</strong>chiarazione del testatore. Che la<br />
schedola chiusa e sigillata è scritta, data-<br />
la e soltoscrilla <strong>di</strong> suo carattere, ed an-<br />
che l'atto <strong>di</strong> conscRiia dovrà essere sotto-
T E S<br />
scritto dal testatore, da due teslimoiii e<br />
dal tiutarochese ne rogherà. Mo<strong>di</strong>fica \l<br />
detto Regolamento il lestauieiito secondo<br />
la forma del cap. Ctini csscs,e%\ rende<br />
valido soltanlo quante volte sia fritto<br />
negli esplodali, ovvero da persone ma-<br />
iale e defunte in una campagna, ovillag<br />
gio lontano più <strong>di</strong> 3 miglia da'Iuoghi ove<br />
risiedono ptdjblici notari, ed iti tali casi<br />
devono osservarsi le regoleslabilileda Be-<br />
nedello XIV nella sua Istituzione cecie-<br />
siastieaìo5, Quarnvi.s- conscntaneiun. Il<br />
leslamento,secondo tale prescrizione, deve<br />
essere rilevato; questa rilevazione però, se-<br />
condo l'opinione della s. R.ola, si esige <strong>di</strong><br />
necessità, quando il testamento sia fatto<br />
seinpliccnienle e ^'crbal/iienteìo f iccia del<br />
parroco e testimoni, e ciò per una mag-<br />
giore e sicura prova della volontà del te-<br />
statole, e per ruiiuovere le fro<strong>di</strong> e raggi-<br />
ri. 1 leslamcnti in favore della causa pia<br />
restano tiel loro vigore, a termini del pre-<br />
scritto dal duilto canonico. La <strong>di</strong>sposino-<br />
ne testamentaria non deve <strong>di</strong>pendere dal-<br />
l'altrui arbitrio e volontà, e ciò è espres-<br />
samiMite riprovato dal <strong>di</strong>ritto civde. Ciò<br />
non<strong>di</strong>meno l'equità canonica ammette,<br />
che chi lascia all'arbitrio e volontà altrui<br />
in favore della causa pia, non <strong>di</strong>cesi mo<br />
rire intestato. Alcuni dottori opinano do-<br />
versi piuttosto intendere del dare esecu-<br />
zione alle ultime volontà, come accade<br />
nell'erede fiduciario, che della <strong>di</strong>sposizio-<br />
ne. Come pure è cotilio verso, se un le-<br />
siamento fatto a causa non pia sia valido<br />
nel furo <strong>di</strong> coscienza se mancassero le<br />
solennità esterne or<strong>di</strong>nale dal <strong>di</strong>ritto po-<br />
sitivo, quali secondo la comune opinione<br />
in tale alto nasce l'obbligazione natura-<br />
le, la quale ancorché non partorisca azio-<br />
ne civile, tuttavia le solennità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />
ne' testamenti si richiedono acciò facciano<br />
fede nel fjro esterno, e per togliere qualunque<br />
falsila, frode ed inganno. Queste<br />
tolte e assicui alo tale essere la volontà del<br />
testatore, ad evitar qualunque dubbiez-<br />
za <strong>di</strong> coscienza, <strong>di</strong>ce il prof Vermiglioli,<br />
dovrebbe eseguirsi. L'istiluzioae dell'ere-<br />
T E S 23<br />
de è la base e il fondamento della testa-<br />
mentaria volontà, ed essendo solennità sostanziale<br />
è <strong>di</strong> necessità assoluta in qualunque<br />
allo <strong>di</strong> (dlima volontà anche pri-<br />
vilegiala, ancorché sia in piena facollàdel<br />
testatore d'islituire erede chiunque abbia<br />
la facollà passiva <strong>di</strong> testare. Tuttavolta il<br />
testatore, che abbia soggetti al patrio po-<br />
tere i suoi <strong>di</strong>scendenti, deve necessariamente<br />
nel testamento o istituirli ere<strong>di</strong>, o<br />
<strong>di</strong>seredarli nominatamente per giusta cau-<br />
sa da provarsi; se avrà preteriti i <strong>di</strong>scen-<br />
denti emancipali, il giu<strong>di</strong>ce darà a que-<br />
sti il possesso de'beni contro il testamen-<br />
to. Ojtinano alcuni, che secondo il <strong>di</strong>rit-<br />
to canonico non sia necessario che il pa-<br />
dre istituisca erede il figlio, o nominatamente<br />
lo <strong>di</strong>sere<strong>di</strong>, ma che valga il testa-<br />
uiento se lo preterisce nella qualità ere-<br />
<strong>di</strong>taria, purché gli lasci qualche cosa a ti-<br />
tolo <strong>di</strong> legalo o donazione. Ma la più as-<br />
sennata opinione è che i figli devono isti-<br />
tuirsi ere<strong>di</strong>, <strong>di</strong>seredarsi per giusta causa,<br />
o legittimarsi a titolo d'istituzione. Una<br />
volta la legittima (cioè quella parte del-<br />
l'ere<strong>di</strong>tà de'genitori, che non può torsi ai<br />
figli, per accordargliela la legge) non do-<br />
vea essere meno della 4-' parte sulle so-<br />
stanze de'genitori; in oggi se i figli sono<br />
4 o meno, si dà per legittima il triente,<br />
cioè la 3." parte e tutti vi hanno luogo, e se<br />
sono 5 più si dà il yc/nisse, cioè la metà<br />
dell'ere<strong>di</strong>tà: se co'figli concorressero i ni-<br />
poti, questi succedono in .s'^/r/^/, quelli in<br />
cdpi. Che se meno si lasciasse della legit-<br />
tima, si può agire non colla querela <strong>di</strong> te-<br />
stamento inofficioso, ma per la costituzio-<br />
ne <strong>di</strong> Giustiniano I; quale azione non si<br />
eslingue col quinquennio, come la querela<br />
d'inofficioso, ma dura 3o anni come<br />
tutte l'altre azioni personali. Questa le-<br />
gittima dev' essere interamente libera e<br />
senza onere. Se i figli ere<strong>di</strong> sono gravati<br />
dell'onere <strong>di</strong> restituire l'ere<strong>di</strong>tà, eoo sosti-<br />
tuzione fidecoramissaria universale, hanno<br />
il <strong>di</strong>ritto alla percezione della legittima<br />
e della trebellianica (vale a <strong>di</strong>re la<br />
4.' parte, che all'erede è permesso <strong>di</strong> ri-
24<br />
TES<br />
tt'ueisi nel resliluiie i fjJecominlssi uni-<br />
\t'i>ali), eJ anco se l'eieclità fosse grava-<br />
li<strong>di</strong> legati oltre il dodrante(inisiirii),lian-<br />
iio il benefizio alla clelrazione anciie del-<br />
Ki fiilci<strong>di</strong>a, eccettuati i legati pii, e altri che<br />
laleggea laldelrazione non auinielte. An-<br />
che il vescovo da'Iegati lasciati alle chie-<br />
se <strong>di</strong> sua <strong>di</strong>ocesi ha il <strong>di</strong>ritto alla detra-<br />
zione, che <strong>di</strong>cesi porzione canonica, ed è<br />
TBiia secondo la consuetu<strong>di</strong>ne de'luoghi,<br />
t non ne sono esenti neppure le chiese [)ii-<br />
vilcgiate. Non si deve tal porzione se i la-<br />
kcili I iguaidano ornamenti, fabbriche, ce-<br />
l'ì, lumi e altre pie cause, cou)e per ali-<br />
naentare i<br />
poveri, per maritare e collo-<br />
care povere donzelle in monastero. Nasce<br />
ili^piita fra'dottori, se il testatore lascias-<br />
m; al vescovo qualche legalo, se esso ab-<br />
bia il duitto <strong>di</strong> percepire anche la porzio-<br />
ne canonica: la pili plausibile o[)inione si<br />
è, che se il testatore non fa menzione delhi<br />
porzione canonica, pub delrarla. Non<br />
è vietato al testatore, all'erede o ere<strong>di</strong> i-<br />
sliluiti, unoo più ere<strong>di</strong> sostituii e. La so-<br />
stituzione è <strong>di</strong>retta e i/ulii'ctta o obli-<br />
(jiui. La <strong>di</strong>retta è quella che si or<strong>di</strong>na<br />
colle parole <strong>di</strong>rette, e che si fa <strong>di</strong>pende-<br />
re dal fdtlo [)roprio la tra<strong>di</strong>zione dell'e-<br />
re<strong>di</strong>là nel sostituito; ì'in<strong>di</strong>rclta u ol<strong>di</strong>cjiia<br />
è quella che si fa con parole obli({ue u<br />
[irccarie, che <strong>di</strong>cesi anco /idecoiiuiiissa-<br />
ria, ed è quella che or<strong>di</strong>na il testatore,<br />
che la trasmissione dell'ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>penda<br />
dal fatto dellerede istituito. Inoltre la <strong>di</strong>n/la<br />
si <strong>di</strong>vide in volgare , perchè è comune<br />
n tutti quelli che lianno l'azione<br />
attiva e passiva <strong>di</strong> testare; \npnpiliii-<br />
re, esemplale, eoinpen<strong>di</strong>usa, recìproca<br />
o brevilocpiii, e iiiilitare. La sostituzione<br />
può essere espressa o taciti/. Il sostitui-<br />
to succede in tutti i <strong>di</strong>ritti dell' istituito.<br />
Facendosi più sostituzioni <strong>di</strong> seguilo luna<br />
all'altra, il chuunato iiell'ullima sinlentie<br />
sohliluito anche all'erede nomina-<br />
to, quando maiicliino i sostituiti inlertne-<br />
<strong>di</strong>. Il pi of. Vermiglioli pa>sa (juiti<strong>di</strong> a spie-<br />
gare le <strong>di</strong>visioni delia costituzione ('//rt successione intcstala.K"\'i<br />
<strong>di</strong>ce che può andarsi al possesso d'una e^<br />
le<strong>di</strong>la, o per testamento o senza: non può<br />
ac(piistarsi l'ere<strong>di</strong>là, uè per patto, né per<br />
contratto. La successione intestata è un<br />
<strong>di</strong>ritto accordato dalla legge d'ac(juista-<br />
re il dominio <strong>di</strong> lutto quello che spetta<br />
ad un uomo a cui si resta congiunli coi<br />
vincoli del sangue, secondo l'or<strong>di</strong>ne sta-<br />
bilito dalle leggi, e che si è lasciato in mor-<br />
te senza <strong>di</strong>sporre, e cjuando non si fece af-<br />
fatto testamento, o si fece illegalmente,<br />
cioè senza le solennità volute dalla legge,<br />
ovveroche fatto il testamento poi si rom-<br />
pe, e si rende irrito e mancante dell* e-<br />
rede. La successione intestata, rapporto<br />
ai beni de'secolaii, si delei isce in primo<br />
luojiu u'<strong>di</strong>aueuUculi legittimi, o ai leQilU-
TES<br />
mali per susseguente mairi cnonio. Man-<br />
caiidu i (lisceiitlenli,si dà luogo aj^liascen-<br />
denli, salva la prerogativa del grado, co-<br />
sicclièi pili prossimi al defunto escludono<br />
j più remoti: la <strong>di</strong>visione *i fa per sV/'/yj/,<br />
non per capi. iNon trovandosi né <strong>di</strong>scen-<br />
detiti,nè ascendenti, né collaterali, succe-<br />
donsi a vicenda il marito e la moglie <strong>di</strong><br />
legittimo matrimonio. Se il coniuge su-<br />
perstite fosse stato contemplato nel tesla-<br />
cuenlo, enon avendoavutoquanto la leg-<br />
ge gli accorda, avrà <strong>di</strong>ritto al supplimen-<br />
lo. Quando non sia vi succesiione a cui per<br />
<strong>di</strong>ritto competa l'ere<strong>di</strong>tà, succede il f" isco<br />
(/ .) . il quale succede pure a esclusione<br />
<strong>di</strong> tulli all'ere<strong>di</strong>tà de'rei <strong>di</strong> lesa maestà,<br />
che a'nostri giorni fu limitato al solo uii-<br />
sfaito <strong>di</strong> perduellione ossia delitto <strong>di</strong> sta-<br />
lo; d'eretici non tollerali; <strong>di</strong> (pielliclie non<br />
avessero ven<strong>di</strong>c;ila la morie del loro au-<br />
tore avanti i tribunali qualora non fo>se<br />
stata naturale, se avesseroimpe<strong>di</strong>lo<strong>di</strong> fir<br />
lestamento. 11 fisco peiò resta escluso dal-<br />
la chiesa, dal monastero, dal collegio, <strong>di</strong>d<br />
corpo militare e da un numero <strong>di</strong> persone<br />
, a cui sia slata fatta in comune una<br />
donazione dal sovrano, nella successione<br />
iutestala d'un chierico, monaco, o addet-<br />
to a collegio o sodalizio. 1 beni de'pellegrini<br />
che muoiono in lontani paesi, dopo<br />
fatte tutte l'indagini onde ini venire gli e-<br />
re<strong>di</strong>, non succede uè l'ospedale, né l'ospi-<br />
zio, né l'albergo in cui niorirono, ma si<br />
competono al vescovo per erogarli in cau-<br />
se pie, come approvò Onorio HI. Circa i<br />
heni de'rnorieuti negli spedali de'poveri e<br />
de'pellegrini, sembra a tali luoghi devo-<br />
luti, e si può vedere cosa rispose a'dubbi<br />
la congregazione del concilio l'S maggio<br />
i683. A'beni patrimoniali d'un chierico<br />
succedono i <strong>di</strong>scendenti, e in mancanza gli<br />
ascendenti, ov vero i collaterali, e in loro<br />
mancanza la chiesa a cui prestava il ser-<br />
vizio. Vi sono casi in cui il peculio del chie-<br />
rico si <strong>di</strong>vide tra il vocovo, la chiesa, i<br />
poveri ed i parenti. Morendo un bastardo<br />
o un naturale senza lestamento e pa-<br />
ieuli, bucceJe aircie<strong>di</strong>là il priucipc. Al-<br />
TES 2j<br />
la successione intestata si ammeltono an-<br />
che i religiosi professi non men<strong>di</strong>canti, e<br />
l'eie<strong>di</strong>là l'acquista il suo or<strong>di</strong>ne. Se inuo»<br />
re prima d'aver piofessato, se non ha te-<br />
stato prendono l'ere<strong>di</strong>tà gli ere<strong>di</strong> legit-<br />
timi. Altri giurisperiti, quanto alla successione<br />
testamentaria, ecco in breve quan-<br />
to riferiscono. Successione <strong>di</strong>cesi della sur-<br />
rogazione, che si fa <strong>di</strong> tulli i <strong>di</strong>ritti e pe-<br />
si d'un defunto nella persona del suo e-<br />
rede. Vi sono varie sorla <strong>di</strong> successione,<br />
cioè: la lestameiitaria, quella ch'é devoluta<br />
all'erede istituito; la legittima o ab<br />
iiìtcstato, quella ch'é devoluta dalla sola<br />
<strong>di</strong>sposizione della legge agli ere<strong>di</strong> del san-<br />
gue; la chiamata nude vir et iijor, ch'è<br />
quella per la quale, allorché il dehmto<br />
non lascia parenti ingrado succe^sil)ile, uè<br />
fjgii naturali, i beni della successione spet-<br />
tiiuo al consorte sopravvivente;successio-<br />
ne del fìsco è quella eh' è devoluta allo<br />
stalo.<br />
L'albinaggio o l'albinalo, la cui eti-<br />
mologia deriva da alibi iiaLiis, o da ali-<br />
bi nasci o da ach'cna, è quella legge o <strong>di</strong>-<br />
ritlo in forza della quale il fisco d'un paese<br />
succede ne'beni d'un forastiere morto<br />
nel paese medesimo senza che vi fosse na-<br />
tur;ilizzato, sempre che il defunto non ab-<br />
bia <strong>di</strong>sposto de' suoi beni, e non abbia<br />
ivi fra'suoi concitta<strong>di</strong>ni alcun erede ne-<br />
cessario. L'origine <strong>di</strong> (|ueslo <strong>di</strong>ritto risale<br />
a'tempi remotissimi ne'cpiali gli stranieri<br />
erano considerati come nemici presso le<br />
pili colte e potenti nazioni deirautichità.<br />
Sono note le inumane leggi fatte dagli a-<br />
leniesi in o<strong>di</strong>o <strong>di</strong> quelli che non nasceva-<br />
no entro il territorio della loro repubbli-<br />
ca. Sembra naturale il credere, che que'<br />
romani stessi, i (juali contendevano agli estranei,<br />
pcrcgriiiis, la facoltà <strong>di</strong> condur-<br />
re in moglie la figlia d'un citta<strong>di</strong>no romano,<br />
la capacità <strong>di</strong> aspirare alle cariche<br />
dello stalo, e persino il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> succe-<br />
deie co(ne ere<strong>di</strong> ocoine legatari ne' be-<br />
ni d'un citta<strong>di</strong>no romano,/»^ quii'itiun^<br />
avessero con più forte ragione ad opporsi<br />
a che uu c»Uuncu pulessc mureudu Ira-
26<br />
T E S<br />
snit'Ucre !c proprie ricchezze agli abitatori<br />
<strong>di</strong> legioni non sottoposte alla romana<br />
cloininazione, o chianiare al go<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />
e8>e nel romano territorio una generazio-<br />
ne (li persone che destava gelosia e <strong>di</strong>fìì<br />
tlenza nella conqni-.tatrici-' del mondo. Allori<br />
he dopo l'irruzione de'barbari in Eu-<br />
ropa pullularono gli or<strong>di</strong>ni fendali, al-<br />
lorché gli abiiuri, i carupi, le vettovaglie,<br />
le consorti, e le vite de' sciagurati Sm'i<br />
e / assilli (J '.;, venivano giu<strong>di</strong>cate una<br />
proprietà de' pochi e polenti oppressori,<br />
Donerà «l'aspettarsi che questi tlimostras-<br />
iero maggiore indulgenza verso gli stra-<br />
nieri, <strong>di</strong> quello che fosse per loro usata ver-<br />
so i propri concitta<strong>di</strong>ni. Aggiuìigasi che<br />
la necessità <strong>di</strong> tenere in freno i sud<strong>di</strong>ti e<br />
mantenersi colla forza nell' usurpazione<br />
delle I egie prerogative, sottoponendoli a<br />
grave <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o, li rendeva acutissimi in-<br />
tlagalori <strong>di</strong> luiti gli spe<strong>di</strong>enli the vales-<br />
sero ad ampliai e il tesoro feudale, fra'qna-<br />
li non era cerio il più illegittimo quello<br />
(l'iippro[)riaisi : beni de'furastieri che fossero<br />
morti nella giuris<strong>di</strong>zione de'lorodo-<br />
Djinii. In fine la <strong>di</strong>sperazione delle classi<br />
conculcate, la preponderante fermezza de'<br />
principi e i progressi della civiltà grada-<br />
tamente riuscirono a far crollare presso<br />
il maggior numero delle nazioni un tal si-<br />
stema <strong>di</strong> violenza. Fu abolita 1' infamia<br />
<strong>di</strong> tener l'uomo Schicivn (7.), venne io-<br />
li cjdotta l'equalilù nell'amministrazione<br />
della giustizia civile, ritornarono a' reg-<br />
gitori de'popoli que'privilegi che I oligar-<br />
chica prepotenza avea tolti da essi; ed an-<br />
che il <strong>di</strong>ii'lo d'albiiiaggio nato dall'egoiuno<br />
degli antichi, e sanzionalo dalla fcu-<br />
<strong>di</strong>le rapacità, fu in questa sociale riforma<br />
dalla legislazione <strong>di</strong> alcuni paesi con-<br />
servalo a' loro principi per timore forse<br />
che l'abolizione scemar potesse la nazio-<br />
nale prosperità e agiatezza, impa<strong>di</strong>onen-<br />
dosi il fisco de'beni de'furastieri defanli.<br />
L'opinione de'()ubbricisti è <strong>di</strong>visa intorno<br />
al punto se il <strong>di</strong>ritto d'albmaggio sìa<br />
o no findato sull'or<strong>di</strong>ne naturale. Affermano<br />
ahiini che essendo l'uMiana Società<br />
T ES<br />
<strong>di</strong>stribuita in <strong>di</strong>verse nazioni, ne venga <strong>di</strong><br />
conseguenza che ognuna <strong>di</strong> esse abbia la<br />
facoltà <strong>di</strong> regolare colle proprie leggi ead<br />
arbitrio le successioni e il commercio de*<br />
beni , e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere , allorché trattasi<br />
d'accordare il conseguimento de'<strong>di</strong>iilti ci-<br />
vili che debbono essere esercitati ne'limiti<br />
del <strong>di</strong> lei territorio, la con<strong>di</strong>zione del cit-<br />
lailino da quella del forasliere. Avvisano<br />
altri che una nazione non abbia siili' e-<br />
slraneo se non che r|ue'soli <strong>di</strong>ritti che la<br />
propria sicurezza può renderle necessarii,<br />
e che i beni che sotio <strong>di</strong> proprietà dell'e-<br />
straneo non cessino d' appartenergli per<br />
essere posti fuori del territorio della sua<br />
patria, o pei ch'egli ne >ia accidentalmen-<br />
te lontano. Montesquieu non dubitò <strong>di</strong><br />
chiamare insensati i <strong>di</strong>ritti sui beni del fo-<br />
raxiiere morto e su quelli de' naufraghi.<br />
Ove poi deviando dalle astratte specula-<br />
zioni,si consideri che l'esercizio d'un sìo<strong>di</strong>oso<br />
<strong>di</strong>ritto, lungi da es^ere<strong>di</strong> giovamen-<br />
to alla nazione che se ne prevale, riesce<br />
il più ilelle volte alla medesima pregiu-<br />
<strong>di</strong>zievole; imperocché se da un lalo il fi-<br />
sco <strong>di</strong> lei s'impingua colle successioni de-<br />
gli estranei, dall' altro ne viene grave il<br />
deiriraenlo a'membri stessi che la com-<br />
pongono, i quali per giusto titolo <strong>di</strong> re-<br />
ciprocanza vengono esclusi dalle successioni<br />
nel paese a cui gli estranei appar-<br />
tengono; ove si consideri che una tale e-<br />
sclusione ingenerando la <strong>di</strong>ilidenza e il <strong>di</strong>-<br />
sgusto ne'foraslieri che ne sono percossi,<br />
<strong>di</strong>minuisce le relazioni sociali e <strong>di</strong> com-<br />
mercio fra'<strong>di</strong>versi stati ne' quali è <strong>di</strong>visa<br />
l'umana generazione, troverassi ben giu-<br />
sto il temperamento introdotto ne'tempi<br />
a noi vicini da'più illuminati principi, <strong>di</strong><br />
rinunziare per mutui accor<strong>di</strong> al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />
albinaggio, riserbandosene soltanto l'eser-<br />
cizio verso quelle nazioni le quali si ri-<br />
fiutano <strong>di</strong> pareggiare gli stranieri a'Ioro<br />
sudtliti nel goihmenlo de'<strong>di</strong>ritti<strong>di</strong> succes-<br />
sione. Ecco un elenco <strong>di</strong> reciproche con-<br />
venzioni per leabolizioni fra'nspeiti vi sta-<br />
ti de'<strong>di</strong>rìlti d'albiiiaggio, che ricavo da-<br />
gli Annali iV Italiii del eh. Coppi. Nel
TES<br />
I 7^3 fra il re <strong>di</strong> Sardegna, e l'impera-<br />
trice regina d'Ungheria e <strong>di</strong> Boemia. Nel<br />
1768 Ira Francia e Toscana, acciò i loro<br />
sud<strong>di</strong>ti potessero lilìerainente succe-<br />
dere nell'ere<strong>di</strong>tà loro devolute nello sla-<br />
to dell'altro. Nel 1772 tra la Sardegna e<br />
la Baviera. Nel i 782 Ira la Sardegna e la<br />
Spagna, stabilendo fra' rispettivi sud<strong>di</strong>ti<br />
un'assoluta eguaglianza e intera recipro-<br />
cazione in fallo <strong>di</strong> successione, <strong>di</strong>chiaran-<br />
dosi espressamente che i beni ere<strong>di</strong>tari<br />
tanto nel possederli che nel venderli ed<br />
esportarne il prezzo non fossero soggetti<br />
a pesi <strong>di</strong> sorte alcuna, lolti quelli a'qnali<br />
sono tenuti i sud<strong>di</strong>ti propri e naturali del<br />
paese in cui si trovano le devolute succes-<br />
ammeltevaalcun<strong>di</strong>rittod'albinaggio.Ncl<br />
ibo6 tra Francia, regno d'Italia e Parma.<br />
Nel I 8 [ofra'regni d'Italia e <strong>di</strong> Napo-<br />
li. Nel 18 12 fra il regno d'Italia, col prin-<br />
cipato <strong>di</strong> Lucca e Piombino, colla Prus-<br />
sia e colla Svizzera. Nel 18 (7 tra il re<strong>di</strong><br />
Sardegna, il duca <strong>di</strong> Modena e la duches-<br />
sa <strong>di</strong> Parma. Ne! 1818 tra il re <strong>di</strong> Sarde-<br />
gna con Toscana, Massa e Carrara, il regno<br />
delle due Sicilie, e lo Stato pontifì-<br />
cio : fra l'Austria e Parma: Ira il re del-<br />
le due Sicilie e la Prussia, <strong>di</strong>chiarando<br />
il re che 1' albinaggio non sarebbe eser-<br />
citato relativamente a' sud<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> quel-<br />
le potenze, le qu;<strong>di</strong> per parte loro non lo<br />
esercitavano verso quelli del regno delle<br />
due Sicilie; per conseguenza gli stranieri<br />
comincierebbero a godere degli elfetti ri-<br />
sultanti da questa <strong>di</strong>sposizione dal giorno<br />
in cui la potenza alla quale appartenevano<br />
avrebbe manifestato <strong>di</strong> non esercitar-<br />
lo contro i sud<strong>di</strong>ti del regno delle due Si-<br />
cilie; in<strong>di</strong> molto potenze <strong>di</strong>chiararono per<br />
reciprocanza <strong>di</strong> non esercitare tale <strong>di</strong>ritto<br />
e <strong>di</strong> considerarlo soppresso pe'stiddlli del-<br />
le due Sicilie. Nel 1825 tra il re <strong>di</strong> Sar-<br />
degna e quello <strong>di</strong> Sassonia. Nel 1826 tra<br />
T E S 27<br />
il re<strong>di</strong>Sarclegna,quoIIo<strong>di</strong> Wurlemberg,e<br />
il duca <strong>di</strong> Lucca. Nel 1827 tra il re <strong>di</strong> Sar-<br />
degna e Amburgo. Neli83o tra il re<strong>di</strong><br />
Sardegna equello <strong>di</strong> Baviera, confermando<br />
col duca <strong>di</strong> Modena l'abolizione del-<br />
l' albinaggio con Massa e Carrara. Nel<br />
1 835 il granduca <strong>di</strong> Toscana <strong>di</strong>spose.»» A.-<br />
vendo rivolta la nostra sovrana attenzio-<br />
ne alle veglianti leggi che per <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />
retorsione escludono gli esteri dalle suc-<br />
cessioni inToscana, abbiamo riconosciuto<br />
che la loro conservazione è essenzialmen-<br />
te contraria a' veri interessi dello stalo, e<br />
perciò siamo venuti nella determinazio-<br />
ne d'or<strong>di</strong>nare: Gli esteri, a qualunque na-<br />
zione a[)parlengano,saranno auìmessi nel-<br />
sioni. Nel 1784 ti'a l'Austria e la Toscal'avvenirea succedere in tutta l'estensione<br />
na pel Milanese e Mantovano. Nel 1787 del Ieri itorio de'nostri stali nell'ere<strong>di</strong>tà te-<br />
tra la Sardegna e il Portogallo. In Franslateed intestate, e ad acquistare per qiiacia<br />
fu abolito nel 1791 dalla Convenziolun(|ue litolo,ancheIucrativo,alla paride'<br />
ne, <strong>di</strong>chiarando che la costituzione non nostri sud<strong>di</strong>ti e nel modo stesso ed a'me-<br />
desimi elfelti, senza che ad alcuno <strong>di</strong> essi<br />
possa opporsi 1' esi>lenza delie leggi che<br />
inabilitano i toscani a succedere eil acqui-<br />
stare nello stato a cui appartiene. Nel ca-<br />
so <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> una successionedeferita<br />
per alti <strong>di</strong> ultima volontà, o per <strong>di</strong>spo-<br />
sizione della legge, ad ere<strong>di</strong> toscani e stra-<br />
nieri, e composta <strong>di</strong> beni situati parte in<br />
Toscana e parte in estero dominio, gli e-<br />
re<strong>di</strong> toscani potranno prelevare sui beni<br />
situati nel granducato una porzione egua-<br />
le in valore a'beni posti in paese stranie-<br />
o, e da aa quali pe le le o statuti <strong>di</strong> quel<br />
paese vengono esclusi. E tale <strong>di</strong>sposizio-<br />
ne ne' casi analoghi si applicherà pure a-<br />
gli ere<strong>di</strong> per titolo singolare ed a' lega-<br />
fari." Nel 1837 il re <strong>di</strong> Sardegna conven-<br />
ne con quello <strong>di</strong> Annover, e col princi-<br />
pe d'HohenzolJern-Sigmaringen, l'aboli-<br />
zione dell'albinaggio fra'rispettivi sud<strong>di</strong>-<br />
ti. Neh 838 il re <strong>di</strong> Sardegna concluse altrettanto<br />
col regno del Belgio, con Hohen-<br />
zollern-Hechingcn,ecoirelettore d'Assia.<br />
Neli83c) il re <strong>di</strong> Sardegna col granduca<br />
<strong>di</strong> Sassonia Weimar-Eisenach,ecol granduca<br />
d'Assia. Neh 841 il re<strong>di</strong> Sardegna<br />
e l'imperatore <strong>di</strong> Russia ratificarono le
28 T E S<br />
ilichiaiazioni del i Sag.suirabulizionedel<br />
<strong>di</strong>rilto <strong>di</strong> detiazione già esercitato a pro-<br />
fitto dellci corona sull'esportazione e lias-<br />
uiissione della ere<strong>di</strong>tà e <strong>di</strong> allri beni ap-<br />
partenenti a' loro sud<strong>di</strong>ti, e stabilirono.<br />
» Gli stranieri essenilo aoKnessi nell'itn*<br />
pero <strong>di</strong> Russia e nel regno <strong>di</strong> Polonia a<br />
raccogliere le successioni, ed il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />
albinaggio non essendo in vigore in quegli<br />
slati, limperatore obbligarsi <strong>di</strong> non sla-<br />
bihrlo in avvenire, né <strong>di</strong> esercitarlo sul-<br />
l'ere<strong>di</strong>tà che fossero devolute ne'suoi sta-<br />
ti a' sntl<strong>di</strong>li sar<strong>di</strong>. Heciprocanieule il re<br />
<strong>di</strong> Sardegna obbligarsi a non esercitarci!<br />
<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> albiiiaggio verso i sud<strong>di</strong>ti del-<br />
l'imperatore <strong>di</strong> Russia. Questi potessero<br />
pertanto raccoglieie l'ere<strong>di</strong>tà che fossero<br />
loro devolute negli stali sar<strong>di</strong>. Intendersi<br />
che tali stipulazioni non derogassero alle<br />
legislazioni pai licolari degli slati delle par-<br />
li contraenti, in (pianto concernealle con-<br />
<strong>di</strong>zioni, me<strong>di</strong>ante le quali è permesso a-<br />
gli stranieri in generale <strong>di</strong> ricevere in e-<br />
re<strong>di</strong>là beni stabili, o allri immobili qua-<br />
lunque." Dopo tali e altre stipulazioni <strong>di</strong><br />
reciproche convenzioni, è da speratsiche<br />
fra non molto la legge inumana dell'al-<br />
hinaggio' venga interamente cancellata<br />
dal <strong>di</strong>ritto pubblico europeo. De' testa-<br />
nienti e altre ullime volontà, come eser-<br />
cilate dagli antichi e dalle o<strong>di</strong>erne nazio-<br />
ni, in molli de' loro articoli lo accennai,<br />
così ile'leslamenli curiosi e singolari, co»<br />
me<strong>di</strong> ali;une<strong>di</strong>s|josizionislravai;aiili. Nel-<br />
le biografìe de'Papi e negli articoli Professione<br />
DI FEDE, Penitenziere maggiork,<br />
Sepolcro de'Pontefici, parlai de'Ioro te-<br />
stamenti, e delle ullime loro <strong>di</strong>sposizioni<br />
<strong>di</strong>chiarale moribon<strong>di</strong>. Solo qui <strong>di</strong>rò, che<br />
Onorio IV, fu l'esecutore testamentario<br />
del predecessore Martino IV. Gregorio<br />
XI nel suo leslamenlo rivocò e abrogò<br />
qualun(|ue cosa potesse aver dello, noa<br />
come Papa, ma come un uomo privato,<br />
controia callolica fede, per isbiglio<strong>di</strong> lingua<br />
, ovvero per fpialche perturbazione.<br />
11 lungo <strong>di</strong>scorso fatto da Nicolò V a'car*<br />
<strong>di</strong>uali, vicino a morire, e chcooDlieue io<br />
T E S<br />
rislrello la storia del suo ponti ficaio, è<br />
chiamato suo leslamenlo. Leone X asse-<br />
gnò i beni delle Mcrclrin[1 .)\f\x Roma,<br />
che morissero ab intestato. a\ monastero<br />
delle Convertile, <strong>di</strong> cui riparlai nel voi.<br />
LXXU, p. i8g, <strong>di</strong>cendo che Clemente<br />
Vili confermò il <strong>di</strong>sposto, ed aggiunse che<br />
facendo testamento, dovessero lasciargli<br />
almeno la 5.' parte de'Ioro beni. Clemente<br />
VII vicino a morte esclamò: Scilpontificato<br />
si conferisse per ere<strong>di</strong>tà, nomi'<br />
nerei nel mio testamento per Successore<br />
(V.) ilcarclinal Farnese. Gli successe do<br />
pò 17 giorni col nome <strong>di</strong> Paolo HI. Nel<br />
citato articolo riportai il novero <strong>di</strong> que'<br />
Papi, che <strong>di</strong>segnarono nel punto eslremo<br />
il successore, come per <strong>di</strong>sposizione<br />
testamentaria. Cenedello XIII e<strong>di</strong>ficò e<br />
dotò \' Ospedale <strong>di</strong> .?, Gallicano (/'.), de-<br />
cretando che al medesimo dovessero ricadere<br />
tulle l'ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> quelli che muo-<br />
iono in Roma uh intestalo e senza legilmi<br />
ere<strong>di</strong>. Clemente XIV moribondo fu<br />
slimolato a fne il testamento, ma egli si<br />
contentò rispondere : ì^a roba anderà a<br />
chi tocca. Quando Pio VI si recò a Vien-<br />
na, prima <strong>di</strong> parlire<strong>di</strong>èa'suoi nipoti il suo<br />
testamento sigillato, <strong>di</strong>cendo loro: Ecco^<br />
se io morrò in questa ^ita, U ultima mia<br />
volontà: ricordatevi <strong>di</strong> me nelle vostre<br />
orazioni. Sul clamoroso testamento <strong>di</strong> d.<br />
Amanzio Lepri a favore <strong>di</strong> Pio VI, riparlai<br />
nel voi. LUI, p. 9I Pio VII neli8o3<br />
or<strong>di</strong>nò agli abitanti <strong>di</strong> Roma e dell'Agro<br />
romano.che facessero testanieiilo,una sov-<br />
venzione aW Ospedale <strong>di</strong> s. Spirito ( f.),<br />
non minore <strong>di</strong> paoli to.vSu questo vasto<br />
e iiuportante argomento ponilo supplire<br />
quegli autori cb^ trattano de'teslamenli<br />
nel corpo del Diritto, come Bartolo, Baldo,<br />
Heiueccio, Donneilo, Ciijacio, De Luca,<br />
Brunemann ed i seguenti autori. Francesco<br />
Thirion, De testamento ologra-<br />
pho, Argenlorati I 7 I 3. Job. Geilkirche-<br />
rus. De testamento militari, Ingolsla<strong>di</strong>i<br />
1577. Jo. Henr. Bergen, />/.7'- de Jare<br />
militum circa, tesianienta, S'iltember-<br />
gae 1691. Carlo Vander Ileydcu, Dis-<br />
•
TES<br />
scrt. de pvivilcs,iis militum testamenta'<br />
l'US, Lngiltini Jjiitav. 1695. Fer<strong>di</strong>nando<br />
Hoininel, Dv <strong>di</strong>ffcrcntia cxigua iiiter<br />
test, niilif. et tfstanicntnm pagaimm, in<br />
Jlostko ron<strong>di</strong>tum, Lipsine l'j'ì'J- Jo.<br />
Christ. Treilliiiger, Disscrt. de militihu.'i<br />
jure niilitari testaufibiis , Argentorali<br />
1752. Pietro Magdaleno, De numero tesliitin<br />
in testameìitiiin requisito, Vene-<br />
liisi586. Gio. Tahoris, Dissert. de septenario<br />
testiuin te'^tamenlorum nume-<br />
ro. Argentorali 1639. Samuele Sanlyn,<br />
De testìbus in testamento necessariis,<br />
Lllrajecti 1707. Calcagnini, De ultima<br />
i'oluntate, Piomae. Gaspare ^rTan^i, Tra-<br />
ctatus alisolutissimus de testarne/ito va-<br />
lido vel invalido, Bononiae i843. Bernar<strong>di</strong>no<br />
Ijfdsetti, De testamentis, Roniae<br />
1 698. Emanuele Dunii, De veteri ac<br />
novo jure eo<strong>di</strong>eillonun eommentai'ius,<br />
Romae ( 752. Giusto Bohmers, Disputa-<br />
tio de eo<strong>di</strong>rillis. Quaglia, Pratiea lega-<br />
le sìdle donazioni tra vivi, e de' testamenti,<br />
Torino. Francesco car<strong>di</strong>nal Mnn-<br />
l\ca, De eonj'eeturis ullimarum volunta-<br />
?/c testamentis et substitutio-<br />
nibus.Tovie,De pactisfuturae suecessioh/.?,<br />
ColoniaeiGgg. Bruni, De statutis a<br />
successione fGeminas, necnon cognatorum<br />
lineani excludentibus curo aliis.<br />
Cavp't, De executoribus iestamentariis et<br />
comniissariis, Romae 1672. Grossi, De<br />
suceessionibus ab intestato.'^ca^oW 1678.<br />
T. Daniliouderi, Pupillorum patrocinium,<br />
Venetiisi 572. Galganetti, Z>f' tu-<br />
telaet cura tutoiibus eteuiuitoribus,Ye-<br />
iietiis 1617. Patini, // notaro ben istrui-<br />
to, <strong>di</strong> cui vi sono <strong>di</strong>veise e<strong>di</strong>zioni.<br />
TESTAMENTO VECCHI O E NUO-<br />
VO, Testamentum t'etus et Novum. 11<br />
termine <strong>di</strong> Testamento (7 .) in Ialino e<br />
in altre lingue significa propriamente l'at-<br />
to col quale si <strong>di</strong>chiara l'ultima volontà<br />
per la <strong>di</strong>sposizione delle sostanze e altro;<br />
ma dagli antichi scrittori ebiei non è adoperà<br />
lo in questo senso, secondo il Ber-<br />
gier, <strong>Dizionario</strong> enciclope<strong>di</strong>co^ <strong>di</strong>cendo<br />
TES 29<br />
che li solo esempio che trovasi veramente<br />
presso i patriarchi d' un Testamento<br />
[T .) pi ripriamente dello, è quello <strong>di</strong> Gia-<br />
cobbe, che al letto della morte manife-<br />
stò a' suoi figli l'ultimo suo volere, e ri-<br />
guardante le loro Ti'ilnc (T'.jj ma que-<br />
sta era una profezia <strong>di</strong> quanto dovea loro<br />
avvenire,e<strong>di</strong>ciòche Dio a ve va deciso sul-<br />
la loro sorte, anziché una <strong>di</strong>sposizione li-<br />
bera earbitraiia <strong>di</strong> Giacobbe. Ed inoltre<br />
<strong>di</strong>chiara, che quanto alle ultime parole <strong>di</strong><br />
Giuseppe, Rlosè, Giosuè, Davidde, non si<br />
può dare il nome <strong>di</strong> testamento, se non ia<br />
un senso assai improprio; qualificando o*<br />
pera apocrifa composta in greco da un giudeo<br />
convertito al cristianesimo ne' primi<br />
tempi della Chiesa, il Testamento de'XII<br />
Patriarebi figli <strong>di</strong> Giacobbe. Aggiunge<br />
che la parola ebraica Beritb significa in<br />
generale, <strong>di</strong>sposizione, istituzione, tratta-<br />
lo, or<strong>di</strong>nanza, alleanza, comepure una <strong>di</strong>-<br />
cliiarazioiie <strong>di</strong> ultima volontà ; quin<strong>di</strong> i<br />
traduttori hanno comimemente tradotto<br />
quel vocabolo per qoello <strong>di</strong> Testamento,<br />
sebbene alla lettera significhi piuttosto<br />
un'alleanza,un trattato solenne col quale<br />
Dio <strong>di</strong>chiara agli uomini le sue volontà,<br />
le con<strong>di</strong>zioni sotto le quali egli fa loro le<br />
sue promesse, e vuoie accordar loro i suoi<br />
beni. Dio si ilegnò più d'una volta <strong>di</strong> fare<br />
tali trattati cogli uomini, facendo (7//
3o T E S<br />
nuovo feslnniento, «mìi I)en coiiveniciile<br />
«Ile Dio ne fìiresse uielteie in isciillo le<br />
<strong>di</strong>sposizioni e le promesse, e <strong>di</strong>e queste ci<br />
fissero lrasn:esse dullo slesso Mo-è, e da-<br />
gli
T E S<br />
iiica. Nell'arlicolo Scrittura sagra, <strong>di</strong>-<br />
chiarai essere designali con tal nome ge-<br />
nerale i libri dell'aulico e del nuovo le-<br />
slameuto , composti dagli scrittori sagri<br />
ispirali dallo Spirito saiito^ che ivi eiiuiiie-<br />
rai,per cui la s. Scrittura è la parola <strong>di</strong><br />
Dio scritta. Che il vecchio testamento contiene<br />
i libri sagri scritti prinui <strong>di</strong> Gesù<br />
Cristo, il nuovo testamento contiene i li-<br />
bri sagli scritti dopo Gesù Cristo, e con-<br />
tenenti la ìxi'^^e i\e\\'Evangelo f^'-). Chia-<br />
marsi la s. Scrittura anche Bibbia, // /?'-<br />
òro per eccellenza, e il libro de'lihìi. La<br />
s. Scrittura <strong>di</strong>videsi in due parti, nell'an-<br />
tico e nel nuovo Testa/neìito,e <strong>di</strong> questo<br />
vocabolo ne spiegai I' etimologia. Ripor-<br />
tai i canoni de'concilii <strong>di</strong> Costantinopoli e<br />
<strong>di</strong> Trento, sull'autcnlicilà ecanonicità dei<br />
libri delle s. Scritture; i decreti de'Papi;<br />
come si classificano e <strong>di</strong>stinguono i me-<br />
desimi dalla Chiesa, quale giu<strong>di</strong>ce inse-<br />
gnante nella persona del soininoPontefìce,<br />
maestro universale e infjllibile. R;igioiiai<br />
ancora sulla lettura della s. Scrittura e del-<br />
la s. Bibbia, <strong>di</strong> loro sinistre e maliziose in-<br />
terpretazioni, e feci parola de'y?. o Settanta<br />
interpreti (7^.) dell'antico Testamen-<br />
to, che pe'primi lo tradusseio 277 anni<br />
avanti Gesù Cristo, con mirabile uniformità.<br />
Kegli articoli Tabernacolo e Tem-<br />
pio DI Salomone ripailai della pro<strong>di</strong>gio-<br />
sa arca dell'Alleanza e delTestanienlo, do-<br />
ve si deposeio le due tavole <strong>di</strong> pietra della<br />
legge che Dio <strong>di</strong>ede a Mese sul mon-<br />
te Sinai, scritte dalle <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Dio, cioè per<br />
per la operazione imme<strong>di</strong>ata o da un an-<br />
gelo, e se da Mosè certamente per ispi-<br />
razione dello Spirito santo, e contenen-<br />
ti i precetti del Decalogo oss,\ii i <strong>di</strong>eci prin-<br />
cipali Coìnandamenti dì Dio {T .), cioè<br />
le parole dell'alleanza da Dio conclusa co-<br />
gli ebrei, e perciòl'Arca santa fu detta del-<br />
l' Alleanza e del Testami'nto. Fu anche<br />
denominata assolutamente Testimo-<br />
niìim , perchè conteneva le dette tavole<br />
della <strong>di</strong>vina legge della testimonianza<br />
dell'effettuala alleanza. La Volgala leg-<br />
ge in Taheniacìdo, ma l'ebreo legge in<br />
T E S 3 r<br />
Testimonio. Il libro della legge che solevasi<br />
mettere sulla testa de* re <strong>di</strong> Giudea<br />
nel giorno <strong>di</strong> sua coronazione, è pure chiamalo<br />
Testimoniunì, ed Isaia <strong>di</strong>sse Testimonium<br />
uno scritto che avea composto<br />
per or<strong>di</strong>ne del Signore. Si vuole che oltre<br />
le tavole della legge, fosse collocalo nell'arca<br />
la verga del Sommo Sacei-dote \-<br />
ronne che pro<strong>di</strong>giosamente avea fiorito,<br />
ed un vaso <strong>di</strong> quella manna, colla quale<br />
Dioaveanu<strong>di</strong>itogl'iNracliti per4'>anni nel<br />
deserto dell'Arabia. Sebbene molti scrittori<br />
alFermino che l'arca del Testamento<br />
s'ignori ove fosse Ira-portata, non<strong>di</strong>meno<br />
si vuole essere precisamente quella della<br />
patriarcale Chiesa <strong>di</strong> s. Giovanni in La'<br />
terano, come col Crescimbeni altri as-<br />
seriscono esistere nella medesima, l'arca<br />
del vecchio Test.'imento, il pastorale d'Aronne<br />
e la veiga <strong>di</strong> Mosè. Memore s. Pie-<br />
tro dell'arca <strong>di</strong> Noè, sotto il cui simbolo<br />
era figurata la Chiesa, e siccome in (luci-<br />
la, oltre la famiglia Noetica, che lalllgu-<br />
rava la Sinagoga (T\), vennero racchiu-<br />
si tutti gli animali della terra secondo le<br />
<strong>di</strong> verse specie, che nondoveano perire col<br />
<strong>di</strong>luvio, sotto la figura de'quali er;mo e-<br />
spressi i gentili, come più chiaramente s.<br />
Pietro slesso l'avea conosciuto nella visio-<br />
ne del gran lenzuolo cogli animali, quando<br />
egli chiacnò per <strong>di</strong>vino consiglio nel-<br />
la persona <strong>di</strong> Cornelio il centiuione la<br />
gentilità alla fede: memore ancora del-<br />
l'arca del TeslamentOjdentro la ([uale si<br />
conservava la legge <strong>di</strong> Dio, ed il vaso del-<br />
la manna ch'era il simbolo della <strong>di</strong>vina<br />
Eucaristia, per tanto e pe'misteriosi sim-<br />
boli dell'arca, scelse s. Pietro per celebr.t-<br />
re il <strong>di</strong>vino Sagrijìzio un'ara <strong>di</strong> legno a<br />
forma <strong>di</strong> arca, e al modo che accennai nel<br />
voi. LVlll, p. 2 I 3, e narro a ss. Teste.<br />
Riferisce il Crescimbeni a p.121, Stato<br />
della ss. chiesa papale Lateranensc.che<br />
in un santuario <strong>di</strong> essa sono riposti l'ar-<br />
ca del vecchio Testamento, il pastorale o<br />
bastone d'Aronne, la verga <strong>di</strong> Mosè, e la<br />
tavola della cena del Signore, le quali ve-<br />
nerabili reliquie si aioslrano il giovedì
32 T E S<br />
Siinlo e nella festa <strong>di</strong> s. Tnmmnso aposto-<br />
lo, ardendovi conliiiuaniente innan/i Ire<br />
Iainpadp,per <strong>di</strong>sposizione del car<strong>di</strong> nalRa-<br />
sponi. Si può vedere Pre<strong>di</strong>ca, ove ripor-<br />
tili le opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi sagri espositori del-<br />
la sagra Scrittura, la (piale si fa nelle cat-<br />
tedree nelle chiese. E (|ni <strong>di</strong>ibclie la lettu-<br />
ra dell'antico e nuovo Teslaniento si suol<br />
fare anche nel refettoi io<strong>di</strong> molte corpora-<br />
zioni religiose. A hbiamodas. Giustino ciò<br />
chefacevasi nell'a<strong>di</strong>mauze e sagre Sì'/ms-<br />
.v/ (/ .) de* piimitivi cristiani, e special-<br />
mente in quelle del Papa, alle quali esso<br />
interveniva. Prima <strong>di</strong> giungere all'aziore<br />
imme<strong>di</strong>ata del s. Sagrilizio. il chierico<br />
Lettore leggeva da'lihri dell'antico e<br />
del nuovo Testamento quanto corrispon-<br />
de all'oilierna lettura delia sagra Liturgia<br />
AeWEpistola e deiryù'/s.9f/7/7r.;o«/4'/7/-/V',rioma 17 80:<br />
I .' Sulla storia ccelcsiastica del veccldo<br />
T E S<br />
Testamento: 2." BihliograJJa per intra-<br />
duzione allo stu<strong>di</strong>o della storia del \'er-<br />
chio T'estamento, ossia In<strong>di</strong>eetto ragio-<br />
nato degli autori elle si possono consul-<br />
tare. Marco Mastrofini, liitratti poetiei,<br />
storici e critici de'persanaggi j)iic fanìosi<br />
dell'antico e nuovo Testainento.^owìa<br />
1807. J etus et novum Testanieiituìn<br />
graece,cxversioneseptuagintainlerprc-<br />
tuni juxta esemplar Vaticanuni, Glasguaei822.<br />
Lecchio e nuovo Testamen-<br />
to secondo la Volgata,traduzionc in lingua<br />
italiana e con annotazioni <strong>di</strong> mg.''<br />
, ^<br />
jlntonio Mardni, Pi ato 1 827-32. Biì<strong>di</strong>a<br />
sacra Eulgataee<strong>di</strong>tioins Sixti V Pont.<br />
Max.j'ussu rceognita,et Clementis T Ifl<br />
ouctoritate e<strong>di</strong>ta, Vesuntione i 828. Mo-<br />
naldo Leopar<strong>di</strong>, /«/o/vVz evangelica spie-<br />
gata, in italiano, Velavo 1 ^Zi. Storia san-<br />
ta dell'antico Testamento spiegata in le-<br />
zioni da vari celelai autori ,\^\e%c\a 1882.<br />
Pasquale de Nar<strong>di</strong>s, Fatti <strong>di</strong> maggiore<br />
rilievo dell'antico e nuovo Testa mento^<br />
Roma i836.Ab. Dassance, Les saintesEvaugilestraduits<br />
de laT ulgate,illustrés<br />
par mni. Tony Johannot, Cavalier, Gè»<br />
rard-Segi!ÌnetBrevièrc,Pav\s iS36. Sto-<br />
ria santa dell'antico 7\'stamento spie-<br />
gfJta in lezioni da. vari celebri autori<br />
Granelli, Pellegrini, Barotti , Rossi e<br />
Zucconi, Brescia i 8 7.<br />
3 Francesco Luca e<br />
Roberto Falesie , Sacrorum Bil<strong>di</strong>oruni<br />
I ulgataee<strong>di</strong>tionisCoiicoi'dantiae adrecognitinnemjussu<br />
Sixti V Pont. Max.,<br />
lusulis 1 838. Novum Jesu Christi Testa-<br />
meli tiim T ulgalae e<strong>di</strong>tioidsjuxla exenipiar<br />
Vaticanum, Parisiisi837. G. Antonielli,<br />
Storia del vecchio e nuovo Testamento,<br />
Foligno i844- Bihlia sacra<br />
T^ulgatae e<strong>di</strong>tiouis, ad exemplar Vaticanum<br />
novissime expressa cura d.'' Jas.<br />
Fr. Aiuoli, latine et germanice,'L!in(iìS'<br />
liuti i84'>-46- Negli Annali delle scien-<br />
ze religiose compilati dal prof. Arrighi,<br />
nel t. 3, p. 254, t. 4> P- 3, si legge il i-agionamentodel<br />
eh. barnabita p. d. Carlo Ver-<br />
cellone: Avvertenzecriticìie sulla versio-<br />
ne greca dell' antico Testamento fatta
TES<br />
fin Jaìtila. Nello-stes^of..^) P-'^i e349j<br />
è riportata lii flotta aivilisi che con elo-<br />
gio fece il gesuita p. Giovanni Feiione,<br />
dell'opera del can. G. M. Maloii intitola-<br />
ta: La lettura della santa Bibbia in lin-<br />
gua, volgare giu<strong>di</strong>cata secondo le Scrit-<br />
ture, la tra<strong>di</strong>zione e la sana ragia-<br />
ne. Opera <strong>di</strong>retta contro i prinripii, le<br />
tendenze e i <strong>di</strong>fensori piii recenti del-<br />
le società bibliche; con una storia cri-<br />
tica del canone de' libri santi del Testamento<br />
antico, delle versioni protestan-<br />
ti della Bibbia e delle missioni protestanti<br />
trai pagani ,V,o'van\o i84fi- La<br />
Civiltà cattolica, 2/ serie, t. 4. 55 r,<br />
P-<br />
fa la rivista della deplorabile ed enoiiea<br />
traduzione, che ad onta <strong>di</strong> averla la Chie-<br />
sa proibita sotto pena <strong>di</strong> scomunica, fa-<br />
talmente a piene mani si dona, e porta<br />
partitolo, Nuovo testamento tradotto in<br />
lingua italiana da Giovanni Diodati,<br />
Londra od altrove, ec. Rammenta che si-<br />
mili versioni <strong>di</strong> Bibbie falsificate e per-<br />
ciò non approvate, anzi condannate in o-<br />
gni Inogo, è peccato punito <strong>di</strong> scomuni-<br />
ca dalle leggi ecclesiastiche il <strong>di</strong>stribuir-<br />
le. E" altresì peccato il ricevere tali Bib-<br />
bie monche e fcìisate, il leggerle, il rite-<br />
nerle. Se la Chièsa proibisce la versione<br />
dellaBibbiadelDioda ti ed al tri eretici, non<br />
è già perchè voglia vietare la lettura delia<br />
Bibbia,ma pevallre ragioni che principalmente<br />
riduconsi a 3. La f .'si è perchè quel-<br />
la versione è fiìtta da un eretico, e la Chie-<br />
sa vieta tutte le traduzioni fatte da'pro-<br />
testanti; la 2. 'perchè è senza nota <strong>di</strong> sor-<br />
ta, e siccome la Bd)bia contiene molti luo-<br />
ghi oscuri, nioiti chea prima vista sono<br />
equivoci, e per chi non capisce pericolo-<br />
si, ese vi fossero note d'un Diodati non po-<br />
trebbero essere che ereticali, come quello<br />
che nel 1607 pubblicando la sua versione<br />
in Ginevra ov'era nato, lo ritenne uno<br />
de'mezzi per propagar l'eresia in Italia;<br />
la S.'perchèèin più luoghi falsificata maliziosamente<br />
e fraiidolentemente. Quan-<br />
timcpie il sapere il Ialino non sia segno <strong>di</strong><br />
grande sapienza, pure la Chiesa nella sua<br />
VOL. txxv.<br />
TES 33<br />
prudente <strong>di</strong>screzione lascia leggere il testo<br />
latino senza note; poiché suppone che chi<br />
ha fitto i suoi stu<strong>di</strong> fino a capire il latino<br />
della Volgata, abbia abbastanza giu<strong>di</strong>zio<br />
per non pigliar lecosea rovescio. Ma quando<br />
si tratta <strong>di</strong> quegli altri che non hanno<br />
fatto stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sorta, e non sono per-<br />
ciò in caso <strong>di</strong> leggere la Bibbia in latino,<br />
essa ha ragione <strong>di</strong> credere che questi non<br />
debbono essereciraed'uomini. Perciò non<br />
volendo proibir loro la lettura della Bib-<br />
bia, la dà loro tradotta con note a pie <strong>di</strong><br />
pagina, le quali spieghino i luoghi che po-<br />
trebbero essere interpretati male, e fra<br />
le buone e approvate traduzioni in ita-<br />
liano, bellissima e fedele è la ricordata <strong>di</strong><br />
mg. 'Martini arcivescovo <strong>di</strong> Firenze. Vie-<br />
ne lodata la recente opera assai popola-<br />
re intorno alle ceremonie della Chiesa e<br />
alla storia biblica: Lecons sur la Bible<br />
ou Ilistoire de Vancien et du nouveau<br />
Testament suivies de Vexplication des<br />
céréinoniesde VEglisepar M. Gavniron<br />
ancienne maitresse de pensionai, Paris<br />
1854.<br />
TESTE GvGUZLMOjCar<strong>di</strong>nale. Fran-<br />
cese <strong>di</strong> Condoni, illustre per chiarezza <strong>di</strong><br />
sangue, per iscienza e virtù, arci<strong>di</strong>acono<br />
<strong>di</strong> Comrninges, essendo nunzio in Inghil-<br />
terra, assente da Clemente V a'22 o 24<br />
<strong>di</strong>cembre i 3 ! 2 fu creato car<strong>di</strong>nale <strong>di</strong>aco-<br />
no, e per <strong>di</strong>stinzione il Papa gli mandò ia<br />
detto regno il cappello car<strong>di</strong>nalizio; e poi<br />
lo <strong>di</strong>chiarò dell'or<strong>di</strong>ne de'preti colla chie-<br />
sa <strong>di</strong> s. Ciriaco per titolo. Da Giovanni<br />
XXII, alla cui elezione si trovò piesente,<br />
fu fatto I ."vescovo <strong>di</strong> sua patria,donde passò<br />
all'arci vescovato <strong>di</strong> Pieims, vescovati da<br />
altri contraddefti. Mor\ in Avignone nel<br />
i32G, e non più tar<strong>di</strong> come altri pretese-<br />
ro, insieme ad altre cose non vere.<br />
TESTE DE'SS. PIETRO E PAOLO,<br />
Capita ss. Petri et Pauli magni Apostoli,<br />
custodes tutelares, propugnatores Ur-<br />
bis. Insigni e celebratissime reliquie degli<br />
eroici e trionfanti Principi (P ) romani<br />
e della terra, i ss. Pietro e Paolo princi-<br />
pi degli apostoli, fondatori <strong>di</strong> Roma cri-
3 ;<br />
T E S<br />
sliana e suoi massìini prolelloii. Esse so'<br />
no quelle sagre ossa , quelle iDaii<strong>di</strong>liole,<br />
qneMmli, qiie' ciani che furono già de-<br />
stinali ila Dio per vasi <strong>di</strong> elezione a pre-<br />
<strong>di</strong>tare la verità in tulio l'orbe. Allres'i so-<br />
no i gloriosi e principali trofei delia no-<br />
stra s. Pieligione.uiio de'[»iìi preziosi eiiie-<br />
slimabili tesori sagri che vanta possede-<br />
re l'avventurosa ed eterna Ixtmn/ (/ .) pa-<br />
li ia <strong>di</strong> tutti i cattolicij oggetti della pro-<br />
fonda venerazione <strong>di</strong> tutto il Cristitnicsì'<br />
//7o, esistenti nella i /chiesa del mondo la<br />
sagrosantapalriarealcarcihasihcae Chie-<br />
sa fli s. Ciovanni in Laterano {J .),trìiì-<br />
dre e capo <strong>di</strong> tulle quante le chiese l r-<br />
l isct 0/7)/.?,ecalledraIe del souimo l'on-<br />
tefìce /// omncm gciitcìu Pritiìaluni ha-<br />
lui. Le sagre Teste de'ss. Pietro e Paolo,<br />
in uno a'Ioro Liniina Jpostolnrwn^l .),<br />
che formano l'ornamento inconiparahiie<br />
delle patriarcali basiliche ove sono i loro<br />
l)eati corpi, cioè la Chiesa <strong>di</strong> s. Pietro in<br />
f aticanofi\i.\Chicsa (li s. Paolo nella \'ia<br />
(ostiense [à'ìcw ri[)arlai aTEMPionel com-<br />
piere la desciizione del risorto splen<strong>di</strong>do<br />
sagro e<strong>di</strong>flzio), in ogni len>po ebbe i fe-<br />
deli d'ogni grado accorrenti, anche da remote<br />
legioni, a sfogare la loro tenera pie-<br />
tà e <strong>di</strong>vozione da cui furono e sono [)ene-<br />
Irali persi gran<strong>di</strong> benefattori universali,<br />
('ostante, profonda e munifica fu la cura<br />
de' Papi, pel mantenimento e inciemenlo<br />
dell'ossequio e riconoscenza \erso i due<br />
precipui campioni illustri della Chiesa, e<br />
perciò gelosi nella custo<strong>di</strong>a e conservazione<br />
dellesagre ceneri de'ss. Pietro ePao-<br />
lo. Imperocché, e come ripetei a Sepol-<br />
cro de'bomani Pontefici, l*apa s. Anacleto<br />
eresse in onore <strong>di</strong> s. Pietro lai.^ me-<br />
moria; Papa s. Calisto 1 Irasfer'i le spoglie<br />
de'medesimi ss. Apostoli alle Cata-<br />
(omhejePapa s. Cornelio con altra Tra-<br />
slazione le ricondusse a' luoghi illustra-<br />
li dal loro martirio col ministero <strong>di</strong> Lucina<br />
giuniore piissima matrona romana,<br />
e quanto al cf)ipo <strong>di</strong> s. Paolo nel cimile-<br />
rio non<strong>di</strong>cjuella matrona, ma <strong>di</strong> altra s.<br />
Lucina seniore e <strong>di</strong>scepola dell'apostolo,<br />
T E S<br />
che nel suo pre<strong>di</strong>o !' avea deposto, e so-<br />
pra del (juale Papa s. Anacleto vi avea e-<br />
<strong>di</strong>ficalo una nieuìoria. Delle due Lucine,<br />
nel voi. Lll, p. 281, in<strong>di</strong>cali luoghi ove<br />
ne parlo, essendo stale confuse, sebbene<br />
in assai <strong>di</strong>verse epoche ambedue fiorisse-<br />
ro. Il Severano nelle 3/eìnorie sai:;re.^).<br />
38^7, riferisce che nell'area della basilica<br />
Ostiense eranvi gli orti <strong>di</strong> s. Lucina <strong>di</strong>-<br />
scepola de'[MÌiicipi degli Apostoli e <strong>di</strong> romana<br />
famiglia senatoria, e dove essa seppelliva<br />
i coi pi de'mailiri, e il medesimo<br />
fece con quello <strong>di</strong> s. Paolo, riponendo pe-<br />
rò la lesta scparalameule dove fu poi e-<br />
retto un altare a s. Gregorio I , nell'en-<br />
trare in chiesa per la prilla grande a tle-<br />
slra. In questo luogo, allerma mg.' Nico-<br />
lai, Della hnsilica <strong>di</strong> s. Paolo, p. 37, fu<br />
trovato il suo capo, secondo la memoria<br />
precisa conlenuta in una iscrizione ivi collocala<br />
nel muro: ///'
T E S<br />
r[nel giorno. In<strong>di</strong>re s. Silvestro 1 forino<br />
In meiisii (leUVr/Zc/re tiiiigiiiore con quel-<br />
lo ligneo <strong>di</strong>s. Pietro, ove sino allorn avea-<br />
nocauo(T'.)nA\a ebdomadaria ufficiatura,<br />
e perciò detti Ebdomadari [T .) Lalera-<br />
ncnsi e collaterali del !^apa. Fra tolte le<br />
cospicue prerogative <strong>di</strong> cjii è doviziosamente<br />
decorala i'arcibasilica Laleranense,<br />
la piìi singolaree illustre è senza dub-<br />
bio l'anticliissio)o possesso delle venerande<br />
Teste de'priiici|>i degli Apostoli, poi-<br />
ché tra le reliquie insigni de' santi delle<br />
quali si può fai ne 1' uiìlzio, la testa pri-<br />
meggia. La testa, r^7^of//, è la parte supe-<br />
riore e anteriore del corpo umano, la sua<br />
più nobile parie, la sede principale dell'in-<br />
gegno, del sapere e della bellezza,elo spec-<br />
chio degli affelli interni. 1 soli bruii guardano<br />
sempre in basso, ma l'uomo <strong>di</strong> cui<br />
non è quaggiìi la beata patria, il sapien-<br />
tissimo Facilore del tutto, nel crearlo se-<br />
condo la sua immagine <strong>di</strong>vina, gli pose la<br />
testa in alto perchè mirasse lecose immortali<br />
e il Para<strong>di</strong>so che lo attende operando<br />
virtuosamente. I latini <strong>di</strong>ssero capo m<br />
singiilos hojniues, in capita, viritim j e<br />
per capo <strong>di</strong>ssero pure la vita o uiiiouedel-<br />
i' anima col cor[)o. Francesco Cancellie-<br />
ri sommo eru<strong>di</strong>to ci <strong>di</strong>ede le preziose i1/c-<br />
morie istoriche delle sagre Teste de'ss.<br />
Apostoli Pietro e Paolo e della loro ri-<br />
cogìùzìone nella basilica Lateranense ^<br />
con un' appen<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> docianenti , Roma<br />
I 806. Quasi duplicate con postille del medesimo,i<br />
suoi ere<strong>di</strong> le donarono, colla Storia<br />
de' solenni possessi de'sonmu Ponte-<br />
fici, egualmente arricchita dalle postille<br />
dell'autore, alla basilica Laleranense, per<br />
esservi slato tumulato per <strong>di</strong>stinzione, il<br />
T E S 3ì<br />
che rilevai ne! voi. LIV, p. 297, nella cappella<br />
dei Transito e Assunzione in cielo<br />
della B. Vergine; ma l'iscrizione sepolcra-<br />
le da lui composta e ivi citala ove si ri-<br />
porta, \\i levata e trasportala nella canie-<br />
retla <strong>di</strong>etio l'altare senza stabile sisteina-<br />
zione.e ciò per ornare il paviuiento,ed ivi<br />
appena ne lessi il nome in piccole lette-'<br />
re <strong>di</strong> melallo: Heic Fi\ Cancellieri. I de-<br />
creti de'principi, i monumenti i più soli-<br />
<strong>di</strong> della mano dell' uou^o, spesso da.chi<br />
deveconservarli,non che dal tempo, vengono<br />
<strong>di</strong>strutti. Solo la Storia, verace tut-<br />
to tramanda, e il suo testimonio resta im-<br />
perituro sino alla consumazione de'seco-<br />
ii.Pe'gran<strong>di</strong> meriti del Cancellieri, sia con<br />
l'eru<strong>di</strong>zione, coll'alina Roma, e con la ba-<br />
silica Lateranense, qui lo reintegro nel<br />
tolto epitaliio, come una gloria nazionale,<br />
riproducendolo per grato animo e per am-<br />
mirazione.//
^G T E S<br />
Im e Paolo, tratto dalle oiìcic latine <strong>di</strong><br />
Giiisi'pjicMariaSorcsiiii,coiiiinsnnìma-<br />
/io <strong>di</strong> rclifiuic (ite \i conscn-aiio , e in'<br />
(h<strong>di</strong>iciizc chi' sono nel Saneta SaNctoni/i!.V\.omaiCì'j'.\.\uo\\te<br />
prima del Cancellieri,<br />
il tloUissimo cau. d. Giovanni Ma-<br />
pubblicato in Ro-<br />
langoni avea nel 1747<br />
ma: [storia dell'antieldssinio oratorio o<br />
cappella <strong>di</strong> S.Lorenzo nel Patriarchio<br />
Lalcraneiìse . comunemente appellato<br />
Saneta Sanctorum. Siccome in qnesla<br />
per vari secoli si custo<strong>di</strong>rono le ss. Teste,<br />
e siccome al santuario vi è unita la Scala<br />
santa, così in quell'arlicoloe in altri, col<br />
IMarangoni e col Cancellieri ragionai del-<br />
l'insigni reliquie medesime, laonde in bre-<br />
ve e per evitare ripetizioni vado a farne<br />
la licapitolazione, per poi col Cancellie-<br />
ri proseguire la narrazione. L'imperato-<br />
je Costantino I il G/Y///rA', <strong>di</strong>venuto cri-<br />
stiano, ridonò la pace alla Chiesa, accordò<br />
a'cristiani il libero esercizio del culto<br />
Joro, e circa il 3i3 donò a Papa s. ì\Iel-<br />
chiade parte dell'imperiale palazzo iWT.a-<br />
/(77///o.per<strong>di</strong> lui uso e per quello de'succ.essori.<br />
Il Papa probabilmente nel remo-<br />
lo eslretno lato formò un oratorio per la<br />
celebrazione del s. Sagrifizio e altri riti.<br />
Certamente s. Silvestro I, ihe nel 824 gli<br />
successe, avendo ricevuto da Costantino<br />
I lutto intero il palazzo, vi formò la pontificia<br />
residenza o Patriarchio Lateranen.se<br />
(J '.), poi Palazzo apostolico La-<br />
teranense {T .). In essa de<strong>di</strong>cò una cap-<br />
pella o oratorio, delta per eccellenza ba-<br />
silica, a s. Lorenzo arci<strong>di</strong>acono delia chie-<br />
sa romana e mai lire, e vi pose le sue re-<br />
liquie. A<strong>di</strong>acente al palazzo l'imperatore<br />
e<strong>di</strong>ficò l'arcibasilica Lateranense, nel Va-<br />
ticano la basilica <strong>di</strong> s. Pietro ov'era sla-<br />
to sepolto, nella via Ostiense la basilica<br />
<strong>di</strong> s. Paolonelcimilerio <strong>di</strong>s. Lucina senio-<br />
re, e s. Silvestro I le consagrò, ma per l'O-<br />
sliensecdubbiotal rito. Bensì ilPapa, giu-<br />
sta le antiche tra<strong>di</strong>zioni, collocò nelle con-<br />
fessioni delle basiliche Vaticana e Ostien-<br />
se i corpi dess. i'ietro e Paolo; ed aven-<br />
do <strong>di</strong>chiarala l'arcibaiilica Lateranense<br />
TE S<br />
madre e capo <strong>di</strong> tutte le chiese, e sede del<br />
Pontefice romano, in essa pose le loro ss.<br />
Ti'ste, e ivi dentro l'altare con altri sa-<br />
gi i<br />
pegni le depositò. Altrettanto ri|)or-<br />
tano Baldcschi e Crescimheni nello >S7/7-<br />
io della ss. chiesa Papale Lateranense.<br />
p. 96 : Del trasporto delle sacre Teste<br />
de'gloriosi apostoli Pietro e Paola<br />
in questa ha si lira, e della loro venera-<br />
zione. Nella quale opera essi ci <strong>di</strong>erono<br />
nel 1723 un breve e importante eslrallo<br />
del libro <strong>di</strong> Soresini. INel i852 il dotto<br />
archeologo mg.'DomenicoBartolini pub-<br />
blicò in Roma la sua Dissertazione sopra<br />
l'antichissimo altare <strong>di</strong> legno lin-<br />
chinso nell'altare papale della sagrasanta<br />
arcibasilica Lateranense. Dovendo<br />
in seguilo parlare <strong>di</strong> esso, conviene<br />
che qui <strong>di</strong>a un laconico cenno della bel-<br />
lissitiia <strong>di</strong>ssertazione. Uiferisce il eh. pre-<br />
lato,che Cornelio centurione, il i ."de'gen-<br />
tili che entrò nella chiesa <strong>di</strong> Cristo, per<br />
opera <strong>di</strong> s. Pietro che lo battezzò in Ce-<br />
sarea, allorquando 1' apostolo si recò io<br />
R.oma, Cornelio o l'accoiupagnò o lo for-<br />
nì <strong>di</strong> lettere commendatizie per la sua nobile<br />
famiglia de' Cornell Pudenti, dove<br />
potesse alloggiare; ed a Chiesa <strong>di</strong> s. Pu-<br />
DENziANA, a Terme ed altrove, notai che<br />
iu tale casa si ospitavano i novelli cri-<br />
stiani, massime i provenienti dall'oriente.<br />
Avendo s. Pietro convertito i Pu-<br />
denti, e nella loro casa stabilita la sua <strong>di</strong>mora<br />
e seile, ivi estese le sue cure pasto-<br />
rali su tulle le parti del mondo e vi ce-<br />
lebrò il santo sagrifizio. IMemore dell'ar-<br />
ca <strong>di</strong> Noè, sotto il cui simbolo era figurata<br />
la Chiesa, e l'arca del Testamen-<br />
to dentro la quale si conservava la legge<br />
<strong>di</strong> Dio e la manna simbolo dell' Eucari-<br />
stia, scelse per la celebrazione della messa<br />
un'ara <strong>di</strong> legno a forma d'arca, anche<br />
pel suo facile trasporlo in que' tempi <strong>di</strong><br />
persecuzione, con furi in ambo i luti per<br />
inlromcttei vi le aste per trasportai la da<br />
un luogo all'altro, me<strong>di</strong>ante maniglie. So-<br />
pra <strong>di</strong> essa celebrarono pure i successo-<br />
ri, e s. Evaristo nel <strong>di</strong>sUibuiie i titoli o
T E S<br />
oratoiii tielle <strong>di</strong>verse regioni <strong>di</strong> Roma, or-<br />
<strong>di</strong>nò <strong>di</strong>e avessero aitai i eli pietra e l)ene-<br />
delti; però l'antica arca lignea si continuò<br />
da 'Papi ad adoperare nelle sagre si-<br />
nassi a cui essi presiedevano, in riveren-<br />
za a s. Pietro. Eretto il luogo da lui abifato<br />
in titolo e nella Cìiiesa <strong>di</strong> s. Pu-<br />
dfiiziana, ivi abitando i Papi si conservava<br />
l'arca <strong>di</strong> legno, come luogo residenziale<br />
del vescovo <strong>di</strong> Rom;i, tranne i tem-<br />
pi in cui si ritirarono nelle catacombe e<br />
iie'cimiteri per le peisecuzioni,oin (|ual-<br />
clie altro titolo da loro eretto, oe'quali<br />
luoghi probabilmente trasferivano l'arca<br />
come altare portatile. Donato da Costan-<br />
tino 1 parte del palazzo <strong>di</strong> Lalerano a s.<br />
Melcliiade, d'allora in poi ivi fu stabilita<br />
la residenza papale. Crede mg.' Bartoli-<br />
ni che il palazzo avesse la propria basi-<br />
hca, e che s.Melcliiade la destinò pel cul-<br />
to cristiano, e che il successore s. Silve-<br />
stro 1 la de<strong>di</strong>cò al Salvatore, trasferen-<br />
dovi dalla casa de'Pudenli l'altare <strong>di</strong> legno<br />
<strong>di</strong> s. Pietro e de'suoi successori, e ve<br />
lo collocò solennemente,lasciandone qual-<br />
che tavola in quell'antico titolo, dove tut-<br />
tora si venera, porzione avendone pure<br />
la basilica <strong>di</strong> s. Marco. Sostiene ancora<br />
il pi elalo, chela basilica Lateranense non<br />
ha avuto mai confessione sotto l'altare<br />
in cui si custo<strong>di</strong>ssero le reliquie de'mar-<br />
tlri, mai il sepoicrino <strong>di</strong> essi nella mensa,<br />
ma sempre si è celebrato il s. Sacrifizio sul-<br />
l'altare ligneo, e <strong>di</strong> presente ancora si cele-<br />
bra ivi sul nudo legno, mentre per legge<br />
universale della Chiesa in tutto il mondo,<br />
secondo il decreto <strong>di</strong> s. E varisto, celebrasi<br />
sugli altari <strong>di</strong> pietra che contengono nel-<br />
la loro mensa le reliquie de'marliri. E'<br />
pregio singolare, unico ed esclusivo del-<br />
la basilica Lateranense, il celebrarvisi la<br />
<strong>di</strong>vina sinossi sopra l'arca su cui avea ce-<br />
lebrato la messa s. Pietro e i successori,<br />
per esenzione dello stesso s, E varisto. Quivi<br />
da s. Silvestro 1 lino a noi è stato sem-<br />
pre custo<strong>di</strong>to quell'altare sagrosanto, e<br />
nelle varie rovine e incen<strong>di</strong>, cui la basi-<br />
lica fu soltoposia uel corso <strong>di</strong> tanti secoli,<br />
T ES ^7<br />
sempre per <strong>di</strong>vina provvidenza si è ser-<br />
])ata illesa e integia quella lacera arca <strong>di</strong><br />
legno vincitrice del tempo e delle barbarie.<br />
Termina mg.' Cartolini con ram-<br />
mentare, quanto all'identicità dell'alta-<br />
re <strong>di</strong> s. Pietro, avere Benedetto XIV decretato:<br />
Che quando una reliquia da tem-<br />
po antichissimo riscuote il culto de' fe-<br />
deli con non mai interrotta tra<strong>di</strong>zione<br />
della sua identicità, scienti e consenzienti<br />
i vescovi e i Papi, deve questa ritenersi<br />
come autentica, essendo sulllciente per decidere<br />
dell'identicilàdellereliquiela mo-<br />
rale certezza. Sull'asserto <strong>di</strong> mg.' Barto-<br />
lini mi occorre <strong>di</strong> fare due <strong>di</strong>chiarazio-<br />
ni. La I. 'è sulla erezione della basilica La-<br />
teranense, per la quale non intendo ac-<br />
cedere al suo opinaraenlo, ma solo <strong>di</strong> ri-<br />
portarlo, e ripeterò il protestato altro-<br />
ve : Chi narra <strong>di</strong>ce un fatto, non con-<br />
ferma una sentenza. La 2.' riguarda la<br />
cap[)elletta che mg.' Bartolini non rico-<br />
nosce per confessione, benché molti scrit-<br />
tori con tal vocabolo la chiamarono, e su<br />
<strong>di</strong> questo pure non intendo farne que-<br />
stione, ma bensì noterò che nel suo alta<br />
re vi sono delle reliquie, poiché il capi-<br />
tolo della basilica Lateranense ritiene possedervi<br />
i corpi de'ss. Crisnntn e Daria<br />
già vestale, martiri, e ne celebra la festa.<br />
So bene che altre chiese ne pretendono<br />
il possesso, e lo <strong>di</strong>ssi conBuller nelle brevi<br />
loro biografie, il quale agiografo narran-<br />
do che i loro corpi furono trovati nelle catacombe<br />
della via Salaria, Papa s. Damaso<br />
I ne decorò la tomba e compose un<br />
epitaflloa loroonore.Dicendo poi ilButler<br />
dell'invenzione delle A't'//V/?izV de'ss. Con-<br />
iugi e de'Ioro compagni, che in tale articolo<br />
descrissi col p. Severano, Memo-<br />
rie sagre, sebbene <strong>di</strong>chiari che Stefano<br />
VI neir8j6 (non è giusta questa data,<br />
perchè il Papa fu creato neir88j)<strong>di</strong><br />
questi ultimi soltanto ne trasferì parte<br />
nella basilica Lateranense, e nella basilica<br />
de'ss. XII Apostoli (per cui il Papa<br />
la rinnovò, come riferisce il Piazza nel-<br />
YErucrologio dìRoì/iaa p. 64^, parlau-
38 TE S<br />
<strong>di</strong>> de'ss. Coniugi che ilice vissuti vergi-<br />
ni, ma le relic|uie de'cjuali e non (|nelle<br />
tle'conipagni egli inlencle^lraslerite nelle<br />
delle basiliche, e che si venerano anche<br />
in s. Silveslio /// Cajtiti), menUe quelle<br />
de'ss. Ciisanlo e Daria nel!' 842 erano<br />
slate portate nell'abbazia <strong>di</strong> Pruni, in<strong>di</strong><br />
in quella <strong>di</strong> s. Avolo, e cita il [). ÌSlaliil-<br />
lon, Ji tu Siiìicloìuni ord. s. JJciicd.'cti,<br />
secolo I\ , p. 61 1. Il p, Severanoin par-<br />
te conviene col Dutler, senza e>plicila-<br />
menteihchiararsi, anzi con s. Gregorio <strong>di</strong><br />
Tonrs <strong>di</strong>ceche Papa Pelagio (il I fu crea-<br />
lo nel 555, d 11 nel 578) concesse delle<br />
loro reliquie a un <strong>di</strong>acono che partiva da<br />
Roma, e concilia il nuovo rinveniuienlo<br />
seguilo solto Stefano VI, <strong>di</strong> porzione de'<br />
colpi de'ss. Crisanlo e Daria, e <strong>di</strong> queste<br />
una parte Giovanni X delgi4 ne donò<br />
a Ceieiigario I re d' Italia, e c[)e a >uo<br />
lenq)o Irovavansi a Iteggio {d\ Lombar<strong>di</strong>a<br />
e lo notai in quell' articolo, <strong>di</strong>cendo<br />
le altre essere nelle due memoiale basi-<br />
liche <strong>di</strong> iioma),t-(l il reslo rimase nel La-<br />
teraiio, com'è solilo farsi in tulle le Iras-<br />
lazioui. Però qui ancora conviene tene-<br />
re pieseiile, che molli confusero la par-<br />
ie col tulio, e [)onno benissimo venerar-<br />
si le loro reli(piie tanto sollo l'aliare del-<br />
la confessione Lateranense, e saranno la<br />
maggior porzione, (|uanto nelle allie /{.<br />
chiese ricordale. Il p. Seveianu chiama la<br />
cappella sotterranea Lateranense, de'ss.<br />
Ci isanlo e Daria, e confessione. Raccon-<br />
ta che non solo vi fu venerala la veste <strong>di</strong><br />
s. Giovanni apostolo ed evangehsla, ma<br />
ancora la dalmatica <strong>di</strong> Pascasio, la i|Uci-<br />
le toccala da un ossesso restò subito li-<br />
bero dal demonio. Che l'una e l'allia e-<br />
ranu tenute in molla venerazione, ope-<br />
rando il Signore per esse molle grazie,<br />
per cui in tempo <strong>di</strong> siccità e d'inonda-<br />
zione SI solevano cavar fuori, e si otleiie-<br />
va il tlesideralo. Porzione d'ambedue s.<br />
Gregorio I dava a quelli clie domandavano<br />
reliquie, e perciò la superstite <strong>di</strong> s.<br />
Giovanni trovarti mollo <strong>di</strong>miuuila. Dunque<br />
la cuppellclla suUerrauca ocoufcs-<br />
T E S<br />
sione Lateranense ebbe ed ha nel suo al-<br />
tare le ss. Reliquie. Fiallanlo <strong>di</strong>venula<br />
la cappella <strong>di</strong> s. Lorenzo roialerio pri-<br />
valo e domestico de'Papi, ebbe 3 altari,<br />
e nel G87 s. Sergio I vi collocò un ragguardevole<br />
pezzo della vera Croce, che<br />
a'noslri giorni Gregorio XVI <strong>di</strong>e in cu-<br />
sto<strong>di</strong>a alla basilica \ alicana, come nar-<br />
rai hel voi. ^ lll.p. 3 14 *i altrove, descri-<br />
vendola. Essendovi slata collocata ncll'al-<br />
lai e maggiore la pro<strong>di</strong>giosa immagine a-<br />
chcropila de! ss. Salvatore (la cui origine<br />
raccontai nel voi. LXII, p. ^4) *^ della<br />
quale lo slesso Soresini nel 167 5 ci <strong>di</strong>e,<br />
JJc ì/nrtgi/tc ss. Salvatoris, dall'oralorio<br />
nel 752 Stefano li! con solenne /;/o
ato (li<br />
TES<br />
lamine crargento, circondato ne'<br />
4 angoli da allieltanle colonne <strong>di</strong> porlido<br />
S(jsreiienti l'elegante tabernacolo o ci-<br />
luirio. Avanti a questo eslendevasi ilpre-<br />
t,i)iterio,cliius()(la cinta inarinorea,e dentro<br />
il presbiterio l'altare de<strong>di</strong>cato a s. Ma-<br />
ria iMaddalena, adorno pure <strong>di</strong> taberoa-<br />
colo. Inoltre l'altare avea una tavola col-<br />
le iniruagini <strong>di</strong>pinte de'ss. Pietro e Paolo.<br />
Fra l'altare e il coro 4colonne <strong>di</strong> me-<br />
tallo corintio scanalate sostenevano vane<br />
immagini <strong>di</strong> santi, e ciascuna un pre-<br />
zioso luminare cbe ardeva <strong>di</strong> baUamo o-<br />
rientale, a pie<strong>di</strong> delle (piali i <strong>di</strong>voti ap-<br />
jìeiulevanoi loro voti. 11 balsamo che nel-<br />
le feste principali bruciava in dette lucerne,<br />
solevano annualmente mandarlo<br />
gli orientali quale tributo alla chiesa ro-<br />
mana, benché sotto Papa Formoso delrSg<br />
I , essi con denaro si alTraucarono da<br />
lai gravezza;e>iccomeofFrivanoauco degli<br />
aromati, come i garofani, per quan-<br />
to <strong>di</strong>ssi ne' voi. XI 1, p. 4o, e L V, p. ' 4 ><br />
nella basilica tuttora con misteriosa be-<br />
ne<strong>di</strong>zione si <strong>di</strong>stribuiscono a* canonici e<br />
a tutto d clero Lateranense, prima della<br />
celebrazione de'vesperi nella vigilia <strong>di</strong> s.<br />
Gio, Battista, ioltoposta all'altare eravi<br />
la cap[)ella<strong>di</strong> S.Giovanni Evangelista eoo<br />
Fenestrella (T'.}, ove si custo<strong>di</strong>vano le ss.<br />
Ueliquie, leallre essendo chiuse nell'alta-<br />
re, per l'operato da s. Gregorio I, al rife-<br />
"^<br />
rire <strong>di</strong> Giovanni Diacono. Ma, ripeto, mg.<br />
Bartolini ritiene, che la basilica Latera-<br />
nense non ebbe mai sotterraneo e con-<br />
fessione in cui si custo<strong>di</strong>ssero sotto l'al-<br />
tare le reliquie de'mai tiri. Aggiunge che<br />
l'esistente piccolissima cappella non è <strong>di</strong><br />
antica data, e soloebbe origine in età pò-<br />
steriore,quando rialzato il piano della calci<strong>di</strong>ca<br />
o tribuna, venne sepolto iu buona<br />
parte il ciborio; allora fu che in quello<br />
spazio aiigu>to fra il piano antico e la por-<br />
zione interrata del ciborio, venne cava-<br />
lo quel piccolo an<strong>di</strong>to con l'altare, in<strong>di</strong><br />
per renderne sagro il luogo, vi fu conser-<br />
vata per qualche tempo la reliquia della<br />
luuica <strong>di</strong> s. Giovanni apo.stoio edevan-<br />
T E S Z^j<br />
gelista, come rilevai nel citato articolo,<br />
che poi per la grande luni<strong>di</strong>tà fu neces-<br />
sario toglierla : inoltre un tempo si cuslo-<br />
<strong>di</strong>vano anche gli Olii santi, che ivi annualmente<br />
si consagrano come cattedra-<br />
le del Papa vescovo <strong>di</strong> Roma. Egli inol-<br />
tre opina, che invece <strong>di</strong> aprire la doppia<br />
scala con balaustri e darle una forma<br />
d'antica confessione <strong>di</strong> martiri (come fe-<br />
ce Gregorio XVI e rinnovò più grande<br />
l'io IX), dovea chiudersi la cappellina e<br />
tornare la basilica nella sua intera inte-<br />
grità, pelsuoimico e singolare pregio che<br />
la <strong>di</strong>stingue dalle altre chiese patriarcali,<br />
non che da quelle <strong>di</strong> tutto il mondo, <strong>di</strong><br />
non avere confessione, vale a <strong>di</strong>re san-<br />
tuario <strong>di</strong> reliquie <strong>di</strong> santi sotto la mensa,<br />
perchè il suo grande santuario è l'altare<br />
ligneo <strong>di</strong> s. Pietro. Nel <strong>di</strong>sastro ricorda-<br />
lodelI'Syg, rovinò il ciborio,egli altri or-<br />
nauìenti dell'altare nella più parte restarono<br />
<strong>di</strong>strutti. Dipoi compita la rie<strong>di</strong>fi-<br />
cazione della basilica nel 908, regnando<br />
Sergio i 1 1, e per sua munificenza con nuo-<br />
vi ornamenti d'oro e d'argento, con ci-<br />
borio <strong>di</strong> stupendo lavoro tempestato <strong>di</strong><br />
gioie, in questa congiimlura si crede che<br />
fossero riportate nell'altare della basili-<br />
ca le altre ss. Reliquie, ma le ss. Teste si<br />
lasciarono nell'oratorio del patriarchio,<br />
che avea preso il nome <strong>di</strong> Sancta Saii-<br />
cloriim e lo ha ancora. Questo titolo gli<br />
derivò dalle ricordale ss. lieliquie depo-<br />
stevi da s. Leone HI, le quali chiuse in<br />
un'arca <strong>di</strong> cipresso, questa avea l'iscrizione<br />
<strong>di</strong> Sancta Sane torum. Restò dunque<br />
all'oratorio il classico titolo, coraechè<br />
<strong>di</strong>venuto cospicuo santuario, sia per l'ita-<br />
luagine acheropila del ss. Salvatore, sia<br />
per le Teste de'ss, Pietro e Paolo, sia pel<br />
numeroecomplessodelless. Reliquie che<br />
visi veneravano, e tenuto quin<strong>di</strong> il luogo<br />
piùsantoepiù venerabile <strong>di</strong> tutto il mondo.<br />
Essendo l'antica cappella <strong>di</strong> Sancta<br />
Saiicloruni co' detti 3 altari e più vasta<br />
dell'o<strong>di</strong>erna, nel voi. LXII, p. 60, 70 e<br />
83, non che ne'molti luoghi relativi, de-<br />
scrissi le solenni pontificie funzioni, sagre
4o TES<br />
ceiemonie e feste che vi cclebiaioiio i l'a-<br />
pi, inclusivameiile alla bene<strong>di</strong>zione degli<br />
ylgniis Z>('/{de'quali i ipiii laiaSuPERSTi-<br />
2I0NE, perchè a questa la Ciiiesa \\ sosti-<br />
tuì), rinnovata da ultimo dal Papa che<br />
regna (munifìcù col santuario della Sca-<br />
la salila, per quanto riferii in quell'ar-<br />
ticolo, e nel voi. LXVlI,p. i o5, ed in altri<br />
luoghi). Una <strong>di</strong> esse era quella del vener-<br />
«Pi santo, nel quale dall'altare de'ss. Pie-<br />
lioe Paolo, rompendosi i<br />
sigilli, .siestiae-<br />
\ano le loro ss. Teste, insieme a óiit Ciò-<br />
ti, e dal Papa si davano a baciare a'car-<br />
limali ed a tutti gli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> coloro che<br />
intervenivano, e poi ripoi.eva le ss. Teste<br />
e una Croce nel suo luogo, che lornavasi a<br />
.vigillare, e l'altra Croce presa da un car-<br />
<strong>di</strong>nale prete con essa in processione antlavano<br />
nella basilica <strong>di</strong> s. Croce in Gelusalcmme,<br />
ove si rendeva solenne ado-<br />
1 azione alla medesima. INella festa dell'E-<br />
saltazione della ss. Croce, il Papa ficeva<br />
la stessa e>«tiazione, consegnoi.do a' car-<br />
<strong>di</strong>nali le ss. Teste, e il legno vivifico della<br />
vera Croce, per trasportarsi alla vicina<br />
chiesa <strong>di</strong> s. Silvestro 1 presso la basilica,<br />
onde venerarsi dal Papa^da' car<strong>di</strong>nali e<br />
dagli altri, in<strong>di</strong> processionalmente i car-<br />
<strong>di</strong>nali preti Seniori poi lavano le ss. Te-<br />
ste nella basilica Lateranense, e scalzi ri-<br />
tornavano nel palazzo a riporle nell'oia-<br />
torio.iSello slesso voi. LXll, a p. 62, con<br />
Giovanni Diacono, notai le copiose e in-<br />
fcigni reliquie che nel 1 1 59 si veneravano<br />
nella cappella <strong>di</strong> S'anela Saiicloìiun. per<br />
felenco che lòrmò d'oi<strong>di</strong>ned'Altssandro<br />
III, comprese le ^s. Teste, ed a p. 69 re-<br />
gistrai (juelle non riportate dal dello scrit-<br />
tore. Tornato Filippo 11 Augusto dalla<br />
ciociata <strong>di</strong> Terra santa, fu ricevuto in Ko-<br />
nia da Celestino 111, il quale gli lece que'<br />
doni che accennai nel voi. LI, [). G9, e gli<br />
lece nwjstrare le ss. Teste de'ss. l'ietro e<br />
i'aolo, ed il l'ollu sanlo. Innocenzo 111<br />
dell 198 nell'arma<strong>di</strong>o io cui erano ripo-<br />
ste le ss. Te>le,(ece lavorare due sportelli<br />
<strong>di</strong> metallo colle medesime scolpile,
TES<br />
clune rislrelta l'ai-ea e l'aulica forma, e<br />
riiiuliiiise iiicasse d'argento. Pare che cle-<br />
liic.isse il nuovo ontloi io, ollrecliè al suo<br />
titolare s. Lorenzo, anche al ss. Salvalo-<br />
1 e, etl ci'ss. Pietro e Paolo, essendovisi fat-<br />
to (li|iinf;cie in attodoifiiie una chiesa a<br />
s. Piclio, oltre l'iininagine <strong>di</strong> i|uesti e tli<br />
s. Paulo in musaico. Con altri <strong>di</strong>pinti fece<br />
esprimere le gesta e inariirio d' am-<br />
he<strong>di</strong>ie, e i fatti rigtiaidaiiti le ss. Teste, e<br />
fra <strong>di</strong> esse una Croce, essendo quella <strong>di</strong><br />
s Paolo alla destra per quanto <strong>di</strong>chiarai<br />
ne' \o\. LUI, p. 22 e 23, LX Vi, p. 93 e<br />
svj^.Aìccuiìo
4o T E S<br />
ceiemonie e feste che vi celebiaiono i Pa-<br />
pi, iiiclusivaiuenle aihi bene<strong>di</strong>zione defili<br />
j-lgmis 7J
T E S<br />
tlone lislrelta l'area e l'antica forma, e<br />
rincliiuse incasso d'argento. Pare che de-<br />
tlicasse il nuovo oruloi io, oltreché al suo<br />
titolare s. Lorenzo, anche al ss. Salvato-<br />
re, ed a'ss. Pietro e l^aolo, esseudovisi fat-<br />
to <strong>di</strong>pingere in attoduilVire luia chiesa a<br />
8, Pietro, oltre l'immagine <strong>di</strong> questi e <strong>di</strong><br />
s. Paolo in musaico. Con altri <strong>di</strong> pai ti fece<br />
esprimere le gesta e martirio d'am-<br />
bedue, e i fatti riguardanti le ss. Teste, e<br />
fra <strong>di</strong> esse una Croce, essendo quella <strong>di</strong><br />
s. Paolo alla destra per quanto <strong>di</strong>chiaiai<br />
ne' voi. LUI, p. 22 e 23, LXVI, p. 98 e<br />
seg.,<strong>di</strong>cendode'i.S7;i,'77// /vo/^/Z/Mz/j-dappoi-<br />
chè in tal modo in quelli <strong>di</strong> piombo del-<br />
le hoilc pontificie, sono rappresentate le<br />
Teste de'ss. Pietro e Paolo, per <strong>di</strong>mostra-<br />
re i Papi con pubblica e solenne testimo-<br />
nianza il loro speciale cullo alle medesime,<br />
ila Papa s. Paolo 1 in poi
4i T lì S<br />
<strong>di</strong>, il quale ligiiar<strong>di</strong>uxlo la tlignilà papale<br />
come esilialii ni eli lella d'argento in due<br />
vasi simili le Teste de'ss. Pietro e Paolo,<br />
e tulio commosso <strong>di</strong> <strong>di</strong>vozione ne fecel'o-<br />
stensione al popolo romano accorso nel-<br />
la sottoposta piazza. Poscia le fece mostra-<br />
re dal car<strong>di</strong>nal Guglielmo de Soiidrc ve-<br />
scovo d'Oslia e Vellelri e dal car<strong>di</strong>nal Ni-<br />
coli) Cr/y^orr/ vescovo d'Urgel (non <strong>di</strong> Ver-<br />
celli come <strong>di</strong>versi pretesero, non trovan-'<br />
d(jlo alfatto tra' vescovi <strong>di</strong> Vercelli iiel-<br />
V/talia sacra dell'Ughelli, uè nella Serie<br />
cronologica de\'csco\'i del cali. Duna;<br />
errore che rimarcò anco il Caidella, nelle<br />
Memorie xtoriche de car<strong>di</strong>nali). Tra<br />
le testimonianze prodotte da Cancellieri<br />
sulla ostensione delle ss. Te-ile,osservo non<br />
poche coiilrad<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> date, pe' <strong>di</strong>versi<br />
tempi in cui si fecero, ed anco altri er-<br />
rarono con anacronismo. O tre 1' Osten-<br />
sione descritta, si ricor<strong>di</strong> (juella del 1.<br />
marzo 1 368, che altri <strong>di</strong>cono meglio fal-<br />
la a' 5, nella quale il Papa mostrò al po-<br />
polo il capo <strong>di</strong> s. Pietro, con inesplicabile<br />
allegrezza, ed il car<strong>di</strong>nal Capocci il capo<br />
<strong>di</strong> s. Paolo. In<strong>di</strong> Urbano V volle che le<br />
!»s. Teste fossero <strong>di</strong> nuovo sigillate, co'si-<br />
gilli de'cai<strong>di</strong>nali Rinaldo Orsini e A/ar-<br />
co da f iterbo, non che dal senatore <strong>di</strong><br />
Uouia Biagioo Blasco<strong>di</strong> Fernando<strong>di</strong> Bei-<br />
viso (parente del celebre car<strong>di</strong>nal Albor-<br />
noz, poi aiari;hese d' Ancona, rettore <strong>di</strong><br />
Bologna e duca <strong>di</strong> Spoleto). Intanto il Pa-<br />
pa volendo restituire alla [)ubblica vene-<br />
iazione le ss. Teste, con riportarle alla<br />
b.isilica Laleraneiisc, or<strong>di</strong>nò che per lora<br />
nobile e decorosa cuslo<strong>di</strong>u si lavorassero<br />
ilue mezze slalue o busti d'argento, ilei<br />
[leso <strong>di</strong> I 700 marche per ciascuno ( 1 200<br />
<strong>di</strong>i:ono bahleschie Cresciiubeiii), e che la<br />
inedesime fossero adornee ricche <strong>di</strong> molte<br />
pietre preziose. In pan tempo commise eoa<br />
un breve a Giovanni dì Sleiaiio da Siena<br />
archilello e scultore (secondo l'asserto del<br />
dolio artlieolouocomujeuJ.i'. li. \ isoou-
T E S<br />
li, clie inoltre riferisce aver coiulotto pu-<br />
le litvoii tli soultiira nel tliioiuo crOr\ie-<br />
to, ilu\esi iioniiiia iiiqiiulità il'iucliileKo<br />
neh 370, e [jerciò poleie ancora avere e-<br />
seyuilo sculture pel lalieriiacolo. Iti filli<br />
Iffjjf^o uella Storia del duomo d'Orvieto<br />
j<br />
<strong>di</strong> 1 p. \ alle, le sue iiolizie a (), i 1 7, 1 1 8<br />
e 286, che ili." agosto I 367 h\ preso ti. il-<br />
ju fabbrica per aichilello cellissime gemme preziose. 11 valo-<br />
re ile'tjuali doni ascese a 3o,ooo liorini.<br />
Queliti insieme all' argento, all'oro, alle<br />
alti e gioie de'<strong>di</strong>ie busti, secondo il comune<br />
[iireie fu <strong>di</strong> 3oo,ooo (iorini <strong>di</strong> came-<br />
la. l^erò la complessiva valuta più [)ro-<br />
liahile fu stimata i5o,ooo liorini, ossia<br />
3o(),ooo scu<strong>di</strong>. Comjìito il lavoro de'bu-<br />
sli lui gennaio 1 SGg.altri<strong>di</strong>cono nel i Syo,<br />
ed a' i5 o 16 aprile, furono portali nel<br />
\ alleano presso il Papa (e Maiangoni the<br />
con errore tipografico riporta al 1 3q4 l'inveiizione<br />
delle ss. Teste falla da Urbano<br />
iV, <strong>di</strong>ce eh' egli slesso nei palazzo V'ali-<br />
jcauo volle assislere alla <strong>di</strong>sposizione delle<br />
gioie sulle gran<strong>di</strong> mt^ze statue, e ue'cuu-<br />
T E S 43<br />
cavi delle loro teste collocò i Capi de'ss.<br />
Pietro e Paolo). In pari tempo dalla cap-<br />
pella <strong>di</strong> Sa lieta Sanetoi-ia/i furono est rat-<br />
te le ss. Teste dall'altare <strong>di</strong> s. Ijoreii/o,<br />
da'car<strong>di</strong>iiali Francesco Te!>àldesrìii,V\Q.<br />
tro Roger Jllonstrio arciprete della ba-<br />
silica Lateranense e poi Gregorio XI, e<br />
Rinaldo fV.v7/jz,coirassislenza del vicario<br />
del Papa Giacomo IMuti (Papazzurri) ve-<br />
scovo d'Arezzo (il Ponzetti, D
4'i T E S<br />
Cionìnlc <strong>di</strong> Ronui, <strong>di</strong> cui parlerò in fi-<br />
ne, si coinniisero alcuni efjiiivoci, clie ini<br />
j'Oi t;i esaminare. L()$leinin;i posloal fian-<br />
co deirailare, nel lato (l(ir«'pislola,<strong>di</strong> nie-<br />
talluduralo,Misostìliizione rect^nle<strong>di</strong> (|iif I-<br />
lo inariiKH eu della thic^a romana, si <strong>di</strong>sse<br />
dai CìornnIe.dt\ car<strong>di</strong>nal J^rifcglio giti<br />
iTu'ie ranicilciìgo. Invece lo slenuua <strong>di</strong><br />
cpiesli, (li cui riparlai nel voi. IH, p. iqi<br />
e 202, si lornia <strong>di</strong> 3 glol)i o polle e <strong>di</strong> 3<br />
Meiie,<strong>di</strong>\ive nella mela della lari;a danna<br />
shaira. Lo stemma egmiie de'dne Agri-<br />
foglio, 2Ìo e nipote, dal Ciarconio, l itac<br />
J'niìt. et Card., si ripui la nel t. 2, p. 5o6<br />
e 5G6: il giimioiecoinecanierieiigo<strong>di</strong> Urlano\<br />
forsepoteva [lerciòavere laleoiioie.TiiUa\olla<br />
essendosi da meesaminalo<br />
(jueslo pnnio<strong>di</strong> aral<strong>di</strong>ca, e gli stemmi de'<br />
carilinali,piiieclie taieslenuna a|iparlen<br />
ga piollosioaUnnnonnnalocai<strong>di</strong>nal Ugo<br />
iiogf /'.imperocché I aniicoe ricordatoorramento<br />
marmoreo dellaltareavea dalla<br />
parlecliegiiarila la nave grande gli sleoi-<br />
nii <strong>di</strong> r.regorioXI, <strong>di</strong> Ui L'ano V e del car<strong>di</strong>nal<br />
L'go /l'ogT/- scolpili in marmo. Ora<br />
limosMi lede opera per sostituirvi l'idlra<br />
file poi<strong>di</strong>i ò,fpiellodeiyii'ogr7 invece fu ese-<br />
gnilo in metallo doralo e [insto nel suildtt-<br />
lo fìdnco dell'aliare: antoreliè non si cre-<br />
dette del A'oijr/".ma dell'. /g^/'//òg^//o.tn Ita-<br />
vi;! lostemtna èdel/tOi^rv.H V\\\mi\^Fasù<br />
Caì<strong>di</strong>ìu<strong>di</strong>itnì, riproducendone gli>temliii,concorda<br />
con quelli <strong>di</strong>Ciacconio.LV//-<br />
ì uin <strong>di</strong> liomn, a-<br />
triat rum laelilia. Laonde osserva Can-
TE S<br />
CpUicri, qneslo fu ih." Papa solfo <strong>di</strong> cui<br />
si Ila memoiirt <strong>di</strong>e s' iiiconiincinsse l'uso<br />
tli mosti are soleiinemeiile le ss. Teste nel-<br />
la basilica. Nel 1889 Boiiilucio IX poco<br />
dopo li» sua elezione, colla bolla Sincera<br />
devo/io, e poscia colia bolla QuaiiKiiinin<br />
luiìversìf! Orhis Erclcsiac, <strong>di</strong>chiarò clie<br />
nella chiesa Lotcìaneiise, capo <strong>di</strong> tulle le<br />
altre <strong>di</strong> Roma e del inondo, si conservavano<br />
con ogni venerazione i<br />
Capide'due<br />
jirincipi degli A postoli. Nel 1 4 ' o [tortalo-<br />
si in Roma Luigi il le<strong>di</strong> Sicilia, a'2 1 set-<br />
tembre col legalo tii Giovanni XX 111 as-<br />
sente, e con molti baioni <strong>di</strong> casa Orsini,<br />
si reco a visitare le ss. Teste; ostensione<br />
ripetuta a'i4 mar70 1 1 4 4 ^'' '^^ •'"P*'*"^'<br />
tore Veiueslao VI re<strong>di</strong> Boemia. WartmO<br />
^ Colonna, già canonico e arciprete del<br />
la basilica Laleranense, riidzò il suo pavimento<br />
nella nave <strong>di</strong> mezzo d'opera a-<br />
lessandrina ad intarsio, leggiadraiuenle<br />
<strong>di</strong>sposto in vari compartimenti ili piccole<br />
pietre a <strong>di</strong>versi colori, che fanno bellissimo<br />
elTelto; tolse gli amboni forse <strong>di</strong> Ser-<br />
gio 111, l'altare <strong>di</strong> s. AbiriaìMaddalena e il<br />
coro de*canonici,che essenilo iiin;mzi l'ai-<br />
tale papale, ne impe<strong>di</strong>vano la vista com-<br />
pleta, e perchè meglio si godesse isolato<br />
il soM-astante tabernacolo e il ciborio che<br />
lo circonda. Inoltre e come <strong>di</strong>ssi nel voi.<br />
LXIV, p. io5,e alti ove, nella basilica Mar-<br />
tino V fece altre opere, fra le quali pose<br />
sullo il propinquo tabernacolo delle reli(piie<br />
da lui eretto, e sopra l'altare, una<br />
s. Maria Maddalena, forse per memoria<br />
«lei rimosso altare, e per <strong>di</strong> <strong>di</strong>etro il pro-<br />
prio ritratto in ginocchio, ambo <strong>di</strong>pinti<br />
da Scipione Gaetiìno. Trovo poi nel Bai-<br />
deschi e Crescimbenijche il quadro <strong>di</strong> s.<br />
Maddalena fu posto ad altro suo altare e-<br />
relto nella sagrestia debenefìciali dal ca-<br />
nonico Fui \ io Orsini, <strong>di</strong>e morendo nel<br />
1600 vi volle essere sepolto innanzi. 11 <strong>di</strong>a-<br />
rista Gigli riferisce. «Le reliquie de'Sanli<br />
stavano prima in altro ciborio, a niano<br />
destra <strong>di</strong> quello degli Apostoli, fatto già<br />
«la Papa Martino V,il ritratto del quale<br />
in atto d'orare, sta <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong>etro il me-<br />
T E S 4?<br />
de»imo ciborio; et questo poco tempo fa<br />
(nel declinar del 1 649 circa), è slato <strong>di</strong>-<br />
sfatto nella nuova restaurazione d'Inno*<br />
cenzo X." Adunque per tutto il narrato<br />
sembra spiegato, <strong>di</strong>cono alcuni, perchè in<br />
alcuni luoghi del tabernacolo Uibaniano<br />
si videro alcuni stemmi de'Colonnesi: io<br />
però nelle accurate indagini che feci sul<br />
monumento, come ora trovasi, non mi fu<br />
dato vederne alcuno. Divotissimo Martino<br />
V delle ss. Teste, morendo nel 1 43 l<br />
or<strong>di</strong>nò che si tumulasse avanti le medesime,<br />
e crederono tliversi Sicritlori e Can-<br />
cellieri, che si fosse ciò eseguito e collo-<br />
cato nel deposito <strong>di</strong> mai n»o e bronzo, scol-<br />
pito da Simone fratello <strong>di</strong> Donatello, e<br />
da Antonio l'^ilarele fiorentini, scultori e-<br />
zian<strong>di</strong>o delle superbe porte <strong>di</strong> bronzo del»<br />
la basilica Vaticana, come alfenna Vasa-<br />
ri, il cui <strong>di</strong>segno circoud ito da architet-<br />
ture e ornato <strong>di</strong> sue medaglie, fi a le (piali<br />
una colle ss. Te»te, riporl 1 il citato Ciac-<br />
conio a p. S^B. Nell'opera magnifica con<br />
bellissimi i-aini. La patriarcalr basilica<br />
Tjnteraneiìse ilhistrnln per cura <strong>di</strong> A-<br />
gostiìio T^alc litiIli, ^onvA 1 83 4, il <strong>di</strong>segno<br />
del monumento si riporta nel t. 1, tavola<br />
3?. Come notai nell'articolo Chiesa bis,<br />
Giovanni in Laterano, la descrizione e<br />
illustrazione dell'encomiata opera è stu<strong>di</strong>oso<br />
lavoro del eh. Filippo Gerar<strong>di</strong>. Ma<br />
per quanto narrai nel vol.LXIV,p. io5<br />
e >eg., pare che il magnifico deposito non<br />
sia che un cenotafio, e le miericercheon-<br />
de stabilire il luogo dove fu sepolto, in-<br />
contrarono l'approvazione <strong>di</strong> qualche per-<br />
souiiggio e altri antichi ecclesiastici appar-<br />
tenenti alla basilica, dopoché fu pubbli-<br />
cato il detto volume, e ad onta delle ossa<br />
che vi furono collocale dentro nel recen-<br />
te trasferimento del deposilo.<strong>di</strong> che pai le-<br />
ròa suoluogo,lecjuali non si ritengono per<br />
le identiche del Papa. Si vuole <strong>di</strong>e Mar-<br />
tino V fosse sepolto da un lato del taber-<br />
nacolo, cioè nella cappella de'ss. Filip[»o e<br />
Giacomo <strong>di</strong> sua casa Colonna, a desti a dell'attuale<br />
cappella del coro d'inverno. Venendo<br />
poi murata la cappella,sicrede ra-
48<br />
T E S<br />
gionevolmenle <strong>di</strong>e le sue «pni^lie movlnli<br />
si tias|)Oi fiissero con (|uclle ilfgli iilti i Co-<br />
loimesi in taleciippella del coro, ncll'allra<br />
sepoltura gentilizia ili sua illustre casa(l'u-<br />
Ila e l'altra eretta dal cai<strong>di</strong>nalAscanio Co-<br />
lonna, che assetino 1 1 lampade d'argento<br />
pei pel ne alle ss.Tesfe,conie narrai nel luo-<br />
go citalo, pio esempio iniitalo dal beneficialo<br />
Girolamo Tciccalcielo, il cpiale donòi2<br />
lampade d'ottone ben lavorate pe'<br />
giorni feriali: contribuì pure all'erezione<br />
della cappella il contestabile d.Fili[)po Co-<br />
lonna, elle ivi innalzò alla moglie un son-<br />
dello essere Martino V sepolto nella cap-<br />
pella <strong>di</strong> padronato della sua famiglia; e-<br />
pi£:rafe favoritami dal eli. mg.' Pio ÌMar-<br />
linucci 2.° prefetto delia bil>lioteca Vaticana.<br />
Epytapliium Diìi Martini Pape<br />
Quinti obiit auteni ano Diii \^'6\ dn-fc-<br />
hriiarii xxii, compositimi per clarissi-<br />
ìiiutn viruni <strong>di</strong>ium Antouiumde Luschis<br />
dniPapcsecrctariwn.-Sunimwn in gen-<br />
ie dcciis , genuil qiicni clara Colunine-<br />
Stirps antirpia, potejis, romani magna<br />
senatu.9 - Etpars fida piis,acquintus ab<br />
or<strong>di</strong>ne Papa-JIic Martinus crai; pro-<br />
prio epa membra sacello - Et superis alìimani<br />
terris per lustra politus - Red<strong>di</strong><strong>di</strong>lj<br />
iitfaeta est sevis iam pena ij ramnisj<br />
- Coniposiùt iustosjct mun<strong>di</strong> regna<br />
redegit-El i'irlute sua pacato vijcit in<br />
orbe. Apprendo dal Bonamici, Pont. E-<br />
pist. Scriplorilnis, p. iyo,edal Marini,<br />
Archiatri Pontificii, 1. i<br />
1 , p. 87, t. 2, p.<br />
!o3 eiio, che Antonio Loschi vicentino<br />
fu illustre segretario apostolico, <strong>di</strong>cin-<br />
rpie o sei Papi successi vaineiite,cominciando<br />
da Gregorio }v II, Alessandro V, Mar-<br />
tino V, Eugenio IV, ec, e tanto <strong>di</strong>stinto<br />
scrittore e poeta latino, che Lorenzo Valla<br />
l'antepose a Bartolomeo Poliziano. Eb-<br />
J)e a fratello Francesco, dotto giurecon-<br />
sulto, poeta, oratore e segretario <strong>di</strong> Pio<br />
T ES<br />
TI: a figlio il canonico Nicola poefa <strong>di</strong> valore.<br />
A '3 I maggio i 43 ' ft:s'
T E S<br />
bencliò avesse giurato al governatore tli<br />
Roma <strong>di</strong> nulla sapere, fu convintoci rei-<br />
tà, e co' beneficiali costretti a confessare<br />
tutto, furono degradati nell'altare mag-<br />
giore <strong>di</strong> s. Maria d'Araceli, e da Anilrea<br />
de Castro vescovo d'Osimo e vicario del<br />
Papa, condannati a morte esemplare, dopo<br />
essere stati per 3 giorni e 3 notti tra<br />
la continua pioggia, in 3 gabbie <strong>di</strong> legno<br />
poste su alte travi a piazza <strong>di</strong> Campo <strong>di</strong><br />
fiore. Pertanto a' i 8 settembre, il cano-<br />
nico fu posto a cavallo d'un asino con in<br />
capo una mitra <strong>di</strong> carta co'<strong>di</strong>avoli <strong>di</strong>pinti<br />
e colla faccia rivolta alla coda; e i due<br />
beneficiati legati in due tavole <strong>di</strong>etro al-<br />
lo zio, furono alle code <strong>di</strong> due asini stra-<br />
scinati per la città fino alla piazza Lateranense.<br />
Ivi Nicola <strong>di</strong> Val montone, come<br />
meno reo, fu impiccato all'albero dell'olmo<br />
cbe stava nella medesima. A Garofa-<br />
lo e Capocciola fu troncata la mano dritta<br />
e per memoria furono chiavistellate nel-<br />
le pareti della torre presso l'olmo, accanto<br />
all'opera <strong>di</strong> metallo, che pare fosse stata<br />
la' famosa Lupa <strong>di</strong> bronzo clie allora a-<br />
dornava la piazza colla simile statua eque-<br />
stre <strong>di</strong> Marc'Aurelio; in<strong>di</strong> ferrali insieme<br />
ad un legno, furono ambedue arsi col fuo-<br />
co. Tutto ricavai dalle 3 relazioni de'<strong>di</strong>a-<br />
visti contemporanei pubblicate dal Sore-<br />
sino e da Cancellieri. Se non che, riscontrando<br />
il p. Casimiro da Roma, Memo-<br />
rie della chiesa <strong>di</strong> s. Maria d'Araceli,<br />
egli riporta i veri nomi de' delinquenti,<br />
tratti dall'archivio Lateranense, comesegue:<br />
Domiiiicus de Tito Capocciola Apulns,<br />
Joauues Christophorus Garofalus<br />
Castri Vallis Montanae, Nicolaus<br />
Andreuccius de Peroscia ex eodem Ca-<br />
stro. Il car<strong>di</strong>nal Foschi, ch'era allora ar-<br />
ciprete della basilica, in un muro <strong>di</strong> es-<br />
sa, presso la cappella Ceci vicino al taber-<br />
nacolo, a terrore<strong>di</strong> tutti e m perpetuade-<br />
testazione <strong>di</strong> sì orribile sacrilegio, ne fe-<br />
ce <strong>di</strong>pingere la formidabde punizione; la<br />
pittura vi rimase sino al 1587, ma il <strong>di</strong>-<br />
segno si conserva nell'arcliivio. L'indegna-<br />
zione contro i malfattori fu tanta, che bi-<br />
VOL ixxv.<br />
T E S 49<br />
sognò concedere al popolo romano <strong>di</strong> sa-<br />
lire sul tabernacolo, perchè ognuno po-<br />
tesse accertarsi co'propri occhi, che tut-<br />
te le gioie e perle erano stale rimesse ai<br />
loro antichi siti. Per altro le ss. Teste re-<br />
starono illese e intatte, non essendo sta-<br />
te mai rimosse dairinterno del tabernacolo<br />
in cui furono collocate da Urbano<br />
V; anzi il deplorabile avvenimento sor-,<br />
ve <strong>di</strong> confutazione alla traduzione grec
So<br />
TES<br />
\issuli, e loro mancando si devolvesse la<br />
cura a i o ( hlerici cilla<strong>di</strong>ni roDiani,a'(jua-<br />
Jì <strong>di</strong>e il lilolo<strong>di</strong> rrohUori delle ss. Ile-<br />
liijuic. assegnando loro uno stipen<strong>di</strong>o dal-<br />
la camera aposlolicn. Con altra bolla poi<br />
de'i 5 gennaio I 44'^-^^S''"'^<br />
'^' piescris<br />
se il mudo con cui doveano cnslo<strong>di</strong>rsi e<br />
moslrarsi le ss. Teste, e le ss. l'.elicpiietlie<br />
alloia si consci vavano in un aliare contiguo,<br />
con)e lo ricordai parlando<strong>di</strong> Mar-<br />
tino V, con altra bolla ripetendo gli encomi<br />
<strong>di</strong> questi sagri tesori. A' 22 marzo<br />
i452rederico 111, dopo avere ricevuto la<br />
corona im[)ericile in s. Pietro da Nicolò<br />
V, portatosi con pomposa cavalcata alla<br />
bas<strong>di</strong>caLateraneuise, fu condotto sino al-<br />
l'altare maggiore CajntumJpostolorunì,<br />
ed ivi venne fatto canonico della basili-<br />
ca, venendogli imposta dal priore gene-<br />
rale de' canonici regolari la cotta, la cap-<br />
pa e la berietla, e dato un ducato, <strong>di</strong>stri-<br />
buzione <strong>di</strong> (juel giorno, nel modo che nar-<br />
rai nel voi. X\ li, p. 220 e altrove. Al-<br />
lorquando Pio 11 neli4C2 con sontuosissima<br />
Processione (J .) si lecòfinoa Pon-<br />
Ic j)lil\ io a ricevere la donata lesta ilei-<br />
rajjostùlo s. Andrea, per accrescerne la<br />
splen<strong>di</strong>da pompa voleva condurvi i Capi<br />
de'ss. Pietro e Paolo, ma non potè ese-<br />
guirsi la religiosa idea, perchè i loro bu-<br />
sti non si potevano levare dal Inbernaco-<br />
lo senza guastai lo e senza esporli a per-<br />
dere quiilclie gemma, ed anco pel gran<br />
peso dell'ai gent(j,ch'egli <strong>di</strong>cene'suoirom-<br />
rnenUiii ascendere a piia<strong>di</strong> 4^00 libbre,<br />
ed ancora per la <strong>di</strong>nicoltà <strong>di</strong> segare e <strong>di</strong><br />
muovere i ferri co' (piali erano fermati.<br />
Onde si contentò ordì iiare,che quando fos-<br />
se occorso portare la mattina in proces-<br />
sione la testa <strong>di</strong> s. Andrea fratello <strong>di</strong> s.<br />
Pietro, nelle ore pomeri<strong>di</strong>ane si dovesse-<br />
ro mostrare i Capi de'ss. Pietro e Paolo<br />
nella basilica Lateranense. Nel 14^»^ 'o'""<br />
nato Federico 111 imperatore in Pioma,<br />
nell'ultimo dell'anno si recò con Paolo II<br />
alla basilica Laleianense, e me<strong>di</strong>ante un<br />
tavolato e scala <strong>di</strong> legno ambedue enti a-<br />
lono De'caocelli Ita'quali erano le s-.. Te-<br />
T E S<br />
ste, e l'imperatore si gettò a terra e bat-<br />
tendosi il petto con gran <strong>di</strong>vozione <strong>di</strong>sse<br />
3 orazioni; poi il Papa gli mostrò tutte le<br />
gioie e pie tre preziose de'busti, rimai can-<br />
dosi che lo smeraldo che il Papa teneva<br />
in <strong>di</strong>to, somigliava a quello piìi bello del<br />
triregno <strong>di</strong> s. Pietro. ZSel dì seguente si<br />
restituì Paolo 11 coirimperaloie alla ba-<br />
silica per la festa della Circoncisione, e Fe-<br />
derico 111 in mezzo alla chiesa nel fal<strong>di</strong>-<br />
storio presso quello del Papa con singo-<br />
iar pietà venerò le ss. Teste e poi mol-<br />
te altre insigni reliquie d'altri santi. Si-<br />
sto IV colle bolle Quainvis del i47'>> e<br />
QnamqìKtin deli 4^3, fece comineiuora-<br />
zione cle'Capi de'ss. Pietro e Paolo, con-<br />
servati e venerali nella basilica Lntcra-<br />
nense sua sposa, specchio e capo <strong>di</strong> tot.<br />
te le chiese. A'26 agosto 1492 hioni476<br />
come [ter ei rore tipografico leggesi inCan •<br />
C(llieri), all' anticliissiiiie ceiemonie del<br />
Possesso de' Papi [T .) nella basilica La<br />
leranense, per Alessandro VI s'incomin-<br />
ciò ad aggiungere la particolare ostensio-<br />
ne delle ss. Teste. Onde Cancellieri a p.<br />
53 della Storia de' possessi [f>\e ancora<br />
molle nozioni riporta su queste s
T E S<br />
gramenlosolennenjeiile esposto nella cap-<br />
pella del ss. Crocefisso e tleltu ili s. Seve-<br />
per ;l]è e<strong>di</strong>ficala dal car<strong>di</strong>nal Saiilo-<br />
iio aicivescovo deiroinoniina citlà, in<strong>di</strong><br />
risale in della se<strong>di</strong>a, ne cala per venera-<br />
re le ss. Teste, poi si ripone sulla gesla-<br />
toria, dalla quale <strong>di</strong>scende perorare in-<br />
nanzi l'altare principale. E tjui aggiunge-<br />
rò, che per la fesla dell'Ascensione il l'apa<br />
, i car<strong>di</strong>nali e tutti quelli che hanno<br />
luogo nelle cappelle pontificie, dopoché<br />
il car<strong>di</strong>nale autoiizzato con apposito bre-<br />
ve, prò iiìiica \i'cc tantiiin, ha celebrato<br />
la messa nell'altare papale, passano a ve-<br />
nerare le ss. Teste con cortine aperte; il<br />
che ha pur luogo per la cappella dell.t fe-<br />
sta della Natività <strong>di</strong> s. Gio. Ballista, ina<br />
dopo <strong>di</strong> avtMe veneralo il ss. Sagi amen-<br />
to e perciò avanti la messa. Per la fesla<br />
<strong>di</strong> s. Gio. Battista del 18 55 fu stabilito,<br />
che il Fapa,i car<strong>di</strong>nali, i prelati e gli al-<br />
tri che hanno luogo iii cappella, non più si<br />
dovessero recare nelle funzioni della ba-<br />
silica Lateranensein sagrestia; ma entra-<br />
ti nel propinquo palazzo Lateraneiise, per<br />
la porta rispondente nella basilica, ossia<br />
quella che conduce alla loggia perla bene-<br />
<strong>di</strong>zione, si portassero nella temporanea camera<br />
de'paramenli o cappellone che formasi<br />
dopo la cappella Torlonia, da dove<br />
poi il Papa cogli altri si recasse a vene-<br />
rare il ss. Sagramento, esposto coll'alter-<br />
nativa «iella cappella Corsini e nella del-<br />
ta cappella del ss. Crocefisso, e quin<strong>di</strong> ad<br />
orare innanzi le ss. Teste, per poi passa-<br />
re al presbiterio dell' altare pontificio.<br />
Tutte le altre volte poi che il Papa visi-<br />
ta la basilica per sua <strong>di</strong>vozione colla sua<br />
corte, si tirano le cortine <strong>di</strong> seta cremisi<br />
che velano le ss. Teste. Nel voi. LV, p.<br />
265, riportai l'invito che i romani fecero<br />
ad Adriano "VI <strong>di</strong> recarsi dalla Spagna in<br />
Roma, <strong>di</strong>cendogli che non v'era cosa più<br />
gloriosa, grata e beata, che il venerare e<br />
baciare le ss. Teste de'principi deg!i Apo-<br />
stoli e quella <strong>di</strong> s. Andrea. E siccome io<br />
ebbi la consolante sotl<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> vene-<br />
rarle da viciuo e baciarle <strong>di</strong> votaineate lut-<br />
TES Ti<br />
te e tre, ivi mi godè l'animo <strong>di</strong> manìfe<br />
starlo con religioso giubilo, che qui cogli<br />
stessi sensi rinnovo lietamente; aggiun<br />
gendo quanto alle ss. Testede'principi de-<br />
gli Apostoli, che in quella circoslauza a<br />
scesi ancora alla cappellella del taberua<br />
colo, per vedere in essa da vicino gli o<br />
<strong>di</strong>erni busti de'ss. Pietro e Paolo, con mia<br />
gran compiacenza. Per mirabile li alto de!<br />
la <strong>di</strong>vina provvidenza, nel tragico, sacri<br />
lego e tremendo sacco <strong>di</strong> Ilo/ua del 1 ^ìy,<br />
in cui f<strong>di</strong>ono barbaramente depied.iti i<br />
sagri te(upli e le ss. Pieliquie, pure le ss.<br />
Teste furono rispellate, e rimasero intat-<br />
li i loro pieziosissimi ornamenti. Le vi-<br />
sitarono, neh 533 !Margheiila d'Austria,<br />
e nel 1 536 il suo padre Carlo V impera-<br />
tore. Paolo III a'25 giugno 1 537 si re-<br />
cò a celebrare la messa nella basilica, e<br />
poi si prostrò avanti le ss. Teste, per iin<br />
plorale il <strong>di</strong>vino aiuto ne' gravi bisogni<br />
della Chiesa colla me<strong>di</strong>azione de'ss. Pietro<br />
e Paolo. Pio IV non solo fece buona<br />
parte del soRìllo, e l'arco <strong>di</strong> travertino,<br />
sovrastante il ciborio, anticauieute chiamato<br />
del Salvatore per l'apparizione <strong>di</strong><br />
sua immagine quando s. vSilvestro I con<br />
sagrò la basilica; ma rialzò il pavimento<br />
della nave maggiore, onde per questo e<br />
per altro che ricorderò in seguito, cam-<br />
biò forma la cappellina sottoposta all'al-<br />
tare papale. Gregorio XIII nell'anno san-<br />
to 1575 fece mostrare più volte straor-<br />
<strong>di</strong>nariameule il f'olto sa/ito e le ss. Teste,<br />
ed altretlanlo praticarono <strong>di</strong> versi Papi<br />
negli Anni santi da loro celebrati. Di<br />
più fece ridorare a nuovo il ciborio e il<br />
tabernacolo.e tolse <strong>di</strong>nanzi all'altare mag-<br />
giore le suddette 4 colonne scanalate <strong>di</strong><br />
bronzo dorato, che vi avea collocato l'im-<br />
peratore Costantino I, e le p(jse per ornamento<br />
dell' altare del ss. Sagramen-<br />
to, che magnificamente compì poi Clemente<br />
Vili, rialzando inoltre il pavimen-<br />
to della crocerà. Questo Papaa'i4 g"'ignoi5q2,<br />
me<strong>di</strong>ante un palco e comoda<br />
scala <strong>di</strong> legno, volle entrare ne'cauoelli <strong>di</strong><br />
ferro del tabernacolo, per venerare più da
52 T E S<br />
\icino le ss. Teste. Quiiuli, afnncliì; tut-<br />
to il limilo restasse più def enlemcnle or-<br />
nalo, volle clic s'imlorassero le medesime<br />
ferrate, e che vi si ai^gimigesscro in<br />
prospettiva le immagini de' ss. Pietro e<br />
l'aolo in velluto rosso. Essendo la cappellina<br />
sotterranea <strong>di</strong>pinta con fioroni e un<br />
agnello nel mezzo, ed avendo sull'altare<br />
l'immagine del Sai valore con gloria d'an-<br />
geli, Clemente Vili vi operò alcuni ab-<br />
bellimenti. Nella predella o scalino del-<br />
l'altare papale fece eseguire 3 bellissimi<br />
quadretti a olio da Giovanni Balduccio<br />
Cosci fiorentino: in quello <strong>di</strong> mezzo e più<br />
grande espresse 1' ultima cena del Signore,<br />
ne'Iatera li s. Pietro che batiezza il Cen-<br />
turione Coiiielio, e Cristo che chiama a<br />
se s. Pietro. Questi quadrelli e ben inci-<br />
si si ponno vedere nella ricordala opera,<br />
La Patriarcali- basilica Lahranciisc il-<br />
lii.strafa. In seguito fuiono levali, e con<br />
r aggiunta <strong>di</strong> due altri esprimenti Anania<br />
e Zaflira <strong>di</strong>e per aver mentito muo-<br />
iono a'pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> s. Pietro, e il risanamento<br />
dello stor[)io da lui operato, si formò<br />
l'o<strong>di</strong>erno scalino delTaltare del coro del-<br />
la tribuna. Altro ne fu sostituito all'alta-<br />
le papale, poi rimosso iieirullima sua ri-<br />
duzione. Inolile Clemente \ Ili fece dal<br />
Cosci <strong>di</strong>pingere a fresco nella volta del ci-<br />
borio che sovrasta l'aliai e,le 4 Virtù car-<br />
<strong>di</strong>nali, e ne'4 mezzi lon<strong>di</strong> altiettante sto-<br />
liette de' fatti de' ss. Piilro e Paolo con<br />
gran <strong>di</strong>ligenza eseguili. Urbano Vili nel<br />
1624 tJi<strong>di</strong>nò che sopra al ciborio e nel<br />
tabernacolo in cui sono le ss. Teste, niuno<br />
vi potesse ascendere senza incorrere<br />
nelle censure; onde neppure a'soviani fu<br />
permesso entrare nel santuario, senza uu<br />
Ijieve pontificio derogatorio. Lo slesso Pa-<br />
j)a nel 1G29 convertì in indulgenza ()le-<br />
iiaiiii tulle le altre più limitate, conces-<br />
se da'pi tiiecessori a clii si porla a vene-<br />
rare le ss. Teste. Innocenzo X a vendo in-<br />
tiapieso la restaurazione della basilica,<br />
onde quasi da laterizia la tra'sformò in<br />
jnarniorea con architellure del cav, Bor-<br />
romino, neliG.'igda mg.' vicegeienle fé*<br />
TES<br />
ce visitarci busti e le gemme che gli ornavano,<br />
e da'suddetti Urbano e Benedetto<br />
iNIillini fece (are la descrizione de'me-<br />
desimi, e quella della struttura del cibo-<br />
rio e del tabernacolo. Intorno a questo<br />
ultimo il Papa fece eseguire una ringhie-<br />
ra <strong>di</strong> ferro dorato, con lampade dorale<br />
da ardere sempre, per mostrare al popo-<br />
lo le reliquie de' santi, le quali prima stavano<br />
in altro ciborio o tabernacolo fatto<br />
da Martino V, a mano destra <strong>di</strong> questo<br />
de'ss. A[)ostoli. Abbellì tutte le parti del<br />
tabernacolo che ne abbisognavano ,<br />
per<br />
cui fu posta un'iscrizione sui 4 lai' J' esso.<br />
Ps'el 16 )5,sotto Alessandro VII. venu-<br />
la a stabilirsi in B.oma la celebre regina<br />
Cristina <strong>di</strong> Svezia, visitò le ss. Teste, e<br />
nel suo soggiorno ripetè la sua venera-<br />
zione: altri sovrani che anteriormente e<br />
posleriormente fecero il simile, li ricorda<br />
Cancellieri.Alessandro Vllsi mostrò mol-<br />
to zelante del cullo delle ss. Teste, or<strong>di</strong>-<br />
nò il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> lutti gli ornamenti e la<br />
delineazione del ciborio e del lal)ernaco-<br />
lo, e poi fece indorare i cancelli <strong>di</strong> ferro<br />
con nobili intrecci <strong>di</strong> rami <strong>di</strong> quercia, fra<br />
i quali torreggiavano nel mezzo 3 mon-<br />
ti coperti d'oro, allusivi allo stemma <strong>di</strong><br />
sua casa Chigi, avendo arricchito la par-<br />
te interiore del tabernacolo da tulli 4 i<br />
lati con colline <strong>di</strong> velluto cremisi trina-<br />
te d'oro. Dipoi a'28 sellembre 1 G~6 vol-<br />
le salire egli stesso nello stanzino o cappellelta<br />
delle ss. Teste, e venerarle più da<br />
vicino. Inoltre nel 1GG7 or<strong>di</strong>nò che ne fos-<br />
sero custo<strong>di</strong> due canonici da eleggersi o-<br />
gni anno dal capitolo, i quali dovessero<br />
custo<strong>di</strong>re in sagrestia dentro una casset-<br />
tina e chiusa con due serrature, la eh la-<br />
ve del tabernacolo, che deve ritenersi dal-<br />
lo stesso capitolo, e 4 volte l'anno in cia-<br />
scuna domenica precedente la settimana<br />
de'qiiattro tempi, riconosceile e farle ri-<br />
pulire coH'intervento del iMaiii^iordonio<br />
che custo<strong>di</strong>sce la chiave del Papa, d'uno<br />
de'conservatoii <strong>di</strong> lioma (ora alla magi-<br />
stratura romana), e d'uno de' guar<strong>di</strong>ani<br />
<strong>di</strong> Sancla Sanctwum (poi devoluta al
TE S<br />
clenulalo ecclesiastico ùeW Ospedale del<br />
s.t. Siilvalorc ad Sanata Sanctoruin).<br />
Tanto il capitolo, quanto il maggiortlomo<br />
del Papa per questo, i conservatori<br />
<strong>di</strong> Roma, ed i guar<strong>di</strong>ani già ciascuno a-<br />
\ea una cliiave per entrare nello stanzino<br />
o cappelletta interna del tabernacolo<br />
ove sono le ss. Teste, e per aprirlo con-<br />
veniva la presenza <strong>di</strong> 4
i; T E s<br />
volta avessero dovuto entrare ne' giorni<br />
consueti nel tabernncoio. Come Bencdelto<br />
XiV auiuenlò il culto delle ss. Tote<br />
lu<strong>di</strong>ssi superiorniente;»Hl iuipegnatoa <strong>di</strong>-<br />
latarne la venerazione e accrescerne le glo-<br />
rie, or<strong>di</strong>nò che fra gli argomenli <strong>di</strong> sto-<br />
ria <strong>ecclesiastica</strong>, che doveano trattarsi in<br />
varie <strong>di</strong>ssertazioni alla <strong>di</strong> Ini presenza nel-<br />
i'acradeniia pontificia/d i .'fossequellodel<br />
ritrovamento delle ss. Teste. Il n)edesimo<br />
toccò a svolgersi dal dotto Gnelano Cenni,<br />
che la lecito il I. "<strong>di</strong>cembre I 7 55, ma<br />
non fn stampata. Il Cancellieri non solo<br />
con ricco corredo ili ern<strong>di</strong>zione prova l'i-<br />
denticità delle venerande Teste de'ss. l'ie-<br />
Irò e Paolo, ne celebra il colto e leglorie<br />
de'«.s. Apostoli, ma per vieppiù eccitare la<br />
<strong>di</strong>vozione deTedeli verso le medesime, e<br />
per ispirare in ciascuno un vero ardore<br />
<strong>di</strong> santa fiducia nel vali<strong>di</strong>s-imo loro pa-<br />
tiociiiio, in<strong>di</strong>ca i giorni in cui si mostra-<br />
no al popolo, e che sono i seguenti, oltre<br />
I<br />
già mentovati. Nel n)artedì, giovedìe sa-<br />
bato santo; nella domenica e lunedì <strong>di</strong><br />
Pasqua <strong>di</strong> Risurrezione; a' i 6 aprile per<br />
l'anniversario <strong>di</strong> loro traslazione; nella<br />
mattina del martedì delle roga zioni; nella<br />
domenica fra l'S/ del CoijnLs Domini,<br />
in cui il capitolo dopo 1' esposizione «lei<br />
ss. Sagramento sull'altare j)a pale, celebra<br />
la solenneproce
TE S<br />
V in ginocchio fece a Clemente VII quella<br />
foin)aIe <strong>di</strong>chiarazione, che rammentai<br />
anche nel voi. LXX, p. 49- riprovando<br />
le scelleraggiiii commesse da tal suo eser-<br />
cito a sua insaputa. Narra mg.' Baldas-<br />
sari , Relazione delle avversità e pati-<br />
nienti <strong>di</strong> Pio TI, t. 2, p. 35o e seg., che<br />
gran<strong>di</strong>ssimo fu il bottino che fecero i re-<br />
pubblicani ne'monasteri, conventi, collegi<br />
e altri luoghi <strong>di</strong> pubblica utilità. » Ei<br />
calici, le pissi<strong>di</strong>, gli oslensorii, i reliquiari,<br />
le lampade, ed altre cose simili, che co-<br />
storo tolsero alle chiese <strong>di</strong> Roma, comin-<br />
ciando dalle patriarcali basiliche fino a<br />
quelle delie confi aternite laicali, ben si<br />
pu() <strong>di</strong>re senza esagera7Ìone che avrebbe-<br />
ro formato un monte d'oro e <strong>di</strong> argento.<br />
Pure i<br />
ribal<strong>di</strong> mai non <strong>di</strong>revauo basta:<br />
perocché stavano aperte ad inghiottir te-<br />
sori due voragini senza fondo. Lai. "erano<br />
i bisogni e le paghe de'soldati france-<br />
si, e l'ingor<strong>di</strong>gia insaziabile de'capitani e<br />
commissari parimenti francesi. L'altra e-<br />
lano le spese della piccola repubblica <strong>di</strong><br />
Roma, fallita fin dalla nascita, e l'avi<strong>di</strong>-<br />
tà <strong>di</strong> coloio c!»e la governavano. Onde si<br />
arri\ò fino all'eccesso <strong>di</strong> rompere in mol-<br />
te chiese i sepolcri, e lasciarvi insepolte<br />
le ossa, per portar via le casse <strong>di</strong> piom-<br />
bo. Si parlò ancora <strong>di</strong> frugare entro i de-<br />
positi de'Papi, per aver le medaglied'oro<br />
e d'argento che si suole riporvi, ed altre<br />
cose <strong>di</strong> gran prezzo, che si credeva vi fos-<br />
sero chiuse. Ria fortunatamente si giu<strong>di</strong>-<br />
cò che la spesa <strong>di</strong> scomporre ed aprire<br />
quegli avelli sarebbe stata maggiore del-<br />
l'utile sperato, e il vandalico <strong>di</strong>visamento<br />
non fu messo ad elfetto". Fra le rapine<br />
sacrileghe enumerò mg."^ Baldassari i re-<br />
liquiari d'oro e d'argento della ss. Croce,<br />
del suo ss. Titolo, d'un s. Chiodo e <strong>di</strong> due<br />
ss. Spine, nella chiesa Sessoriana <strong>di</strong> s. Cro-<br />
ce in Gerusalemme, {iredati a' i 4 settem-<br />
lire 1798; la cassa d'argento d'una por-<br />
zione del s. Presepio, nella basilica Libe-<br />
riana. "La basilica <strong>di</strong> s. Giovanni in La-<br />
teraiio possedeva due busti colossali <strong>di</strong> s.<br />
Pietro e s. Paolo, entro i quali stavano<br />
T E S 50;<br />
le Teste sagralissiuie de'due Apostoli. Erano<br />
questi busti d' argento dorato con<br />
copioso ornamento <strong>di</strong> gioie... Onde ben si<br />
può <strong>di</strong>re che le immagini medesime erano<br />
(la se sole un vero tesoio. INbi ancor<br />
questo tesoro fu ghermito e <strong>di</strong>strutto e<br />
<strong>di</strong>ssipalo dalla rivoluzione". Alle poche e<br />
generiche parole dell'accurato Cancellie-<br />
ri, ho voluto supplire co'<strong>di</strong>scorsi cenni per<br />
detestare la sacrilega rapacità <strong>di</strong> chi si <strong>di</strong>-<br />
ceva repubblicano cristiano,e forse ilCan-<br />
cellieri tenne quel prudenziale conlegno,<br />
che spesso devono usare gli scrittori contemporanei<br />
con pena e pregi mlizio della<br />
Storia, perchè viveano ancora in Roma<br />
molli degli spoglialori della medesima. fi-<br />
gli si limita a <strong>di</strong>re, che memore Roma del<br />
grave e salutevole avviso <strong>di</strong> s. Leone I il<br />
G'r,7//(i?(', <strong>di</strong> superare nella <strong>di</strong>vozione e nel-<br />
la pietà verso i ss. Pietro e Paolo le cit-<br />
tà tutte del mondo intero, e <strong>di</strong> celebrar-<br />
ne con maggior solennità i trionfi, consumati<br />
nella capitale dell'universo, geme-<br />
va amara(nenle sulla per<strong>di</strong>la de'ricchi e<br />
tanto preziosi busti d'argento, in cui dal<br />
1870 al 1799 era rimasto gelosamente<br />
rinchiuso l'inestimabile tesoro delle loro<br />
ss. Teste; oer cui le ss. Teste eransi do-<br />
vute collocare involte in <strong>di</strong> appi rossi e<br />
rinchiuse iti teche a forma <strong>di</strong> palle d'ar-<br />
gento dentro coperture <strong>di</strong> drappo bianco<br />
tessuto in oro, e situate in una cassetta <strong>di</strong><br />
latta, con fitluccia e sigilli de'prelati Pas-<br />
sari vicegerenle, IMattei e Marini canoni-<br />
ci cameilenghi del capitolo, bensì riposte<br />
nel proprio tabernacolo e custo<strong>di</strong>te col-<br />
le consuete 4 chiavi. Tali teche e palle e-<br />
rano quelle identiche in cui sin dal 1270<br />
erano riposte a tempo <strong>di</strong> Nicolò III le ss.<br />
Teste, e che da Urbano V furono rispet-<br />
tate. Ma la provvidenza <strong>di</strong>vina, che tut-<br />
to efficacemente e soavemente <strong>di</strong>spone,<br />
convertì in gau<strong>di</strong>o il lullo de'<strong>di</strong>voti ro-<br />
mani, premurosi custo<strong>di</strong> <strong>di</strong> sì illustri sagre<br />
memorie, che eminentemente illustrano<br />
ìaluìa città, e fmno tanto decoro e ono<br />
re alla prima basilica Lateranense, ove si<br />
conservano con sonama venerazione. Do-
56 T E S<br />
j)0 avere ispirato, a mezzo <strong>di</strong> mg.' Bene-<br />
tlelti Ctippcllelti caooiùco Liberiano e poi<br />
car<strong>di</strong>nale, <strong>di</strong> ripararvi ad. Maria Ema-<br />
nuela Fij^nattelli ducliessa vedova <strong>di</strong> Vil-<br />
la Hermosa, degna nipote del ven.p. Giu-<br />
seppe Pignallelli gesuita, benemerita pu-<br />
re delle missioni d'oriente per le gran<strong>di</strong><br />
iimosine cb'ella fece, mentre la s. congre-<br />
gazione <strong>di</strong> propaganda era stala depau-<br />
perala da'repubblicani; quando il prelato<br />
come ablegato apostolico <strong>di</strong> Pio VII<br />
al nunzio <strong>di</strong> IMadrid Filippo Casoni, che<br />
avendolo creato car<strong>di</strong>nale a'23 febbraio<br />
1801 , si recò in f|uella città a recargli<br />
la berretta car<strong>di</strong>nalizia , non solamente<br />
d;d re <strong>di</strong> Spagna Carlo IV ottenne che<br />
il fratello re delle due Sicilie reintegras-<br />
seilsuo capitolo delle annue pensionisul-<br />
le mense vescovili <strong>di</strong> Catania eJMazzara,<br />
costituenti l'opera pia <strong>di</strong> Spagna a teno-<br />
j e della bolla d'Innocenzo X, ma contrat-<br />
ta relazione colla Pignallelli duchessa ve-<br />
dova <strong>di</strong> Villa Hermosa, siccome matrona<br />
<strong>di</strong> singolari virtù e pietà, e d' incom*<br />
parabilc zelo per la nostra s. Religione,<br />
loltinio prelato per la venerazione che a-<br />
vea per le preziosissitne relicpiie della s.<br />
Culla <strong>di</strong> sua basilica, della ss. Croce del-<br />
la basilica Scssoriana,edelle ss. Teste della<br />
basilica Lateranense, baibaramente<br />
spogliale delle loro magnifiche custo<strong>di</strong>e,<br />
gli riuscì <strong>di</strong> delcrminarla con eroico im-<br />
pulso e gloiia dei suo nome, a generosamente<br />
1 innovarle splen<strong>di</strong><strong>di</strong>tineule, come<br />
rilevai «lel voi. LXVIII, p. 1 3(),e altrove,<br />
incaricando Io stesso prelato dell'esecu-<br />
zione. Tornato in Iioma mg."^ Cappellet-<br />
ti e tutto uarrralo al Papa, ne allidò l'ef-<br />
lelluazione al genio dell' aichitello cav.<br />
Giuseppe Valailier che avea ere<strong>di</strong>talo la<br />
celebre e paterna fonderia e olllcina d'ar-<br />
genlieie (visitando già la quale le zie <strong>di</strong><br />
Luigi X\ ! proruppero in pianto, per so-<br />
migliare Giuseppe al virtuoso e sventa*<br />
iato nipote), ed il (juale in tulio corrispose<br />
colla sua perizia valorosamente. Quan-<br />
to alle ss. Teste, mg.' Cappellelli gli or-<br />
TE S<br />
volti e colli d'oro rappresentanti s. Pie-<br />
tro e s. Paolo, sopra basi <strong>di</strong> metallo, do-<br />
po che il car<strong>di</strong>nal Leonardo Anlonelli con<br />
ponlificia facoltà a'aS luglio i8o3, con ro-<br />
gito notarile eformale, riportalo da Cancellieri,<br />
fece la ricognizione delle ss. Te-<br />
ste lavvolle in drappi <strong>di</strong> seta, onde formarne<br />
le proporzionale e convenienti cu»<br />
slo<strong>di</strong>e. Ambo i busti d'aigenlo riuscirono<br />
perfetti, colossali e maestosi, d'ottimo ed<br />
elegante <strong>di</strong>segno, colle teste d'oro e me-<br />
<strong>di</strong>ante lucchetto si levano le maschere auree<br />
del volto (le quali maschere, me<strong>di</strong>an-<br />
te una molla, hanno il meccanismo sca-<br />
ricatore, che calando si vedono le ampolle<br />
ove sono racchiuse le ss. Teste), on-<br />
de eslrarre ed esporre separatamente le<br />
ossa spezzale de' crani e delle masjcelle<br />
<strong>di</strong> ciascuno, poste dentro ampolle <strong>di</strong> cri-<br />
stallo arrotale e ornate <strong>di</strong> simboli allu-<br />
sivi (quando ebbi la sorte <strong>di</strong> baciarle e ri-<br />
baciarle, mi fu insegnato cortesemente da<br />
mg."^ Vaccari, che in quella <strong>di</strong> s. Paolo<br />
vi è pure parie del suo corpo), con pie-<br />
<strong>di</strong>, coperchi e legature d'argento doralo.<br />
Ognuna delle due leste d oro è ornala <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>adema aureola dorala, traforata e de-<br />
corala <strong>di</strong> varie gioie poste vagamente a<br />
<strong>di</strong>segno. Ciascun semibuslo termina (ino<br />
sotto al petto, colle due braccia e mani<br />
dorale. Sono vestili, con clamide s. Pie-<br />
tro, e con tunica s. Paoloj ili.°in allo<strong>di</strong><br />
bene<strong>di</strong>re colla destra, stringendo colla si-<br />
nistra le simboliche chiavij il 2.° colla de-<br />
stra in alto, quasi pre<strong>di</strong>cando la dottrina<br />
evangelica, stringendo coila sinistra la mi-<br />
steriosa spada. L'uno e l'altro busto po-<br />
sano sopra un basamento <strong>di</strong> melallo do-<br />
rato, ed ornato inlorno con ro^e e festoni<br />
foinianlicorona,e (piali si vedono egregiamente<br />
incisi a p. 52 delle Memorie delle<br />
ss. Teste, tìì Cancellieri. Terminalo tulio<br />
il lavoro e trasportati i nuovi busti nella<br />
basilica dentro la cappellaCorsini, a'3 lu-<br />
glio 1804 Pio Vii visi portò col suo se-<br />
guilo [)er farne la solenne ricognizione, e<br />
rini-hiudere le venerande ossa dentro i de-<br />
•crilli vasi <strong>di</strong> cribUllo, per situarsi uc'ripo-
I<br />
TES<br />
stigli a bella posta formati nellecavilà del-<br />
le leste de'biisti.Tuttu fu eseguito colle più<br />
y II gusle cereiiiotiie tu inula niente tiesciil te<br />
con rogito del notaio del capiloloeripro-<br />
(lollo dai Cancellieri. Pinna <strong>di</strong>e arrivas-<br />
se il Papa, il detto car<strong>di</strong>nal Anlonelli in<br />
piviale rosso e mitra fece la bene<strong>di</strong>zione<br />
de'due busti, Z^e Iinaginihus Sancioì'uin,<br />
del Pontificale romano, situate in mezzo<br />
a vari caudellieri, sopra altare appositamente<br />
eretto; poscia passò all'altare <strong>di</strong> s.<br />
Andrea Corsini a bene<strong>di</strong>re collo slesso ri-<br />
to sopra la mensa i due vasi o ampolle <strong>di</strong><br />
cristallo, denlro i quali doveansi rinchiu-<br />
dere le ss. Teste e sigillarsi dal Papa. In-<br />
tanto mg.' Malici in cotta, rocclielto e<br />
stola rossa si recò all'altare [lapale a pren-<br />
deie la cassetta colle ss. Teste, e le con-<br />
segnò al car<strong>di</strong>nale, che recitamlo i salmi<br />
le collocò nel mezzo dell'aliare, le incen-<br />
sò, e furono recitale le preci. De[)osto il<br />
car<strong>di</strong>nale il piviale e assunta la cappa, andò<br />
a incontrare Pio VII, il quale dopo a-<br />
ver veneralo il ss. Sagramento si condus-<br />
se nella cappella Corsini. Venerate le ss.<br />
Reliquie, udì la lettura dell' istromeiilo<br />
rogato sotto Urbano V per l' invenzione<br />
1<br />
le traslazione delle ss. Teste, e lavatosi le<br />
mani si portò a farne la ricognizione, fra<br />
r alternare delle antifone e degl' inni. 11<br />
iPapa aperta la palla d' argento dov'era<br />
il capo <strong>di</strong> s. Pietro, sciolse l'interno in-<br />
! volto del setino rosso, e con somma sua<br />
[consolazione e<strong>di</strong> lutti gli astanti, preseri-<br />
Iverentemente le s.05sa,cunsislenti in ver-<br />
l(;lira, inan<strong>di</strong>bula con denti, varide'cjuali<br />
sciolti, eporzione <strong>di</strong> cranio,ecolla mag-<br />
gior <strong>di</strong>ligenza collocò tutto dentro l'am-<br />
pulla , in modo che dal cristallo potesse<br />
1 listare sempre visibile a tutti, e così le vi-<br />
<strong>di</strong> IO a'2 5 maggio! 85 1, e perciò più fur-<br />
tuiialo d' un s. Gio. Crisostomo che ar-<br />
dentemente bramò <strong>di</strong> vedere le spoglie<br />
jmortali degl'invitti Campioni della fede.<br />
[Chiusa l'ampolla col coperchio, l' involilo<br />
con un cordoncino russo, e da ambo<br />
Ile parti vi applicò sulla cera <strong>di</strong> Spagna il<br />
Isuo sigillo, autenticando in tal forma la<br />
TES ^7<br />
s. "Reliquia. Altretlanlo Pio VII eseguì per<br />
la testa <strong>di</strong> s. l'aolo. Da questa però, come<br />
dall'altra <strong>di</strong> s. Pietro, ne esitasse una<br />
particella, e ambedue consegnò a mg."<br />
Cappelletti per l'insigne benefallrice du-<br />
chessa <strong>di</strong> Villa Ilermosa, la qiialeiinno-<br />
vò pure l'apparato interno del taberna-<br />
colo delle ss. Teste, già fatto da Alessan-<br />
dro VII, formandolo <strong>di</strong> velluto cremisi<br />
con galloni d'oro a'4 lati e anco nella vol-<br />
ta seminata <strong>di</strong> stelle d'oro ricamate, eoa<br />
8 ban<strong>di</strong>nelloni d'ormesino cremisi da te-<br />
nersi tirali quando non si fa l'ostensione<br />
delle ss. Teste; oltre il baldacchino eoa<br />
cascate <strong>di</strong> damasco trinato d'oro per le<br />
maggiori solennità, con corrispondenti pa-<br />
rali <strong>di</strong> velluto cremisi pegli otto pilastri,<br />
guarniti <strong>di</strong> ricami d'oro, con tiireguo e<br />
chiavi. Collocale le s. ampolle ne' busti,<br />
Pio VII l'incensò duplici <strong>di</strong>iclu o^wuna,<br />
e dopo l'antifona Gloriosi Pri/icipcs cui<br />
"^. Iti Oììinem Icrrain, lesse 1' orazione.<br />
Deus, cujus dextera, e rilavatesi le ma-<br />
ni <strong>di</strong>e termine alla commovente funzio-<br />
ne. 11 Papa <strong>di</strong>chiarò, che i setini che a-<br />
veano per 434 anni involtate le ss. Teste,<br />
dovessero esseie tenuti in conto <strong>di</strong> reli-<br />
quie da venerarsi, purché munite de'si-<br />
gilli de'canonici camerlenghi fossero au-<br />
tenticate da qualche vescovo. Partilo il<br />
Papa, due canonici con islole rosse ripre-<br />
sero le s. ampolle e temporaneamente le<br />
portarono nella custo<strong>di</strong>a della s. Tavola<br />
in cui il Signore fece l'ultima Cena. In-<br />
<strong>di</strong> a'6 luglio ricorrendo l'S." de'ss. Pie-<br />
tro e Paolo, si recò Pio VII nella basili-<br />
ca a tenervi cappella papale, avendo fat-<br />
to solennemente esporre innanzi la rin-<br />
ghiera del tabernacolo sotto maestoso pa-<br />
<strong>di</strong>glione i busti colle ss. Teste , su ricca<br />
ed elegante mensa , erigendosi il trono<br />
pontifìcio accosto alla nicchia ov'è la sta-<br />
tua <strong>di</strong>s. Giacomo Maggiore, concedendo<br />
indulgenza plenaria a chi confit^ssati e co-<br />
municati l'avesse venerate in quel gior-<br />
no e ne'due seguenti in cui rimasero solennemente<br />
esposte, invila.KÌovi i soda-<br />
lizi a portarviai in processione. In quella
5ìi<br />
T E S<br />
luailina pontificò la messa il car<strong>di</strong>nal ar-<br />
ciniete, ed il capitolo ne'3 giorni celebrò<br />
uu triduo con gran pompa e immenso<br />
cuiicirso <strong>di</strong> po[«olo e <strong>di</strong> personaggi, onde<br />
fu pubblicalo il libretto: Orazioni , che<br />
si no tsono recitare nel triduo da cclc-<br />
irarsi nella basilica Lateranensc il ìTl<br />
6. 7 f 8 del corrente luglio, per or<strong>di</strong>ne<br />
della S. <strong>di</strong> N. S. Pio TU, in occasione<br />
dell'espor\.'isi nuovamente alla pubblica<br />
K'enerazioue le Teste de' ss. 1postoli Pie-<br />
tro e Paolo, ne'ricchi busti pur ora/atti<br />
costruire <strong>di</strong> Ila pia munificenza <strong>di</strong> persomi<br />
religio
T E S<br />
quirnio ornalo <strong>di</strong> lapislazzuli e altre pie-<br />
tre dure, con entro la reliquia della sles-<br />
sa s. Culla, che Fio VII uìunì col s\io si-<br />
gillo e accompagnò <strong>di</strong> sua autentica Tul-<br />
io questo venneancora descritto dal loda-<br />
to uig/Baldassari, e da mg.' Francesco Li-<br />
verani nel suo doiloComnientrtrio rlcl nome<br />
<strong>di</strong> s. Maria ad Praesepe clic la ha '.i-<br />
lira Liberiana portale delle rellarde del'<br />
la Natii'ità ed Infanzia del Salvatore<br />
"he conserva, e del quale feci nicn7Ìoue<br />
:on oiioraic parole nella biografìa <strong>di</strong> Pa-<br />
pa Teodoro I (V.), al cui lem pò que'sa-<br />
jri tesori pervennero in Roma. Quanto al<br />
(Ummentovafo reliquiario della ss. Cro-<br />
ie, ne li'atla il p. De Corrieris, De Sesso-<br />
"ianis praeeipuis Passio nis D. N. J. C.<br />
"eliqinis Coni'mentarius.^eWa deporta-<br />
rione <strong>di</strong> Pio VII (T^.), sotto l'ammini-<br />
strazione imperialefrancese, che durò dal<br />
1 8of) al 1 8 I ' 4, hiisti e le ss. Teste non<br />
si tolseio dalle loro custo<strong>di</strong>e, e restarono<br />
del tutto illesi e nella loro piena integri<br />
là. Gregorio XVI fu benemerito della lia-<br />
silica Lateranense, pel narralo ne' voi.<br />
XXIII,p.28i,XXXI[,p 32r,edaPAtAZ-<br />
zo APOSTOLICO Lateranense da lui grandemente<br />
restaurato, fondandovi il Museo<br />
Gregoriano Lateranense[J\),\\ che<br />
aumentò il decoro dell'a<strong>di</strong>acente basili-<br />
ca. In questa fece restaurare lesuddetle<br />
pitture a fresco del C'isci della volta del<br />
ciborio che sovrasta l'altare papaIe,alFu-<br />
micale e quasi perdute, onde nell'opera<br />
[lelGerar<strong>di</strong> pubblicata nel i 834 si ^''^^ '^'"^<br />
non si era potuto tentare <strong>di</strong> ritrarne i tlise-<br />
jni: i quali lestauii furono eseguiti coH'o-<br />
pera del valente commend. Filippo Agri-<br />
cola; e dal medcNimo il Papa fece <strong>di</strong>pin-<br />
tele a olio due tavole rappiesentanti i ss.<br />
Pietro e Paolo, che pose ne'due pilastri iri-<br />
lerni dell'aliare, rimovendo quelle che vi<br />
jrano colorate a chiaroscuro, percui nel-<br />
la volta vi furono <strong>di</strong>pinti due piccoli stem-<br />
mi gentilizi <strong>di</strong> tal Papa e del suo celebre se-<br />
gretario <strong>di</strong> slato car<strong>di</strong>nal Luigi Lambrii-<br />
echini, tuttora esistenti.A vendo molto sof-<br />
ferto la sottoposta cappellelta o confes-<br />
T E .S 59<br />
sione,r7regorioXVI vi fece operare quan-<br />
to descrissi nei citati luoghi, restauran-<br />
do alcune pitture, aggiungendone altre,<br />
e rico[)rendo con marini quelle del Biti-<br />
chi non meritevoli <strong>di</strong> restauro, e percui<br />
nell'encomiata descrizione della Patriar-<br />
cale hasilica Lateranense del Gerar<strong>di</strong>,<br />
si <strong>di</strong>chiara non darsene le tavole siccome<br />
malconce dall'umi<strong>di</strong>tà e perchè <strong>di</strong> niuii<br />
merito in arte. Di più fece ampliare l'a-<br />
<strong>di</strong>to della cappella con un'area scavata,<br />
ricinta e ornata <strong>di</strong> marmi colorati, con<br />
balaustra elegante <strong>di</strong> metallo con orna-<br />
menti dorati, alla (piale si <strong>di</strong>scendeva per<br />
due scale laterali con <strong>di</strong>segno del cav. Ca-<br />
nina, a foggia flelle confessioni, onde si<br />
pose sul fiontespizio della cappella l'isi-ri-<br />
zione ricordante pure l'eseguitovi da Clemente<br />
Vili e che riportai. Siccome que-<br />
st' opere si fecero nel pro-camerlengato<br />
del car<strong>di</strong>nal Lanibruschini, vi furono [)o-<br />
sii <strong>di</strong> marmo il suo stemma e quello del<br />
Papa. I\La per i gran<strong>di</strong> restauri <strong>di</strong> tutto il<br />
monumento che vado a celebrare, furono<br />
tolti i duequaihi <strong>di</strong>pinti ti d commend.<br />
Agricola, e trasportati nella cappella ri-<br />
cordata del Presepe, presso l'ingresso mi-<br />
nore della chiesa, tolta l'iscrizione « gli<br />
stemmi marmorei (<strong>di</strong> questi e <strong>di</strong> tpiella<br />
poi parlerò), non che tolte le scale per più<br />
ampie lavorazioni. Nella deplorabile e-<br />
poca anarchica <strong>di</strong> Uoma, in cui i ilenia-<br />
goghi eransi impadronili del governo, ap-<br />
pena si proclamò ne'priuii del 1849 l'as-<br />
semblea nazionale o cosliluente ro(nana,<br />
<strong>di</strong> cui parlai nel voi. LI II, p. 206 e 9.07,<br />
saggiamenle il capitolo Lateranense, con<br />
autorizzazione del Pa|)a Pio I\, ch'erasi<br />
rifugiato a Gaeta, volle porre in salvo i<br />
busti e le ss. Teste, e ne allidò la <strong>di</strong>flicile<br />
operazione a 4 canonici, ed al sagrestana<br />
che prese in aiuto due suoi parenti. Seb-<br />
beneprividelleallre 3 chiavi, soltantocoii<br />
una 5.^ e particolare che aprica la ser-<br />
ratura e il catenaccio del cancello, ingegnosamente<br />
riuscì al sagrestano <strong>di</strong> a[)rir-<br />
|() (onde per memoria fu a lui data la ser-<br />
ratura, colla chiave e catenaccio, che vi-
Go<br />
T E S<br />
<strong>di</strong> e baciai), e col niiìnifesto aiuto de' ss.<br />
Apostoli da tanta altezza con mo<strong>di</strong> secu-<br />
jìlici si pervenne a calare i pesanti gran<br />
liusli (per quante ricerche feci, non mi<br />
fu dato conovcerne il peso), e quin<strong>di</strong> furono<br />
segretamente nascosti. Non tardò a<br />
proclamarsi a'9 febbraio la nuova repub-<br />
blica, che imitando quella del i 798, per<br />
ben 3 volte alcuni suoi in<strong>di</strong>vidui si recarono<br />
alla basilica a fare premurosa ricer-<br />
ca de'busti, forse per farne V uso prati-<br />
cato dalla precedente, ma inutilmente.<br />
Questo giustificò la lodevole previdenza<br />
del capitolo, e cosi furono conservati in-<br />
tatti i busti colle ss. Teste. Allorché poi<br />
a'3 lug!i
j<br />
I piramidale<br />
I nella<br />
I novi<br />
j<br />
i drale<br />
TES<br />
re i due bellissimi incontro alla tribuna<br />
lianno ciascuno 4 glifi che posano su foglie<br />
d'acanto e sostenenti l'abaco o par-<br />
te supcriore del capitello, i<strong>di</strong>ie limpetlo<br />
alla porta pi incipale sono d'or<strong>di</strong>ne com-<br />
posito e <strong>di</strong>ssimili nella forma. Sopra al ci-<br />
borio s'innalza una specie <strong>di</strong> tabernacolo<br />
con cappelletta o stanza quadrata, parimenti<br />
<strong>di</strong> marmo, nell'esterno <strong>di</strong> forma<br />
e <strong>di</strong> architettura quasi goti-<br />
ca, tutto all'intorno chiuso con grosse<br />
ferrate dorale, onde cuslo<strong>di</strong>rele Teste de'<br />
ss. Pietro e Paolo che vi ripose lo stesso<br />
Li l»ano V. INel <strong>di</strong>sotto del cornicione che<br />
s'alza sulle 4 colonne e che forma base<br />
(o pie<strong>di</strong>stallo come lo chiauìò Millini) del<br />
tabernacolo, e recinto superiore all'aliare,<br />
si vedevano in faccia alla nave mag-<br />
giore l'arme <strong>di</strong> rilievo, messe a oro, lauto<br />
<strong>di</strong> Urbano V, quanto <strong>di</strong> Gregorio XI<br />
che compì gli ornamenti dell'e<strong>di</strong>fìcio.edel<br />
suo zio car<strong>di</strong>nal Roger. Sulla cima del ci-<br />
borio tra gl'nitercolunni e propriamente<br />
linea de'capitelli delle colonne, so-<br />
3 piccoli archi <strong>di</strong> marmo traforalo<br />
per ogni porle con due colonnelle qua-<br />
isolale da quella della porla prin-<br />
ci[>ale, ed una per Iato dalle altre parli,<br />
tranne quella che guarda la tribuna,e lut-<br />
te terminanti in cespi <strong>di</strong> foglie frappale<br />
I<br />
come descrive il Gerar<strong>di</strong>j sopra i quali ar-<br />
I<br />
; iializio.<br />
I colo;<br />
chi eranvi learmi de'niemorali personag-<br />
gi, e de' car<strong>di</strong>nali Grinioai<strong>di</strong> fratello <strong>di</strong><br />
Libano V, ed Albornoz suo legalo e vi-<br />
cario generale dello stalo pontifìcio, lo<br />
sltinma del quale per le ragioni suespo-<br />
sìe sembia doversi riconoscere nelle lar-<br />
glie vuole sovrastate dal cappello car<strong>di</strong>-<br />
Gli ubimi due archi però, chepiìi<br />
sono vicini alla nave me<strong>di</strong>a, rimanevano<br />
occupali da due piccole scale interne <strong>di</strong><br />
legno falle da Clemente X per ascendere<br />
sulla ringhiera che ciicondava il taberna-<br />
la quale ringhiera esegnila d'or<strong>di</strong>ne<br />
d'hniocenzo X, avea le lampade <strong>di</strong> conli-<br />
I<br />
S nuoardenti.]Ne'4fingoli <strong>di</strong> ! basamento del<br />
tabernacolo sotto una specie <strong>di</strong> baldacchi-<br />
no, in ognuuo vi sono due piccole statue<br />
,<br />
TES 6i<br />
<strong>di</strong> lutto rilievo in marmo e rappresentano:<br />
la B. Vergine, s. Gio. Battista che ha<br />
sollo il manlo una rozza pelliccia; gli evangelisli<br />
s. Giovanni, s. Matteo, s. Luca,<br />
s. Marco, ciascuno avendo in mano un<br />
libro chiuso, simbolo dell'Evangelo da lo-<br />
ro scritto; s. Pietro colle chiavi qual segno<br />
<strong>di</strong> sua supiema autorità e con libro<br />
allusivo alla dotlrina evangelica da lui in-<br />
segnala; s. i'aolo colla spada e uu libro<br />
per in<strong>di</strong>care esser egli il dottore delle gen-<br />
ti. Queste figure, come tutte le altre scul-<br />
ture, sono <strong>di</strong> rozza maniera, proprie del-<br />
l'epoca del risorgimento dell'arti, e per-<br />
ciò luite riprodotte dal d'Agincouit, in-<br />
sieme all'aitai e, ciborio e tabei nacolo.Os-<br />
serva il Gerar<strong>di</strong>, che in mezzo alla roz-<br />
zezza del lavoro, vi si rinviene una certa<br />
semplice imitazione del vero, laiche l'oc-<br />
chio dcirintelligenle resta sod<strong>di</strong>sfatto nel<br />
riguardarle, e nel farne paragone colle o-<br />
|)ere in seguito condotte in iscullura. Nelle<br />
4 facce dello slesso basamento del labernacolosonovi<br />
in ciascuna 3 quadretti con<br />
bellissime pitture aifresco assai antiche,<br />
esprimenti alcuni tratti della Passione del<br />
Salvatore, della vita <strong>di</strong> Maria Vergine, e<br />
l'effigie d'alcuni santi e sante. Ma le 3 pit-<br />
ture del lato incontro la porta maggiore<br />
erano affatto coperte dal grande arma<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> legno dorato, collocatovi da Innocenzo<br />
XI per custo<strong>di</strong>rvi le ss. Reliquie.Le pitture<br />
sono<strong>di</strong>scuola toscana e reputale pregievo-<br />
lissinte, in parte fuiono i iporlale dal d'A-<br />
gincouitcon tnolle Io<strong>di</strong>, sulla tavola 129<br />
della Sezione <strong>di</strong> Pittura, come uno de'mo-<br />
delli dello stile <strong>di</strong> pingere del secolo XI V^,<br />
e tulle furono ben incise nell'illuslrazioiie<br />
delGerar<strong>di</strong>, il quale le descrive con detlagli<br />
egiegiamenle, e iiunendo eru<strong>di</strong>te notizie<br />
sul tredutoautore Berna Sanese.'che Can-<br />
cellieri <strong>di</strong>ce avere avuto a <strong>di</strong>scepolo Gio-<br />
vanni <strong>di</strong> Bartolo, uno degli orefici autori<br />
de'busli antichi de'ss. Pietro e Paolo, ma<br />
gli sono assai contrastate da'crilici; tulli<br />
però convenendo del loro merito, massime<br />
quelle rispondenti alla nave me<strong>di</strong>a,<br />
che sicconìe copeile finora dal ricordato
62 TES<br />
arma<strong>di</strong>o, le preservò ila'pi egiu<strong>di</strong>zicvoli ri<br />
tocchi e replicali restaiii i che non poco le<br />
guastaioiio, per ultimo nvciuio ciò fatto<br />
nei I 8o4 Domenico Fiorentini <strong>di</strong> Sei-<br />
u^oneta. 1 ncomi nei. mdo<strong>di</strong>uKpie da Ile pit-<br />
ture piti conservale della facciala della<br />
confessione, <strong>di</strong>rò che nel mezzo è Gesù<br />
crocefisso, avendo a' lati la B. Vergine e<br />
s. Giovanni apostolo: nel quadretto a destra<br />
vi sono espressi i ss. Paolo e Giacomo<br />
apostoli : in quello a sinistra i ss. l'ielro<br />
e Andrea apostoli fratelli. Incontio alla<br />
porla minore della basilica si vedono 3<br />
quadretti, ed in quello <strong>di</strong> mezzo è efligia-<br />
ta la Regina del cielo su maestosa se<strong>di</strong>a,<br />
col s. Band^ino sulle ginocchia, il quale<br />
sia beneilicendo un personaggio con au)<br />
pia cappa <strong>di</strong> porpora geun'lesso colle mani<br />
giunte, e credesi il car<strong>di</strong>nal Pietro Roger<br />
arciprete della ba>«ilica, e poi Grego-<br />
rio XI, che trovossi alia traslazione delle<br />
ss. Teste, ed a proprie spese ornò in |)iù<br />
parti il moimmento, e forse fu egli clie fe-<br />
ce eseguire le pitture, giacché in qiie'lem-<br />
pi e anco in seguito fu in uso <strong>di</strong> porre il<br />
ritratto <strong>di</strong> chi or<strong>di</strong>nava il <strong>di</strong>pinto in que-<br />
sto slesso. Il quadretto che rimane a de-<br />
stra, rappresenta i ss. Gio. Battista Pre-<br />
cursore <strong>di</strong> Gesù ('risto, e l'arci<strong>di</strong>acono e<br />
inartiie S.Lorenzo; l'altro quadretto, cioè<br />
a sinistra, con tiene S.Giovanni apostolo ed<br />
evangelisla,e s. Stefano protomartire.Di-<br />
limpetto all'apside o tribuna sonovi al-<br />
tri 3 quadrelli, e nel i." <strong>di</strong> essi rappresen-<br />
tasi la B. \ ergine annunziala dall'angelo<br />
Gabriele, che sarebbe madre del Reden-<br />
tore del mondo; il 2.° quadrello che rimane<br />
nel mezzo esprime la solenne coronazione<br />
in cielo della Madre <strong>di</strong> Dio, per<br />
le ojani proprie del suo<strong>di</strong>vin Figlio; nel<br />
3. qua<strong>di</strong> etto sono efljgiatis. Caterina ver-<br />
gine e martire, e s. Antonio abbate. Fi-<br />
lialmente incontro l'aliare del ss. Sagramento,<br />
nel i ." de'3 qtiadrelti sono <strong>di</strong>pinti<br />
i dottori <strong>di</strong> s. Chieda, s. Gregorio I Ma-<br />
gno, e s. Ambrogio arcivescovo <strong>di</strong> Mila-<br />
no; il <strong>di</strong>jiitito che segue esprime il buoni^a-<br />
sture colle pecorelle nella figura <strong>di</strong> que-<br />
T E S<br />
Ste e del Salvatore; l'ultimo quadreltocon-<br />
tieue le figure <strong>di</strong> due altri ilotlori <strong>di</strong> s.<br />
Chiesa, ciiiès. Bonaventura canlinale ve-<br />
scovo d'Albano,es. Ago>tino vescovod'lp-<br />
pona. Verso la cima dtl tabernacolo si elevano<br />
4 frontoni coulornali nella cornice<br />
da gruppi <strong>di</strong> foglie frappate, nel oeutrode'<br />
quali si aprono 4 ^'i o rosoni roton<strong>di</strong> e<br />
traforali, con entrovi una mezza figiu-a<br />
<strong>di</strong> marmo sporgente, ed esprimente cia-<br />
scuna un Evangelista, ed all'intorno sono<br />
le armi d'Urbano V e <strong>di</strong> Gregorio XI, del<br />
re <strong>di</strong> Francia Carlo V semiu ile <strong>di</strong> gigli, e<br />
degli altri nominati car<strong>di</strong>nali. Inoltre a-<br />
g'iang(jli dello stesso tabernacolo ergonsi<br />
sopra al pie<strong>di</strong>stallo 4 pilastri con capitelli<br />
e basi alla loro foggia, i quali poi s'innalzano<br />
in forma <strong>di</strong> piccole guglie <strong>di</strong> marmo<br />
in figura bizzarrissima, tutte frasta-<br />
gliate secondo il gusto del secolo XIV, e<br />
aventi in cima una stella <strong>di</strong> metallo do-<br />
rato, e contornano vagamente i lati del-<br />
l'e<strong>di</strong>ficio. Nelle pareti interne <strong>di</strong> ciascu<br />
no <strong>di</strong> essi, per moderna aggiunta, è ad-<br />
dossata mezza colonna spirale girala <strong>di</strong><br />
musaico che sorregge un leggiero archi-<br />
trave, su cui riposano 4 archi e l'impo-<br />
sta della volta, chiusa da'detti trafori <strong>di</strong><br />
marino e da arabeschi. Corona l' intero<br />
monumento ar<strong>di</strong>ta cusplile o punta <strong>di</strong><br />
marmo, sormontata dalla Croce, e su per<br />
gli angoli le corrono gi'uppi <strong>di</strong> foglie frap-<br />
pate.<br />
Il regnante Papa Pio IX, emulo de'suoi<br />
predecessori nella <strong>di</strong>vozione e munificen-<br />
za per le ss. Teste e arcibasilica Latera-<br />
iiense, nel i85o dopo alcuni mesi del suo<br />
flice ritorno in Roma, si propose in es-<br />
sa <strong>di</strong> fire magnificamente restaurare e ab-<br />
bellire l'altaie papale, in modo che si ve-<br />
desse il racchiuso ligneo <strong>di</strong> s. Pietro e si<br />
tornasse a celebrare sulla sua nuda men-<br />
sa, <strong>di</strong> rinnovare la sottoposta confessione<br />
con aui[)liazione, <strong>di</strong> togliere le opere ag-<br />
giunte al ciborio che circonda l'ai lare stes-<br />
so, e <strong>di</strong> ornare il tabernacolo e custo<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> dette ss. Pieliquie. Colla soprintenden-<br />
za del car<strong>di</strong>nale Giacomo Anlonelli se-
TE S<br />
gretai'io <strong>di</strong> sialo e piefello de'ss. Palaz-<br />
zi apostolici, il Pontefice ne commise i <strong>di</strong>-<br />
segni e la <strong>di</strong>rezione all'aichilelto cav. Fi-<br />
li|)po Mai tinucci, sotto-fuiieie de'uiede-<br />
simi ss. Palazzi , ingiungendogli allresì<br />
priiicipaliuenle la delta i emozione <strong>di</strong> tut-<br />
te le cose aggiunte al ciborio e taberna-<br />
colo, posteiiorrnente alla sua primitiva e-<br />
iezione,a dannodellasua intera vista, della<br />
simmetria e allo siile del monumento,<br />
iu parte occultandone le forme, gli ornati<br />
e le pitture. Il cav. Marlinucci pose ma-<br />
no con impegno all'opera, coa<strong>di</strong>uvato nel<br />
l'esecuzione da egregi artisti , e portalo<br />
tuttoa piosperoed encomialo compimen-<br />
to, nella faustissima epoca in cui per la<br />
dogmatica definizione dell' Immacolata<br />
Concezione (che con entusiasmo religioso<br />
descrissi, con quanto l'avea preceduta e<br />
poscia seguì, nel voi. LXXllI, p. 4^ ^ seg.<br />
co' Ccìiiii storici), convennero in Roma in<br />
tiuito mimerò i pastori della s. Chiesa cai<br />
tolica, rese contezza <strong>di</strong> tutto con pubblicare<br />
in essa neh 854 ^ de<strong>di</strong>cato al sommo<br />
Pontefice, l'interessante, artistico ed<br />
eru<strong>di</strong>to: Breve Commentario intorno le<br />
reparazioni eseguite all' altare papale<br />
I.ateranense e suo Tabernacolo, con 3<br />
tavole. Contiene lai ."l'elegante prospetto<br />
della confessione e sua pianta; la 2.' il no-<br />
bile fianco e prospello dell'altare papale,<br />
colla pianta del tabernacolo e palle su-<br />
periore della confessione; la 3/ l'intero<br />
maestoso e splen<strong>di</strong>do prospetto dell'alia-<br />
re papale nella basilica Laleranense, il <strong>di</strong><br />
cui ciborio è stato adornato e restituito<br />
all'antica forma dal Papa PiolX nel i 85 i<br />
Puferisce l'oniciale Giornale <strong>di</strong> Roma dei<br />
i5 ottobre I 85o, che a' I o del mede>imo<br />
il Papa col solito corteggio si recò alla vi-<br />
sita della basilica Laleranense,, e dopo l'a-<br />
dorazione del ss. Sagramento, visitò la tribuna<br />
dell'altare papale, il quale a sue spe-<br />
se si restaurava e ridonava all'antica forma;<br />
e che i lavori iniziali promettevano<br />
l'adempimento de'suoi pii desiderii. Es-<br />
sendosi trasportalo in sagiestia l'allaie<strong>di</strong><br />
legno sul quale, com'è la tra<strong>di</strong>zione, cele-<br />
.<br />
T E S G3<br />
brò il s. Sagrifizio l'apostolo s. Pietro, il<br />
Papa si porlo a vtderlo e or<strong>di</strong>nò che un<br />
monumento tanto prezioso non restasse<br />
per l'avvenire nascosto alla <strong>di</strong>vozione dei<br />
feileli. Trovo narrato nel Ginriialc de'3<br />
<strong>di</strong>cembre i85o, che a'28 del precedente<br />
iiuvembre il Papa dopo avere nella ba-<br />
silica Liberiana posto i sigdli all'urna del-<br />
la s. Culla (ehe ne'ti istissinii giorni che re-<br />
sero fatalmente mentorabile a Pioma il<br />
i849) era slata nascosta alla rapacità dei<br />
faziosi, i quali inutilmente osarono fugare<br />
tutto il sagro e<strong>di</strong>fizio, per predare<br />
la magnifica urna donala dalla sullodata<br />
duchessa Pignaltelli), si <strong>di</strong>lesse alla basi-<br />
lica Laleranense per lo slesso motivo <strong>di</strong><br />
apporre in sagrestia i sigilli alle ampolle<br />
contenenti le Teste de'ss. Pietro e Paolo,<br />
le quali porse a baciare alla porzione (.lei<br />
citolo ivi presente, a' suoi firoigliaii e<br />
olle guai <strong>di</strong>e nobili ehe lo accompngiìava-<br />
no. Il n.° 121 del Giornale del i85i <strong>di</strong>-<br />
chiara, che essendo sialo compito il re-<br />
stauro dell'aliare papale e suo tabernaco-<br />
lo ripristinalo neirantica forma, e riposlo<br />
nel I ."quello ligneo sul quale si crede ab-<br />
bia celebralo s. Pietro, a'2 3 maggio il Pa-<br />
pa recatosi nella basilica Laleranense a os-<br />
servare i magnifici lavori, uianifeslòla sua<br />
sovrana sod<strong>di</strong>sfazione, vedendo i busti del-<br />
le ss. Teste <strong>di</strong>ligeiitemenle ripuliti llipor-<br />
lati questi nel loro tabernacolo, a''ì5 del-<br />
lo sles^o mese vi furono riposte le ss. Te-<br />
ste. jNella mattina <strong>di</strong> quel giorno a tal ef<br />
fello si portarono nella sagrestia della ba-<br />
silica, ov'eiasi adunalo il capitolo, l'ar-<br />
ciprete car<strong>di</strong>nal Baiberini, mg."^ Me<strong>di</strong>ci<br />
maggiordomo, 3 conservatori <strong>di</strong> Roma, e<br />
d. Carlo Corgnana ileputalo ecclesiastico<br />
dell'arcis[)edale del ss. Salvatore. Vene-<br />
rate le ss. Teste esposte nell'altare della<br />
medesima sagrestia, furono esse livereulemenle<br />
prese dal car<strong>di</strong>nal Barberini e da<br />
nìg,"^ Tizzani canonico della ba>ilica e ar-<br />
ci veseovo<strong>di</strong>Nisibi, piocessionalmente por-<br />
tale al tabernacolo e collocate ne'rispetli-<br />
vi busti, per la ([uale leposizione era sta-<br />
ta eretta una temporanea scala <strong>di</strong> legno
C4 T E S<br />
e palco simile, parali <strong>di</strong> damasclii rossi,<br />
Cliinso r unico cancello <strong>di</strong> ferro colle 4<br />
chiavi da'iiominati personaggi e da'due<br />
camerlenghi del capitolo custo<strong>di</strong> delle me-<br />
desime, rimasero le ss. Teste [)er tutto il<br />
giorno scoperte alla venerazione de'fede-<br />
h, in gran numero accorsi, come molti e-<br />
lano pure intervenuti alla traslazione.<br />
Racconta il n.°i iSdeK^/o/vz^/rdellostes-<br />
so I 85 i ,che a'29 maggiojfesta dell'Ascen-<br />
sione, il Papa, i car<strong>di</strong>nali, la prelatura e<br />
gli altri elle vi hanno luogo, intervenne-<br />
ro nell'arcihasilica Lateranense alla con-<br />
sueta c.ippella papale. E siccome con 11-<br />
iiiversale sod<strong>di</strong>sfazione si vide cou)|)ito il<br />
sontuoso restauro eseguito nell'altare papale,<br />
e nel ciborio e tabernacolo per mu-<br />
nificenza del Papa Pio IX, sotto la su|)e.<br />
l'icire cura del car<strong>di</strong>nale Antoncili, i <strong>di</strong>se-<br />
gni e la <strong>di</strong>rezione intera dell'andamento<br />
dell'opera del cav. Martinucci , cosi con<br />
eru<strong>di</strong>to articolo si encomiò il pensiero del<br />
Papa che l'antico e<strong>di</strong>lizio d'Urbano V per<br />
collocarvi le Teste de'ss. Pietro e Paolo,<br />
non più si vedesse alterato in tanti uìo<strong>di</strong><br />
dal primiero suo essere, non che si loila-<br />
lono le cos[)icue ad<strong>di</strong>zioni da lui or<strong>di</strong>na-<br />
te (nel Importare il [)iìi importante <strong>di</strong> ta-<br />
le articolo, fra [)arentesi aggiungerò alcu-<br />
ni schiarimenti, parte de'quali li ricavo<br />
dal Comnicnlario del cav. Martinucci).<br />
Inoltre ivi si narra, che fu tolto uno dei<br />
gra<strong>di</strong> aggiunto da Clemente Vili, rpinndo<br />
rialzò il pavimento della nave traver-<br />
sa o crocerà, con che si ottenne che più<br />
sopravanzassero al suolo le 4 colonne sor-<br />
reggenti tutta la mole, le quali per 4 p'dmi<br />
erano state ricoperte, acquistando le<br />
coloime più sveltezza e proporzione (col-<br />
la gran<strong>di</strong>osità del monumento, avuto riguardo<br />
a'postcrioii rialzamenti del pavimento<br />
dello stesso Clemente Vili, eda-<br />
gli anteriori <strong>di</strong> Martino Ve<strong>di</strong> altri in tem-<br />
pi piii rimoti, per cui ora <strong>di</strong> due soli gra-<br />
<strong>di</strong> è rilevato l'altare). Ch'erano state pu-<br />
re rimossele ringhiere <strong>di</strong> ferro intorno al<br />
l)asamcnto, le scale e le altre parli <strong>di</strong> le-<br />
gno addossale alle colonne (per cui ritna-<br />
TES<br />
nevano sconciamente occupali 1 due intercohmni<br />
che rispondono alla nave traversa),<br />
l'arma<strong>di</strong>o o custo<strong>di</strong>a delle ss. Re-<br />
liquie messo sulla ringhiera dalla parte<br />
della nave maggiore; cose tutte che occultavano<br />
la forma e gli ortiamentienuo-<br />
cevano all'insieme dell'e<strong>di</strong>lìzio. »» l\esti-<br />
luilo questo al suo [."e proprio aspetto,<br />
si mostrò qual era e quale avrebbe dovu-<br />
to esser sempre serbato. Le pitture, i fre-<br />
gi, gli stemmijsi tornaronoa vedere. Quel-<br />
l'armonia, che pure secondo lo stile te-<br />
nuto vi regna, tornòa comparire con gran-<br />
de vantaggio. Si venne allora a'restauri.<br />
Questi, per generosissima <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />
Sua Santità, che tutta del suo proprio e<br />
privato peculio ne ha fatta la ben rilevan-<br />
te spesa, furono accompagnati da gran<strong>di</strong><br />
e molti abbellimenti. Perchè oltre alle<br />
parti rifatte, alle dorature rinnovate, al-<br />
le pitture rimesse in islato coll'opera del<br />
valentissimo artista cav. Francesco Coghetti<br />
(sopra tulle fanno <strong>di</strong> loro bella mostra<br />
i 3 quadrelli rimasti per quasi due<br />
secoli coperti dall'arma<strong>di</strong>o delle ss. Reli-<br />
quie, per freschezza e armonia <strong>di</strong>colorilo);ben<br />
altre cose vennero eseguitea mag-<br />
gior decoro del sagro e<strong>di</strong>fìcio: ben altre<br />
con nuova opera accresciute". In<strong>di</strong> si <strong>di</strong>-<br />
ce, come fu tolto un colore sovra[)poslo<br />
che ricopriva i marmi antichi, i quali tor-<br />
narono a far bella mostra. Ma perchè nei<br />
fon<strong>di</strong> il risalto delle tinte non si deside-<br />
rasse, vi furono incrostate lastre <strong>di</strong> smal-<br />
to turchino, che sembrano lapislazzuli,<br />
e vi furono posti rincassi <strong>di</strong> musaici. Le<br />
ferrate antiche senza <strong>di</strong>segno, <strong>di</strong> semplici<br />
sbarre<strong>di</strong>ritteetraverse,si rifecero con mi-<br />
gliore analogia al limanenle, e con ricco<br />
or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> bronzi lilevali e dorali. Quin<strong>di</strong><br />
si passa a parlare dell'altare ligneo <strong>di</strong> s.<br />
Pietro racchiuso in quello <strong>di</strong> maimo, in<br />
guisa che la niinsa è scoperta (in fatti <strong>di</strong>-<br />
poi , alzata la tovaglia potei baciare con<br />
venerazione il nudo legno), e dagl'inta-<br />
gli trafiiiati nel C(jrpo dell'altare può an-<br />
cora vedersi in parte la preziosa reliquia.<br />
Essere ncll'innanzi(o paliollo) dell'aliare,
TE S<br />
iiiconlio la (ribnna, 4 colonnine spirnli,<br />
t;!i;ite(li iiMisaico, che due a due ortliiiale<br />
pongono in mezzo nel maggior spazio la<br />
cioce cinta <strong>di</strong> raggi (<strong>di</strong> metallo dorato io<br />
cpiitio a rosone vuoto, sopra un fondo <strong>di</strong><br />
gro
G
T E S<br />
cii^Innp dell'opera aggiuntaci. Imperoc-<br />
ci.è v'impiegò sensatezza <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno, ai<br />
nioniosa <strong>di</strong>sposizione negli oinainenli <strong>di</strong><br />
]u eziosi mai mie bronzi, con accrescimen-<br />
ti) ulteriore <strong>di</strong> decoro alla i /basilica del-<br />
l'oriìe cattolico. Ora col lodalo Co/ìuiien-<br />
{./rio del cav. Martioucci supplirò alle<br />
mancanti notizie del sin qui narrato. II eh.<br />
' autore nella descrizione de'reslauridel la<br />
bernacolo marmoreo e de'monumenti a-<br />
<strong>di</strong>acentij premile brevemente la storia <strong>di</strong><br />
essi, onde meglio <strong>di</strong>chiararne lostalo pre-<br />
sente. Egli comincia dajla confessione, che<br />
inlcse darle forma e abbellimenti degni<br />
jdeir augusto tempio e della mole <strong>di</strong> cui<br />
fa parte. Perciò attenendosi alle norme<br />
delle consuetu<strong>di</strong>ni ed a'caooni dell'arte<br />
Architettonica, la estese nella lunghezza<br />
tli palmi 16 verso la nave me<strong>di</strong>a e si ap-<br />
profondò <strong>di</strong> palmi 2. '--E' cinta la confessione<br />
d' un nuovo parapetto in marmo<br />
[lunense, <strong>di</strong>s|)osto a quadrali chiusi da a-<br />
ìiabeschi <strong>di</strong> metallo traforati, che conli-<br />
jnuano il tipo del monumento principa-<br />
le. Il piccolo cancello, che ne chiude l'en-<br />
ti ala verso la porla principale della ba<br />
silica. è similmente <strong>di</strong> metallo in foggia <strong>di</strong><br />
I osone. Si <strong>di</strong>scende nell'area per mezzo<br />
<strong>di</strong> doppia scala <strong>di</strong>i4 gia<strong>di</strong> ciascuna, <strong>di</strong>-<br />
jfesa da parapetto a piccoli balaustri <strong>di</strong><br />
Ijérro fuso doiato. Le pareti sono rivesti-<br />
te <strong>di</strong> marmi colorati a riquadro, e la fron-<br />
te che sorregge il tabernacolo è architet-<br />
tata <strong>di</strong> 6 colonnelle in mezzano rilievo,<br />
rbe <strong>di</strong>mostrano sostenere il fregio sul qua-<br />
le posano i gra<strong>di</strong> dell'aliare superiore e<br />
le basi delle colonne del medesimo taber-<br />
nacolo. La porta della cappella è a sesto<br />
acuto, adorna <strong>di</strong> coruicea guscio con due<br />
bastoni a compartimenti dorati: ed il suo<br />
cancello <strong>di</strong> metallo è pure nuova opera<br />
lavorata a rose dentro <strong>di</strong> rombi col fondo<br />
<strong>di</strong> cristalli colorali (riceve pure luce<br />
da una piccola ferrata, posta sotto ìi 1°<br />
de'3 scalini dell'altare pontificio). L'inte<br />
liore della cappella si è lasciato come an-<br />
tecedentemente era colla volta <strong>di</strong>pinta a<br />
chiaroscuri.e nel mezzodì tssa lo slemma<br />
-<br />
T ES 67<br />
<strong>di</strong> Gregorio XVI (e del car<strong>di</strong>nal Latn-<br />
bruschini, ambedue eseguiti dopo la re-<br />
mozionedelleloro armi marmoree situate<br />
esternamente, le quali ho trovato mu-<br />
rate nelle pareti del chiostro, presso quel-<br />
le dell' antico altare papale) ; e so|)ia la<br />
porla la memoria de' rinnovamenti che<br />
vi fe'operare (cioè nell'interno della cap<br />
pella, poiché l'iscrizione <strong>di</strong> metallo do-<br />
rato <strong>di</strong> Gregorio XVI, che ricordava pu-<br />
re l'operato <strong>di</strong> Clemente Vili, fu tolta: la<br />
sostituita è <strong>di</strong>pinta del seguente tenore;<br />
Gregorms XFIP.M. - S.P.Aniio XIII<br />
PerAloysium Lamhruschinuin - Firum<br />
Eminentissimum- Ej). Sabine n. A Cons.<br />
Sanct. - S. E. R. Pro Camerarium- Ve-<br />
tustatis injiiriasuhlata-Pro loci flig?n-<br />
tate- Omni cultu-Exomavit). Nell'ab-<br />
bassare che si fece l'area della confessio-<br />
ne si <strong>di</strong>scoprì per la i .^ volta il piano <strong>di</strong><br />
antica via che corre parallela alla nave<br />
traversa dal settentrione al mezzogiorno,<br />
formata <strong>di</strong> poligoni irregolari e fi^ncheg<br />
giata <strong>di</strong> marciapie<strong>di</strong> in pietra tiburtina.<br />
Sotto la soglia poi dell'ingresso della cap-<br />
pella fu rinvenuto un pertugio corrispondente<br />
a lungo sotterraneo formato <strong>di</strong> due<br />
gran<strong>di</strong> sale a volta <strong>di</strong> ottima costruzione,<br />
lunghequautola nave traversa equasi<br />
intieramente colme <strong>di</strong> macerie. So-<br />
pra della volta che guarda ad oriente ba-<br />
sano le due colonne del tabernacolo che<br />
sono verso 1' abside, le altre due colon-<br />
ne piantano sopra il muro del rinveuu<br />
to e<strong>di</strong>fizio imminente all'antica via. Per<br />
ultimo nell'area stessa si liasferì il depo-<br />
sito <strong>di</strong> IMartino V, che <strong>di</strong>anzi era lungo<br />
la nave, e si rinvenne vuoto. Alcuni eru<br />
<strong>di</strong>ti delle patrie antichità per tale l'avea-<br />
no". E qui pubblicò l'ine<strong>di</strong>ta epigrafe rit-<br />
mica, che ricevuta da me anteriormente<br />
dalla gentilezza del <strong>di</strong> lui degno fratello<br />
n»g.'^]\larlinucci,riprodussipiìi sopra, nel-<br />
la quale è detto essere Mailino V sepol-<br />
to nella cappella propria <strong>di</strong> sua famiglia ...<br />
proprio qui met!iì>ra sacello... Recl<strong>di</strong><strong>di</strong>t.<br />
"Continuate per altro le ricerche, sotto il<br />
paviu)culo alla profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> circa 4 l'^''<br />
-
68 TE S<br />
mi (alla presenza del nobilissimo paren-<br />
tiido <strong>di</strong> quel Pap.n^fiirono rinveniile molte<br />
ossa umane da poleine {'uiiDaie uno<br />
stljelelro intiero, ed erano <strong>di</strong>sposte s'i che<br />
i pie<strong>di</strong> dello scheletro corrispondevano al<br />
punto superiore in cui vedevasi il capo<br />
del l'ontefìce Martino V nelT elligie <strong>di</strong><br />
bronzo. Entro il deposito suddetto sono<br />
state riposte le rinvenute ossa, e lasciala<br />
memoria dell'eseguito rimuovimento col •<br />
la scritta: Martini V R. P. condìtorium<br />
marmoreis cmhlcmatilnts ornatimi, aeneo<br />
occlusimi operculo Simonis Jlorentini<br />
arte caelato anno i 433. Pio IX P.<br />
]M. seclusum,et opcrtum, e tessellato Ecclesiae<br />
pavimento Ime translatimi est 6<br />
idus fcbriiarias iS53". Ecco poi come il<br />
cav. Marlinucci descrive l'altare ligneo <strong>di</strong><br />
s. Pietro, chiuso nel nuovo suddescritto,<br />
e la forma in cui fu trovato." Il piano su-<br />
periore era composto <strong>di</strong> 5 tavole <strong>di</strong> cipres-<br />
so, quin<strong>di</strong> si prolungava <strong>di</strong> i3 tavolette<br />
<strong>di</strong> castagno poste verticalmente alle già<br />
in<strong>di</strong>cate. Di (juestea destra ed a sinistra<br />
erano aderenti due mensolette. 11 paliot-<br />
to fu ritrovato composto <strong>di</strong> cornice d'al-<br />
buccio, che stringeva una lunga rete <strong>di</strong><br />
cor<strong>di</strong>cella annodata a'quadrilateri oblun-<br />
ghi; <strong>di</strong> mezzo a'quali scorgevasi una cas-<br />
sa con croce nel mezzo formata da tarsìe<br />
ad angoli acuti in colore bianco e giallo-<br />
gnolo. Negli specchi laterali erano <strong>di</strong>pin-<br />
te le immagini <strong>di</strong> s. Pietro e <strong>di</strong> s. Paolo,<br />
in tutta persona , coperte però in parte<br />
dalle due in<strong>di</strong>cate mensolette, lequali in-<br />
oltre ascondevano due iscrizioni. Leggevasi<br />
in quella a cornuEvangelii: Sanctus<br />
óilvester Papa Primiis pontificia sanctione<br />
statuii ut si cpiis praeter romanum<br />
Ponlijicem in hoc Altare Missam<br />
celehrasset anatìiema csset: ed in quel-<br />
la a cornu Epistolae: Sanctus Silvester<br />
P-itpa Piimus Altare ligneitm in quo s.<br />
Petrus et reliqui ante se Pontlfices saera<br />
fecerunt lionoris eausa hic colloca-<br />
vii. Tolte quin<strong>di</strong> le in<strong>di</strong>cate tavole, altre<br />
due <strong>di</strong> ci[)iesso ne si rinvennero: e dopo<br />
queste, 4 tavole <strong>di</strong> noce aderenti ad allret-<br />
TES<br />
tantCjchea giu<strong>di</strong>zio de'periti in simili ma-<br />
terie ad<strong>di</strong>mostravano straor<strong>di</strong>naria anti-<br />
cliilii. Fra i vari strati <strong>di</strong> tavole si seno-<br />
priiono riposte moltissime monete del se-<br />
colo XIII al XVI. Rimosso il paliollo, gli<br />
specchi laterali, i 3 strati <strong>di</strong> tavole, si vi-<br />
de a nudo una cinta <strong>di</strong> abete per 3 Iati<br />
aderente a .\ altre cinte <strong>di</strong> legno antichis-<br />
sime e logore, che racchiudono, o per <strong>di</strong>r<br />
più esalto, foderano gli avanzi dell'albuo-<br />
cio selvatico ond'era tbrmato l'altare <strong>di</strong><br />
s. Silvestro. Nello specchio <strong>di</strong> fronte è la<br />
croce latina <strong>di</strong> tarsìa in legno giallogno-<br />
lo e biancastro a guisa <strong>di</strong> mosaico, conia<br />
già si è detto. Anche nel piano giacente sotto<br />
l'altare si rinvennero monete <strong>di</strong> Pontefici<br />
e <strong>di</strong> città italiane. Tutte queste me-<br />
morie, gelosamente esaminate e custo<strong>di</strong>-<br />
te , sono state novellamente riposte per<br />
entro il nuovo altare, fermatele per maggior<br />
cautela con due lamine d'ottone, che<br />
abbracciano tanto a destra che a sinistra<br />
l'altare, la tavola superiore e la cassa in<br />
fondo, suggellale cogli stemmi <strong>di</strong> Nostro<br />
Signore,edeirE.uio Antonelli prefetto dei<br />
sagri Palazzi apostolici". Narra inoltre il<br />
cav. Marlinucci, che si i ipniirono e dora-<br />
rono a nuovo i capitelli delle colonne, e<br />
queste lustrate, vintele <strong>di</strong>dìcoltàdel marmo<br />
e delle posture; egualmente ripuliti<br />
e dorati gli archetti <strong>di</strong> marmo traforati,<br />
ed incassati per risalto degli ornamen-<br />
ti alcuni smalti che imitano i lapislazzo-<br />
li. Che fu nuovamente ornato l'architra-<br />
ve del ciborio per 3 Iati <strong>di</strong> lista a colori<br />
in musaico, ed in quel lato che sovrasta<br />
la confessione fu posta per memoria del-<br />
le riparazioni eseguile la seguente iscri-<br />
zione in lettere <strong>di</strong> smalto doralo. Plus<br />
IX Pont. Max. in vcterem formam re-<br />
stituii ac splen<strong>di</strong><strong>di</strong>ori eiiltii inslauravit<br />
anno mdcccl. Tulle le parli maigiorcc<br />
e superiori del tabernacolo, con I' aiuto<br />
della chimica, furono scoperte e rinfresca-<br />
te <strong>di</strong> nuovismalti. Nelle pareti interne dei<br />
4 pilastri con capitelli e basi, che sollevandosi<br />
terminano in guglie, fu addossa-<br />
ta a ciascuno mezza colonna sj[)irale gi-
1 secoli<br />
TES<br />
rala iV\ musaico, <strong>di</strong>e sostiene leggiero ar-<br />
cliilrave, su cui riposa l'imposta della vol-<br />
ta, il che già rimarcai. Ad ognuno de'4<br />
]ati della cap|)elletla (|ua(irata che rac-<br />
chiude le ss. Teste, furono poste a riem-<br />
pirne gli spazi 1 6 c.obuiielte <strong>di</strong> ferro fu-<br />
so, intonacate <strong>di</strong> lamine <strong>di</strong> metallo in parte<br />
durale, con simili aral)esclii ornamentali;<br />
e da queijato cli'è<strong>di</strong> fronte alla nave<br />
inagi-ioie pontjo contemplarsi i due bu-<br />
sti iiL'Vjuali si conservano iCapi de'ss. l'ie-<br />
tro e Paolo. Quivi essendo l'unico cancel-<br />
lo chiuso da 4 chiavi <strong>di</strong>verse, per cui si<br />
possa penetrare nella cappelletta o interno<br />
del tabei-nacolo. Restituiti in tal guisa<br />
ol prin)ilivo aspetto il ciborio e il taberna-<br />
colo, compito il monumento <strong>di</strong> quegli ab-<br />
Itellimenti <strong>di</strong>esi desideravano nell'altare<br />
e nella confessione per l'armonia ilell'in-<br />
sieme, il sagro e celebre e<strong>di</strong>flzio , per la<br />
inunificenza del Papa Pio IX or<strong>di</strong>natore<br />
dell'opera, per l'inten<strong>di</strong>mento e gusto del<br />
car<strong>di</strong>nal Antonelli che ne fece eseguire i<br />
voleri, per avervi egregiamente corrispo-<br />
sto l'archilelto cav. Marlinucci, ritornò a<br />
fare <strong>di</strong> se decorosa e splen<strong>di</strong>da mostra in<br />
mezzo al santuario, che qua! (.'chiesa del-<br />
l'universo per antonomasia fu chiamata<br />
Chiesa apostolica Romaiui. Dirò per ul-<br />
timo, che riferiscono i n.' i 4^ e i52 del<br />
Giornale <strong>di</strong> Roma del 1 855, <strong>di</strong>e il capi-<br />
tolo Lateranense ha fatto recentemente<br />
restaurare e indorare la bellissima custo-<br />
<strong>di</strong>a o arma<strong>di</strong>o delle ss. Ilelit(uie, che fat-<br />
ta lavorare da Innocenzo X.I, per circa due<br />
era stata sul gran ciborio dell'altare<br />
I papale, e la collocò sull'altare della cap-<br />
! pella<br />
I sisi,<br />
I ino<br />
I polla.<br />
j<br />
I<br />
ddle Stimmate <strong>di</strong> s. Francesco d'A-<br />
<strong>di</strong> consenso della principessa Rlassi-<br />
Lancellolti patrona della stessa cap-<br />
Gli estremi lati della custo<strong>di</strong>a fu-<br />
rono allungali e ornali d'intagli simili ai<br />
preesistenti pregievolissimi; essendosi pu-<br />
re <strong>di</strong>sposti all'intorno i due angeli che so-<br />
stenevano l'arme d'InnocenzoXI, anch'es-<br />
si ri<strong>di</strong>)rali,ed ora sorreggono imo la Cro-<br />
ce, l'altro la palma, e de'cornucopi ezian-<br />
<strong>di</strong>o messi u oro. il Papa Pio IX, dopo u-<br />
T E T G
70<br />
TET<br />
verampiezz
TE U<br />
in piitria. Avendogli le sue TJrltj procac-<br />
ciato buon numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>scepoli, fabbri-<br />
cò <strong>di</strong>ipprirua delle celle per essi, poscia<br />
(ondò un monastero presso Vienna. Es-<br />
jicndovi colà il particolare costume <strong>di</strong> sce-<br />
glie re un monaco <strong>di</strong> grande riputazione<br />
<strong>di</strong> santità, che volentieri menasse vita da<br />
rinchiuso, e che confinato in una cella,<br />
con orazione continua e con rigorosi <strong>di</strong>-<br />
giuni implorasse la misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina<br />
per se e pel suo paese, fu eletto a ciò s.<br />
Teuderiojil quale esercitò la funzione <strong>di</strong><br />
cui era stalo incaricato con tanto fervo-<br />
re, che non pose alcuna misura alle sue<br />
lagrime e alle sue mortificazioni. Mori<br />
circa il 57 5, celebre per miracoli, e fu seppellito<br />
nel monastero <strong>di</strong> s. Lorenzo, Le<br />
sue reliquie furono <strong>di</strong>poi trasportate iu<br />
una chiesa collegiata <strong>di</strong> cui è patrono, e<br />
che <strong>di</strong>ede il nome alla piccola città <strong>di</strong> s.<br />
Teuderio, <strong>di</strong>stante 8 leghe da Vienna nel<br />
DeKinalo. Questo santo è nominato nel<br />
martirologio romano a' 29 ottobre,<br />
TEURGIA o TEURGICA. Arte <strong>di</strong> ar-<br />
rivare ad alcune cognizioni soprannatu-<br />
rali, ed operare delle cose meravigliose,<br />
deiMiracoli {f •), e delle cose <strong>di</strong>vine col-<br />
l'aiuto degli spiriti o genii, che i pagani nominavano<br />
Dei, e che i padri della Chiesa<br />
a ppellaronoZ>e/«o/«>Y/'.j. Quest'arte im-<br />
maginaria e d'i Siifjerstìzione (f'.J, è sia-<br />
la sempre 1 icercata e praticata con miste-<br />
ri arcani, da un buon numero <strong>di</strong> filosofi,<br />
Platonici e Piltagorici, eque'del III e IV<br />
secolo della Chiesa che presero il nome <strong>di</strong><br />
Eclettici o <strong>di</strong> nuovi Platonici, come Porfirio,<br />
Giuliano r Apostata , Giamblico,<br />
Massimo, ec, ne furono principalmente<br />
prevenuti. Eglino si persuadevano checon<br />
alcune formole d' invocazione, con certe<br />
pratiche, si poteva avere commercio fa-<br />
migliare cogli spiriti, comandare ad essi,<br />
conoscere e operare col soccorso loro del-<br />
le cose superiori alle forze della natura.<br />
Ella in sostanza non era altro che la Ma-<br />
gia (f.Ji ma questi filosofi ne <strong>di</strong>stinguevano<br />
due specie, cioè la magia nera e ma-<br />
lefica che chiauuivano Goe/ut, <strong>di</strong> cui ne<br />
T E U 71<br />
attribuivano gli effetti a' cattivi demonii,<br />
invocandosi gliDci infernaliei malefìcige-<br />
nii, con arte empia edetestabi!e,esercitata<br />
specialmente dagli Strrgo/a'e dalle Streghe<br />
(F.)j e la magia benefica, che appel-<br />
lavano Teurg'ìa, cioè operazione <strong>di</strong>vina,<br />
colla quale s'invocavano i genii buoni. Era<br />
questa la sola magia <strong>di</strong> cui facevano<br />
uso i saggi del paganesimo, riguardando-<br />
la per arte <strong>di</strong>vina che non serviva che a<br />
perfezionare lospirito, e a render l'anima<br />
<strong>di</strong>vina. Quelli che arrivavano alla perfezionedella<br />
teurgia,aveanoun iutimocom-<br />
mercio cogli Dei, si credevano rivestiti del<br />
loro potere, e si persuadevano che nulla<br />
fosse loro impossibile. Ma per giungere a<br />
quello stato <strong>di</strong> perfezione, era d'uopo <strong>di</strong><br />
sottomettersi a parecchie ben <strong>di</strong>fficili pra-<br />
tiche; passare prima <strong>di</strong> tutto per l'espia-<br />
zioni, farsi poscia iniziare a'piccoli miste-<br />
ri, <strong>di</strong>giunare, pregare, vivere in un'esat-<br />
ta continenza, purificarsi. Allora veniva-<br />
no i gran<strong>di</strong> misteri, ove più non trattava-<br />
si che <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tare e <strong>di</strong> contemplare tut-<br />
ta la natura ; imperocché non avea essa<br />
più nulla <strong>di</strong> celato, <strong>di</strong>cevano eglino, per<br />
tutti quelli i quali eransi a tali prove sot-<br />
toposti. Credeasi che in forza del potere<br />
della teurgia Ercole, Giasone, Teseo, Ca-<br />
store e Polluce, e tutti gli altri eroi del-<br />
la favolosa e immorale Mitologia, operas-<br />
sero que' pro<strong>di</strong>gi <strong>di</strong> valore, che tanto in<br />
loro si ammiravano per finzione de' poe-<br />
ti. L'invenzione <strong>di</strong>sila teurgia si attribui-<br />
sce ad Orfeo,conosciuto per uno de'faino-<br />
si maghi teurgici. Insegiiòegli inqual nn»-<br />
do si doveano servire gli Dei, placare il<br />
loro sdegno, espiare i delitti, e le malat-<br />
tie guarire. Fra la magia teurgica , e la<br />
religione misteriosa del paganesimo, ei-a-<br />
vi una gran conformità, vale a <strong>di</strong>re quel-<br />
la che concerneva i misteri segreti, <strong>di</strong> cui<br />
parlai a Setta, a Sacerdozio, descrivendo<br />
quello degl'idolatri, e ne'relativi arti-<br />
culi; usandosi formule che derivate dalle<br />
lingue egizia e caldea, i greci e i romani<br />
conservarono molle parole originali per-
jl T E U<br />
piclcsi genii motori della natura clie ne<br />
animavano tulle le parti, non avea per<br />
piova verun sodo ragionamento, né alcun<br />
l'alio certo ; era una puia immaginazio-<br />
ne fondata sull'illusione, sul!' ignoranza<br />
delie cause flsiclie e del mecc:misino del-<br />
la naturajquesto non<strong>di</strong>meno è tulio il fondamento<br />
del Politeismo (f\) e i\e\[' Ido-<br />
latria (y.). Il popolo cieco attribuì fal-<br />
samente ad alcune intelligenze particola-<br />
ri, ad alcuni spirili <strong>di</strong>spersi in ogni luo-<br />
go, i fenomeni, che Dio solo autore e go-<br />
vernatore dell' universo, opera o per se<br />
stesso o per le leggi generali del moto che<br />
ha stabilito e conserva; e i lilosofi sveu-<br />
turalamenle, invece <strong>di</strong>combultere questo<br />
pregiu<strong>di</strong>zio, lo adottarono e lo resero più<br />
incurabile, perpetuandosi l'errore per tra-<br />
<strong>di</strong>zione e per gl'insegnamenti <strong>di</strong> molli ira-<br />
pijstoii. La teurgia vieppiìi <strong>di</strong>venne comune<br />
dopo lo slabilimeulo del cristianesimo,<br />
poiché con essa vollero i filosofi pa-<br />
gani <strong>di</strong>struggere l'impressione stupenda<br />
che aveano fatto su tutti gli spirili i mi-<br />
1 acoli <strong>di</strong> Gesù Cristo, degli Apostoli e dei<br />
primi cristiani. In generale essendo la<br />
teurgia viziosa, come alto <strong>di</strong> (loliteismo e<br />
d'idolatria, que'che vi si abbandonarono<br />
furono a un tempo insensati, impostori<br />
ed empii. Alcuni maligni incretinii e i<br />
])iotestanli, calunniosamente osarono <strong>di</strong>-<br />
le che la più parie delle veneiande Cc-<br />
iciiìoiiiv (/ .) del cristianesimo non sono<br />
<strong>di</strong>lfereiili insostanzadalla teurgia, se non<br />
ne'sagramenti, nelle bene<strong>di</strong>zioni, negli e-<br />
sorcisini, ec. Lo stesso Dio prescrisse le<br />
sagre ceremonie per mezzo <strong>di</strong> Mosè agli<br />
ebrei, e le ceremonie cri.>tiane per mezzo<br />
<strong>di</strong> Gesù Cristo, degli Apostoli e ilella Chie-<br />
sa, cui lo stesso Gesù promise il suo spi<br />
l'ilo, il suo soccorso e la sua assistenza; ed<br />
iiiveced'aver avuto alcuna intenzione d'i-<br />
milaie i<br />
pagani, la Chiesa al contrario eb<br />
}»e il proposito d'allonlanoi e e prcserva-<br />
je i suoi O^li dagli abusi e dalle super-<br />
hlizionidc'l p;igaiiesimo. Tutte le ceremo-<br />
nie ed i ///.'/' (/ .) cristiani spirano la pie-<br />
tà, il rispetto, la cunlideuza in Dio; e qua-<br />
TE U<br />
lora se ne concepisca il significato, tutte<br />
sono mirabili lezioni <strong>di</strong> morale e <strong>di</strong> vir-<br />
tù. La Chiesa adora Dio, l'onora, e rende<br />
tril)uto <strong>di</strong> iauJi al suo <strong>di</strong>vino Sposo, <strong>di</strong><br />
cui è la <strong>di</strong>letta, con gì' i<strong>di</strong>omi <strong>di</strong> molle<br />
nazioni; e con la varietà <strong>di</strong> riti e <strong>di</strong> ceremonie<br />
gli presta ipiel cullo che gli é do-<br />
vuto; e Dioé egualmente lodalo e ono-<br />
rato in qualsivoglia conveniente rito gli<br />
si renda quell'omaggio <strong>di</strong> soggezione si<br />
interno che esteruo,che Tuomo deve tri-<br />
butargli.<br />
TEUTONICO, Orui.ve religioso e<br />
MILITARE. Or<strong>di</strong>iùs Militiac. B. Manata<br />
lirginis Tlu'utonicoriim. Nobilissimo,<br />
antico e già sovrano e potente or<strong>di</strong>ne e-<br />
questre, denominato pure Or<strong>di</strong>ne della<br />
JLidoima del Monte <strong>di</strong> Sion o <strong>di</strong> i. Ma-<br />
ria <strong>di</strong> Gerusa lemme, dì cui il p. Ilelyot<br />
nella Storia degli or<strong>di</strong>ni religiosi e mi-<br />
litai'i, t. 3, cap. 1 6: De'caK'alieri dell'or-<br />
<strong>di</strong>ne Teutonieo, <strong>di</strong>ce che le <strong>di</strong>visioni in-<br />
sorte nel medesimo, e l'ambizione colle-<br />
gata coll'eresia, hanno fatto tale ingiuria<br />
alla <strong>di</strong> lui gloria, e ad un tale stalo ridot-<br />
tolo, clie <strong>di</strong>llìcilmente si crederebbe, ch'e-<br />
gli fosse un tempo stato il terrore de' re<br />
più potenti, se la storia non ci facesse pie-<br />
na fede della possanza <strong>di</strong> quest'or<strong>di</strong>ne, ri-<br />
dotto al suo leinpo al possesso d' alcune<br />
commende, sufìlcienti appena al mantenimento<br />
del gran maestro e de'cavalieri.<br />
L'or<strong>di</strong>ne teutonico, del quale vocabolo<br />
parlai nel voi. XXIX, i p. 2 i e altrove, ebbe<br />
sotto il suo assoluto dominio la PruS'<br />
sia reale e ducale, la Livonia, la piccola<br />
Pomerania, la IMarca nuova <strong>di</strong> Drande-<br />
Lurgo, l'Estonia, ed i ducati <strong>di</strong> Curlan-<br />
<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> Semigallia, provincie<strong>di</strong> vasta e-<br />
stensione, ed altri dominii, i quali si esle-<br />
sero dall'Oder al golfo <strong>di</strong> Finlan<strong>di</strong>a. L'or-<br />
<strong>di</strong>ne de'cavalieri teutonici deve la sua o»<br />
ligine alle Crociale {f .), non meno che<br />
quelli degli ospitalieri da' Gerosolimitani<br />
nA a' Templari. Verso il i i 27 o il i i 28<br />
un I icco particolare alemanno, che avea<br />
slalnlila la sua <strong>di</strong>mora a Gerusalemme,<br />
comiuciava a raccogliere in casa sua i pu-
TE U<br />
veti pellegi'mi della propria nazione, tra-<br />
vagliati dalle malattie o dalle fatiche del<br />
lungo epenoso viaggio. La moglie <strong>di</strong>cjue-<br />
slo carilatevole alemanno istituì quin<strong>di</strong><br />
un 2.° ospizio allato ali.", per accogliervi<br />
le povere donne della sua patria. Tali li-<br />
uiiti rispetti deilalenianuo non potendo<br />
bastare al suo zelo, fece costruire a pro-<br />
prie s[>ese un ospedale, e ottenne dal pa-<br />
triarca d'unirvi una cappella de<strong>di</strong>cala a<br />
Maria Vergitse. In seguilo vari gentiluo-<br />
Uiiui alemanni e non poclii [)arlicolari della<br />
stessa nazione si <strong>di</strong>eroiio cura d'aumen-<br />
tar la fondazione, votandosi al servizio dei<br />
poveri e de'malati <strong>di</strong> loro nazione. Come<br />
oggetto del pellegrinaggio loro era quel-<br />
lo <strong>di</strong> coudjattere contro gl'infedeli, a ciò<br />
si obbligarono con un 2." voto, prendendo<br />
a modello la regola de'templari. L'ospedale<br />
alemanno ossia teutonico <strong>di</strong> Gerusalemme<br />
non fu <strong>di</strong>strutto, come quel-<br />
lo<strong>di</strong> s. Giovanni de'gerosolimitani, allor-<br />
ché Sala<strong>di</strong>no re saraceno <strong>di</strong>Soria,dopo la<br />
battaglia <strong>di</strong> Tibeiiade, a'2 ottobre i 187<br />
prese Gerusalemme; ma solamente il vin-<br />
citore non vi tollerò che quel numero <strong>di</strong><br />
persone ch'erano assolutamente necessa-<br />
rie al servizio <strong>di</strong> esso. Questo stabilimen-<br />
to pio viene riguardalo come la più rimo-<br />
la originedell'oi<strong>di</strong>ne teutonico. Intrapre-<br />
sosi poi da'cristiani l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Tolemai-<br />
de ossia s. Giovanni d'Acri nel i i8q, si<br />
vide tosto rinnovare lo stesso alto <strong>di</strong> ca-<br />
jrilà nel campo loro per essere l'esercito dei<br />
crociati desolalo dalla fame e dalle raa-<br />
I<br />
lallie. Mentre i cavalieri gerosolimitani a-<br />
\eano preso cura degl'italiani, ed i cava-<br />
lieri templari de'francesi, isoli tedeschi e-<br />
lano miserabilmente rimasti privi <strong>di</strong> qualunque<br />
aiuto. Allora alcuni benefici citta-<br />
<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Brema e dì Lubecca, com[ìasiio-<br />
Bando le miserie e i bisogni de'soldati tedeschi<br />
infermi e feriti, i quali per mancanza<br />
<strong>di</strong> soccorso morivano, can<strong>di</strong>iarono<br />
le loro tende, fatte <strong>di</strong> vele da nave,in un o-<br />
spedale, in cui davano ricetto a'feiiti e ai<br />
jmalati, che con molta mnillìi e cai ila soc-<br />
SGiie vano: ciò loro guadagnò la stima del<br />
TE U 73<br />
patriarca <strong>di</strong> Gerusalemme, d'Enrico re <strong>di</strong><br />
Gerusalemme, degù arcivescovi <strong>di</strong> Naza-<br />
reth, <strong>di</strong> Tiro e <strong>di</strong> Cesarea, de' vescovi <strong>di</strong><br />
Betlemme ed Acri, de' gran maestri dei<br />
gerosolimitani e templari, e <strong>di</strong> molti dei<br />
loro cavalieri, <strong>di</strong> Piidolfo signore <strong>di</strong> Ti-<br />
beriade e del suo fratello Ugo, <strong>di</strong> l\inaldo<br />
signore ili Sidone, <strong>di</strong> Cimaro signore<br />
<strong>di</strong> Cesarea, e <strong>di</strong> molti altri principi e si-<br />
gnori del regno <strong>di</strong>Gerusalemme,come an-<br />
cora d'alcuni signori alemanni, i quali si<br />
trovavano all'asse<strong>di</strong>o. Essi furono Corrado<br />
arcivescovo <strong>di</strong> Magonza, Corrado d'Erbipoli<br />
cancelliere dell'impero, WolsOge-<br />
ro vescovo <strong>di</strong> Baia via. Federico duca <strong>di</strong><br />
Svevia, Enrico <strong>di</strong> Walpot conte del Pieno<br />
e duca <strong>di</strong> BrunsAvick, Federico il Cattolico<br />
duca d'Au>tria, Enrico <strong>di</strong> Brabau-<br />
te, e molti altri principi e signori, i qua-<br />
li |)revedendo <strong>di</strong> quanta utilità poteva <strong>di</strong>-<br />
venire l'istituzione, furono <strong>di</strong> parere che<br />
il duca <strong>di</strong> Svevia inviasse deputati al fra-<br />
tello Enrico VI imperatore, aitine <strong>di</strong> pre-<br />
garlo d'ottenere da Papa Celestino HI la<br />
conferma dell'ospedale. Alcuni riferiscono<br />
che fu Fedeiicu<strong>di</strong> Svevia, che per dal'è<br />
slabile forma allo stabilimento, immaginò<br />
d'islituire un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> cavalieri, ad<br />
imitazione <strong>di</strong> quel li de'gerosolimitani e de'<br />
templari; <strong>di</strong>visamento che vuoisi applau-<br />
<strong>di</strong>to da lutti i nominati, e che i vescovi<br />
compilarono una regola tratta dagli ospe-<br />
dalieri gerosolimitani, perquanto riguar-<br />
da la cura de'malati, e da quella de'tem-<br />
plari per ciò che si riferiva alla milizia e<br />
alla particolare <strong>di</strong>sci[)lina. Aggiungono,<br />
che dopo <strong>di</strong> essa, il duca <strong>di</strong> Svevia solennemente<br />
eresse il nuovo or<strong>di</strong>ne, a cui donò<br />
a titolo <strong>di</strong> fondazione l'ospedale leu-<br />
tonico ossia alemanno <strong>di</strong> Gerusalemnie,<br />
e che allora impetrò dal fratello la san-<br />
ziuneaposlolica. Clemente III inen Ire sta-<br />
va per approvare l'istituzione moi"i, onde<br />
il successore Celestino Ili neh 1910<br />
nel 1 192 confermò l'ospedale e ristiluto,<br />
erigendolo in online ospitaliere e milita-<br />
re sotto l.i rcircjla <strong>di</strong>s. Amjslino, orilinan-
74<br />
TEU<br />
gerosolimitani nel governo e servizio dei<br />
iiiiilali e i!e'|joveii, e gli slaliili cle'leiu-<br />
plaii quanto ull'esseie <strong>di</strong> militari e <strong>di</strong> ec-<br />
clesiastici; che facessero voto <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere<br />
la Chiesa, la Palestina o Terra santa,<br />
le vedove e gli orfani; e che il loro abi-<br />
to consistesse in un ma niello bianco, or-<br />
nato d'una croce nera: concesse all'or<strong>di</strong>-<br />
ne le stesse indulgenze, privilegi ed esen-<br />
zioni già accord.ite dalla s. S>n\^ agli or-<br />
<strong>di</strong>ni ospedalieri ed a'ieniplarij e per arine<br />
stabilì una ci oce piena <strong>di</strong> panno nero in<br />
cainj)ubiiinco, alla quale, <strong>di</strong>cono alcuni, fu<br />
a^giullla la croce potenziata del regno <strong>di</strong><br />
Gerusaleinine, pei concessione <strong>di</strong> (piel re<br />
Enrico, o del le Giovanni da Drieniie al<br />
<strong>di</strong>re <strong>di</strong> allri. L'imperatore accor<strong>di</strong>) a'ca-<br />
valieri il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> possedere in perpetuo<br />
le terre e le provincie, che avessero conquistalo<br />
sugl'infedeli. 11 p. Bunanni, Ca-<br />
talogo cicali or<strong>di</strong>ni t(/iicstri e militari,<br />
a p. 1 I 6 e >eg. riporta le figure del cava-<br />
liere teutonico, del cavaliere teutonico ec-<br />
clesiastico, e dei gran maestro teutonico,<br />
ma^niis niagisttr Tcntonicoru/n.Quiìu-<br />
lo al cavaliere teutonico, riferisce che gli<br />
fu [)rescrilla una croce nera contornata<br />
o filettata d'argento sopra abito nero, e<br />
ujaiito <strong>di</strong> lana biatica, onde furono i cavalieri<br />
anco chiamali cavalieri <strong>di</strong> s. Ma-<br />
ria e crociferi, ed a p. 162 riproduce al<br />
n." I 06 la forma della croce equestre de-<br />
nominata patente. Del cavaliere teutoni-<br />
co ecclesiastico o cappellano, <strong>di</strong>ce il p. Bonanniche<br />
l'or<strong>di</strong>ne è <strong>di</strong>viso in cavalieri mi-<br />
liari ed ecclesiastici, e l'uflìzio de'secon<strong>di</strong><br />
era ^anlalini^trare i sagramenli agl'infermi<br />
dell' os[)edtde, come pure a'cavalieri<br />
d'armi, recitare i <strong>di</strong>vini udlzi nella chie-<br />
6:1, e aver cura del decoro e splendore <strong>di</strong><br />
essa; siccome ancora ammaestrare nelle<br />
cose spettanti alla religione i cavalieri e<br />
serventi lutti dell'or<strong>di</strong>ne. Che portavano<br />
pel' insegna la croce stessa, la veste nera<br />
lunga e il mantello bianco egualmente<br />
lungo, il tutto <strong>di</strong> lana piij grossolana. Al-<br />
lorché erano in guerra, i<br />
cappellani teu-<br />
tonici ebbero fucullà d indossare l'arma-<br />
T lì U<br />
tura anche nell'atto <strong>di</strong> celebrare! <strong>di</strong>vini<br />
ulllii, cioè colla corazza e la spada al fian-<br />
co, ()er essere sempre pionti ad opporsi<br />
al nemico. In tempo <strong>di</strong> pace i cappella-<br />
ni <strong>di</strong>moravano ne'convenli in numero <strong>di</strong><br />
6 con I 2 cavalieri; ecjuandoi cavalieri riii-<br />
nivansi per l'elezione del gran maestro,<br />
fra gli elettori era vi sempre un frale cap-<br />
pellano. Circa al gran maestro dell'or<strong>di</strong>-<br />
ne, narra che Celestino 111 <strong>di</strong>e facoltà d'i-<br />
stituirlo ad Enrico <strong>di</strong> l fa Ipot cowle del<br />
Reno, ch'era stato eletto nel campo d'A-<br />
cri gran maestro dell'or<strong>di</strong>ne. Che poi il<br />
3.° gran maestro aggiunse alla croce ne-<br />
ra un'altra doro, per <strong>di</strong>stinguersi da'ca-<br />
valieri a lui subortlinati, o meglio la concesse<br />
il suddetto re Giovanni al 4-° giau<br />
maestro, testimonio delle valorose azioni<br />
de'teutonici, <strong>di</strong>stinzione che restò a'snccessori;<br />
che Papa Onorio ili versa il ( 220<br />
gli concesse il titolo <strong>di</strong> principe, allri <strong>di</strong>-<br />
conoche inoltre gli donò un anello<strong>di</strong> graa<br />
prezzo, che trasmise per njenxnia a'suc-<br />
cessori; Federico il imiieralore, non so-<br />
lo lo <strong>di</strong>chiarò in uno a'snccessori princi-<br />
pe dcl'i'iinpero, ma inoltre gli accordò l'a-<br />
quila imperiale da porsi nell'arme, e s.<br />
Luigi IX re <strong>di</strong> Francia all'estremità del-<br />
la croce vi aggiunse i gigli reali. Per cui<br />
il gran maestro portava sopra la veste <strong>di</strong><br />
lana nera e stesa sino al ginocchio la cro-<br />
ce patente, nel cui centro sopra uno scudo<br />
era ra(|uila imperiale, e al manto <strong>di</strong><br />
lana bianca, lungo sino a terra, nel sini-<br />
stro lato era aAissa la medesima croce. Il<br />
gran maeslroavea sotto<strong>di</strong> se il g/-anco/ii'<br />
ineiidalorc, i ."uffizialedeH'or<strong>di</strong>nejilgTrt/j<br />
maresciallo ,c\i>i risiedeva a Ronigsberg;<br />
il ^l'ciu snedaliere, che <strong>di</strong>morava inEI-<br />
bing; \\draj)j)iei-e,C[.\\ incombeva la prov-<br />
vista degli abiti; ed il tesoriere, che do-<br />
vea continuamente <strong>di</strong>morare nella coi te<br />
del gran maestro. Oltre a questi l'or<strong>di</strong>-<br />
ne asea molti commendatori , come <strong>di</strong><br />
Thorn, Culli», Brandeburgo.Konigsberg,<br />
Elbing e <strong>di</strong> multe altre città ragguarde-<br />
voli. Eranvi pure de'commendalori par-<br />
liculari destinati al governo dc'castelli e
T E U<br />
forle/zi; degli avvocali, clti'provveclltoii,<br />
tle'ca vali<strong>di</strong> i quali sopiiiilendevanoa'inoliiii<br />
ed a'viveri, e molti allrj iiniziali. Do-<br />
po la pontifìcia approvazione dclTor<strong>di</strong>ne,<br />
il re <strong>di</strong> Gerusalemme, il duca <strong>di</strong> Svevia<br />
e gli alti i signori che ne aveano procura-<br />
to la conferma, vollero colla loro presen-<br />
za rendere più maestosa la cereinonia, nel-<br />
l'accettazione de'prinii cavalieri. Presen-<br />
tatisi 4o nobili alemanni pcrcssere ascrit-<br />
ti all'or<strong>di</strong>ne, riceverono l'abito da altret-<br />
tanti ^ignori, ed i cavalieri presero il ti-<br />
tolo à\ fratelli alemanni, Cavalieri del'<br />
la casa e dell'ospizio Teutonico <strong>di</strong> Ge-<br />
rusalemme,3Iariesi,e d i Ospeda lieri del-<br />
la Madonnadegli alemanni, perchè nel-<br />
l'or<strong>di</strong>ne non si doveano ammettere chea-<br />
lemanni,ondechi(uiqiiesi presentava per<br />
esservi ricevuto, dovea giurareil'essere a-<br />
lenianno <strong>di</strong> nazione, e nato da idonea fa-<br />
miglia nobile, <strong>di</strong> non essersi mai coniu-<br />
gato, <strong>di</strong> voler vivere ce!d)e, <strong>di</strong> sottomet-<br />
tersi a tutte le regole e leggi dell'or<strong>di</strong>ne,<br />
<strong>di</strong> prestare esatta ubbi<strong>di</strong>enza al maestro<br />
deirospedale,<strong>di</strong> consagrarsi principalmeu-<br />
le al servizio <strong>di</strong> Dio, degli ammalati, dei<br />
poveri <strong>di</strong> loro nazione, alla <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Ter-<br />
ra santa, delle vedove e degli orfani, e <strong>di</strong><br />
vivere d'una totale S[>ropriazione. L'or-<br />
<strong>di</strong>ne non era tenuto asomministrargli al-<br />
tro che pane e acqua, e vestilo; né in al-<br />
tro veramente consisteva il loro vitto sul<br />
cominciar dell'or<strong>di</strong>ne, né altro letto lu-<br />
singava i loro riposi, che un rozzo paglia-<br />
riccio. Le altre antiche osservanze dell'or-<br />
<strong>di</strong>ne, liferitedal p. Heiyot, sono leseguen-<br />
ti, professate pure da'cavalieri <strong>di</strong> Livoiiia<br />
dopo la loro incorporazione tra'teuloiii-<br />
ci. Per togliere loro ogni occasione <strong>di</strong> mac-<br />
chiare la castità giurala, proibiva ad es-<br />
si la regola qualumpie conversazione eoa<br />
donne, specialmente giovani, uè era permesso<br />
ad un cavaliere il baciare sua ma-<br />
dre nell'alto <strong>di</strong> salutarla. Era s\ rigorosa<br />
la povertà che professavano, che non po-<br />
tevano possedere cosa alcuna in proprio,<br />
senza licenza del gran maestro o altri su-<br />
periori; poiché non potevano tenere alcun<br />
T E U 7 1?<br />
forziere o cassa serrata a chiave, per non<br />
dai- motivo <strong>di</strong> sospettare che vi si nascon-<br />
desse denaro o altra cosa n(jn permessa.<br />
Quanto aveano tutto possedevano a nome<br />
dell'or<strong>di</strong>ne o del ca[)itolo, né lo possedevano<br />
che per <strong>di</strong>stribuirlo a'poveri, a-<br />
gl'infermi, oa quelli dell'or<strong>di</strong>ne che ne<br />
aveano bisogno. Alcuni scrittori afferma-<br />
no, che ili. "gran maestro or<strong>di</strong>nò a'cnva-<br />
lieri <strong>di</strong> recitare ogni giorno e in tutte le<br />
notti 200 volte l'orazione domenicale, il<br />
simbolo degli apostoli, e la salutazioneaii-<br />
gelica: però la regola non prescrive <strong>di</strong> ta-<br />
li preci un numero cos'i copioso. Le loro<br />
celle doveano essere continuamente aper-<br />
te , onde si vedesse ciò che facevano, né<br />
cosa alcuna rimaneva occulta agli occhi<br />
del superiore, ch'era or<strong>di</strong>nariamente un<br />
commendatore. In ciascun con vento <strong>di</strong> mo-<br />
ra va no I 2 cavalieri in onore de' 12 Apostoli,<br />
ed il gran maestro Wmrico <strong>di</strong> Knipro-<br />
de or<strong>di</strong>nò che oltre i i 2 cavalieri, vi abi-<br />
tassero ancora 6 cappellani, l conventi e-<br />
rano circa 4o,e in un medesimo luogo ve<br />
n'era più d'uno, cornea lAIariembm-goove<br />
se ne contavano 4- H lo'O letto si fjrma-<br />
va del detto semplice pagliariccio. Le lo-<br />
ro armi non doveano essere né dorate, né<br />
inargentate. Letà dalla regola piescrilla<br />
per essere accettato nell'or<strong>di</strong>ne era quel-<br />
la <strong>di</strong> I 5 anni; doveano però essere i cava-<br />
lieri aspiranti <strong>di</strong> forte e robusta comples-<br />
sione , capace <strong>di</strong> resistere a' <strong>di</strong>sagi della<br />
guerra. L'or<strong>di</strong>ne era <strong>di</strong>viso a somiglian-<br />
za del Gerosolimitano in 3 classi: i cavalieri<br />
con baliaggi e commende, i cappel-<br />
lani, i frati serventi. Eianvi altresì delle<br />
persone coniugale, cui permettevasi por-<br />
tare delle mezze croci. L'or<strong>di</strong>ne ebbe an-<br />
che delle religiose, ed eravi prescritta la<br />
forinola d'orazioni che si recitavano nel<br />
dare ad esse l'abito. Il gran commenila-<br />
tore presiedeva a tutti i consigli, e governava<br />
la provincia in assenza dei gran mae-<br />
stro; soprintendeva al tesoro, alle biade,<br />
alla navigazione; ed i frali cappellani, e i<br />
serventi d'armi, i quali <strong>di</strong>moravano nel<br />
I. "convento, a lui ubbi<strong>di</strong>vano. Dovea il
•j'ò T E U<br />
gran maresciallo provvedere quanto ap-<br />
parteneva alla guerra, e tutù i cavalieri<br />
eriiiiu temili a ubbi<strong>di</strong>rlo in assenza del<br />
gran maestro; provvedeva loro le armi e<br />
1 cavalli, i quali però non comprava sen-<br />
za licenza del gran maestro, e senza le cui<br />
lìicoUà neppure poteva licenziare dal-<br />
l'armata alcun cavaliere, ne dare alcuna<br />
Ij^ittaglia. In tempo <strong>di</strong> pace il gran commendatore<br />
gli precedeva, ma in tenipo<strong>di</strong><br />
guerra egli lo pi ecedeva. Allìdali alla cu-<br />
ra del gran spedaliere erano i poveri e<br />
lutti gli spedali; a lui spellava il dare gli<br />
oi<strong>di</strong>tii o[)poi tuni agli spedalieri inferiori,<br />
uè era lenulo a rendere conto delle spese<br />
che faceva ; e quando gli mancavano<br />
den ili o altre cose necessarie [)egli spedali<br />
e pe'poveri, toccava al gran commen-<br />
datore a provvederle: prima <strong>di</strong>morava a<br />
Elbing, ma dopoché fu ceduta alla Polonia,<br />
trasferì la sua sede a Drandebur-<br />
go. 11 drappiere avea la cura <strong>di</strong> tuttociò<br />
che spettava agli abiti de' fra li: se davasi<br />
un pezzo <strong>di</strong> panno a'cavalieri, non lo potevano<br />
ritenere senza licenza del drap-<br />
piere. Se il [)ezzo <strong>di</strong> panno dato a un ca-<br />
valiere bastava per fare due mantelli, ne<br />
riteneva la inelìi per se, l'altra davala al<br />
drii|)piere, al quale pure spettava prov-<br />
vedere l'occorrente a' viaggi de'cavalieri<br />
che da un convento passa vano ad altro. Il<br />
tesoriere per essere sempre pronto a <strong>di</strong>stribuire<br />
ciò ch'era necessario, <strong>di</strong>morava<br />
presso il gran maestro, a cui tutti i no-<br />
minati gran<strong>di</strong> ufllziali erano tenuti a ren-<br />
dere conto in ciascun mese delle spese<br />
che aveanofilte, tranne il gran spedalie-<br />
re. Circa all'elezionedelgran maestro, ec-<br />
co (pianto anticamente praticavasi. Es-<br />
sendo il gran maestro vicino a morte, po-<br />
teva dare a quel cavaliere che piii a lui<br />
piacoi inalati con gran<strong>di</strong>ssima carità,<br />
e destinò quest'ospedale per prima-<br />
ria residenza de'cavalieri. Walpot alla te-<br />
sta de' -.noi cavalieri combattè valorosa-<br />
iiienle contro i saraceni, che ponevano a<br />
guaslo la Siria, fino alla morte avvenuta<br />
a'24 ottobre i 200; fu sepolto nella detta<br />
chiesa, ove pure furono tumulati i due<br />
suoi imme<strong>di</strong>ati successori, e Federico du-<br />
ca<strong>di</strong> Svcvia morto aiich'egli in Terra san-<br />
ta, hi dà d"8o uuui fu dello gran maa-
' anni<br />
I<br />
T EU<br />
Siro Ottone <strong>di</strong> Kcrpen tli Rremn,che si<br />
tlisliose per la sua carità e governò l'or-<br />
<strong>di</strong>ne con saggezza. Morto nel 1206 gli suc-<br />
cesse Ermauìio <strong>di</strong> Biirdt. <strong>di</strong>e per le fe-<br />
rite ricevute cotubaltenclo all'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
Tripoli contro il suitano<strong>di</strong> Cogni, insieme<br />
al re d'Armenia e a'cavalieri gerosolimi-<br />
tani, cessò <strong>di</strong> vivere nel i 2 lo.nientreror-<br />
<strong>di</strong>ne non ancora avea fatto progressi con-<br />
siderabili. L'eletlo/i777/r//;7/o <strong>di</strong>Sdlza an-<br />
zi io trovò molto affievolito per le soffer-<br />
te per<strong>di</strong>te, ma in poco tempo, sotto il suo<br />
magistero, pro<strong>di</strong>gioso ne fu l'incremen-<br />
to, e ricolmo <strong>di</strong> benefizi e privilegi da'Pa-<br />
pi, dagl'imperatori e da vari principi, to-<br />
sto si trovò in islato <strong>di</strong> tentare le più gran-<br />
<strong>di</strong> imprese. La saggia e accorta condotta<br />
<strong>di</strong> Salza salvò l'or<strong>di</strong>ne dall'infelice stato<br />
cui l'aveano ridotto gl'uifcdeli,che minacciava<br />
estinguersi, e nel suo governo <strong>di</strong> 3o<br />
<strong>di</strong>venne celebre la fama del <strong>di</strong> lui nome.<br />
Nel 1217 combattè contro gl'infede-<br />
li co're d'Ungheria e <strong>di</strong> Gerusalemme, e<br />
si <strong>di</strong>stinse massimamente nel 1219 all'as-<br />
I<br />
i se<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Damiala, ove i cavalieri teuloni-<br />
j ci ed i templari ebbero la gloria <strong>di</strong> salvare<br />
col coraggio loro l'armala cristiana.<br />
;<br />
\<br />
Dopo lo sventurato fine della spe<strong>di</strong>zione<br />
de'crociafi in Egitto, Salza passò in Ita-<br />
lia, egtiadagnalasi la confidenza e la gra-<br />
zia dell'imperatore Federico 11, lo determinò<br />
a sposare Jolanda <strong>di</strong> Crienne, erede<br />
del regno <strong>di</strong> GerusaIemme,coirinten<strong>di</strong>meulo<br />
d' indurlo a soccorrere con più<br />
ellìcacia la Terra santa. Federico 11 si gio-<br />
vò del gran maestro in tulle le negozia-<br />
zioni più iualagevoli, e segnatamente nel-<br />
le sue controversie con Papa Onorio IH,<br />
il quale acconsenti <strong>di</strong> rimettersi nel giu-<br />
<strong>di</strong>zio arbitrale <strong>di</strong> Salza quanto alle sue<br />
<strong>di</strong>llerenze con esso. Egli si regolò con tan-<br />
\<br />
ta equità e destrezza in congiiuitura co-<br />
\ sì delicata, eli' entrambi lo colmarono<br />
'<br />
<strong>di</strong> benefìzi, <strong>di</strong> cui già parlai rettificando<br />
il riferito dal p. Bonanni; e Gregorio IX<br />
colla hoWa Etsi ncque, f\e l'è luglio 1227,<br />
Bull. Ho/lì. t. 3, par. i , p. 248, confermò<br />
all'oi<strong>di</strong>nei privilegi clìe godeva e altri ne<br />
T E U 77<br />
aggiunge, come imme<strong>di</strong>atamente <strong>di</strong>pen-<br />
dente dalla s. Sede. Salza fu pure uno <strong>di</strong><br />
quelli che contribuirono in gian parte a<br />
riconciliare l'imperatore con Papa Gre-<br />
gorio IX, il quale poi scomunicò Federico<br />
II qual persecutore della Chiesa. Narrai<br />
a Prussia che Corrado duca <strong>di</strong> Ma-<br />
sovia e <strong>di</strong> Cuiavia o L la<strong>di</strong>sla^'ia ( l.) in<br />
Polonia, non solamente contro gl'infede-<br />
li prussiani, che commellevano frequen-<br />
ti e crudeli irruzioni, avea istituito l'or-<br />
<strong>di</strong>ne militare de'cavalieri tVOhrino (/^ .),<br />
a somiglianza de'cavalieri <strong>di</strong> Cristo <strong>di</strong> Livoiiia<br />
(/.), delti anche Porta Spada o<br />
Spadaccini <strong>di</strong> Livoina (T.); ma perchè<br />
gl'idolatri e barbari prussiani ponevano<br />
vieppiù il paese a ferro e fuoco, trucidavano<br />
i sacerdoti sugli altari e calpestavano<br />
i <strong>di</strong>vini misteri, e le sue terre erano<strong>di</strong>vcnute<br />
bersaglio della loro furiosa labbio,<br />
niun vantaggio ritraendo dai cavalieri<br />
d'Obrino, invotò l'aiuto deVavi<strong>di</strong>ei i teu-<br />
tonici, per la ftima che godevano <strong>di</strong> va-<br />
lore e <strong>di</strong> possanza. Salza non vi si determinò<br />
che dopo aver consultato il Papa e<br />
l'imperatore, i quali 1' incoraggiarono a<br />
tentare l'impresa, promettendogli anche<br />
gran<strong>di</strong> soccorsi. Il duca Corrado fece do-<br />
nazione perpetua all'oi<strong>di</strong>ne delle proviu-<br />
cie <strong>di</strong> Culnia e Lubonia o Livonia inva-<br />
sa da'prussiani, e gli donò quanto i cava-<br />
lieri avessero potuto conquistare nella<br />
Prussia. Gregorio IX, a cui l'or<strong>di</strong>ne era<br />
imme<strong>di</strong>atamente soggetto , confermò le<br />
donazioni falle dal duca, e or<strong>di</strong>nò che si<br />
pre<strong>di</strong>casse la crociala contro i prussiani,<br />
esortando con lettere circolari tulli i fe-<br />
deli <strong>di</strong> quelle vicinanze a regolarsi in tut-<br />
te le loro inlraprese col consiglio de'ca-<br />
valieri teutonici; ed accordando a'r/'ore-<br />
signati le stesse indulgenze concesse a<br />
quelli delle crociale <strong>di</strong> Palestina. L'impe-<br />
ratore ancora conferì piena sovranità al-<br />
l' or<strong>di</strong>ne sul ricevuto dal duca <strong>di</strong> Masovia,e<br />
sull'intera Prussia se potevanocou-<br />
pagani. Salza scorgen-<br />
quislarla contro i<br />
do il proprio or<strong>di</strong>ne assai numeroso, e<strong>di</strong><br />
poter assalir la Prussia senza abbandonar
78<br />
TE U<br />
la <strong>di</strong>fesa tli Terra saiiln, elesse il cav. Herman<br />
Jjalka a capo dell'iinpiesa con lito-<br />
Jo tli piovvc<strong>di</strong>loie e inaestio provinciale<br />
<strong>di</strong> Prussia, lialka adunalo un esercito, nel<br />
laSi (alni vogliono alcuni anni prima)<br />
passò la Vistola, e pose il campo sull'opj>osta<br />
sponda. Dopo avere riportati non<br />
pochi vantaggi sui prussiani, fece ingran-<br />
<strong>di</strong>re e fortidcare il suo accauipanienlo ,<br />
convertendolo poi in seguilo ut una città<br />
ch'ebbe il nome <strong>di</strong> Tliorn (poi patria <strong>di</strong><br />
Copernico); ed ottenute ne'duc anni se-<br />
guenti nuove vittorie , fon<strong>di</strong>) le città <strong>di</strong><br />
r»//;/^/ (altri <strong>di</strong>cono che esisteva ila poco:<br />
l'avi à ingran<strong>di</strong>ta, poiché vuoisi ceduta dal<br />
tinca <strong>di</strong> I\Iasovia, e non I\I
T E U<br />
ove pur <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong>e i teutonici foncìnrono 4<br />
\escovali in Prussia e 5 in Livonia. Lega-<br />
to del Papa presso l'or<strong>di</strong>ne fu il car<strong>di</strong>nal<br />
Guglielmo vescovo <strong>di</strong> Modena. Quin<strong>di</strong><br />
Salza nominò il benemeriloBalka cotìqui-<br />
slatoie della Prussia, al governo della Li-<br />
vonia in qualità <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>tore o pre-<br />
cettore, e nel i ^38 concluse un trattato<br />
d'alleanza con Valdemaro I! re <strong>di</strong> Danimarca<br />
, al quale restituì Revel capitale<br />
dell'Estonia, non meno che una parte del-<br />
l'Estonia slessa, che i<br />
cavalieri Porta-Spa-<br />
tla a veano conquistata sui danesi. Fu ap-<br />
punto verso quest'epoca che il ca[)0 del-<br />
l' oi <strong>di</strong>ne teutonico fu denominato gran<br />
maestro, ossia maestro generale, per in-<br />
iluaie la <strong>di</strong> lui superiorità sui precettori<br />
tli Prussia, <strong>di</strong> Livonia e <strong>di</strong> Germania, che<br />
c(;!ìiinciaronoadassnu)ere il titolo <strong>di</strong> mne-<br />
stii, aggiungendo il nome della provin-<br />
cia alla cura loro commessa. Nel t.i6 del-<br />
l'. Y;7r <strong>di</strong> verificare le date, vi è la cro-<br />
nologia storica <strong>di</strong> 5o maestri provinciali<br />
<strong>di</strong>-ll'or<strong>di</strong>ne teutonico inLivonia. Ermanno<br />
<strong>di</strong>Salzn, colcre<strong>di</strong>lo d'imo de'piìi gran-<br />
<strong>di</strong> uomini del suo secolo, morì nelisSc)<br />
nella commenda <strong>di</strong> Barletta, e ivi fu se-<br />
pollo. Fu nominato gran maestro Corrado<br />
<strong>di</strong> Turingia figlio <strong>di</strong> quel landgia-<br />
vio, vedovo d'Agnese figlia dell'imperatore<br />
Federico ll,(juandoS\vantopelco du-<br />
ca della Pomerellia <strong>di</strong> Danzlca, o piccola<br />
Pomerania (l'altra Fomeranla ha perca-<br />
pitale Slettino, e ne ragionai a Svezia e<br />
Prussia), regione della Prussia reale, in-<br />
vi<strong>di</strong>oso de'progressi dell'or<strong>di</strong>ne, eccitò a<br />
sollevazione i neofili della Pomesiana, del-<br />
la Warmia, della Natlangia e della Bar-<br />
Ionia. Questi prussiani quin<strong>di</strong> abimando<br />
la religione del vero Dio, guidati dal du-<br />
ca si gettarono nella parte bassa della<br />
Prussia, e <strong>di</strong> là nella Pomesiana e nel pae-<br />
se <strong>di</strong> Culm, masseicrando lutti i crisliani<br />
che incontrarono, e ponendo a guasto niol-<br />
ti castelli. Le sole fortezze d' Elbing, <strong>di</strong><br />
Balga, <strong>di</strong> Reden, <strong>di</strong> Gulm e <strong>di</strong> Thnrn durarono<br />
salde contro que'fmibon<strong>di</strong>. il ma-<br />
resciallo dell'or<strong>di</strong>ne, volendo ad essi len-<br />
TEU 79<br />
dere la pariglia, sorprese Snrlowilz ca-<br />
slello <strong>di</strong> SAvantopelco, il (piale dolente <strong>di</strong><br />
questa per<strong>di</strong>la radunò numeroso esercito<br />
per ripararvi. Ma il maresciallo assaliti i<br />
poroerani li pose in fuga, ne uccise 900, e<br />
costrinse il duca a levar l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Culm.<br />
I cavalieri collegatisi col duca <strong>di</strong> Cujavia,<br />
<strong>di</strong> Kalisch e della gran Polonia, presero<br />
Nackel e saccheggiarono laPomerelIia.il<br />
duca lemendo<strong>di</strong>Danzica sua capitale, nel<br />
124^ domandò e ottenne la pace, dando<br />
in ostaggio a'teuloiiici MeslAvino suo pri-<br />
ir/Ogenito.Siccomela più parte della Prus-<br />
sia era ancora sepolta nelle tenebre dell'idolatria.<br />
Papa Innocenzo IV neli243<br />
or<strong>di</strong>nò che si <strong>di</strong>videsse in 4 <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Culma,<br />
<strong>di</strong> Pomesiana nella Prussia ducale, <strong>di</strong><br />
Warmia e <strong>di</strong> Siimbia (questa ultima si unì<br />
poi a 7^/ (7/7;//V/,ePomt'rania oPomeriana<br />
o Pomesiana con residenza a Marienwer-<br />
der fu unita nCiii/iin nel secoloX Vl),e vol-<br />
le che le terre conquistate e da conquistar-<br />
si fossero <strong>di</strong>vise in 3 porzioni, cioè due pei<br />
teutonici e la 3." pe' vescovi e loro capi-<br />
toli. INcI medesimo anno e per quanto notai<br />
nel voi. LXIX, p. 277, Innocenzo IV<br />
prese la Prussia come <strong>di</strong>ritto e proprietà<br />
<strong>di</strong> s. Pietro, e la donò a'cavalieri, alìlnchè<br />
la possedessero liberamenle, serven-<br />
dosi della formola: Aiiiatln nostro iìivc-<br />
stiìnii.s, per investirne il gran maestioCor-<br />
rado, il quale morì nel 1244 e fu sepol-<br />
to nella chiesa dell'ospedale teutonico a<br />
Marpurgoo Marburgo nell'Assia elettora-<br />
le, che per un tempo fu residenza del grau<br />
maestro e commenda dell'or<strong>di</strong>ne. Qui <strong>di</strong><br />
nuovo avvertirò, checonviene tener sem-<br />
dre presente quanto descrissi a Prussia, sia<br />
perquanlooperarono i Papi a suo vantag-<br />
gio, sia per altre notizie del conquisto e<br />
dominazione del celeberrimo or<strong>di</strong>ne teu-<br />
tonico. Il suo gran capitolo radunato a<br />
Venezia, non si potè accordare intorno<br />
alla scelta del gran maestro, per trovar-<br />
si i suffragi <strong>di</strong>visi Ira Enrico d' Holieii-<br />
/o/;
8o T EU<br />
TlohenloVie nn nitro competitore In Oa-<br />
glielino d' Uieinhacli. Però questo aiUi-<br />
gian maestro, appena conosciuto <strong>di</strong> nome,<br />
non potè impeilirechellolienlohe non<br />
venisse riconosciuto in Prussia, in Live-<br />
nia, in Germania, e finalmente da lotto<br />
l'or<strong>di</strong>ne e dall'imperatore come solo e le-<br />
gittimo gran maestro.Alcuni antichi scrit-<br />
tori dell'or<strong>di</strong>ne, volendo togliere la ricordanza<br />
<strong>di</strong> tale scisma alla posterità, non<br />
fecero menzione d'Holienlolie, il che pro-<br />
dusse confusione nella storia. Il duca <strong>di</strong><br />
Pomerellia,che avea sottoscritta la pace<br />
nnine <strong>di</strong> prepararsi a romperla utilmen-<br />
te, <strong>di</strong> nuovo levò a rimiore gli apostati<br />
della Prussia, e fece stinge d' un <strong>di</strong>staccamento<br />
<strong>di</strong> 4oocavnlieri teutonici presso<br />
il lago <strong>di</strong> Uensen. Allora i cavalieri ridot-<br />
ti agli estremi in Culm, ne uscirono con<br />
un pugno <strong>di</strong> genti per assalile il ducale<br />
esercito, uccisero i5oo pomerani, e in-<br />
seguirono i vinti cos"i vivamente clie la<br />
più parte affogò nella Vistola. Tale per<strong>di</strong>-<br />
ta costrinse Swanlopelco a rinnovare l'ul-<br />
tima pace, ma solamente per infranger-<br />
la una 2.' volta. Il legato ilella s. Sede fe-<br />
ce quin<strong>di</strong> pre<strong>di</strong>carla crociata conti o il du-<br />
ca <strong>di</strong> Pomerellia e contro i prussiani, ed i<br />
teutonici sbaragliarono il duca sotto le<br />
mura <strong>di</strong> Sclnveilt,e poi anco in campo aperto.Quesledue<br />
vittorie costarono al nemico<br />
3ooo uomini. Ad interposizione <strong>di</strong><br />
Federico il Bellicoso duca d'Ausi ria, nel<br />
124'^ si rinnovò la pace. In seguito i leu-<br />
tonici fabbricarono la fortezza <strong>di</strong>Clirist-<br />
burgo, e il duca <strong>di</strong> Pomerellia, rotta <strong>di</strong><br />
nuovo la pace, si collegò co'prussiani per<br />
asse<strong>di</strong>arla.! cavalieri battendo l'antiguardo<br />
de' prussiani, la cui armala andò in<br />
rotta, ruppero pur quella de'pomerani;<br />
laonde temendo il duca fe<strong>di</strong>frago <strong>di</strong> re-<br />
star preso, implorò <strong>di</strong> nuovo la pace, che<br />
si concluse nel novembre i i^H colla me-<br />
<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> Jaco|'0 Pantaleonc legato a-<br />
postolico e poi Piipa Urbano IV, il qua-<br />
le inoltre a'y febbraio 1 249 "lumeggiò un<br />
accordo Ira'cavalieri e i prussiani, che pe-<br />
lò lostameute lo nippeio. Finalmente i<br />
T F. U<br />
teutonici, soccorsi da vari principi dell'im-<br />
pero, li costrinsero a tornireall'ublìiilien-<br />
za; e l'irrequieto Swanlopelco, che avea<br />
ricevuta un'altra sanguinosa sconfitta,nel<br />
I 2 53 dovè rinnovar la pace sotto con<strong>di</strong>-<br />
zioni umilianti, e così terminò una guer-<br />
ra <strong>di</strong> I 3 anni. Le armi de'leutonici <strong>di</strong> Li-<br />
vonia corsero fortuna ancor piìi felice,<br />
dacché il maestro provinciale <strong>di</strong> Livonia<br />
Andrea Stuckland costrinse colle sue vii-<br />
torie.Mendog granduca <strong>di</strong> Litiianin a chie-<br />
der pace, e lo persuase ad abbracciare il<br />
cristianesimo. promettendogli <strong>di</strong> fargli ot-<br />
tenere dal Papa il titolo <strong>di</strong> re. Infitti Innocenzo<br />
I V aderendo all'istanze <strong>di</strong> Sluck-<br />
land e <strong>di</strong> IMendng, prese la Lituania sot-<br />
to la protezione, e come <strong>di</strong>ritto e proprie*<br />
tà <strong>di</strong> s. Pietro,ed eiigeinlola in regno.coro-<br />
mise a'vescovi <strong>di</strong> Prussia e <strong>di</strong> Livonia <strong>di</strong><br />
consagrar Mendog, il quale fu colla sua<br />
spo
TE U<br />
giali (la lui capUanaiidoSOjOOoarmati, in-<br />
sorti massacrarono tulli i cristiani in <strong>di</strong>e<br />
si abbatterono, né rimasero fedeli chele<br />
sole Provincie <strong>di</strong> Culm e <strong>di</strong> Pomerania.<br />
Avutala peggio i teutonici neh 261 a Fo-<br />
kai-vis, nel segiienteanno soccorsi da'con-<br />
li <strong>di</strong> Juliers e <strong>di</strong> Marck, resero a'sambii la<br />
pariglia con l'uccisione <strong>di</strong> 3ooo. Durante<br />
il lunghissimo asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Konig^berg, i<br />
teutonici operarono prodezze degne <strong>di</strong> e.<br />
terna memoria, ma il gran maestro Popone<br />
non vide la (Ine <strong>di</strong> tanti mali, avendo<br />
per la grave età ab<strong>di</strong>cato nel 1 262. Gli<br />
successe Aimone <strong>di</strong> Sangershaiiscii, sot-<br />
to~l quale i cavalieri <strong>di</strong> Konigsberg ruppero<br />
per ben 3 volte i sambii, e nuovamente<br />
li sottomisero; ma nel 1 263 i teu-<br />
tonici furono sbaragliati a Lobau e co-<br />
stretti ad abbandonare molte piazze for-<br />
tificale. Numerosi eserciti lituani e samo-<br />
gizi, unitisi a' ribelli per saccheggiar la<br />
Prussia, resero questo sciagurato paese per<br />
lungo tempo il teatro <strong>di</strong> orrori e stragi.<br />
I cavalieri or vincitori, or vinti, mostrarono<br />
sempre la medesima intrepidezza, e<br />
terminarono con riportar sui prussiani 3<br />
vittorie così sanguinose, ch'essi finonoco-<br />
stretti nel 1273 a rientrare nell'ubbi<strong>di</strong>enza.<br />
Morto Annone d'alti meriti nel 1274<br />
e deposto in Marburgo, gli successe Artinanno<br />
<strong>di</strong> Hcldrungtn. Questi trovò che<br />
in sole 3 provincie «li Prussia i cavalieri<br />
non aveano ancora portalo le armi. La<br />
Scalovia e la Nadruvia però furono sol-<br />
ton)essein nieno<strong>di</strong> 3 anni,eueli278 ica-<br />
valieri attaccarono la Sudavia, contrada<br />
prussiana <strong>di</strong> tulle più popolosa e polente.<br />
Questa guerra fu condotta con somma<br />
attività, ma il gran maestro non ne<br />
vide il termine, morendo nel 1283, dopo<br />
aver comincialo la costruzione della ce-<br />
lebre fortezza <strong>di</strong> Marienburgo , ed ebbe<br />
tomba nella chiesa <strong>di</strong> Mergenlheim. Eletto<br />
al mngistero Biircardo<strong>di</strong>Schwenden,<br />
poco dopo i cavalieri compirono la con-<br />
quista della Prussia, soggiogando la Su-<br />
davia: così soltanto dopo 52 anni <strong>di</strong> tra-<br />
vagli e <strong>di</strong> combattimenti, la Prussia ri-<br />
VOL. LXXV.<br />
T E U 81<br />
schiarala dal prezioso lume della fede, fu<br />
per intero sottomessa alla sovranità del-<br />
l'or<strong>di</strong>ne teutonico. Nell'anno slesso i ca-<br />
valieri volsero le armi contro i lituani, e<br />
le ostilità durate oltre un secolo, vennero<br />
in seguito più volte rinnovate. Nel 1 289<br />
la nuova cospirazione de'prussiani fu su-<br />
bito estinta, e nel 1 290 Burcardo si recò<br />
a soccorreie Acri che i saraceni minacciavano<br />
d'asse<strong>di</strong>are; però vinto dagl'infede-<br />
li, morì dalle ricevute ferite nell'isola <strong>di</strong><br />
Ro<strong>di</strong>. Corrado <strong>di</strong> FcucJiiwangen òWixi<br />
successore, ebbe molla parte co'suoi ca-<br />
valieri nell'ultimo asse<strong>di</strong>o d'Acri, e allor-<br />
ché fu presa nel 1291 , avendo perduta<br />
quella residenza, stabilì la sede dell'or-<br />
<strong>di</strong>ne nellacommenda <strong>di</strong> Venezia, per trovarsi<br />
in grado <strong>di</strong> adoperarsi nelle nuove<br />
imprese che si poteano tentare per la ri-<br />
cupera <strong>di</strong> Terra santa, e per essere mal-<br />
contento della <strong>di</strong>ssolutezza de'frateili o ca-<br />
valieri <strong>di</strong> Prussia. Dopoché i saraceni si<br />
stabilirono in Acri, i cristiani furono ban-<br />
<strong>di</strong>ti da tutta la Soria, con sommo cordo-<br />
glio del Papa Nicolò IV e ne accelerò il<br />
suo fine. Nel 129^ tornati a insorgere i<br />
prussiani, la cospirazione fu sopita colla<br />
punizione de'capi, e fu l'ultimo loro ten-<br />
tativo per riabbracciare l'idolatria.! I gran<br />
maestro, ch'erasi recato in Prussia, partì<br />
per la Boemia, e mancalo in Praga nel<br />
1297, fu sepolto nella chiesa del castello<br />
<strong>di</strong> Dragowilz. Gli successe Go<strong>di</strong>/redo o<br />
Goffredo dVIohenlohe nipotetlel6.''gran<br />
maestro, elelto dal capitolo dell'or<strong>di</strong>ne<br />
raccolto in Venezia a' 1 4 settembre, e po-<br />
scia il commendatore o maestro provin-<br />
ciale <strong>di</strong> Prussia. La guerra civile fra'ca-<br />
valieri <strong>di</strong> Livonia e l'arcivescovo <strong>di</strong> Rif^fi<br />
(nel quale articolo riparlai de'cavalieri<br />
Porta-Spada, ed ancora vi esiste l'anti-<br />
co castello ove risiedè il gran maestro o<br />
meglio il maestro provinciale <strong>di</strong> Livonia)<br />
scoppiò intanto con un furore in<strong>di</strong>cibile;<br />
guerra funesta che durò molto lungo tempo<br />
e produsse le più terribili conseguen-<br />
ze, che accennai anche a Prussia. Lo scisma<br />
sorto nell'or<strong>di</strong>ne ueIi3o3, fu pron-<br />
6
82 T E U<br />
lainciile csllnlo ilalla s.iggczzj del com-<br />
peliloit', che una parie deVavalieri avea<br />
Jalo a notlifretlo, il quale cesso <strong>di</strong> vive-<br />
re nel I 3o(ì e Cu sepolto n IMailniigo. .S7-<br />
^cfrcdo <strong>di</strong> l\ii(lit\y(iirj;c!i. dello già da<br />
unaparlede'cavajieri vivente il predeces-<br />
sore, avea riguardala quest'elezione couie<br />
nulla, né volle prendere le re<strong>di</strong>ni del go-<br />
verno senoncliè do[)o essere stalo <strong>di</strong> nuo-<br />
vo unaniu)eDienle eletto. Abolì Y uHlzio<br />
<strong>di</strong> maestro provinciale <strong>di</strong> Prussia, e tra-<br />
sferì la sede principale dell' or<strong>di</strong>ne e la<br />
propria residenza a IMaiienihurgo o Rla-<br />
rienburgo nella Prussia occidentale (ira-<br />
sferiuienlo clieallri attribuiscono al pre-<br />
decessore), tlie <strong>di</strong>venne la capitale della<br />
Prussia occidentale, cessando i maestri<br />
provinciali ili Prussia, poiché i gran mae-<br />
stri governarono da [)er loro la provincia.<br />
iMaricnburgo, l/r/.'/V/c/jV/zY,'-;/.'//. era il luo-<br />
go d'una fortezza, onde nel 128 I i cava-<br />
lieri teutonici vi fabbricarono la città, al-<br />
la quale <strong>di</strong>erono il nome clie [)orta in con-<br />
siderazione dun'inioiaginc <strong>di</strong> Maria Ver-<br />
gine che ivi si venerava. Essa è cinta <strong>di</strong><br />
mura, con due sobborghi e chiese catlo-<br />
h<strong>di</strong>e, e vi è il vecchio castello, antica re-<br />
sidenza de'gran maestri dell'or<strong>di</strong>ne teu-<br />
tonico. Mentre con gran calore si tratta-<br />
va il gran processo per 1' abolizione dei<br />
templari, Federico arcivescovo <strong>di</strong> Riga<br />
pollatosi in Avignone daClementeV, ten-<br />
tò d'inviluppare anche i teutonici neila<br />
medesima proscrizione. Però ad onta <strong>di</strong><br />
tulle le sollecitazioni e le querele, il Pa-<br />
pa si hmitò con bolla de' 1 c) giugno 1 3f)Q<br />
a or<strong>di</strong>nare indagini, che ruiscirono sen-<br />
za elìètto. Morto senza <strong>di</strong>scendenti legit-<br />
timi Mestvvino, ultimo duca della Ponie-<br />
rellia, i polacchi con <strong>di</strong>veisi pretesti s'impadronirono<br />
<strong>di</strong> sua ere<strong>di</strong>tà, ma i n)argra-<br />
vi <strong>di</strong> Brandciìhurgo^ già da gran teen-<br />
po costituiti dagl'imperatori quali signo-<br />
ri feudali de'duchi <strong>di</strong> Pomerellia, riven-<br />
<strong>di</strong>caiono questa successione come feudo<br />
a loro devoluto, e venderono gran parie<br />
della Pomerellia all'or<strong>di</strong>ne leu tonico, col-<br />
l'approvazione dell' imperatore Eni ice<br />
J E U<br />
\'\\. Quiiuli scoigemloi cavalieri tornare<br />
inutili le vie della conciliazione co'polac-<br />
chi, presero le armi e terminarono la già<br />
Cominciala conquista della Pomerellia.<br />
Questo evento <strong>di</strong>venne sorgenle <strong>di</strong> lun-<br />
glieguerre fra l'or<strong>di</strong>ne e la Polnnit/ (/'.).<br />
Do[)oaver fatto erigere una nuova città<br />
a Danzica, ca[)itale (.lei ducalo, Sigeh'e-<br />
do nel I 3 1 2 meri a IMariembiirgo e fu se-<br />
pollo a Cumlsee, residenza del vescovo <strong>di</strong><br />
Culo), e nella sua cattedrale. C///7r)f//Z?('/^<br />
fr/rl <strong>di</strong> Treveri gli successe, e spinse vivamente<br />
la guerra contro la Lituania.<br />
Continuando le controversie tra l'arcive-<br />
scovo <strong>di</strong> Riga, unito a'vescovi <strong>di</strong> Livonia,<br />
contro i teutonici, i livonii partigiani del-<br />
l'arcivescovo, ricorsero a Pa[»a (jiovanni<br />
\XII, facendogli credere che i cavalieri<br />
impe<strong>di</strong>ssero a Ge<strong>di</strong>inino granduca <strong>di</strong> Li-<br />
tiiitìiit! <strong>di</strong> abbracciare il cristianesimo. In-<br />
tanto Ula<strong>di</strong>slao IV re <strong>di</strong> Polonia inlenlò<br />
all'or<strong>di</strong>ne una lite inloinoalla Pome-<br />
rellia, e Papa Giovanni XXII, al quale le<br />
parti ricorsero, elesse a giu<strong>di</strong>ci della con-<br />
troversia 3 polacchi, 1 de'quali vantava-<br />
no de <strong>di</strong>ritti contro i cavalieri. Le prole-<br />
ste de' teutonici non impe<strong>di</strong>rono che i<br />
nunzi pronunciassero neli32'2 una sen-<br />
tenza, che condannò l'online a restituire<br />
la Pomerellia, e alla rifazione de" danni<br />
e interessi. 1 nunzi inviati dal Papa a Ri-<br />
ga per accertarsi de'ricordati reclami dei<br />
livonii.li trovaronoinsu'*sistenti,elo pro-<br />
vò Ge<strong>di</strong>mino con criulelmenle saccheg-<br />
giare le frontiere ilella Livonia e della Po-<br />
lonia, |)er la sua avversione al cristiane-<br />
simo. Il gran maestro si recò in Avigno-<br />
ne, ove risiedeva il ''apa, reclamò sid de-<br />
cretalo, onde restò senza effetto, e vi guadagnò<br />
varie liti importanti; ma avendovi<br />
contratto una malallia, ripalriò in Tre-<br />
veri e ivi morì nel 13^4 in seno <strong>di</strong> sua<br />
famiglia, ed è probabile che restasse se-<br />
pollo nella gran commenda dell'or<strong>di</strong>ne<br />
in quella città. A'6 luglio gli lìi sostitui-<br />
lo / 1 ciì/criì ^'(hsc/ri/, ed avendo il re<br />
polacco assalilo l'oi <strong>di</strong>ne, l't/Slilità me<strong>di</strong>an-<br />
te tregua si sospesero fino al Natale i32G.
TE rj<br />
]ì re Ula<strong>di</strong>sliio IV profittò dell'intervallo<br />
per iiideboliiC gli alleati de'teulonici,e Ilei<br />
I 3^6 orribilmenle saccheggiò il Brandeburghese.<br />
Nel i 827 i cavalieri s'iinpadro-<br />
uiroiio <strong>di</strong> molte piazze della Polonia , e<br />
nel 1328 il re entrò in l'russiacon poten-<br />
te armata, sebbene dovè retrocedere senza<br />
successo. P^ecatOii Giovanni <strong>di</strong> Lussemburgo<br />
re <strong>di</strong> Boemia in aiuto dell'or<strong>di</strong>ne,<br />
la guerra <strong>di</strong>venne piii sanguinosa, e solo<br />
fu sospesa neli33o per la tregua, duran-<br />
te la quale dovea>>.i rimettere le questio-<br />
ni fra l'or<strong>di</strong>ne e la Polonia all'arbitrio <strong>di</strong><br />
detto re e <strong>di</strong> Carlo 1 re d'Ungheria. JNel-<br />
l'anno stesso fu il giau maestro assassinato<br />
a INIariemburgo, e fu sepolto a Malienwerder<br />
nella cattedrale del vescova-<br />
to <strong>di</strong> Pomesiana.<br />
Ne! i33i l'i I febbraio fu eletto gran<br />
maestro Lutero o Liulero <strong>di</strong> Brunswick<br />
figlio del duca, che per non aver avuto<br />
luogo il detto giu<strong>di</strong>zio arbitrale, spirata<br />
la tregua si apparecchiò alla guerra. Nel<br />
medesimo anno formidabile esercito teu-<br />
tonico invase la Polonia e le <strong>di</strong>ede il guasto,<br />
e nella battaglia <strong>di</strong> Plowcze si com<br />
battè due volte nello stesso giorno: nella<br />
i.'i teutonici furono battuti per tra<strong>di</strong>mento<br />
del palatino <strong>di</strong> Posuania, che tro-<br />
vavasi nella loro ainiata; ma nella 2.' essi<br />
ruppero si compiutamente l'esercito re-<br />
gio, che poterono conquistare una parte<br />
della grande Polonia,senza che il re si tro-<br />
vasse in istato <strong>di</strong> prestar soccorso alle piaz<br />
Ee, onde successivamente ne venne spoglialo.<br />
Però Ula<strong>di</strong>slao IV nel 1 332 avendo<br />
ricevuto un potente soccorso dagli un-<br />
gheresi, volle rendere la pariglia a' teu-<br />
tonici, e mosse verso la Prussia per ricu-<br />
perare il tolto. Sul punto <strong>di</strong> combattere<br />
convenne col gran maestro ad una tregua<br />
duratura sino alla festa della ss. Trinità<br />
del I 333. Lutero dopo aver fatto gettare<br />
le fondamenta d'una nuova cattedrale a<br />
Konigsberg ( nei sotterranei della quale<br />
si vedono i sepolcri <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi gran mae-<br />
stri dell'or<strong>di</strong>ne), per grata memoria de'<br />
felici eventi che Dio avea concesso alle sue<br />
TEU 83<br />
armi, ivi morì nel i333. Sul cominciare<br />
del seguente anno gli fu surrogato Teo-<br />
dorico d' Allcìì<strong>di</strong>Hi i^o burgravio <strong>di</strong> tal<br />
paese, ottuagenario, in tempo del (piale i<br />
re d'Ungheria e <strong>di</strong> Boemia, <strong>di</strong> nuovo scel<br />
li ad arbitri, nel 1 335 pronunziarono una<br />
sentenza in fot za della quale la Pomerelli.»<br />
venne aggiu<strong>di</strong>cata a' teutoni, ma conce-<br />
pila in modo che il nuovo re<strong>di</strong> Poloni.i<br />
Casimiro 111 dovea rinunziarne formai<br />
niente il ducalo. Non volendoli re adem-<br />
piere tal con<strong>di</strong>zione, ricominciò leost<strong>di</strong>tà,<br />
mentre il gran maestro era occupato in<br />
una spe<strong>di</strong>zione nella Lituania; senonchè<br />
i re d' Ungheria e <strong>di</strong> Boemia, nella loro<br />
qualiiìi <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ci arbitri, or<strong>di</strong>uaronouna<br />
nuova tregua fino al giorno <strong>di</strong> s. Giovan-<br />
ni del 1337. Il g'''in maestro, malgrado la<br />
sua età,animoso nel i 338 si pose alla lesta<br />
dell'armala teutonica, e battuti i lituani<br />
li costrinse a levar l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Bayern: tal<br />
vittoria fu seguita da altra riportata dal<br />
maresciallo dell'or<strong>di</strong>ne. Ricusando Casimiro<br />
III <strong>di</strong> sottomeltcrsialla sentenza de<br />
gli arbitri , ricorse cogli stati <strong>di</strong> Polonia<br />
al Papa Benedetto XII, accusando i re-<br />
ligiosi teutonici <strong>di</strong> smodata ambizione,*per<br />
avere invaso armala mano alcune delle<br />
più ragguardevoli signorie <strong>di</strong> Polonia e<br />
fra le altre la bella provincia <strong>di</strong> Poinerellia<br />
" in pregiu<strong>di</strong>zio alla chiesa romana,<br />
egualmente che al nostro regno, il quale<br />
si fa una gloria <strong>di</strong> esserne tributario, e <strong>di</strong><br />
non riconoscere alcun altro supcriore dopo<br />
Dio." Benedetto XII col parere de'car<br />
<strong>di</strong>nali inviò due nunzi a prendere sulla<br />
faccia de'luoghi le opportune informazio<br />
ni su tali querele, ed a correggerne gli a-<br />
busi. I nunzi fecero citare innanzi ad essi<br />
il gran maestro e i cavalieri teutonici, e no<br />
minatamente 2 3 commendatori. Il prò<br />
curatore dell'or<strong>di</strong>ne comparve in loro no<br />
me, e siccome i teutoni che avea no per se<br />
causa vinta, ripugnavano <strong>di</strong> correre il ri-<br />
schiod'una nuova sentenza, il procurato-<br />
re proteslòcontro la commissione de'nunzi,<br />
appellò al Papa stesso, e improwrsa-<br />
mente si ritirò seuza prendere congodo.
H<br />
T E U<br />
1 nuDzi giiulicaiido illusoria sifQitla appel-<br />
hizioiu;, piocedetlero per coiilumaci;i su-<br />
( ondo le furale contro al gran niaeslro e<br />
a'coinniendalori, poi li <strong>di</strong>chiararono sco-<br />
niiinicali, e li condannarono a restituire<br />
le terre invase. co'frutti che in seguito ne<br />
avevano percepito, unitamente a'danni e<br />
interessi.il tulio fu tassalo a 194,3 00 aiar-<br />
chi d' argento, a cui ne furono aggiunti<br />
altri 1600 per le spese. In modo <strong>di</strong>verso si<br />
racconta il risultato. llBercastel riferisce,<br />
the con religiosi armati, totalmente <strong>di</strong>-<br />
Tersi da'pacifìci solitari degli antichi tem-<br />
pi, era cosa assai più facile il pronunzia-<br />
re la sentenza, che metterla in esecuzio-<br />
ne. Denedelto XII non fu uhbi<strong>di</strong>lo,e sot-<br />
to il seguente pontificalo <strong>di</strong> Clemente VI,<br />
i cavalieri teutonici, sostenuti da Lodo-<br />
vico V il Biivaro , forzarono la <strong>di</strong>eta <strong>di</strong><br />
Polonia ad abbandonar loro definitivamente<br />
la Pomerellia. In vece 1' ylrtc <strong>di</strong><br />
verificare le date, nella cronologia sto-<br />
rica de' gran maestri dell' or<strong>di</strong>ne teutonico,<br />
<strong>di</strong> cui mi vado giovando, narra: Che<br />
il Papa fatta esaminare la causa e la setr-<br />
teuza da'car<strong>di</strong>uali, <strong>di</strong>chiarò che il giu<strong>di</strong>-<br />
zio era ingiusto, e consigliò il re a venire<br />
ad un accomodamento. I re d'Ungheria<br />
e <strong>di</strong> Boemia, dopo essere stali giu<strong>di</strong>ci, fe-<br />
cero allora l'ufìizio <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori; e si era<br />
già al punto <strong>di</strong> cominciar le conferenze,<br />
allorché il gran maestro mori a INIariemburgo<br />
a' 1 4 giugno i 34 1 , e fu sepolto nel-<br />
la chiesa sotterranea da lui costruita per<br />
tomba de'successori. Nel 1342 venne elet-<br />
to Qian n\aes{io Lodolfo Koing <strong>di</strong> Jì eit-<br />
z
TE U<br />
RoAvno nel i 363, e la giornata <strong>di</strong> Rudau<br />
nel I 3 70, nella qual battaglia Winricocon<br />
4o,ooo uomini <strong>di</strong>sfece 70,000 fra litua-<br />
ni, russi e tartari che ne lasciarono I 1,000<br />
sul campo e ne perdettero maggior numero<br />
nella fuga. Questo principe, che fu<br />
uno de'piii gran<strong>di</strong> personaggi che gover-<br />
nasse l'or<strong>di</strong>ne, mori neh 382 e fu sepolto<br />
a Marieinburgo,dopo aver veduto il prin-<br />
cipio del desolante e lungo >cisraa clie^^ivise<br />
la Chiesa tra'legiltimi Papi <strong>di</strong> Roma<br />
e gli antipapi d'Avignone, l'or<strong>di</strong>ne restaado<br />
sempre ubbi<strong>di</strong>ente a R.oma ove teneva<br />
un suo rappresentante. Gli successe<br />
Corrado Zoliwr <strong>di</strong> Rotenfiteiii, che con-<br />
tinuò la guerra in Lituania, sebbene riu-<br />
nita alla Polonia, e verso il i388 fondò<br />
l'università <strong>di</strong> Culni,il cui perfezioiiacnen-<br />
to fu impe<strong>di</strong>to dalle successive turbolen-<br />
ze. Morto nel 1390 a Christburg, venne<br />
sepolto a Mariemburgo. NeliSgi e-<br />
letto Corrado <strong>di</strong> TVallcnrod, continuò<br />
la guerra contro i lituani, e sebbene nel<br />
i3q3 allestii un formidabile esercito <strong>di</strong><br />
4o,ooo uomini <strong>di</strong> truppe ausiliarie, terminò<br />
la campagna senza notevoli fatti<br />
d'armi. Fino al gran maestro Corrado i<br />
cavalieri teutonici eransi contentati del<br />
titolo <strong>di</strong> frati, come 1^ usavano il mae-<br />
stro provinciale e i commendatori, ma lo<br />
tralasciarono per assumere quello <strong>di</strong> Si-<br />
gnori. Corrado Zulner erasi opposto a<br />
questa novità, siccome contraria agli sta-<br />
lu'.i dell'or<strong>di</strong>ne, ma prevalendo lo spirito<br />
d'ambizione, Corrado <strong>di</strong> Wallenrod non<br />
solo nel 1391 approvò il titolo <strong>di</strong> signori<br />
preso da' cavalieri, ma volle ancora che<br />
si prestassero alla sua persona onori convenienti<br />
a'piùgran principi. A vendoLean-<br />
dro, già eretico albigese, adottatigli erro-<br />
ri (li Wiclef, per la connivenza del gran<br />
maestro fece de'proseliti in Prussia, e poi<br />
perì miserevolmente: non <strong>di</strong>ssìmile fu la<br />
fine <strong>di</strong>Corrado, poiché morì d'un accesso<br />
<strong>di</strong> frenesia nel i 394. Eletto gran maestro<br />
a'3o novembre Corrado <strong>di</strong> Jnngingeii,<br />
ricusò la <strong>di</strong>gnità fino al successivo anno.<br />
Nel 1 3(j6 acquistò la provincia <strong>di</strong> Dobrzin<br />
T E U 81<br />
dal duca <strong>di</strong> Opelen, il che grandemente<br />
<strong>di</strong>spiacque a' polacchi. Siccome poi i pi-<br />
rati vitali!, ch'eransi impadroniti dell' isola<br />
<strong>di</strong> Golhland, ledevano sommamente<br />
il commercio della Prussia, il gran maestro<br />
armò una flotta contro <strong>di</strong> essa e li cac- '<br />
ciò. Allora la celebre Margherita regina<br />
<strong>di</strong> Danimarca, Svezia e Norvegia, spe<strong>di</strong><br />
anch'essa una flotta per riunire il Golhland<br />
alla Svezia; ma i teutonici sostenendo<br />
in Wisby un asse<strong>di</strong>o, fecero abbandonar<br />
l'impresa. Avendo però l'imperatore<br />
Venceslao olFerta la sua me<strong>di</strong>azione, nel<br />
congresso tenuto a Helsimburgo nel i 3q8,<br />
fu convenuto che i teutonici restituirebbe-<br />
ro il Golhland alla Svezia, e che la regina<br />
pagherebbe le spesedella guerra: in<strong>di</strong> pas-<br />
sati a Copenhagen gli ambasciatori del<br />
gran maestro, fecero un trattato d'unio-<br />
ne fra'3 detti regni del Nord e l' or<strong>di</strong>ne<br />
teutonico. Nel 402 il gran maestro com-<br />
1<br />
prò la nuova Marca <strong>di</strong> Brandeburgo da<br />
Sigismondo margravio <strong>di</strong> Brandebur-<br />
go e re d' Ungheria, e con tale acquisto<br />
si assicurò una comunicazione colla Ger-<br />
mania in<strong>di</strong>pendentemente dalla Polonia.<br />
Nel 1 4o4 lennesi il congresso <strong>di</strong> Racziansz,<br />
ove Ula<strong>di</strong>slao V o Jagelloue re <strong>di</strong> Polonia<br />
cede il ducato <strong>di</strong> Samogizia all' or<strong>di</strong>ne,<br />
che in iscambio gli rilasciò la provincia <strong>di</strong><br />
Novogrodeck , che avea già conquistata.<br />
Con altri atti i teutonici restituirono Dobrzin,<br />
e il re rinnovò la pace <strong>di</strong> Casimiro<br />
III, il gran maestro ricevendo poi Ula<strong>di</strong>-<br />
slao V a Thorn. In tal modo la sovranità<br />
dell'or<strong>di</strong>ne si estese dall'Oder fino al gol-<br />
fo <strong>di</strong> Finlan<strong>di</strong>a. I cavalieri teutonici, dopo<br />
aver assunto il titolo <strong>di</strong> signori, nel loro<br />
portamento or<strong>di</strong>nario si abbandonarono<br />
ad un'eccessiva pompa, e fu neces-<br />
sario nel capitolo dell'or<strong>di</strong>ne tenuto nel<br />
i4o 5 a Mariemburgo, <strong>di</strong> fare un decreto,<br />
in cui si proibiva ad un semplice cavaliere<br />
<strong>di</strong> mantenere pii^i <strong>di</strong> 1 o cavalli, e ad un<br />
commendatore l'averne più<strong>di</strong> 1 00 persuo<br />
uso, non meno che per servizio delle persone<br />
<strong>di</strong> suo equipaggio. Corrado ebbe<br />
qualche <strong>di</strong>ssapore culi' Inghilterra pel
85 T E U<br />
ruuituercìo de' suoi &t;i(i. il quale crn sii<br />
fiorente, che molle cillìi della Prnssiaandavanool<br />
pari colle [)iù commeicianlideU<br />
!c uosle del Dallico. Questo saggio graa<br />
riiaestrojcheavea innalzalo l'oi <strong>di</strong>ne al più<br />
Sublime grado <strong>di</strong> ()olenza e <strong>di</strong> grandezza,<br />
tiapassò piamente neIi4o7 e fu sepolto<br />
a Maiiemhnigo. 11 suo fratello l Iricn <strong>di</strong><br />
Juni^ingc/ig\\ snccessea'27 giugno. Incor-<br />
se una controversia co'polacclii per Santock<br />
e Driesen, cittadella nuo«a Marca;<br />
e Vitoldo, a cui il re <strong>di</strong> Polonia avea conferito<br />
in feudo la Lituania, tolse la Samo-<br />
gizia a'teutonici d'accordo collo stesso re,<br />
il quale in un pnjclama riassimse il titolo<br />
<strong>di</strong> signore della Poraerania. Riusciti mutili<br />
i tentativi per aver giustizia, il gran<br />
maestro con un esercito s' impadronì <strong>di</strong><br />
v.irie piazze <strong>di</strong> Polonia; ed il re <strong>di</strong> Boe-<br />
mia fatto arbitro dalle parti, sentenziòin<br />
fdvorede'teutonici, ma Ul<strong>di</strong>slao V ricusò<br />
«li sottomettersi, entrando in Prussia con<br />
formidabile esercito <strong>di</strong> i5o,ooo uon»ini<br />
e composto <strong>di</strong> polacchi, lituani, saraogizi,<br />
lussi e tartari. II gran maestro, sebbene<br />
deluso dal re d'Ungheria col cpiale avea<br />
< fincluso un trattato, incontrò il nemico<br />
relle pianure <strong>di</strong> Tannebeig a' i 5 luglio<br />
) 4 'o con 8.3,000 uomini. Dopo aver fat-<br />
to macello dell'ala destra, il gran maestro<br />
stava già per ottener vittoria, ma mentre<br />
adoperava I' ullimo sforzo per raggiun-<br />
gerla , la perde in im colla vita. La sua<br />
caduta fu il segnale della rotta de'teutonii.che<br />
<strong>di</strong>venne compiuta. Essi però non<br />
rimasero soccombenti senza gloria, per-<br />
chè è comune opinione che vi morii-ono<br />
tiella battaglia i 00,000 uomini, fia'quali<br />
GojOoo Ira [«^lacchi eloroalleaii. Quin<strong>di</strong><br />
molte piaz7e della Prussia aprirono le por-<br />
le a'vincilori, e il le asse<strong>di</strong>ò Mariend)ui-<br />
gn, «he dovè abbandonare do[)0 Sy gior-<br />
ni per tornar in Polonia, ove si videscn-<br />
7a esen-ito. Gli scrittori dell'or<strong>di</strong>ne in que-<br />
sto rifi[MÌscel trattato <strong>di</strong> Tliorn compresosi il ve-<br />
scovo <strong>di</strong> Wla<strong>di</strong>slavia, l'or<strong>di</strong>ne fu tenuto<br />
a rendergli ledecimeapparlenenliallasua<br />
chiesa. Il gran maestio che avea ben me-<br />
ntalo dell'or<strong>di</strong>ne nella <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> iVIarieraborgo<br />
e pel modo come condusse il ^ìne<br />
della guerra, si rese poi o<strong>di</strong>oso colla sua<br />
mala condotla , e piìi ancora col fivorir<br />
l'eresia <strong>di</strong> Wiclef, della quale non andò<br />
neppure egli esente. Lo scontento alloni<br />
giunse al colmo, e in una grande adunan-<br />
za del capitolo venne destituito agli i r<br />
ottobre f4i3- In<strong>di</strong> a'f) gennaio r 4 '4 '''"
T E U<br />
lìc Slcììiibcrg, che trovò l'osLliiie molto<br />
clectukito nella <strong>di</strong>sciplina. Frallanlo l'ar-<br />
civescovo <strong>di</strong> Striguiiia commissario im-<br />
periale, pronunciò nuova sentenza arbitrale<br />
a favore de'cavalieri; ma i polacchi<br />
aspirando sempre siila l'omerania, al pae-<br />
se <strong>di</strong> Culm e a IMichalou, corsero <strong>di</strong> nuo-<br />
vo alle armi. Postosi Ula<strong>di</strong>slao V alla te-<br />
sta dell'esercito il più formidabile chela<br />
Polonia avesse niai allestito, devastò il<br />
paese <strong>di</strong> Culm e le provincie vicine; senonchè<br />
il gran maestro che tenevasi sulla<br />
<strong>di</strong>fesa , destramente attirò tutte le forze<br />
ncmiclie avanti la fortezza <strong>di</strong> Strasbur-<br />
go o Brodnitz, vaglieggiando il re d'in-<br />
signorirsene. Il gran maestro tanto fece,<br />
che armata sì florida fu <strong>di</strong>strutta dalla fame<br />
pe'viveri intercettati e dalla <strong>di</strong>ssente-<br />
ria. Quin<strong>di</strong> il vescovo <strong>di</strong> Losanna legato<br />
<strong>di</strong> (iiovanui XXllI,givmto in tal tempo,<br />
indusse il le e il gran maestro ad una tie-<br />
gua <strong>di</strong> 1 anni, ed a rimettere la decisione<br />
<strong>di</strong> loro controversie al sinodo <strong>di</strong> Co-<br />
stanza, <strong>di</strong> cui riparlai a Svizzera, il re tol-<br />
se l'asse<strong>di</strong>o per ritornare in Polonia, ed<br />
il gran maestro ebbe la gloria, senza in-<br />
sanguinare una spada, d'aver <strong>di</strong>ssipato il<br />
più potente esercito che i nemici avesse-<br />
ro niai posto a fronte dell'or<strong>di</strong>ne. Nel con<br />
cilio<strong>di</strong> Costanza i polacchi attaccarono vivamente<br />
i teutonici, ma ogni procedura<br />
cessò quando i cavalieri stanchi <strong>di</strong> con-<br />
trastare, domandarono che in piena ses-<br />
sione fossero letti i loro titoli. Peiò i rag-<br />
giri de' polacchi impe<strong>di</strong>rono a'teulonici <strong>di</strong><br />
compierne la lettura, e cosi il concilio nul-<br />
la potè decidere. Nel 1419 Papa Martino<br />
V delegò nuovi nunzi, adJnchèsi adope-<br />
rassero a terminare i litigi fra l'or<strong>di</strong>ne e la<br />
Polonia. Si tenne inutilmente una con-<br />
ferenza a Guiewkow , poiché i polacchi<br />
non vollero prestare orecchio a veruna<br />
proposizione. I nun/i, esaminati! titoli de'<br />
cavalieri, non poterono rifiutarsi dall'e-<br />
iiiettere un alleslato, il quale pose la ginstizia<br />
<strong>di</strong> loro causa in piena evidenza ; ma<br />
il Papa vivamente sollecitato da! re Ula-<br />
<strong>di</strong>slao V, <strong>di</strong>chiarò l'atto non potergh re-<br />
T E U 87<br />
car pregiu<strong>di</strong>zio, attesoché i nunzi non avevano<br />
veduti i titoli sui fpiali il re fondava<br />
le sue pretensioni. L'imperatore Sigis'Hondo,<br />
scelto anch' egli nuovamente<br />
adaibitro fra le due parti, giu<strong>di</strong>cò la cau-<br />
sa interamente a fivore de'teutonici, con<br />
sentenza del gennaio 1420. 11 re <strong>di</strong> Po-<br />
Ionia, ch'erasi sottomesso a questo arbitrale<br />
giu<strong>di</strong>zio col più solenne compromes-<br />
so, tentòallora pured'eludererelfelto del-<br />
la sentenza, ricorrendo <strong>di</strong> nuovo al Papa;<br />
ma non volendo i cavalieri essere piùcon-<br />
dotti <strong>di</strong> Iribunaiein tribunale da'Ioro avversari,<br />
protestarono con tanta maggiore<br />
ragione, in quanto che l'imperatore col-<br />
l'assenso delle parti avea or<strong>di</strong>nalo ch'esse<br />
pagherebbero una multa <strong>di</strong> i 0,000 mar-<br />
chi d'argento per ogni contravvenzione<br />
alla [)ace,non meno per qualsiasi briga per<br />
ottener mo<strong>di</strong>ficazioni alla sentenza. Fa-<br />
talmente nemici più formidabili minac-<br />
ciavano all'or<strong>di</strong>ne nuovi <strong>di</strong>sastri, cioè la<br />
<strong>di</strong>visione insorta fra'cavalieri e lo spirilo<br />
il'in<strong>di</strong>pendeiìza, il quale si può riguarda-<br />
re come il germedella rivoluzioneciie co-<br />
minciava a esfendere i suoi progressi nel-<br />
la Prussia. Il gran maestro ne provò tan-<br />
to rammarico, che ab<strong>di</strong>cò nella (juaresima<br />
1^11. A' IO marzo gli fu surrogato<br />
Paolo Belligero <strong>di</strong> Rnsdorf, e nello stes-<br />
so anno un'armata <strong>di</strong> 100,000 uocnini al-<br />
lestita dal re <strong>di</strong> Polonia, il quale senz'al-<br />
tro motivo, tranne quello <strong>di</strong> compiere il<br />
<strong>di</strong>segno che avea da limgo tempo forma-<br />
to <strong>di</strong> sterminare l'or<strong>di</strong>ne, si gettò nel declinar<br />
<strong>di</strong> luglio sul laPr ossia, abbandonan-<br />
dola a uno spaventevole saccheggio, con as-<br />
se<strong>di</strong>!, massacri e incen<strong>di</strong>!. Come poi ! prus-<br />
siani sopportavano con cuore esacerbato<br />
questi mali, che sì <strong>di</strong> sovente si rinnova-<br />
vano, il gran maestro col trattato de'27<br />
settembre fu costretto rinunziare al du-<br />
cato <strong>di</strong> Samogizia e al Suderland, ed abbandonare<br />
inoltre alla Polonia la fortezza<br />
<strong>di</strong> Nessaw con tolte l'altre terre situate<br />
nella Cujavia, che i duchi <strong>di</strong> Masovia a-<br />
veano precedentemente donate a'cavalie-<br />
ri; laddove poi in compenso la Polonia as-
88 T E U<br />
sicmòdl nuovo all'or<strong>di</strong>ne ilducalo<strong>di</strong> Pomerania,<br />
non meno <strong>di</strong>e il paese <strong>di</strong> Culm<br />
e <strong>di</strong> RliclialoLi, a'quali non avea mai ces-<br />
salo <strong>di</strong> rinunziare e <strong>di</strong> aspirare a vicenda.<br />
Questa fu lai. ''pace in cui l'or<strong>di</strong>ne teutonico<br />
fu costretto ad abbandonare una<br />
parte de'suoi dominii. L'esercito polacco<br />
nella spe<strong>di</strong>zione commise tanti eccelsi, che<br />
il re fu costretto chiedere al Papa l'asso-<br />
luzione dalla scomunica in che erano in-<br />
corsi i suoi soldati, con sacrdegiiemisfutti<br />
enormi. Tuttavolla ricominciata la guer-<br />
ra neli43i, i cavalieri fecero un'incur-<br />
sione in Polonia: 24 c\y[li furono coslret-<br />
le aprir loro le porle, ed essi ven<strong>di</strong>caronsi<br />
sulle campagne d'una parie de'mali che<br />
i polacchi aveano fallo sollrire alla Prus-<br />
sia, il re chiamati allora i feroci eretici ?^9-<br />
,s/// in suo aiuto, devastò con loro mise-<br />
revolmente la nuova Marca <strong>di</strong> Brandeburgo<br />
e la Pomerania; ostilità che fini-<br />
rono colla tregua <strong>di</strong> 12 anni stipulata in<br />
<strong>di</strong>cembre e poi convertita in pace perpe-<br />
tua a'3 I <strong>di</strong>cembre 1436 ntlla conferenza<br />
<strong>di</strong> Brzesc, sotto Ula<strong>di</strong>slao VI. Prima <strong>di</strong><br />
tale epoca e nel 1426 l'arcivescovo <strong>di</strong> Ri-<br />
ga Hetuiing <strong>di</strong> Scharfemberg, entrato in<br />
<strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a co'cavalieri per non più volere<br />
vestir l'abito dell'or<strong>di</strong>ne, sebbene ne fosse<br />
sialo membro, ne fece lagnanze con Mar-<br />
lino V, il quale però nel 1428 or<strong>di</strong>nò che<br />
tutti gli ecclesiastici della Livonia doves-<br />
sero portare l'abito teutonico, oltre altre<br />
<strong>di</strong>sposizioni. Crescendo intanto la <strong>di</strong>visio-<br />
ne nella Prussia, e con essa i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni ,<br />
il gran maestro slabih un nuovo consi-<br />
glio pio vinciale,concedend
TEU<br />
simiro IV vi perde la libertà, non però<br />
la vita, come vuole VArte <strong>di</strong> verificare<br />
le date. Per un lungo corso <strong>di</strong> anni seguì<br />
una serie <strong>di</strong> rovesci e <strong>di</strong> vittorie dall'una<br />
parie e dall'altra; questa guerra miele<br />
3oo,ooo uomini, e si contarono fino a<br />
18,000 villaggi per essa dati alle fiaai-<br />
ine. Per colmo de'mali, la peste congiun-<br />
se la sua desolazione a'furori della guer-<br />
ra; ciò non ostante il gran tnaC'Nlro si so-<br />
stenne i 3 anni contro tutti gli sforzi della<br />
Polonia e de'prussiani ribelli; fiualmenle<br />
fu d'uopo cedere, e venire ai trattato ro-<br />
vinoso <strong>di</strong> Thorn. La Prussia fu allora <strong>di</strong>-<br />
visa indueparli: V occidentaleAie conte-<br />
neva la Pomerania piccola o Pomerellia,<br />
passò sotto la dominazione del re, e per-<br />
ciò prese il nome <strong>di</strong> reale; e Vorientale<br />
restò in mano del gran maestro e fu della<br />
ducale, con obbligo per altro <strong>di</strong> farne omaggio<br />
feudale alla corona <strong>di</strong> Pulonia.<strong>di</strong>venendo<br />
i cavalieri suoi vassalli feudatari.<br />
Siccome poi Marieaiburgo cadeva nella<br />
porzione de'polacclii (che altri <strong>di</strong>cono ad<br />
essi Vendola da'capilaui de' soldati mer-<br />
cenari che r aveano ricevuta per malle-<br />
veria <strong>di</strong> loro paghe), il gran maestro tra-<br />
sferì la sede dell'or<strong>di</strong>ne a Ronigsberg, o-<br />
ve morì a'4 aprile 1 ^Gj e fu sepolto nella<br />
cattedrale. Fu eletto vice gran maestro il<br />
conte Enrico Renss <strong>di</strong>Plaueii.e resse con<br />
tal grado l'or<strong>di</strong>nesinoa'aooUobre 146910<br />
cui fu innalzato alla <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> gran mae-<br />
stro. Muri poco dopo a Morungen, essendo<br />
stato colpito d'apoplessia a Thorn, a'2<br />
geniiaioi470, mentre ritornava dal ren-<br />
dere omaggio al re <strong>di</strong> Polonia, e fu sepol-<br />
to in Konigsberg.Gli successe Enrico Ref-<br />
Jle <strong>di</strong> Richteniberg, che si condusse con<br />
molla prudenza, peiò censurato per aver<br />
spinto troppo la severità col vescovo <strong>di</strong><br />
Sambia, che morì in carcere, il quale faceva<br />
la sua residenza a Ronigsberg. Morto<br />
neli477> (y\e.\t\.\.o Martino Truchsess<br />
<strong>di</strong> TI etziiaiisen^ il quale si adoperò per<br />
iscuotere il giogo della Polonia, stringendo<br />
alleanza con Mattia re d'Ungheria, e<br />
parteggiando contro i polacchi a favore<br />
TEU 89<br />
<strong>di</strong> Nicola Tungen che aspirava al vesco-<br />
vato <strong>di</strong> Warmia; ma non avendo Maltia<br />
inviati i promessi soccorsi, nel 14^0 fu co-<br />
stretto a rinnovar la pace colla Polonia,<br />
ed a rendere omaggio al re Casimiro IV<br />
per la Prussia. L'arcivescovo <strong>di</strong> Piiga Sil-<br />
vestro insistendo nel volere <strong>di</strong>sciolto il<br />
suddetto trattalo <strong>di</strong> Rirchholm, pure riu-<br />
scì a Bernardo <strong>di</strong> Borch maestro pro-<br />
vinciale <strong>di</strong> Li venia <strong>di</strong> fare un accordo per<br />
riuìanere tranquilli per 60 anni. Non<strong>di</strong>meno<br />
Silvestro poco tlopo gli suscitò con-<br />
tro molti nemici stranieri, e il maestro pa-<br />
zientòjfìnchè in<strong>di</strong>spettito pel trattalo con-<br />
cluso daSilvestro contro l'ordmecon l'am-<br />
ministratore del regno <strong>di</strong>Svezia nel 1479,<br />
nonché con alcuni arcivescovi del mede-<br />
simo, s'impadronì delle fortezze dell'arci-<br />
vescovato, prese e incen<strong>di</strong>ò il castello <strong>di</strong><br />
Kokenhause, ove Sdveslro erasi chiuso,<br />
lo cacciò in carcere, e <strong>di</strong>e l'amministra-<br />
zione de'beni dell'arcivescovato al proprio<br />
fratello Simone <strong>di</strong> Borch vescovo <strong>di</strong> Re-<br />
vel capitale dell'Estonia esuffraganeo <strong>di</strong><br />
Riga (già <strong>di</strong> Lunden quando fu eretta la<br />
sede vescovile nel 1280 ). Papa Sisto IV<br />
pubblicò una bolla fulminante contro il<br />
maestro Bernardo, scomunicandolo e or-<br />
<strong>di</strong>nandogli <strong>di</strong> lasciar libero Silvestro, ignorando<br />
la sua morte. Questa conosciuta,<br />
Sisto IV elesse l'arcivescovo Stefmo,<br />
con che si aumentarono le <strong>di</strong>nicoltà,e l'im-<br />
peratore Federico HI sostenendo Riga es-<br />
sere feudo dell'impero, assunse la <strong>di</strong>fesa<br />
<strong>di</strong> Bernardo. Risiedendo in Pioraa il pro-<br />
curatore dell'or<strong>di</strong>ne, nel 1 484 intervenne<br />
formalmente nella cavalcala pel possesso<br />
d'Innocenzo Vili. Morì il gran maestro<br />
Giovanni nel 1489, e fu sepolto in KonigsbergjCome<br />
il predecessore. Giovanni<br />
<strong>di</strong> Tiefen che gli successe, resse l'or<strong>di</strong>ne<br />
teutonico con molta saggezza e modera-<br />
zione. Però avendo condotto alcune trup-<br />
pe ausiliarie al re<strong>di</strong> Polonia, per una spe-<br />
<strong>di</strong>zione contro r ospodaro <strong>di</strong> Valacchia,<br />
morì <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssenteria a Lemberg nel 1497,<br />
ed il cadavere fu trasferito a Ronigsberg<br />
nella cattedrale. Asuo tempo l'or<strong>di</strong>ne per-
9«<br />
T E U<br />
de il baliag^io <strong>di</strong> Sicilia, ad onta <strong>di</strong> luUe<br />
le cure che si <strong>di</strong>e per conservarlo. Nel<br />
i4q8 scelto a gran maestro i! duca Fede-<br />
rico <strong>di</strong> Sassoìda, si recò a prender pos-<br />
sesso della <strong>di</strong>giiilà a' 2r) settembre. Egli<br />
costanteinenlesi rifiulò <strong>di</strong> prestar omag-<br />
gio alla l^oloiiia , procurandosi gii aiuti<br />
«leli'impeio, se si fosse voluto coslringer-<br />
\e!o. Mori a'i4 <strong>di</strong>cenibrei 5 i o, e fu se-<br />
polto a Meisscn nella tomba <strong>di</strong> sua fami-<br />
glia. A'suoi tempi Ivan III gran principe<br />
<strong>di</strong> Mosca tentò con 4o,ooo russi d'inva-<br />
dere la Livoiìia, ma Guglielmo o Gualtiero<br />
o "NValtero <strong>di</strong> lMctlein')erg maestro<br />
prounciale dc'cavalienleulonici <strong>di</strong> Livo-<br />
nifijdopoaver costretto alla fuga due vol-<br />
te i russi, ne! I Sor riportò una 3.' villo-<br />
ria così completa presso Pleskow, che 1van<br />
111 giu<strong>di</strong>cò meglio concludere tregtia<br />
<strong>di</strong> 5o anni. Imperocché nella battaglia <strong>di</strong><br />
Pìeskow, Gualtiero uccise 4o,ooo nemici,<br />
l'esercito de'quali com|)onevasi<strong>di</strong> go,ooo<br />
moscoviti e <strong>di</strong> 3o,ooo tartari. Altri lo fe-<br />
cero ascendere a i 3o,ooo<br />
combattenti, e<br />
mentre (juello del maestro era <strong>di</strong> soli<br />
i4:000. Di lutte le narrate controversie<br />
e guei re tra la Polonia e il celebre or<strong>di</strong>-<br />
ne militare e regolare teutonico, conviene<br />
avvertire che i rispettivi storici <strong>di</strong>fese-<br />
ro la parte che seguirono con parzialità,<br />
e viceversa gravarono l'altra.<br />
Neh 5i I AV
TE U<br />
vo»o solenne, «posò Dorolea d' Holslein<br />
figlia del re <strong>di</strong> Danimarca Federico I a*<br />
24 giugno 1 526, e visse altri 3o anni. In<br />
seconde nozze sposò Anna figlia d'Erico<br />
I il T'ecchìo duca <strong>di</strong> Di unswick-Lune-<br />
Lurgo. Ebbe due figli da ciascuna, e Al-<br />
berto Federico nato dalla 2/ gli successe<br />
nel ducato, il qualealla sua morte fu riu-<br />
nito a'suoi stati dall'elettore <strong>di</strong> Brande-<br />
borgo, anch'egli apostata e seguace de-<br />
gli errori <strong>di</strong> Lutero. L' ex gran miiestro<br />
Alberto pel trattato col re <strong>di</strong> Polonia, ri-<br />
conosciuto duca ere<strong>di</strong>tario <strong>di</strong> tultociò che<br />
l'or<strong>di</strong>ne teutonico possedeva in Prussia,<br />
tanto per se, quanto pe'suoi fratelli e loro<br />
successori, a patto <strong>di</strong> ricevere 1' investi-<br />
tura dal re e riconoscersi suo tributario;<br />
fattosi forte d'un gran numero <strong>di</strong> polac-<br />
eli;, pigliò possesso del ducato, si attri-<br />
Imi la miglior parte del tesoro de'cava-<br />
lieri,<strong>di</strong>struggendo tutti i<br />
privilegi dell'or-<br />
<strong>di</strong>ne, cacciando d >lla Prussia tutti i com-<br />
nìendalori, i cavalieii e gli uflìziali dell'<br />
or<strong>di</strong>ne, e con essi tutti i cattolici. La-<br />
sciato l'abito teutonico, si <strong>di</strong>chiarò fana-<br />
tico luterano, e aperto nemico della re-<br />
ligione cattolica <strong>di</strong> cui ne avea giurata la<br />
<strong>di</strong>fesa, premiando con commende ere<strong>di</strong>-<br />
tarie (pie'cavalieri che per le loro passio-<br />
ni aveano con lui abbracciata la funesta<br />
eresia. Alberto <strong>di</strong>sprezzò l'esortazioni de*<br />
Papi e dell'imperatore, e neìl' assemblea<br />
ò'.^iiguxta fu d<br />
braccio colla sua pretesa riforma i per-<br />
niciosi errori: <strong>di</strong>poi neli56i R.iga si sot-<br />
topose alla Polonia. Sigismondo I re <strong>di</strong><br />
Polonia fu censurato, poiché avendo vivamente<br />
supplicato la s. Sede per la soppressione<br />
dell'or<strong>di</strong>ne teutonico, comechè<br />
sempre infesto al regno, cede poi infeudo<br />
la Prussia all'apostata Alberto che la<br />
fece <strong>di</strong>venire eretica. Verso la fine <strong>di</strong> a-<br />
gosto I 526 fu eletto gran maestro JT al-<br />
tiero <strong>di</strong> Cronbcrg, e slabirj la propria se-<br />
TEfT cjt<br />
de in Mergenlheim o ìMergenthal o ]\]a.<br />
rienthal, Margenthcmuni, città già da<br />
Enrico d' Hohenlohe donata all' or<strong>di</strong>ne,<br />
allora della Franconia e poi del regno <strong>di</strong><br />
Wurtemberg,sidla riva del Tauber,con<br />
bastioni, ed a pochissima <strong>di</strong>stanza sulla<br />
montagna <strong>di</strong> Rilzl)erg vi è il castello in<br />
cui fecero la loroor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong>mora i gran<br />
maestri dell'or<strong>di</strong>ne teutonico. I cavalieri<br />
esistenti in Germania pensarono a costi-<br />
tuirsi un capo. Thierri <strong>di</strong> Cleen maestro<br />
<strong>di</strong> essi e de'cavalieri d'Italia, ed in (|uesta<br />
sua qualità principe dell'impero, ben si<br />
avvide che non si satebbe potuto formarenna<br />
conveniente reu<strong>di</strong>ta al nuovo graa<br />
maestrOjSenzaunirea questa <strong>di</strong>gnilà (luci-<br />
la ch'egli godeva, per cui ruìunziò la <strong>di</strong>-<br />
gnità tli maestro <strong>di</strong> Germania e d'Italia,<br />
la filiale venne concentrala con quella<br />
del gran maestro. Herconsegueiiza Cronberg<br />
assunse il titolo <strong>di</strong> amministratore<br />
dell'u<strong>di</strong>cio <strong>di</strong> gran mnestro <strong>di</strong> Prussia e<br />
<strong>di</strong> gran maestro dell'oi lime teutonico ia<br />
Germania e in Italia. L'imperatore Car-<br />
lo V confermò Ci ouberg nella <strong>di</strong>gnità, e<br />
neh 53o gli conferì la solenne investitu-<br />
ra nella <strong>di</strong>eta d'Augusta, de'territorii che<br />
l'or<strong>di</strong>ne possedeva, massime nel 1<br />
ircolo<br />
<strong>di</strong> Franconia. Cronberg cominciò il giu-<br />
<strong>di</strong>zio che l'or<strong>di</strong>ne stimò doversi intenta-<br />
re ad Alberto, portò le sue querele al con-<br />
siglio aulico dell'imperatore, il quale fa-<br />
cendogli ragione, casNÒe annullò il trat-<br />
tato fallo tra il re <strong>di</strong> Poloni. 1 e Alberto<br />
<strong>di</strong> Crandeburgo. Questo perciò venne po-<br />
sto al bando dell'impero, e proscritto dal-<br />
la camera impeii^de<strong>di</strong> Spira, quale in-<br />
giusto detentore della Prussia; ma le gra-<br />
vi turbolenze dell'impero, suscitate da'<br />
luterani, che presero il nome <strong>di</strong> Prole-<br />
stanti(T'.),no\\ permisero <strong>di</strong> dare esecu-<br />
zione alla sentenza. Cronberg non risparmiò<br />
né ragioni, né fatiche, uè travagli per<br />
rientrare al possesso della Prussia, ed in<br />
essa ristabilire la ban<strong>di</strong>ta religione cat-<br />
tolica. Ricorse egli a quesl'elIeUo a'Papi<br />
Clemente VII e Paolo III, e quasi a tutte<br />
le corti della cristianità, ma inutilmen-
9^<br />
TEU<br />
te, non polendo fare reintegrare l'or<strong>di</strong>ne<br />
delle per<strong>di</strong>le solTerle, morendo a'4 aprile<br />
1 543aMergenlheiir>ovefii sepolto. Qu.tI-<br />
che mese dopo gli successe / ^ oljti/igo<br />
Srliuzh(7r(\e\\.u.Uil(li/iiìg, i ."comniendalore<br />
d'Assia, il (piale nel i 544 licevè dal-<br />
l' imperatore nella <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> Spira la confeirna<br />
e l'investitura della <strong>di</strong>gnità. Carlo<br />
V intimò al jnarcliese <strong>di</strong> Brandeburgo<br />
<strong>di</strong> re>tiluire la Prussia all'or<strong>di</strong>ne teu-<br />
tonico, ma non essendo l'ingiunzione accompagnata<br />
d.j podeioso eseicito, restò<br />
senza elTelto. Wolfmgo piesiò aiuto colle<br />
sue genti a Carlo V ptr tutto il corso della<br />
guerra co'proteslanlijclie andavano saccheggiando<br />
i posse<strong>di</strong>menti de' cavalieri<br />
teutonici in Germ;uiia,e non mostrò mero<br />
zelo del suo predecessore per il rislabilimeutodciror<strong>di</strong>nein<br />
Prussia, però con<br />
successo egualmente infelice. Gualtiero<br />
<strong>di</strong> Plettemberg erasi airrancalo dalla <strong>di</strong>-<br />
pendenza del gran macitro, rispetto al-<br />
sercizio della sovranità ne' doininii del-<br />
l'or<strong>di</strong>ne in Livunia, insieme colla libertà<br />
dell'elezione, <strong>di</strong>cesi per preservare la re-<br />
gione dall'introduzione dell'eresia, quando<br />
già ne vedeva infetto il gran maestro<br />
Alberto. Neil 529 egli e i successori fu-<br />
rono innalzati alla <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> principi del-<br />
l'impero, con f.icollà <strong>di</strong> battere moneta.<br />
Nelle <strong>di</strong>ete il maestro <strong>di</strong> Livonia sedeva<br />
imme<strong>di</strong>ataniente dopo Brema ePiiga, pre-<br />
siedeva a'4 vescovi <strong>di</strong> Livonia ed al ve-<br />
scovo d'Eicbstetl,e ad altri vescovi prin-<br />
cipi dell'impero. Pare inoltre che sedes-<br />
se vicino al gran maestro dell'or<strong>di</strong>ne teu-<br />
tonico, il quale seguiva gli arcivescovi e<br />
precedeva lutti i vescovi principi dell'iin-<br />
pero. Nel 1 'j^S Fer<strong>di</strong>nando I re de' romani<br />
confermò Ermanno <strong>di</strong> Bruggeney<br />
detto AV7.vf//AYAwy;,incoa<strong>di</strong>uloiedel mae-<br />
stro <strong>di</strong> LivoniaGualtiero, il (piale lo avea<br />
domandato coli' assenso del gran mae-<br />
stro Cronberg. Cosi sebbene in<strong>di</strong>penden-<br />
te quanto alla sovranità e alla libertà<br />
dell'elezione, il maestro <strong>di</strong> Livonia tut-<br />
tavia riguardava sempre il gran maestro<br />
dell' or<strong>di</strong>ne come proprio suo superio-<br />
TEU<br />
re nella sua qualità <strong>di</strong> religioso. Gualtie-<br />
ro, lodato come uno de' piìi gran<strong>di</strong> uo-<br />
mini del suo secolo, morì nel 1 535, col-<br />
la taccia d'aver favorito e professato per<br />
politica il luteranismo che in principio<br />
avea avversato. Gli successe il marescial-<br />
lo <strong>di</strong> Livonia e suo coa<strong>di</strong>utore Bruggeney,<br />
che morì nell' orribile peste del 1549.<br />
Gli successero, nel detto anno Giovanni<br />
<strong>di</strong> Recke; neli552 Enrico <strong>di</strong> Galen che<br />
ricevè 1' imperiale investitura della Li-<br />
vonia, Estonia e Curlan<strong>di</strong>a; nel 1 557 '^<br />
coa<strong>di</strong>utore Guglielmo <strong>di</strong> Furstemberg,<br />
de'qiiali feci parola all'articolo Prussia,<br />
<strong>di</strong>cendo che alcuni storici riguardarono<br />
nel 1 525 separalo l'or<strong>di</strong>ne de'cavalieri <strong>di</strong><br />
Livonia dal teutonico e i maestri provio-<br />
ciali <strong>di</strong> essa <strong>di</strong>venuti gran maestri. Essen-<br />
do già spirata la tregua <strong>di</strong> 5o anni che Ivan<br />
II 1 <strong>di</strong> R ussia avea concluso con Gual-<br />
tiero <strong>di</strong> Plettemberg maestro provinciale<br />
<strong>di</strong> Livonia, a questa nel 1 558 <strong>di</strong>chiarò la<br />
guerra nel magistero <strong>di</strong> Furstemberg, e<br />
vi entrò con 4o,ooo russi, che orribilmen-<br />
te la desolarono in parte, ripigliando il<br />
<strong>di</strong>segnodell'avo suo inlornoalla Livonia.<br />
Furstemberg col suo capitolo fece ricono-<br />
scere Gottardo Reltler commendatore <strong>di</strong><br />
Fellino a suo coa<strong>di</strong>utore. In<strong>di</strong> 100,000<br />
russi asse<strong>di</strong>arono e |)resero Derpt, dopo<br />
essersi impadroniti <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse fortezze ab-<br />
bandonate da' teutonici o espugnale. Il<br />
coa<strong>di</strong>utore riportò qualche vantaggio sui<br />
russi, i quali però nel 1 5 ^9<br />
in numero <strong>di</strong><br />
I So, 000 passarono presso R.iga per dare<br />
il guasto alla Cui lan<strong>di</strong>a, ma riuscì a Cri-<br />
stoforo <strong>di</strong> Mecklemburgo, coa<strong>di</strong>utore del<br />
suddetto Guglielmo arcivescovo <strong>di</strong> Riga,<br />
con tenui forze <strong>di</strong> fuli ritirare. iVel gen-<br />
naio <strong>di</strong> tale anno Furstembierg si spogliò<br />
inleramenle della <strong>di</strong>gnità a prò del suo<br />
coa<strong>di</strong>utore, e scelse per ritiro la città <strong>di</strong><br />
Follino riguardata inespugnabile. A' 3r<br />
agosto Reltler fece iu Wilna un trattato,<br />
col (piale si pose sotto la prolezione del<br />
re <strong>di</strong> Polonia, salvi i <strong>di</strong>ritti dell'impero,<br />
e gli <strong>di</strong>e in pegno un <strong>di</strong>stretto ragguar-<br />
devole con molte piazze per guarentirlo<br />
'
TEU<br />
dalle spese della guerra. Il re Sigismon-<br />
do Il si obbligò a <strong>di</strong>fenderlo contro i rus-<br />
si, e a <strong>di</strong>videre con lui le con([uisle che si<br />
fosse potuto fare sui nemici; ma questo<br />
principe che non pensava che a prolìtlar<br />
de'inali della Livonia, non gli sommini-<br />
strò soccorso veruno. L'i i novembre, es-<br />
sendo il maestro <strong>di</strong> Livonia venuto alle<br />
mani co'russi pressoDerpt,riportò un rag-<br />
guardevole vantaggio, ma poi fu obbli-<br />
gato a rinunziare i propri <strong>di</strong>segni intor-<br />
no tal piazza, per timore <strong>di</strong> venir preso<br />
in mezzo. Dopo ciò Kelller fece un inu-<br />
tile tentativo sopra Lays presa da'russi, i<br />
quali nel gennaio i 56o espugnarono per<br />
capitolazione IMarienibuigo. A' 5 aprile<br />
Kelllei-, che bramava insignorirsi d'una<br />
parfedellespoglie delstioor<strong>di</strong>ne,concluse<br />
un patto con parecchi de'principiili com-<br />
mendatori, col qualesiobbiigòa impiegare<br />
iogni sforzo a favore dell 'online e del pae-<br />
se ; e se ciò non riusciva, dovea esser libe-<br />
ro <strong>di</strong> prender moglie e formarsi un prin-<br />
cipato ere<strong>di</strong>tario. A'a agosto nella batta-<br />
glia d'Ermes, i cavalieri furono interamente<br />
sconfìtti, perdendovi il fiore dell'or<strong>di</strong>ne,<br />
e que'che caddero vivi nelle ma-<br />
ni del nen)ico, condotti a jMosca b;irba-<br />
ranieiile si fecero perire tra'più crudeli<br />
supplizi. I vincitori si mossero contro Fol-<br />
lino, ov'erasi trincierato il vecchio signo-<br />
re <strong>di</strong> Livonia,e lo presero.chiudcnilo Fur-<br />
stemberg a Lubino,dopo averlo fatto ser-<br />
vire <strong>di</strong> spettacolo al popolaccio <strong>di</strong> ftbjsca.<br />
Kelller spe<strong>di</strong> allora deputali a Gustavo 1<br />
re <strong>di</strong> Svezia, il quale avea dato qualche<br />
speranza <strong>di</strong> soccorso,ma Io trovarono morienle,<br />
e il <strong>di</strong> lui successore Erico XIV<br />
occupato da pensieri ben <strong>di</strong>lFerenti.il gran<br />
maestro dell'or<strong>di</strong>ne teutonico Sthuzbar,<br />
che si dava tulle le possibili cure per in-<br />
durre i principi dell'impero a soccorrere<br />
la Livonia, non avea miglior successo in<br />
Germania pe'prolestanti. Sul cou/inciar<br />
del giugno i56i, Revel e la nobiltà del<br />
ducato <strong>di</strong> Esfonia rinunziaiono formalmente<br />
all'ubbi<strong>di</strong>enza che aveano giurata<br />
al maestro <strong>di</strong> Livonia, e si <strong>di</strong>erouo alla<br />
TEU 93<br />
Svezia. Nel giorno della festa <strong>di</strong> s. Giotan-<br />
ni, il commendatore della cittadella <strong>di</strong><br />
Revel fu quin<strong>di</strong> costretto a renderla agli<br />
svedesi, ilopo averla valorosamente <strong>di</strong>fe-<br />
sa. Kelller <strong>di</strong>sperando ormai <strong>di</strong> salvar la<br />
Livonia, non perde <strong>di</strong> vista il proprio in-<br />
teresse : abbracciò apeìtamenle il lutera-<br />
nismo, ed a'28 novembre 1 56 1 lasciò al-<br />
la Polonia tutte ie possessioni dell'or<strong>di</strong>-<br />
ne, a riserva della Ciirlan<strong>di</strong>a e della Se-<br />
migallia, delle quali prestò omaggio al re<br />
Sigismondo II, che a <strong>di</strong> lui favore le eresse<br />
in ducalo secolarizzato e feudo ere<strong>di</strong>tario.<br />
Così l'or<strong>di</strong>ne teutonico perdette quanto<br />
gli rÌQ)aneva in Livonia, al modo stesso<br />
che avea perduto la Prussia, vale a <strong>di</strong>re<br />
per l'aposlasiaela <strong>di</strong>serzione <strong>di</strong> Gottardo<br />
Kelller, ultimo e So.^o maestro provin-<br />
ciale <strong>di</strong> Livonia ei.°duca <strong>di</strong> Ciirlan<strong>di</strong>a,<br />
che introdusse il luteranismo in tutto il<br />
paese, il quale <strong>di</strong>poi fu riunito allaRussia.<br />
Perduti dall'or<strong>di</strong>ne gì' immensi dominii<br />
che possedeva in Livonia, gli restarono<br />
sollanto que'che avea nell'impero <strong>di</strong> Germania.<br />
Il gran maestro Schuzbar morì<br />
nel I 566, e fu sepolto a Mergenlheim. Il<br />
succes^oveGiorgioIliiìul <strong>di</strong> J f ciiclhciin,<br />
poco dopo ricevè l'investitura nella <strong>di</strong>e-<br />
ta ti' Augusta dall'imperatore Massimilia-<br />
no II. Frattanto Papa s. Pio V fece solenne<br />
prolesta per la Prussia, lolla all'or<strong>di</strong>-<br />
ne teutonico, che per investimento della<br />
s. Sti\e la possedeva, la quale perciò nel-<br />
la niedesin)a teneva un commissario pon-<br />
tificio residenziale, e rinnovavo <strong>di</strong> lenipo<br />
in tempo, li gran maestro Giorgio non<br />
cessò mai <strong>di</strong> cercare aiuti per ricuperare<br />
la Prussia e la Li venia, e morì in Mergen-<br />
lheim nel ì5']i. Eurico <strong>di</strong> Bohcìtiinusen<br />
gli successe a'6 agosto, al quale Gregorio<br />
XIII colla bolla Exiiiìiii.i\^'Z mag-<br />
gio i 57 3, ^n//. Ti'ow.l. 4, par. 3, p. 365,<br />
conferniò i privilegi concessi all' or<strong>di</strong>ne<br />
da'suoi predecessori. Allorché la <strong>di</strong>ela <strong>di</strong><br />
Ralisbona propose si trasferisse l'or<strong>di</strong>ne<br />
sulle frontiere dell'Ungheria per contrapporlo<br />
a'progressi de'lurchi, il gran mae-<br />
stro raccolse il copilolo nel i577> alliue
94<br />
T E U<br />
(li consultare intorno a silT.Uta pi'oposlaj<br />
e spedì nel I 578 nll'iinperalore Roilolfo<br />
Jl un elenco non sularuente delle [)er<strong>di</strong>te<br />
che i cavalieri aveano provate in Prussia<br />
e in Livonia, ma ezian<strong>di</strong>o in Germania,<br />
in forza dell'infelice introduzione del lu-<br />
teranismo. Quin<strong>di</strong> l'imperatore scorgendo<br />
che tale <strong>di</strong>segno poteva condurre l'or-<br />
<strong>di</strong>ne alla sua rovina, ces>>ò <strong>di</strong> |)Ìli inquie-<br />
tarlo su tale proposito. Nel 1 jS^ Boljen-<br />
liausen creò suo coa<strong>di</strong>utore l'arciduca<br />
Massimiliano (VAnxtria, figlio deiriiriperatore<br />
Massimiliano II efratello <strong>di</strong> Ro-<br />
dolfo II, allìd mdogli una parte delle cu-<br />
iedeli*an)ministrazi()ne,senza però rinun-<br />
ziare alla sua <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> gran mae>lro.<br />
IMorlo poi Stefano Datori re<strong>di</strong> Polonia nel<br />
1 5yG, l'or<strong>di</strong>ne vide rinascere le sue speranze<br />
<strong>di</strong> ricu[)erare la Prussia, poiché una<br />
parte de' polacchi elesse il p!Ìncipe coa-<br />
<strong>di</strong>utore Massimiliano, e l'allra porse i<br />
propri voli a Sigismondo HI allora prin-<br />
cipe <strong>di</strong> iVtr-zV/. Tali speranze tosto svani-<br />
rono, per essere stato l'arciduca due vol-<br />
te battuto e fatto prigione, ciò che lo co-<br />
strinse a rinunziare a'ie sue pretensioni<br />
sulla corona polacca, e Sisto V s'impegnò<br />
))er f.ngli ricuperare la libertà. IMorlo Cobenhausen<br />
nel iSg") a Cronveiseoibur-<br />
go, ov'erasi ritirato, e sepolto nella chie-<br />
sa dell'oriline<strong>di</strong> tal città, l'arciduca si tro-<br />
\o in possesso della <strong>di</strong>gnilà <strong>di</strong> gran maestro.<br />
Eletto genei'.de in capo dall imperatore<br />
fratello, egli combattè con meno<br />
fortuna che ingegno, essendo stalo sbaraglialo<br />
a Rcre-ìle da'turchi nel 1 ogG: 1 00<br />
cavalieri e4oo uomini a cavallo mantenu-<br />
ti dall'or<strong>di</strong>ne, combatterono con lui nel-<br />
l'esercito imperiale. 1 catubiamenli pro-<br />
vati da'ieutonici esigevano che altri pu-<br />
re se ne introducessero nel loro governo,<br />
non essendo più i ca valici i numerosi in<br />
modo da poter condurre una vita in co<br />
Illune, come aveano pi ecedenlemente<br />
praticalo, per cui Massimiliano nelifìoG<br />
rinnovò gli slatuti con quelle mo<strong>di</strong>fica-<br />
zioni che le cii costanze resero necessarie,<br />
e sono fjue' tnedesiuii in seguilo osser-<br />
T E U<br />
vati. L'or<strong>di</strong>ne perde inleranjenle il ha-<br />
jiaggio d'/ Irccht (T'.) ne'Paesi Bassi, e<br />
Massimiliano vero modello <strong>di</strong> virtù mo-<br />
rì in Vienna a'a novembre! G 1 8, e fu se-<br />
pollo nell'imperiali tombe. Gli succes>'e il<br />
cugino arciduca Carlo d'Austria, dopo<br />
essere stalo prescelto a coa<strong>di</strong>utore nel pre-<br />
cedente settembre. Questo principe pos-<br />
sedeva i due vescovati <strong>di</strong> Breslavia e <strong>di</strong><br />
Bressannoiie,maPaoIo V lo <strong>di</strong>spen>ò a ri-<br />
tenerli insieme al magistero teutonico.<br />
Urbano Vili colla bolla Dccct, de'g gen-<br />
naio 16 ?.4, ^"//- /lom. l. 5, par. 5, p. 179,<br />
confermò all'or<strong>di</strong>ne i suoi privilegi. Nello<br />
stesso anno Filipijo IV re <strong>di</strong> Spagna<br />
chiamò al governo del Portogallo l'arci-<br />
duca Carlo, e recatosi perciò a Madrid vi<br />
morì a'28 <strong>di</strong>cembre e fu sepolto all' E-<br />
scuriale. A* 1 g marzo 1 62 ti Giovanni Eustachio<br />
<strong>di</strong> rj'cstcrnacli, ^rau coinmeo-<br />
d.itore del baliaggio <strong>di</strong> Eranconia,fu e-<br />
lelto gran maestro per la singolare ripu-<br />
tazione che godeva, avendo impiegato la<br />
sua vita al servizio <strong>di</strong> casa d'Austria, così<br />
in guerra come nelle negoziazioni più <strong>di</strong>f-<br />
ficili. IMorì nel 1627 d'82 anni, compian-<br />
to d.dl'or<strong>di</strong>ne e dall' ira[)eratore Fer<strong>di</strong>nando<br />
II, ed ebbe sepoltura in IMiMgen-<br />
ihcim. 11 gran commendatore del baliag-<br />
gio d'Alsaia Gio. Gaspare <strong>di</strong> Sla<strong>di</strong>on<br />
gli successe, somigliandolo nella virtù e<br />
nell'ingegno. Nel i6>9 egli col capitolo<br />
nominarono coa<strong>di</strong>utore l'arciduca Leopoldo<br />
Guglielmo d'Austria figlio <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando<br />
II, il (juale giovane principe po-<br />
sto dall'imperatore Fer<strong>di</strong>nando Ili suo<br />
fiatello a capo d' un' armata contro gli<br />
svedesi, lo fece accompagnare daSta<strong>di</strong>oii,<br />
Ja cui destrezza militare era conosciuta.<br />
IMa egli morì d' ajioplessia nel villaggio<br />
d'Ammeren a'2 1 novembre i64', '"<strong>di</strong><br />
il cadavere trasferito a Mergentheim, fu<br />
dL'posto nella chiesa del convento de'cappuccini<br />
da lui eretta. Leopoldo avendo<br />
abbandonato le armi, riunì al'a <strong>di</strong>gnità<br />
<strong>di</strong> gran maestro quelle <strong>di</strong> vescovo <strong>di</strong> Pas-<br />
savia, Stiasburgo, llalbersladt,01mulze<br />
liresla via,e governò i Paesi Bassi dal 1 G47
T il U<br />
nUG'')Cì. Nel ta[iitolu <strong>di</strong>e tenne n' i 7 a-<br />
nrile 1G62, fu nominalo suo coa<strong>di</strong>ulore<br />
l'ai-ciducii nipote Curio (jitiscfiric cU Austri/i<br />
figlio dell' inipcialore Fei<strong>di</strong>nando<br />
HI, e n)on a Vienna il 20 del successivo<br />
iiovenihre. Osserva il p. IIeIyot,che l'or-<br />
<strong>di</strong>ne pel uianleniuiento delle lene e del-<br />
le couimende ch'eiangli testate, non so-<br />
lamente procurava con prudente condot-<br />
ta conservarsi nell'amicizia de'princi[)i e<br />
signori nelle quali esistevano, ed in quel-<br />
le de're e pruicipi vicini, ma era solleci-<br />
to <strong>di</strong> promuovere a gran maestri [)erso-<br />
naggi <strong>di</strong>casesovrane.il gran maestro Car-<br />
lo Giuseppe era ancor minorenne quan-<br />
do successe allo zio, pei cui l'oi <strong>di</strong>ne scelse<br />
Gio'i'niiiiì Cfispaic d' jlinpriiii^cii commendatore<br />
del baliaggio d' Austria, ad<br />
amministratole deiruU'icio, finche avesse<br />
raggiunto l'età maggiore, alla quale uou<br />
pervenne, essendo mancato in Vienna a'<br />
27 gennaio 1 664- A '20 marzo gli fu sosti-<br />
tuito l'amministratore d'Auipringen,in<strong>di</strong><br />
Clemente IX culla bolla Ad Fdslorale,<br />
de'9 giugno 16G8, Bull. Poni. t.6,ipav. 6,<br />
p. 264, confermò i privilegi dc-H'ur<strong>di</strong>ni'.<br />
Il gran maestro ad esempio del Pa[)a in-<br />
viò soccorsi a'venc7Ìaii:,già da lungo tem-<br />
po asse<strong>di</strong>ati da' turchi in Can<strong>di</strong>a, e nel<br />
iGrS fu cicalo viceré d'Ungheria, e poi<br />
governatore <strong>di</strong> Slesia. Anche Innocenzo<br />
XI volle riconoscere e confiTiiiare le pre-<br />
rogative e i privilegi dell'or<strong>di</strong>ne leutoni-<br />
(n,c()I <strong>di</strong>sposto della bulla Mllitaiilìs.i\{t\-<br />
l'iS gennaio 1 (17 7, Bull. Barn. 1.8, p. 2 1.<br />
^'el 1G79 il gran maestro si elesse coa-<br />
96<br />
TEU<br />
la giuris<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Prussia-, le altre prò-<br />
•vincie essendo quelle <strong>di</strong> Gerniania, cioè<br />
<strong>di</strong> Francia, Assia, Bissen, Weslfalia, Lorena,<br />
Tiuingia, Sassonia ed Utrecht, ma<br />
che <strong>di</strong> lullociò che l'or<strong>di</strong>ne possedeva nel-<br />
l'ult ima,n erano no pacnv padroni sii olandesi. Ci<br />
scuna provincia avea le sue commende<br />
particolari, delle quali era crealo commendatore<br />
provinciale il commendatore<br />
più antico. Esse erano tutte insieme sog-<br />
gette al gran maestro <strong>di</strong> Germania, come<br />
a loro capo, ed erano tenute a rendere<br />
a lui ubbi<strong>di</strong>enza. Questi 12 commen-<br />
datori provinciali formavano il capitolo,<br />
e quando erano convocati aveano il <strong>di</strong>-<br />
ritto d'eleggere il gian maestro, il quale<br />
godeva 20,000 scu<strong>di</strong> d'annua ren<strong>di</strong>ta per<br />
mantenersi decorosamente. Finalmente<br />
il gian maestro Francesco a'^f) gennaio<br />
1729 fu eletto arcivescovo ed elettole <strong>di</strong><br />
IVIagonza, e mori a Breslavia nel marzo<br />
o nell'aprilei 732. A' 12 luglio fu eletto<br />
in successore Clemente Angusto Maria<br />
dì Baviera, e\c\.tove e arcivescovo <strong>di</strong> Co-<br />
lonia^onsagratodaBeuedettoXIIlinViteibo, vescovo <strong>di</strong> INIunster e Paderbona,<br />
d'Hildesheim e d'Osnabruck. Questi reclamò<br />
a'duitti dell'or<strong>di</strong>ne sulla Curlan-<br />
clia,allorchè morto Fer<strong>di</strong>nando ultimo <strong>di</strong>-<br />
scendente <strong>di</strong> Gol tardo Kettler, Carlo Cri •<br />
stierno duca <strong>di</strong> Sassonia fu investilo <strong>di</strong><br />
tal ducato. INIoiì a'4. febbraio 1761 nel<br />
castello d'Ehrenbreilstein, residenza del-<br />
l' elettore <strong>di</strong> Tievei i, e fu sepolto ncl'a<br />
metropolitana <strong>di</strong> Colonia. A'3 maggio fu<br />
creato in Mergentheim cavaliere teuto-<br />
nico Carlo Alessandro <strong>di</strong> Lorena fia-<br />
lello dell'imperatore Francesco I, feld-<br />
maresciallo dell'armata imperiale e go-<br />
\ernatoi e generale de'PaesiBassi austriaci,<br />
e nel dì seguente fu eletto gran mae-<br />
stro. Avendo egli adunalo un gran ca[)i-<br />
tolo dell'or<strong>di</strong>ne aBruxelles, fu a'3 ottobre<br />
i769elettoa unanimi voti coa<strong>di</strong>utore l'ar-<br />
ciduca suo nipolee fratellodell'imperaloreGiuseppe<br />
li, Massimiliano Francesco<br />
Saverio fC Austria. In<strong>di</strong>a' 1 7 aprilei 774<br />
tra il gran tnaestro Carlo e la Francia fu<br />
TEU<br />
concluso un accordo, pel quale il re ahoPi<br />
nel suo sialo, e il gran maestro negli siali<br />
dell'or<strong>di</strong>ne imme<strong>di</strong>atamente soggetti al-<br />
l'impero, il <strong>di</strong>ritto del principe sulla suc-<br />
cessione degli stranieri,chiama lo albinag-<br />
gio e <strong>di</strong> cui parlai a Testamento, a favo-<br />
re de'rispetlivi loro sud<strong>di</strong>ti. iMorì a'4 lu-<br />
glio 1780 nel castello <strong>di</strong> Terwuren, e fu<br />
sepolto in s.Gudula <strong>di</strong>Brusselles. Ai suc-~<br />
cessore Massimiliano in<strong>di</strong>rizzò Fio VI il<br />
hvevePraeclarac rei;iae,àe 5 settembre,<br />
Bull. Rom. cent. l. 6,p. 289: Lululluni<br />
non emitten<strong>di</strong>professioneni reguiarem^<br />
ac vota solemnìa per alias niagnos mi-<br />
litiac B. Mariac Firginis Theutonicorum<br />
eniitti consueta, et nìkilominus jurìhus,<br />
privilegiis, et indultis uti magno<br />
magìstro militiae praefatac competen-<br />
tihus uti, etfruipossit, et valeat. IVIassi-<br />
luiliano entrò in possesso del magistero<br />
e della gran signoria dell'or<strong>di</strong>ne a'2^ ottobre<br />
a Mergentheim, e a'29 <strong>di</strong>cembre<br />
1781 il conte Kaunitz-Rillberg cavalie-<br />
re dell'or<strong>di</strong>ne e ministro plenipotenzia-<br />
rio <strong>di</strong> Massimiliano, come gran maestro,<br />
ricevè a nome <strong>di</strong> esso dall'imperatore Giu-<br />
seppe Il l'investitura de'feu<strong>di</strong> imme<strong>di</strong>atamente<br />
soggetti all'impero. Massimiliano<br />
scelto a coa<strong>di</strong>utore dell'elettore arcivescovo<br />
<strong>di</strong> Colonia e del vescovo <strong>di</strong> Mun-<br />
sler nel 1780, pervenne al possesso delle<br />
due <strong>di</strong>gnità a' 1 5 aprilei 784- ^ T^^^^t'e-<br />
poca l'or<strong>di</strong>ne formavasi de' seguenti ii<br />
Laliaggi. Alsazia e Borgogna, Austria,<br />
Coblentz, Etscho Tiralo, Franconia, As-<br />
sia. Paesi-Bassi denominato del vecchio<br />
g^7/^«ro,Weslfi<strong>di</strong>a,Turingia, Lorena, Sas-<br />
sonia; dappoiché il baliaggio d' Utrecht<br />
era i ntera mente se[)a rato da iror<strong>di</strong>ne,sebbene<br />
sino agli ultimi tempi ne avea ritenuto<br />
il nomee la forma. Ne'baliaggi d'Assia,<br />
<strong>di</strong> Turingia e <strong>di</strong> Sassonia erano am-<br />
messi i celibi protestanti; in tutti gli altri<br />
era in<strong>di</strong>spensabile il professare la religione<br />
cattolica; come in<strong>di</strong>spensabilmente<br />
cattolici dovevano essere il gran maestro<br />
ed il suocoa<strong>di</strong>iitore.Appartenendo il gran<br />
maeslro tra'membri dell'impero del cir-
TEU<br />
coio<strong>di</strong> Fi'nnconia,neI lyg'ì i suoi posses-<br />
si consistevano nel £:;ran mneslrato tliiMer-<br />
gentheiinoMaiicnthal, in 3 leiritoiii im-<br />
me<strong>di</strong>atamente, e in altri ine<strong>di</strong>atanienle<br />
<strong>di</strong>pendenti dall'impero. Massimiliano ten-<br />
ne In sua residenza fieqnentemente a Donna<br />
ed a Vienna. Per l'nniune <strong>di</strong> sue <strong>di</strong>-<br />
gnità, <strong>di</strong> poleree <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>te, accrebbe l'in-<br />
flnenza <strong>di</strong> sua casa d'Austiia nei^li all'ari<br />
dell'iinpero germanico. Allorché i fran-<br />
cesi nel 1 7g4 s'impadronirono del suo elelloralo.egli<br />
riparò a Mergentheini, in-<br />
<strong>di</strong> si ritirò a Vienna, e morì a Ilel7,end
.,S<br />
T E U<br />
sia elelloiaIe(1i(!ii;u-n poi con ortliiie del-<br />
rS ollobre i<br />
8 i 6, <strong>di</strong>o eli tlirilto essa siic-<br />
ccdcvanl rr<strong>di</strong>AVcslfalia ne'hcni (ìciroiioni<strong>di</strong> Frane-<br />
fori, delle signorie <strong>di</strong> Soppau e Ratscli,<br />
(Ine dominii dell'or<strong>di</strong>ne nella Slesia prns<br />
siana. Per morte dell'arciduca .\nlonio,<br />
nel I 836 fu fatto gian maestro dell'or<strong>di</strong>-<br />
ne teutonico I' o<strong>di</strong>eiiio arciduca l/r/v,v?-<br />
iinlinnn Giuscpjn' d' .lustri.'! de'duchi <strong>di</strong><br />
^fodcìin e 7.Ì0 del regnante Francesco V,<br />
clic riabbracciò in Modena nel fcbliraio<br />
i85i. Non solamente l'or<strong>di</strong>ne teutonico<br />
esiste nell'impero d'Ausli ia co'suoi beni,<br />
ma senza relazione con esso esiste pure<br />
nel territoriod'Utrecht e ne'Paesi Bassi.<br />
11 nobilissimo, sovrano e celebre or<strong>di</strong>ne<br />
teutonico, fondalo dallo spirilo <strong>di</strong> carila,<br />
<strong>di</strong> virtù e fralernilà, si obbligò con volo<br />
<strong>di</strong> combattere grinft;fleli invasori <strong>di</strong> Ter-<br />
ra santa. 1 suoi cavalieii furono a un tem-<br />
po umili serventi negli ospedali, e inlie-<br />
pi<strong>di</strong> guerrieri in campo. Divisero cogli al<br />
tri celebri ordmi gerosolimilanoe de'tera-<br />
plari le prodezze, la gloria e i pericoli ne'<br />
rombattimenti.Cliiamati i teutonici a fre-<br />
gare le invasioni eie stragi <strong>di</strong>e gl'idolatri<br />
prussiani commettevano in Polonia e nel-<br />
le contrade circoslanli, col valore loro<br />
Irionfarono, bagnando la Prussia del sangue<br />
loro, finché la sollomisero. Nel medesimo<br />
modo s'insignorirono <strong>di</strong> Livonia<br />
e <strong>di</strong> altre provincie, e tulle le loro con-<br />
quiste furono seguite da immensi vantag-<br />
gi che ne derivarono a'popoli conquista-<br />
li, oltre il prezioso lume (Iella conoscen-<br />
za del vero Dio. Dessi furono che fecero<br />
per lai. "volta conoscere i piìi dolci costumi<br />
ne' piìj orri<strong>di</strong> climi, che <strong>di</strong>strussero<br />
templi fumanti <strong>di</strong> sangue umano, ed ove<br />
prima non eranvi che umili e poche ca-<br />
panne, fecero sorgere magnificile città,<br />
alcune delle quali ancora floride, muni-<br />
TE C<br />
lissinie foltezze e castelli.Con savia legis-<br />
lazione assiemarono lo stato tianquillo<br />
de'cilta<strong>di</strong>iii, svincolarono l'industria e a-<br />
prirono un fiorente commercio in paesi<br />
ove la moneta era appena conoscitila. Cir-<br />
condati però i teutonici d'ogni parte da<br />
potenti e bellicose nazioni, invece <strong>di</strong> po-<br />
ter godere pacificamente il frullo <strong>di</strong> loro<br />
fitiche, furono quasi sempre obbligali a<br />
stare colle armi in mano, comb.iltendo<br />
per molti secolijOra contro i [lolacclii, ora<br />
contro i lituani, ed ora contro i russi, che<br />
invi<strong>di</strong>andone la gloria, ne vagheggiavano<br />
con cupi<strong>di</strong>gia i dominii. Il coraggio<br />
dell'inclita nazionegcrmanica non •i mo-<br />
strò forse mai come in questo illustre or-<br />
<strong>di</strong>ne con maggior forza ed energia; e la<br />
descrizione de! le guerre chebbe a soste-<br />
nere giustifica pienamente l'epigrafe che<br />
nno de' suoi storici gli applicò: Similis<br />
facliis est leoni in Oju-rilni.'; suis, ci sicnt<br />
catuliix Iconis ntgicns invciiatioiic. Fi-<br />
nalcnenle l'or<strong>di</strong>ne teutonico giunse all'a-<br />
pice della sua gloria e potenza, ed allora<br />
appunto fu, che secondo il consueto antlamcnto<br />
delle cose umane, cominciò esso u<br />
declinare; solili rapidamente <strong>di</strong>sgrazie e<br />
per<strong>di</strong>le, quante priuia erano state le sue<br />
fortune e conipiiste, finché gli sforzi <strong>di</strong><br />
quelli che aveano congiurato alla sua <strong>di</strong>-<br />
struzione, il tra<strong>di</strong>mento e l'eresia gli <strong>di</strong>e-<br />
rono l'ultimo crollo. Tuttavia si conser-<br />
va l'or<strong>di</strong>ne ne'suoi pochi decorosi avan-<br />
zi, e se gii sfuggì <strong>di</strong> mano lo scettro, le<br />
sue onorate e invitte insegne decorano<br />
ancora <strong>di</strong>stinti nomi <strong>di</strong> Germania. Ma del-<br />
le glorie e fasti dell'or<strong>di</strong>ne teutonico me-<br />
glio trattarono i seguenti scriltori. Uaiiiiondo<br />
Duellio, llislorin ord. equilum<br />
Tlii'ulonicorum iiospilalis s. Marine V.<br />
J/irro.soliiìii(aiìi,'\'\tnnaekui,\v\ne i 727.<br />
Jiicertiautoris Cliroiiicon equeslri.s ord.<br />
Tliculnnici ex rnss. Trajectcìmm t. 5<br />
Jiialert. feteris nevi Ant. Matthaci,<br />
llagae Comitiim 1738. Essai sur L'Ili-<br />
s taire de Vordre Teutonirjue pariinchc'<br />
valier de Vordre, Paris 1 780). Statata<br />
et yleta jnd<strong>di</strong>ca varia ord. Theutoniei
T E U<br />
/// Joh. Crist. Lunigs Continuat. Speci-<br />
/,.rr. (,ccl. 1. 1 .p. 356, et in Conti/1, f. 2, p.<br />
3 I 8. Pietro Dusbourg, Clironicon Priis-<br />
v/V?(% colle ]Votc e le Dissertazioni <strong>di</strong><br />
Ilarlknoch. Enrico L. Schmvfleiscb, //z-<br />
storia Ensiferorwn or<strong>di</strong>iii.s Tlieutonici<br />
Livonoriim . HeìS'faeJIistoire de l'Empire<br />
t. 2. Fa vili, Théiilre dlionneur et de<br />
cJwi'alerie t. ?,, e pei" non <strong>di</strong>re <strong>di</strong> altri,<br />
gl'istorici degli or<strong>di</strong>ni militari e religiosi.<br />
TEUZZONE oTEUTO^E,C^/Y///^.7-<br />
^^ Prete del titolo de'ss. Gio. e Paolo <strong>di</strong><br />
Urbano 11 del io88,col qualesi trovò nel-<br />
le Gailie, allorquando quel Papa esaminò<br />
i privilegi della cbiesa <strong>di</strong> Toins, ed ap-<br />
pose neh 096 il suo nome ad una bolla<br />
dal medesimo emanata in Poitiers; in<strong>di</strong><br />
nel I IDI sottoscrisse la bolla da Pasquale<br />
H spe<strong>di</strong>ta in Monte Cassino a favore del-<br />
la chiesa <strong>di</strong> Troia.<br />
TEVERE, Tibris, Tyberis, Tiheri.
1 00 T E V<br />
jivò l'epitelo comunemente datogli ili /7i(!>ri o lììt'lìii re de'veienti. T. Livio e<br />
Dionigi d'Alicarnasso tentano <strong>di</strong> smentire<br />
che il fiume ritenesse il nome <strong>di</strong> Tiberino<br />
re degli albani dopo che vi perde la<br />
vila,sostenendochegià l'Albulaaveacam-<br />
I)iato in Tevere la sua denominazione a-<br />
vanti l'esistenza d'Alba Longa e de'suoi<br />
re. Altri con più probabilità credono con<br />
Virgilio, che da Tliyhris o Tiberino, che<br />
<strong>di</strong>cesi re degli etruschi, e dalle piraterie<br />
che vi commetteva, assumesse il 2.° nome<br />
che gli crestato. Di questa opinione è l'Ai<br />
veri, <strong>di</strong>cendo che il fiume si chiamò Teve-<br />
je da un re <strong>di</strong> Toscana <strong>di</strong> tal nome, che<br />
infestando con varie incursioni il Lazio,<br />
fu ucciso alle sue rive;nè tace la tra<strong>di</strong>zio-<br />
ne che lo vuole denominato da Tiberino<br />
re degli albani che restò sommerso neh' Albula.<br />
Servio riferisce che questo fiume<br />
ne'rituali designavasi col nome <strong>di</strong> Serra,<br />
sega, dal rodere che faceva le ripe, e nel-<br />
la lingua comune del Lazio primi ti vo,/iu-<br />
Jìiou per la stessa ragione. Deriva la sor-<br />
gente del Tevere in quella parte dell'A-<br />
pennino, <strong>di</strong> dove la trae ancora 1' Arno,<br />
il Montonee altri fiumi minori. Le sue scaturigini<br />
si riconoscono nelle montagne<br />
deirAlverniainToscana,che formano par-<br />
te della catena Apennina, e quella particolarmente<br />
da dove cominciano a mo-<br />
strarsi le sue acque <strong>di</strong>cesi <strong>di</strong> Fallerona nel<br />
Casentmo (Calmdri <strong>di</strong>ce che il Tevereco-<br />
mincia da una fonte dell' A pennino nel<br />
monte Coronaro, all' opposto della qual<br />
fonte altra dù principio all' Arno: altri<br />
-<br />
TE V<br />
chiaDiano il monleFumaioIo).Questogiogo<br />
altissimo è posto quasi a ceiitrodell'l-<br />
talia, poiché <strong>di</strong> là ad occhio nudo scor-<br />
gonsi ambedue i mari, che fiancheggia-<br />
no la bella penisola. A levante <strong>di</strong> questo<br />
monte, che presenta un ciicnilo d'oltre<br />
5o miglia, ameuissimo per l'abbondan-<br />
za e freschezza de'pascoli, e per la sua vi-<br />
gorosa vegetazione, trovansi le sorgenti del<br />
Tevere.Propiianìenteesfo nasce in 3 fon-<br />
tane <strong>di</strong>viso nella macchia delle Balze, podesteria<br />
<strong>di</strong> Veighereto e <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Sar-<br />
.sina. ìVato appena questo fiume, Tiene il<br />
volume delle sue acque aumentato dalla<br />
derivazione de'vicini ruscelli, e quin<strong>di</strong> ricevendo<br />
sempre nuovi accrescimenti scen-<br />
de lungo i cor<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> J'ov(v/7?
TE V<br />
lì nella Roma in ogni statoja^^hin^e Pa-<br />
scoli, in due rami <strong>di</strong>viso con l'uno a Por-<br />
to, coU'allro a Ostia va a morite nel Tir-<br />
reno, cioè in quella parte del Me<strong>di</strong>terra-<br />
lìeo chiamata Marc Tirreno, e perciò il<br />
fjuuie fu pur detto Tyrrcuiis Ti/>cj-,[ìev<br />
jjifluire nel quale e per la sua derivazio-<br />
«e veime anche chiamato Toscano, Tuscimi),<br />
va a scaricarsi nel Me<strong>di</strong>terraneo<br />
ad Ostia e pel canale <strong>di</strong> Fiumicino, <strong>di</strong>vi-<br />
dendosi a Capo due Piami poco prima <strong>di</strong><br />
giungervi. La parte piana sulla ripa destra<br />
del fiume fra'Colli del Gianicoio ed<br />
il Tevere anticamente costituiva princi-<br />
palmente la regione <strong>di</strong> Pioma designata<br />
col nome <strong>di</strong> Transtihcriinjnome però che<br />
Boti sempre si restringeva a questo trat-<br />
to, tna che alle volte in<strong>di</strong>cava in genere<br />
]a contrada sulla riva destra del Tevere,<br />
anche ad una <strong>di</strong>statiza considerabile da<br />
Roma , come può vedersi in Tito Livio<br />
nel lib. 8,c. i4- Della regione <strong>di</strong> Trasteve-<br />
re ragionala Chiese <strong>di</strong> Roma, Mura <strong>di</strong> Pio-<br />
ma, PoBTE DI Roma, Ponti <strong>di</strong> Pioma, Fontane<br />
<strong>di</strong> Roma, Pxioni <strong>di</strong> Roma, Strade <strong>di</strong><br />
RoMA,ec. ec. Dice il march. Melchiorri,<br />
nella Guida <strong>di</strong> Roma, il quale come Pli-<br />
nio bene scrisse del Tevere, che il cor-<br />
so tortuoso del Tevere dalla sorgente sino<br />
al confine dello stato papale viene cal-<br />
colato a circa miglia 5i (leghe 17); <strong>di</strong> là<br />
sino a Roma 224 miglia (leghe 73); da<br />
Roma al mare miglia 2 6(leghe 9 ciica):<br />
totale del suo corso quasi 3oo miglia pa-<br />
ri a leghe 100 <strong>di</strong> Francia. Aggiunge che<br />
Plinio contò ^o fiumi tributari delle lo-<br />
ro acque al Tevere, ma osserva, o che vi<br />
comprese i piccolissimi rivoli, o che mol-<br />
ti deviarono nell' alto corso. Gli attuali<br />
egli li <strong>di</strong>vise in due classi, maggiori e mi-<br />
nori. 1 tìiaggiori fiumi che confluiscono<br />
nel Tevere sono: la Nera, il Velino, l'A-<br />
nieiie, il Chiasio, la Paglia, le Chiane ed<br />
il Clitunno. Fra'minori si annoverano:<br />
la Soara, il Pibico, il Nicone, il Nestore,<br />
r Asiniio, la Fratta, la Carpina verso la<br />
Toscana, il Topino, il Carignano, la Triglia<br />
nell'Umbria, il Farfa, il Laia, la Fo-<br />
TEV 10.<br />
ria, il rivo <strong>di</strong> Licenza, la Fara, l'Imella<br />
in Sabina, il rivo della i^Lirrana in Roma,<br />
e la IMagliana al <strong>di</strong> sotto della città.<br />
Di quasi tutti tali fiumi e rivi parlai de-<br />
scrivendo i luoghi che bagnano e scorro-<br />
no. L'alveo navigabile del Tevere si <strong>di</strong>-<br />
vide in due tronchi, superiore e inferio-<br />
re, il superiore è quello che da Ponte Fe-<br />
lice, presso Otricoli (<strong>di</strong> cui riparlai a Spo-<br />
leto e Terni), giunge a Ripa Grande. Il<br />
tronco inferiore è quello che correda det-<br />
ta Piipaalla foce <strong>di</strong> Fiumicino, presso/'o/'-<br />
to. Nell'articolo Ostia , già città celebre<br />
e antichissima, e ora vescovato suburbi-<br />
cario, con Saline (J\), pi esso la foce o-<br />
rientale del Tevere in un angolo, <strong>di</strong>stan-<br />
te da Piomai5 miglia e quasi 3 dal lito-<br />
rale o<strong>di</strong>erno del mare Me<strong>di</strong>terraneo, ed<br />
ivi detto Tirreno, <strong>di</strong>chiarai che l'e<strong>di</strong>ficò<br />
Anco Marzio dopo aver esteso i limiti del<br />
dominio romano sino al mare. Che per<br />
essere la città in ore Tihcris, fu detta O-<br />
stia e Ostia Tiberina, (\Via%\ porta, foce,<br />
bocca o apertura della navigazione del<br />
Tevere; però ignorarsi se già il Tevere a-<br />
\ea i due rami <strong>di</strong> alveo, pc'quali anche<br />
oggi si scarica nel mare, formando l'Iso-<br />
la sagra <strong>di</strong> Porto. Che il ramo destro fu<br />
per lungo tempo il meno praticato, fin-<br />
ché r itnperatore Clau<strong>di</strong>o vi fabbricò il<br />
Porto, che <strong>di</strong>e il nome all'omonima cit-<br />
tà. Che nel tempo più antico il ramo si-<br />
nistro era il più frequentato, e come più<br />
aperto e più comodo alle navi; e per questo<br />
Enea approdò quando venne nel Lazio<br />
[F.) a stabilire i primi fondamenti<br />
della potenza romana: non essendo però<br />
l'alveo <strong>di</strong> questo sinistro ramo troppo a-<br />
gevole a transitarsi con navigli <strong>di</strong> qualche<br />
portala, Anco Marzio vi fabbricò l'am-<br />
pio porto o rada e la città, cioè servì per<br />
porto la bocca slessa del fiume, la quale<br />
non si chiudeva e otluravacolle arenedel<br />
mare, né il Tevere veniva per questa par-<br />
te a profondarsi e <strong>di</strong>sperdersi iu istagni<br />
e palu<strong>di</strong> prima <strong>di</strong> giungere al mare; <strong>di</strong><br />
maniera che per mezzodì remi vi entravano<br />
grosse navi da carico, le altre restan
102 TEV<br />
ilo nel sicuro porlo quiintuiique vi domi-<br />
iiosi>e il \tnlo occidentale, peiòle iiitvi più<br />
glan<strong>di</strong> erano obblii;atc leneiMin alloiua-<br />
)e, essendo riempila la bocca. Tale sen-<br />
io fu spesso <strong>di</strong> grave incomodo allo sca-<br />
lito del Tevere in modo, che molle volle,<br />
«•econdo alcuni, pi odusse inondazioni e ri-<br />
stagni, onde le navi doveansi alleggerire<br />
[)er entrare nella foce, tirandosi fino alloma<br />
per i C)0 sta<strong>di</strong>. ^ eramenle, e come poi<br />
lipeteiò, il vento non trattiene leac(|(ie<br />
del Tevere in modo da produrre inonda-<br />
zioni, ed il celebre p. Doscovicli gesuita<br />
trattò con somma dotlrina <strong>di</strong> cpieTenoiiieni.<br />
Così si aumeiilò ilcomododel com-<br />
mercio [jcr acqua e fornì a Piotna un por-<br />
lo marittimo, precisamente costruendo-<br />
si dove il Te\ere scaricava le sue acque<br />
nel mare, dal quale ora è lontano pel suo<br />
posteriore riliiamento. Ivi a[)piodav;mo<br />
le I ornane flotte e le navi d'Asia, e ne li-<br />
portai più esempi; ma coli' andare del<br />
tempo il tragitto <strong>di</strong> questo ramo sinistro<br />
del Tevere si rese incomodo, e la città <strong>di</strong><br />
O.ilia fu (piasi abbandonata. A ripararvi,<br />
Clau<strong>di</strong>o fabbricò il suddetto Porlo dalla<br />
parte desila, per la quale il viaggio per<br />
Roma era più breve, ed il canale <strong>di</strong> Fiu-<br />
micino, ancora in attivila, onde riparare<br />
all'interramento che ficeva il Tevere al<br />
porto d'Ostia, non polendo più da esso<br />
le navi cariche <strong>di</strong> viveri piogreili'C per<br />
lloma, che liduia perciò patì CUI eslia.^al•-<br />
lai quin<strong>di</strong> quanto i romani ed i Papi fe-<br />
cero a vantaggio d'Ostia e del suo por-<br />
to e foce. Notai i l*api e altri personag-<br />
gi che pel porto d'Ostia a[)prodaroni) ui<br />
RoDia o viceversa da questa veleggiaro-<br />
no nel mare. Il Tevere passando assai vi-<br />
«ino al Tc/iìfìio (/ .) della basilica <strong>di</strong> s.<br />
l'aolo, ne' tempi <strong>di</strong> mezzo formò presso<br />
<strong>di</strong> esso una specie <strong>di</strong> canale e poi lo, dove<br />
appiodavano da Ostia que'cheperla<br />
via ili mare lecavansi in Roma, e ne par-<br />
tivano qiie'che passavano in Ostia egualmente<br />
per navigare nel mare; e l'antica<br />
via Osliense pa:,sava fra la Ijasilica e suo<br />
portico, ed il Tcveie, radenJoue la riva.<br />
TE V<br />
Mg.' Nicolai, Della basiUra <strong>di</strong> i. Paolo,<br />
avverte che le terre poste tra la chiesa u<br />
il (lume, non sono <strong>di</strong>\ise dal piccolo Ai-<br />
mone, il quale traversa l'attuale via e va<br />
a scaricarsi nel Tevere verso Pioma. Se<br />
l'aulica Ostia ricevè ih."suo deterioramento<br />
all'apertura del Porto <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o,<br />
la moderna Ostia cadde in abbandono pel<br />
riaprimenlo della foce deslra del Tevere,<br />
ossia Fiumicino, fitto nel i 6 i 2 da Pao-<br />
lo V. Negli ultimi tempi Oslia si rese nuovamente<br />
rinouiata |)eg!i ubertosi e im-<br />
portanti scavi <strong>di</strong> monumenti antichi, in-<br />
trapresi da Pio VI, e principalmente da<br />
Pio VII , non che dal vescovo car<strong>di</strong>nal<br />
Pacca e da pai licolari. Nel corrente i8ti5<br />
d'or<strong>di</strong>ne del regnante Pa|)a Pio IX, e<br />
per cura e spesii del ministero del com-<br />
mercio, lavori pubblici e belle arli, si ria-<br />
prirono i<br />
doviziosi scavi, onde rividero la<br />
luce altri monumenti pregevoli per l'e-<br />
ru<strong>di</strong>zione e per l'arte. Lo notificò il cooi-<br />
raeiid. Visconti commissario dell'antichi-<br />
tà, nel Giornale <strong>di</strong> Roma, e coi n." dei<br />
3 luglio rese conio delle cose trovale. Fra<br />
queste sono rimarchevoli un pavimento<br />
<strong>di</strong> musaico pei fellamente conservalo, ed<br />
eseguilo con franco e gran<strong>di</strong>oso <strong>di</strong>segno,<br />
esprimente in figure nere sul campo bianco,<br />
Nettuno trailo da 4 ippocampi, meu-<br />
tre tranquillo scorre le onde. Un'iscrizio-<br />
ne, tra le altre, ricorda Vitellioche nel-<br />
la colonia ostiense esercitò l'onore quin-<br />
quennalizio. E fra' marchi delle figuline<br />
è singolare per rarità il bollo dell'oflìci-<br />
na,clie ricorda L. Emilio Giuliano sacer-<br />
dote del Sole e della Luna, <strong>di</strong> che è forse<br />
da stabilirne in Ostia il culto e il tempio.<br />
Tutto questo e gli altri importanti ogget-<br />
ti rinvenuti, fanno ragionevolmente spe-<br />
rare ulteriori scoperte. Leggo poi nel n.<br />
234 <strong>di</strong> detto Gioriudr, che il Pa|)a Pio<br />
IX l'i I ollubreiSS'T si recò ad Ostia, ri-<br />
cevuto nella chiesa <strong>di</strong> s. Aurea dal vesco-<br />
vo car<strong>di</strong>nal .Alacchi, e da'car<strong>di</strong>nali Antoiielli<br />
e Ivoberti, non che da' prelati Mer-<br />
lel ministro dell' interno e Milesi mini-<br />
stro de'luvori pubblici. D;jpo ricevuta la
TE V<br />
Ijciietlizione col Santissimo, passò ad ora-<br />
le nella cappella ili s. Mutiica madre del<br />
yrau doltore s. Agostino, per cui da quel<br />
luoi;o sagro trasse il Papa argomento per<br />
«lire brevi,ma affettuose parole agli alun-<br />
ni del Seminario Pio, che da Fiumici-<br />
no eransi recati ad ossequiarlo. Nell'epi-<br />
scopio osservò le sculture e le iscrizioni<br />
antiche, de'mariui scoperti negli scavi fat-<br />
ti in passalo, e in quelli già ricordati e da<br />
lui or<strong>di</strong>nati, con piena sua sod<strong>di</strong>sfazione.<br />
]*assò i<br />
formò l'Isola sagra, ricinla da due bracci<br />
che forma il fiume a Capo due Rami,<br />
e dal mare. Che cogli avanzi dell'antica<br />
città si formò la borgata <strong>di</strong> Fiumicino, e<br />
si riempirono le palizzate che servono a<br />
regolare il corso del fiume. Che la foce<br />
destra del Tevere è artificiale, chiaman-<br />
dosi Fiumieino o Porto Canale <strong>di</strong> Fin-<br />
niieino. Discorsi inoltre, cogli autori che<br />
hanno trattato della questione, se il Tevere<br />
sboccasse sempre nel mare con due<br />
foci, ovvero se sboccando originalmen-<br />
te con una, I' altra sia stata aperta dal-<br />
l'arte onde agevolare lo scarico delle ac<br />
que nel mare , ed avere al tempo stesso<br />
alveo pili regolare e più adatto alla na-<br />
vigazione. Che il dotto Fea fu ili.°a ri-<br />
conoscere autore della foceartilicialeTia-<br />
iano , e scavate fosse nel Tevere le fece<br />
sboccare in mare, liberando R.oma dal pe-<br />
ricolo d'inondazione, e poi fece la fossa e<br />
canale esistente <strong>di</strong> Fiumicino, anche per<br />
agevolare la navigazione del fiume. Che<br />
l'ultima memoria della navigazione del<br />
canale Poi tuense è deli i i 8, poiché ab-<br />
bandonatasi la foce si tornò a frequentare<br />
quella più larga d'Ostia come ne' tempi<br />
primitivi, e perciò la minore <strong>di</strong> Porto fu<br />
delta Fiumicino. Che abbandonata la na-<br />
vigazione del Tevere, l'ingresso nel fiume<br />
dal canto del mare <strong>di</strong>ventò pericoloso,<br />
fu riaperta la fossa Traiana, o ramo<br />
destro del Tevere o Fiumicino, da Gregorio<br />
XIII e piti completamente da Pao-<br />
lo V, ma riuscì pregiu<strong>di</strong>zievole con biasimala<br />
<strong>di</strong>visione dell'acque unite del Te-<br />
verca forza <strong>di</strong> passonale, riuscendo qiiin-
104<br />
TEV<br />
<strong>di</strong> sovente malagevolea'navlgnnliclal ma-<br />
re TiDgresso nel fiume, per cui essendo<br />
la sua imboccatura assai peiicolosa, i na-<br />
vigli per non naufragare sono regolati dal<br />
piloto del governo. Riportai finalmente<br />
tutle le notizie riguardanti s"i importan-<br />
te aigomenlo, il Porto, la foce del fiume<br />
e la sua navigazione, e dell'operato dagli<br />
antichi romani che ivi con 3 porli ne formarono<br />
il loro navale. Narrai inoltre che<br />
nel 1828 per <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> Leone XII<br />
giunse alla foce <strong>di</strong> Fiumicino ili. "battel-<br />
lo a vapore che si vide sul Tevere pel ri-<br />
nuirchio delle barche, invece de'bulfali,<br />
ma poco durò l'impresa. E lèci onorevo-<br />
le ricordo della dotta opera idraulica del<br />
romniend. Cial<strong>di</strong>, sia suU' introduzione<br />
ilclle barche a vapore nel Tevere operata<br />
stabilmente da Gregorio XVl, sia sul mo-<br />
do <strong>di</strong> rendere più sicura e più agevole la<br />
navigazione del Tevere e deila sua foce<br />
in Fiumicino, cioè il rendere più sicura<br />
l'entrata de'legni in c|ue! canale e più ai-evole<br />
il risalirlo sino a Ripa Grande, me-<br />
<strong>di</strong>ante un porto <strong>di</strong> rifugio o rada artifi-<br />
ciale, con frange-onda o molo o antemu-<br />
rale galleggiante; e degli alti encomii che<br />
gli lese l'esimio ingegnere veneto Giovan-<br />
ni Casoni prima chesi stampasse, con bel-<br />
lissimoe dotto ragguaglio, l'ubblicata l'opera<br />
colle stampe e de<strong>di</strong>cata alla camera<br />
primaria <strong>di</strong> comn»ercio <strong>di</strong> Roma, meritò<br />
che (juesla decretasse una medaglia<br />
onorai ia inoro all'autore commend. Cial-<br />
<strong>di</strong>, notificandolo col n.°2i del Diario <strong>di</strong><br />
Roma del \'6\'j ; e che il eh. p. France-<br />
sco Loudjar<strong>di</strong> co.oventuale ne dasse pre-<br />
gievole contezza, facendo rilevare l'utilità<br />
dello scopo co' dovuti elogi, comesi<br />
può leggere nel suo bello articolo inseri-<br />
Io neir Album <strong>di</strong> Roma, l. i3, p. «6').<br />
Inoltre dell'opere del cav, Linolte; e <strong>di</strong>cendo<br />
delie jVtn'cllc del Tci'crc dell'avv.<br />
Fea, notai essere egli <strong>di</strong> contraria opinione<br />
che il Tevere anticamente ebbe una<br />
sola foce, e su altri punti; un estratto si<br />
può leggerlo nel Giornale Arca<strong>di</strong>co, t.<br />
i l,p. iGi, e t. ?.3,p. 4G. A parte poi e del<br />
TEV<br />
cav. Linotte fu stampalo: Sull'esistenza<br />
delle due foci del TcK'crc prima della<br />
coslruzione del Porto Clau<strong>di</strong>o, Roma<br />
1824- Nel t. 8 dtWe Dissert. della pon-<br />
tìfìcia accademia romana <strong>di</strong> archeolo-<br />
gia, si riporta la Dissert, sopra uìia iscri'<br />
zioìic antica dell' imperatore Clau<strong>di</strong>o<br />
trovata in Porto; e la Dissert. della Fossa<br />
Traiana e <strong>di</strong> (fucile che Vimperatone<br />
Clau<strong>di</strong>o fece scavare dal fiume Tevere<br />
al mare a cagione del porto da luifondato,<br />
nonché del nome <strong>di</strong> Augusto dato<br />
ad esso porto, arnheàue del segretario<br />
della stessa accademia commend. P. E. Vi-<br />
sconti eru<strong>di</strong>tissimo archeologo. E' cosa es-<br />
senziale per maggior cliiarezza a notarsi,<br />
che alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 3 miglia circa dal mare,<br />
ed a miglia 21 circa da Roma, il Te-<br />
vere si <strong>di</strong>vide in due canali, il 1 ."canale a<br />
sinistra, ed è il maggiore, dà passo a due<br />
terzi dell'acqua del Tevere, e si apre fo-<br />
ce ad Ostia; il 1° canale a destra convo-<br />
glia l'acqua del fiume al mare, cioè l'al-<br />
tro terzo dell'acqua sbocca al sito <strong>di</strong> Fiu-<br />
micino. Questa 2.^ foce è <strong>di</strong>stante dall'al-<br />
tra d'Ostia, che restale al sud, e sopra<br />
la corrente litorale circa metri 3ooo, paria<br />
miglia una e 5 ottavi geografiche. Quei<br />
due rami ed il mare circoscrivono il DeU<br />
ta Tiberino, cui è dato il nome d'Isola sa-<br />
gra <strong>di</strong> Porlo. Nell'articolo ]Mari\a, in bre-<br />
ve trattai quanto comprende questo vo-<br />
cabolo e la nautica, i navigli delle princi-<br />
pali specie e <strong>di</strong> quelli moderni a vapore,<br />
del quale riparlai nel voi. LXX, p. 102;<br />
delle principali marine militari ecominer-<br />
ciali, delle quali trattai pure a'speciali ar-<br />
ticoli delle città e nazioni, e più partico-<br />
larmente della marina de'romani e della<br />
marina pontificia (della (|uale riparlai a<br />
Soldato, ed a Tesoriere generale per la<br />
so[)rintendenza e raulorilà che vi ese'rci-<br />
lò, e per quella restata all'o<strong>di</strong>erno mini-<br />
stro delle finanze, e che essendo, oltre la<br />
commerciale, <strong>di</strong>visa in 4 classi, <strong>di</strong>chia-<br />
rai propriamente quelle che <strong>di</strong>pendono<br />
da'minislri delle armi e del commercio).<br />
Parlai dell'ampia pianura <strong>di</strong> Uuiua chiU'
j la<br />
I<br />
T E V<br />
mala Navaiia, dopo che venne deslina-<br />
alla coshuzioiie e custo<strong>di</strong>a delle navi,<br />
ed airappiodo delle burelle che risalivano<br />
dai mare il Tevere, cioè non lungi dalla<br />
I<br />
jiorla Trigemina , come rilevai nei voi.<br />
j<br />
! LI V, p, I C)5 (enutnerai.do le porle <strong>di</strong> Ro-<br />
! lo<br />
<strong>di</strong> porta Trigemina, l'altro fuori <strong>di</strong> por-<br />
ta Flaminia nel sito <strong>di</strong> Acqua Acetosa, e<br />
notai nel voi. LIV, p. 194- Parlando<br />
dell' Ohciisco Latcraiicnsc, <strong>di</strong>ssi che la<br />
I<br />
nave su cui \<br />
era caricato pel Tevere lo pò-<br />
UonuiA. ( 3,p. 49 '> '^'"^ secondo Ammiano,<br />
l'obelisco rimontando il corso del Tevere<br />
venne sbaicato /;t / icuni Alcxdu-<br />
(Ili tritio lapide ab urbe .srinnctti/njóo'<br />
ve, posto sopra curuli, fu tiralo placida-<br />
mente, per la porta Ostiense e la Piscina<br />
[ìubblica, e inlrodullo nel Circo Mas<br />
isiino. Egli (|uin<strong>di</strong> crede, clie le 3 miglia<br />
Idalla porla antica assegnate come<strong>di</strong>stanza<br />
Idei / ico <strong>di</strong> Alessandro co\tìc\i\i\uo preci-<br />
ifiamentepoco dopo il caricatore della poz-<br />
zijlai!a,e perciò è cerio che quel vico fu in<br />
. u'3 T E V<br />
li (k'IIu stillo poiilifiiio; delle <strong>di</strong>sposizio-<br />
ni lie'Papi ili Idsoie tle'iKuifra^lii, e del<br />
ie principali icgi^i tiiaiilliine, aiiclie pontificie,<br />
e delie >anilarie. Quin<strong>di</strong> cui Ca-<br />
liadri ripotlai rennnieraziune e classìfi-<br />
cazionede'porli de lo stalo papale, fortua-<br />
lidalla naltiia odall'ai le,ne'suoi li<strong>di</strong> ina-<br />
I illuni de'due mari Adriatico e Me<strong>di</strong>ter-<br />
raneo, ricordando quello d Ostia per a-<br />
silo a' piccoli legni, e ipiello <strong>di</strong> Fiumici-<br />
no porlo <strong>di</strong> Uoina sulla foce del Tevere,<br />
ed in Uoina per tale fìiiiue ilescrissi i 3<br />
seguenti porli fluviali, i .°ll Porlo <strong>di</strong> Ripa<br />
Grtindc, incontro a Marniorata, Tibcris<br />
Ripa, <strong>di</strong>cendo che i baslinienli <strong>di</strong> gran<br />
mole provenienti dall'Aiìriatico e dal Me-<br />
<strong>di</strong>terraneo, che approdano alla foce del<br />
Tevere a Fiumicino, non potendo rimon-<br />
tare il fiume, <strong>di</strong> là con navi pialle ranno<br />
trasportare in Roma le loro merci, ma<br />
che le navi minori, sehbene cariche, approdano<br />
sicuramente al poito;echei pi-<br />
roscali a vapore ponhficii sono destina-<br />
li a risalire il Tevere, non solamente da<br />
Fiumicino a detto j)orlo, ma anco lino a<br />
Ponte Felice e sotto Magliano , ri"n»or-<br />
chiando i bastimenti mercanl<strong>di</strong>. Cos'i del<br />
lutto fu liinosso il tiro degli uomini pei<br />
piccoli baslimenti, e quello pe'legni mag-<br />
giori de'bovi e de'buli'ali (i quali secondo<br />
Paolo Diacono furono introdotti in Ita-<br />
lia nel 5q5); del quale tiro feci ricordo<br />
ne'vol. X'XIX, p.ayq.XXXVll, p. i i 8,<br />
LIV, p. 20C)e2i8. iNello slesso articolo<br />
descrissi i miglioramenli «;p'.;rali da Innocenzo<br />
Xll,e (juanlo fece Gregorio XVI<br />
al Porlo <strong>di</strong> Uipa Graiule, riferito ancora<br />
dal II." 7 3 del Diariu <strong>di</strong> [ionia del i 842,<br />
ove si legge l'iscrizione posta sul pronao<br />
del furo, e quella fatta incidere dal cum-<br />
meiid. Cial<strong>di</strong> e da' suoi ulllziuli nel sud-<br />
detto piroscafo da lui asceso nel recarsi a<br />
s. Paolo. >'el 1. 13, p. 2 jy {\A\' Allntni <strong>di</strong><br />
Roma si vede il <strong>di</strong>segno del l^orto <strong>di</strong> Uipa<br />
Grande, e si legge: Quale debba es-<br />
sere il Porlo <strong>di</strong> Roma, e ciò che meglio<br />
convenga a Civilawcehia ed Anzio. Fa-Itera<br />
del comuiend.Alessaiulro Cial<strong>di</strong> te-<br />
TE V<br />
ri<strong>di</strong>le colonnello della marina inililarc<br />
poiUifieia, agli amatori del bene <strong>di</strong> Roma<br />
e dello stato. L'imlicai parlando del<br />
Porto <strong>di</strong> Ripa Grande e del Porto d'An-<br />
zio nell'articolo in <strong>di</strong>scorso; inoltre ivi ri-<br />
cordai gli Schiarimenti sul Tevere, sul-<br />
la linea pia conveniente per V unione dei<br />
due niari,e sulla marina, mercantile del-<br />
lo stato pontificio delcnmmend. A. Cini'<br />
J/, Rinna 1847. Nel conriilto dunque, sul-<br />
la preleienza da darsi ad uno de'due por-<br />
li <strong>di</strong> Civitavecchia (((Ualificato dal Cial<strong>di</strong><br />
colle paroleche ho riferito nel voi. LI V,<br />
p. 194), " d'Anzio, per essere il porto <strong>di</strong><br />
Roma, il commenti, l/ial<strong>di</strong>, amatore del-<br />
la sistemazione del Tevere e la possibili-<br />
tà <strong>di</strong> renderlo navigabile per lungo trai-<br />
lo, come in antico, quando le barche giun-<br />
gevano quasi vicino a Perugia, sostemia<br />
che il Te ceree il suo Porlo <strong>di</strong> Ripa Gran-<br />
de sono tali da <strong>di</strong> ventre ficilmente atti<br />
a convenientis>iina inliaprc'a commer-<br />
ciale, ezian<strong>di</strong>o prefeien(.lo(|uesla via coiii-<br />
mercialealla Sli-a<strong>di</strong>t.<strong>di</strong>J'?rro{J .) daPor-<br />
lo d'Anzio a Ptoma. E ciò perchè il Te-<br />
vere è un fiume adatto alla navigazione,<br />
suscettibile <strong>di</strong> ricevere i legni d'una con-<br />
veniente grandezza: e che se Roma deve<br />
avere un porlo, questo dev'essere quello<br />
<strong>di</strong> Ripa Grande, che ha il vantaggio <strong>di</strong><br />
trovarsi entro le mura dell'eterna città.<br />
Jl eh. Giuseppe Solfre<strong>di</strong>ni pubblicò quiu-<br />
<strong>di</strong>, Dell' eccellenza, utilità e necessità<br />
del fior lo Neroniano in Anzio, Roma<br />
1847 -Gli •i'^poi'i ilcommend. Cial<strong>di</strong> con<br />
l opuscolo. Osservazioni idraulico-nau-<br />
tiche sui porti Neroniano ed lunoeenziano<br />
in Anzio, ^oy\i.ì 1 848. Di più volle in<br />
esso ricorda re quello delI'avv.Rlasi,Z^t'//a<br />
strada ferrata Pia-Cassia da Città del-<br />
la. Pieve a. Civitavecchia, e del restauro<br />
del porto Nei'oniano in Anzio, Roma<br />
I 840. Riferisce il card. Morichini, Z^^'g"/"/-<br />
stitiili <strong>di</strong> Roma, K. 1 , p. 26, che importan-<br />
tissimo potrebbe essere il commercio <strong>di</strong><br />
Roma che ha il mare in breve <strong>di</strong>stanza,<br />
e un bel fiume navigabile per quasi 100<br />
miglia, il quale può reggere navigli ca-
1 peso<br />
' vale<br />
i<br />
I al<br />
I |)oscia<br />
j<br />
. governo<br />
I<br />
TE V<br />
j)aci <strong>di</strong> 190 tonnellate. L
io8<br />
TEV<br />
so della coneiite. Foce, Ostinin , <strong>di</strong>cesi<br />
)u itbucoo del liuine nel ninie o in altro<br />
liuuje, nel quale va a lermioare il suo cor-<br />
so. Chiamasi fiume tributario (|uello che<br />
perde il suo nume neli'iuiirsi ad un altro.<br />
il maqi^ioie<strong>di</strong> tulli i fiumi del globo è l'A-<br />
luazzoiie, detto anche Maianon, nell'A-<br />
uierica meri<strong>di</strong>onale, ed il maggiore del-<br />
l'Europa è il Volga nella Russia europea.<br />
La niilologia chiama i (lumi figli <strong>di</strong> Teti<br />
e deir Oceano , ed Esiodo ne enumerò<br />
3ooo. I |)it(ori ed i poeli rappresentano<br />
comunemente i fiimii con la figiua d'un<br />
vecchio rispettabile, <strong>di</strong> folta e prolissa bar-<br />
ba, <strong>di</strong> lunga e sciolta capigliatura che giun-<br />
ge fino a terra, e coronalo <strong>di</strong> giunchi: sta<br />
sdraiato sopra canne, e si appoggia ad un'<br />
luna che spande acqua, donde si forma il<br />
fiume'che rappresenta. Secondo le speciali<br />
sue con<strong>di</strong>zioni, si aggiinigouo altribtUi e<br />
siiviboli per caratterizzarlo. Gli antichi<br />
cristiani colla loro Siin!>olica, nelle pit-<br />
ture e ne'musaici, significarono col rap-<br />
presentarci fiumi del Para<strong>di</strong>so (/^)ler-<br />
reslre, e chiamati Fison , Gehoii, Tigri,<br />
Eufrate, i 4 Evangeli o Evangelisti, e pel<br />
monte da cui scaturiscono Cristo, io figura<br />
d' Agnello o della Croce, l delti 4<br />
fiumi si spiegarono per quelli della gra-<br />
ziache scaturiscono dal fonte perenne del-<br />
lo Spirilo santo, ed irrigano le 4 pa'l' del<br />
inondo antico, co'doni suoi e co'sagra men-<br />
ti, massime del ballesimo. De'significali<br />
sagli e profani, secondo le<strong>di</strong>verse rappre-<br />
sentanze e [)ersoni(icazioni de'fiumi, tratta<br />
il lìuonarolli nelle Osscrvazioid dcva^i<br />
ajitichi <strong>di</strong> vclro, e nelle Osservazioni so-<br />
lira, i /ncdai^lioni antichi. Egli crede che<br />
una delle più antiche /V/r^/(^/;/-/
I cinorosi<br />
TE V<br />
mali Argei, costume inlrodolto da Ercole,<br />
per abolire i barbari sagrifizi umani<br />
degli aborigeni, che gettavano nel fiiune<br />
3o uomini colle mani e co'pie<strong>di</strong> legati per<br />
placar Saturnoe in o-<br />
plicala alla navigazione l'ammirabilefor-<br />
za del vapore accjneo.non s'indugiò a sosti-<br />
tuire il facilee potente sistema <strong>di</strong> limur-<br />
chio co'piioscafi,al barbaro e incomodo ai«<br />
laggio. Anche il Calindri appella i fiumi,<br />
canali o strade dell'acque scorrenti, però<br />
ne <strong>di</strong>chiara tuttora incerta 1' origine. Vi<br />
fu chi <strong>di</strong>sse che nati siano da un certo cambiamento<br />
casuale tra gli acquosi e gli a-<br />
ri<strong>di</strong> luoghi; altri crederono essere venuti<br />
colla formazione del mondo, altri credet-<br />
tero che siano istradati dopo l'universale<br />
<strong>di</strong>luvio, ed altri che tutti venghino da ma-<br />
no d'opera. Su <strong>di</strong> quest'ultima opinione<br />
vi sono molti esempi, come il gran canale<br />
<strong>di</strong> Gotha nella Svezia, che non è certamente<br />
opera della natura, importante o-<br />
pera destinata a liunireilCattegat al Bal-<br />
tico; il canale Reale <strong>di</strong> Francia, che dà la<br />
comunicazione a'due mari, non fu aporto<br />
dal caso; la <strong>di</strong>versione d'una parte delrEufiate<br />
per l'irrigazione delle campa-
j 1 u T E V<br />
gne, roti è cliefrnllocìistulnfeoperejriil-<br />
tra (lerivazioiie del Flavo fu falla ila'po-<br />
j-oli seri; così l'opera dei lago <strong>di</strong> Fucino<br />
e dello <strong>di</strong> Celano, è prndollo <strong>di</strong> foilissi-<br />
rna spesale !o desci i^si nl^EsciNA (come feci<br />
allieltiinlo a'hinglii loro sia de'priiicipali<br />
Jiiglii,
i<br />
I ìiuli<br />
i do<br />
TE V<br />
essendo indoinaliile più cle'ljumi. Phiir-<br />
scu Coninti y de Natur. JJcoruin<br />
Commcnlarim, VeneliisiSo'). Golof're-<br />
Braem, Vctcriim, scu de siipcrsli-<br />
j tìoso Afiufic apud vclcrcs cnlfu, et iisit,<br />
' Disscrtatio,<br />
I<br />
Ila Ine i Q)C)5. Disscrt. sur le<br />
cidtv dcs Divinilc'Z dcx caiix par tah.<br />
de Fonh'ìui, daiis VTTist. de VAcad. des<br />
Iiìscript. ì. 6, p. 4o. Gio. G. Cosseck,<br />
Disserta de eultii /(utnininn apud Ac'<br />
gypiios et Persas. Lipsiaei74o. C. Ar-<br />
noldo, De religiosa vcìierationc Jlunii-<br />
jium. Giovanni Doccoccio, De montHuis,<br />
syh'isjjhiililius. laeulvs. f/uminihus.Bo<br />
tonii 1481. Giovanni Loccenio, Z'r /«-<br />
re iiiaritiiun ef navali, Ilolmiae f652.<br />
F. Miclielini, Trattato della <strong>di</strong>rezione<br />
de'fiumi. Fii
1<br />
1 7.<br />
T E V<br />
me appresso. Papn s. Leone IV, trionfa-<br />
tore cle'saraceni, pose al coperto il Vaticano<br />
da ogni loro ulteriore aggressione,<br />
racchiuflenclolo in murato limite oltre il<br />
Tevere, che per Ini si chiamò Città Lco-<br />
nììia (I .). che <strong>di</strong>poi Alessandro VI ab-<br />
battendo i muri <strong>di</strong>visnrii l'unì al resto <strong>di</strong><br />
Boma. l'eiciò nella sinistra del Tevere<br />
trovasi Roma propriamente detta, e con<br />
esso fiume contermini sono a borea i suoi<br />
bastioni, avendo da quel lato la Po/-^^r/cZ<br />
Popolo, la Porta Salam, la Porta Pia<br />
(del cui recente compimento e restauro<br />
parlai nel vol.LXX,p. i 4j);f> levante danno<br />
accesso la Porta <strong>di</strong> s. Lorenza Aa Porla<br />
Magi^inrc, la Porta <strong>di</strong> s. Giovanni<br />
ad ostro la Porta s, Scl>astiano, la Por-<br />
ta s. Paolo, e non lungi dall'ili li ma rag-<br />
giunge il muro la sponda del Tevere alla<br />
falda meri<strong>di</strong>onale del Monte Testardo.<br />
La destra parie (lei fiume comprende il<br />
RioneiW Trastevere protrailo sino al prin-<br />
cipio della Città Leonina col mezzo della<br />
Stinda Lungara, che dall' arco aperto<br />
della Porta Seltimiana conduceall'ailro<br />
della Porta s. Spirito, Al lato sud-ovest<br />
incomincia la muraglia , che ne serra il<br />
circuito, intersecata dalla Porta. Porteic<br />
e dalla Porta a. Pancrazio; prosegue poi<br />
mollo <strong>di</strong>latandosi verso l'ovest, e termina<br />
colle fortificazioni <strong>di</strong> Castel s. Angelo<br />
postoal rujrd sul medesimo Tevere,avendo<br />
su questo fianco la Porta Cavallei^-<br />
i^eri e la ]\n-ta Angelica. Il perimetro<br />
è <strong>di</strong> 6 leghe e 3 quinti, ma la parte abita-<br />
la, cli'è tutta al nord, nella pianura cir-<br />
costante al fiume non eccedei leghe, tro-<br />
vandosi nel rimanente gran<strong>di</strong>ose ville, e-<br />
leganli giar<strong>di</strong>ni, e molto terreno addetto<br />
all'orticoltura e a'vigneti. Il graduato in-<br />
sensibile avvallamento de' colli , le fre-<br />
quenti rovine degli e<strong>di</strong>fizi, ed altrettali<br />
cagioni insorte nel lungo corso de'secoli<br />
hanno innalzalo il livello della moderna<br />
lioma. Così pure i'mlerramento del Te-<br />
vere è andato sempre crescendo in guisa,<br />
che più facili sono <strong>di</strong>venule le inondazio-<br />
ni (a me pare che poca <strong>di</strong>fferenza vi corra<br />
j<br />
T F V<br />
dalle antiche inondazioni, polche se I' al-<br />
veo del Tevere anticamente era più bas-<br />
so, del pari lo era il livello del suolo della<br />
città; l'ili veo non sembra innalzalo più <strong>di</strong><br />
3 palmi daTraianoa noi, secondo il p. Bo-<br />
scovich, ed il suolo lo è molto <strong>di</strong> più, come<br />
ve<strong>di</strong>amo da tanti scavi; si può vedere<br />
il commend, Cial<strong>di</strong>, Delle ì>ai-cìie a va-<br />
pare e la navigazione del Tevere.^. tìSg.<br />
Il Gnattani è<strong>di</strong> opinione che il Tevere cop-<br />
ra sull'antico piano, provandolo colle pla-<br />
tee de'ponti e l'imposte degli archi: se ciò<br />
si animelle, è <strong>di</strong> naturale conseguenza.clie<br />
le antiche inondazioni erano assai più <strong>di</strong>-<br />
sastrose); onde non <strong>di</strong> rado la bassa città<br />
ricopresi d'acque, non essendo facile il<br />
porvi rime<strong>di</strong>o. Più volle fu progettata k<br />
deviazione della corrente al <strong>di</strong> fuori delle<br />
mura, ma sempresi oppose il timore delle<br />
mefitiche esalazioni. Siccome credesi che<br />
il letto del Tevere contenga tesori archeo-<br />
logici, vi fu negli ultimi tempi chi si olfri<br />
con macchine a fune l'estrazione con pur-<br />
gare l'alveo, ma non senza sua vergogna<br />
riuscirono inelTioaci. Verso la i.'metà del<br />
secolo passalo il cardhial Polignac avea<br />
fililo il progetto <strong>di</strong> ripulire il letto del Te-<br />
vere, e <strong>di</strong> cavarne i marmi, le iscrizioni<br />
e gli antichi monumenti nel suo fondo se-<br />
polti. Il car<strong>di</strong>nal Polignac avea immagi-<br />
nalo <strong>di</strong> deviare per circa due miglia il<br />
corso del Tevere, il che fu riputato ineseguibile;<br />
e dato anco che con immensa<br />
spesa vi fosse riuscito,immancabile sareb-<br />
be stato un fiero contagio, per le pesti-<br />
fere esalazioni, per la pulref izione del lez-<br />
zo che copre per qualche piede la sabhia<br />
nativa. Trovo nel Gualtaiii, che gli ebrei<br />
altre volte fecero un'offerta alla camera<br />
apostolica per la privativa d'una escava-<br />
zione, ma sempre fu rigettata per timo-<br />
re d' epidemia. Egli tiene per fermo che<br />
facendosi nel fiume un ben or<strong>di</strong>nato sca-<br />
vo, vi si troverebbero ogni genere <strong>di</strong> pre-<br />
zioseanticaglie;e che gl'idraulici olandesi<br />
vi riuscirebbero con facilità, e scavando<br />
a piccole porzioni senza alcun rischio. Dis-<br />
si già che l'aDlica bianchezza delle acqua
I<br />
TE V<br />
dcl Tevere,pi'0(lo(ta Tevere,pro(lo(ta forse torse tlall'ar Illa ere-<br />
Iacea (abboiitlante è la creta eh produ<br />
ce ì! Tevere, e serve per modellare e pei<br />
altre cose) <strong>di</strong> cui abbonda il suo letto, fe-<br />
ce dare il nome <strong>di</strong> Albula al fiume e <strong>di</strong><br />
bionde all'acque. Dice il Melcliiorri, che<br />
per le acquede'fiumi tributari che vis'in-<br />
Iroducono, vuoisi da molti chesommini-<br />
strino al Tevere alcune sostanze minerali,<br />
,<br />
Je quali rendono le sue acque potabili.conlenendo<br />
iu se qualità depurative. Narra<br />
;la storia che realmente le sue acque fu-<br />
lono adoperate per bevanda da'primi a-<br />
,<br />
bitatori della città sino all'anno<strong>di</strong> Roma<br />
44 1) "el quale Appio Clau<strong>di</strong>o Crasso introdusse<br />
in città r Acqua detta Clau<strong>di</strong>a<br />
dal <strong>di</strong> lui nome per le Fontane I<strong>di</strong> Ro-<br />
mina. Anche in seguito durò It» reputazione<br />
<strong>di</strong> potabile all' acqua del fiume, e fi.i<br />
i<br />
talvolta reputata migliore delle avventi-<br />
zie, e come tale preferita alle altre. Gli a-<br />
bltanti ne fecero sovente uso dopoché i<br />
barbari guastarono gli esterni Acquedot-<br />
ti, o per essere rovinati dall' incuria de*<br />
necessari restauri, per cui sino a Sisto V<br />
del I 585, che li riparò e arriccln la città<br />
coiracqiiaFelice,si vendeva perizoma l'acqua<br />
del Teveie,dopo averla attinta nelle<br />
cisterne depuratorie, e si portava in bariletti<br />
co'somari per le case. Ne tratta A-<br />
lessandro Pelioni me<strong>di</strong>co e amico <strong>di</strong> s. I-<br />
gnazio, onorario della famiglia <strong>di</strong> Paolo<br />
IV e I."me<strong>di</strong>co palatino <strong>di</strong> GiegorioXIlI;<br />
De aqua Tyherina adJuliuni IIIPont.<br />
J\lax., Romaeo52. R.ilevai altrove che<br />
alcuni Papi esclusivamente la preferirono<br />
alle altre acque. Clemente VI! a consi-<br />
glio del suo me<strong>di</strong>coCorli dottissimo, quando<br />
nel i533 fece per mare il viaggio <strong>di</strong><br />
Marsiglia, ne portò seco buona provvista.<br />
Altrettanto fece il successore Paolo Ulne'<br />
suoi viaggi <strong>di</strong> Loreto, Bologna e Nizza, ri-<br />
lenendola perfettissima e migliore delle<br />
altre d'Italia. Gregorio Xlll imme<strong>di</strong>ato<br />
predecessore <strong>di</strong> Sisto V, la beve costan-<br />
temente sino alla morte avvenuta nell'età<br />
d'84 anni. Ciò affermano molti scrittori<br />
da me letti, inclusivaraente a Cancellieri.<br />
VOL. l.XXV.<br />
r.M^^*<br />
T E V 1 3<br />
che nel suo Dlercatn stampato nel i S r t<br />
aggiunge che fino a questi ultimi tempi<br />
ne fecero uso i<br />
leresianidelconvenlodella<br />
Scala e i benedettini del monastero <strong>di</strong> s.<br />
Calisto, ambedue situati in Trastevere, ed<br />
i filippini della chiesa Nuova; bens'i tutti<br />
la facevano depurare per 6 mesi ne'pur-<br />
gatorii delle cisterne. Il Cancellieri ne ri-<br />
parla nella Lettera sopra V aria <strong>di</strong> Roma<br />
a p. 68. Leggo inoltre nel Melchiorri,<br />
che sembra essere stato cosliuiie, usando<br />
l'acqua delTevere,<strong>di</strong> farla deporre per va-<br />
ri giorni; però aveasi l'avvertenza <strong>di</strong> attin-<br />
gerla al<strong>di</strong> sopra de'ponli,valea <strong>di</strong>re supe-<br />
riormente alPorto<strong>di</strong>Ripetta,dove il fiume<br />
non ha ricevuto lo scarico delle cloache e<br />
dell'immon<strong>di</strong>zie della città. llFea, Storia<br />
delVacque antiche sorgenti in Roma, a<br />
p. 5, anch'egli attesta, chedopo perduti i<br />
gran<strong>di</strong> acquedotti, i romani doverono ri-<br />
tornare a bere l'acqua de' Pozzi)a piovana<br />
delle cisterne, e l'acqua del Tevere, per lo<br />
più bionda e turbolenta, che si depurava<br />
alla meglio in vettine perpochigiorni, e si<br />
vendeva, ma con molto pregiu<strong>di</strong>zio della<br />
salute. Poiché scrisse il Petroni e poi Lan-<br />
cisi me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Clemente XI, che si rime<strong>di</strong>ava<br />
alla torbidezza dell'acqua del Te-<br />
vere con 6 mesi <strong>di</strong> riposo, quin<strong>di</strong> si usava<br />
; purché però, <strong>di</strong>ce il Petroni. sia ben<br />
purgata, la qual cosa rare volte accade<br />
che possa esser prima che siano passati 6<br />
mesi. Aggiunge, che al tempo loro continuarono<br />
a fare elogi dell'acqua del Te-<br />
vere, cos'i supposta depurata, il Fabricio,<br />
il Boissardo e altri. Al fine fecero ben co-<br />
noscere il vizioso dell'acqua il Gagliar-<br />
delli, e prima Gio. Battista Mo<strong>di</strong>o nel suo<br />
libretto: // Tc^'cre, ove si ragiona <strong>di</strong> tutte<br />
le acque, ed in particolare <strong>di</strong> quelle del<br />
fumé <strong>di</strong> Roma, ivi 1 556. Lo scrisse que-<br />
sti a bella posta sotto Paolo IV, contro<br />
le opinioni <strong>di</strong> vari me<strong>di</strong>ci, fra'quali An-<br />
dreaBacci(poi rae<strong>di</strong>co<strong>di</strong> Sisto V,che scris-<br />
se, Del Tevere libri tre. ne'quali si trat-<br />
ta della natura e bontà dell' acqua, e<br />
specialmente del Tevere, ed acque an-<br />
tiche <strong>di</strong> Ronra^m 1 558) e Petroni, i quali<br />
8
1.4 T E ^^<br />
ut facevano tali elogi, <strong>di</strong>i pr. fi i irla.) fjncl<br />
la de'conilolli, a st'gno (lic :ii rivniniio i<br />
jieisiiaddc (demente VII e l'aoji) ili <strong>di</strong><br />
portarsela ne'ltuo viaggi, luollrc Feo n<br />
poilii la leslimonian?;! del Cainpana , il<br />
quale <strong>di</strong>ce checere. Non<strong>di</strong>meno il Cancellieri,.r.-Y-<br />
tera sopra /" a/-iti <strong>di</strong> lloiua p. 68, rife-<br />
risce: (he ne' primi del secolo decorso,<br />
essendo stata analÌ7?ata qnesl' acqtui, e-<br />
rasi rilevato, che la sua opacità, e il suo<br />
colore fangoso <strong>di</strong>pendono da particelle<br />
calcarle, o piuttosto mainose. Due libbre<br />
e mezza d'actpia atlmla lungi la sponda<br />
del fiume, ed evaporata, <strong>di</strong>erono un re-<br />
siduo <strong>di</strong> grani due e mezzo coujposto <strong>di</strong><br />
finissima terra marnosa <strong>di</strong> color cenerino,<br />
che messa sulla lingua sviluppò imi<br />
sapore sensibile assai <strong>di</strong> miniato <strong>di</strong> stida<br />
o sia <strong>di</strong> sale comune. A'nostri giorni, come<br />
in<strong>di</strong>cai nel vol.XXN", p. i6i,nel i83 i<br />
fu pubblicata in Roma : DelVaccnia del<br />
Tevere, analisi ehiiniea <strong>di</strong> /littonio Chimenti<br />
. poi professore dell'università ro-<br />
tTiana. Risulla da questa analisi, che l'ac-<br />
qua del Tevere non solamente è polabile,<br />
roa è superiore ancora per le sue (|u.tlità<br />
fisiche a quelle della Senna e del Tamigi,<br />
che bagnano Parigi e Londra, che piu' servono<br />
all' uso degli abitanti <strong>di</strong> quelle piti<br />
popolose cil là d'Europa. Confessò il Touinoii,<br />
quanto alle acque potabili <strong>di</strong> Roma,<br />
che des^a ne ha ^o volte [)iù che Parigi;<br />
la qual dovizia d'un sì necessario elemen-<br />
to, è su|)eifluo il <strong>di</strong>te quanto giovi la sa-<br />
lubrità del vivere, e quanta utilità reca.<br />
Ecco il risultato dell'analisi fatta dall'encomiato<br />
professore, defunto nel luglio<br />
i83o, sopra due gran<strong>di</strong> quantità d'acqua,<br />
prese al Ponte lUiMo o M(jlle, cioè pri<br />
T r. V<br />
ma chi il fiume Ir.ivcrsi la città, e al <strong>di</strong><br />
so'to de, ajlorchè<br />
esce da'l'abitato. Uii;i libbra d'acqua de!<br />
Tevere presa alPonteMil vio,coiiliene pol-<br />
lici cid)ici ^, e47 centesimi <strong>di</strong> flu'<strong>di</strong> elasti-<br />
ci; e grani 4, e 79 centesimi <strong>di</strong> materie sa<<br />
line. Una libbra dell' acqua presa a Rina<br />
Grande coni iene pollici cubici 6, e \\ cen-<br />
tesimi <strong>di</strong> fluiili elaslici ; e grani 4> e 80<br />
centesimi <strong>di</strong> materie ialine. Furono potu-<br />
te defernunare così mìnimamente queste<br />
proporzioni, perchè fu fatta fespei ieii/.a<br />
sopra una ma^sa <strong>di</strong> 100 libljie d' acipia.<br />
Conclude ilChi!uenli,che le ragioni el'an-<br />
torità da lui aildolle a soslenimento del<br />
la salubrità dell'acqua Tilicrina, che <strong>di</strong>s-<br />
setò alcune volte i romani, e che scorre<br />
in un fiume non meno <strong>di</strong> essi celebratis-<br />
siuio, che credè potersi dedurre dalla sua<br />
analisi, non furono da lui riportale Ci,n<br />
<strong>di</strong>segno <strong>di</strong> rimettere in cre<strong>di</strong>to e in voga<br />
(]uest'iicqua, mentre ne abbiamo <strong>di</strong>moile<br />
e eccellenti, ma bensì il fece al Solo fine<br />
<strong>di</strong> mostrare, clie in mancanza delle altre<br />
è questa tal acqua da poter benissiuui ser-<br />
vire u'bisogni della vita, com'è accaduto<br />
alcune volte, e da non poter recar d/mno<br />
a coloro, che tuttora necessariamente ne<br />
bevfìno, essendo questo l'uso <strong>di</strong> mollissi-<br />
mi lavoratori in vicinanza del Tevere, e<br />
<strong>di</strong> coloro che scorrono il fiume con bar-<br />
che sì da pesca, che <strong>di</strong> commercio. Tornando<br />
a pai lare del corso e caduta delTe-<br />
vere, il corso non è veloce come riferiro-<br />
no non pochi, cioè relativamente ad altri<br />
fiumi navigìiti;essoan7,i putì <strong>di</strong>rsi per l'or-<br />
<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> mite corso, quello dell'inonda-<br />
zione essendo caso eccezionale lìa Orte<br />
a Roma il Tevere corre raggiiaglialaineit<br />
le 3 miglia l'ora; da Roma a Fiumicino<br />
2 e mezzo. Rensì il coi so e il voiiunedelle<br />
sue acque risii etto in uno spazio poco va-<br />
sto, mollo contribuisce a aimientarne la<br />
forza, e
! poito<br />
ì alla<br />
j<br />
!<br />
! dalla<br />
; come<br />
! successivamente<br />
TE V<br />
gevolezza della navigazione in un rjuine<br />
<strong>di</strong>pende dalla velocità e dalla massa delle<br />
sue acque, ed il Tevere appuiitu possie-<br />
de qaesle due qualità nel massimo grado<br />
eli convenienza. Il tb. autore ciò prova<br />
nnche ne! suo llagionamento delle l'ar-<br />
che a v(;pore e lei na^'igazione del Te-<br />
vere, citando con onore l'autorità del prof.<br />
I Brighenli, il quale nel i 84^ spe<strong>di</strong>lo dalla<br />
prefettura generale dell' acque e strade a<br />
stu<strong>di</strong>are quel trailo del Tevere ohe da Ro-<br />
ma ai niaie co ndu ce, ei Il nel suo rai<br />
<strong>di</strong>chiarò: >'oii vi ha fiume piti allo<br />
navigazione interna, <strong>di</strong> queslo Teve-<br />
re da Ruma a Fiumicino. IMa sulla cosli-<br />
tuzione del fiume, <strong>di</strong>ce il coujiuend.Cial-<br />
<strong>di</strong>, essere incontrastabile che il <strong>di</strong>sbosca-<br />
mento produce un sollecito deflusso del-<br />
l'acque piovane, e quin<strong>di</strong> al <strong>di</strong>venire esse<br />
rade o cessare, sembrei ebbe che pel Te-<br />
vere, come per gli altri fiumi, dovesse se-<br />
guirne l'eirello <strong>di</strong> penuria d'acque. IMa<br />
il Tevere, nato per signoreggiare sempre,<br />
anche a <strong>di</strong>spetto dell'incuria degli uomi-<br />
ni, su tulli i fiumi del mondo, non poten-<br />
do competere con e^si in estensione, la vin-<br />
ce sopra gli altri in [lerennità. Egb in fal-<br />
li deve avere degl'invulnerabili serbatoi<br />
ben più efficaci de'boschi per conservar-<br />
gli una tal signoria; corroborando il coaimend.<br />
Cial<strong>di</strong> la sua opinione col riferito<br />
nell'utilissima Statistica de'fiumi àe\\"\n-<br />
gegnere Lombar<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong>chiarando che il<br />
magnifico Po deve cederla al Tevere in<br />
perennità ; fi^nomeno ch'egli pure spiega<br />
col supporre nelle viscere de' monti costituenti<br />
il bacino del Tevere una quan-<br />
tità enorme <strong>di</strong> cavità, nelle quali molta<br />
parie dell' acque piovane o provenienti<br />
liquefazione delle nevi, si raccoglie<br />
in un ampio serbatoio per defluii e<br />
al fiume in forma <strong>di</strong> sor-<br />
gente. Conclude, che il deflusso sotterra<br />
neo del Te vere non sia mi noie <strong>di</strong> trequarti<br />
del deflusso totale; ed il Cial<strong>di</strong> aggiunge,<br />
che mentre esso è il più alto <strong>di</strong> tulli i fiumi<br />
d'Europa all' interessantissimo ramo<br />
U'induslria della navigazione, inoltre pie-<br />
T i:: V M T<br />
senta minori <strong>di</strong>flTicollà da superare. Il suo<br />
i:orso entro la città, calcolato dalla co-<br />
lonna inferiore al Porlo <strong>di</strong> Uipetla, sino<br />
al parapetto inferiore del Porlo <strong>di</strong> R.ipa<br />
Grande, è <strong>di</strong> miglia 2 e canne 216 ar-<br />
chitettoniche, pari a metri 346o.').4-7.<br />
La caduta totale del suo livello or<strong>di</strong>nario<br />
presa alle rovine del Ponte Sublicio, ri-<br />
spelli va mente a Hi vello del ma re, per giun-<br />
gere al quale percorre una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> cir-<br />
ca miglia 21, è <strong>di</strong> palmi 2i.3.o, e pei-<br />
ciò si calcola dagl' idraulici ad oncie 3 f<br />
a miglio nella traversa della città. Per<br />
l'esperienza fatta nel 182 i dagl'ingegne<br />
ri pontificii sulla velocità del Tevere, ri-<br />
sultano le seguenti osservazioni, misurale<br />
all'idrometro fallo collocare dal governo<br />
al Porto <strong>di</strong> Ripella, sotto la <strong>di</strong>rezione del<br />
cav, Linolte, nel quale lo zero in<strong>di</strong>ca il li<br />
vello del mai^e. Essendoli 19 giugnoilfiu<br />
me a metri 6.2,calcoI.ita la velocità me<strong>di</strong>a<br />
al ili sopra del dello Porlo, dove il fiume<br />
entra incittà,fulrovatoessere<strong>di</strong>o.662.La<br />
sezione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> (jnell'epoca era <strong>di</strong> metri<br />
quadrali 218,779, eia quantità d'acqua,<br />
che vi passava ogni minuto secondo, era<br />
<strong>di</strong> nielli cubici 244,o^i-4' f^ag'' stessi<br />
ingegneri si ebbero i seguenti risultati iu<br />
torno al volume delle acque. Dopo la col<br />
locazione delTidroinetro fatte <strong>di</strong>ligentemente<br />
ie osservazioni per un ottennio, dal<br />
18223! 1829, risulta il quantilat vod'ac-<br />
qua, che ha avuto passaggio in ciascuir<br />
giorno e in ciascun anno. Da questi risul-<br />
tati prendendo la me<strong>di</strong>a, ilTevere traspor-<br />
ta ogni anno metri cubici 283,o43,36ti,<br />
26/ I 00 d';icqua.ln ogni giorno metri cubici<br />
773,342.52. La larghezza del Tevere<br />
(l'Alveri <strong>di</strong>ce che 1' antica era <strong>di</strong> 53<br />
canne) desunta dalle osservazioni fatte<br />
dagl' idraulici in varie epoche, cioè da-<br />
gl'ingegneriCIiiesaeGamberini nel 1 771,<br />
e dal cav. Linolte in queslo secolo, è sog<br />
getta a variazioni secondo le stagioni, e<br />
stante che il fiume non ha alcuiM ar<br />
ginalura regolare e continuata, tranne<br />
quella delle abitazioni, che toccano le ac-<br />
que. Sezioni misurale nel <strong>di</strong>cembre 1 '] '\\:
,,6 TEV<br />
a Ripetla palmi 278; al Ponte Trionfale<br />
palmi f)4'1i; all'Isola Tiberina coni[)resa<br />
l'isola palmi 740; «He rovine del Ponte<br />
Snblicin palmi ^o5; fia il palazzo Falco-<br />
nieri e il giar<strong>di</strong>no delia Farnesina, mi-<br />
sura presa in aprile, palmi 253. Sezioni<br />
misurate dal cav. Linotte: alla punta in-<br />
feriore dell'Isola Tiberina, metri i 07.30;<br />
incontro la cloaca Massima palmi 111.70,<br />
Altezza desunta come sopra nel <strong>di</strong>cem-<br />
bre 1744= 3 Ripetla palmi 63 oncie 9; al<br />
Ponte s. Angelo palmi 25.3.3; al Ponte<br />
Sisto palmi 25.6.2; a Ripa Grande palmi<br />
58.3. o. Al palazzo Falconieri come sopra<br />
nell'aprile, palmi 33.i.o; avanti lo<br />
sbocco della cloaca Massima, maggior al-<br />
tezza metri 4-90> misure del cav. Linotte.<br />
JNeir estate quest' ac(|ue sono d' una<br />
temperatura ottima per bagni, che vengono<br />
reputati salubri ancora per le qua-<br />
lità minerali che gli si attribuiscono, in<br />
ìspecie per malattie <strong>di</strong> fegato, come leggo<br />
nel Guatlani. La sua tenìperatura nel-<br />
l'estate varia da' 1 8 a'24 gia<strong>di</strong> del termometro<br />
<strong>di</strong> Reaumui', e suol essere pili bas-<br />
sa della temperatura dell'aria <strong>di</strong> 6 a 2 gra-<br />
<strong>di</strong> circa. Da ciò risulta che il suo tepore<br />
è favorevole a quelli checoncoriono a ba-<br />
gnarvisi. Antichissimo è l'uso <strong>di</strong> bagnarsi<br />
nel Tevere, praticato dagli antichi romani<br />
tra gli esercizi ginnastici per essere destri<br />
nel nuotare e per fortificale le membra.<br />
Altresì gli antichi romani per semplice re-<br />
frigerio del corpo, per la sua nettezza e<br />
per la sua salubrità costumarono bagnar-<br />
si nel Tevere. Ban<strong>di</strong>ta la semplicità <strong>di</strong> tale<br />
uso, i citta<strong>di</strong>ni della romana repubblica<br />
cominciarono a fare i Jìagni (!''.) nelle<br />
casce nelle ville, formandoli privati e modesti,<br />
e poi sotto gì' imperatori lo smodato<br />
lusso li convertì in sontuosi e immensi<br />
e<strong>di</strong>fizi chiamati Tenne (P'.). per<br />
la splen<strong>di</strong>dezza delle quali le definì atto-<br />
nito Ammiano Marcellino: Lavaera in<br />
inodtiin jìioK'ineiiirìim exlriiclti. Il go-<br />
verno presente,aninchè i bagnanti si pos-<br />
sano giovare de'bagni nel Tevere, senza<br />
che ne sia compromessa la sicurezza pei-<br />
TEV<br />
sonale e la pubblica decenza, prescrive:<br />
I. "Dalle ore 8 antimeri<strong>di</strong>ane fino alle c)<br />
pomeri<strong>di</strong>ane è permesso in ciascun giorno<br />
agl'in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> sesso mascolino <strong>di</strong> prendere<br />
i bagni nelle capanne presso la Re-<br />
nella, presso s. Anna de' bresciani, e <strong>di</strong><br />
fronte al Porto <strong>di</strong> Ripetta. L'uso de' ba-<br />
gni presso la Renella e s. Anna è gratuito<br />
(per <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> Gregorio XVI emanata<br />
a'24 giugno 1837 per organo <strong>di</strong> mg/<br />
Ciacchi governatore <strong>di</strong> Roma, per rimuo-<br />
vere gli annegamenti accaduti miseramente.a<br />
quelli che non volevano spende-<br />
re e per recarsi in luoghi pericolosi): quel-<br />
lo <strong>di</strong> fronte a Ripetta importa una lieve<br />
retribuzione da sod<strong>di</strong>sfarsi a' proprietari<br />
<strong>di</strong> quellecapanne,a forma biella tarilFa ap-<br />
provata dalla Polizia. 2." Fuori dell'an-<br />
zidette capanne è proibito bagnarsi in altri<br />
luoghi lungo la riva del Tevere. S/E*<br />
vietalo l'uscire fuori de'recinti delle capanne<br />
per nuotare, come del pari il far<br />
transito dal capannone alle capannelle, o<br />
dall'una capanna all'altra. 4-° E' proibi-<br />
to condurre cani ne' luoghi destinati a*<br />
bagni. 5° I conduttori delle capanne sono<br />
responsabili della custoilia degli effet-<br />
ti de'bagnanti, non che del buon or<strong>di</strong>ne<br />
nell'uso de'bagni, e la forza de'gendarmi<br />
presta mano forte alle giuste requisitorie<br />
de' medesimi: inoltre la forza pubblica,<br />
anche me<strong>di</strong>ante scorridore lungo il Te-<br />
vere, veglia all'osservanza <strong>di</strong> queste pre-<br />
scrizioni. 6.°l barcaiuoli che trascorrono<br />
il Tevere devono tenersi in proporziona-<br />
ta <strong>di</strong>stanza da'locali de'bagni, onde noi»<br />
cagionare nocumento o molestia. I na-<br />
viganti inglesi danno le seguenti semplicissime<br />
istruzioni a tutti (juelli, che non<br />
sapendo nuotare,cadono sventuratamen-<br />
te nell'acqua, o vi si gettano appositamente<br />
per darsi la morte, e poscia pen-<br />
titi si vorrebbero salvare. Or<strong>di</strong>nariamen-<br />
te chi trovasi nell'acqua e tenta <strong>di</strong> uscir-<br />
ne, innalza le braccia al <strong>di</strong>sopra della te-<br />
sta; ma (juesto invece è il più certo mezzo<br />
d'immergersi nuovamente, e morire an-<br />
negalo. Innalzando le braccia fuori del-
TE V<br />
l'acqua la testa perde il suo equilibrio, e<br />
non essendo più contrabilanciala, <strong>di</strong>scende<br />
conseguentemente al <strong>di</strong>sotto. E" ne-<br />
cessario quin<strong>di</strong> tenere e raani e braccia<br />
sott'acqua, e muoverle in qualsiasi senso<br />
o <strong>di</strong>rezione, ed in allora la testa del sommerso<br />
s'irmalzerà <strong>di</strong> tantoché potrà respirare<br />
libera mente. Movendo poi le gambe<br />
come se camminasse, o meglio ancora<br />
come avesse a montare una scala, uscirà<br />
colle spalle fuori dell'acqua in modo,<br />
ielle potrà impiegar le mani per attaccar-<br />
si a qualsiasi oggetto cui per accidente si<br />
trovasse vicino, o gii venisse lanciato da<br />
chi fosse accorso sul luogo per salvarlo.<br />
L'uomo il pili debole, come anche il piìi<br />
timido, può mantenersi, usando un tal<br />
rime<strong>di</strong>o, qualche teujpo a fior d'acqua,<br />
finché possa essere soccorso. Un gran numero<br />
d'in<strong>di</strong>vidui caduti nell'acqua.consci<br />
i<strong>di</strong> detta istruzione, si salvarono la vita.<br />
Gli annegati nelTevere sono raccolti piamente,<br />
seppelliti e suffragati daWArci-<br />
confraternita <strong>di</strong> a. Maria dell' Orazio-<br />
\<br />
Ine detta la Morte, della quale riparlai<br />
nel voi. LVI, p. I i4- Il d.' Domenico RIorichini<br />
nel 182 I pubblicò in Koma: Let-<br />
: tera sopra il gas infìammahile del Te-<br />
vere. Il Crocchi col Riccioli percorren-<br />
! dola riva destra del Tevere nel luogo det-<br />
lo la Penna vide sorgere alcune bolle d'aj<br />
' na<br />
^ ri<br />
la riva destra una copiosa sorgente pres-<br />
so il Ponte Molle, altre molte fino al <strong>di</strong><br />
là del Praticello, sotto il bastione <strong>di</strong> Ca-<br />
stello presso la Legna ra, fra la Farnesie<br />
porla Settimiana,e due miglia fuo-<br />
<strong>di</strong> porla s. Paolo. Nella riva sinistra,<br />
al <strong>di</strong> là del Ponle Molle, nella riva della<br />
Penna, presso l'arco <strong>di</strong> Parma, fra que-<br />
sto e il Ponte s. Angelo, presso s. Giovan-<br />
ni de'fiorentini, presso la via dell'Arma-<br />
ta, sotto gli archi dell' arciconfralernita<br />
della Morte, lungo le rive del rione E.e-<br />
gola, presso il ghetto degli ebrei, porta<br />
Leone e la Salara. Non lungi dalla Foq-<br />
T E V 1.7<br />
tana d' Acqua acetosa scaturiscono molte<br />
vene <strong>di</strong> gas acido carbonico, che mi-<br />
neralizza quell'acqua acidula e salubre.<br />
Il E.iccioli osservò, che quasi tulle le sor-<br />
genti <strong>di</strong> gas infiammabile trovansi pres-<br />
so gli sbocchi delle cloache o ne'depositi<br />
d'immondezze, ove il fiume quasi rista-<br />
gna, e la corrente <strong>di</strong>viene debole e lenta:<br />
osservò anche cessare lo svolgimento del<br />
gas, quando il Tevere povero <strong>di</strong> acque ne<br />
lascia a secco le origini, le quali però an-<br />
che fuori <strong>di</strong> questo caso non sono peren-<br />
ni, ma intermittenti ad intervalli più o<br />
meno lunghi, tranne la più prossima a<br />
Ponte Molle, ch'è perenne. Quin<strong>di</strong> il dot-<br />
to Morichini con l'encomiata Lettera ex<br />
<strong>di</strong>ede l'analisi cliimica <strong>di</strong> questo gas. Diffonde<br />
il gas un odor <strong>di</strong> petrolio, che si e-<br />
stingue a lungo conlatto coll'acqua: ar-<br />
de con fiamma turchina debole: una mi-<br />
sura <strong>di</strong> questo gas con due <strong>di</strong> gas ossigeno<br />
detonano: parti eguali in volume <strong>di</strong><br />
gas del Tevere e <strong>di</strong> clorino si combinano<br />
con leggero fremilo, depongono il car-<br />
bonio in forma <strong>di</strong> polvere, e mostrano ga-<br />
leggiante una sostanza oleosa che rende<br />
odore <strong>di</strong> nafta: 100 pollici cubici <strong>di</strong> gas<br />
alla temperatura zero, e alla pressione <strong>di</strong><br />
76 centimetri, pesano grani 36.75 della<br />
libbra romana. Lo stesso gas intorbida<br />
l'acqua <strong>di</strong> calce, che ne assorbe il 4-° del<br />
volume, dunque contiene il 20 per 100<br />
ria, che facilmente riconobbe per infiarainabile,<br />
e continuando poi a visitare am- d'acido carbonico. In 100 misure <strong>di</strong> gas<br />
\<br />
bedue le sponde del fiume, rinvenne sul- racchiuse per 24 ore nell' eu<strong>di</strong>ometro a<br />
fosforo non avviene il menomo assorbi-<br />
mento; dunque non contiene punto <strong>di</strong> gas<br />
ossigeno. La quantità de'principii infiammabili<br />
del gas del Tevere fu dal prof. Mo-<br />
richini determinala per mezzo delle de-<br />
tonazioni col gas ossigeno nell'eu<strong>di</strong>ome-<br />
tro <strong>di</strong> Vuoila: egli non tenne conto del gas<br />
acido carbonico prodotto nelle detona-<br />
zioni. Dall'analisi del gas infiammabile<br />
del Tevere si ricava, the i principii co-<br />
stituenti il gas sono, gas idrogeno carbu-<br />
rato 55, percarburalo 2, gas acido carbonico<br />
25, gas azoto 18: in tutto 1 00. Le<br />
rive del Tevere sono composte <strong>di</strong> sabbia
I ; 8 T i: V<br />
liiiudaj jnegna cVavan/i tli coipi oigntii<br />
t:i deposti dall' inoncliizii ni, (itigli scoli<br />
dcllecloii<strong>di</strong>eeilugli scaiiilii doU'iitiiJuiu.<br />
dezzc: da ciò dee lipcrcrsi la fnrmazio-<br />
ne e lo svilnjipo dtl gas. Il d." IMoiicliini<br />
non crede the l'odore >pecinco nasca da<br />
lina sorgente <strong>di</strong> petrolio scoperta pies>o<br />
s. Maria in Trastevere, ma sospetta con<br />
fondamento, (he quest'odore pro[)rio <strong>di</strong><br />
tutti i gas inlìainmah<strong>di</strong> <strong>di</strong>penda da una<br />
debole cou.binaziune del gas acido carbonico<br />
col gas idrogeno pei cabinato. Molte<br />
rose si<strong>di</strong>sserosulla .scoperta. Alcuni sif or-<br />
inarono un idea cos'i gigantesca della (pian-<br />
tila delle sorgenti, e nientemeno formaro-<br />
no il progetto bizzarro <strong>di</strong> cavarne parlilo<br />
per illiin.inar la città. A!ti i biamaro-<br />
10 che ilTevei e f-seiizio, ed altre cose sogna-<br />
le. Colle cloache o acquedotti sotterra-<br />
nei e scolatoi comuni per ricevervi e sca-<br />
ricarvi nel Tevere l'immondezze e le la-<br />
ti ine, per dar scolo alle acque naturali e<br />
•)v\enlizie, alle piovane, delle fontane e<br />
<strong>di</strong> quelle che hanno servito all'ubo degli<br />
abilaiili.gli antichi romani fecero opere<br />
mera vigliose, facendole confluire nell'am-<br />
pio canale della cloaca Massima. Ui ipie-<br />
•«'a e delle cloache minori parlai a ho-<br />
%M ed a Strada. Gran<strong>di</strong>ssima è l'utilità<br />
<strong>di</strong>e il Tevere ha sempre portato alla net-<br />
tezza e salubrità <strong>di</strong> Roma, sì per l'assor-<br />
T E V<br />
bimcnlod'ogni specie d in)mondczze,clie<br />
per lo sfogo <strong>di</strong> tante acque. Abbiamo il<br />
uioto-proprio <strong>di</strong> Pio \\ , Ejti<br />
nclionis<br />
( 'fjiia inini inidìliariun TU e fis roncessns<br />
1,1 il lis alìuac ? /•//\, dato kal. jiin. i 563.<br />
Osservò il car<strong>di</strong>nal Moiichini, che i più<br />
vasti istituti de'po veri furono saviamente<br />
lucati lungo il fiume, poiché esso giova<br />
al!a nettezza e salubrità della città. Co-'<br />
uie lutti i fiumi, anche il Tevere è ricco<br />
<strong>di</strong> pesci (massime nel tratto che traver-<br />
sa Pioma, per l'abbondante nutrimento<br />
che vi trovano), i quali sogliono <strong>di</strong>vidersi<br />
in avventizi, perchè in epoche detcrmina-<br />
te vi passano dal mare, ed in in<strong>di</strong>^eui flu-<br />
viatili. 11 novero che ne fece il Mclchiorri<br />
è il seguente. Gli avventizi sono (princi-<br />
palmente). Lo Storione, Accipeuser stu-<br />
,/o;Nibby confuta l'opinione <strong>di</strong> quelli che<br />
Io credettero il pesce Lupus, mentre al-<br />
tri credono corrisponda all' Accipeiisci'y<br />
al Silarus e al Tursio degli antichi, ma<br />
senza certezza. Plinio ricorda come squi-<br />
siti i Z«f//J/^^ycc.y presi fra'd ne ponti Pa-<br />
latino e Sublicio. La Spigola, Pcrc^ Lc'<br />
/ /-tìrj;; Nibby <strong>di</strong>chiara sembrar chiaro per<br />
ogni riguardo, che il Lupus tibcrinus %\i\<br />
la spigola. La Laccia, Cuplca aiosa: no-<br />
ta Nibby che Pomponeo Leto e Platina<br />
(lederono corrispondere anch'essa al Lu-<br />
j)us. 11 Cefalo, I\higil ccphaliis. Il pesce<br />
Cane, JSutmiiis occUarius. Il Jozo, Gn-<br />
ìius ìiic;cr. Lo storione pel primo, per Li<br />
sua carne molto delicata e per lo s(piisilo<br />
suo sapore, forma la delizia delle mense<br />
montuose, e vi cresce smisuratamente fino<br />
al peso <strong>di</strong> più centinaia <strong>di</strong> libbre. Nel t.<br />
I S, p. I co AiAV Album <strong>di</strong> Roma si ripor-<br />
ta la figura dello storione comune, e la<br />
sua eru<strong>di</strong>ta descrizione secondo gl'ittio-<br />
logi. Ivi si <strong>di</strong>ce, che questo pesce marino<br />
prende il nome dalla sua abilu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> te-<br />
nersi in fondo all'arqua (con etimologia<br />
tedesca, onde è pur chiama to/>//y>/w/ Ce/'-<br />
inauuiu), (juin<strong>di</strong> abbandonalo il suo pio-<br />
Tondo ritiro marittimo, ama <strong>di</strong> salire a ri-<br />
Iroso de'gran<strong>di</strong> fiumi, per depoivi |. sue<br />
uova in primavera, ed ogni flmuiiua ne
T i: V<br />
noiiu ulineiio un inilioite del peau laluia<br />
eli 200 libbre. Qtiesle uova e il lalte dei<br />
maschi sono cibi multo sliuialijil cavia-<br />
le è composto <strong>di</strong> queste uovii. Nell'Est ne<br />
fu preso uno cht^ pesava 460 libbre, e fu<br />
il più glande de'piCM ne'fìunii d'Inghil-<br />
leita; ma nel 1 758 ne fu pescalo uno nel<br />
Tevere clie pesava 55o libbre, e venne<br />
presentalo al Papa dal duca <strong>di</strong> Carpineto.<br />
Ponlopidannu alleima, che in Norve-<br />
gia la lesta d'un solo storione dà spesso<br />
un barile d'o'io, e che si hanno pesci <strong>di</strong><br />
questa specie del peso <strong>di</strong> 1 000 libbre. Nel-<br />
l'antica Roma, a tenqjo deirimperatore<br />
vSevero, era tanto in pregio la vivanda<br />
dello storione, che la recavano a mensa<br />
donzelli coronali <strong>di</strong> fiori, e preceduti dal<br />
suono <strong>di</strong> musicali strumenti. I pesci nati-<br />
vi e pi opri del Tevere sono. Il B.irbo, C)'priiius<br />
harhus. La Regina, Carpio. La<br />
; Ca[)pone,<br />
;<br />
Scnix\A(\,Erjtlii'OpJìt(il/nuscoiius.h'A.nguilla,<br />
Murena anguilla. La Squale, Cy-<br />
priuus leuciscus. L'Alaiinoo Lattarino,<br />
Àtlìcrìna lu'psetus. Più copiosa è la se-<br />
guente nomenclatura de' pesci che si pe-<br />
scano nel Tevere, prodotta dal Cancellie-<br />
ri. Capidoglio, Bue, Canicula, Slurione,<br />
Ombrina, Tonno, Lecchio, Corvo, Spi-<br />
gola o Lupo, slimato il migliore, Cefalo,<br />
Orata, Dentale, Fragoline, Salpa, Sargo,<br />
Laccia, Triglia, Sauro, Tracir-<br />
ro, Scombro, Asino, iMerla, Boca, Gobio,<br />
Scropena, Perca, Occhiada, Rondjo, Pa-<br />
sna. Foglia, Ciarla o pesce s. Pietro, Torpe<strong>di</strong>ne,<br />
Ragia, Criigro, Muretia, Ago, An-<br />
guille, Lampreda, Frutta, Tinca, Luccio,<br />
Regina, Burbaro, Tolpo, Sep[)ia ,<br />
Cala-<br />
maio, Locusta, Ostriche, Salami. Trat-<br />
tarono de' pesci del Tevere. Paolo Giovio,<br />
Lihcllus ad Ludovicwn Dorboidum<br />
card.De roma/ds pi.9Cìbus,Bas\\eaei 5i f,<br />
i^Si, 1578. Ma il Giovio confuse insieme<br />
i pesci che vengono dal mare, con quei<br />
che si prendono nel Tevere. Fu trado'to<br />
in italiano da Cirio Zancaruolu, col tito-<br />
lo <strong>di</strong> Libro de' pesci roniaid, ed egre-<br />
giamente stampalo a Venezia nel 1 56o.<br />
(j\q. \ì\\.o\ì\o^ix\\.aì:a,Rcruni naluraliuni<br />
TliV .,9<br />
historiii, neiupc cpiadrupcdu.'H, insccto-<br />
ruf/ì, pisc.iunif varioru/mpie niariiioruni<br />
corporuni,fossilium,planctarwnexoticarum,<br />
ac pracsertini testaccoriun existcntiuiniii<br />
niusaeo Kirchcriano, Rotnae<br />
1773. Nel voi. LXIV, p. 57, parlai dell'antica<br />
prerogativa goduta sino a'nostri<br />
giorni da'magistrali Conservatori <strong>di</strong> Roma,<br />
<strong>di</strong> ricevere tutte le teste de'pesci gran-<br />
<strong>di</strong> che si pescavano nel Tevere, secondo<br />
la misura marmorea <strong>di</strong> Campidoglio, si-<br />
no e inclusive a' pesci lunghi 5 palmi e<br />
un' oncia. Di questo tributo municipale<br />
se ne pai la ancora nelWllìfiuìi <strong>di</strong> Roma,<br />
1. 1 8, p.2 39, riportandosi la seguente iscri-<br />
zione mai inorea che si legge a mezzo del-<br />
le scale del palazzo <strong>di</strong> delti magistrati.<br />
Capita Pisciwn-Coìi'iervatoribus Danto<br />
- Fraudeni ne committito - Ignorantia<br />
cxcusari ne ere<strong>di</strong>ta- Angelo Clavaria<br />
Francisco Cah'io - Curdo Sergar<strong>di</strong>o<br />
Coss.- Instaura tum et erectumMTevere<br />
h.ii suoi uccelli acquatici, come il Gaimo-<br />
ne o Gabbiano o Corvo bianco, Larus i-i-<br />
c/77>«/«rZ«.y, che appartiene alla famiglia de-<br />
gli Ai'cs Anscres, e da alcuni si confonde<br />
coIl'Ardea bianca oAcchiappa pesci. E'<br />
magro <strong>di</strong> corpo, con peone bianchissime.<br />
Svolazza pai ticolarmeute quando minac-<br />
cia la pioggia, nel mattino, nel giorno e<br />
sull'i mbi unir della notte, con torti giri,<br />
n:\tanle poi sulla corrente a fior d'acqua<br />
col rostro imbecca lamprede, roviglioni<br />
e altri pesci piccoli, che sono nella superficiedell'acqua<br />
per cibarsi. 11 cav. Andrea<br />
Belli ne fece la dccrizione in versi con<br />
note bibliografiche a p. 5i del t. 2 i del<br />
V Album <strong>di</strong> Roma. Aggiungerò, che i Gaimoni<br />
l'estate lo passano nelle spiagge del<br />
mare : nelle altre stagioni sono nel Teve-<br />
re, ma la sera partono pel mare, e dormono<br />
sopra gli alberi e cordami de' ba-<br />
stimenti, lasciati illesi da'marinari,perchè<br />
da certi loro segnali apprendono l'avvici-<br />
narsi della tempesta; dopo l'aurora fanno<br />
ritorna nel Tevere. Delle piante che cre-<br />
scono presso le rive del Tevere, si ponnr»<br />
vedere il Maralli, Plantaruni Romulac-,
I20<br />
TEV<br />
ci Satuiìiiar in Agro roinaiw cxlslin-<br />
//»/«, Romae 1772; e Sabliali, Synopsis<br />
plnntariini, quac in solo romano liixn-<br />
riantur, Fenariae 1745. Una sola isola<br />
ha il Tevere denlro la città, situala verso<br />
la fine clell'ubitato <strong>di</strong> qua dal Tevere, in<br />
mezzo a Roma, classica per l'oi igiue che<br />
accennai nel voi. LYllI, p. i4i 6192, e<br />
inegliu negli articoli che citerò, ove rac-<br />
contai come si formò e i monumenti che<br />
la resero celebre, ancocon obelisco che ri-<br />
cordai nel voi. XL\ 111, p. 182. Le biade<br />
de'Tarquinii ivi gettale formarono pro-<br />
babilmente una specie d'argine, <strong>di</strong>e ar-<br />
restando poi tutte le materie galleggianti<br />
the porta naturalmente il fiume, tali ra-<br />
duni a poco a poco composero un'isoletla,<br />
la quale vieppiù crescendo e coprendosi<br />
<strong>di</strong> boscaglia <strong>di</strong>ventò permanente: aiutala<br />
poi con soslruzioni artificiali <strong>di</strong> legno <strong>di</strong>e<br />
luogo a fabbriche sontuose, e quin<strong>di</strong> nel<br />
495 <strong>di</strong> Roma consolidala da muri coper-<br />
ti <strong>di</strong> massi <strong>di</strong> travertino, fu ridotta a fog-<br />
gia <strong>di</strong> nave in memoria <strong>di</strong> quella che a-<br />
vea traspoitato in essa il Dragone sagro<br />
<strong>di</strong> Esculapio. El)!je vari nomi, Tiberina<br />
dal fiumetlie la circonda; /óo/^/, dalla sua<br />
forma; Licaonia, dal tempio <strong>di</strong> Giove Licaonio;<br />
Sagra e à' E.sculapio, dal Tempio<br />
(VEsculapio (f' .) eretto dopo il 460<br />
<strong>di</strong> Roma;y/YZ zV//
TE V<br />
chiama!oyrTr
ii2 tì:v<br />
(Ic'moltissimi fiumi elicvi >Ij(jcoauo, [jar-<br />
ticolarnMUle il Cliiagio, la Paglia, la Ne-<br />
ra ed il Tevernne, che sono i 4 piincipa-<br />
li, [).inmet)ti si navigavano. Vi aggiiin>e<br />
3 <strong>di</strong>scorsi, ti uè de' quali sulle cause delle<br />
iiif>i)da7,ioni del Tevere ede'rime<strong>di</strong> loro;<br />
e l'altro de'rinie<strong>di</strong> per rinondazione del-<br />
la Chiana, con <strong>di</strong>versi nuovi [ìrogelli del<br />
medesimo, non meno che <strong>di</strong> altri, e halli<br />
da"p ù celebri autori. Dagli antichi stori-<br />
ci, fra' quali Dionisio d' Ahcarnasso, da<br />
Strahone, da Plinio il Fccchio, da Pli-<br />
nioil Giovane, che della navigazione del<br />
Teverene'Ioro tempi ci lascianjiio memo-<br />
ria, rilevasi clic il fiume con barche d'or<strong>di</strong>naria<br />
grandezza navigav;isi fino a Pon-<br />
teniiovo, e con piccoli navigli si rimonta-<br />
Ta fino a Città <strong>di</strong> Castello, ed anche vi-<br />
cino alle sue scalutigini con piccole bar-<br />
che, tranne restale. Questi navigli o pie<br />
cole b;irche erano semplici travate, sci i-<br />
veiido il naturalista, che la navigazione si<br />
elicti uà \'ii, fj-a/iil'us K'eriii.i.nìinin ralibus;<br />
te da'fiuuìi in esso influenti, e con isirin-<br />
gerlo in canali per mezzo <strong>di</strong> pa'afìtteove<br />
l'alveo avea soverchia laighezza, efrena-<br />
vasi all' opposto con de' sostegni ov' era<br />
liop[io rapido e pericoloso. !Ma colla caduta<br />
del romano intpeio, (jiiando Roma<br />
\\ì invasa dall'orde de'barbari <strong>di</strong>struggi-<br />
tori , il Tevere colla sua navigazione fu<br />
trascurato; e sebbene quasi in<strong>di</strong>spettito coi<br />
dannosi e funesti straripamenti cercasse <strong>di</strong><br />
richiamare a se la pubblica allenzionp,non<br />
fu se non dopo il corso <strong>di</strong> molli secoli, cioè<br />
all'uscire dalle barbarie, che si potè pre-<br />
stargli ascoltoje sventuratamente era trop-<br />
po lar<strong>di</strong>, poiché il <strong>di</strong> lui letto Irò vossi trop-<br />
po ingombro <strong>di</strong> melma e <strong>di</strong> materie ar-<br />
gillose, per cui non si poteva piìi rimon-<br />
tare che fino ad Oi te. Furono allora e sue-<br />
ces-ivamenie filli <strong>di</strong>versi piogetti per ri-<br />
uHioverue gli ostacoli, e ritoriiar'o navi-<br />
gabi'e insiuo a Ponleuuovo poco <strong>di</strong>si tri-<br />
te d.> Perugia. Il ricor<strong>di</strong>lo Dacci , mg.'<br />
T r y<br />
Ftoiic. ncIl*0;v//;o a Paulo 111, Lombar-<br />
<strong>di</strong> nel Discordo f,u\ rime<strong>di</strong> all'inondazio-<br />
ni il car<strong>di</strong>nal ,<br />
Biscia nel Discorxo sulla<br />
navigazione, il Bonini nel Tevere iurale-<br />
/iato, ed il Meyer nell'w/Vc <strong>di</strong> restituirò<br />
a Roma la tralasciata iiavigizionedel Te-<br />
vere, d;moslraronocon forti ragioni la ne-<br />
cessità, l'utilità e i mezzi opportuni onde<br />
<strong>di</strong> nuovo ricondurla a Pontenuovo.<br />
Sino da'tempi più rimoti il Tevere ha <strong>di</strong><br />
sua nalura soverchialo spi sso le sponde,<br />
e uscendo dall'or<strong>di</strong>nario suo alveo ha re-<br />
cati a B.oma danni gravissimi. Molli dei<br />
memorali e altri scrittori che in fine ri-<br />
corderò, impresei o a trattare delle cause<br />
<strong>di</strong> questo naturale fenonìeno e sul modo<br />
<strong>di</strong> jiorvi riparo. La maggior parte convengono<br />
nell'attribnire a doppia cagione le<br />
straor<strong>di</strong>narie escrescenze del fiume, cioè<br />
al vento<strong>di</strong> ovest, che alzando il livello del<br />
mare spinge le arene alla foce del Tevc-<br />
le, e respinge le sue acque innalzandone<br />
il livello. Ciò però avviene allorché i ven-<br />
ed aggiunge inoltre , che allorquando il ti meri<strong>di</strong>onali, veisando <strong>di</strong>rolle piog^ie,<br />
fiume era povero d'acque, queste gli si col loro tepore sciolgono le nevi ilelle vi-<br />
aumentavano coll'apcrlura delle raltenucine montagne. A queste due cause, bene<br />
spesso ri unite, voglionsi attribuire le inon-<br />
dazioni, che hanno tante volle coperta la<br />
sii|)er(ìcie del basso suolo della ciltà e del-<br />
le prossime campagne. Dice il Pascoli che<br />
le inondazioni ponno procedere: da piog-<br />
gie eccessive e da quantità <strong>di</strong> nevi sepia-<br />
gliale, per cui alzate le acque del Teve-<br />
re, e da'venli australi impe<strong>di</strong>te non po-<br />
tendo liberamente correre, sono costrette<br />
ad uscire dal Ielle e a <strong>di</strong>latarsi piìj o meno<br />
secondo l'eccessivilà dell'une e furia<br />
degli altri: dalle chiaviche o cloache, per<br />
le quali entrandole acque, e vers indo per<br />
le strade non ponno per la <strong>di</strong>segualilà dei<br />
sili dove alti e bassi, e dove larghi e stret-<br />
ti, ritornar tulle con quella facilità nell'al-<br />
veo, con cui ne uscirono; il che [ìrincipal-<br />
niente ve<strong>di</strong>amo nelle chiaviche presso la<br />
pi;!/7a (Il s. Lorenzo in Lucina, e presso<br />
il Pantheon, e nelle cantine, ad onta che<br />
queste e le delle o altir cloache sieno al-<br />
qujiiio <strong>di</strong>si mti dall'alveo del T«vere, il
TE V<br />
niMle per vie sullernmee v'insinua le sue<br />
ncque, e quali luoghi bassi escono a inon-<br />
lime anche i pianterreni e !c vie della cit-<br />
tà, ne'ricoidali e alti i luoghi: ilall'immon-<br />
ilezze che sovente per es>e gli si irasmet-<br />
fono, e per quelle ancora che vi si gettano<br />
per altre vie, che per le loro deposi-<br />
zioni lo fanno <strong>di</strong>segnale, e gli ritardano<br />
perciò il corso: dalla quantità de'molini,<br />
che vi sono sfati ralti,ea'ciini a suo tem-<br />
po con poca avvertenza: dalle scale, ler-<br />
racci pilastri, frantumi e avanzi <strong>di</strong> fabbri-<br />
che e <strong>di</strong> isolette, che contrastano il libe-<br />
ro corso all'acque: dall'inegualità degli<br />
orchi de' ponti, quando gli luii ne <strong>di</strong>geriscono<br />
Dìaggior corpo che <strong>di</strong>gerir non<br />
ponno gli altri, che incapaci a riceverlo<br />
lo respingono: dal poco numero degli ar-<br />
chi slessi, che al Ponte s. Angelo <strong>di</strong> 7 che<br />
ne avea, erasi ridotto a 3 e iji, restando-<br />
ne parte sotto il bastione<strong>di</strong>Castello, e par-<br />
te nell'opposta sponda. Non putendo per-<br />
ciò così ristretto ricevere quel corpo lar-<br />
go d'acque, che ha nelle piene da Ponte<br />
Molle al Teatro <strong>di</strong> Tor<strong>di</strong>nona il Tevere,<br />
ivi questo rincalzato dall'ui to <strong>di</strong> loro vio-<br />
lenza si spande per Roma. Da cpieslo sles-<br />
so <strong>di</strong>fetto, che hanno gli altri ponti fab-<br />
hiicati ne sili piìi stretti, tutto all'opposto<br />
<strong>di</strong> ciò che l'arte insegna, [)ouno proveni-<br />
rele inondazioni. Aggiunge il Pascoli, che<br />
dagli alberi grossi e da ali 11 legni che por-<br />
la la corrente, attraversandosi negli ar-<br />
chi de'ponti le impe<strong>di</strong>sce la velocità (seb-<br />
bet)e lungo l'alveo si vanno estraendo con<br />
lunghe cor<strong>di</strong>celle, talvolta fatali, per aver<br />
la forza e l'impelo della corrente strasci-<br />
nato nell'acque quegl' incauti, che se le<br />
legavano al braccio); altre cause essendo<br />
le frequenti piegature, tortuosità e an<strong>di</strong>rivieni<br />
dell'alveo, dove le acque urtando<br />
<strong>di</strong> petto sono costrette a retrocedere; le<br />
continue deposizioni, che fa la stessa cor-<br />
rente nel viaggio <strong>di</strong> abbondante ci età,<br />
ghiaia, fango,arena e altro che porta seco<br />
e la rendono più pesante. Altre cause da<br />
cui procedono rinouda/ioni, sono la <strong>di</strong>flicoltà<br />
dello sbocco de! la corrente nel ma-<br />
T 1: V 1^3<br />
re, per le conllnue deposizioni ricordale<br />
<strong>di</strong> cieta, arena, ghiaia e altro, e da quel-<br />
le che il mare vi spinge, non avendoessa<br />
forza <strong>di</strong> rigettarle; d;»! mare stesso che<br />
agitato imperversa e qual forte argine ri-<br />
tiene la corrente, obbligandola talora a<br />
procedere a ritroso. Essendo talvolta incomprensibilecome<br />
possa ilTevere all'im-<br />
provviso con violenza travasare, il Pasco-<br />
li vi riconosce un castigo <strong>di</strong> Dio, e ne ri-<br />
porta due esempi, unonell'agonizzar del-<br />
la repubblica romana, e per tale ricono-<br />
sciuto da Dione; l'altro sotto Pelagio l, e<br />
confessato per tale da Paolo Diacono, ed<br />
accompagnalo da non meno terribile /'i'-<br />
stih'iiza, nel quale articolo notai le pesti<br />
prodotte dall'inondazioni. Queste poiiuo<br />
succedere inaspettatamente senza tempe-<br />
ste, senza venti e senza eécesio d'acf[ue<br />
piovane, per non conosciute o incerte ca-<br />
gioni, ed inutilmente si ricorre alle cau-<br />
se naturali per filosofare. Conclude il Pa-<br />
scoli, che fallaci sono le osservazioni d'al-<br />
cuni, che pretendono prevedere le inonda-<br />
zioni dal ritiro degl'insetti che abitano le<br />
sponde del fiume; e che si deve tenere che<br />
più dalle narrate cagioni, che dall'acque<br />
della Chiana possanoderivare le inonda-<br />
zioni, il quale non è de' fiumi maggioii<br />
che influiscono nel Tevere. Dichiara Calindri,<br />
che da Pioma al marcia pendenza<br />
dell'alveo del Tevere è molto minore<br />
d'un palmo per miglio, camminando ia<br />
un letto <strong>di</strong> materie sottilissime. Ritiene<br />
che in un minuto secondo porta d^acqua<br />
metri 244-o554; e che il suo livello dal<br />
pelo basso del mare, in Roma è <strong>di</strong> metri<br />
I o. Opina che il Tevere danneggia R.onia<br />
e le campagne a<strong>di</strong>acenti, pel vento sud-<br />
ovest che vi domina, e molto più se s'in-<br />
contra r e[)Oca delle burrasche marine,<br />
poiché le acque del mare s'introducono<br />
nell'alveo Tiberino e ristagniino lo smal-<br />
timento delle acque dolci; e che egual<br />
danno vi reca lo scioglimento delle nevi<br />
apennine. Molto adoperaronsi gli antichi<br />
romani per liberare la città da (piesto fla-<br />
gello d'ogni tempo, e vari tentativi pia-
124<br />
TEV<br />
tieni ODO per irapeilirlo.Ebbei'operciò cu-<br />
ra Ji mantenere pi'ìucipalniente arginate<br />
le sponde del fiume, ed a quest'elFetto e-<br />
raviunpailicolcuemagislialOjCuiappar- teneva la vigilanza della cunseivazionedel<br />
suo alveo, e detto Curatorcs alvei et ripanna<br />
Tiberis. ReTaiquinio Prisco a-<br />
vea <strong>di</strong>visalo <strong>di</strong> cambiare il suo corso, <strong>di</strong>-<br />
\idendoIoin più rami. Gualtani <strong>di</strong>ce che<br />
il Tevere fu ralFrenato da' re, poi da A-<br />
grippa,e che Svetonio lasciò scritto avere<br />
Augusto purgalo <strong>di</strong>ligentemente e ani-<br />
pliato il suo letto: <strong>di</strong> più l'imperatore<br />
creò un apposito magistrato per averne<br />
cura SI dell'alveo che delie ripe, come del-<br />
le cloache della città. L' imperatore Ti-<br />
berio propose <strong>di</strong> deviare i fiumi che vi<br />
connuisconoe<strong>di</strong> f.uli correre altrove, ma<br />
il suo piogetlo andò a vuoto. Imperocché<br />
nana Tacito. 1 deputali del Tevere pro-<br />
posero in senato, se per ovviare alle piene<br />
fòsse da voltare altrove i fiumi ed i laghi<br />
ond'egli ingrossa. Si u<strong>di</strong>rono le ambascerie<br />
delle terre e colonie. Pregavano<br />
i fiorentini non si voltasse la Chiana dal<br />
suo letto in Arno, che sarebbe la loro ro-<br />
vina. Simil cosa <strong>di</strong>cevano que'da 7V/7//,<br />
che il più grosso terreno d'Italia andrebbe<br />
a male se la Nera si spartisse, come<br />
si <strong>di</strong>segnava, in più rii, e quivi si lasciasse<br />
stagnare. Gridavano que'<strong>di</strong> Ri<strong>di</strong>, non<br />
si turasse la bocca del lago Velmo , che<br />
sgorga nella Nera, poiché traboccherebbe<br />
in que'piani. Avere la natura provveduto<br />
alle cose de'mortali ottimamente, e<br />
a'fiumidaloi loro convenevoli fonti, cor-<br />
si, letti e foci. Doversi anco rispettare le<br />
religioni de' confederati, che consagrato<br />
hanno a'fiumi <strong>di</strong> loro patrie boschi, al-<br />
tari e santità. Lo slesso Tevere non vor-<br />
rebbe senza la corte de'suoi tributari fiumi<br />
correre meno altiero. Fosse il pregar<br />
delle colonie o la religione, vinse il già<br />
riportato parere <strong>di</strong> Fisone, che niente si<br />
mutasse. Pochi anni dopo 1' imperatore<br />
Clau<strong>di</strong>o fece scavare lesummentovate famose<br />
fosse, che dal Tevere couducevano<br />
l'acqua al Porto Romano, e da questo le<br />
TEV<br />
ponevano in comunicazione col mare, o-<br />
perazioneconfermata dalla ricordata bel-<br />
la iscrizione scoperta negli ultimi anni a<br />
Porto presso Fiumicino, ed ivi esistente,<br />
dove si <strong>di</strong>ce che con quelle fosse L'rheni<br />
inundatioiiis pcriciilo liberavi l. Più <strong>di</strong><br />
mezzo secolo dopo limperatore Traiano<br />
per impe<strong>di</strong>re le inondazioni ristabiPi il ca-<br />
nale destro alla foce del Tevere, che Clau-<br />
<strong>di</strong>o avea aperto onde procurargli un e-<br />
sito più facile, egli fece intorno una fos-<br />
sa iu cui scaricasse il supeifiuo, ma non<br />
bastò. Dice Melchiorri che si ricorse pe-<br />
rò sempre al migliore rime<strong>di</strong>o dell'argi-<br />
natura, ed in fatti sino all'impero d'Au»<br />
reliano (il quale, per quanto si ha da Vo-<br />
pisco, lo nettò <strong>di</strong> nuovo e gli fece in mol-<br />
ti luoghi sponde <strong>di</strong> muro, con che ancas-<br />
sò l'una e l'altra sponda, e cinse il fiume<br />
d'altissima arginatura, e così riparò Roma,<br />
inculcando a'C«/v/to/c.v la più attenta<br />
vigilanza sulle sponde), verso il 2." periodo<br />
della mela del secolo III, le sponde furono<br />
sempre mantenute e reitaurale, e<br />
così vennero minorati i perniciosi e terri-<br />
bili elfelti dell'eicrescenze, le quali se nei<br />
tempi posteriori <strong>di</strong>vennero maggiori, de-<br />
rivò dalla piica o ninna cura che si eb-<br />
be ne'bassi tempi dell'alveo e delle ripe.<br />
Le provvide cure de'Papi <strong>di</strong>ssiparono ne-<br />
gli ultimi tempi ogni timore<strong>di</strong> vedere ria-<br />
novali questi straor<strong>di</strong>nari e pregiu<strong>di</strong>zie-<br />
voli accidenti, a'qiiali, secondo Melchior-<br />
ri, si potrebbe ovviare del tutto se venis-<br />
se introdotto l'uso delle strade arginate<br />
lungo il fiume, a foggia delle città <strong>di</strong> To-<br />
scana bagnate dall'Arno, e <strong>di</strong> quelle d'ol-<br />
trcinonti. Altri però sono <strong>di</strong> contraria o-<br />
pinione, riflettendo al caso <strong>di</strong> rotture d'ar-<br />
gini, che avrebbero terribilissime conse-<br />
guenze; mentre le acque del Tevere nel-<br />
l'escrescenze, non trovando opposizione,si<br />
<strong>di</strong>latano gradatamente, e senza violenza<br />
hanno sfogo in una grande estensione,inassiine<br />
nel suburbio e nell'aperta campa-<br />
gna. Conviene riflettere, che ne'bassi tem-<br />
pi le inondazioni furono frequenti, e che<br />
ora Io sono meno, per essersi a bella pò-
TE V<br />
sta tìiveiilto il fiume in origine, cioè alle<br />
Chi.inein Toscana, operazione <strong>di</strong> cui in<br />
più luoghi feci menzione. Dice Gnaltnni,<br />
che sebbene si bada Plinio l'.illezza dellesueantiche<br />
sponde, pure gli allagamen-<br />
ti si riproducevano atl ogni [)iccolo incre-<br />
tnenlo d'acqua, giacché secondo lo slesso<br />
Gualtani , allora il piano della città era<br />
da 3o a 4o palmi più liasso dell'ali naie.<br />
Egli altres") crede che la maggior larghez-<br />
za delTevere sia dalle 5o alle 56 canne ro-<br />
mane,ene'siti più angusti 4o. La profon-<br />
<strong>di</strong>tà, con Plinio, la <strong>di</strong>ce non minore <strong>di</strong><br />
quella del Nilo, coll'esperienza déVObclisca<br />
J
I ?.G TE V<br />
nionlngne tulli i gran<br />
g;;i onde il Te-<br />
vere non tra-corr.T. e perciò può inipe<strong>di</strong>-<br />
re che quando le sue acque nouo altissime,<br />
queste sgonil)rino immantinente, e<br />
\adano velocemente al consueto destino,<br />
ma non è causa dell'inondazione delle medesime;<br />
perchè quando fosic così e (|uando<br />
il Tevere soverchiasse le sponde per un<br />
impe<strong>di</strong>mento dell' uscila, le acque ristagnerebbero<br />
ahneno, né trarrebbero seco<br />
loro le travi con impeto repentino; e l'Aiiiene<br />
prima <strong>di</strong> [)recipitarsi d.i Tivoli non<br />
si <strong>di</strong>laterebbe , come quasi simultaneainenle<br />
suol faie, per le terree pegli ampi<br />
sassi, il p.Boscovich, profondo matema-<br />
tico, .
T E\<br />
te, pn:ve coiivenÌLMUf aTratelIi <strong>di</strong> fonda<br />
II' mia cillìi pressoi! luogo ève bambini<br />
t'iaiio siali raccolti, vicino al fiume. In-<br />
sorta <strong>di</strong>sputa tra loro, Romolo uccise il<br />
fratello, e alla nuova città <strong>di</strong>e il proprio<br />
nome, formandola con circondare (h Mn-<br />
777, aperte da 3 Porte, il solo Jfo/i.tc Pa-<br />
Ialino, presso il fiume, gli stagni e la pa-<br />
lude. Mentre Romolo faceva la rassegna<br />
delle truppe in mezzo a un ori ibi le tem-<br />
porale, fu ucciso presso la palude ("iiprea,<br />
firmata da'depositi lasciati dal fiume in<br />
qnalclie escrescenza, con ristagni d'acque,<br />
e <strong>di</strong>poi fu colmata. Si questiona sul silo<br />
dtlla palude Caprea, e propendesi pe'<strong>di</strong>n-<br />
torni del Tenijìio del Paulìieoii, <strong>di</strong>e tuttora<br />
rimane la parie più bassa <strong>di</strong> Roma,<br />
come fan prova gli allagamenti quasi an-<br />
nuali del fiume. E si vuole che per tale<br />
tra<strong>di</strong>zione Agrippa eresse il sontuoso e<strong>di</strong>fìzio<br />
e le contigue Terme (I .).Y\e. Anco<br />
Marzio Cosimi il suddt;llo porto alla foce<br />
del Tevere, peiciò detto Ostia; e Taripn-<br />
iiio Prisco che gli successe <strong>di</strong>seccò la pa-<br />
lude del Velabio, coll'arginare il fiume<br />
e inalveare le acque sorgenti e le pluvia-<br />
li nelle cloache, perciò cominciò la costru-<br />
zione dflla cloaca Massima, e al Tevere<br />
fece quell'argine <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> massi, detto<br />
i:iilehrìfm Utiis. Così pel <strong>di</strong>seccaraento<br />
del Velabro che inondava le valli interme<strong>di</strong>e<br />
ai Monti Palatino, Aventino e Ca-<br />
pitolino, me<strong>di</strong>ante la mirabde costruzio-<br />
ne dell'ampia tioaca Massima; e per aver<br />
nstreìto 1' aeque del fiume, che da que-<br />
sto lato solevano maggiormente inonda-<br />
re le dette valli, restarono <strong>di</strong>fese le s[i()ti-<br />
dc con argini composti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> ma^•i <strong>di</strong><br />
pietra tagliala, onde ilalla bellezza della<br />
ripa e dal comodo che ne provenne fu del-<br />
la bel lido. La palude del Velabro [irima<br />
del <strong>di</strong>seccamento impe<strong>di</strong>va ia couiuniia-<br />
zione tra'detti monti, e peraudarvi occor-<br />
reva la l)arca. Loslaguo che avea [)reso<br />
il nome <strong>di</strong> lago Curzio, per l'avvenuto<br />
a Mezio Curzio nella pugna co'sabini, si<br />
narra che portentosamente poi si chiiise,<br />
quando si gettò nella voragine Marco Cur-<br />
TEV ,27<br />
zio. Ivi famoso fu puic il Iago <strong>di</strong> Giulur-<br />
na, presso il Te/npio <strong>di</strong> Castore e Poi-<br />
l ice. Da questi cennidunque ricavasi, che<br />
i |)rimitivi romani sin tlalla fondazione<br />
da'piimoi<strong>di</strong> dell'ingramlimento<strong>di</strong>Roina,<br />
si videro cinti da un fiume, da stagni e<br />
(la palude. Ma non vitlero il j)adre Te-<br />
bro venire co'suoi xortici nell'abitato, al-<br />
lagarci templi e le vie, consumarne le fondamenta,<br />
e scompaginarne rovinosamen-<br />
te le pietre. 1 consoli romani C.neo C,e-<br />
nuzio ed Emilio ÌMamerronel 890 <strong>di</strong> R.Oma,<br />
se Tito Livio non ha conosciuto le<br />
precedenti inondazioni, narra nel lib. 7,<br />
ch'essi furono i primi a vedere t danni, la<br />
violenza e l'imponente (orza ileiracf|ue<br />
tiberine, che allagarono tutta la ciltà. Nel-<br />
lospavento,stimandogli Dei irati, i conso-<br />
li istituirono nuovi sagrifizi, e poi procu-<br />
rarono ristorarne i daiineggiamenli. Anlicameiile<br />
il freddo <strong>di</strong> Lvoiiui era molto<br />
|)ÌLi intenso <strong>di</strong> quello che proviamo nel-<br />
l'inverno, poichèsi app' ende daLi vio, lib.<br />
5,1 3, che nello stesso secolo Urbino l'anno<br />
356 fu memorabile pel fieddo e ne-<br />
voso inverno, sicché le strade eianochiu-<br />
se e il Tevere innavigabile. E nell'anno<br />
482 pel fre<strong>di</strong>lo gelò similmente il Te^'e-<br />
re, perirono armenti per mancanza <strong>di</strong> pa-<br />
scolo, e si sccc irono molti alberi, come «si<br />
ha <strong>di</strong>ìFì-e\ufilì,SujK'jl./idLii'i:;nì,\\\). i5,5.<br />
Orosio racconta lai." inondazione <strong>di</strong> R.oma<br />
nel suo anno 5 12, in cui i littori ve-<br />
gliando sull'avanzamento 6 <strong>di</strong> Roma, a! nascer del'<br />
la luna il Tevere inondòtutta la ciltà, som-<br />
uierse le case,i templi, uomini e animali,<br />
i vigili annunziando con voce alta le ore<br />
per rimarcare il progresso dell'acque in-<br />
va<strong>di</strong>lrici, le quali si ostinarono sino al gior-<br />
no. EiiLroj)io si vuole clie parli d'iin'inon-<br />
ilazione del ^Sg; bensì Livio ;dtra ne re-<br />
gistra nel 540, nel lib. 1^. Il p. Riccioli<br />
gesuita che nel l. 3,lnd. 3 della sua Croi.oicgia,<br />
riporta l'inondazioni del Teve-<br />
."<br />
re, per !a i registrò quella del 890 ossia
128 TEV<br />
364 8""' avonli <strong>di</strong> Gesù Crislo; per la<br />
2.' quello del 54o,coiiispoiidL*nle all'an-<br />
no 1 i4 prima della venuta del Salvato-<br />
re. Essendo consoli A. Cotta e C. Servi-<br />
Jio, nell'anno <strong>di</strong> Roma 54>>, <strong>di</strong>cono il p.<br />
liiccioli e l'Alveri, che il Tevere crebbe<br />
a tanta allezza, che circondò i monti del-<br />
Ja città, per cui fu or<strong>di</strong>nato a'saceidoli<br />
du'religiosi romani, [)er 9 giorni che facessero<br />
sagrifìzi agli Dei. Livio nel lib. 3o<br />
descrive, che nel 552 <strong>di</strong> Roma, quando<br />
Cartagine ribellò, molti pro<strong>di</strong>gi apparve-<br />
ro per la campagna <strong>di</strong> Roma, fra'quali per<br />
le <strong>di</strong>rotte pioggie sorse il Tevere in ogni<br />
sponda, entrò con violenza nella città,<br />
riempi il Ciico Massimo, per cui gli spet-<br />
tacoli e le allegrie che ivi si celebravano<br />
a onore d'Apollo, si trasferirono fuori <strong>di</strong><br />
Porta Collina. Nel 557<br />
*-'' Ro'"a i'"'» f"-<br />
riosa inondazione del Tevere devastò le<br />
biade e i raccolti: altrettanto fece nel 5 58<br />
e nel 55f). In quest'ultiiua, riconosciuta<br />
anco dal p. Riccioli, <strong>di</strong>chiara l'Alveri, che<br />
il Tevere si alzò talmente, che rovinò la<br />
Porla Flaminia e molti e<strong>di</strong>fizi per tutta<br />
Ja città, onde furono rinnovati i sagri fi<br />
zi noven<strong>di</strong>ali e consultati i libri SibilU-<br />
iii. In questa inondazione e nella seguen-<br />
te che <strong>di</strong>rò, assai patirono gli e<strong>di</strong>fizi del-<br />
Ja contrada Argilelo,.Y
TE V<br />
lello alìbon<strong>di</strong>inte e altiero, il che super-<br />
sliziosainente pre<strong>di</strong>ssero gli augtiii per essere<br />
capitato e foituilameiite restalo un<br />
lupo nella città. Cadde il ponte Sid)licio,<br />
e per 3 giorni lioma piena d'acqua fu (pia-<br />
si navigabile. Nel 744*^'' Rooja l'inonda-<br />
zionefececadere il Teinpio<strong>di</strong> Pesta, trasse<br />
in rovina l'antica abitazione <strong>di</strong> re Numa,<br />
la quale congiunta al tempio forma-<br />
\a come un portico alle vestali ivi stabi-<br />
lite per la conservazione del fuoco sagro.<br />
Questo era il tempio alla falda del l^a-<br />
latino verso il Velabro, e <strong>di</strong>verso daliesistente<br />
rotondo Tempio <strong>di</strong> T està sul Te-<br />
vere. Ndjby con buone ragioni crede che<br />
il guasto fallo al tempio e alla reggia <strong>di</strong><br />
JVuma, ambedue poi consumati nell'in-<br />
cen<strong>di</strong>o Neroniano, sia stato operalo dal-<br />
le piecedenli inondazioni del ySo e 781<br />
<strong>di</strong> Pioma,<br />
Nell'anno seguente alla nascita <strong>di</strong> Gesù<br />
Cristo e 2.° <strong>di</strong> nostra, il Tevere inondò<br />
tutta la citlà con gran<strong>di</strong>ssima strage de-<br />
gli abitanti, per cui Augusto e il suo ge-<br />
nero Agrippa assunsero la magistratura<br />
<strong>di</strong> curatoli, e fecero quanto <strong>di</strong> già notai.<br />
Negli ultimi anni dell'impero d'Augusto<br />
un'inondazione assab la città, e fra gli e-<br />
<strong>di</strong>fiziche rovinò fu il ponte che il successore<br />
Tiberio poi rifabbricò. Nell'anno 20<br />
essendosi allagata la città sotto Tiberio,<br />
fu decretato in senato che si chiamasse-<br />
ro uomini periti, che rimovessero per l'av-<br />
venire la cagione <strong>di</strong> sim<strong>di</strong> danni. Nel 4l<br />
a tempo <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o fuwi altra inonda-<br />
zione; la quale si rinnovò regnando Ne-<br />
rone nel 56, <strong>di</strong>venendo Pioma quasi tut-<br />
ta navigabile, rovinando il ponte Subli-<br />
cio ch'era stato rifatto <strong>di</strong> legno, e pe'ri-<br />
stagni paludosi lasciati nella città vi fu<br />
pestilenza. Nel Q'Ò circa sotto Vilellio la<br />
veemenza dell'acque produsse gravi dan-<br />
ni. Più violenta ruisci nel 77 l'inondazio-<br />
ne all'epoca <strong>di</strong> Vespasiano, allagando le<br />
strade e i piani della città. Sotto il figlio<br />
Domiziano nell'US. Il Tevere nel io5 allagando<br />
le campagne e Pioma, fece conce-<br />
pire all'ottimo principe Traiano l'idea,<br />
VOL. LXXV.<br />
TEV .29<br />
per mezzo <strong>di</strong> uomini <strong>di</strong> grande ingegno,<br />
<strong>di</strong> scavargli una doppia uscita, ciò ch'egli<br />
aCapo due rami eseguì, proseguendo il ca-<br />
nale suo fino alla foce <strong>di</strong> Fiumicino, e fu<br />
chiamataFossaT'raiana.Neli iQenel i 27<br />
vide Adriano due voluminose sortile del<br />
fituiie: nella i." fu dubitalo che Pioiaa re-<br />
stasse lutla sommersa;nella 1." furono ab-<br />
battuti molti e<strong>di</strong>fizi della città: pare che<br />
anco neli 32 Adriano rivedesse questo ec-<br />
ci<strong>di</strong>o. Essendo imperatoi'e Antonino, per<br />
l'inondazione del tSg, egli sparse straor-<br />
<strong>di</strong>narie beneficenze sul popolo: il <strong>di</strong>sastro<br />
si ripetè neli4i e neh 5 1, come pure nel<br />
j6i , segnalando l'anno della morte <strong>di</strong><br />
quell'egregio imperatore. Molti scrittori<br />
registrano l'inondazione del 228 con a-<br />
nacronismo sotto Marc'Aurelio, il quale<br />
era morto nei 180. P>egnava Alessandro<br />
Severo, e perciò a lui si debbono attri-<br />
buire il merito della rie<strong>di</strong>ficazione delle<br />
<strong>di</strong>roccale case sul fiume, ed il ripurgo<br />
dell'alveo del Tevere eh' erasi riempito.<br />
L' Al veri, che pure nomina M. Aurelio,<br />
<strong>di</strong>ce che l'inondazione fu più terribile del-<br />
le precedenti. Dopo il 268 sotto Gallieno,<br />
e quin<strong>di</strong> sotto Macrino, il Tevere uscì dal<br />
suo letto, e nel 268 in tempo del i.*' l'Ai<br />
veri registra una pestilenza <strong>di</strong> Pcoma; ed<br />
altro contagio nel 3 i 5, regnando Costali -<br />
tino I che ridonò la pace alla Chiesa, e<br />
partendo poi da Pioraa preparò il seggio<br />
della sovranità lempoiale a'Fapi.Nel 867<br />
nel pontificato <strong>di</strong> s. Damaso I gran<strong>di</strong>ssima<br />
fu l'escrescenza del Tevere, e forse la<br />
maggiore <strong>di</strong> tulle le precedenti. Nel 4' i<br />
sedendo l'apa s. Innocenzo I l'inondazio-<br />
ne afflisse i romani : gli e<strong>di</strong>fizi restarono<br />
tanto danneggiali, che si temeva <strong>di</strong> reca-<br />
re soccorso agli asse<strong>di</strong>ali dalle acque.L'Al-<br />
veri riporta 1' inondazione ilei 497 sotto<br />
s. Anastasio 11, e la peste che si rimiovò<br />
nel 023 nel pontificato <strong>di</strong> s. Ormisda. Sino<br />
al 555 non vi sono memorie che del-<br />
la già deplorata sotto Papa Pelagio I, che<br />
supei ò le mura della città (quando si parla<br />
<strong>di</strong> mura superate dall'acque del Teve-<br />
re, iocredo doversi intendere le mura dei<br />
9
. 3o T E V<br />
'uoglii bns^i le mura meno alte, ovve-<br />
ro le mura che forlifìcnvano eargiiiava-<br />
uo le sponde del fiume, il che è più pro-<br />
liahile) e fu segnila dalla peste; pr)icliè<br />
iiarra l'Alveri che dal mare s'inlrfxlnsse<br />
in Roma nn dragone con una moliitn<strong>di</strong>-<br />
ne <strong>di</strong> serpenti, i quali restando ne'vicini<br />
li<strong>di</strong> e corrompendo l'aria generarono u-<br />
na spietata pestilenza. Nel ^70,essendo Papa<br />
Giovanni I II. rinondazione rovino gì an<br />
parte degli e<strong>di</strong>fizi; nel 586 a tempo <strong>di</strong> Pe-<br />
lagio 11, si rinnovò, per i <strong>di</strong>luvi d'accpia<br />
caduta, che sembravano aperte lecalaral-<br />
te del cielo; e l'annalista RinaUli all'an-<br />
no 5Sc) <strong>di</strong>ceche fu sterminala eseguila<br />
dalla peste, mentre s. Grrgoi io <strong>di</strong> Tnui s<br />
la descrive avvenuta nel novembre 588<br />
(daquantoleggonel Fea, questa pare una<br />
T." inondazione), e con tanla abbondanza<br />
d acqua, che caddero gli antichi e<strong>di</strong>fizi, ed<br />
ntterrati i granai della chiesa romana, andarono<br />
a male alcune migliaia <strong>di</strong> moggia<br />
<strong>di</strong> fiumenlo. La peste il santo i'altribui-<br />
sce ad una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> biscie, con un<br />
dragone gì osso come un grande trave, che<br />
dal liume portato al maie, essendosi af-<br />
fogali dall'acqua salsa furono ributtati al<br />
lido, e quin<strong>di</strong> produssero incontanente la<br />
luorìa delta dell'anguinaia, e il Papa stes-<br />
so ne fu vittima. Osserva il Rinal<strong>di</strong> che<br />
per dragone si deve intendere un gran .ser-<br />
pente boa, della quale specie lalvolla se<br />
ne videro ue'Iuoghi vicini al Tevere. An-<br />
i he Papa s. Gregorio I del ScjO parla <strong>di</strong><br />
delta inondazione, che passò sopra le mu-<br />
ra <strong>di</strong> Roma e gran paese allagò, e dell'm-<br />
lezione spaventevole. Calunniato s. Gie-<br />
gorio i da alcuni scrittori, i quali preten -<br />
dono essere stato autore della <strong>di</strong>slriizio-<br />
ne de'monumenti dell'aite pagana, ed'a-<br />
>er fallo gettare nel Tevere le statue e al-<br />
ti e sculture gentilesche, mallraltando gli<br />
«•<strong>di</strong>lizi pubblici donde le tolse, [)ercli('' i<br />
[>ellegiini che venivano in Roma a visiia-<br />
lei luoghi sniilij non si occu|)assero <strong>di</strong> ta-<br />
li magnifiche curiosilìi profuie e l.ilvolla<br />
scandalc>se, <strong>di</strong>viigfindosi dalla flivo7Ìone<br />
verso i sepolcri de'ss. Martiri, validamen-<br />
T E \^<br />
le fu <strong>di</strong>feso dal dottissimo Fea iìe!le3'o-<br />
{clic (lei Tn'crc. Citta<strong>di</strong>no e nobilissimo<br />
romano e illuminalo, già pieloie urba-<br />
no, s. Gregorio I sapeva bene le leggi ri-<br />
gorose per tener nello e piofondo il let-<br />
to del Tevere, in mezzo a un popolo sem-<br />
pre allaccatissimo alla conservazione dei<br />
pubblici ornamenti della patria, d'anti-<br />
chità e <strong>di</strong> belle arti, e sotto un impera-<br />
tore iracondo qual era Maurizio. Invece<br />
s. Gregorio I passando per le fabbriche<br />
sonluo^e e Tempio <strong>di</strong> Troiano (7 .), nel-<br />
i'ammirarle, si muoveva a pietà <strong>di</strong> (piel-<br />
l'impcralore, pensando alla sua anima, il<br />
Papa non si occupava che a provvedere<br />
il popolo <strong>di</strong> gì ai!o e d'altri capi <strong>di</strong> sussi-<br />
slenza, a risjircii e le mura della città , a<br />
<strong>di</strong>fenderla da'liingobnr<strong>di</strong> per 6 mesi, come<br />
padre esovrano <strong>di</strong> fitlo;giainmai pen-<br />
sò allo spoglio d' infiniti monumenti, a-<br />
vanzi della roQiana grandezza, ed all'i-<br />
gnobile idea <strong>di</strong> nietlerli soli' acqua, dopoché<br />
l'aveano risparmiali i barbari nel-<br />
la generale <strong>di</strong>struzione che operarono in<br />
Roma. Fu mos'^o il Fea a pubblicare le<br />
No^'illc del T'ri'f/r,che V Elfhiwri<strong>di</strong> let-<br />
terarie <strong>di</strong> Roma del 182 2, t. g, p. i2r,<br />
chiama breve trasunlo<strong>di</strong> più antico e'piìi<br />
dotto lavoro dell'autore e inserito già nel-<br />
la Disscrt. xtdle roviiìe <strong>di</strong> Hnnia, e. solo<br />
pubblicate nuovamente per <strong>di</strong>singanna-<br />
re il bel sogno caduto in mente d'alcuno,<br />
<strong>di</strong> pescare cioè nel letto del levere le immense<br />
ricchezze che vi sup[)ose giacenti,<br />
sì <strong>di</strong> arte e SI <strong>di</strong> tesori. Perciò l'onesto Fea,<br />
(piai commissario dell'antichità <strong>di</strong> Roma,<br />
levò alto la voce contro quelle vantazio-<br />
ni <strong>di</strong> ciurmatori, i cui animi eiansi riscal-<br />
dali dall'avi<strong>di</strong>tà de! bottino, ed a suo luo-<br />
go ne riparlerò. Quanto all'inondazione<br />
del 586, riferisce mg."^ Nicolai , che per<br />
le strabocchevoli pioggie patirono inondazioni<br />
quasi tulli i paesi d'Italia; il Tevere<br />
passò sopra le mura <strong>di</strong> Roma e som-<br />
merse le più gran<strong>di</strong> regioni, rovinando le<br />
pioggie anche il territorio Pontino. Altra<br />
inondazione rin)arcabile non troxosinoa'<br />
primi del 685 sotto s.Cenedello 1 1, la qua •
T E V<br />
le alliigò Ptoma con danno notabile degli<br />
;i!jÌ1;uiIì, i quali commiseralid;d Papafii-<br />
roiio da lui con ogni cai ita aiutati e sol-<br />
levali dal miseio vivere in cui erano ca-<br />
duti. Ne! 7 I 7 nel pontificato <strong>di</strong> s. Gregorio<br />
11, da cui poi incominciò la Sovrani-<br />
tà deroìnanìPontcfi(i(T'.),%\ allagò per<br />
5, ovvero come vuole ['latina per 7 gior-<br />
ni, tutto il piano della cillìi all'aUe/^ad'iìn<br />
uomo, con gran patimento degli asse<strong>di</strong>a-<br />
ti dall'acque, olire quello degli e<strong>di</strong>fizi e<br />
della campagna, incedendosi per la vasta<br />
Pioma navigando; in<strong>di</strong> fu pure misera-<br />
iiiente dal contagio travagliata. Narra Ri-<br />
nal<strong>di</strong>, che l'inondazione entrò [)er la por-<br />
ta Flaminia e in alcuni luoghi passò so-<br />
pra i muri che fortificavano la riva del<br />
fiume ; si propagò per le piazze oltre la<br />
basilica <strong>di</strong> s. Marco; per cui nella via La-<br />
la l'acqua si alzò una misura e mezza, e<br />
comprese ogni cosa dalla parte <strong>di</strong> s. Fie-<br />
li o sino a ponte Molle. Atterrò case,sra-<br />
ilicò alberi, gmisiò !a campagna e fece più<br />
altri danni. L'acqua tenne allagata R.o-<br />
ina 7 d"), facendosi intanto dal Papa continue<br />
orazioni e processioni; <strong>di</strong> che mos-<br />
so a compassione Dio, fece tornare il fiume<br />
entro al proprio letto. Nel 725 parimenti<br />
governando s. Gregorio II, il fiume<br />
debordò per la città e vi restò una settimana.<br />
Alcuni scrittori confusero i parti-<br />
colari <strong>di</strong> questa colla precedente inonda-<br />
zione. Nel 7 78, regnando Adriano!, il Tevere<br />
<strong>di</strong>rupò coll'allezza dell'acque <strong>di</strong> nuovo<br />
la porta Flaminia da' fondamenti, e<br />
allogò in un momento la città : rovi-<br />
nò molte fabbriche e il ponte Sublicio.<br />
Grande fu la carità del Papa, perchè col-<br />
le <strong>di</strong>ligenze da lui usate provvide all'an-<br />
gustie in che si trovavano i romani. In<strong>di</strong><br />
Adriano I Riaffililo nel 780 in veder Roma<br />
dominata dall'influsso <strong>di</strong> maligno<br />
contagio. Inoltre a suo tempo, trovo nel<br />
Lenglet, Tavolette cronologiche, che nel<br />
il 791 Tevere inon
,32<br />
TEV<br />
\ig!io), le toni sul Tevere rimasero nb-<br />
bniidonale, <strong>di</strong>sabitate, sprovviste ili ripa-<br />
1 i, e (ìnirono col cadere o con essere u-<br />
nile ad altre fabbriche. Lo slesso llinab<br />
<strong>di</strong> all'anno 856, governando Benedetto<br />
111, racconta che a"6 gennaio crebbe tan-<br />
to il Tevere che nsii da' suoi termini, e<br />
allagò Roma e la campagna, atterrando<br />
case e guastando biade, abbattendo e <strong>di</strong>-<br />
vellendogli alberi. A ore i o salì sulla chie-<br />
sa <strong>di</strong> s. Agata, copri quella <strong>di</strong> s. Silvestro,<br />
inondò hi pia7.7a della via Lata e nella sua<br />
basilica <strong>di</strong> s. Rlaria s' introdusse. Ascese<br />
poi al clivo Argentario, e coprì il porti-<br />
co <strong>di</strong> s. Marco. R.itiratosi il Tevere nel suo<br />
letto, per la grande umi<strong>di</strong>tà lasciata, poi<br />
venne la peste, che durò lungamente, producendo<br />
febbri e turando con flussione<br />
lei gola, levava prestamente la vita, onde<br />
vi fu gran mortalità. Nell'istesso anno un<br />
Terremoto (T .) scosse tutta la superfi-<br />
cie della terra. Di più leggo in Rinal<strong>di</strong>,<br />
che sotto s. Nicolò I il Tevere crescendo<br />
tlisor<strong>di</strong>natanientesi spande dentro e fuoli<br />
<strong>di</strong> Roma a'3o ottobre e a'27 <strong>di</strong>cem-<br />
bre 860 con gian<strong>di</strong>ssimo danno, quasi come<br />
l'inondazione accaduta in tempo del<br />
predecessore Renedetto 111. 11 Papa non<br />
lasciò <strong>di</strong> apportare i rime<strong>di</strong> conforme al<br />
bisogno. Deplorai nelle biografie de'Fapi<br />
Farinoso eStefano ^ //.l'inau<strong>di</strong>toebar-<br />
barooltraggiochequesti fece a quello; dopo<br />
averne vilipeso il cadavere lo fece get-<br />
tare nel Tevere nell'SQG. Eletto nell'i^gS<br />
Tror/o/o //e ritrovato da'pescatori il corpo<br />
<strong>di</strong> Formoso, lo restituì alla basilica Va-<br />
ticana , venendo salutalo col capo chino<br />
dalle Immagini che stavano nelle nicchie<br />
del tempio, IS'el (jjS il contagio afflisse gli<br />
abitanti <strong>di</strong> Roma, e ripullulò nel ioo3.<br />
Narra il p. Severano a p. 822, che nell'i-<br />
sola Tiberina l'imperatore Ottone 111 e-<br />
<strong>di</strong>ficò la chiesa <strong>di</strong> s. Adalberto e vi pose<br />
un suo braccio, e da Benevento preso il<br />
corpo <strong>di</strong> s. Bartolomeo apostolo e lascia-<br />
ta la sua pelle in quella città, e insieme<br />
al corpo <strong>di</strong> s. Paolino vescovo, li portò in<br />
Roma in della sua chiesa, la quale si co-<br />
T E V<br />
minciò a chiamare s. Bartolomeo, e rpie-<br />
slo stabilmente prefalse. Nel 1 i ')7 inondando<br />
grandemente il Tevere, fu il corpo<br />
<strong>di</strong> s. Bartolomeo trasportato dalle acque<br />
eritiovnto in una chiesa antica della stes-<br />
sa i^ola, lutto intero e senz'aver soilerto,<br />
e fu restituito alla sua chiesa. Tale mira-<br />
colosi rinnovò nell'inondazione del 1 5c)8,<br />
nella quale l'acqua che cingeva l'arca del<br />
corpo <strong>di</strong> s. Bartolomeo, non si accostò mai<br />
per alcuni palmi. Anticamente nell'isola<br />
Tiberina vi era la chiesa <strong>di</strong> s. Giovanni<br />
Battista, che bruciata da' vandali nel4ì5,<br />
rif-ibbricòPietro vescovo <strong>di</strong> Porto del46j><br />
cioè nel sito ove poi fu e<strong>di</strong>ficat-i la chie-<br />
sa <strong>di</strong> s. Giovanni Calibita: eravi pure ni-<br />
tra chiesa in onore <strong>di</strong> s. Maria, secondo<br />
il Gaetani, ma confutato dal p. Casimiro<br />
da Roma, ìMeinoric islorielic delle cìiic-<br />
se della provìncia romana, cap, 1 1 : Del'<br />
la chiesa e del com'cnto <strong>di</strong> s. Bartolomeo<br />
neir Isola <strong>di</strong> Roma, il quale bensì<br />
afferma che vi fu altra e <strong>di</strong>versa chiesa <strong>di</strong><br />
s. Maria con monastero <strong>di</strong> monache be-<br />
nedettine. Altre inondazioni non si trovano<br />
registrate sino a quella del pontifi-<br />
calo d'Onorio 111, per la furia delinqua-<br />
le cadde il ponte Palatino o Emilio, poi<br />
dello Rotto. Regnando l'imme<strong>di</strong>ato suc-<br />
cessore Gregorio IX, nel 1229 il Tevere<br />
inondò la città <strong>di</strong> maniera che si dubitò se<br />
dovesse restare sommersa,imperocchè Id-<br />
<strong>di</strong>o era sdegnalo contro i romani ribelli al<br />
Papa,che a veanocostretto<strong>di</strong> ritirarsi aPe-<br />
rugia. L'annalista Rinal<strong>di</strong> parla <strong>di</strong> questo<br />
manifesto castigo e del gran <strong>di</strong>luvio d'acqua<br />
che produsse la sterminata inonda-<br />
zione, cuuprendo sino i tetti <strong>di</strong> molte ca-<br />
se, onde parecchie persone alfogarono, e<br />
assai animali si annegarono, con immen-<br />
si guasti della campagna. Né con questi<br />
mali ebberofìnelecalamilà, perchè il fiume<br />
lasciò nella città una immensa quiiii-<br />
tità <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssime serpi, che morendo e<br />
corrompendosi, infestarono l'atmosfera <strong>di</strong><br />
pestifero morbo che fece Dìoltissime vit-<br />
time umane e <strong>di</strong> bestie. Umiliali i<br />
roma-<br />
ni invocarono perdono al Papa, e lo sup-
TE V<br />
plicarono a ritornale fra loro; ed egli be-<br />
nignauienlegli esaiiLPi.e donò loro gi'au-<br />
<strong>di</strong>ssiuiaquanfilù<strong>di</strong> fnnnenlo.Mi pare esa-<br />
gerato il riferito dall'Alveri, ciie la peste<br />
fu s'i atroce, che delie io parti degli uo-<br />
mini, una ne lasciò in vita. iNel i 280, governando<br />
Nicolò li l,il Tevere crebbequa-<br />
si all'ullirao segno con gran danno e spa-<br />
vento de'roiuani, poi travagliati dal con-<br />
tagio: l'acqua entrata nel Pantheon, ora<br />
Chiesa <strong>di</strong> .V. Maria ad Martyrcs, salì più<br />
<strong>di</strong> 4 pie<strong>di</strong> all'altare maggiore, per tanta<br />
altezza superando il pavimento. Dopoché<br />
a'5 giugno! 3o5 fu eletto il francese Clemente<br />
V <strong>di</strong> Guascogna, avvenne il fatale<br />
alla Chiesa eali'llalia trasferimento della<br />
residenza pontifìcia in Francia (non mai<br />
\aScde apostolica, come impropriamente<br />
vollero esprimersi taluni: la Cattedra<br />
<strong>di</strong> s. Pietro giammai fu trasportata da<br />
Roma sua propria e vera sede, in niun'al-<br />
tra parte), e poi in Avignone in Provenza,<br />
posto sulla riva sinistra del fiume Ro-<br />
dano, che originando nella Svizzera (f' .)<br />
scorre lungo le sue mura. Prima che il<br />
nuovo Papa avesse manifestato la strana<br />
sua intenzione, <strong>di</strong> preferire pel 1 ."tra'Punteflci<br />
le rive selvagge del Rodano, come<br />
le qualificò lo sdegnalo italiano Petrarca<br />
ammiratore delle grandezze <strong>di</strong> Roma,<br />
a' li<strong>di</strong> fortunati del Tevere, 1' avea beu<br />
penetrata il sagace car<strong>di</strong>nal Rosso Orsi-<br />
ni romano e decano del sagro collegio,<br />
quando gravemente <strong>di</strong>sse al famoso car<strong>di</strong>-<br />
nal <strong>di</strong> Prato, che tanto avea inlluitoall'e-<br />
lezione <strong>di</strong> Clemente V: Joi avete otte-<br />
nuto il vostro intento. Noi vedremo presto<br />
il Rodaiiojese io conosco bene igua-<br />
seonin per lungo tempo il Tevere non rivedrà<br />
i Papi ! Il Petrarca, gran poeta, <strong>di</strong><br />
spirito repubblicano, era stato condotto<br />
dal ghibellino padre colla famiglia a sta-<br />
bilirsi nella contea d'Avignone, ed ivi ai<br />
6 aprii»! 327 vide lai. ''volta la bella Laura<br />
<strong>di</strong> Provenza de'signori <strong>di</strong> Noves, ma-<br />
ritata ad Ugo Sade <strong>di</strong>morante in tal cit-<br />
tà. Ne restò [)olenlemente appassionato<br />
d'dlecito utuoie, e la iminorlalò co'suoL<br />
TEV i33<br />
celebri vej'si, vivente e dopo morta, che<br />
fu <strong>di</strong> peste nel 1348, nel giorno aimiver-<br />
sario in cui il suo fervente e costante a-<br />
niante 1' avea veduta per la 1.' volta. Pe-<br />
traica dovè soffocare un impuro amoi'e<br />
senza speranza, sfogandolo colla sublime<br />
sua poesia. Poiché Laui-a, sebbene in se-<br />
greto lusingata dagl'incensi del poeta, e<br />
dalla rinomanza perciò piopagatasi dall'ammiratrice<br />
Europa pe' versi del sommo<br />
vate, l'amoie de'suoi doveri pieval-<br />
se,e la cura <strong>di</strong> sua reputazione trionfò sempre<br />
tlella sua vanità. Le rese luminosa<br />
giustizia Io stesso Peliai'ca,nariandoi vari<br />
suoi sforzi per sedurla, e quelli cui fece e-<br />
zian<strong>di</strong>o inutdmente per combatteie e per<br />
soffocare il suo cieco trasporlo. Un tempo<br />
Petrarca per <strong>di</strong>aienticarla o per piangere<br />
i suoi amori, soggiornò nel vdlaggto <strong>di</strong><br />
Valchiusa presso Avignone, accanto alla<br />
famigerata per bellezze natui-ali e solitaria<br />
fontana <strong>di</strong> Valchiusa, che soige in unn<br />
delle due gran<strong>di</strong> caverne al basso d'una<br />
montagna, e poi forma il fiuuie Soi'ga,<br />
un bi-accio del rpiale attiaversa quasi<br />
per mezzo A.viguone. L' accademia d' Avignoneda<br />
ultimo ivi fece erigei'e un mouuniento<br />
in onoi'e del Petrarca e <strong>di</strong> Lau-<br />
ra. Or dunque, sebbene al Peti-arca fos-<br />
se <strong>di</strong>letto il soggiorno d' Avignone e lo<br />
vagheggiasse, italiano e ammiratoi'e del-<br />
le grandezze <strong>di</strong> Roma, a far cessai'e la ve-<br />
dovanza della chiesa romana, procui'ò col-<br />
la sua miiabile eloquenza e aurei vei'si,<br />
d'infiammare gli animi de' francesi Gio-<br />
vanni XXII, Benedetto XII e Urbano V,<br />
a restituire a Roma la papale residenza.<br />
Teuiporaneamente lo fece Urbano V, ma<br />
stabilmente e nel «Syy il glorioso Gre-<br />
gorio XI (a persuasione <strong>di</strong> que' servi <strong>di</strong><br />
Dio che celebrai all' articolo Avignone;,<br />
e per quelle cause che descrissi a Sede<br />
apostolica, a Roma e in <strong>di</strong>vei'si i-elativi<br />
articoli), il quale approdando ad Ostia,<br />
pel Tevere sbarcò a s. Paolo, e trionfante<br />
fece r ingresso in Roma. Uibano VI<br />
che gli successe nell'infausto iSyS, vide<br />
a'20 settembre il principio del lagrime-
34<br />
TE V<br />
vole Scis/aa, e 1*8 uovenibie Ki sp.tveii'<br />
lc\olc iiioiiilazioue del Tevere che si al-<br />
/'i> IO [jaliiii d;il jj'iaiio della piazza <strong>di</strong> s.<br />
Maiia su[jia IWineiva, nella cui facciala<br />
se ne vede la nietuoiia marmorea. Sic-<br />
..onies)i allribuì d nino del fiurne alle o-<br />
razioni <strong>di</strong> s. Caleiina <strong>di</strong> Svezia, coii co<br />
suoi storici nel voi. LXXI, |). 1 64, la <strong>di</strong>ssi<br />
avvenuta nel iSyg. A palmi 7 arrivò<br />
lu delta facciala, come si i'avvi!>a dalla la-<br />
pide, neir inondazione spaventevole del<br />
i4i 2,in cui era inllonia Giovanni XXI II.<br />
^el 1422, regnando Martino V,il Teve-<br />
re uscì imponente dal suo letlo, e il Pa-<br />
pa colla sua canti» accorse a riparare i<br />
lianni recaliairaflliUaciUà.Kipoi la Can-<br />
cellieri nelle Mciiwiic delle, .ss. Tede, che<br />
a'2 iiovendjie i438, sotto Euj^enio IV<br />
as>enle, perchè in barca pel Tevere eia<br />
fui;gilo dagl'insorti romani, perla gran<br />
pioggia crebbe il fiume e <strong>di</strong>e fuoii. iNelr.-i/
TE V<br />
miifico Agostino Chii;/, il quale uella log-<br />
g.ettii sul Tevere della Farnesina <strong>di</strong>e 3<br />
regi convili al Papa e a' car<strong>di</strong>nali e una<br />
sontuosa cena, nella quale i piatti d' oro<br />
e d'aigento appena serviti si gettavano<br />
liei fiume, lacculti però da una rete na-<br />
scosta. Il successore Adriano VI, eletto<br />
mentre trovavasi nella Sjjiigua, per mare<br />
apprudò ad Ostia, da dove pel Tevere<br />
sbarcò a s. Paulo e si portò in Roma<br />
neli Sii. In tal atuio stette <strong>di</strong> ghiaccio<br />
il Tevere 6 giorni, per modo clie sopra<br />
|;a->savano molte geuti, almeno verso Pe-<br />
rugia, come riporta il Bianconi nel bel-<br />
l'articolo su Deruta, che si legge a p, 2 i 7,<br />
I. 20 tMÌ'Alba/n <strong>di</strong> Roma, il Degli Ef-<br />
fi-tli, Memorie chi Soratte e de luoghi<br />
confi<strong>di</strong>li, tra le multe notizie.che reca sul<br />
Tevere e sua navigazione, a p. 228 dopu<br />
nvere riportato il pas>o <strong>di</strong> Livio: Lisi-<br />
gnis annns hieme gelida, et nivosafuil,<br />
adeo ut viae clausae Tiheris iniiaviga-<br />
lìilis fiierit. Annona ex convecta copia^<br />
nilul mutaK'itj <strong>di</strong>ce che da questo si rac-<br />
coglie, che la navigazione debba infen-<br />
dersi del Tevere sopra ad Orte, ch'è fa<br />
elle ad agghiacciarsi, massime verso Pe-<br />
rugia e To<strong>di</strong>, che dopo Orte per la vio-<br />
lenza della iNeraeTeverone non può suc-<br />
cedere, il virtuoso e grave Adriano VI,<br />
in<strong>di</strong>gnato dalle Satire (/ .) de' mordaci<br />
romani, che si attaccavano al famoso sinudacro<br />
<strong>di</strong> Pasquino, risolse <strong>di</strong> furio get-<br />
tare nel Tevere. Però uno de'suoi gli rap-<br />
presentò, che se avesse annegato nel fiume<br />
Pasquino, egli si farebbe sentire più<br />
forte e loquace delle ranocchie dal fondo<br />
delle loro palu<strong>di</strong>. E che i poeti, per na-<br />
tura male<strong>di</strong>ci, nel luogo del supplizio ogni<br />
cUiuo ne avrebbero celebralo la memo-<br />
ria, con lacerar la fama <strong>di</strong> chi or<strong>di</strong>uò il<br />
supplizio.Governando Clemente Vii l'in-<br />
fausto pontificato, 18 ottobre i 53o a ciel<br />
sereno e fuori d'ogni espettazioue si vide<br />
improvvisamente alzare \ì Tevere, e cosi<br />
seguitare a grande altezza, cl>e le geuti<br />
non avendo provvisioni da potersi sovvenire,<br />
pel recente furioso sacco <strong>di</strong> Roma,<br />
T E V 1 3 T<br />
tutte si trovavano in deplorabile pover-<br />
tà, e fu cagione che molli per le acque e<br />
altri per la fame morirono. Certauienlo<br />
fu una delle maggiori inondazioni, equan-<br />
to mai affliggeute e calamitosa: forse Ilo<br />
ma non sarebbe più,se non s'interponeva<br />
il patrocinio della B. V^ergine. Diverse me-<br />
morie riportò il Melchiorri, cioè quelle<br />
scolpite in marmo alla Minerva colla da-<br />
ta del ben teiribileinnulzameuto.e la misura<br />
dal livello del fiume palmi 3o.i,e<br />
dal suolo palmi 1 5; a Castel s. Angelo nel<br />
torrione a destra palmi 1 5; a piazza Navonaiy;<br />
al porto <strong>di</strong> Piipetta palmi 3o.6;<br />
e giunse per anco a coprire l'altare mag-<br />
giore della basilica de' ss. XII Apostoli,<br />
dopo<strong>di</strong>ché ne fi saviamente alzato il pa<br />
vimento. Altra iscrizione riporta Cancel-<br />
lieri nel Mercato a p. 21, collocata nel<br />
palazzo Caffuelli, poi Stoppani, a s. An-<br />
drea della Valle. Inoltre il car<strong>di</strong>nal Auto-<br />
nio del Monte a vendo fabbricato un pa-<br />
lazzo ove ora sorge il Palazzo Braschi,<br />
sopra la testa della statua <strong>di</strong> Pasquino po-<br />
se quell'iscrizione che riporta Cancellie-<br />
delle Notizie delle due famo-<br />
ri a p. I 7<br />
se statue d'un Fiume e <strong>di</strong> Patroclo, det-<br />
te volgarmente <strong>di</strong> Mar/brio e <strong>di</strong> Past/ui-<br />
no, nella quale si rammenta il lagrime-<br />
vole sacco <strong>di</strong> Pioma delijay, pianto (1<br />
no d.d Tevere, che colle sue iuonduziom<br />
giunse 3 anni do()o all' altezza della sta.<br />
tua <strong>di</strong> Pasquino. Leggo nel Laurenli,iS'/o-<br />
ria della <strong>di</strong>aconia e monistero<strong>di</strong> s. rigata<br />
alla Suburra, p.53, che Clemente<br />
VII tornando da Ostia VS ottobre i53o<br />
(ov'era andato a' 4 per prendere i\u po'<br />
d'aria, ma la mancanza de'viveri lo co-<br />
stiinse al ritorno in Pioma.obblig »to a ca-<br />
valcare colla corte sempre coU'acqui al-<br />
la pancia de'ca valli, come leggo in .Mium-<br />
tori), e non potendo portarsi al palazzo<br />
Valicano (uè in Castel s. Angelo, per tro-<br />
vare tutti i ponti o fracassati o coperti <strong>di</strong><br />
acqua), a cagione d'esser la città inonilala<br />
dall'escrescenza de! Tevere^ si fermò<br />
per dae giorni nel palazzo <strong>di</strong>aconale <strong>di</strong>
1 36 T E V<br />
Ili ricordanti riiiondazione furono poste<br />
all'altezza nella quale montarono le ac-<br />
que, cioè as. Giacomo degli spagnuoli in<br />
piazza rVavona a i<br />
7 palmi da terra; sul<br />
cantone della chiesa <strong>di</strong> s. IMaria sopra Mi-<br />
nerva; nella piazza del Popolo; e sopra<br />
la lesta del simulacro <strong>di</strong> Pasquino, poi<br />
tolta nella costruzione del palazzo Bia-<br />
schi. Nell'opera, Z.z7t7Y/i'i-'///R7/;. t. 2, leti,<br />
r.llima, scritta ad Alessandro de' Me<strong>di</strong>ci<br />
duca <strong>di</strong>Firenze e nipote <strong>di</strong>Clemente VII,<br />
si fa ladescrizione del <strong>di</strong>sastro. Il Tevere<br />
si <strong>di</strong>ce cresciuto tantoché andò per tutta<br />
Roma, e in alcuni luoghi l'acqua si alzò<br />
dal piano della strada 8 palmi più alta<br />
dell inondazione accaduta sotto Alessan-<br />
dro VI, la quale era stala reputata gran-<br />
<strong>di</strong>ssima. Le barche navigarono sino alla<br />
piazza de'ss. XII Apostoli, ed arrivarono<br />
jinche alle scale <strong>di</strong> s. Pietro. Quasi tutti<br />
furono sequestrati nelle case. Il danno fu<br />
gran<strong>di</strong>ssimo e sembrò un altro sacco. Si<br />
perde il vino nuovo e una gran quantità<br />
del vecchio; cos'i il grano, onde subito si<br />
TE V<br />
va iilla nuova tuagistratura, atlaltnndo i<br />
mezzi alle cose, e <strong>di</strong>cliiaiaiitlo un prelato<br />
[ler piesitleiile.E ({Ili aggi iiiig(iò,cl>e queste<br />
(lisposi'/.ioui<strong>di</strong>erono a tale azienda una<br />
maggiore regulaiilà, nell' economico e<br />
nel giu<strong>di</strong>ziai io; in<strong>di</strong> in iìcguitu si venne<br />
nei ò a conoscere, che i rapporti della na-<br />
vigazione del Tevere erano cosi connessi<br />
colla tesoreria apostolica pel commercio<br />
e approvigicniamento <strong>di</strong> Roma, che con-<br />
sigliavano ad adldtire in vece al prelato<br />
Tcsoiìi-ì'v ^cnrì'(iU'{f .) i lavori relativi,<br />
a/Ilnchèiohsero spe<strong>di</strong>tamente esegui li, spe-<br />
cialmente ne'particolari e tVeipieiiti biso-<br />
gni <strong>di</strong> urgenza. Si adottò quin<strong>di</strong> la sag-<br />
gia provvidenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre l'iiicumbenze<br />
della presidenza delle ripe, rilasciando ai-<br />
Ja medesima lu c(jngervazione delle mac-<br />
chie compresene! raggio <strong>di</strong> i 2 miglia dal-<br />
l'una all'altra sponda, da Orle fino a Fiu-<br />
micino, la promulgazione delle leggi re-<br />
lative alla navigazione,e l'attributo <strong>di</strong> giu-<br />
<strong>di</strong>care nelle contestazioni propriedel sog-<br />
getto; e si alìidò a mg.' tesoriere la cura<br />
del corso dell' ac(|ue e dello spurgo del-<br />
l'alveo, il tiro de'navicelli col mezzo de'<br />
bufali, e la custo<strong>di</strong>a delle ripe <strong>di</strong>ntelli-<br />
genza con mg.' presidente delle medesi-<br />
me. Per non interrompere quesl' argo-<br />
ntenlo, e non riparlarne che <strong>di</strong>cendo del<br />
secolo corrente, qui pure noterò che <strong>di</strong>-<br />
poi la presidenza delle ripe e del Tevere<br />
fu con ferita ad un prelato Cliicrico <strong>di</strong>ca-<br />
ìiicra {/'.), linchè Benedetto XIV <strong>di</strong>e la<br />
carica al chierico <strong>di</strong> camera presidente<br />
dell'acipie, co'titolie giuris<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> /vr-<br />
sìdfiitc si'f^i-cliirio delle ripe, ciuò segre-<br />
tario del suo tribunale, come leggo nelle<br />
NoLìzie dì Hoiiui a tutto il secolo decorso.<br />
Già i chierici <strong>di</strong> cameia nel [xjiitilìcato<br />
<strong>di</strong> Clemente Vili esercitavano l'u<strong>di</strong>zio<strong>di</strong><br />
presidente delle ripe, poiché trovo nel contemporaneo<br />
Lunadoro, Relutlone della<br />
Carte <strong>di</strong> Ro;im.» Del camerlengo <strong>di</strong> Ri-<br />
pa. Vi è ancora a Ripa granile un ntae-<br />
£trato solito darsi a un gentiluomo roma-<br />
no sotto il titolo <strong>di</strong> camerlengo <strong>di</strong> Ripa,<br />
tiuultì eseiciliij^iuiib<strong>di</strong>liuuc fiu'muiiuaii,<br />
TEV l^7<br />
per notiti assicurati ealtre simili <strong>di</strong>ffeien-<br />
ze, per condotture marittime, dal quale<br />
si devolve l'appellatione alla camera a-<br />
poslolica, a quel chierico al quale in <strong>di</strong>-<br />
slnbutione sarà tocco il presiilentato <strong>di</strong><br />
Ili|)a e Ripetla, et il medesimo cinetico<br />
tiene a Ripelta un giu<strong>di</strong>ce che ammini-<br />
stra giuslitia a'marinari e barcai noli che<br />
praticano in quel luogo, el il signor car<strong>di</strong>nal<br />
camerlengo destina nel medesimo<br />
luogo, con sua patente, un commissario<br />
sopra le legna, acciò non sia fitto frauda<br />
in piegiu<strong>di</strong>tio de'oompratori."ln appres-<br />
so il presidentato del tribunale delle ri-<br />
pe del Tevere non si esercitò per turno,<br />
ma per espressa nomina del Papa. Nella<br />
Relazione della Corte <strong>di</strong> Roma delcav.<br />
Lunadoro aecrcsciuta da Zaccaria , e<br />
pubblicata nel i 774> si legge. » Del chierico<br />
<strong>di</strong> cantera preside/ite alle Ripe ed<br />
alle Acque. Un prelato ha la presiden-<br />
za delle ripe, ed è giu<strong>di</strong>ce', or<strong>di</strong>nario de'<br />
mercanti <strong>di</strong> legna, carbone, vino, ec. e<br />
de' n»arinai, che trasportano pel Teve-<br />
re ogni sorta <strong>di</strong> mercanzie, ed è segreta-<br />
rio della congiegazione isliluila per gli, if-<br />
fari <strong>di</strong> questo tribunale. Egli mcde>iino<br />
sopranteiide alla conservazione ilelle fon-<br />
tane del <strong>di</strong>stretto e della città qual pre-<br />
sidente ancora dell' acque. Vi è pure la<br />
Co/tgrcfiazione dell' acc/ ne (f^-)-" Notai<br />
nel voi. LI V, p.2 i6, che a Fiumicino terminava<br />
la giuris<strong>di</strong>zionedel presiilentedelle<br />
ripe, e cominciava quella del commis-<br />
sario del mare, utlizio esercitato talvolta<br />
da un chierico <strong>di</strong> camera, tale altra dal<br />
tesoriere. Ritornando a Paolo Ili, ancli'egliebbea<br />
deplorare rinoiidazionedel Tevere<br />
nell 547 a' I 4 setteuibre, e la memoria<br />
<strong>di</strong>e si pose alla Minerva segua i 4<br />
palmi: fece incaloolabili d.uini e generali<br />
rovine. Sotto Paolo IV a'i j selteinbro<br />
15T7 il Tevere con danni notabili alla-<br />
gò Roma, che in parte furono rimossi «lai-<br />
la provvidenza <strong>di</strong> quell'accurato e <strong>di</strong>ligentissimo<br />
Papa. Rovinò il ponte Sena-<br />
torio in seguito detto Rotto, che Giulio<br />
lll<strong>di</strong>icceulcavcd rcìluuralo^l'uLqua saU
1 38 T E V<br />
(lai livello del fìuDìe palmi 3o.3, ei4 |J«1-<br />
lui dal suolo, come si legge iiell.i iapitie<br />
della JMiiierva. Dice il p. Casimiro da Ro-<br />
ina, the l'inondazioiie rovinò iiotahilmeii-<br />
te nell'isola Tdjeriiia la chiesa e il con-<br />
vento <strong>di</strong> s. Bai toloaieo, il cui corpo colle<br />
altre relicjuie furono trasferite con solen-<br />
i)i>sin)a pompa nella basilica Vaticana, e<br />
poi nella stessa chiesa liportateoon egua-<br />
le solennilà a 27 luglio i5Go. La chiesa<br />
perde il baltisterio e molle bellissiuìepit-<br />
Iure e musaici, e probabilmente ne avea<br />
anche la facciata. Imperocché leacque im-<br />
petuose corsero pure pe'clivi della città,<br />
e fecero ovunque memorabili guasti, colla<br />
niurte <strong>di</strong> iindla gente, un cupo orrore <strong>di</strong><br />
morte dominando la città; tutti tremanti<br />
e spaventali piangevano e si <strong>di</strong>sperava-<br />
no, calando nella nolle lumi dalle fine-<br />
stre per ntisurarne il desolalore innalza-<br />
mento. Per buona ventura l'inondazione<br />
successe appena fatta la pace per la guer-<br />
ra della Campagna romana, che descris-<br />
si nel voi. L\\ ,p. ^34, altrimenti con po-<br />
chi il nemico poteva occnpareRoma. Gl'ili-<br />
grati romani <strong>di</strong>mentichi delle gran<strong>di</strong> vir-<br />
ili e de'gran<strong>di</strong> beiielìzi <strong>di</strong> Paolo IV, con<br />
iu<strong>di</strong>iferenza lasci.irono che in sua mortegli<br />
ebrei, eia feccia del [lopolo mossa da un indegno<br />
partilo, obbrobriosamente facesse-<br />
ro in pezzi la statua erettagli dalla 1 icono-<br />
fccenza del senato e popolo romano, e ne<br />
gettassero la tesla alle vere, donde alcune<br />
pie persone la pescarono, per non ricor-<br />
dare altri infami oltraggi che riprovai in<br />
più luoghi. La sua memoria però fu re-<br />
integrala da'successori e dal tempo. A'3 i<br />
<strong>di</strong>cembre iDyi s. Pio V fu commosso in<br />
vedere il terroie de' romani, per la rinno-<br />
vata inondazi(;ue, scorrendo il possente e-<br />
leuiento impetuoso per la città; egli però<br />
pieno <strong>di</strong> fiducia neda misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio<br />
e negli /Ignus Dei benedetti, che la Chie-<br />
sa avea sosliluito alla pagana Stincr.sli-<br />
zioiic, fece gettarne uno da un arcivesco-<br />
vo, e ciò fallo il Tevere incontanente re-<br />
trocesse nel suo alveo. Quin<strong>di</strong> il benigno<br />
Papa tulio (pianlo si <strong>di</strong>e a ristorare gli<br />
T E V<br />
abitanti de' patiti e gravi danni, con ge-<br />
nerosi aiuti. Gregorio XllI si recò a Ci-<br />
vitavecchia coU'inlen<strong>di</strong>inenlo <strong>di</strong> formare<br />
un alveo navigabile pel Tevere, ma per<br />
consiglio degl'idraulici ne abbandonò il<br />
<strong>di</strong>segno; laonde rivolse le sue cure a ri-<br />
stabilire il ponle Senatorio, ora denomi-<br />
nalo Rotto. Il meu)orabde pontificato <strong>di</strong><br />
Sisto V fu anche segnalalo dall'inonda-<br />
zione a'4 novembre 1089, e si ripetè a' 10<br />
e I I dello stesso mese, un palmo d'acqua<br />
<strong>di</strong> piLulcll'inondazione<strong>di</strong> Paolo IV, e nella<br />
via deirOiSo una lapide accenna a palmi<br />
IO da quel suolo. L'Angeloni, Historia<br />
<strong>di</strong> Tcr/ii,p. 229 e seg., <strong>di</strong>scorre del Nera<br />
che cade nel Tevere e lo rende vieppiù<br />
navigabile, e de' suoi pregi, e <strong>di</strong> quanto<br />
fece Clemente Vili neh' ingran<strong>di</strong>mento<br />
della Cava Curiana, acciò il V^elino e la<br />
iN'era non pili nuocc'isero a'reatini e a'ternani,<br />
né alle inondazioni <strong>di</strong> Roma, me-<br />
<strong>di</strong>ante un ponle regolatore. Ouanto fece<br />
Clemente Vili [>erchè le acque del Velino<br />
e della iSer.i introdotte nel Tevere,<br />
non potessero rinnovare le fUali inon-<br />
dazioni, lo celebrai a Rieti e Terni, on-<br />
de imjìL<strong>di</strong>re nelle gran<strong>di</strong> escrescenze la<br />
piena dell'acque. Reduce Clemente Vili<br />
in Roma a' 20 <strong>di</strong>cembre 1598, ilall' a-<br />
ver preso possesso del ducato <strong>di</strong> Ferra-<br />
ra, riunenilolo al <strong>di</strong>retto dominio della<br />
santa Sede, il suo giubilo e quello de'romani<br />
loslo si converti in pianto. Per le<br />
incessanti pioggie e per la veemenza del<br />
vento meri<strong>di</strong>onale, per cui fu impe<strong>di</strong>to<br />
lo scarico del fiume nel mare, a'24 <strong>di</strong>cem-<br />
bre terribile inondazione spaventò tutta<br />
Ruma, e nel giorno <strong>di</strong> Natale quasi tutta<br />
la città era solt'.icipia, compreso le parti<br />
più nobili, non essendovi memoria <strong>di</strong> sì<br />
sterminata inondazione, la quale superò<br />
8 j)almi la maggiore delle precedenti dd<br />
i53o: altri <strong>di</strong>cono che salì a palmi i 5 dal<br />
suolo, e l'Alveri contemporaneo <strong>di</strong>cei 5 e<br />
mezzo al muro della Alinerva.ln questo la<br />
Iapidesegnapalini3 r.7 dal livello del fiume:<br />
a liqjelta palmi 3:>..6.Ca<strong>di</strong>lero nuovamente<br />
due archi del ponte Palatino Sena-
'1 E V<br />
l()rii;,uic>l pinnlalosiiH) cliiH'tjiigine e per-<br />
ciò '^einprt; bersaglio tlcil' inuxilo tlell'e-<br />
sciesccnze,e ogni volla le ripaiaziuiii non<br />
eiiiiioiinscite solide abbasl.uizajcfn allo-<br />
ra [)ro|)iiameuleclieclilje il nome ili fiotto,<br />
nt'ieliè cos'i restò sino a'nosd i giorni. Gii<br />
«[iisoilii del <strong>di</strong>saslio lacerano l'animo, va-<br />
cillando crollanti le case, percuotendone<br />
l'onda le porle; le campane suonarono a<br />
stortno [)er avvisare il Ireuienilo fl. igeilo,<br />
e deplorabili ne fmvnio le consegnen/e.<br />
Perirono nella città e nella cani[)agiia <strong>di</strong><br />
Roma" 1 5oo persone alTogale, cioè nella<br />
I. '700, nella 2. 800, oltre le [)ei ile <strong>di</strong> fa-<br />
ine. Morì nn numero gran<strong>di</strong>ssimo <strong>di</strong> be-<br />
glianie, rovinarono e<strong>di</strong>lizi, si <strong>di</strong>spersero<br />
imn.ensa (luanlil.'i ili clletli, ili merci, <strong>di</strong><br />
vtllovaglie. Maggiorsliagenon poteva fi-<br />
re il più crudele >aci lieggio nnlilare. Cletneiite<br />
Vili, d'animo grande, c(jn esem-<br />
plarissima carità si apjilicò a soccorrere<br />
IMontamente i<br />
bisognoai, ed a provvede-<br />
le agl'iniuinierabili danni, e per poco nel<br />
jjoigcre gli aiuti non vi peiì su dello pcjii-<br />
te li nipote car<strong>di</strong>nal l'ielro iVldobrandmi,<br />
In<strong>di</strong> colla bolla M<strong>di</strong>ius Domìiii^ de' 2 3<br />
gennaio 1 ^99, Bull. Ro<strong>di</strong>, t. 5, par 2, p.<br />
a';)0, attribuindo piamente questo <strong>di</strong>sa-<br />
stroso castigo a'peccati degli a!)i(aiiti, esor-<br />
tò tutti alla compunzione e alla penitenza,<br />
alle opere sante e alle preghiere nelle ba-<br />
siliche <strong>di</strong> s. l'ielro e <strong>di</strong>s. Alarla IMaggio-<br />
re, nelle quali egli slesso inlervenne co*<br />
car<strong>di</strong>nali, colla [irelalura e con tutta la<br />
corte ponti llcia. Di questa mondazione ab-<br />
l)iamo:l'aoio liciw^Ji-.corso primo .sopra<br />
V inondazione del Tevere, UoiuaiSgg;<br />
Discorso secondo, liuiiia ( ^99. JacouD<br />
Castiglione, A7/7//o//r//M70w del Teve-<br />
re, Roma 1599. Andrea Bacai, Del 'Te-<br />
vere nitro rpuirto con un sommario <strong>di</strong><br />
in^.r Lodovico Goniez <strong>di</strong> tutte l'inonda-<br />
zioni dalprincipio <strong>di</strong> Roma, sino al i 53o,<br />
aggiuntevi raltre sino a(pu'st ultima del<br />
I 599. lloma I 099. Marsiglio Cagliali,A;<br />
Tilicì-is inundalione me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong>.yiutatio,<br />
Roinaei.'}99.Giusei)pe Castalio, Tyberis<br />
inuiulalioanid .Ui>/;c,lloiuue i )y9.Gra-<br />
ThV .3y<br />
zie a Dio, tulle rinondazioiii seguite dopo<br />
(pu'sta infelicemente memoranda, furono<br />
<strong>di</strong> poco moinenlo o <strong>di</strong> as-.ai meno fu-<br />
neste conseguenze per llouia e suoi a-<br />
bitanli. Nel ponlincato <strong>di</strong> Paolo V a'2<br />
gennaio 1G06 iisù dal suo ietto il Tevere<br />
e crel)l)e a 9 palmi ; l' allagamento<br />
produsse spavento, ricordevoli tutti della<br />
rovinosissima recente inondazi^jiir, ed a'<br />
danni accorse al riparo il maguanimoPou-<br />
teficc. L'operato da Paolo V a Fiumici-<br />
no, c(»l <strong>di</strong>visauieulo <strong>di</strong> nìigliorare la na-<br />
vigazione del Tevere, l'in<strong>di</strong>cai superior-<br />
mente: ingrandì e restaiiiò lecloacheche<br />
conducono l'iiumoiidezze al Tevere, eoa<br />
notabile ulilità dell'aria <strong>di</strong> lloma. liife-<br />
lisce Degli Ellelli, <strong>di</strong>e Paolo V incaricò<br />
Onorio Lunghi a proporre riuie<strong>di</strong> per l'i-<br />
nondazione <strong>di</strong> R.oma, senza il pregiu<strong>di</strong>-<br />
zio <strong>di</strong> sua navigazione, e <strong>di</strong> esso si ha: Discorso<br />
del Tevere, della sua inondazione,<br />
e suoi rime<strong>di</strong>, .Milano 1G07. Aggiun-<br />
ge l'opinamento del prelato allora vivente<br />
Discia, poi car<strong>di</strong>nale, che cavandosi il let-<br />
to del fiume, reso più ca[)ace d'acqua, ser-<br />
virebbe non poco a impe<strong>di</strong>re le gran<strong>di</strong> i-<br />
noiidazioni <strong>di</strong> lioma, e che ristrettoli lei'<br />
lo vicino a Perugia, duvesi <strong>di</strong>lata, si gua-<br />
ti igiierebbe mollo [)aese sterile e arenoso<br />
alla camera apostolica. Ampliando Paolo<br />
V il Palazzo apostolica Quirinale col<br />
uionaslero de'benedeliiiii, iliè loro il P^-<br />
pa in compenso il palazzo <strong>di</strong> s. Calisto, e<br />
una barca sul Tevere pe'lrasporli alla basilica<br />
<strong>di</strong>s. Paolo. Rrgo uidoUibanoVIII,<br />
due volle il Tevere inondò Roma, a'23<br />
febbraio 1628, e vi è meinoria alla .Mi-<br />
nerva <strong>di</strong> palmi G;ed a'22 febbraio iGBy,<br />
a Ripetta essendo segnalo palmi 26.6.<br />
L' Mveri <strong>di</strong>ce della 1 .'che laciltàelacauipagna<br />
in gran parte fu messa sotto acqua<br />
per la velocità e (|uanlilà dell' inondazio-<br />
ne, ed il Papa<strong>di</strong>èordmi prudenlissinii per<br />
<strong>di</strong>miiiuiie i patimenti dagli asse<strong>di</strong>ati dal-<br />
l' acque, facendoli con caritaievole <strong>di</strong>li-<br />
genza provvedere <strong>di</strong> vitto e <strong>di</strong> (jnanto!)isogna<br />
vano. Nel 1 G47 a'7 <strong>di</strong>cembre o a'24,<br />
bollo luuuccazu X,il Teveiecuopiìilsuu-
4o T E V<br />
1<br />
lo <strong>di</strong> riiizza ]Vai'ona[ne\ quale articolo<br />
parlo tleirinoiulazioiie che si f,i nelle fe-<br />
ste d'agoslo coll'acqua <strong>di</strong> sue fuiilaue, e<br />
<strong>di</strong> alile inondazioni eseguite coli' acque<br />
<strong>di</strong> fonti in altri luoghi della città), ov'e-<br />
gli stava innalzando qi
T E V<br />
nn!e e i principi Altieri pni-pnti « lei Pa-<br />
jTi a interveiiiivi, licevendoli in delle a-<br />
l)i( i/ioni adornate con [ìompa. Ad e'«si,<br />
lalle dame, a'cavalieri ed ,'dtii pci>oiiaggi<br />
! fece <strong>di</strong>stiiljiiire un magni fico e copioso l'in-<br />
ifiesco <strong>di</strong> frulli can<strong>di</strong>ti, conf«lhiie e be-<br />
|Vande <strong>di</strong> latte e acfpie gelale soavissime;<br />
per cui il collega tng.' Coslagnti cliierico<br />
<strong>di</strong> cameia , in segno <strong>di</strong> particolare con-<br />
tento, recitò un elegante epigramma in<br />
llode (li Roma , con allusione al simbolo<br />
ihoina rcsui-i^cns, impresso nelle meda-<br />
glie <strong>di</strong> Clemente X. Proibì uiollrc Inno-<br />
cenzo XI la caccia della biiflda che facevasi<br />
11(1 fiucne per la festa <strong>di</strong> s. Bartolomeo,<br />
considerandola altra inconveniente [)ro-<br />
fallila, e si eseguiva rimpeltoal ponte Rot-<br />
to sul terrapieno sostenuto tlal muro. Per<br />
particolari <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> giul)ilo tal-<br />
volta si fecero corse <strong>di</strong> barche velocissime<br />
spinte da'iemigaiili dal ponte s. Angelo<br />
al ponte vSislo, con pallii in premio<br />
al vincitore [)iii celere; come fu praticalo<br />
per la nascila <strong>di</strong> Luigi XiV dall' amba-<br />
sciatole d'Kstrée, con coi se <strong>di</strong> cavalli pei*<br />
j<br />
la strada («iiilia ove abitava, luminarie e<br />
le fuochi d'artincio. Nel mezzo del Teve-<br />
I nauti<br />
re fu fabbricala una sontuosa e ornata<br />
macchina, rappresentanle la famosa nave<br />
d'Argo con Giasone e gli altri eroi argo-<br />
che recavaiisi all'accpiislo del vello<br />
d'oro in Coleo. Dopo gli alternali suoni<br />
I<br />
! <strong>di</strong> trombe e tamburi, che ripercuotendo<br />
nelle ripe del fiume formavano bellissi-<br />
I mo eco, si fece una splen<strong>di</strong>da luminaria,<br />
la quale ridellendo nell'onde, sembrava<br />
I un lucido specchio e rappresentava un'al-<br />
tra nave. Imli seguirono per due ore graziosi<br />
fuochi artifiziali, concorrendovi una<br />
moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> popolo, che cadendo ta-<br />
luno per la calca nel Tevere, faceva ri-<br />
dere e temere. Una comme<strong>di</strong>a in musica,<br />
cantala nel palazzo dell'ambascialore, <strong>di</strong>o<br />
termine agli spettacoli.<br />
IVella Sltìiid iV [iiiìorcìizo AY/. ripor-<br />
ta il Novaes,che nel i(Jf)5, dopo un orri-<br />
bile terremoto de' i o giugiio,che riempì <strong>di</strong><br />
spavento e danneggiò la provincia del Pa-<br />
T E V I i r<br />
triinonloeliioghi convicini, palìRoma una<br />
straor<strong>di</strong>naria inondazione del Tevere.cbe<br />
si <strong>di</strong>slese per le campagne propinque con<br />
danno notabile delle i'ibbriche e del be-<br />
stiame, e fu poi cagione <strong>di</strong> fiera epide-<br />
mia, per la quale molta genie si rifugiò<br />
in IU)mn, sperando aiuto dal Papa, che<br />
pa<strong>di</strong>ede'poveii lo iliè sollecito e copioso.<br />
Avendo il Papa fallo costruire nella via<br />
Flaminia una passonata avanti la villa <strong>di</strong><br />
Papa Giulio, sopra il Tevere in <strong>di</strong>fesa del-<br />
la via, furono jìubblicafe queste due o-<br />
pere. Carlo Fontana, Discomn sopra le<br />
cause dell' inondazioni del Tevere nn-<br />
tietie e moderne a danno <strong>di</strong> Roma, e del-<br />
l'insussistente passonatafatta avanti la<br />
villa <strong>di</strong> Papa Giulio per riparo della<br />
via Flaminia , Pioma i6f)6. Francesco<br />
M.'' Onorati, ^Ipolos^iu jwr la passonata<br />
fatta, sopivi il Teverefuori <strong>di</strong> porta del<br />
Popolo in <strong>di</strong>fesa della strada Flaminiay<br />
con la <strong>di</strong>ssertazione <strong>di</strong> Cornelio Me-<br />
jer.Wottìiì i6r)8.Clemenle XI quando nel<br />
I 700 celebrò l'annosanlOjConsagace previdenza<br />
or<strong>di</strong>nò che soUo il ponte s. An-<br />
gelo vi fossero sempre pronte alcune bar-<br />
chette persoccorrere cpulli che per lii cal-<br />
ca potessero cadere nel fiume recandosi<br />
o venendo da s. Pietro; utile provviden-<br />
za che salvò quelli the realmente vi pre-<br />
cipitarono. ISel declinare del 1702 il fiume<br />
alzò le sue accpiea palmi 19 e 8 linee<br />
da quella linea interme<strong>di</strong>a che scorre a-<br />
vanli il Si-pnlcro d'yhi!^iis/o,ova atdìlea-<br />
tro e ne riparlai a Teatro, tale essendo<br />
la memoria segnata a llipelta. Clemente<br />
XI per sollevare il popolo dalla miseria<br />
cagionala da taleslraor<strong>di</strong>naria inomlazio-<br />
iie, che per più giorni allagava Roma, fe-<br />
ce moltissime orazioni e si recò pei ciò nel-<br />
la chiesa <strong>di</strong> s. Maria in Traspontina. JN'el-<br />
r atto che compartiva la bene<strong>di</strong>zione al<br />
popolo accorso, l'acqua in poche ore si ri-<br />
tirò nel fiume, non senza meraviglia, che<br />
ben rimarcò il suo biografo Lalìleau. Clemente<br />
XII per rendere fertile ilteriilo-<br />
torio delle Chiane ilivenulo palude, e si-<br />
tualo presso il lago Trasimeno <strong>di</strong> Perù-
1-12 T E V<br />
gif/ e Cì(ti) (lilla rUvc (r.), ove il Cliìa-<br />
nn e la I';iglia imltoccann nel Tevere, va-<br />
le a (lire ne' confini dello stato papale e<br />
(Iella Tosiana, e restiliiir\i la saliiUriìà<br />
dell'alia, vi niaiidò nel i "-o^n tale elfeilo<br />
mg/ Gin. Gaclaiin Boi lari col dolio geometra<br />
Euslachio jMnnfif<strong>di</strong>, ed anche a<br />
visitare il Tevere da l^erii"ia sino aH'im-<br />
boccaliiia della Nera, per rendei lo navi-<br />
gabile. per cui poi si pul)blicò<strong>di</strong>essi:Z?(^//e<br />
cagioni e (h''rimi'(lii (leirinotiflnzioni del<br />
Ti'\-erc. Roma 1746. Dollari fece aprire<br />
un fosso fino al Tevere pei- 14 miglia, e ottenne<br />
la bonificazione della palude. Quanto<br />
al remlere il Tevere navigabile da Roma<br />
fnio a Perugia, come per lo antico,<br />
la <strong>di</strong>nicollà dell'impresa non permise a<br />
Cleuieiile^wll il'inliaprendei la.lXell'istes-<br />
so anno a'6 maggio si attaccò il fuoco a<br />
un castello <strong>di</strong> !< giia sid'a rijia del Teve-<br />
re vicino alla porta del Popolo, pel (piale<br />
in 12 ore lesiò consunta la legnaia ivi e-<br />
sislenle con circa 60 case a<strong>di</strong>acenti. Il Pa-<br />
pa sovvenne 4000 persone clic nella <strong>di</strong>-<br />
sgra7Ìa restarono senza abitazione, e in<br />
cpiel luogo fececo.strnire nn gran<strong>di</strong>oso cir-<br />
cnilo <strong>di</strong> muro per conservarvi le provvi-<br />
sioni della legna che vi si conduceva pel<br />
fiume, facendo api ire ^ino alla porta una<br />
via più comoda, che prese il nome <strong>di</strong> Ri-<br />
pa del Fiumej a' no-lri giorni ridotta a<br />
passeggiata con alberi e se<strong>di</strong>li, quando<br />
Giegfjiio XVI per ovviare siffatto infor-<br />
Ionio Ira^feiìil recinto della legiinra fuo-<br />
ri <strong>di</strong> della porta, e coslrin nell'aie;i <strong>di</strong>e<br />
l'occupava un ampio e<strong>di</strong>ficio in forma d'e<br />
iniriclo, nel (piale hanno stanza l'accade<br />
mie pontifìcie <strong>di</strong> s. Luca e <strong>di</strong> s Cecilia.<br />
]Vel ly^o celebrando Benedetto XlV \\<br />
giubileo universale, restò afililto dall' i-<br />
nondazione, che nella memoria <strong>di</strong> Ripet-<br />
ta è segnata in palmi q.8. Il successore<br />
Clemente XIII fece espurgare il Tevere<br />
nel 1763 a vanliiggio della navigazione,<br />
e tuttora nella zecca pontifìcia si con>>er-<br />
va il conio della medaglia perciò liattula<br />
con l'epigrafe: Na\-igatioiic Tyhci-is Jlrsli/iita.<br />
Da un lato vie l'efligie del Papa<br />
1- 1: V<br />
in piviale e triregno: dall'altro fu e5]ir('s
•<br />
I ; MIO<br />
T E V<br />
commissario il govnnnlore rli<br />
l'i I iiLMa monsignor Ferratile Lollredo, e<br />
]Hi matematico il can. Pio Patitoui. 1\t<br />
i:i suri parte Leopoldo 1 iiomiiin percoiii-<br />
riiis»aiio il marcliese Benvenuto Benve-<br />
nuti, per matematico (Imseppe Ferroni,<br />
V per ingegnere G iusi-ppe Salvetli, utii-<br />
taiiMiileal p. l'eytinger «Ielle scuole pie,<br />
(111 (l'ipo il lungo governo <strong>di</strong> rettore dei<br />
jio Tolomei <strong>di</strong> Siena, passò a pro-<br />
ile della provincia <strong>di</strong> Toscana. Tutti<br />
.,..< ^li vaienti professori stimarono il prò-<br />
gelld <strong>di</strong> somma nlilità e<strong>di</strong> sicma riuscita;<br />
ti. a <strong>di</strong>ce il ISOvacs, non fu condotto ad ef-<br />
fVlIo, lutloclièanibo le alle parli ne aves-<br />
sero il maggior, imppgtio. Leggo però poi<br />
11(1 prezioso Dlzioiuirin della Toscana,<br />
i44<br />
TEV<br />
lente del Tevere, e per es^n si rese ac;e-<br />
voleiiitiocliii re le iniiiesolto l'acqua, con<br />
lispaiuiio notiibilissiino <strong>di</strong> spese, onde terminala<br />
quest'impresa in poco piìi <strong>di</strong> 6 me-<br />
si, venne a sgravarsi la camera apostolica<br />
dell'annua s[)esa, che si richiedeva perla<br />
manutenzione deirnilro ramo del Teve-<br />
re , a<strong>di</strong>acente alla clausura degli E/irci<br />
(^.). Menlre Pio Vii Irovavasia Pari-<br />
^i. ai fel)l)raio I 8o5, e non altrimenti,<br />
il Tevere allagò due terze parti <strong>di</strong> Pioina,<br />
come riferisce il Novaes, e la memoria <strong>di</strong><br />
Ivipelta segna palmi i/^.d, o metri i ^.4.2.<br />
Demolì il suddetto muro ov'è ora la fon-<br />
lana, e le gra<strong>di</strong>nate del Porto Leonino.<br />
Leggo nel Pistoiesi, Vita <strong>di</strong> Pio VII, t.<br />
I, p. 240, che nell'assenza del Papa i romani<br />
nel I 8o5fuiono danneggiati dall'acque<br />
del Teveie, che inondarono i sotter-<br />
ranei, le campagne, le strade, e molte ca-<br />
se della cillà, massime a'2 febbraio; in<strong>di</strong><br />
per r intercessione della B. Vergine <strong>di</strong>-<br />
Tuinuirono, avendo snpeialo l'inondazio-<br />
ne deli G86. In tale calafiiilosa circostan-<br />
za i<br />
magistrati fmono zelanti nel sussi<strong>di</strong>a-<br />
re colle barche e portatori le povere fa-<br />
miglie isolate, che ne'Iuoghi più bassi tro-<br />
\avansi in mezzo all'acque; e si pubbli-<br />
carono opportuni provve<strong>di</strong>menti dal go-<br />
vernatore (li Roma mg/ Cm'alcliiìii a'i<br />
febbraio, da'chierici <strong>di</strong> camera mg/ Locaiclli<br />
presidente delle strade a' 3, e da<br />
mg/ Naro presidente delle ripe n5. In-<br />
<strong>di</strong> si associò il fondato timore della peste<br />
suscitatasi inLivorno <strong>di</strong> febbri bilioso-ma-<br />
ligne, onde 1' energico car<strong>di</strong>nal Consalvi<br />
segretario <strong>di</strong> slato e capo del governo, pre-<br />
se tutte le precauzioni per impe<strong>di</strong>rne la<br />
comunicazione »iel pontilicio dominio, e<br />
stabilì un cordone satiilario. Con partico-<br />
lari descrisse l'inondazione l'Arlaud, SlO'<br />
ria <strong>di</strong> Pio 1 II, 1. 1 , p. 3G8. Dice che co-<br />
minciò al principio <strong>di</strong> febbraio i8o5, per<br />
aver il Tevere straripato a'3 1 gennaio, e<br />
cagionò a r>oma <strong>di</strong>sastri e gravissimi dan-<br />
ni. iNon conviene con (jucTisici che opinavano<br />
cagian;Ui questi straripamenti<br />
dall'azione de'veuti sud-ovest nella due-<br />
T E V<br />
zinne dell'i mboocatura del fiume nel ma-<br />
re fra le torri Cìementiua e s. Michele,<br />
che fauno risalire le acque del Tevere e<br />
impe<strong>di</strong>scono la foce del mare; cagioni che<br />
nega perle molteplici sinuosità del corso<br />
del Tevere da Roma a Porto , solo am-<br />
nieltendo per la vera causa dell'inoiula-<br />
zioni la frecpienza delle pioggie nella par-<br />
te ov'egli nasce. Osservò co'propri occhi,<br />
che in una notte tutto il quartiere<strong>di</strong> Ripetta<br />
rimase coperto d'acqua, eia campagna<br />
opposta rassomigliò ad un altro<br />
am[)io fiume. Il Tevere travolgeva nelle<br />
gonfie sue acque alberi, masserizie, carri<br />
e bestiami coltiairimprovvisonellacainpngua<br />
(solite devastazioni). Desolati i se-<br />
questrali abitanti della via dell'Orso (al-<br />
tra parte assai soggetta all'inondazionecomethè<br />
vicinissima alla ripa), fu mir.ibile<br />
spettacolo vedere il car<strong>di</strong>nal Consalvi in<br />
porpora , coraggioso e acciò ninno fl)sse<br />
<strong>di</strong>menticalo, su fragile barchetta porlar<br />
loro quel pane che anelavano e da tulli be-<br />
nedetto; esempio che non tardò ad esse-<br />
re imitalo da altri romani, e tutti gareg-<br />
giarono in zelo per assistere gl'infelici a-<br />
bitanli bloccati dall'acque, fi a'quali pie-<br />
no <strong>di</strong> nobile ardore si <strong>di</strong>stinse il giovane<br />
principe d. Francesco Aldobran<strong>di</strong>ni in<br />
provvedere i suoi famigliari abitanti nel-<br />
l'a<strong>di</strong>acenzedel suopalazzoljorghese,elulli<br />
gli abitanti delle vicine contrade. L'ottimo<br />
Aria ud lodò i capi del governo pe'pra-<br />
licati alti d' umanità, e la piìi pericolosa<br />
missione <strong>di</strong> portare il pane a 1000 e più<br />
conta<strong>di</strong>ni chiusi ne' villaggi suburbnni,<br />
accompagnata da e<strong>di</strong>ficanti ecclesiastici.<br />
L'atmosfera era abbastanza chiara, e ad<br />
ore24de'2 febbraio un grido generale <strong>di</strong><br />
gioia e <strong>di</strong> speranza salutò il 1 ."sintomo <strong>di</strong><br />
decremento; ma il fiume ch'erasi alzalo<br />
pahni 24.65 come dalla memoria <strong>di</strong> Ripet-<br />
ta,nel ritirarsi lasciòcomesenqireun gran<br />
se<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> creta e <strong>di</strong> fango denso e mal-<br />
sano, che prontamente fu tolto e gettato<br />
nell'alveo del fiume. L'allivitàdel car<strong>di</strong>-<br />
nalConsalvi riparò tosto ogni <strong>di</strong>saslro,e fe-<br />
ce <strong>di</strong>stribuire vari soccorsi <strong>di</strong> denaro. Il
T E V<br />
PnpnafnitlissìmoinPaiigi<strong>di</strong> talcnlamit*i,<br />
restò poi consolato quando conobbe l'o-<br />
perato dal previdente ministro, e si feli-<br />
citò in possederlo. Anclie l'ab. Bellonio,<br />
nella Coìitiimazione della storia dclrri-<br />
stincsiino, nei t. r, p.i 92, volle ricordare<br />
pra il pelo del mare, e recò non pochi dan-<br />
ni. Nel 18 12 fu fondata in R.oma l'illu-<br />
stre e tuttora fiorente accademia Tiberi-<br />
na, cui mi pregio appartenere,laqua!eha<br />
per impresa la figura del Tevere corona-<br />
to d'alloro, con im ftscietto <strong>di</strong> spighe nel-<br />
la mano sinistra, e l'epigrafe ^t/Z/t'/vV/.y^/c<br />
alleva poscit opem. L' imprime nel ro-<br />
vescio col nome del presidente e l'anno<br />
della fondazione dell'accademia, nelle 3<br />
annuali niedaglie, che dopo d' averle u-<br />
niiliate al Papa che regna, <strong>di</strong>stribuisce a'<br />
membri del consig'io,e <strong>di</strong>spensa ai Saccademici<br />
che nel corso dell'anno maggiormente<br />
si <strong>di</strong>stinsero. Un esemplare lo de-<br />
posita nel proprio archivio, altro nell'i<br />
biblioteca Vaticana, e altro nel museo Ca-<br />
pitolino. L'encomiato Pistoiesi, t. 4.p- 1 74<br />
e 209, riferisce le provvidenze <strong>di</strong> Pio VII<br />
prese sulla navigazione delTevere da Fiu-<br />
micino a Pioma.Neli8i 7 proibì a'piloti <strong>di</strong><br />
prendere prezzo maggiore dello stabilitoo<br />
tliformareconlratti<strong>di</strong>lFerenti dalla lari Ih,<br />
e loro ingiunse <strong>di</strong> trovarsi sempre pronti<br />
micino e sui pilotaggi (sopra <strong>di</strong> questi ora<br />
si è pubblicato-. Pilotaggio. Memo-<br />
riadel prof.dolt. Vincenzo Gallo,Ti'\e'<br />
sta i855: e ne dà contezza la Cronaca<br />
<strong>di</strong> Milano del eh. cav. Ignazio Cantìi a<br />
p. 882), confermando i regolamenti ema-<br />
VOL. LXXV.<br />
T E V 14^<br />
nati per quel ramo del Tevere da Pio<br />
IV, Urbano Vili, Benedetto XIII e Be-<br />
detto XIV, con alcune mo<strong>di</strong>ficazioni, e il<br />
regolamento pel tiro delle bufale dal Capo<br />
due Rami a Ripa Grande. Altre <strong>di</strong>sposizioni<br />
de'predecessori e successori <strong>di</strong> Pio<br />
quest'inondazione, ma non fa com'egli VII, e <strong>di</strong> lui stesso, già avvertii <strong>di</strong> averle<br />
<strong>di</strong>ce, che avea superata qualunque altra riferite a Marina pontificia. Nel 1818<br />
avvenuta a memoria d'uomini, se pure pubblicò colle stampe in Roma B. G.Na-<br />
non intende parlare <strong>di</strong> quelli che videro ro, Jlanifes'to <strong>di</strong> associazione per la pri-<br />
le precedenti. Deportato a' 7 luglio 1809 vilegiata escavazionc nel Tevere.^w con-<br />
Pio VII da' (Va noesi, perciò non vide neptro questa che si scagliarono i già ricorpure<br />
l'inondazione de'2 1 <strong>di</strong>cembre 1 8og, dati scrittori. Però il Naro, sicuro che il<br />
io cui l'acque ascesero a metri : 5.4? so- padre Tevere contenga cose preziose nel<br />
profondo e limaccioso suo seoo,rammenta<br />
l'idea immaginata dal sunnominato car-<br />
<strong>di</strong>nal Polignac; e l'escavazione nel 1773<br />
tentata dal p. d. Alfonso Bruzzi curato <strong>di</strong><br />
s. Carloa'Catinari, sotto la protezionedel<br />
principe Altieri e del cav. Gio. Battista<br />
Cenci, della quale si ha la relazione stara-<br />
pata <strong>di</strong> Bernardo Po<strong>di</strong> , col sistema de'<br />
cassoni, e quanto rinvenne servì a rico-<br />
prirsi delle spese. Il Naro sostiene, che con<br />
metodo facile e con macchine atte a scavarne<br />
il letto, si poteva sperare feconda<br />
riuscita, chiamando ricco l'alveo del fiume<br />
tra il ponte Milvio e la Porta <strong>di</strong> s, Paolo<br />
o Ostiense. Ritiene che i romani nell'in-<br />
vasioni barbariche preferirono <strong>di</strong> gettare<br />
nel Tevere le loro ricchezze, alle depre-<br />
dazioni <strong>di</strong> esse, e che annegandosi in es'^o<br />
Massenzio col suo esercito e tesori, e per<br />
la tra<strong>di</strong>zione che nel Tevere furono nel-<br />
lo stabilimento del cristianesimo gettali<br />
i simulacri degl'idoli, sotto Benedetto<br />
XIII si volevano profondere somme enormi<br />
per ripulire e ricercarne il letto.<br />
allorché i bastimenti devonosalire retrocedere.<br />
In<strong>di</strong> nel 18 1 9 col mezzo del car<strong>di</strong>nal<br />
camerlengo or<strong>di</strong>nò 1' Pertanto egli si riprometteva felice risultato,<br />
e ottenuto il privilegio da Pio VI[<br />
osservanza del per la protezione del car<strong>di</strong>nal Consalvi ,<br />
<strong>di</strong>sposto sull'istituzione del piloto <strong>di</strong> Fiu- me<strong>di</strong>ante convenzioni in favore del gover-<br />
no, pegli occorrenti 36,ooo scu<strong>di</strong> vi formò!<br />
00 azioni, ma l'esito non corrispose<br />
a quanto sperava, e perciò fu censurato.<br />
Dopo l'esaltazione <strong>di</strong> Pio VII al pontifi-<br />
catOjSuI prelato chierico <strong>di</strong> camera e pre-<br />
sidente delle ripe,e presidente dell'acque,<br />
IO
,4r, TEV<br />
lece alcuni caaibianieiili ncìlc <strong>di</strong>sc'^iliiic<br />
Jel tiibiinaleepicsic]cii7a(1e!lerii)e,eiicl-<br />
l'ortliue giucliziai io,e Delle Notizie <strong>di</strong> Ilo-<br />
tìni non fu più chiamalo anche segielario.<br />
In seguito essendosi riconosciuto <strong>di</strong>e il<br />
concorso <strong>di</strong> due autorità ne' lavori del<br />
Tevere, cioè del pi esidenle delle ripe e del<br />
tesoriere, produceva <strong>di</strong>versi inconvenien-<br />
ti nell'econoniia e nella necessaria s[)e<strong>di</strong>tezza<br />
de' medesimi, si trovò opporluno<br />
da Leone XII (il ipi;de a |)orla del Popo-<br />
lo, dal lato ilei Ttvere, a vantaggio della<br />
pubblica sanità, provvi<strong>di</strong>ssimamente co-<br />
struì lo stab<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> mattazione <strong>di</strong> itittigliaiiimali,descrillonel<br />
vol.XXXVlII,<br />
p. 8 I ),i be nello stesso mg/fesoriere si riu-<br />
nissero gli altrdjuti e la qualifica <strong>di</strong> pio-<br />
presidente delle ripe per la cura del corso<br />
d'un fiume, dalla regolarità del cpiale <strong>di</strong>pende<br />
sotto più rapporti la salutee la quie-<br />
te della città. Quin<strong>di</strong> Leone Xll TB gen-<br />
naioiS^q<strong>di</strong>cbiaiòmg.'MariolMaltiiteso- liere generale, anche pro-presidente del-<br />
le ripe, allincbè quel ministro che ha i<br />
mezzi pronti allo scopo, avesse altresì la<br />
cura d'impiegarli, e la rcpon^alìilità del-<br />
la <strong>di</strong>ligente esecuzione dell' incarico, bi<br />
fatti oltre i rapporti finanzieri che ha il<br />
corso interno e le ripe del Tevere colla te-<br />
soreria, pel commercio e pei la tutela de'<br />
<strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> dazio sulle merci che s'introducono<br />
per acqua, v'hanno essi altresì un<br />
conlatto necessario per 1' importanti^si-<br />
n)o oggetto d' approvigionamenlo tiella<br />
città, siccome ne'generi cereali delle Ilia-<br />
de e farine, in quelli degli olii, vini e al-<br />
tro; così principalmente ne'combuslibili,<br />
ossia nella fascina o legna da ardere, og-<br />
getto <strong>di</strong> prima necessità per tutti gli usi<br />
della vita in una città popolosa, e quasi<br />
mancante <strong>di</strong> boschi in vicinanza. Grego-<br />
rio XVI a'ag<strong>di</strong>cendjiei H32 nell'or<strong>di</strong>namenlo<br />
del lesorierato non alterò punto<br />
quanto trova vasi <strong>di</strong>sposto sulla piesiden-<br />
za tlelle ripe. l'eiò l'S giugno i833 nel<br />
regolamento dal Papa dato alla prtfellu-<br />
ra generale dell'y/rr/m^ r óì/v/r/r, <strong>di</strong>chia-<br />
rò appartenerle i lavori <strong>di</strong>retti a con
T E V<br />
e nel (L seguctile allagò i campi che dal<br />
ponte IMilvio si estemiono alle laide del<br />
monte Mario e a Castel s. Angelo: nella<br />
città inondò pai te delle vie del Coiso, <strong>di</strong><br />
Ripetla e dell'Orso, della piazza del Pantheon,<br />
e de'rioni <strong>di</strong> Pvegola e <strong>di</strong> Ripa. Con-<br />
tinuando la pioggia e i venti meri<strong>di</strong>onali<br />
che facevano lifjuefare le vicine nevi, si<br />
temè ulteriore escrescenza; tua a'g un'o-<br />
ra avanti mezzodì im ominciò il Tevere a<br />
ritirarsi, e nel corso delia giornata rien-<br />
trò quasi dovunque nel proprio letto. Nel<br />
l'altezza massima 1' idrometro <strong>di</strong> Ripetla<br />
segnò metri i 5.4°, cioè le acque tanto si<br />
alzarono sopra il pelo basso del riflusso<br />
del mai e,o metri 9.60 (circa palmi 4'^ 1/2)<br />
sopra il pelo or<strong>di</strong>-iario dell'acque. Erano<br />
34 anni che Roma non avea patito simi-<br />
le inondazione, né mancarono danneggia-<br />
luenli. Con le belle e veri<strong>di</strong>che Notìzie ì-<br />
storiche <strong>di</strong> Gregorio XT I, del eh. mg.<br />
Fabi Montani, in onore <strong>di</strong> quel gran Papa,<br />
della marina pontificia, e del commend.<br />
Cial<strong>di</strong>dal medesimo Ponteficede-<br />
coralo <strong>di</strong> tal titolo e insegne equestri, e<br />
del grado <strong>di</strong> tenente colonnellodella stes-<br />
sa, meglio che <strong>di</strong> sopra farò qui ulteriore<br />
ricordo delle spe<strong>di</strong>zioni navali in Egillo,<br />
in Inghilterra e in Francia, ambe-<br />
due da lui comandate con felice succes-<br />
so. Encomiò il prelato il Cial<strong>di</strong> per perizia<br />
nautica e singoiar coraggio ad<strong>di</strong>mostralo<br />
più volle fino sulle coste d'Ame-<br />
rica. Colla i.^'spe<strong>di</strong>zione in Egitto, ove la<br />
descrissi, oltre il trasporto degli splen<strong>di</strong><strong>di</strong><br />
alabastri orientali donati dal viceré a Gre-<br />
gorio XVI per la basilica <strong>di</strong> s. Paolo, si<br />
fece insieme un vero viaggio scientifico e<br />
artistico ad istru/jone degli officiali della<br />
marina e del genio, percorrendo il coman-<br />
dante in quest'occasione a motivo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
una terra classica e ricca <strong>di</strong> memorie<br />
antichissime, colle tarlane s. Pietro,s.Pao-<br />
lo, ed il mistico la Fedeltà armato (li 4l»e<br />
trieri e <strong>di</strong> un cannone da 4- La Fedeltà<br />
quin<strong>di</strong> a memoria d'uomo fu l'unico legno<br />
europeo che navigasse fino alla i .'ca-<br />
laralla del Nilo, gillaiido l'ancora a' 21<br />
TEV .47<br />
gennaio 1841 in un punto, che seguendo<br />
la linea dell'acqua non <strong>di</strong>sta dalla foce me-<br />
no d'83 7 miglia romane. La ?,.' spe<strong>di</strong>zione<br />
ebbe in mira <strong>di</strong> accrescere il coinmer<br />
ciò, <strong>di</strong> migliorare co'battelli a vapore la<br />
navigazione del Tevere, e facilitai ne la comnnicazionecolle<br />
piovincie. II medesimo<br />
commend.Cia I<strong>di</strong> d'ordì ne<strong>di</strong>Oregf.'rioX VI<br />
partitosi <strong>di</strong> Roma poco dopo il suo ritor-<br />
no dall'Egitto, per visitare nella Francia,<br />
nell'Inghilterra e nella Scozia i<br />
principa-<br />
li empori <strong>di</strong> commercio e i porli, esrimi-<br />
nare le macchine applicabili alla naviga-<br />
zione e all'industria, conoscere i meto<strong>di</strong><br />
onde tenere netti i porti e i fiumi, e finalmente<br />
osservare le costruzioni e le spese<br />
<strong>di</strong> inanlenimento pe'Iavori idraulici in ge-<br />
nerale, commise a'migliori artisti la co-<br />
struzione de'3 piroscafi pontifìcii l'Archimede,<br />
il Blasco de Garay, e il Papin, col-<br />
le loro macchine a vapore , desliutiti al<br />
riinurcliiu, non meno che ima pirodraia,<br />
ossia macchina effossoria pure a vapore,<br />
che per lo spurgo del fondo de'fiumi e dei<br />
porli,fu da lui proposta al governo per co<br />
nosceriie l'utilità, appresa nelle su^ navi-<br />
gazioni marittime e fluviali. Mentre si ese-<br />
guivano tali lavori, il Cial<strong>di</strong> misea profit-<br />
to il tempo, si fermò a Parigi e co! patro-<br />
cinio pontificio potè iud.igare dal mini-<br />
stero de'Iavori pubblici, se fo>seeseguibi-<br />
le il suo piogelto, <strong>di</strong> correre cioè latta la<br />
Francia co'battelli papali. Preso l'equi<br />
paggio in Civitavecchia sua patria, ed ap-<br />
prodalo in Londra a'ag maggio 1841,
i48 TEV<br />
Courrier de Saóne et /.o/rr. nell'ailicO'<br />
lo: Un finitile Romaiìie à Clialnus-sur-<br />
Saune, <strong>di</strong>sse: Ce qui a surtout ìuilé sa<br />
marche^ e'egt rempressement tles ìiahi-<br />
tants des villes et villages n\'erains, des<br />
caneaux.quiaccorraient eufonie et s'ncchaieutpar<br />
centaiues aux corde.s des hateaux<br />
polir aquérir, <strong>di</strong>saient-ils,le droit<br />
de pouK'oir qfjirmer à lenrsdesceudants<br />
qu'ils avnicut halé les hateaux du Pa-<br />
pe. Il Papa rimeritò il couianiianle e la<br />
sua schiera, compiacentlosi tlegli onori o-<br />
•vuntjiie resi alla piccola sqiifuira ponti-<br />
ficia. 11 Cial<strong>di</strong> nell'opuscolo, />('//(• bar-<br />
che a i'apore a p.<br />
i 2 rende ragione per-<br />
chè impose i delti nomi a'3 piroscafi, co'<br />
quali ftuono benedetti a Ripa Grande.<br />
Narra pertanto, che Archimede prima<br />
d'ogni altro, 240 anni avanti l'era cor-<br />
rente, riconobbe ed esperimentò nel va-<br />
pore una potentissima forza espansiva ;<br />
che Blasco de Garay pel i." nel i 543 in<br />
Barcellona, alla presenza <strong>di</strong> Carlo V, ap-<br />
plicò alla navigazione un apparecchio a<br />
\apore; e che Papin neli6go inventò lo<br />
stanlidfo e le valvole <strong>di</strong> sicurezza nella<br />
macchina a vapore, paili principali del-<br />
la raedesiina.<br />
Trovo nel n.*'g9 del Diario <strong>di</strong> Roma<br />
del I 846 descritta la i .^inondazione acca-<br />
duta nel pontificalo del legnante Pio IX.<br />
Ivisi riferisce, che per le <strong>di</strong>rotle pioggie la<br />
piena dell'acque del Tevere avendo inon-<br />
dato tutt'i quartieri più bassi della città, a*<br />
IO <strong>di</strong>cembre ad un'ora pomeri<strong>di</strong>ana l'idrometro<br />
<strong>di</strong> Ripetta segnò metri 1 6.25, e<br />
seguitò fino alle 3 ore pomeri<strong>di</strong>jine e fu<br />
quasi comel'inondazionedel i 8o5;quin<strong>di</strong><br />
principiò a <strong>di</strong>minuire in mndo,chela mat-<br />
tina degli 11 nlle ore 8 antimeri<strong>di</strong>ane se-<br />
gnava metri 1 5.3 I. La costernazione ge-<br />
nerale per questo subito innalzamento del<br />
Tevere fu assai manifesta, né le provvide<br />
sollecite cure del goveino mancarono<br />
al soccorso de'citta<strong>di</strong>ni e degli abitanti delle<br />
campagne, onde ovunque rendere meno<br />
sensibile questo grave <strong>di</strong>sastro. In tale<br />
<strong>di</strong>spiacente avvenimento si resero assai be-<br />
TE V<br />
nemeriti del governo e della popolazio-<br />
ne gl'in<strong>di</strong>vidui de'coipi della .17/Y/-?V7^k);?,-<br />
tificia. specialmente de'carabinieri e dei<br />
dragoni guidati da'loro uflìziali; àe Pom-<br />
pieri pou/if/eii (J\), al comando de'qua-<br />
lisi videro principi d. Camillo Aldobran-<br />
i<br />
<strong>di</strong>ni colonnello onorario, e d. Giovanni<br />
Chigi tenente colonnello; e della marina<br />
militare, che colle lance de' vapori ven-<br />
ne personalmente <strong>di</strong>retta dal tenente co-<br />
lonnello Cial<strong>di</strong>, tanto nell' interno della<br />
città, quanto recandosi a portare soccor-<br />
si e provigioiii agli abitanti <strong>di</strong> Fiumici-<br />
no. Né minor encomio si fece a molti <strong>di</strong>-<br />
stinti personaggi, fra'quali il principe d.<br />
Ria re' Antonio Borghese, per aver essi premurosamente<br />
recato aiuti ove se ne co-<br />
nosceva il bisogno. Per tale infortunio,<br />
impe<strong>di</strong>to ancora il passaggio a Ponte Felice,<br />
i corrieri or<strong>di</strong>nari <strong>di</strong> ritorno da Bologna<br />
trovarono preclusa la via alla continunzione<br />
del viaggio, ed uno <strong>di</strong> essi, ben-<br />
ché trovasse rotto il ponte al Metauro ,<br />
coraggiosamente attiaversò il fiume su<br />
d'una barchetta. A' 12 mercè la <strong>di</strong>vina<br />
provvidenza, non ostante la continuazio-<br />
nedella pioggia, le acque quasi totalmen-<br />
te lientrarono nel loro letto. Il Papa nominò<br />
ima de[)utazione,presieduta dal car-<br />
<strong>di</strong>nal Patrizi vicario <strong>di</strong> Roma, {>er racco-<br />
gliere questue e obblazioni, e a <strong>di</strong>stribuire<br />
soccorsi a' poveri danneggiati in Roma<br />
e suoi sobborghi. Ne pidjblicò il ren-<br />
<strong>di</strong>conto, co'nomi de'componenti la tiepu*<br />
tazione, ilSupplimento al n,°23 i]e\ Diario<br />
<strong>di</strong> Roma del 1 847. Tutte le somme<br />
incassate furono <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> 22,5 18, l'ero-<br />
galescu<strong>di</strong> 28, 3o t, quin<strong>di</strong> resiò in <strong>di</strong>sbor-<br />
so la deputazione <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> 5,783. 11 Papa<br />
olFiì scu<strong>di</strong> 2066, i car<strong>di</strong>nali i 700, quin-<br />
<strong>di</strong> ogni ceto della gerarchia <strong>ecclesiastica</strong><br />
secolare e regolare, la nobiltà, i citta<strong>di</strong>ni,<br />
e persino il claustro israelitico <strong>di</strong> Roma<br />
che somministrò scu<strong>di</strong> 52 i. l soccorsisi<br />
<strong>di</strong>stribuirono in 38 pairoccliie, allregli<br />
ebrei, a 5 1 06 famiglie, e furono denaro,<br />
pane, letti, vestiari, e rifazione <strong>di</strong> attrez*<br />
zi e oggetti d'industria. Nel t.i3, p. 357
TE V<br />
deW.lUntin <strong>di</strong> Roma fu pubblicata un'in-<br />
cisione <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno rappi-esentante il porlo<br />
<strong>di</strong> Ripelta allagato nella memoranda<br />
inondazione de* io <strong>di</strong>cembre 1846. Quivi<br />
pur si legge una eriulilissima Lettera<br />
de' l'i <strong>di</strong>cembre \ 8 ^6 del commend. Alessandro<br />
Cial<strong>di</strong> tenente colonnello del-<br />
la marina militare pontificia in risposta<br />
a quella <strong>di</strong>retta al cai'. Giovanni De<br />
Angelis <strong>di</strong>rettore proprietario dell'Album,<br />
che ha per titolo: La ragione del<br />
pillano ^delVavv. Giuseppe Sarzana,inserita<br />
in questo giornale ne'n.i 4o e 4<br />
del corrente annoi8^6. Iti questa lette-<br />
ra vi sono molte nozioni sul Tevere, de-<br />
plorandosi la decadenza dal suo antico<br />
splendore, cbe principe una volta de'flu-<br />
nii, quin<strong>di</strong> abbandonato a se stesso <strong>di</strong>la-<br />
tò soverchiamente le sue acque, e che si<br />
formò in esso il deposito <strong>di</strong> tutte le immondezze<br />
e macerie; onde caduto in <strong>di</strong>-<br />
sistima si ritiene come impresa impossi-<br />
bile il farlo rifiorire, e porlo a livellod'al-<br />
Iri fiumi, i quali quantunque minori <strong>di</strong><br />
lui son pur celebri pel commercio. Esse-<br />
re cosa sorprendente, che mentre gli stra-<br />
nieri restano meravigliali delle preroga-<br />
tive del Tevere e e' invi<strong>di</strong>ano un tanto<br />
tesoro, alcuni de'nostri lo ritengano come<br />
oggetto su cui è invano l'occuparsi a suo<br />
vantaggio, e deturpando la verità gridano<br />
doversi abbandonare a se slesso, come<br />
feceravv. Sarzana, travisando in un modo<br />
singolare le Lettere sul Tevere, del<br />
commend. Cial<strong>di</strong>, che <strong>di</strong> sopra ricordai:<br />
Quale debba essere il porto <strong>di</strong> Roma, e<br />
ciò che meglio convenga a Civitavecchia<br />
ed Anzio; ed il quale colla lettera al cav.<br />
De Angelis, per mantenere il vero senso <strong>di</strong><br />
tal sua Lettera, volle rettificare le strane<br />
opinioni che fantasticamente prelese attribuirgli<br />
l'avv. Sarzana, ch'egli giammai<br />
espresse in favore del porto d'Anzio so-<br />
pra quello <strong>di</strong> Civitavecchia, esopra quel-<br />
lo<strong>di</strong> Fiumicino e il Tevere; ripetendoche<br />
il porto <strong>di</strong> Roma dev'essere a Ripa Grande,<br />
nel centro slesso della capitale, come<br />
l'hanuo <strong>di</strong>verse città celebri pelcoramei-<br />
TEV 149<br />
ciò, bensì premessi! necessari bonificii pel<br />
tratto <strong>di</strong> fiume che da esso va a Fiumi-<br />
cino, ossia per 2 3 miglia, e queste nel pla-<br />
cido tronco inferiore del Tevere, poiché<br />
solo traltòdel commercio del marea Roma<br />
con migliorarne la navigazione, eooa<br />
alfatlo della bonificazione del Tevere an-<br />
che sino a Orte, che volle addebitargli<br />
l'avvocato. In<strong>di</strong> il commend. Cial<strong>di</strong> prova,<br />
che se coll'industria il Tamigi <strong>di</strong> Lon-<br />
dra fu reso ili." fiume del mondo dagli<br />
inglesi, com'essi lo chiamano, il Tamigi<br />
toltone il beneficio della marea è molto<br />
inferiore del Tevere, come lo è della Sen-<br />
na che bagna Parigi: questa convoglia ia<br />
mare metri cubii83.o5 per ogni minu-<br />
to secondo, e siccome il Tevere ne con-<br />
voglia 244^ ^' conseguenza esso è un 4-<br />
maggiore della Senna nel suo sboccare ia<br />
mare, e tale è pure prima d'entrare la<br />
Roma, non ricevendo altri influenti fino<br />
al mare; perciò il Tamigi è moltissimo<br />
inferiore al Tevere,che inoltre sembra ve-<br />
rosimile <strong>di</strong> ricevere il principale suo ali-<br />
Dientodalle viscere della terra su cui scor-<br />
re, poiché le magre straor<strong>di</strong>narie che<br />
qualche volta si verificano in altri fiumi,<br />
non sono a temersi nel Tevere, il cui grado<br />
<strong>di</strong> perennità e <strong>di</strong> deflusso è triplo <strong>di</strong><br />
quello del Po, per quanto e meglio <strong>di</strong>chia-<br />
rai <strong>di</strong> sopra. Nelle importantissime note<br />
della Lettera <strong>di</strong> cui fu cenno, si deplora<br />
che dal Tevere non se ne ritrae qiie'vantaggi<br />
che potrebbero in eminente grado<br />
procacciarsi, ed invece per 1' abbandono<br />
in cui si lascia, se ne sperimenta gli elìet-<br />
ti i più perniciosi, pe'damii e desolazio-<br />
ne <strong>di</strong> cui l'autore tu testimonio nell'ultima<br />
descritta inondazione: danni che fa-<br />
cilmente potrebbero <strong>di</strong>minuirsi <strong>di</strong> molto,<br />
e che con ciò si darebbe al tempo stesso<br />
vita alla ricca industria della navigazio-<br />
ne. Ricorda poi l'autore il <strong>di</strong>mostrato nel<br />
suo dotto libro: Sulla navigazione del<br />
Tevere, cioè che per nostra colpa le inon-<br />
dazioni <strong>di</strong>esso <strong>di</strong>vengono sempre più dan-<br />
nose alla città, e sebbene l'ultima inon-<br />
dazione per l'altezza e massa d'acqua fu
I 5o T E V<br />
ii-.ìiiuie Ji I 7 cenlimetri da f|ticilcarichiilelle immon-<br />
dezze e macerie, e pe'Iavoii abusiv.imenle<br />
praticali nell'alveoclie traversa Koma.<br />
Poscia fu pubblicato, Sul Tv\,-ere, sulla<br />
linea pili cpiiveiiicntc per fimioiiedcduc<br />
r/u/ri, e sulla marina mercantile dello<br />
Stato Pan tifieio al signor (l.rCfirio Frulli,<br />
Scliiarimenti del eoniniencl. A. dal-<br />
<strong>di</strong>, Roma 1847. Anche in questo bel la-<br />
voro il eh. autore <strong>di</strong>chiara, che essendo<br />
il Tcvereqiiella via <strong>di</strong> acqua che lega l'in-<br />
terno commercio dello stato conRorua,da<br />
cui appunto come da ca[)itale derivano!<br />
principii vitali per tutto Io stalo, doveasi<br />
da ogni statista tener cara questa via; e<br />
quin<strong>di</strong> egli come tale dovea sostenere la<br />
navigazione del Teveie, e <strong>di</strong>ftndcrla da<br />
tanti supposti insormontabili ostacoli, che<br />
preteodevasi opporle. Quanto alla con-<br />
giunzione e passaggio de'due mari Adria-<br />
lieo e RI e<strong>di</strong>ferraneo già Mare Tirreno, pel<br />
I ."<strong>di</strong>chiara il portod'Ancona, pel 2. "quel-<br />
lo <strong>di</strong> Civitavecchia, il quale si pretende-<br />
va awiliie e dare la preferenza a Foiio<br />
d'Anzio. Egli scucprì la verità, ven<strong>di</strong>cò<br />
la marina pontificia dalle oppostele in-<br />
giuste laccie, mostrò la vera fonte de'suoi<br />
<strong>di</strong>fetti, onde [xrsuadere ognuno, che noi<br />
•A pari d'ogn'altro popolo siamo capaci<br />
d'elevarci adegni splemiorc <strong>di</strong> vita com-<br />
merciale. Gli sembrò a ciò conducente so-<br />
pia ogni altra cosa il mù
TE \'<br />
ii.ile ascese a 8o8(5 in<strong>di</strong>vidui, i liasliuieii<br />
ti a I 323, e le tonnellate a sGj'iSo. A'3 i<br />
<strong>di</strong>i:en»brei85i , il personale si compone-<br />
va <strong>di</strong> 91 IO in<strong>di</strong>vidui, i bastimenti<br />
ai 667,<br />
le tonnellate a 3o,q83. Lo slesso aiini-<br />
stero poscia pubblicò neli853: Prospet-<br />
ti <strong>di</strong>iiioslrantì il personale e materiale<br />
della ì/iarina inereaiitile pontificia, ec.<br />
al 3i <strong>di</strong>cembrei852. Il personale somtnòa<br />
9328 in<strong>di</strong>vidui, i bastimenti a i858,<br />
Je tonnellile a 32,028. Altre analoghe e<br />
anche posteriori notizie sulla marina pon-<br />
esercitava tale carica mg/ Antonelli,co<br />
me pro-presidente delle ripe a'i2<strong>di</strong>ceml)rei846,<br />
in occasione della descritta i-<br />
non<strong>di</strong>izione,con notificazione rammenlò:<br />
Che in virtù delle legS' e e<strong>di</strong>tti ripali,<br />
chiunqne ricupei a robe <strong>di</strong> qualunque sor-<br />
te naufragate, o portale via dall'alluvio-<br />
iie del fiume Tevere perl'intera estensio-<br />
ne <strong>di</strong> esso sino al mare, è obbligato dar-<br />
ne l'assegna o all'officio della presidenza<br />
delle ripe o al ministro della presidenza<br />
medesima nell'uffizio doganale <strong>di</strong> Ripetta<br />
, e ne riporterà il solito premio d' un<br />
I 5 peri 00 std valore della roba. All'op-<br />
posto i contravventoi i saranno soggetti<br />
alle pene comuìinate nelle leggi e e<strong>di</strong>tti<br />
suddetti. Nel maggio 1847 '^ macchina<br />
elTussoria chiamala pirodraga o piiodraia,<br />
<strong>di</strong> cui già parlai, fu donata dal Papa Pio<br />
IX alla provincia d'Urbino e Pesaro, ed<br />
il commend, Cial<strong>di</strong> fu incaricato <strong>di</strong> con-<br />
segnarla al car<strong>di</strong>nal Ferretti allora lega-<br />
to della medesima. Il trasporlo lo effet-<br />
tuò da Roma a Sinigaglia rimorchiando-<br />
la col piroscafo l'Archimede. Pel risulta-<br />
to del lavoro in quel porto, si può vedere<br />
il suo opuscolo. Sui porti Neroniano<br />
e Luìoeenziano in Anzio, p. 4? e seg. Il<br />
Papa Pio IX col moto-proprio de' 12 giugno<br />
1 847 sul Consiglio de'Ministrij nel<br />
confermare le altribuzioni del car<strong>di</strong>nal<br />
prefetto dell'acque e strade, sui porti e ca-<br />
nali marinimi dello stato, il fiuineTeve-<br />
TEV i5i<br />
re, i ponti entro e fuori <strong>di</strong> Roma, vi ag-<br />
giunse la presidenza delle ripe, la quale<br />
perciò cessò <strong>di</strong> esercitarsi dal tesoriere,<br />
come il governo <strong>di</strong> Porto e Fiumicino, che<br />
attribuì al presidente della Coniarca <strong>di</strong><br />
Roma. In<strong>di</strong> il Papa col moto-proprio dei<br />
20 <strong>di</strong>cembre 1847 sui Consiglio de'Ministri,<br />
istituendo quelli del commercio,<br />
e de' lavori pubblici, attribuì al i. "la navigazione<br />
nell'interno ed all'estero, la ma-<br />
rina mercantile, i capitani de'porti; attri-<br />
buì al 2.°i porti,! ponti e condotti non pro-<br />
tificia <strong>di</strong>visa in 4 classi e compresa la fivinciali, né municipali, ilTevereesue ripe,<br />
nanziaria e la militare, si ponno leggere eia bonificazione pontina, cessando così il<br />
nell'articolo Tesori K RE GENERALE. Mentre tesoriere d'essere pro-segretario o presi-<br />
dente delle ripe del Tevere. Avendo poi il<br />
Papa riunito i ministeri del commercio e<br />
de'Iuvori [)ubblici,cone<strong>di</strong>ltode' loseltein-<br />
brei 8")0 delcar<strong>di</strong>nalAntonelli pro-segre-<br />
tario <strong>di</strong> stato, SalV attribuzioni de'niiid-<br />
stri , confermò quelle riportate per tale<br />
ministro del commercio e de'lavori pub-<br />
blici. A p. 7(^4 ilei Giornale <strong>di</strong> Roma dei<br />
17 agosto i85o, si avvisò dalla <strong>di</strong>rezione<br />
delle dogane e per or<strong>di</strong>ne del ministro<br />
delle finanze, che in breve andavasi a ri-<br />
prendere nel tronco superiore del Teve-<br />
re il servizio de'piroscafi a vapore pel tra-<br />
sporto delle merci e passeggieri. Le par-<br />
fen7e da! porto <strong>di</strong> Ripetta in Roma ver-<br />
so Ponte Felice si fissarono ne'giorni <strong>di</strong><br />
lunedì e <strong>di</strong> giovedì a levata del sole. Le<br />
partenze da Ponte Felice verso Roma si<br />
fissarono ne'giorni <strong>di</strong> martedì e venerdì<br />
all'istessa ora. Oltre gli scali <strong>di</strong>Ripetla e <strong>di</strong><br />
Ponte Felice, nel tratto interme<strong>di</strong>o se ne<br />
stabilirono a Fiano, Montorso, Torrita,<br />
Ponzano e La Rosa. Ivi pure si pubblicò<br />
la tariffa delle tasse <strong>di</strong> trasporto m <strong>di</strong>sce-<br />
sa, sulle merci e passeggieri nel tratto su<br />
periore del Tevere. A p. 812 del Gior-<br />
nale <strong>di</strong> Roma de'4 settembre 1 85 1 si av-<br />
visò dalla nominata <strong>di</strong>rezione delle doga-<br />
ne, che per la navigazione de' battelli a<br />
vapore, a vieppiù agevolare le comunica-<br />
zioni ci trasporti fra'Iuoghi lungo il tron-<br />
co superiore del Tevere e Roma, e così<br />
viceversa, avere il ministro delle finanze
i52<br />
TEV<br />
agli scali esistenti sulle sponde del (lume<br />
jii^giunli quelli del Passo <strong>di</strong> Corese, Poi-<br />
licciuulo <strong>di</strong> Nazzano e <strong>di</strong> Coloune, slabi-<br />
Jcudosi i giorni secoudo le stagioni, e la lari<br />
Ila pe'passeggieri e le merci. Nel u.° 38<br />
del Gionuih- ài Roma de' 17 febbraio<br />
i852 si narra come il minislero delle finanze<br />
ripaiò i danni recali dalle calami-<br />
tà de'tcmpi politici del 184^ e 1849 al servizio<br />
de'batlelli a vapore natanti sul Tevere,<br />
e come il servizio procedesse quin-<br />
<strong>di</strong> innanzi con maggiore or<strong>di</strong>ne e regola-<br />
rità. Provveduto alla controlleria e alla<br />
tlireziooe del personale regolato dalla so-<br />
printendenza de'vajìori pontificii, <strong>di</strong>pen-<br />
dente dalla <strong>di</strong>rezione generale delle doga-<br />
ne, si riattarono i burchi e i piroscafi, fia<br />
istituito presso l'arsenale un laboratorio<br />
<strong>di</strong> riparazionijOltre altro locale perle mac-<br />
cbiue, si acquistarono nuove iniicchine <strong>di</strong><br />
susliluzione, si costruì uno scafo <strong>di</strong> (erro,<br />
si rior<strong>di</strong>nò il perio<strong>di</strong>co rimui cliio de'Iegni<br />
niaritliini, si riattivò il corso da Roma a<br />
Ponte Felice, e si aprirono nuovi scali sul<br />
Tevere, con meglio intese tarille e stam-<br />
pato regolamento <strong>di</strong>sciplinare intorno al<br />
servizio. Seuerimarcanoiconsegniti van-<br />
taggi, cessali i<br />
reclami del commercio sul<br />
tronco inferiore del Tevere, l'uflluenza dei<br />
passeggieri e delle ukmcì nel tronco supe-<br />
riore. Che me<strong>di</strong>ante strada in costruzio-<br />
ne, lo scalo <strong>di</strong> iMoiitorso si porrebbe in<br />
comunicazione con Poggio Miileto, Ca-<br />
stel rs'uovo, ben aliti 1 5 paesi e con Rieti.<br />
11 movimento de'passeggieii sui piroscafi<br />
del Teveie nel 1 85 1, fu nel tronco supe-<br />
riore da R.oma a Ponte Felice e vicever-<br />
sa <strong>di</strong> 74G8, quelli del tronco inferiore da<br />
Roma a Fiumicino e viceversa 836o. Ri-<br />
lèrisce li n.°33dcl Gioinale<strong>di</strong> Roma del<br />
I 853, che a'9 febbraio nell'arsenale fuo-<br />
ri <strong>di</strong> Poi la Porleseebbe luogo il varo d'u-<br />
no scafo <strong>di</strong> ferro costituente un battello<br />
a vopore(cioè il suddetto RlascodeGaiay,<br />
<strong>di</strong> molto allungalo e notabilmente mi-<br />
glioruto),alki presenza del commend. Gal-<br />
li pio-ministro delle finanze, del vice<strong>di</strong>-<br />
rettore generale delle dogane, del sopriu-<br />
T E V<br />
tendente a'vapori e <strong>di</strong> altri personaggi. Fu<br />
questo ili. "lavoro, che si può <strong>di</strong>re (piasi<br />
<strong>di</strong> costruzione sorlilo dall'ai senale romano<br />
, poiché il battello venne prohmgato<br />
<strong>di</strong> circa palmi 33 e riparalo nel corpo a<br />
modo, che appena un 5.° dell'antico fu<br />
conservato perchè in istalo buono. Il capi-<br />
tano del porto <strong>di</strong> Ripa Grande e costrut-<br />
tore Candeloro Luzzetli, ed il meccanico<br />
de'vapori Giovanni Mazzocchi ebbero la<br />
<strong>di</strong>rezione del lavoro, che sortendo solido<br />
ed esalto, incoraggiti dall'esito <strong>di</strong> tale espe-<br />
rimento, si aggiunge che senza indugio andavano<br />
a dar principio alia costruzione<br />
d'un interamente nuovo scafo in ferro per<br />
un battello a vapore, che deve far la navi-<br />
gazione del tronco superiore del Tevere. Il<br />
i\.°'65 d^\Giornalc cURoina àe.\ i855pubblicòper<br />
or<strong>di</strong>ne del minislrodei commer-<br />
cio e lavori pubblici lo stalo generale del-<br />
la marina mercantile pontificia, ed il suo<br />
costante incremento flnoa'Si <strong>di</strong>cembre<br />
1 854- t)a esso ricavasi, che sul Tevere, ol-<br />
tre i piroscafi ed i brulotti <strong>di</strong> proprietà<br />
del governo, esistono nel tronco superio-<br />
re da Ponte Felice a R.oma 34 legni <strong>di</strong><br />
tonnellate 1 ,538.95: enei tronco inferio-<br />
re da R^oma a Fiumicino 22 <strong>di</strong> tonnellate<br />
982.26 : comprese le navi esistenti sul<br />
Po, si calcolò esistere ne'due fiumi 1 4o le-<br />
gni <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>ti pontificii, tutti<br />
insieme portanti tonnellate3,654-28. Nel<br />
n." 237 tiel Giornale <strong>di</strong> Roma ile' 17 ottobre<br />
i855, si <strong>di</strong>ce che in altro numero<br />
del medesimo erasi fatta conoscere la si-<br />
tuazione del personale e del materiale<br />
della marina mercantile pontificia nel<br />
1854, e che nel citalo numero s'in<strong>di</strong>cava<br />
anco il movimento <strong>di</strong> navigazione per lo<br />
stesso anno, tanlo generale ne'porti dello<br />
sialo pontificio, quanto parziale ne'porti<br />
esteri, (]uiiuli il inovimentu niarittimo del<br />
1854 in confi unto a (piello deli8)3, da<br />
cui lisulla, che le navi e il tonnellaggio<br />
hanno subilo una <strong>di</strong>minuzione a Ironie<br />
dell 853, a cagione della mici<strong>di</strong>ale guerra<br />
d'oriente, la quale ha sottratto al com-<br />
mercio molti legni pontificii <strong>di</strong> grossa por-
TE V<br />
lata per servizio dell' armate alleale <strong>di</strong><br />
Francia, Itigliilleria e regno Sardo. Si os-<br />
servò pure <strong>di</strong>ininuzione nei i 853 a fron-<br />
te dei 1 854, sid movimento delle navi <strong>di</strong><br />
commercio entra te a UipaGrandeinRoma<br />
liiiperoccliè nel i854fu <strong>di</strong>ySanavicou<br />
4,378 uomini d'equipaggio e un carico<br />
<strong>di</strong> 3g, 122 tonnellate; e quello delle na-<br />
vi uscite fu <strong>di</strong> 75i navi con 4>34' no-<br />
mini e 38,853 tonnellate. Noterò che al<br />
presente su! Tevere sono 7 piroscafi a vapore,<br />
cioè V Aiclùniede, il Bliisco de Ga-<br />
icty, e il Papiii de' quali parlai più sopra<br />
; il Roma pure acquistato da Gre-<br />
gorio XVI nel i844i d s. Giovaìiin e il<br />
Tcvci-c neh 853 acquistati dal Papa che<br />
regna, ed il commend. Cial<strong>di</strong> fu incari-<br />
calo <strong>di</strong> prenderli a Londra ov'erauo sta-<br />
ti costruiti, e <strong>di</strong> condurli a Civilavecciiia.<br />
Si legge ne'n.' 3c) e 4o del Gioriude <strong>di</strong><br />
Roma deh 855, che le continue e <strong>di</strong>rot-<br />
te pioggie aveano ingrossalo il Tevere <strong>di</strong><br />
modo che straripando verso la metà <strong>di</strong><br />
fehbraio, inondò alcune strade e piazze,<br />
specialmente le piazze del Pantheon e <strong>di</strong><br />
s. Lorenzo in Lucina, le vie <strong>di</strong> Ripelta e<br />
(|uelle del clauslro degli ebrei. 11 governo<br />
provvide per mezzo delle presidenze<br />
de'riuni tutte le famiglie che in cillà e ne'<br />
<strong>di</strong>ntorni erano sequestiale dall'acque, la<br />
violenza delle quali strascinò nella sua<br />
corrente una mole da molino galleggian-<br />
te al ponte Quattro Capi o Fabricio, e<br />
urtando violentemente ad esso ne guastò<br />
il parapetto. Nella per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tale moli-<br />
no sarebbero perite miseramenle <strong>di</strong>ver-<br />
, se persone senza il pronto ed efficace soc-<br />
i<br />
corso de'gen<strong>di</strong>irmi delle brigale de'rioni<br />
i s. Angelo e Uipa e <strong>di</strong> alcuni citta<strong>di</strong>ni, i<br />
I nomi<br />
de'quali furono pubblicali con lo-<br />
de. 1 gendarmi della brigata del rione <strong>di</strong><br />
I<br />
Trastevere salvarono al piano delle Due<br />
i<br />
j<br />
Torri fuori <strong>di</strong> purlal'orlese più <strong>di</strong> 3o per-<br />
sone Ira pecorai e conta<strong>di</strong>ni, E presso vil-<br />
la Massimi, Cuori <strong>di</strong> porta del Popolo, un<br />
carrettiere sarebbe infelicemente perito<br />
col suo cavallo e carico, nelle crescenti ac-<br />
que, come ancora sarebbero periti <strong>di</strong> ver*<br />
TEV i53<br />
si coloni, se non fossero accorsi coraggio-<br />
samente i gendarmi e le altre persone che<br />
stavano sulla barca, con che veniva fat-<br />
ta la <strong>di</strong>stribuzione del pane. L'inondazio-<br />
ne nelle campagne cagionò qualche gra-<br />
ve danno, col portar seco capanne e al-<br />
tre cose. Alla Magliana (luogo già <strong>di</strong> <strong>di</strong>-<br />
porto <strong>di</strong> Leone X e altri Papi nella primavera,<br />
posto sul Tevere a 5 miglia da<br />
lioma) perirono <strong>di</strong>verse centinaia <strong>di</strong> pe-<br />
core, che in que'<strong>di</strong>ntorni stavano pasco-<br />
lando. Già a' 19 febbraio l'acque eransi<br />
improvvisamenie ritirale entro le pro-<br />
prie sponde. 11 fiume a' 17 ascese all'idro-<br />
melro <strong>di</strong> Pupetta a melri i4-90, cioèc).go<br />
sopra il pelo or<strong>di</strong>nario dell'acquo magre.<br />
In Pvoma abbiamo la società romana <strong>di</strong><br />
Navigazione, la quale a'26 luglio i855,<br />
come si ha da' n.*" i68 e 169 del Gl'or-<br />
naie , fece bene<strong>di</strong>re a Ripa Grande la sua<br />
I ."nave che ha costrutto.dandole il glorio-<br />
so nome <strong>di</strong> s, Pietro apostolo.La sagra ceremonia<br />
fu eseguita dal curato <strong>di</strong> s. Ma-<br />
ria della Luce, coll'assistenza <strong>di</strong> molti giovani<br />
dell' ospizio apostolico <strong>di</strong> s. Miche-<br />
le a Ripa, e alla presenza <strong>di</strong> grande mol-<br />
tilu<strong>di</strong>ne. La operosa società è intenta a<br />
costruire allre navi, e cosi potrà giunge-<br />
re a capo de' suoi desiderii, che sono <strong>di</strong><br />
aprire colla navigazione nuove sorgenti<br />
<strong>di</strong> ricchezza allo slato papale. Riferisce<br />
il car<strong>di</strong>nale Morichini, Dcgl' islitud <strong>di</strong><br />
pubblica carità, t. i, p. 206, che noa<br />
gli riuscì <strong>di</strong> trovare i nomi de'pii bene-<br />
fattori che generosamente stabilirono le<br />
<strong>di</strong>stribuzioni del pane a'poveri nelle stra-<br />
or<strong>di</strong>narie contingenze <strong>di</strong> straripamen-<br />
to del Tevere, e <strong>di</strong> copiose pioggie o nevi<br />
neir inverno. Imperocché da quanto<br />
egli potè sapere, questa carità che si fa<br />
dal governo, ebbeorigineda lascili privali,<br />
avvenuti in tempi antichissimi. Quan-<br />
do dunque nell'inverno nevica o piove<br />
lungamente, sì che i lavori <strong>di</strong> campagna<br />
restano sospesi, io Roma si fa una <strong>di</strong>-<br />
stribuzione <strong>di</strong> pane nel Colosseo. La pre-<br />
sidenza dell'annona (finché esistette, ed a<br />
cui successe il municipio <strong>di</strong> /iq//ìì«, come
j 74 T L V<br />
rilevai nel voi. LlX,p. 76, cJ .il quale il<br />
]*apa allribu"i quanto spella alle alluvio-<br />
ni e alle inoudazioiii del Tevere per soc-<br />
cui rere i cilla<strong>di</strong>ni) provvede il pane, e la<br />
<strong>di</strong>rezione generale <strong>di</strong> polizia incarica i<br />
suoi ministri <strong>di</strong> <strong>di</strong>spensarlo, alla ragione<br />
<strong>di</strong> due libbre a lesta, a lulli que che cun-<br />
lorrono <strong>di</strong> qualunque eia, sesso e con<strong>di</strong>-<br />
zione. Prima si dava a'M)li lavoratori ili<br />
campagna, ma Gregoi io XVI orduiò che<br />
Si eslenilesse a tulli gli accorrenti alla <strong>di</strong><br />
^lril)u^ione,la quale prosegue a fusi fin-<br />
ché l'aria non sia <strong>di</strong>venuta più benigna<br />
e permetta la prosecuzione de' lavori sì<br />
cauipf>tri che urbani, eseguiti a cielo sou-<br />
iierlo. Egualmente una <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />
pane ha luogo quando il Tevere esce dal<br />
suo letto, li segnale del principio <strong>di</strong> tal<br />
benefica <strong>di</strong>spensa è quando il (ìucue gon-<br />
fiatosi per <strong>di</strong>rotte piuggieo per nevi sciol-<br />
te SI air.iccia al Panlheon o chiesa della<br />
Pioloiida, e giunge al ciglio della colun-<br />
iietta all' angolo destro del vestibolo <strong>di</strong><br />
quel tempii). Allora l'annona provvede-<br />
\a (e ora d municipio <strong>di</strong> Roma) subilo il<br />
pane, i presidenti regionari (de'rioni al-<br />
lagali) allestiscono carri e barchette (con<br />
iscule),e si reca il pane agli abitanti fuori<br />
le porle l*0( tese, <strong>di</strong> s. Paolo, Angelica, e<br />
del Popolo, e se il bi>ogno lo richiede per<br />
le vie inlei ne del recinto israelitico, <strong>di</strong> Ri<br />
petta, dell'Orso e <strong>di</strong> ljorgo,e in qualunque<br />
idlro luogo della città, se allagato. Una lib-<br />
])ra <strong>di</strong> pane >i dà ogni giorno a ciascuno de-<br />
gli ab'.lanli delle contrade soll'acqiri, fin<br />
che liura l'inondazione. Nel i83i sotto<br />
(«regorio XVI,si<strong>di</strong>erono per tal modo cir-<br />
ca 3ooo scu<strong>di</strong> <strong>di</strong> pane, e fu la massima ili-<br />
slribuzione avvenuta negli ultimi anni<br />
(«ilanqìò !'o[)era nel 1842): neh 836 che<br />
fu la minintissima se no<strong>di</strong>erono26o(non<br />
però per inondazione). Si calcola che la<br />
iosa importi all'eraiiojchefi la spesa, per<br />
lermuie me<strong>di</strong>o 600 scu<strong>di</strong> l'anno, perche<br />
^i sono degli anin in cui non occorre <strong>di</strong><br />
firla, non avendovi né nevi, uè pioggie<br />
<strong>di</strong>rolle e continuate, né inondazioni
T II A<br />
per lo stato ecclesiastico, Roma i68t^.<br />
Fer<strong>di</strong>nando Cosimo Muti, La Tiheria-<br />
(l'f.ov'c si tratta del modo <strong>di</strong> rendere na-<br />
Ki'gahile il Tevere, Velletn 167 i. Filip-<br />
po Raggi, // Tevere incatenato, ovvero<br />
l'arte <strong>di</strong> frenare Vacane correnti, Ro-<br />
scorso sopra il Tevere: è nell'opera ci-<br />
tata del Fontana. Di mg."^ Vespignaui abbiamo<br />
pure: Discorso sopra il ponte Se-<br />
natorio detto Ponte Rotto, Roma 1692.<br />
Agostino Steuco, De restituenda navigatioìie<br />
Tyheris, Lugduni 1 547- Pianta<br />
del corso del Tevere e sue a<strong>di</strong>acenze,<br />
dallo shocco della Nera fino al mare, e<br />
profilo <strong>di</strong> livellazione del medesimo, <strong>di</strong>segnato<br />
l'anno ij^^ da Andrea Chiesa<br />
e Bernardo Gamharini ingegneri, col-<br />
ta descrizione delle cagioni e de'rime-<br />
<strong>di</strong> dell'inondazioni <strong>di</strong> detto fiume. Pie-<br />
tro Lanciani, Sulla necessità <strong>di</strong> riniuo'<br />
vere l'impe<strong>di</strong>mento al corso del Tevere,<br />
Roma 1829.<br />
THALMUD. F. Taimud.<br />
THAMSIOFOLI o TEMISONIUM.<br />
Sede ve^covile della FrigiaPacaziana, nel-<br />
l'esarcato d' Asia, sotto la metropoli <strong>di</strong><br />
Lao<strong>di</strong>cea, eretta nel V secolo, chiamala<br />
pura Thampsium e Tìiemissus. ^i cono-<br />
scono due vescovi; Zosiuio che nel45 isot-<br />
toscrisse il concilio <strong>di</strong> Calcedouia, e Gio-<br />
vanni che tiovossi al VII concilio gene-<br />
rale. Oriens <strong>di</strong>r. 1. 1 , p. 82 i<br />
THANE. Duca feudatario <strong>di</strong> castelli<br />
e signorie ò'Ingliiltei-ra (T\) e <strong>di</strong> Scozia<br />
(J .). Ve ne furono <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti specie, e<br />
ne parlai ne'vol. XVII, p. 288, XXIV,<br />
p. 23 I e altrove. Vi furono i gran thani,<br />
anche governatori o Lord (T .). Thaiies<br />
si <strong>di</strong>ssero pure gli ufficiali e i graduati; ed i<br />
ihanes delti della messa <strong>di</strong>pendevano dal-<br />
la Chiesa.<br />
THAU.' r. Tau.<br />
THT loi<br />
THEMAXON. Sede vescovile della<br />
<strong>di</strong>ocesi de'Caldei nell'Assiria, al <strong>di</strong> là del<br />
Tigri. Ebbe a vescovi; Ebedjesus che as-<br />
sistè all'elezione del cattolico Ebedjesus<br />
111, e 32 anni dopo a quella d' Elia li,<br />
ovvero era un altro vescovo dello stesso<br />
nome; Giovanni sedeva verso ih 100, e<br />
ma 1 662. Carlo Lombardo, Discorso so-<br />
[<br />
pra la cagione delVinondazione <strong>di</strong> Ro- fu trasferito in seguito alla metropoli ili<br />
ma, ivi 160 1 .Onofrio Castelli, Z^e/rmo/i- Mosul; Darsuma, or<strong>di</strong>nato dal cattolico<br />
dazione del Tevere col <strong>di</strong>segno de'pae- Elia li, ed a questi successe in tal <strong>di</strong>gnità<br />
si, r acque de' quali vengono in Roma,<br />
ivi 1608. Gio. Carlo VespignaMÌ,Z>i-<br />
alla sua morte. Oriens <strong>di</strong>r. t. 2, p. i337.<br />
THEMIZOMO. Sede vescovile deliri<br />
Frigia Pacaziana, sotto la metropoli <strong>di</strong><br />
Lao<strong>di</strong>cea, eretta nel secolo V, e presso i<br />
suoi conlorui.Maltia suo vescovo nel 4^'!<br />
intervenne al concilio generale <strong>di</strong> Calce-<br />
donia. Oriens <strong>di</strong>r. 1. 1 , p. 8 i 3.<br />
THEODOLI. r. Teodoli.<br />
THE[;A,THERMIAoTERMIA. Sede<br />
vescovile dell'esarcato <strong>di</strong> Macedonia,<br />
sotto la metropoli <strong>di</strong> Alene, eretta nel VI<br />
secolo e poi <strong>di</strong>venne arcivescovato ono-<br />
rario. Trovasi nel niaie Egeo nell' isola<br />
Calistao Cylhiios, oggi Thermia, una del-<br />
le Cicla<strong>di</strong>. Negli alti del VI concilio ge-<br />
nerale si legge che v'intervenne Giorgio<br />
vescovo <strong>di</strong> Thera.<br />
THECDA. Seùe vescovile della pro-<br />
vincia proconsolare dell'Africa, sotto la<br />
metropoli <strong>di</strong> Cartagine. Ebbe a vescovi;<br />
Urbano che fu alla conferenza <strong>di</strong> Carta-<br />
gine del 4' '5 Habeldeus fu esilialo nel<br />
4^7 con altri vescovi da Genserico re de'<br />
\andali, e l'altro re Unnerico fece il si-<br />
mile con Vittore nel 484) P^f non aver<br />
voluto seguire il parlilo de'donalisti alla<br />
conferenza <strong>di</strong> Cartagine. IMorcelli, yJfr.<br />
olir. 1. 1.<br />
THEUZA o THEUSITA. Sede ve-<br />
scovile dell'Africa nella provincia Biza-<br />
cena, sotto la metropoli d'Adrumelo. Il<br />
suo vescovo Decimo nel 484 venne esi-<br />
liato per opporsi a'douatisti e per soste-<br />
nere i dogmi cattolici. Morcelli. Africa<br />
<strong>di</strong>r. t.i.<br />
TllEVlN. r. TuiN.<br />
THIABE o THIAVE. Sede vescovile<br />
della iMauriliana Cesariense, sotto lame-
i56<br />
THI<br />
Iropoli <strong>di</strong> Giulia Cesarea. Ad Onorato suo<br />
Tescovo del 4'28, <strong>di</strong> santa vita,scnsse una<br />
impoitantissima lettera s. Agostino. Mor-<br />
celli, Jfr. <strong>di</strong>r. 1. 1.<br />
THI ARDDE CISSY Enrico, Car<strong>di</strong>-<br />
naie. De'cunli del suo nome, nobilissinio<br />
<strong>di</strong> Doigogtia, sino dall'adoiescenza de<strong>di</strong>-<br />
catosi olla milizia <strong>ecclesiastica</strong>, fu airiccliito<strong>di</strong><br />
benefizi ed'abbazie, in<strong>di</strong> nel i G87<br />
promosso da Innocenzo Xi al vescovato<br />
<strong>di</strong> Toni, rinunziando poi neliGgS la me-<br />
tiopolitana <strong>di</strong> Bordeaux. oiVertagli dal re.<br />
Celebro in Toul il sinodo, che Benedetto<br />
XIV ricordò nell'opera De Syiiodo Dioeccsaiui.<br />
Quin<strong>di</strong> nel 1704 Clemente Xl<br />
lo trasferì alla sede<strong>di</strong> Meaux, vacata per<br />
jnorte del celeberrimo Bossuet, or<strong>di</strong>nando<br />
il Papa la gratuita «.peilizione delle bol-<br />
Ie,acui nel 1 7 I 7 fu aggiunta l'abbazia <strong>di</strong><br />
«.Germano de'l'rali. Ad istanza <strong>di</strong> Luigi<br />
XIV, a'29 mangioi I 7 5 Cleoieute XI lo<br />
creò cai <strong>di</strong> naie prete de'ss.Quirico eGiuli t-<br />
ta,e decorato <strong>di</strong> sì eminenle<strong>di</strong>gnilà si tro-<br />
\ò presente a'2 5 ottobre i 722 alla solenne<br />
unzione <strong>di</strong> Luigi XV in Pieinis., Te-<br />
nacissimo della dottrina ortodossa,! iguardòcon<br />
orrore gli empi dogmi che serpeggiavano<br />
in Francia, e ne perseguitò apertamente<br />
i seguaci e fautori, singolarmen-<br />
te nel 1727 in cui presiedè all'assemblea<br />
de' vescovi in Parigi nel suo palazzo <strong>di</strong> s.<br />
Germanode'Prati,in cuiftuono jiroscrit-<br />
li alcuni errori eli'eransi sparsi intorno al<br />
sagiilìzio della messa, alla ss. Eucaristia,<br />
all'autorità della Chiesa e al primato del<br />
Papa, i cui decreti furono confermati nel-<br />
le ris[)ettive <strong>di</strong>ocesi da molti vescovi <strong>di</strong><br />
Francia, ^'è <strong>di</strong> ciò contento, <strong>di</strong>e alla luce<br />
alcune memorie contro gli appellanti dal-<br />
la bolla Lni^cnitns al futuro concilio,<br />
stampate nel 1 729. Essendo nel 1710 sta-<br />
to pubblicato il Messale per usodella cliie-<br />
sa <strong>di</strong> Meaux, <strong>di</strong> cui il dottissimo prede-<br />
cessore Bossuet avea data cura ad alcutii<br />
canonici della cattedrale, e non essendosi<br />
ancora compito, il car<strong>di</strong>nale volle che si<br />
portasse al suo fine. iMa avendo trovato<br />
iu esso molle cose coulraiie a'rili antichi<br />
T H I<br />
ricevuti nella Chiesa <strong>di</strong> Dio, comandò eoa<br />
pena <strong>di</strong> scomunica, che tutte si togliessero,<br />
restituendo nel Messale le ceremo-<br />
nie universalmetile seguite dalla Chiesa.<br />
In<strong>di</strong> nel 1713 pubblicò il Breviario e il<br />
Bituale, emendalo e riformato.Tra gl'im-<br />
niensi vantaggi recati alla sua chiesa, ri-<br />
corderò, che raccolse nel 1724 in un sol<br />
volume i decreti sinodali de'suoi antecessori,<br />
e vi aggiunse i propri. Rivolgendo<br />
quin<strong>di</strong> le sue cure al materiale della pro-<br />
pria chiesa, fondò uu nuovo sontuoso al-<br />
tare che airicclù <strong>di</strong> preziosi ornamenti,<br />
e vi rinnovò la cattedra episcopale, non<br />
mancando al tempo stesso <strong>di</strong> riparare e<br />
accrescere le altre chiese parrocchiali della<br />
<strong>di</strong>ocesi, e <strong>di</strong> abbellire l'episcopio. Fe-<br />
ce pubblicare la Storiti dclUi chiesa <strong>di</strong><br />
Meaux del p. Toussaint Du Plessis bene-<br />
dettino, che nel 1781 fu de<strong>di</strong>cata al car-<br />
<strong>di</strong>nale. Assegnò la ren<strong>di</strong>ta perpetua <strong>di</strong><br />
ySoo lire, da erogarsi parte iu sovvenimenlo<br />
de'poveri, parte ir. sollievo de'mi-<br />
uistri del santuario. All' abbazia ancora<br />
<strong>di</strong>s. Germano fece s[)erimeutaregli effet-<br />
ti <strong>di</strong> sua generosa carità, or<strong>di</strong>nando che<br />
i chierici poveri della medesima fossero<br />
mantenuti nel seminario a sue spese, al<br />
quale eiletto lasciò al seminario <strong>di</strong> s. Sul-<br />
pizio l'annua ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 5ooo lire, e altre<br />
10,000 ne stabilì a favore della parroc-<br />
chia <strong>di</strong> s.Sulpizio,a(iliichè si dovessero im-<br />
piegare in sostentamento de'sacerdoli,de'<br />
poveri e de'faiiciulli delia medesima e bisognosi<br />
d' istruzione. Contribuì somme<br />
considerabili per la fondazione del seminario<br />
<strong>di</strong> s. Spirito nel sobborgo <strong>di</strong> s. Marcello<br />
<strong>di</strong> Parigi, e lasciò il mantenimento<br />
perpetuo per alimentare 5 poveri ciechi.<br />
In una parola, impiegò tutte le reu<strong>di</strong>te del<br />
suo vescovato a sollievo de'poveri, de'qua-<br />
li meritoss-i il cognome <strong>di</strong> padre. Contri-<br />
bui col suo suffragio all'elezioni <strong>di</strong> 3 Papi,<br />
e [)ieno <strong>di</strong> ineriti consumò il corso <strong>di</strong> que-<br />
sta breve pellegrinazione in Parigi nella<br />
sua abbazia <strong>di</strong> s.Germano nel 1737, d'8 £<br />
anni non compiti, e trasferito a Meaux<br />
ebbe sepoltura uelia calledrale,QeIla tom-
THT<br />
ba falfa da lui costruire per nocogliere le<br />
mollali spolpile de'vescovi dcCunli.<br />
TlilliAKI. Sede vescovile dell'Africa<br />
nella provincia Bizaciria, sollo la metro-<br />
poli d'A<strong>di</strong>doeto. Yiticenzo suo vescovo<br />
trovossi al concilio <strong>di</strong> Carta-^ine del 255,<br />
eVittoro assistè alla conferenza ivi tenu«<br />
ta nel 4' •• Porcelli, Jfr. <strong>di</strong>r. f. i.<br />
THIEUY {}go. Car<strong>di</strong>nale. /.Caro.<br />
TflIINISA. Sede vescovile dell'Africa<br />
nella provincia proconsolare, sotto la me-<br />
tropoli <strong>di</strong> Cartagine. Vcriiuuio suo vescovo<br />
fu al concilio tenuto in tal città nel<br />
255, Colonico segui il partito de' dona-<br />
tisti nella conferenza <strong>di</strong>Cartagine del4i ' ><br />
Dalmazio fu esiliato da Uimcrico rode'<br />
\andali nel 4er esscisi ricusalo sot-<br />
toscrivere l'erronee proposizioni de' do-<br />
natisti. iMorcelli, Jfr. <strong>di</strong>r. t.i.<br />
TU 1 ^ V 1 L L¥.lTìu'odonis Filla.QWtà<br />
forte <strong>di</strong> Francia, <strong>di</strong>pailioientodellalMo-<br />
sella, capoluogo <strong>di</strong> circondario e <strong>di</strong> can-<br />
tone a 6 leghe da Metz, in una pianura<br />
sulla sponda sinistra della Moselia che la<br />
separa dalla cilladclla, colla (juale comu-<br />
nica per un ponte <strong>di</strong> legno con pili <strong>di</strong> pie-<br />
tra, che si può a un bisogno <strong>di</strong>sCiue. Ila<br />
tribunali <strong>di</strong> i. 'istanza, <strong>di</strong>versi uflizi e sta-<br />
bilimenti, ed è piazza <strong>di</strong> guerra <strong>di</strong> 3. clas-<br />
se, le cui f<strong>di</strong>lilìcazioni sono in buono sta-<br />
to <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, e vi si entra per 6 porte. Ila<br />
bella piazza d'armi, chiesa parrocchiale<br />
degna d' attenzione, bella cavallerizza,<br />
iTieicato coperto, sala per gli spettacoli, ar-<br />
senale. collegio comunale che occupa l'an-<br />
tico convento degli agostiniani, l'ospeda-<br />
le e la prigione militare. Possiede <strong>di</strong>ver-<br />
se fabbriche, è un emporio <strong>di</strong> grani, e ne'<br />
<strong>di</strong>ntorni sonovi ricche cave <strong>di</strong> pietra da<br />
lavoro, e sorgenti minerali. Fu patria <strong>di</strong><br />
Pietro Stator letterato, <strong>di</strong> Francesco <strong>di</strong><br />
Lo<strong>di</strong> .<strong>storico</strong>, e <strong>di</strong> altri illustri. Risale l'ori-<br />
gine delia città alla i ."stirpe de're <strong>di</strong> Fran-<br />
cia, che vi ebbero un palazzo: Pipino il<br />
Breve vi tenne la corte, e Carlo IMagno<br />
piacendogli il soggiorno vi fece adunare<br />
i concilii, o piuttosto assemblee co'prin-<br />
cipali signori del suo impero, per rcgo-<br />
TIII i57<br />
lare la <strong>di</strong>\isione de'snoi stali tra' propri<br />
figli, intervenendovi anche de' vescovi. Dp-<br />
pò l'estinzione de'Cai lovingi, appartenne<br />
snccessivamenlea'conti <strong>di</strong>Lucemburgo,<br />
a'duclii <strong>di</strong> borgogna, alla casa d'Austria<br />
eil a're <strong>di</strong> Sjiagna. Il duca <strong>di</strong> Guisa<br />
la prese d'assalto a' 23 giugno i558,<br />
ma net seguente anno fu resa agli spa-<br />
gnuoli. ^'ellG39 i francesi in numero <strong>di</strong><br />
1 3,ooo,coniaiMlalidaFeucpjieres,ratlaC'<br />
careno, ma fu vinto e fatto prigioniero<br />
da Piccolomiiii, accorso in aiuto della cit-<br />
tà con numeroso esercito. La ripigliò il<br />
gran Condé nel i643, restò quin<strong>di</strong> alla<br />
Francia e <strong>di</strong>venne la capitale del Lucem-<br />
burgo francese, l'altro spettante a' Paesi<br />
Bassi (J .j.Nel 1 792 la bombardaronogli<br />
austriaci indarno per 4^ giorni; <strong>di</strong>poi fa<br />
bloccala e bombardala nel 1 8 1 4, '«a "on<br />
presa. KeliBiS vi entrarono i prussiani<br />
in conseguenza d'ini trattato. InThionville<br />
furono celebrati i seguenti 5 con-<br />
cilii. Ili."neir8i4 f fi^'ore de' sacerdoti<br />
perseguitali, il 2. "neirSi 1<br />
sullo stesso ar-<br />
gomento, ecomposto <strong>di</strong> 32 vescovi,che vi<br />
fecero delle leggi contro gli oppressori de'<br />
uìinistri della Chiesa, le quali furono con-<br />
fermate con e<strong>di</strong>tto da Lodovico I il Pi(K II<br />
3.° nel febbraio 835, composto <strong>di</strong> più <strong>di</strong><br />
40 vescovi, i quali vi <strong>di</strong>chiararono nullo<br />
luttnciò ch'era stato fatto contro l'impe-<br />
ratore Lodovico 1, che condussero nella<br />
caltetlrale <strong>di</strong> Metz, per rendere più so-<br />
lenne la sua riabilitazione, la «piale si fe-<br />
ce nella domenica <strong>di</strong> quinquagesima alla<br />
messa. Dopo il ritorno de'vescovi a'fhioiiville,<br />
vi furono deposti gli assenti Agobardo<br />
<strong>di</strong> Lione, e Bernardo <strong>di</strong> Vienna, e<br />
più solennemente degli altri Ebbone <strong>di</strong><br />
iìeims presente, per aver cospirato con-<br />
tro l'imperatore; Ebbone acconsentì alla<br />
sua deposizione, e rinunziò per sempre<br />
l'arcivescovato. Il 4" "fll'B j 4in "'lo'^'^><br />
nel luogo chiamato///(^//(/'////. in oggiJust,<br />
presieduto da Dragone vescovo <strong>di</strong> Melz.<br />
Vi furono fatti 6 canoni relativi alla pa-<br />
ce e concor<strong>di</strong>a tra'principi cristiani, sulla<br />
nomina de'vescovi alle se<strong>di</strong> vacanti, per-
j ~8 1 H M<br />
che si reintegrassero delle loro seili gli e-<br />
spulsi, per iin[)e(Jire l'tisiirpazione de'be-<br />
ni ecclesiastici, specialraetile tle'beiii del-<br />
lecoiporaziuiii religiose, a conilizione pe-<br />
lò the sommiiiislriissero allo stato i stis-<br />
sic'ii uecessarii. I figli del defunto Lodo-<br />
vico I pacificali, Lotario I, Lodovico li e<br />
Carlo il Ciih'o. promisero d'osservare fra<br />
loro un'amicizia fi aterna, e <strong>di</strong> ristabilire<br />
lo slato della Chiesa che colle loro <strong>di</strong>scor-<br />
<strong>di</strong>e aveaiio turbata, proiueltendo ancora<br />
l'esecuzione de'canoni fatti. Il 5.° fu te-<br />
nulo nel I I 32 in favore del capitolo <strong>di</strong> s.<br />
Die nella Lorena. Reg. t. io; Labbé t. 7;<br />
Aiduino t. 4; alartene, The\aiir. [. i^.<br />
TH.MUIS oTlIMOUlSoTHMOUI.<br />
Sede vescovde del Basso Egitto, una del-<br />
le principali città del medesimo, posta nel<br />
Delta a fpialche <strong>di</strong>sianza dal ramo Men-<br />
desio del Nilo, quasi nel centro della piamna,tra<br />
esso e il ramoTunilico, e le sue<br />
rovine sono testimonio <strong>di</strong> sua antica gran-<br />
dezza. Questo vescovato del patriarcato<br />
d'Alessandriadell'Augiistamnica i.',fue-<br />
letto ne'pi imi secoli della Chiesa, suffraganeo<br />
della metropoli <strong>di</strong> Pelusio. Fu re-<br />
sidenza d'un vescovo greco, e <strong>di</strong> un vescovo<br />
copio. Ne fu I. "vescovo s.Fdea martire,<br />
<strong>di</strong> cui il mai lirologio romano fa men-<br />
zione a"4 febbraio; in<strong>di</strong> gli successero s.<br />
Donalo martire, Caio che intervenne nel<br />
325 al concilio Niceno,s. Scranìonc (T'.)<br />
zelante <strong>di</strong>fensore della fede contro gli a-<br />
riani ed i manichei, già stato superiore<br />
d'un gran numero<strong>di</strong> solitari, e amico par-<br />
ticolare <strong>di</strong> s. Antonio quando vivea riti-<br />
rato nellaTebaide. Avea Serapione Io spi-<br />
rilo mollo ilhiuiinato, ed era assai eloquente,<br />
donde gli derivò il soprannome<br />
<strong>di</strong> Scolastico , cioè dotto. Or<strong>di</strong>nato ve-<br />
scovo da s. Atanasio nel 34o , assistè al<br />
concilio <strong>di</strong> Sai <strong>di</strong>ca, e fu deputalo dal san •<br />
to con 4 vescovi e 3 preti presso l'impe-<br />
latore Costanzo, che allora Irovavasi in<br />
Italia, per calmarne lo spirilo tutto de-<br />
<strong>di</strong>to all' arianesimo e perciò contrario a<br />
s. Atanasioche vigorosamente Io combat-<br />
tevo; ma s. Serapione fu esilialo come gli<br />
TH U<br />
altri vescovi callolici, ed il martirologio<br />
romano ne fa memoria a'2 1 marzo. Altri<br />
vescovi <strong>di</strong> Tlimnis furono, Tolomeo<br />
che sotloscrisse la forinola ari.i uà <strong>di</strong> Gior-<br />
gio d'Alessandria e <strong>di</strong> Acacio <strong>di</strong> Cesarea<br />
nel concilio <strong>di</strong> Selcucia; Aristobolo tro-<br />
vossi al concilio dEfeso del 43 i ; Vienna<br />
giacobita sedeva nel 760; Elia fu vesco-<br />
vo nel secolo X! sotto il patriarca Ci'islo-<br />
<strong>di</strong>ilo; DanicL' giacobita fu all'assemblea<br />
tenuta a .Misra per or<strong>di</strong>ne dell'emir d'E-<br />
gitto, ec. Oriciìf: chr. t. 2, p. 538.<br />
THNEFOPSICIIITI. Eretici che altri<br />
chiamano Tnctopsichici, simili alla setta<br />
degli arabici del secolo III, i quali insegnavano<br />
che l'anima nasce e muore col<br />
corpo , ma<br />
che risusciterà con esso. Nel<br />
concilio tenuto cogli arabici Origene li<br />
convinse, onde abiurato l'errore torna-<br />
rono alcaltolicismo. I Thnefopsicl»iti credevano<br />
l'aiiiina dell'uomo siibile a quel-<br />
la della bestia, ed erroneamente insegna-<br />
vano ch'essa moriva col corpo, e (ler cre-<br />
dere la mortalità dell'anima furono chia-<br />
mati con detto nome. Li confutò s. Gio-<br />
vanni Damasceno, liner. 90.<br />
THOME'. /".S.Tommaso.<br />
THONON. r. Savoia e Svizzera.<br />
THUCCA.Sede vescovile della provincia<br />
Mauritiaiia d'Afiica, sotto la metro-<br />
poli <strong>di</strong> Silifi. Onorato suo vescovo fu al<br />
concilio <strong>di</strong> Cartagine nel 22^, ed Uzulo<br />
pe' suoi fermi sentimenti cattolici fu nel<br />
484 esiliato d-i Unnerico re de' vandali<br />
per essersi opposto agli errori de'donali-<br />
sii. Porcelli, Jfr. chr. t. i.<br />
THUCCABOR. Sede vescovile della<br />
provincia proconsolare d'Africa, sotto la<br />
metropoli <strong>di</strong> Cartagine. Al suo concilio<br />
del 2 55 si trovò il vescovo Fortunato; Me-<br />
gasio co'vescovi donalisti vi si recò nella<br />
conferenza del ^m; Stefano sottosciisse<br />
la lettera che il concilio proconsolare mandò<br />
nel 646 a Paolo patriarca <strong>di</strong> Costan-<br />
lino[)oli contro i monoteliti.Morcelli, Jfr.<br />
<strong>di</strong>r. \. I.<br />
TIIUNN OvwywRKtBO, Car<strong>di</strong>nale. Na-<br />
to nel Tirolo <strong>di</strong> nobilissima prosapia, <strong>di</strong><br />
,
I<br />
, la<br />
; calo<br />
j germanico<br />
' cinse<br />
! d'Europa,<br />
I<br />
j niòda<br />
T II U<br />
lyjinnifii provvislo d'ini canonicato iiel-<br />
iiielropolitana <strong>di</strong> Salisburgo, <strong>di</strong> cui in<br />
seguito <strong>di</strong>venne decano. Dopo aver ap[)li-<br />
in Roma con successo nel collegio<br />
all'acquisto delle scienze, si ac-<br />
al viaggio delie piiucipali provincie<br />
a fine d'eiudusi ne'coslumi e<br />
iie'lingujiggi (Ielle <strong>di</strong>verse nazioni. Eletto<br />
neli()>4 arcivescovo <strong>di</strong> Salisburgo, cliia-<br />
tutte le parti uon)ini integri e dut-<br />
! li, de'quali giovossi nella visita della <strong>di</strong>o-<br />
i cesi enei governo <strong>di</strong> sua cbiesa, per cui<br />
I<br />
vanlasigio ggio pror ligi) e stabilì ottime leg-<br />
i gi. Rivolse quin<strong>di</strong> la pastorale sollecitu-<br />
j <strong>di</strong>ne<br />
j<br />
I<br />
1 sontuosa<br />
all' ornamento e restauro de' sagri<br />
tenipli.e nella metropolitana, lasciata im-<br />
perfetta dal suo predecessore, impiegò so-<br />
pra a 60,000 scu<strong>di</strong>, ornando ezian<strong>di</strong>o con<br />
magnificenza la facciata con ista-<br />
tue colossali <strong>di</strong> marmo bianco, ecompien-<br />
I<br />
do i due campanili, che ricoprì <strong>di</strong> rame.<br />
j<br />
I profuse<br />
I za<br />
i do<br />
' <strong>di</strong><br />
I<br />
Oltre a ciò v'innalzò due magnifici por-<br />
liei laterali, ^ella fal>brica del proprio pa-<br />
lazzo, che al)benì <strong>di</strong> splen<strong>di</strong>do e gran<strong>di</strong>oso<br />
e<strong>di</strong>lizio e con ampia specola <strong>di</strong> marmo,<br />
più <strong>di</strong> Te, 000 scu<strong>di</strong>. Per orna-<br />
mentodellacillìi,rece costruire nella piaz-<br />
vaga e superba funte <strong>di</strong> fino e can<strong>di</strong>-<br />
marmo, che riuscì meravigliosa. In<br />
Sali.shur^o (f .) accolse con regia mmiiflccnza<br />
r imperatore col seguilo <strong>di</strong> 700<br />
persone e <strong>di</strong> più che 1000 cavalli, e vi<br />
opeiò (pianto altro notai in quell' arti-<br />
colo. Nel iGf)0 battezzò in Monaco con<br />
gran solennità Adelaide primogenita del<br />
dnca <strong>di</strong> Baviera, che poi sposò il Delfino<br />
l''raiici.i, e trovandosi nella <strong>di</strong>etn <strong>di</strong> Ita-<br />
lisbona ritornò a Monaco per supplii e al-<br />
le cereinonie del battesimo d( 1 piimoge-<br />
I<br />
iiito<strong>di</strong>detto duca.Oilpiineiii seguilo I<br />
I<br />
am-<br />
luinistrazionc della chiesa <strong>di</strong> Ratislx'Ua,<br />
e in nome dell' imperatore presied
.Ho TIIU<br />
E(l nncora, perchè hi questione sul fata-<br />
le insegnamento misto, non fu solo pro-<br />
pria dell'eroica Irlanda, nia <strong>di</strong>venne eu-<br />
ropea, e fu <strong>di</strong>battuta anche neirilaiia per<br />
sua sventura. Prima riporterò quanto mi<br />
fu dato raccogliere dalla perio<strong>di</strong>ca stam-<br />
pa cattolica, quin<strong>di</strong> rifei'uò il j)rodollo<br />
delle mie ricerche a genuine fonti sul gra-<br />
•vissinioe memorabile avvenimento. Nar-<br />
ra la Civiltà cattolica, I. i, p. 6c)0.'»ll<br />
22 agosto si <strong>di</strong>e principio al sinodo dei<br />
vescovi cattolici d'Irlanda da tenersi in<br />
Thurles. Tutti i vescovi in numero <strong>di</strong> l'è<br />
•vi si trovavano ciascimo accompagnato<br />
da un teologo. Il solo primate d'Irlanda<br />
Cullen, nella sua duplice qualità <strong>di</strong> lega-<br />
to apostolico e d'arcivescovo d'Arinagh,<br />
era assistilo da due teologi. Le radunanze<br />
si fecero al collegio <strong>di</strong> s. Patrik, ma-<br />
gnifico fabbricato costruito da pochi an-<br />
ni co'mezzi principalmente d'un fondo <strong>di</strong><br />
1 OjOoo lire legate a quest'elTelto dal dot-<br />
toreEverard aiilicoarcivescovo<strong>di</strong> Casliel.<br />
La cattedrale <strong>di</strong> Thurles è attigua all'e-<br />
<strong>di</strong>fizio. 1 provinciali de'<strong>di</strong>versi or<strong>di</strong>ni eb-<br />
bero il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> assi-slerci e <strong>di</strong>scutere in<br />
ciò che concerne le loro comunità. Que-<br />
sto è ili. "sinodo convocato dal Papa in<br />
Irlanda dopo il XIII secolo. Molti altri<br />
sino<strong>di</strong> provinciali vi avevano però avuto<br />
luogo". iVegli Annali delle scienze religiose,<br />
2." serie, t. 9, p. 290, si legge un<br />
articolo: Sìii Collegi della Regina in Ir-<br />
landa. Ivi si <strong>di</strong>ce, che sono ormai scorsi<br />
7 anni, dacché il governo inglese mosso<br />
da molte domande d' un sistema esleso<br />
d'insegnamento superiore pe'giovani cat-<br />
tolici dell' Irlanda, propose a tal line la<br />
fondazione<strong>di</strong> alcuni collegi (in Cork, Bel-<br />
faist e Gaiway). Così per una legge san-<br />
cita nel 1845 venne autorizzato il gover-<br />
no a fondare 3 collegi in <strong>di</strong>verse parli del-<br />
l'Irlanda, incni la gioventù irlandese,sen-<br />
73 alcuna <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> religione, riceves-<br />
sel'istruzione intuiti i rami dell'insegna-<br />
Dieiilo superiore. Appena venne alla no-<br />
tizia de' vescovi irlandesi l'abbozzo <strong>di</strong> que-<br />
sto progetto <strong>di</strong> legge, che molli <strong>di</strong> essi re-<br />
T IIU<br />
clamarono contro colle più vive istanze,<br />
mostrando i gravi pericoli a cui andrei),<br />
bero soggetti i giovani in sillalte istituzio-<br />
ni, per le quali non si faceva alcuna men-<br />
zione dell'istruzione leligiosa, anzi teni-<br />
va stu<strong>di</strong>osamente ban<strong>di</strong>ta. I zelanti vescovi<br />
ricorsero alla s.Sede,chiedendole come<br />
si dovessero <strong>di</strong>portare in tali circostanze;<br />
e fu loro risposto a'f) ottobre i847,.con let-<br />
tera della s. congregazione <strong>di</strong> prrìpngan-<br />
da //VA'(airarci vescovo <strong>di</strong>Cashel mg.'SIattery,<br />
riportala a p. 279 de'cilati Anna'<br />
li, insieme ad altra che <strong>di</strong>rò, ed in uno a<br />
quella <strong>di</strong>retta all'arcivescovo <strong>di</strong> Armagli<br />
mg."^ Cullen), che non solamente si <strong>di</strong>sapprovava<br />
il piano d'insegnamento propo-<br />
sto dal governo, raa venivano esoitali an-<br />
cora i<br />
vescovi ad emular l'esempio del<br />
vicino Belgio (del quale meglio riparlai<br />
a Paesi Bassi), e fare ogni sforzo per sta-<br />
bilire un'accademia o l iiiversità catto-<br />
lica. Essendo stale nel 1848 proposte dal<br />
governo inglese alcune mo<strong>di</strong>ficazioni del<br />
progetto d'istruzione, le quali principalmente<br />
consistevano nella nomina d' un<br />
ispettore religioso, che invigilasse sui buo-<br />
ni costumi e suH'islriizioiie religiosa de-<br />
gli alunni de'collegi, alcuni de' vescovi si<br />
credettero in ilovere d'informarne la s.Se-<br />
de. Tutta la questione venne <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong>-<br />
scussa, e dopo matura deliberazione, la<br />
stessa s. congregazione con lettera dell'i l<br />
...<br />
ottobre 184B, condannò con più esplici-<br />
te parole i proposti Collegi della Piegina,<br />
come pieni <strong>di</strong> gravi ed intrinseci perico-<br />
li alla fede ed a'costumi de' giovani <strong>di</strong>e<br />
li frequentassero; <strong>di</strong> più vi fu aggiunta una<br />
più calda esortazione a stabilire una u-<br />
niversilà cattolica. Volendo accu<strong>di</strong>re a sì<br />
giusta brama del sommo PonteficePio IX,<br />
e insieme sod<strong>di</strong>sfare al proprio obbligo <strong>di</strong><br />
provvedere all'istruzione necessaria alle<br />
lorogreggie, i vescovi irlandesi nel sinodo<br />
nazionale da loro celel)rato a Thur-<br />
les nell'agosto e settembre 18 5o, conside-<br />
rando che rirl.inda, senza una convenevo-<br />
le istruzione religioso-scientifica, avrebbe<br />
potuto <strong>di</strong>lliciliacnle <strong>di</strong>fendere dall'opposi-
T H U<br />
tioni npmlclie la siin fede e la stia vera chie-<br />
sa (chiunque volontariamenle o si <strong>di</strong>parte<br />
o non entra nella chiesa cattolica, non<br />
può entrare in Para<strong>di</strong>so : extra Ecclesiam<br />
non est salus , infallibile sentenza<br />
che ripetei nel voi. LXXl, 1 p. 84= ora leggo<br />
nella Civiltà eattolica, 2/ serie, 1. 12,<br />
p. 109, il sunto della <strong>di</strong>ssertazione letta in<br />
noma a'2 agosto I 855 nell'accadeuiia <strong>di</strong><br />
religione cattolica, dal p. ab. d. Teobaldo<br />
Cesari procuratore generale de'cistercieusi,<br />
il quale prese a <strong>di</strong>mostrare che la mas-<br />
sima fuori della Chiesa non v'e salute,<br />
è fondata nella Fede e nella Serittura,<br />
ed è conforme alla retta ragione.» S'a-<br />
pri la via alla <strong>di</strong>mostrazione col <strong>di</strong>chia-<br />
rare che la sola Chiesa romana può e deve<br />
<strong>di</strong>rsi Cattoliea. Ciò fatto entrò nel-<br />
l'argornento, e in primo luogo <strong>di</strong>chiarò<br />
che quella massima è fondata nella lede<br />
con lungo e sapiente ragionamento, il cui<br />
nerbo cie<strong>di</strong>auio possa ridursi a questo entimema.<br />
Nel fondare laChiesa il<strong>di</strong>viuKe-<br />
d(nitore <strong>di</strong>e la missione agli Apostoli <strong>di</strong><br />
promettere la salute a chi credesse alla<br />
loro [)re<strong>di</strong>cazione. Dunque non vi può es-<br />
sere salute che solo in quella Chiesa, nel-<br />
la quale si conserva la successione e la<br />
pre<strong>di</strong>cazione apostolica, qual è solamen-<br />
te la Piomana. In secondo luogo cos'i <strong>di</strong>-<br />
mostrò il fondamento che dà la Scrittu-<br />
ra alla medesima verità. JNel nuovo Testamento<br />
Gesìi Cristo nostro <strong>di</strong>vin mae-<br />
stro chiamò gli Apostoli e in loro i successori<br />
degli Apostoli, luce del mondo,<br />
.sole della terra, e tralci della vite uni-<br />
ti al tronco: c\un([iìe c\V\ t fuori dellaChie-<br />
sa romana, ove solo la successione apo-<br />
stolica si conserva, non sarà preservalo<br />
dalle tenebre, dalla corruzione, dall'ari-<br />
<strong>di</strong>tà. E ciò <strong>di</strong>mostrano ezian<strong>di</strong>o le figure<br />
dell'antico Testamento che presentanola<br />
Chiesa tliGesùCristo siccome la città dove<br />
giorno e notte assicurasi la salvezza a chi vi<br />
si rifugia, siccome la pietra fondamentale<br />
sopra la quale si fonda l'e<strong>di</strong>fìzio che uni-<br />
sce la terrena Gerusalemme alla celeste,<br />
e contro cui ogni cozzo nemico urla iii-<br />
VOL. ixxv.<br />
THU 161<br />
vano. La quale doppia figura non può,<br />
se guar<strong>di</strong> alla storia della Chiesa, appli-<br />
carsi che alla sola Chiesa romana. Nel-<br />
l'ultima parte il ragionamento un po'più<br />
<strong>di</strong>steso a provare la convenevolezza del-<br />
la ragione con questa dottrina, può ri-<br />
dursi a questo punto. Nella sola Chiesa<br />
romana trovansi quegli evidenti motivi<br />
<strong>di</strong> cre<strong>di</strong>bilità esterna che rendono ragio-<br />
nevole l'ossequio della nostra fede, e qua'<br />
mezzi intrinseci <strong>di</strong> salvezza che sono i sa-<br />
gramentiji quali aiutano sostanzialmen-<br />
te la nostra fragilità al compimento de'<br />
cristiani doveri; quando fuori <strong>di</strong> essa ir-<br />
ragionevole è ogni credenza, perduto ogni<br />
vero uso de'sagramenti. Chiudendo<br />
l'autore la sua dotta orazione, manifesta<br />
con accese parole il voto del cuor suo che<br />
la chiesa cattolica trionfi in tutto il mon-<br />
do, e la speranza che questo trionfo sia af-<br />
frettato dall'ossequio che la chiesa catto-<br />
lica rende a Maria ss.Immacolata"),eche<br />
i cattolici frequentando i collegi misli,ove<br />
se è dubbio il progre<strong>di</strong>re nelle scienze, è<br />
certissimo che vi pericolanonella fede,no-<br />
ininarono una commissione <strong>di</strong> 8 vescovi e<br />
altrettanti sacerdoti e laici, i quali pren-<br />
dessero quelle misure che fossero espe-<br />
<strong>di</strong>enti per dare l'iniziativa a s\ nobile im-<br />
presa. Gli 8 vescovi pubblicarono senz'al-<br />
tro mi in<strong>di</strong>rizzo al clero e popolo irlan-<br />
dese, esponendo la necessità e i vantaggi<br />
<strong>di</strong> tale istituzione; e non cessarono poi <strong>di</strong><br />
adoprare tutti i mezzi utili a portarla ad<br />
effetto. Le contribuzioni che riceverono<br />
a tal fine dal novembre i85o all'aprile<br />
i85i superarono un milione <strong>di</strong> franchi,<br />
somma enorme se si consideri la povertà<br />
della nazione, cui l'ha ridotta il prolestan-<br />
tesimo inglese, ed i gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagi che o-<br />
gni classe vi ha dovuto soffrire attesa la<br />
carestia e gli al tri flagelli che afflissero spaventosamente<br />
l'Irlanda fin dal 1846, ed<br />
accennai nel voi. LUI, p. J 90. L'in<strong>di</strong>riz-<br />
zo fu sottoscritto a'9 settembre i85o dai<br />
seguenti prelati. Paolo Cullen arcivescovo<br />
iV Arìuagh e primate d'Irlanda. Daniele<br />
Murray arcivescovo <strong>di</strong> Duì<strong>di</strong>no. Mi-<br />
1 I
,i).' T H U<br />
( liflc Slnllery nioivosrnvri<strong>di</strong> CasJìc I.CAo-<br />
Villini Mnp Ilnle nrcivpscovo <strong>di</strong> Tiianì.<br />
(liovanni CìuiIavcII vescovo <strong>di</strong> iMcnlli.<br />
Francesco Haly vescovo <strong>di</strong> KHdnrc e hci-<br />
i;hUn. Nicola Forati vescovo <strong>di</strong> /A atcr-<br />
fnrd e Z,?Vmo/T. Giovanni Deny vescovo<br />
<strong>di</strong> Clonfcrt. L'in<strong>di</strong>rizzo pubblicnlo dagli<br />
elessi yìanali, \>o\\iì il l'\[o\o: In riin'zzn del-<br />
la ronìT)ììssìoiie per Vitniversità eatfoli-<br />
1(1 n'catloliei d' Irlaiìda. Il <strong>di</strong>scorso nie-<br />
liminare lipiodusselesegnenli paioledcl-<br />
l'in<strong>di</strong>iizzo sinodale pnbhlicalo da' pa<strong>di</strong>i<br />
ladnnali nel concilio nazionale <strong>di</strong> Tlinr-<br />
les, con unanime accordo risoluto da quel<br />
venerando consesso , sullo slahilinierilo<br />
dell'uni versila cattolica in Irlanda.» ]Non<br />
è d'uopo, giusta la nostra opinione, l'assi-<br />
curarvi <strong>di</strong>e ogni cosa risguardanle il vo-<br />
stro ben essere,e ravanzamcnlo de'voslri<br />
interessi temporali ed eterni, sarà porta-<br />
ta a termine colle nostre più <strong>di</strong>ligenti cu-<br />
re, che non vi sarà fatica , né sagrifìcio<br />
compatibile col dovere, che noi non faremo<br />
con piacere per migliorare la vostra<br />
con<strong>di</strong>zione e promuovere la vostra prò<br />
spelila. Come pegno della nostra siixe-<br />
1 ila per sifialii sentimenti, noi abbiamo<br />
(leterminalo <strong>di</strong> fare ogni sforzo possibile<br />
onde stabilire un sistema fondamentale<br />
ed esteso d' istruzione universitaria , da<br />
tombiiiare tuttociòcheè pialicamente ti-<br />
lde nel presente sistema collo spirito pti-<br />
10 ed e<strong>di</strong>ficante della dottrina religiosa.<br />
Una commissione è stabilita da questo sinodo<br />
per esaminare i particolari del men-<br />
tovato inteiessanlissiiiio piogetto e por-<br />
tarlo poscia ad esecuzione. Gran<strong>di</strong> sono<br />
le <strong>di</strong>fiicollà da superarsi, ma se noi le af-<br />
fionliamo aniniati dalla lede, se noi operiamo<br />
con cristiana uiTunie, esse ben le-<br />
sto svaniranno. Per condurre a lertnine<br />
questo negozio abbiamo gran<strong>di</strong> risorse<br />
nello zelo, nella scienza, ne'talenli e nei<br />
mezzi pecuniari che da noi stessi potranno<br />
portarsi a contributo, ed a'«pettai si d;ii<br />
nostri fratelli, che sono sparsi imn solamente<br />
per i begni-Uuili e nelle colonie<br />
Britanniche, ma pur anco pel continente<br />
'J II U<br />
d'America". Quin<strong>di</strong> l'in<strong>di</strong>rizzo sviluppa<br />
egregiamente la raccomandazione della<br />
s. Stòe per erigere una univeisità catto-<br />
lica in II landa, il dovere della Chiesa per<br />
risliiìzioiie, r esempio dell'antica chiesa<br />
irlandese, la necessità d' una università<br />
cattolica, i<br />
danni dell'insegnamento laica-<br />
le, le circostanze speciali dell'Irlanda per<br />
provvedere all' istruzione religiosa della<br />
gioventù cattolica, la risposta alle obbie-<br />
zioni de'proleslanti ede'cattolici irlande-<br />
si, e l'esortazioni onde aiutar l'impresa.<br />
II dotto e zelante mg. XiiIIen arcivescovo<br />
dArmagh, fu destinato dalla provviden-<br />
za a scjslenere con braccio vigoroso gl'in-<br />
leiessi spirituali dell' aOidatagli fimiglia<br />
cattolica, escortar'a a più felici destini nel<br />
mezzo <strong>di</strong> tante <strong>di</strong>lììcoltà e pericoli che la<br />
travagliava. La grande (jiieslionedell'ia-<br />
segiianienlOjche <strong>di</strong> sua natura vuole es-<br />
sere <strong>di</strong>retto dalla Chiesa e da essa <strong>di</strong>pen-<br />
dente, il prelato la svolse con forza <strong>di</strong> au-<br />
torità e <strong>di</strong> raziocinio da non potersi desi-<br />
derare <strong>di</strong> vantaggio, colla mirabile Let-<br />
fera Pastorale al clero delCarei<strong>di</strong>oce-<br />
si d'Jrìnn^h. de'26 noven)bre i85o, e<br />
riprodotta dagli Annali delle scienze re-<br />
ligiose, 1* serie, t. 9, p. 429, f- ' o, p. 284.<br />
In essa viene <strong>di</strong>chiarato, come da tanto<br />
tempo e con tanto stu<strong>di</strong>o si alFatichino i<br />
nemici della religione ad emancipare i po-<br />
poli dalla materna autorità della Chiesa<br />
nel fatto dell'istruzione della gioventù,<br />
perchè apra la via a formare della parie<br />
più interessante della società un gregge<br />
<strong>di</strong> figli pro<strong>di</strong>ghi , che s' iiicaniminano a<br />
<strong>di</strong>ssipare in poco tempo il ricco patrimonio<br />
della religione. Ad esempio de'ze-<br />
lanti vescovi <strong>di</strong>Francia che tantoalto han-<br />
no gridato contro le detestate norme d'insegnamento<br />
statuite ed applicate in quel<br />
vasto regno, eseguendo altri nobili esem-<br />
pi che ne ha dato l'episcopato <strong>di</strong> altre na-<br />
zioni, volle il primated'lrl.inda che echeg-<br />
giasse in tutta l'estensione dell'isola la^sua<br />
voce, onde ammaestrare tutti sopra un<br />
oggetto <strong>di</strong> cos'i grande rilievo. Di tal gui-<br />
sa alle cose già dette d'accordo cogli al-
1 H U<br />
fii pastori nel suinmenlovato In<strong>di</strong>rizzo,<br />
colla pastorale gli si <strong>di</strong>e l'occasione <strong>di</strong> tor-<br />
nare (lire contro i collegi co!«\ chiama-<br />
li della Regina e <strong>di</strong> mista istruzione, che<br />
j! concilio <strong>di</strong> Thurles vietò a'caltolici <strong>di</strong><br />
frequentare. L' Osservatore Romano del<br />
i85r ,a p. 1 67, riporta le parolecolle qua-<br />
li nel parlamento il lord John Piusseli.<br />
n>inislro del regno, avversò il concilio <strong>di</strong><br />
Tlmrles, ch'egli <strong>di</strong>sse il r. "convocalo do-<br />
po la rivoluzione religiosa , cioè a <strong>di</strong>re<br />
quando 1' Inghilterra e la Scozia abbandonarono<br />
infelicemente la religione catto-<br />
lica de'Ioro padri, e 1' in<strong>di</strong>rizzo statuito<br />
dal sinodo al clero e popolo irlandese, per<br />
l'eiezione d'una università cattolica. Di-<br />
chiarò che la lettera sinodale era stata a-<br />
tlottata alla maggiorità d'un voto, inve-<br />
ce i segretari del concilio <strong>di</strong> Thules pro-<br />
varono, che fu votala all'unanimità dei<br />
voli. A p. -ìoo i\t\\' Osservatore Roma-<br />
no, si riporta il seguente brano <strong>di</strong> lette-<br />
ra dell'arcivescovo <strong>di</strong> Tuam a lord Riis-<br />
sei. colla quale reclama l'onore per l'Ir-<br />
linda <strong>di</strong> partecipare alla sorte d'Inghil-<br />
terra. "Il modo con cui l'Iilanila ha rifiu-<br />
tato la facoltà incredula del governo, lo<br />
.spettacolo consolante e maestoso della sua<br />
{inlica gerarchia nel concilio <strong>di</strong> Thurles,<br />
la sua risoluzione ferma ed inallerabile<strong>di</strong><br />
fondare un'università cattolica malgrado<br />
l'estrema sua povertà, sono questi i de-<br />
litti che hanno provocato la vostra colle-<br />
ra, meglio ancora che lo stabilimento del-<br />
la geraichia inglese (<strong>di</strong> cui a Westmiiv-<br />
ster), a giu<strong>di</strong>carne dal luogo che queste<br />
(juestioni occupano nel vostro <strong>di</strong>scorso.<br />
L'Irlanda può bene esclamare : me, me,<br />
adsum qui feci; e quin<strong>di</strong> e>sa richiama<br />
la sua parte <strong>di</strong> pericolo e <strong>di</strong> gloria nella<br />
persecuzione che ci minaccia ". Finalmente<br />
a p. 637 àe\\' Osservatore si <strong>di</strong>ce:<br />
Sono scorsi appena nove mesi, l'episco-<br />
palo irlandese formava il progetto <strong>di</strong> fon-<br />
dare un'universilà cattolica, ed il proget-<br />
to era prossimo all'esecuzione. L'episco-<br />
pato irlandese essere degno <strong>di</strong> tulli gli en-<br />
comi, ed il suozelo risnanà [lerpetuonel-<br />
TH U iG3<br />
la storia dell' isola. Fu confidato a! primate<br />
mg."^ Cullen <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere il progetto<br />
d'organizzazione dell' università da pre-<br />
sentarsi nella prossima riunione che doal-<br />
vea aver luogo a'i 2 agosto 1 85 1 . Per<br />
lora non si pensava a fondare un e<strong>di</strong>lìzio,<br />
finché non giungevano raccolti fon<strong>di</strong> sufficienti,<br />
e l'Inghilterra e l'America non<br />
avesse risposto all'appello della carità. Né<br />
l'e<strong>di</strong>fizio è ciò che costituisce l'università.<br />
Si voleva prendere a fitlonn locale in Du-<br />
blino, onde nell'iinminenle ottobre si potessero<br />
aprire i corei, nel medesimo tem-<br />
po in cui si aprono all'università mista del<br />
governo. In questa riunione si credeva che<br />
verrebbe pubblicala l'approvazione pon-<br />
tifìcia del concilio <strong>di</strong> Thurles, vale a <strong>di</strong>re<br />
la condanna dell'università mista. Rife-<br />
risce la Civiltà cattolica nel l. 5, p.6g5.<br />
«I giornali <strong>di</strong> Dublino annunziano che il<br />
primate d'Irlanda ricevette da Roma gli<br />
alti del concilio <strong>di</strong> Thiu-les approvati dal<br />
santo Padre. QuA conciluj avea fra leal-<br />
trecose deciso che i cattolici non potevano<br />
frequentare l'università della Regina.<br />
Il T/V^/^'.s riguarda la pubblicazione
i64 T II U<br />
•invano colla pei fella liberi;) ilei cotloli-<br />
co,guarenlila loiotlairenìatici[)a7Ìoiie(lel<br />
i82t), enumera l'imponenle niiriiero <strong>di</strong><br />
personaggi <strong>di</strong> clie si compose, cioè <strong>di</strong> 3i<br />
prelati, 23 lord, i o baroni, 33 nieiubii del<br />
parlamento, i5o iiflìziali della giustizia <strong>di</strong><br />
pace, e aUpianle migliaia de'piìi ragguar-<br />
devoli soggelli, chierici e laici. La glan-<br />
de associazione cattolica si propose, con-<br />
tro la chiesa ufiniale del governo, a <strong>di</strong>fe-<br />
sa della religione de'suoi [»adri. i ."Adot-<br />
tale Igni mezzo costituzionale per otte-<br />
nere l'abolizione del bill sui titoli eccle-<br />
siastici, e <strong>di</strong> tulle le leggi che inceppano<br />
la liberlà data acattolici. 2. "Togliere al<br />
popolo cattolico d'Irlanda il peso <strong>di</strong> gui-<br />
derdonarci ministri anglicani: peso enorme<br />
perchè assorbe il più dell'entrate dei<br />
particolari, peso ingiusto perchè dà mer-<br />
cede a'minislri d'un culto straniero al po-<br />
polo: peso irragionevole perchè paga chi<br />
tende a corrompere la fede e la religione<br />
del paese. 3.' Proteggere i poveri irlan-<br />
desi contro il sistema del proselitismo pe-<br />
cuniaiio, pel quale smugnesi l'in<strong>di</strong>gente<br />
aflln <strong>di</strong> comprarne l'apostasia. 4-° Assicu-<br />
rare a tutte le classi una istruzione cat-<br />
tolica, fondando, giusta l'insinuazione del<br />
sommo Pontefice e il decreto del concilio<br />
<strong>di</strong> Thurles, una grande accademia o uni-<br />
versila cattolica, opponendo a'collegi mi-<br />
sti <strong>di</strong> Cork, Belfarst e Gahvay, istituzio-<br />
ni dotte e religiose. 5.° Contribuire al miglioramento<br />
morale del popolo, e avvan-<br />
taggiamela con<strong>di</strong>zione ci vile,afijne <strong>di</strong> pre-<br />
servarlo dalla scostumatezza e dall'in<strong>di</strong>-<br />
genza. 6.° Soccorrere e proteggere eflicacemente<br />
tulle le fondazioni caltoliche,per-<br />
che esse possano far sperimentare a'po-<br />
poli la benefica influenza della carità edel<br />
zelo cristiano. La Civiltà cattolica dà<br />
quin<strong>di</strong> ragguaglio dei risultamenli , che<br />
tanto dovranno influire sulla con<strong>di</strong>zione<br />
dell'isola; non che <strong>di</strong> quanto riguarda l'u-<br />
niversitàcallolica, <strong>di</strong> cui fu nominato ret-<br />
tore il celebre p. NeAvman, e la pubblicazione<br />
de'decreli del concilio <strong>di</strong> Thur-<br />
les, massime a p. 693 del citato volume.<br />
TU u<br />
Come pure la reazione prolestanlica e per-<br />
seculrice delle liberlà religiose a' cattoli-<br />
ci, con freddo calcolo della politica intesa<br />
a frenare con dure leggi lo slancio che da<br />
qualche tempo essi aveano preso, conse-<br />
guenze tulle tlella rabbia anglicana con-<br />
li(j i prosperi progressi del cnllolicismo.<br />
liifcrilo il ricavato dalla pubblica stam-<br />
pa, ora, come notai in principio, passo a<br />
riportare quanto polei apprendere nelle<br />
legali mie indagini; però non riuscirà su-<br />
perfluo il già narralo, poiché chiarirà alcune<br />
delle cose che dovrò ripetere , sui<br />
motivi per la celebrazione del sinodo <strong>di</strong><br />
Thurles, e (pianto in esso fu trattato e de-<br />
cretalo.<br />
Tre secoli della più cruda persecuzione<br />
religiosa, cui rillustre ee<strong>di</strong>iìcante na-<br />
zione irhiiidese è stata soggetta, naturalmente<br />
recò grave detrimento alla <strong>di</strong>sci-<br />
plina <strong>ecclesiastica</strong>. Imperocché tolte ai<br />
cattolici le loro chiese, ed a' sagri mini-<br />
stri le loro entrale, popoli e pastori colpi-<br />
ti per tanto tempo dalle più severe leg-<br />
gi, non era possibile che l'amministrazio-<br />
ne delle cose sagre seguisse precisamen-<br />
te il prescritto da'canoni ecclesiastici. Per<br />
la necessità, alle or<strong>di</strong>narie leggi sotten-<br />
trando la consuetu<strong>di</strong>ne, quesla <strong>di</strong> frc(pien-<br />
le suol durare pur anco cessate le prime<br />
cause che l'aveano inlrocloUa. Così come<br />
accadde in tante altre regioni, avvenne<br />
anche nell'Irlanda, dove certi usi ne'sagri<br />
riti incoujinciali per necessità, seguitaro-<br />
no a costumarsi per una certa abituale<br />
usanza. E' fu questo appunto uno de'pri-<br />
mari motivi, che determinarono la con-<br />
vocazione del memorando concilio <strong>di</strong><br />
Thurles. Altro poi e più imme<strong>di</strong>alo fu<br />
quello <strong>di</strong> deliberare sui mezzi d'aduprar-<br />
si dall'episcopato irlandese, rapporto al-<br />
la <strong>di</strong>scorsa grave questione d'insegnameo-<br />
to che preoccupava l'Irlanda. Dessa, come<br />
narrai, originòdal progetlo <strong>di</strong> fonda-<br />
re alcuni collegi provinciali misti per l'è»<br />
ducazionc della gioventù irlandese, pro-<br />
posto nel parlamento nel i84j. Questo<br />
provve<strong>di</strong>meoto,chc sembrava ottimo in
1<br />
I<br />
I eccitò<br />
I<br />
j<br />
I re<br />
j ne<br />
j<br />
' lungo<br />
: completa<br />
TH U<br />
asliatto, tosto si riconobbe sommamente<br />
pericoloso, pel modo con cui dovea at-<br />
tuarsi. Giacché, invece <strong>di</strong> allattare il pro-<br />
gettalo sistema abbisogni della gioventìi<br />
cattolica irlandese, i promotori <strong>di</strong> esso si<br />
adoprarono <strong>di</strong> piantarlo sulle basi d'ima<br />
in<strong>di</strong>lFerenza religiosa. I profes-<br />
sori [)otevano essere <strong>di</strong> tutte le sette, e<br />
nulla dovea ammettersi nella forma d'insegnamento<br />
che potesse offendere le dot-<br />
trine o i pregiu<strong>di</strong>zi d'alcuna delle sette<br />
religiose, tutte venendo ricevute in que<br />
collegi. Siffatto progetto, naturalmente<br />
i pili forti reclami della gran mag-<br />
gioranza de* vescovi, del clero e del po-<br />
polo. Vi furono però fatalmente alcinii, i<br />
quali allucinati dalle promesse lusinghie-<br />
de' promotori del pericoloso sistema,<br />
<strong>di</strong>vennero cal<strong>di</strong> sostenitori; quin<strong>di</strong> si<br />
suscitarono gravi <strong>di</strong>ssensioni, le quali tan-<br />
t'olire procederono, che si ripurtarono<br />
alla cognizione della .santa Sede, l'er es-<br />
sa la s. congregazione <strong>di</strong> propaganda /c^Ze<br />
se ne occupò con gran <strong>di</strong>ligenza, e dopo<br />
e maturo esame <strong>di</strong> tutto 1" alfare,<br />
a'q ottobre 1847 emanò il decreto,;» ppro-<br />
vato dal Papa Pio IX, col quale <strong>di</strong>chiarò<br />
tali collegi provinciali misti pericolosi al-<br />
la fede.Questo decreto fu ricevuto con ap-<br />
plausi nell'Irlanda, non<strong>di</strong>n)eno bentosto<br />
sì tentò eluderne la forza me<strong>di</strong>ante n)o-<br />
<strong>di</strong>ficazioni introdotte nella <strong>di</strong>sciplina de'<br />
medesimi collegi. Ciò fu un nuovo mo-<br />
tivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssensione tra'cattolici, e la cau-<br />
sa fu nuovamente portata al giu<strong>di</strong>zio del-<br />
la s. Sede, la quale con decreto dell'i i<br />
ottobre 1848, non solo confermò la condanna<br />
de' collegi misti, ma <strong>di</strong>chiarò che<br />
le vantate mo<strong>di</strong>ficazioni nulla toglievano<br />
il veleno, <strong>di</strong> cui il già censurato sistema<br />
fu qualificato infetto. In tal modo termi-<br />
nò, con singoiar consolazione della gran<br />
maggioranza della nazione irlandese, la<br />
que.aione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto riguardo a'memorati<br />
istituti. Però e pel calore delle precedenti<br />
<strong>di</strong>scussioni, un certo spirito <strong>di</strong> partito re-<br />
gnava tra non pochi, che producevano o-<br />
slacùli air esecuzione de' savi provve<strong>di</strong>-<br />
THU iG><br />
menti della s. Sede, per tutelare la puri-<br />
tà dell'insegnamento cattolico, dalla per-<br />
niciosa influenza de'collegi misti o <strong>di</strong> si-<br />
mili aggressioni de'nemici della fede cat-<br />
tolica. Tra'suggerimenti della s. Sede, li-<br />
no fu quellodell'erezioiie d'una universi-<br />
tà cattolica. Quin<strong>di</strong> per rimuovere sì gra-<br />
vi ostacoli e per agevolare 1' esecuzione<br />
delle <strong>di</strong>sposizioni della s. Sede, non che<br />
<strong>di</strong> migliorare lo stato della <strong>di</strong>sciplina ec-<br />
clesiastica, fu deliberato da'vescovi irlan-<br />
desi <strong>di</strong> celebrare un concilio nazionale, secondo<br />
le regole de'sagri canoni. Approvando<br />
las. Sede i voli dell' episcopato ir-<br />
landese, fu nominato presidente del sinodo<br />
il sullodato edottissimo mg.' Culleu<br />
arcivescovo d'Arniagh, anche nella qua-<br />
lità <strong>di</strong> delegato apostolico. Il sinodo comiuciòa'a^<br />
agosto i85o nella chiesa me-<br />
tropolitana <strong>di</strong> Cashel, e durò per 3 settimane<br />
circa. In esso furono pienamente<br />
trattate tutte le materie per cui fu con-<br />
vocato. Il numero de'decreli e la sapien-<br />
za che in essi vi risplende, prova eminen-<br />
temente lo zelo dell'egregio presidente e<br />
de'suoi degni colleghi, col quale attesero<br />
alla nobile impresa a cui il sagro loro uf-<br />
fizio e la voce del soin(no Pontefice li a-<br />
vea chiamati. I decreti del concilio si ponno<br />
<strong>di</strong>stinguere in 3 classi: i primi riguardarono<br />
l'esecuzione de'mentovati decreti<br />
della s. congregazione <strong>di</strong> propaganda //(/cy<br />
i secon<strong>di</strong> l'università cattolica e le scuole<br />
preesistenti; e gli ultimi la riforma della<br />
<strong>di</strong>sciplina <strong>ecclesiastica</strong>. Riguardo a'primi,<br />
<strong>di</strong>chiararono i padri del sinodo la loro<br />
piena adesione a' decreti emanati sui col-<br />
legi misti dalla s. Sede. Il motivo da cui<br />
deriva tal dovere, è appunto l'ubbi<strong>di</strong>en-<br />
za e ossequio dovuto al sommo Pontefi-<br />
ce, ed ecco le parole in cui splende la fe-<br />
de irlandese dopo 3 secoli <strong>di</strong> persecuzio-<br />
ne. Cimt in Romano Pontifìce^ Cliristi<br />
in terris Vicariuni, et s. Patri successo-<br />
reni agnoscanius ac veneremur, cui <strong>di</strong>'<br />
viiiitus niiuius optiniis doctrinis,fidele.':<br />
institucn<strong>di</strong>, et a pestiferis et veneno i/i-<br />
fcctis pascuis arccn<strong>di</strong> cotnniisswn est.
i66<br />
THU<br />
Quiiuii 1 vescovi iiiculcuiio culle piìi gra-<br />
vi paiole l'osservanza de'decieti della s.<br />
cungiegaziooc, iiiliuiaDdo al clero la so-<br />
spensione /po/J/r/o, da iiicorieisi nel ca-<br />
so che alcuni <strong>di</strong> esM accetlasse (|nalsiasi<br />
carica ne'collegi misli; ed al popolo la gra-<br />
vissima obbligazione <strong>di</strong> tener lontani i<br />
pi opri figliila lali isliluti, per esseie la \'c-<br />
de un dono il più piezioso, e d'antepnrsi a<br />
liiUi i vantaggi terreni, raritnent: riguardo<br />
a'.lu 2.' t!as>e de'decreli, con eguale a-<br />
i:iciilà i<br />
padri decretai ono l'erezione del-<br />
l' uni versi t acattolica, per vai idamen le pre-<br />
munirsi contro le incessanti iiisi<strong>di</strong>ede'pro-<br />
lestaiiti contro la (ede della gioventù cat-<br />
tolica che frequenta i lorostabiliinenli d'i-<br />
struzione. La slessa <strong>di</strong>ligenza i<br />
vescovi <strong>di</strong><br />
mostrarono ne'decreti fatti rapporto alle<br />
scuole nazionali, le quali una volta luio-<br />
no anch'esse il soggetto <strong>di</strong> gravi contro-<br />
%eisie.Tra'|)rov\eiliinenli adottati riguar-<br />
do a queste scuole, è dd notarsi quello che<br />
prescri\e, che tutti i libri da usarsi nelle<br />
scuole anche in lilUris /zf////
T H U<br />
ne o simili materie, quando una tal leg^e<br />
riguaickisse lutto il regno. In tal caso fu<br />
deliberato che nessun vescovo polessedar-<br />
vi il suo consenso finché la cosa non fos-<br />
se ben esaminata da^^li altri vescovi e dai<br />
medesimi approvata. Fu piovve<strong>di</strong>ito an-<br />
che al caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>spareri tra'vescovi, decre-<br />
tando i padri che in tali emergenze bisogna<br />
riferire l'affare alla s. Sede e aspettar-<br />
ne la sentenza; <strong>di</strong>chiarando, così volere la<br />
consuetu<strong>di</strong>ne della chiesa universale, non<br />
solo, n)a ezian<strong>di</strong>o gli antichi usi e canoni<br />
della chiesa d Irlanda dal medesimo suo<br />
apostolo s. Pattizio introdotti." Tota con-<br />
troi'L'rsia ad Seder/i apostolicam dcfcratur<br />
jiixta veterem canoiicm Ecclcsìac<br />
Hiherniae a s. Patritio latum.y> Si quac-<br />
stionesìn hac insula orianturad Sede ni<br />
apostolicam referantur, etjuxta consue-<br />
iu<strong>di</strong>ncni Ecclesiae universa lis". Cau. s.<br />
Patrilii apud Wilkms, Con. M. Brit. t.i,<br />
p. 6. Questo memorando concilio<strong>di</strong>Thur-<br />
les fu approvalo con decreto della s. congregazione<br />
<strong>di</strong> propaganda fide-Ai'ò maggio<br />
1 85 1; e in modo più solenne dal Pa-<br />
pa Pio IX, con breve deaS marzo i852.<br />
Come supplemento <strong>di</strong> questo si nodo, fu<br />
celebrato un i.° concilio de'vescovi stessi<br />
d'Irlanda in Dublino nel maggio i 854. A.<br />
(|uesto pure presiedè l'ottimo mg.' Cul-<br />
len, già traslalo a quella sede, in qualità<br />
<strong>di</strong> delegato apostolico. Per la generosità<br />
de'caltolici d'Irlanda, e <strong>di</strong> alcune oblazio-<br />
ni de'fedeli d'altri paesi, fu raccolta una<br />
somma sì cospicua, che i vescovi poterono<br />
finalmente in questo sinodo decretare<br />
l'apertura delluniversilàcattolica, la qua-<br />
le ebbe luogo nel seguente novembre. Come<br />
rimarcai superiormente, il dottissimo<br />
p. Newman dell'oratorio ne fu costitui-<br />
to rettore, ed un competente numero <strong>di</strong><br />
professoli furono nominali a insegnare le<br />
scienze, quin<strong>di</strong> uno stuolo <strong>di</strong> fiorita gio-<br />
ventù cominciò a frequentare le scuole,<br />
che sono in lodevole incremento. Anche<br />
in questo sinodo <strong>di</strong> Dublino furono fatti<br />
parecchi canoni, quasi tulli però <strong>di</strong>retti al-<br />
luscopo<strong>di</strong> sempre più appoggare e con-<br />
T I A 167<br />
feiuiare gli statuii del concilio <strong>di</strong> Thur-<br />
les.<br />
TI A iV A, T')'rr/2/?, C/i/'j'-i- toyjt»//.'.'. Sede ar-<br />
civescovile della Cappadocia nell'esarcato<br />
<strong>di</strong> Ponto, nell'Asia minore, già città cele-<br />
Icbre presso e alle ra<strong>di</strong>ci del monte Tau-<br />
ro, e patria del famoso Apollonio. Eretta<br />
nel secolo III in sede vescovile e suffra-<br />
ganea <strong>di</strong> Ce>niea, in<strong>di</strong> l'imperatore Valente,<br />
associato all'impero nel 364 e morto<br />
nel 378, avendo <strong>di</strong>visola Cappadocia<br />
in due provincie, eresse Tiana in metro-<br />
poli della Cappadocia 2." per affliggere<br />
s. Basilio il Grande vescovo <strong>di</strong> Cesarea,<br />
che combatteva gli errori degli ariani, dal-<br />
l'imperatore protetti, e nel secolo XII <strong>di</strong>venne<br />
esarcato della stessa 2.' Cappado-<br />
cia. Ebbe a suffraganee le se<strong>di</strong> vescovili<br />
<strong>di</strong> Cibistra , poi arcivescovato onorario,<br />
Faustinopuli, Sasimo o Za/ima, e Balbis-<br />
sa o Barbilissi. Sembrami che il Terzi nel-<br />
la Siria sacra la chinini Tiene, per cui<br />
le notizie riportale in quell'articolo, in<br />
parte credo che spellino a Tiaiia. Tiaiia<br />
è inoltre in rinomanza pe'molli suoi mar-<br />
tiri, capo de'quali fu s. Oreste, sotto l'im-<br />
pero <strong>di</strong> Diocleziano; la loro memoria è no-<br />
tata a'g novembre nel maitirologio romano<br />
e ne' menelogi ile' greci. Nel 867<br />
vi fu tenuto un concilio, con l'intervento<br />
ili Eusebio vescovo <strong>di</strong> Cesarea e de'vescovi<br />
.Atanasiod'Ancira, s. Pelagio <strong>di</strong> Lao<br />
<strong>di</strong>cea,s, Gregorio Nazianzeno il padre tlel<br />
santo omonimo, e con molti altri, i tjuali<br />
aveaiiu fatta professione della consustan-<br />
zialilà del Figlio <strong>di</strong> Dio al suo <strong>di</strong>vino Pa-<br />
dre, nel concilio d'Antiochia nel 363. Vi<br />
si lessero le lettere <strong>di</strong> Papa s. Liberio<br />
e de' vescovi d'Italia, <strong>di</strong> Sicilia, d'Africa<br />
e della Gallia, da loro scritte per can-<br />
cellar la vergogna e rime<strong>di</strong>are agli er-<br />
rori del couciho<strong>di</strong> Rimini ( J.)j \& (.maW<br />
lettele cagionarono grande allegrezza in<br />
tulli i padri del concilio. RislabilironoEu-<br />
slazio <strong>di</strong> Sebaste, ch'era slato deposto, e<br />
scrissero a tutte le chiese d'Oriente<strong>di</strong> leg=^<br />
gcre i decreti de'vescovi d'Asia, e <strong>di</strong> fare<br />
riilcs-sioiie lopra il loro numero, <strong>di</strong> lesti-
i68 T I A<br />
nioiiiare colle loro lelteie ch'egliiio erano<br />
del senlimeiito <strong>di</strong> que'prelali, che ab-<br />
biacciavaiio il concilio <strong>di</strong> ^Jicea I, e riget-<br />
tavano quello <strong>di</strong> llimiiii; fiiialineiite l'e-<br />
sortarono a entrare nella loro coraunio-<br />
i)e, e a <strong>di</strong>chiararlo in iscritto. 11 1.° vescovo<br />
<strong>di</strong> Tiana fu Eupsichio, che nel 325 in-<br />
tervenne al suddetto concilio JViceno. Gli<br />
successe Teofionio partigiano de^li ere-<br />
liei ariani, il quale trovossi al concilio<br />
d'Antiochia nel 34 i .Essendo vescovo A n-<br />
leniio o Antimo, nel 372 Valente fece la<br />
narrata <strong>di</strong>vi>ione della Cappadocia e l'e-<br />
rezione <strong>di</strong> Tiana in uielropoli. In<strong>di</strong> ne occuparono<br />
la sede Eterio, Teodoro I, Cal-<br />
liope, Longino, Teodoro II, Eulero e-<br />
1 etico che deposto nel 43 i dal concilio<br />
d'Efeso, appellò a Papa s. Sisto 111, (ua<br />
non lo favor") perchè pertinace continua-<br />
va a seguir gli errori de'nestoriani; fu ri-<br />
legato a Scitopoli, in<strong>di</strong> fuggendo in Tiro<br />
ivi morì, il nome del sostituito nel 43<br />
al deposto Eutero non si conosce. Patri-<br />
zio nei 44*^ ^' *'^*^*^ ^' concilio <strong>di</strong> Costan-<br />
tinopoli, ed a quelli d'Efeso e <strong>di</strong> Calce-<br />
donia nel 4^1 ', sottoscrivendo la lettera<br />
i<strong>di</strong> 'imperatore Leone I per la morie <strong>di</strong> s.<br />
Pioterio d'Alessaiidria. Ciro eretico, av-<br />
verso al concilio <strong>di</strong> Calcedonia, visse nel<br />
declinar del V secolo e ne'piiini del se-<br />
guenle. Ciriaco fu al sinodo <strong>di</strong> Coslanli-<br />
nopoli del 5 1 8, seguace degli errori <strong>di</strong> Se-<br />
^erod'Antiochia,poi gli abiurò. Paolosot-<br />
inscrisse nel 536 il concilio t.li Costanti-<br />
nopoli, del palriaica Menna. Giustino lir-<br />
niò gli atti tiel sinodo Trull;ino. Paliiu-<br />
zio fiorì nel VII o neli' Vili secolo, e si<br />
ricorda nella relazione dell' invenzione<br />
del capo <strong>di</strong> s. Longino. Pel metropolita<br />
W. nel VII concilio generale sottoscrisse il<br />
monaco Nicola. Leonziosi trovi) pieseule<br />
al sinodo pel ristabilimento <strong>di</strong> Fozio, do-<br />
po la morte <strong>di</strong> s. Ignazio. Giovanni nel<br />
f)()7 fu alconcilio <strong>di</strong> Costantinopoli, sollo<br />
il patriarca Sisinnio. Costantino I inter-<br />
venne a (juello del [)atriarca Alessio. iN'el<br />
1069 N. si recò al sinodo del patriarca<br />
Giuvuuui Xilìliuu. Cualautiiio libi tiuvù<br />
1<br />
T I A<br />
alla solenne restaurazione del culto delle<br />
ss. Immagini, or<strong>di</strong>nata dall' imperatore<br />
Alessio i Comnenoe dal patriarca Nicola<br />
il Grammatico. In<strong>di</strong> furono arcivescovi<br />
Giacomo, e neh i43 Basilio che si recò al<br />
sinodo <strong>di</strong> Costantinopoli del patriarca IMi-<br />
chele Ox-ita, <strong>di</strong> santa vita e zelante con-<br />
tro gli eretici bogomili. Michele neh 197<br />
fu presente al concilio <strong>di</strong> Costantinopoli<br />
del patriarca Giorgio Xilllmo. N. si recò<br />
neh 35 1 a quello del patriarca Calisto. N.<br />
or<strong>di</strong>nalo dal patriarca Melrofane nel se-<br />
colo X\'. Tiana ebbeallresìalcuni vesco-<br />
vi armeni, ma non si conosce che Nier-<br />
ses, il quale trovos.si al concilio <strong>di</strong> Sis, del<br />
cui patriarcato era sulfiagaiiea la sede ,<br />
sebbene <strong>di</strong>venuta nel secolo Xlll arcivescovato<br />
onorario. 0/ve/i.y c/ir. 1. 1 , p. 896<br />
ei44'^' Tiana, Tvanen, <strong>di</strong>venne un ti-<br />
tolo arcivescovile i/i pc7rtihiis,c\ìe cotìfe-<br />
risce il Papa, e sollo il quale sono i simili<br />
titoli vescovili <strong>di</strong> Cibislra e <strong>di</strong> Fan-<br />
slinopoli. Fra(|ueili che per ultimo ne furono<br />
insigniti, ricorderò Giuseppe de Ca-<br />
rolis <strong>di</strong> Pofi neh 725 consagrato da Denedetlo<br />
Xlll, e fallo vescovo d' Aquino<br />
e Ponte Corvo. Pio VI neh 775 lo con-<br />
ferì a Carlo Bcllisoi/ii dì Pnvia nunziodt<br />
Colonia, che pubblicò car<strong>di</strong>nale neh 794»<br />
e nel 1 795 fece vescovo della propria pa-<br />
tria Cesena, e per poco non fu eletto ia<br />
vece <strong>di</strong> Pio J II. Questo Papa nel 1 S'i l<br />
ne <strong>di</strong>chiarò arcivescovo Giuseppe Bartolomeo<br />
Xerri <strong>di</strong> Malta. Per sua morte essendo<br />
il titolo vacante, Gregorio XVI nel<br />
concistoro de'23 giugno 1 834 l'i'Hribui<br />
a mg.' Giuseppi; M." de'conli Vespigna-<br />
ni romano, canonico della patriarcale ba-<br />
silica Laleranense e prelato domestico, fa-<br />
cendone I elogio nella [)roposizioiie con-<br />
cistoriale, lu<strong>di</strong> lo stesso Papa avendolo a'<br />
3.4 gennaio I 84?- trasieritoallaseded'/^^/-<br />
\'ii'IOy che degnamente governa, nel con-<br />
cistoro de'an gennaio i845 <strong>di</strong>chiarò arcivescovo<br />
<strong>di</strong> Tiana l'oilierno mg. Fran-<br />
cescoGenlilini <strong>di</strong> Sn(>lclo,Q\a vescovo<strong>di</strong><br />
/iimiiii <strong>di</strong> cui ampliò il seminario e lunse<br />
ludevoUuculc il aiiuislcro, ui mudo do--
T 1 A<br />
scritto .
170 T 1 n<br />
Irove) nella ilelegazioni; <strong>di</strong> Rieti, tla no-<br />
lùie eagiiila famiglia ascnllaal patriziato<br />
<strong>di</strong> ([uella città e regione e <strong>di</strong> s. Marino,<br />
a"4 gennaio i yyS. I siiui genitori cav. An-<br />
gelo e Teresa Orsini <strong>di</strong> eguale lignaggio,<br />
fin uno avventurati nella pro'e, anche pe-<br />
gli altri figli cav. Bernar<strong>di</strong>no e cav. Ti-<br />
lìeriojcliesi <strong>di</strong>stinsero il 1. "nelle inagistra-<br />
liire, il 2.° nella milizia e fu alla batl.i-<br />
glia <strong>di</strong> Lipsia; e desiderosi d'informare<br />
Francesco per tempo alle lettere e alle<br />
scienze, rinviarono tVS anni in Pionta nel-<br />
l'allora fiorentecollegio Calasan/io de"p|».<br />
delle Scuole pie, ed ove il giovinetto, ol<br />
Ire gli sln<strong>di</strong> elementari, v'imparò le belle<br />
lettere, il greco, la Illnsofia e matemati-<br />
ca. Inizialo nella via <strong>ecclesiastica</strong>, vi a[)prese<br />
pure la teologia dogmatica e mo-<br />
ia le,e(l appartenne all'acca<strong>di</strong>'una de' Varii<br />
islituila in (|uel collegio. Di pronto inge-<br />
gno, e più porlatoaile cose soli<strong>di</strong> e specula-<br />
live,sostcniR' pubbliche <strong>di</strong>spute nelle (ìlo-<br />
soficiie e teologiche<strong>di</strong>scipline,chegli frut-<br />
tarono applausi ed estimazione. Uscito <strong>di</strong><br />
collegio, si de<strong>di</strong>cò alla giurisprudenza, e<br />
meritò neh' università roniana la laurea<br />
ad honorcni; in<strong>di</strong> si esercitò nella pratica<br />
presso il celebre e profondo giureconsulto<br />
mg."^ Riganli poi cai <strong>di</strong>naie. Bramoso<br />
<strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi in servigio della s. Sede, per<br />
processo fu ammesso nella prelatura nei<br />
1790, onde <strong>di</strong>venne referendario delle<br />
due segnature nel pontificato <strong>di</strong> l'io \ I,<br />
il cjuale tosto lo nominò consultore della<br />
congregazione dell'inilulgenze e sagi e relniuie,<br />
e poscia ponente ili (pielia del buon<br />
governo. Nel 1800 il Papa l'io VII lo<br />
promosse a volante della segnatura <strong>di</strong><br />
giustizia, e poco dopo lo fece canonico Li-<br />
beriano, in che si mostrò indefesso a'<strong>di</strong>-<br />
vini ufiizi e funse le primarie cariche del<br />
suo capitolo. Invasa Roma e loslatopon*<br />
lilìcio dagl'imperiali francesi, nel 1809<br />
deportato il Papa, soggiacque alla stessa<br />
vicenda anche il prelato, rilegalo prima u<br />
Piacenza, poi in Coi sica, e con viiluosa ras-<br />
begnazioiie ne tollerò i patimenti. Ue>li-<br />
liuto Pio VII nel 18 i4 a lìoma, ivi rilor-<br />
T 1 B<br />
nò il prelato e riassunse la carica <strong>di</strong> votante<br />
che con pubblica sod<strong>di</strong>sfazione deb<br />
la curia avea esercitato, e nell'agosto fu<br />
annoveralo tra'protonotai i apostolici so-<br />
prannumerari. Per l'accpiisiatasi riputa-<br />
zione <strong>di</strong> saggioealFi-'zionaioalgovenio pa-<br />
pale, apjicna la s. Sede ricuperò ne! 1 8 i .'><br />
le JMarche, fu nel luglio destinato delegalo<br />
apostolico straor<strong>di</strong>nario con ampie<br />
facoltà, »li Macerata, Camerino e Loreto,<br />
cornei egislrò Leopar<strong>di</strong>, 'i'^r/V? Ixcctoruiu<br />
Ancoiiitauac jì/archiae , provincie che<br />
resse con gran senno, giu-ilizia e pruden-<br />
za. l*io VII vulendo giovarsi <strong>di</strong> lui ino-<br />
[)ere maggiori, nel luglio 1 8 16 lo <strong>di</strong>cliiarò<br />
u<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> rota, ed a' 16 <strong>di</strong>ceii<strong>di</strong>re inco-<br />
minciò ad esercitarne il cospicuo olìlzio,<br />
e si legge nelle Notizie <strong>di</strong> Roma. In (jUel-<br />
r eccelso tribunale presto si ac(|uistò fama<br />
d' integrila e <strong>di</strong> sapere; in»peroi:chè<br />
con <strong>di</strong>ligenza e impiguo stu<strong>di</strong>a va le cause,<br />
non pei donando a liavagli e fatiche, uè<br />
a consultazioni per aiieinpiere scrupolosamente<br />
il sagro uilìcio <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ce, onde<br />
il suo nume sarà sempre in onore in quel<br />
tribunale, per le elaborale e pubblicate<br />
suedecisioni. Divenuto peranzianità il 2."<br />
u<strong>di</strong>tore, ebbe luogo tra'consultori de'riti,<br />
e nel 1823 fa deslii)at(j a reggente della<br />
peni tenzieria apostolica. Eletto Leone 1 1<br />
e volendo rifìjimare i motu-propri dal<br />
predecessore emanati nel 18 iGc nel 1817,<br />
ne a<strong>di</strong>dò l'esecuzione ad una commissione<br />
ili valenti giureconsulti, fra'quali vi com-<br />
prese il prelato, ed il nuovo co<strong>di</strong>ce ven-<br />
ne pubblicalo nel 1 8 i4-'^"""" '""-'"'' ^*'^'<br />
|)a I suol pi ;1 concistoro de'2 otto-<br />
bre 1826, ed essemlo soltanto sud<strong>di</strong>aco-<br />
no, lo preconizzò arcivescovo d'Alene //«<br />
jìai'tilius, con quell'elogiochesi legge nel-<br />
la proposizione concistoriale, nel la qua Ice-<br />
numeraiulo le cariche da lui lodevolmen-<br />
te esercitate, ed attualmente sotto-deca-<br />
no della rota, l'encomiò per la gravità,<br />
prudenza, dottrina e ottime (jualilà ino-<br />
rali;in<strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarò nunzio apostolic(»<strong>di</strong>;Md-<br />
tlrid. A'2(3 <strong>di</strong>ceuìbre ricevè l'episcopale<br />
cousJgraziouc nella chicSJ do'ss. Dome-<br />
\
T I D<br />
nico e Sisto, dui caicliiial Ca-.lii^Iioiii \e-<br />
scovo (li Fiascali e poi Pio Vili, e lo ri-<br />
feii>ce il n."! i\t\ Diiiìio <strong>di</strong> Roiiuu^i'j.<br />
Kanai a Spagna, che [)aiù per e^^a a'g<br />
rnaf'gio, ed i motivi che ne lilaidaroiio<br />
l'ingresso; superale le <strong>di</strong>iricollìi CNlrance<br />
alla sua peinona, fu ben accolto ila Fi-r-<br />
<strong>di</strong>iiando VII, e nel i 82») per allevialo d'amore<br />
vole estimazione lo decoi ò del la -jiaii<br />
croce della s>. Concezione, or<strong>di</strong>ne denominato<br />
<strong>di</strong> Carlo III per averlo istituito,<br />
essendo già frigia lo de'cavalierali <strong>di</strong> Ala Ita<br />
e del s. Se|)olcro. In qne'teuipi turholen-<br />
liscimi , colla sua prudente liesliezza si<br />
rese caro e benaccellonon meno alla cor-<br />
te the al corpo <strong>di</strong>|)lou)atico, avendo con<br />
perizia appieso l'i<strong>di</strong>oma spagnuoloje nella<br />
sua nimzialnra pioinngala a circa 8 aniu,<br />
gran<strong>di</strong> cose operò a vanliiggio della s. Se-<br />
de. A rimunerarne le heneiuereiize, Ci e-<br />
gorio X\ 1 nel concistoro de'3o selleiu<br />
bre i83i lo creò e riservò in petto car-<br />
duiale dell'orduie de'preli, pubblicando-<br />
lo in ijuello de'2 luglioi832, e coji qnc'<br />
singolari encomii che si leggono nelhnìro-<br />
posizione e nell'allocuzione stampale, lo<br />
preconizzò e traslalò al vescovato <strong>di</strong> Jesi<br />
e pubblicò car<strong>di</strong>nale. Raccontai pure a<br />
Si'AGNA ed a Jesi, per quili ragioni con-<br />
lirinò a <strong>di</strong>morare in Ma<strong>di</strong>idcol titolo <strong>di</strong><br />
pro-nunzio sino a quasi la 1.^ mela del<br />
i834) inviando intanto alla sua chiesa<br />
lettere pastoiali, piene <strong>di</strong> zelo, ed esprimendo<br />
il desiderio vivissimo <strong>di</strong> recarsi al<br />
più presto in mezzo al suo gregge ddetto.<br />
Ililornaloin Uoma, appena si recòa visita-<br />
re il Papa, senza averci piecedenlemente<br />
alcuna ser\ilìi, a mia cunfusitme e con pa-<br />
role onorevoli graziosamente m'invitò a<br />
scegliere [)er lui un maestro delle ceremo-<br />
nie. l'rocurai modestamente d'esseie <strong>di</strong>spensato,<br />
u)a egli pi r riputarmi eruddo<br />
nelle sagre e civili ceremonie,vijlleche as-<br />
solutamente ne a[)[)agassi il desiderio, e<br />
convenne ubbi<strong>di</strong>re. iNel concistoro [xibbli-<br />
co de'aG giugno 1 icevè il cappello car<strong>di</strong>na-<br />
lizio,e nel segreto del 1.' agosto gli fu confe-<br />
rita per titolo la chiesa Ji s.Stcfaiiu al.Mou-<br />
T I B . 7 .<br />
leCelio.InoltreCregorio XVI lo annoverò<br />
alle congregazioni de' vescovi e regolari,<br />
dell'im munita, ile's. riti, e deila cousui ta;e<br />
successivauiente lofcce prolettore dell'orili<br />
ne della Mercede;de'soda li/ idelIcs.S ti m-<br />
male<strong>di</strong>r«ieli,ede'ss. Piocco e Sebastiano ui<br />
s. MariuiViiova <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Jesi; delle mona-<br />
che roccheltinedellaSlella <strong>di</strong> >>pideti; del-<br />
le comuni <strong>di</strong> Torri, Musciano e 'Mfjnte Ca-<br />
. rotto; delle città <strong>di</strong> Rieti, <strong>di</strong> Civita Ca-<br />
stellana edel capitolodella cattedrale, comechè<br />
avea sommamente a cuore tutto-<br />
ciò che riguardar pote-.se la religione e il<br />
bene ile popoli. Portatosi alla sua <strong>di</strong>ocesi,<br />
che anziosamenteraltendeva, notai a Jesi<br />
che subito vi esercitò il suo peculiare zelo,<br />
adempieiiilo scrupolosamente i iloveri e-<br />
[liscop.<strong>di</strong>, ìMa l'umi<strong>di</strong>là<strong>di</strong> quel clima noc-<br />
qiie non poco alla sua vista già deterio-<br />
rala, che iliminuetidogli <strong>di</strong> giorno ingior-<br />
no, impetrò e ollenned'esserne esonerato<br />
l'i I luglio I 836. Tornato in Roma, ed es-<br />
sendo vacata a'i4 settembre la prefettu-<br />
ra della Negualuia <strong>di</strong> grazia, per morte del<br />
car<strong>di</strong>nal Luigi Bottiglia, Gregorio XVI<br />
gliela conferì. Intanto godeva vita tran-<br />
quilla e riposata, occupilo ue'suoi piacevoli<br />
slu<strong>di</strong>, e spesso consultato in impor-<br />
tantissimi negozi dal l'apa. La sua (lori-<br />
dez/.a, robustezza e vigoria fieeva credo-<br />
re che sarebbe giunto a l;irda vecchiezza,<br />
quando oltrepassati <strong>di</strong> poco gli anni 6 j,<br />
a'7 gennaio i83g gravemente si amm.dò;<br />
tuttavolta si riebbe, finché perdute le fa-<br />
coltà intellettuali e caduto in cronicismo,<br />
perde la vita in Roma nella iioltedel 28<br />
al 29 ottobre, e passò al ri[)oso de'giusli<br />
mimilo <strong>di</strong> tutti i coiifiirti della religiomj<br />
ila lui ardentemente richiesti, con un,i e-<br />
semplarilà ed e<strong>di</strong>li* azione coriispoiideu-<br />
te all'esimie virtù <strong>di</strong> cui era adorno, come<br />
annunziò il n." 87 del Diiirio <strong>di</strong> Uoma<br />
; in<strong>di</strong> il n." 88 uè descrisse i funerali<br />
celebrati nella basilica <strong>di</strong>s. Lorenzo in Da-<br />
maso, cantando la messa d car<strong>di</strong>nal Pai»<br />
zacappa camerlengo del «agro collegio. Il<br />
cadavere fu lra>ferito nella sua chiesa ti-<br />
tolare, ed ivi tumiilatu cou latina iscri-
172<br />
TIU<br />
zioue dettata dall' aurea penna <strong>di</strong> mg/<br />
Luca Pacifici , secondo la leitainenlaiia<br />
sua <strong>di</strong>sposizione, ed ove i nipoti mg/ Lui-<br />
gi canonico Liberiano, prelato domestico<br />
e ponente <strong>di</strong> consulla (poi dal Papa Pio<br />
IX nel 1846 fulto commissario apostoli-<br />
co della s. Casa <strong>di</strong> Loreto), e rnarcliese<br />
Angelo, gli avrebbero eretto un decoroso<br />
monunienlo, come <strong>di</strong>chiarò il cav. Fabi<br />
Montani. !l car<strong>di</strong>nale <strong>di</strong>cliiaròd i/eclie a-<br />
vea educato, suo esecutore testamentario,<br />
per averlo con grande amore assistilo, né<br />
<strong>di</strong>menticò i poveri, la basilica <strong>di</strong> cui era sta-<br />
lo canonico, la chiesa <strong>di</strong> s. Pastoreiu Sa-<br />
liiiia, già sua abbazia, ed il 1/ tempio <strong>di</strong><br />
sua [)atria; ed a vantaggio <strong>di</strong> cjue^t'ulti-<br />
lU) stabili annue doli [)er le zitelle, e il<br />
ina nielli mento agli stu<strong>di</strong> d'un giovane che<br />
f unito d'ingegno mancasse <strong>di</strong> mezzi per<br />
apprenderli. Pio, giusto, d'intemerati co-<br />
stumi, pazientissimo neira|)plicazione, vo-<br />
leva lutto da se esaminare e sentire. Cau-<br />
to nel risolversi, era fermo nel suo opiiiare.Grandefula<br />
penetrazione della men-<br />
te, pro<strong>di</strong>giosa la memoria, e conoscitore<br />
degli uomini, assai <strong>di</strong> rado s'ingannava.<br />
Ebbe eru<strong>di</strong>zione varia e non comuue, par-<br />
lava e seri vea con laconica precisione e<br />
chiarezza. Inlendenlissiino delle cose eco-<br />
iiomiche,assunse rammiiiislrazione <strong>di</strong> va-<br />
ri patrimonii <strong>di</strong>sestati, e con felice successo.<br />
Abbiamo la V ita del card. Francesco<br />
Tibcri scritta dal caw Francesco<br />
Fabi Montani, Roma 1840, col ritratto<br />
litografico del car<strong>di</strong>nale e intitolata a'<strong>di</strong><br />
lui loilati nipoti. .Meritò d' essere molto<br />
encomiata nel n.° 20 del Diario <strong>di</strong> Roma<br />
del 1840, ed io ne ho proPittato con pia-<br />
cere, e aumento <strong>di</strong> ammirazione pel eh.<br />
aulore. Recatomi però nella chiesa <strong>di</strong> s.<br />
Stelano Rotondo per descrivere l'enun-<br />
ciato monumento, con pena non lo tro-<br />
vaiancora innalzato, e probabilmente per<br />
essere morto il prelato Tiberi nel i 847 ®<br />
sepolto nella basilica Liberiana; onde non<br />
vi è nulla che ricor<strong>di</strong> il porporato, e nep-<br />
pure un'iscrizione sepolcrale, solo pende<br />
il cappello car.lmaluiu dal capitello del<br />
T I D<br />
pilastro sinistro dell'arcone <strong>di</strong> mezzo, <strong>di</strong>-<br />
nanzi al quale fu «epollo.<br />
TIDER! ADE. Sede vescovile della 2/<br />
Palestina, nel patriarcato <strong>di</strong> (jcrusalem.<br />
me. E situala sulla sponda occidentale<br />
del Iago omonimo, detto anche lago o mare<br />
<strong>di</strong> Galilea perchè la circondava al nord<br />
e all'oriente, e detto pure <strong>di</strong> Genesareth,<br />
<strong>di</strong> f)rma circolare; estendesi per 11 mi-<br />
glia all'oriente, e per i3 <strong>di</strong> lunghezza al<br />
setlenlrione <strong>di</strong> Tiberiade, nella tribù <strong>di</strong><br />
Neplitali : le sue ac|ue sono buonissime,<br />
eJ eccellenti i suoi pesci. Costumarono<br />
gli ebrei <strong>di</strong> chiamar mare una gran radunanza<br />
d'acque, e questo <strong>di</strong> Tiberiade<br />
è propriamente un lago d'acqua dolce,<br />
che ha l'origine dal fiume Giordano; è<br />
profondo ecapace<strong>di</strong> sostenere navigli. Fu<br />
su questo mare o lago che Gesù Cristo<br />
chiamò s. Pietro, il quale<strong>di</strong>lfidava del suo<br />
<strong>di</strong>vino Maestro, temendo <strong>di</strong> sommerger-<br />
visi camminando sulle acque. Su queste<br />
spondegiàaveachiamatoii fratello s. An-<br />
drea, e poi fece altrettanto co'ss. Giacomo<br />
e Giovanni. Fu ivi che tali apostoli<br />
gettate le reti d'or<strong>di</strong>ne del Redentore, ne<br />
trassero tanta qiianlità <strong>di</strong> pesci, che temerono<br />
<strong>di</strong> annegare. Ed ivi ancora Ge-<br />
sù Cristo, ili mezzo alla tem;)esta, calcando<br />
l'onde a [lie<strong>di</strong> asciutti,C(jmparve a'<br />
suoi <strong>di</strong>sce[)oli. Il Terzi nella Siria sacra,<br />
<strong>di</strong>ce cliet|ui il Reilentore chiamò dal te-<br />
lonio o banco s. ALitteo, e saziò con 5 pa-<br />
ni e 2 pesci 5ooo persone, onde poi s. E-<br />
lena per sì stupendo miracolo eress e ia<br />
quel luogo un superbissimo tempio. A l-<br />
tri vogliono, che rim|)eratrice l'e<strong>di</strong>ficasse<br />
nel sito dove Gesù Cristo costituì s. Pi e-<br />
Iro suo vicario, <strong>di</strong>cendogli (|uelle memorande<br />
[larole: Tu sei Pietro, e sopra<br />
(j ne sta. pietra c<strong>di</strong>ficìierì) la mia Chiesa.<br />
Dell'antico tempio ve ne re
T I C<br />
Sminata Tiberiade: in vece Giosefro la vuoile<br />
fondata dal lelraica nejl'aano 17019<br />
j<strong>di</strong> nostra era, e de<strong>di</strong>cata io anni dopo.<br />
}La costituì metropoli della provincia per<br />
renderla ragguardevole, vi eresse un triibunale<br />
<strong>di</strong> giuslixia con autorità suprema<br />
anco nella Traconilide, e vi fal)I)ricò un<br />
magnifico palazzo, e così vasto, che Agrip-<br />
)pa contemporaneamente vi accolse 5 re,<br />
Antioco <strong>di</strong> Comagene. Sasiceiamo <strong>di</strong> E-<br />
mesa, Chonmod'Armenia, Polemoiie <strong>di</strong><br />
Ponto, e il (ialello Erode che regnava a<br />
Calcide.Ma avendovi fatto <strong>di</strong>pingere del-<br />
le figure, ed essendo esse interdette dal-<br />
jla legge, furono cagione <strong>di</strong> altissime la-<br />
jgnanze del sinedrio <strong>di</strong> Gerusalemaie, il<br />
ìquale vi spedì buon corpo <strong>di</strong> uiilizie,e col<br />
fuoco ridussero in cenere il palazzo. Nella<br />
guerra giudaica, Ve'>pasiano avendo<br />
'preso Tiberiade, in considerazione d'E-<br />
rode, si contentò <strong>di</strong> abbattere una parte<br />
delle sue mura. 1 giudei <strong>di</strong> Galilea furo-<br />
no da principio i<br />
soli che abilaronnla cil-<br />
Ità, ad esclusione <strong>di</strong> qualunque altra na-<br />
zione, sino a Costantino I, nella qiial ejpoca<br />
vi si stabilirono i cristiani. Siccome<br />
dopo la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> Gcnisaleaime vi<br />
isi ritirarono alcuni dotti ebrei, essi vi get-<br />
tarono le fondamenta d'una scuola che<br />
<strong>di</strong>veonepoi celel)ratissima, e durò più <strong>di</strong><br />
3 secoli e mezzo, poiché <strong>di</strong>venne la prin-<br />
cipale residenza de' capi della religione<br />
de'giudei, e la sede della letteratura lo-<br />
ro; per cui il Talmud considera Tiberia-<br />
de come ima città santa, e tuttora vi è<br />
'una sinagoga collegio <strong>di</strong> ebrei. 1 crocia-<br />
li sotto GoflVedo <strong>di</strong> Buglione se ne impos-<br />
isessarouo, ma non potendo conservarla<br />
per lungo tempo, nelle guerre restò ro-<br />
vinata. Conquistata da'turchi,la chiamarono<br />
coll'altro nome giù in uso <strong>di</strong> Tnha-<br />
r/r, e fa parte del pascialatico d'Acri, da<br />
cui è <strong>di</strong>stante 16 leghe; e ne'<strong>di</strong>ntorni vi<br />
èuna sorgente termale stimatissima. San-<br />
tificato il lago e i <strong>di</strong>ntorni da Gesù Cri-<br />
sto, e dagli apostoli che vi furono pesca-<br />
tori, nel IV secolo vi fu eretta la sede ve-<br />
scovile sotto la metropoli <strong>di</strong> Nazareth e<br />
TIB 173<br />
poi <strong>di</strong> Scilopoli. ignorasi il nome del ve-<br />
scovo greco, che ne occupava la sede a<br />
tempo ili Costantino {.Giovanni suo suc-<br />
cessore nel 44o assistè al brigandaggio<br />
d'Efeso, e si <strong>di</strong>chiarò in favore degli ere-<br />
tici, ma due anni dopo fece la sua ritrat-<br />
tazione nel concilio <strong>di</strong> Calcedonia e losot-<br />
tosciisse. In<strong>di</strong> altro Giovanni nel 5i 8 sottoscrisse<br />
la lettera sinodale <strong>di</strong> Giovanni<br />
patriarca <strong>di</strong> Gerusalemme, scrittaa Gio-<br />
vanni patriaica <strong>di</strong> Costantinopoli, con-<br />
tro Severo d'Antiochia. Giorgio assistè nel<br />
553 al V concilio generale. Basilio vivea<br />
sul declinar deirVllI secolo. In<strong>di</strong> la sede<br />
vescovile <strong>di</strong> Tiberiade nel secolo XII <strong>di</strong>-<br />
venne a l'ci vescovato ono,iario. Anche a-<br />
desso vi risiede un arcivescovo greco sci-<br />
smatico. All'epoca delle crociale vi fu pu-<br />
re il vescovo latino, sudraganeo del simile<br />
arcivescovo <strong>di</strong> Nazareth, e si conoscono i<br />
seguenti. Erberto del ! i i 5; U. del 1170;<br />
N. morto a s. Giovanni d' Acri durante<br />
l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> quella città fatto da Sala<strong>di</strong>no<br />
nel F iqo. Iguoransi anche i nomi <strong>di</strong><br />
3 vescovi che occuparono la sede (ino al<br />
1 laS.Euslorgio morì nel i 273, Guglielmo<br />
I <strong>di</strong> Saloniki gli fu sostituito e morì<br />
nel 1274; Guglielmo II cancelliere d'Armenia<br />
fii nominato neh 274. Diversi <strong>di</strong><br />
questi vescovi portarono il titolo <strong>di</strong> Ti-<br />
berias e <strong>di</strong> Tabariè. Oricns <strong>di</strong>r. t. 3, p.<br />
706 I 3o2. Tiberiade, Tiìieriadcn, è uà<br />
titolo vescovile in partilnis, dell'eguale<br />
arcivescovato <strong>di</strong> Nazareth, che conferisce<br />
il Papa. Leone XII nel concistoro de' 3<br />
maggio 1824 nominò vescovo <strong>di</strong> Tiberia-<br />
de mg.' Riccardo Dammers preposto del<br />
capitolocattedrale <strong>di</strong> Ralisbona e vicario<br />
generale della stessa <strong>di</strong>ocesi, poi sulTraga-<br />
neo <strong>di</strong> Paderbona, chiesa a cui lo trasfe-<br />
rì Gregorio XVI a'23 maggio 1842. Nel-<br />
lo stesso concistoro conferì il titolo a mg."^<br />
Rodolfo libero barone <strong>di</strong> Thysebaert <strong>di</strong><br />
Salisburgo, canonico scolastico della cat-<br />
tedrale d'Oliiìiitz, della quale metropoli-<br />
tana lo <strong>di</strong>chiarò sulliaganeoe lo è ancora.<br />
TIBERIO (s.), martire. Fu messo in<br />
prigione per la fede, mentre era ancor
174 T I b<br />
giovinello, con un alfro cristiano <strong>di</strong> nome<br />
IModeslo, ove si fecero loro provare<br />
lutti i rigori della fame, e furono posti a<br />
tei riUili torture; ina non giovando né le<br />
Gaiezze, né le minacce a smuovere la lo-<br />
ro co>lan7o, furono decapitali. Una don-<br />
na chiamala Fiorenza, h, quale si conver-<br />
Iniiiiando la loro costanza, fu a pai le de'<br />
loro comh.illimeiili e delle loro corone.<br />
Kssi soffrirono il martirio sullo gl'impe-<br />
ratori Diocleziano e Massimiano nel prin-<br />
cipio del IV secolo, nel luogo detloCes<br />
serone o Cessarione, tra Agile e l'ezenas,<br />
a ciica 3 leghe da Beziers. Verso il seco-<br />
lo Vili ivi si fabbricò un monastero in<br />
loro onore, ohe <strong>di</strong>venne abbazia de'be-<br />
Dcdellini. 1 Ire santi martiri sono inseriti<br />
nel niailirologio romano a' io noveiu-<br />
l)re, e in (pielli <strong>di</strong> Adone e <strong>di</strong> Usuardo.<br />
TIDEUIOl'OLI. Sei\e vescovile della<br />
Frigia Pacaziana i.-», nell'esarcato d'Asia,<br />
sotto la metir)poIi <strong>di</strong> Lao<strong>di</strong>cea, e poi <strong>di</strong><br />
quella <strong>di</strong> Gerapoli, eretta nel V secolo, e<br />
così chiamala la città dal nome dell'im-<br />
peratore Tiberio. JN'e furono vescovi; Eu -<br />
stazio che assistè al concilio <strong>di</strong> Costanli-<br />
nopoli sotto Menna; Sila fu al V concilio<br />
generale ; Anastasio sottoscrisse i canoni<br />
in Trullo; Michele intervenne al VII con-<br />
cilio generale; Teottisto si recò al sinodo<br />
tli Fozio. Oriens chr. t.i, p. Hoc. Tibe-<br />
liopoli, Tibc'nopolìtnii,è un titolo vesco-<br />
vile in pnrlilms, che conferisce il Papa,<br />
dell'arcivescovato simile <strong>di</strong> Gerapoli, come<br />
si legge nelle due pio[)osizioni conci-<br />
storiali pe'seguenli. Leone XII nel conci-<br />
sloro de'i 7 sellembre i 827, essendo va-<br />
cante il titolo <strong>di</strong> Tiberiopoli, 'nili (ircliic-<br />
vbcojìo Ifici (ipoliliinn^ per morte tli Sle-<br />
ftrioGos/lonyi, vi nominò mg.' Paolo A-<br />
l)ella <strong>di</strong>lNIadnd pie[)poli,<br />
(^nae c/rchicpisropo Iliirajjolittiiio siij-<br />
T I<br />
n<br />
frn^nntur, mg/ Gabriele de Mucliis <strong>di</strong><br />
Cassano, e <strong>di</strong> greco rito, gi;i professm-e <strong>di</strong><br />
lingua greca ne! C(d!egio <strong>di</strong> s. Adriano ar-<br />
ci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Rossano, arciprete e pre<strong>di</strong>ca-<br />
tore, e perito nelle sagie funzioni del suo<br />
Ilio.<br />
TinERIOPOM oDIONlSlOPOLl.<br />
Sede vescovile della 13. issa Mesia o 9,.' pro-<br />
vincia <strong>di</strong> Mesia, nel |)atriarcato <strong>di</strong>Co'sIan-<br />
linopoli, sotto la metropoli <strong>di</strong> Nicopoli, e<br />
retta nel \' secolo. Ebbe [)ure altri nomi,<br />
iStiidììTìiitza da'bulgari, Crunos, Oth-s-<br />
sus e 7 (irriti, essendo la città <strong>di</strong> Bulga-<br />
ria sopra i fiumi Slnmone ed Assiu, e se-<br />
condo altri presso il fiume Zira che si get-<br />
ta nel Ponto Eusino, alcune miglia più<br />
lunge, a' confini della Tracia. Pare che<br />
corrisponda alla moderna Varna. E ce-<br />
h<strong>di</strong>re [)er la battaglia perduta dagli un-<br />
gheresi nel i44'i)'" cui Ula<strong>di</strong>slao 1 loro<br />
1 e fu ucciso, insieme col car<strong>di</strong>nal Ccair'-<br />
ni legato contro gli «v.s///, e figurò poi<br />
ne'le guerre tra' russi e i turchi. Si cono-<br />
scono i seguenti vescovi. Teottisto chr fu<br />
al concilio <strong>di</strong> Co.stanlinopoli pel ristabilimento<br />
<strong>di</strong> Eozio; N. contemporaneo <strong>di</strong>Teo-<br />
filaloarcivescovo<strong>di</strong> Bulgaria; Anania sot-<br />
toscrisse la deposizione del patriarca Jo-<br />
safat nel 1 564- Oltre i vescovi greci, vi<br />
fecero residenza 6 vescovi Ialini. (hn'ii^ Sìmj-<br />
plicio cattolico venne nel 4^4^'*'''*'^** •^'^<br />
Uiinericore de' vandali, per essersi oppo-<br />
sto agli errori de'doiuilisti. Moi celli, y^Jfr.<br />
chr. 1. 1 . *<br />
TIBURSICA o TLBURNICA. Se^ìe<br />
vescovile <strong>di</strong> Numi<strong>di</strong>a, della metropoli <strong>di</strong><br />
Girla Giulia. Ne furono vescovi: Forlu.<br />
Ilio verso la fine del IV secolo; Mauren-<br />
zio intervenne al concilio tliCarlagine nel<br />
407; Fruinenzio o Formcnzio fu esilia-<br />
lo nel 48 '{da Unnerico re de'vaiulali pe'
T I n<br />
snilimenli cattolici co'
i-r, TiD<br />
(li cui furono vescovi; Donato del SGa;<br />
Lanipa<strong>di</strong>o elle nel 4'<br />
' tiovossi alla con-<br />
ferenza <strong>di</strong> Cartagine; Abnnclio esiliato nel<br />
484 da Unneriro re de'vandali qual zelante<br />
cattolico. Morcelli, ^Ifr.chr. t.r.<br />
TIDOAE o GUIDONE, Car<strong>di</strong>nale.<br />
Vescovo <strong>di</strong> Selva Can<strong>di</strong>da e bibliotecaiio<br />
<strong>di</strong> s. Chiesa, sottoscrisse nel q6c) al smodo<br />
romano <strong>di</strong> Giovanni Xjll a favore del-<br />
la chiesa <strong>di</strong> Henevenlo, per nn piivilegio<br />
concesso all'arcivescovo Landolfo.<br />
TIENE. Sede vescovile della Siria, nelr<br />
esarcato <strong>di</strong> Ponto, sotto la metropoli<br />
<strong>di</strong> Cesarea nella 1 .' Cappadocia, e poi <strong>di</strong><br />
Tarso nella i.'Cilicia. imperocché riferi-<br />
sce il Terzi nella Siria sacra, che l'im-<br />
peratnre Valente in o<strong>di</strong>o <strong>di</strong> s. Basilio il<br />
Gr/7«rA',inipngnatore degli ariani,da Ini<br />
protetti, con <strong>di</strong>spotico e<strong>di</strong>tto eresse Tar-<br />
so o meglio Tiene in metropoli ecclesia-<br />
stica, anche per compiacere Antimo che<br />
reggeva Tiene, i cui prelati però ubbi<strong>di</strong>-<br />
rono Ola a'melropoliti <strong>di</strong> Cesarea e ora<br />
a quelli <strong>di</strong> Tarso, e talvolta si arrogarono<br />
il titolo arcivescovile da se stessi reggendosi<br />
in<strong>di</strong>pendenti. La città <strong>di</strong> Tiene<br />
era <strong>di</strong>stante egualmente d'ambo le metropoli<br />
per y 5 u)igliii,allera<strong>di</strong>ci del monte<br />
Tauro, in silo aperto e ameno. Fon-<br />
dala da Toante si denominò Toaiia, poi<br />
liana, in<strong>di</strong> T/V'/?f', il che fortemente ini<br />
fadubitareche sia stala confusa colla ve-<br />
ra Tiana {1''}, anche per altre partico-<br />
larità ri porla te dal Terzi, e proprie <strong>di</strong>Tia-<br />
na. Sia comun
is<br />
t<br />
; padronirono<br />
i<br />
, pascià<br />
;<br />
1 ed<br />
TI F<br />
d'acque leggermenle solforose, più o meno<br />
calde, condotlevi e rinnovate per mez-<br />
zo <strong>di</strong> tubi. Le quali acque hanno fama <strong>di</strong><br />
possedere le virtù me<strong>di</strong>cinali <strong>di</strong> quelle che<br />
sono più rinomate in Eluropa, e perciò vi<br />
trovano il doppio vantaggio <strong>di</strong> potersene<br />
seivire per <strong>di</strong>lello e polizia, non meno<br />
che per la guarigione da <strong>di</strong>versi mali.<br />
Il commercio è allìtlato iu mano degli ar-<br />
meni, tartari e giorgiani, ma de' primi<br />
principalmente, e consiste in mercanzie<br />
<strong>di</strong> Russia, Persia e Germania; gli abitan-<br />
ti sono armeni, giorgiani, mingreli, per-<br />
siani, tartari o lesghi. La cittadella fu e<strong>di</strong>-<br />
fjcata neh 576 da'turchi, allorché s'im-<br />
della citlà e <strong>di</strong> tutto il pae-<br />
se, dopo parecchie vittorie da essi ripor-<br />
tate sotto gli or<strong>di</strong>ni del famoso Muslafà<br />
generalissimo delle truppe <strong>di</strong> Solimano<br />
ILLa città <strong>di</strong> Tiflis attuale è lon-<br />
tanissima da quella che anticamente era,<br />
anzi non piùd'un'ombra<strong>di</strong> quella che<br />
descriveChar<strong>di</strong>n nel suo viaggio del 1 1 678,<br />
I<br />
I<br />
!<br />
un S.^essendosenerifabbricatodo-<br />
la sua forza naturale, le mura, le torri ed<br />
i castelli che tuttora sussistono, ne fanno<br />
una massa e un insieme imponenti. Que-<br />
sta città, il cui nome deriva dalle sorgen-<br />
ti termali che iacclì\u(.\eTpJulis K'alekir<br />
(città calda), fu un tempo capitale della<br />
Giorgia e residenza de're <strong>di</strong> Cartalinia, o<br />
Giorgia o Grusia. Se ne fa risalire la fon-<br />
dazione al 455 od al 469,6 si attribuisce<br />
al famoso Vaktsug o Vakhtang, potente<br />
sovrano e vittorioso, chea quel tempo sog-<br />
giogò tutto il paese situato tra il mar Ne-<br />
ro e il mar Caspio, e vi stabilì la sua residenza.<br />
Comuntjue sia, Tiflis già nel IX<br />
secolo era una delle più belle piazze e im-<br />
portanti <strong>di</strong> quella parte dell'Asia, ed il re<br />
o tzar David il Ristauratorc, che vi regnò<br />
dalio8q ali 1 3o, cercò <strong>di</strong> farvi fio-<br />
rire le scienze, al qual fine mandò do<strong>di</strong>ci<br />
giovani <strong>di</strong> buone famiglie a stu<strong>di</strong>are ad<br />
Atene, i quali ripatriarono riportando-<br />
VOL. LXXV.<br />
TIF 177<br />
ne cognizioni utili e mss. gi'eci che tra-<br />
dussero nella loro lingua. Il più laborio-<br />
so <strong>di</strong> tali traduttori e insieme il più dot-<br />
to era Pielruccio il Filosofo. Ben presto<br />
i lumi si <strong>di</strong>ffusero io quel paese non<br />
ha guari barbaro, ed il regno della re-<br />
gina o tzarina Tamara venne a consoli-'<br />
dare que' felici principii. Da ogni can-<br />
to sorgevano scuole, il numero de'buoni<br />
libri cresceva; la protezióne ch'essa al sa-<br />
pere accordava, ed i fatti clamorosi del<br />
suo regno, giustamente le procacciarono<br />
il titolo <strong>di</strong> Grande. ]\Ia poco dopo la sua<br />
morte, devastata da Gengis-Kan,co'suoi<br />
tartari e mongolli, la città <strong>di</strong> Tiflis, ina-<br />
bissò il regno in una barbarie forse più<br />
profonda <strong>di</strong> quella donde tratto lo avea<br />
lo tzar Davide surricordato. Né valse che<br />
alcuni giorgiani cercassero <strong>di</strong> conservare<br />
il fuoco sagro della scienza in alquanti<br />
conventi isolati e in siti forti in mezzo al-<br />
le montagne, dove celaronsi de'mss.; im-<br />
perocché le guerre continue, i civili <strong>di</strong>-<br />
I appena sor<strong>di</strong>ni, il giogo de'musulmani, i cui pos-<br />
, pò la malaugurata catastrofe, avvenuta se<strong>di</strong>menti da tutti i lati quelli circonda-<br />
nel declinare del secolo XVIli; ma nonvano della Giorgia, né le lasciavano qua-<br />
j<br />
<strong>di</strong>meno la buona <strong>di</strong>sposizione dell'opere, si nessuna comunicazione colla Grecia, il<br />
cui trono vacillante presto poi si sfasciò,<br />
queste cause tutte unite riuscirono d'o-<br />
stacolo invincibde ad ogni buon volere.<br />
Nel 1 076 il nominato Mustafà prese Ti-<br />
flis, e dopo la loro sommissione alla Per-<br />
sia, i giorgiani e specialmente que'<strong>di</strong> Ti-<br />
flis si applicarono alla letteratura de'vin-<br />
citori, ed allora i pochi amatori della na-<br />
zionale letteratura si trovarono confinati<br />
ne'mouasteri; né cominciò questa a rifio-<br />
rire se non tar<strong>di</strong>ssimo, sotto il regno del-<br />
lo tzar o re Eraclio II, per la protezione<br />
che alle lettere,da lui medesimo coltivate<br />
con felice riuscita, accordò Antonio I Cattolico<br />
de'giorgiani nel secolo decorso. E<br />
lo stesso Eraclio lì fondò in Tiflis una<br />
stamperia in caratteri giorgiani; stabilimento<br />
poi ampliato per cura <strong>di</strong> Gaius ar-<br />
civescovo <strong>di</strong> Penza, che fece alla nazione<br />
il dono d'una tipografia che possedeva a<br />
Alozdoc. Intanto sopravvenne Agà Mehe-<br />
12
TIF<br />
178<br />
met-Kan a mettere nello scorcio del se-<br />
colo passalo il colmo alle sciagure de'giorgiani<br />
; che recatosi a marcie forzate da<br />
Gangea a Tiflis con esercito numeroso<br />
sorprese lo tzar Eraclio 11, il quale quantunque<br />
in età <strong>di</strong> 90 anni, combattè da e-<br />
roe e fece pro<strong>di</strong>gi <strong>di</strong> valore, senza poter<br />
salvare che la propria persona e la fami-<br />
glia sua; devastala la città <strong>di</strong> Tiflis, arsa e<br />
quasi demolita, tulli ì principali abitanti, le<br />
donne comechè bellissime specialmente,<br />
furono menati in ischiavilù.In conseguen-<br />
za <strong>di</strong> tanti <strong>di</strong>sastri, la Giorgia clie da mol-<br />
to tempo erasi posta sotto la protezione<br />
della Russia, me<strong>di</strong>atile trattato <strong>di</strong> Eraclio<br />
Il si sottomise al suo padronato, per cui<br />
d' allora in poi il sovrano fu riguardalo<br />
qual vassallo dell'impero russo. Morì E-<br />
ra<strong>di</strong>o II, ed allora si riaccese la <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a<br />
Ira'vari competitori al lrono,che per <strong>di</strong>rit-<br />
to <strong>di</strong> primogenitura apparteneva a Gior-<br />
gio XI Eracliewich figlio maggiore del-<br />
l'ultimo sovrano, e già Omar kan degli<br />
avari faceva un'irruzione nel paese, ed a-<br />
. vrebbe indubitatamente proliltato della<br />
guerra civile per soggiogarlo interamen-<br />
te, se l'invocato esercito russo, entratovi<br />
contemporaneamente, <strong>di</strong>sperse non aves-<br />
se le truppe <strong>di</strong> quel kan e ristabilita la<br />
tranquillità per ogni dove.SentendoGior-<br />
gio XI Eracliewich approssimarsi la sua<br />
fine, e prevedendo i mali inevitabili che<br />
la morte sua riprodurrebbe nella sventurata<br />
sua patria, definitivamente me-<br />
<strong>di</strong>ante convenzioni si sottomise con tutti<br />
i principi <strong>di</strong> sua famiglia, i gran<strong>di</strong> ed il po-<br />
polo all'imperatore <strong>di</strong> /ìiissia (/ .) Pao-<br />
lo I, che fece pieodere possesso del regno<br />
<strong>di</strong> Giorgia, pubblicando apposito mani-<br />
festo a' 1 8 gennaio 1 80 1 ,che effettuò il suo<br />
figlio Alessandro l,il quale nel 1802 lo <strong>di</strong>-<br />
chiarò provincia <strong>di</strong>Russia. Il <strong>di</strong>stinto mar-<br />
chese Paolucci <strong>di</strong> Modena, generale al ser-<br />
vizio della Russia, dopo aver segnalato<br />
nelle file dell'armata italiana il suo valo-<br />
re e coraggio, rivestilo nel 181 2 della luminosa<br />
carica <strong>di</strong> governatore generale <strong>di</strong><br />
Tiflis, contribuì con lutti i suoi sforzi a<br />
T l F<br />
migliorare la sorte de'glorgiani,de'quali<br />
seppe acquistarsi un amore illimilato.Fu<br />
per lui che surse l'ospedale regolato al-<br />
l'europea, ed una pubblica scuola, i <strong>di</strong> cui<br />
allievi tosto si fecero onore. L'ottima mo-<br />
glie non isdegnò <strong>di</strong> occuparsi a spargere<br />
tra le avvenenti giorgiane i mo<strong>di</strong> e le costumanze<br />
europee, ed intertenevasi serah<br />
mente a conversare colle signore <strong>di</strong>scen-<br />
denti dagli antichi principi. An<strong>di</strong>edue i<br />
coniugi fecero <strong>di</strong> tutto per civilizzare viep-<br />
più un popolo, che pochi anni ad<strong>di</strong>etro<br />
avea fatto venale mercato co'turchi, de'<br />
propri figli, mogli e sorelle; costume barbaro,<br />
<strong>di</strong>ssoluto ed eminentemente immo-<br />
rale. Il cholera nel i 83o vi esercitò le più<br />
gran<strong>di</strong> sii agi,e vi perirono più dÌ2terzi de'<br />
suoi abitanti. Nella mici<strong>di</strong>ale guerra che<br />
ora arde tra la Russia,elaTurchia alleala<br />
a Francia e lughilterra,Tiflis capitale (Iel-<br />
la Transcaucasia, una delle 4 fortezze e<br />
piazze d'armi più importanti delle Pro-<br />
vincie russe in tale regione, situala tra il<br />
mar Nero, il mar Caspio e la Persia, è al*<br />
tiesì considerata come un punto strategi-<br />
co <strong>di</strong> somma importanza. Perla sua vi-<br />
cinanza a'confini dell' impero, la città è<br />
il magazzino interme<strong>di</strong>o più importante<br />
perle munizioni. L'arsenale, rofììcinailel-<br />
l'artiglieria e altre olTicine militari prov-<br />
vedono gli arsenali lungo la via del Cau-<br />
caso. A togliere però le <strong>di</strong>fhcollà ne'tra-<br />
-sporti <strong>di</strong> munizioni da Tifiis nell'Iinere-<br />
zia, nella Mingrelia e nell'Abcasia, è sta-<br />
to piantalo un piccolo deposito interme-<br />
<strong>di</strong>o a Redut-Kalè, posto sulla costa del<br />
mar Nero, ed è facilmente provveduto da-<br />
gli arsenali marittimi <strong>di</strong> provvisioni da<br />
guerra e da bocca. I russi tendono da mol-<br />
ti anni a soggiog.ire compiutamente tut-<br />
ti ipopoli guerrieri de'due versanti del<br />
Caucaso. Ciò fatto, tutta l'Asia occiden-<br />
talee meri<strong>di</strong>onale, compresovi l'InHoslan<br />
o Li<strong>di</strong>e On'ciilijlì, è aperta a'Ioro attac-<br />
chi. Il principe WoronzolF, sino dal 1 854<br />
essendo governatore generale dellaTrans-<br />
caucasia, dopo aver fatto e<strong>di</strong>ficale in Ti-<br />
flis un teatro russo, neh 8^2 nr fece co-
' slruire<br />
it<br />
j dotte<br />
I<br />
!<br />
I<br />
I tà<br />
; grusiniana,<br />
I l'invitò<br />
! che<br />
T I F<br />
un 2.°, dove saraouo rappresenta-<br />
te esclusivanienteproduzioniscritleolra-<br />
in lingua gioì giana, e si dovea inau-<br />
curare con una comme<strong>di</strong>a scritta da Mir-<br />
za Feth Ali nato in Tiflis da parenti tar-<br />
tari, e membro <strong>di</strong>stintissimo della sociegeografico<br />
della città. Nel I 854 '' Cau-<br />
caso, giornale <strong>di</strong> Tiflis, pubblicò un ap-<br />
pello alle popolazioni del dominio russo<br />
al <strong>di</strong> là del Caucaso, nelle lingue russa,<br />
armena e tartara, col quale<br />
a prender parte nella gran lotta<br />
si combalte con tanto valore ed ac-<br />
t canimento.<br />
La fede cristiana s' introdusse nella<br />
Giorgia nel secolo IV, anche per le solle-<br />
citu<strong>di</strong>ni dell'imperatore Costantino I il<br />
Grande. Tiflis <strong>di</strong>venne sede vescovile <strong>di</strong><br />
vari riti, della <strong>di</strong>ocesi d'Iberia, d'un ar-<br />
I<br />
jcivescovo giorgiano, e d' un arcivescovo<br />
' armeno sotto il patriarcato d'Ez/nìaziu<br />
io Ecsmiasin. L'arcivescovo giorgiano <strong>di</strong>-<br />
i venne metropolitano nel secolo IV,e nel<br />
jX si elevò alla <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> Cattolico; in-<br />
<strong>di</strong> il regno ebbe quegli altri vescovi^ che<br />
notai all'articolo Giorgu, potendosi ve-<br />
dere anche Mingrelia, e altri articoli re-<br />
lativi. Il p. Le Qitien neh' Oriens <strong>di</strong>ri-<br />
stiaiiiis, chiama Tiflis, T/iiplis, Tlieplìs,<br />
anche Artaxata, e nel t, i, p. i 34 1 ricor-<br />
da un vescovo <strong>di</strong> Tiflis chiamato Jeshi,<br />
iche occupava la sede neliG^g, ma igno-<br />
irasi <strong>di</strong> qiial comunione fosve. l giorgiani<br />
j sonoqiiasi tutti cristiani,tranneqiiellisoggetti<br />
alla Persia, i quali come quandoquel<br />
I<br />
! sovrano<br />
teneva un viceré a Tiflis, per ap-<br />
jparenza professa vano il maomettismo,sel-<br />
I ta per altro sempre contrariata dalla na-<br />
izione, e perciò in processo <strong>di</strong> tempo si po-<br />
I se sotto la protezione della Piussia scisma-<br />
|tica; imperocché i giorgiani cattolici se-<br />
iguironc per tempo gli errori dell'insorte<br />
eresie e scismi , eccettuate alcune inter-<br />
ruzioni che il zelo de'Fapi richiamò al-<br />
l'ubbi<strong>di</strong>enza della vera Chiesa, ed al ri-<br />
conoscimento della s. Sede; relazioni che<br />
riportai a Giorgia, in uno a' missionari<br />
più volle spe<strong>di</strong>tivi da' Papi, doaienicani<br />
T I<br />
G<br />
I 79<br />
e cappuccini precipuamente, al decreto<br />
<strong>di</strong> unione <strong>di</strong> Eugenio IV, alla prefettu-<br />
ra apostolica de' cappuccini esistente in<br />
Tiflis, con chiese e missionari cattolici, e<br />
ne riparlai nel voi. XLV,p. i54- I cat-<br />
tolici sono giorgiani, armeni e<strong>di</strong> altre nazioni.<br />
Il governo russo accorda in appa<br />
renza a'cattolici la libertà del culto, ma<br />
non lascia occasioni per opprimerla, e <strong>di</strong><br />
fire proseliti, con lusinghe e minacce, nel-<br />
l'errore <strong>di</strong> credersi e vantarsi ortodosso.<br />
Tiflis ebbe pure de' vescovi latini residen<br />
ziali sinodalsecoloXIV.e<strong>di</strong>lp. LeQuien<br />
nel t. 3, p. I 368 notò <strong>di</strong> tal rito i seguenti.<br />
Fr. Giovanni I <strong>di</strong> Firenze domenicano,<br />
uno de'compagni del b. Bartolomeo WPìc-<br />
colo arcivescovo <strong>di</strong> Naxivau , del quale<br />
tornai a ragionare nel voi. LI, p. 3 1 6; fu<br />
nominato vescovo <strong>di</strong> Tiflisdal Papa Gio-<br />
vanni XXII neh 329, in<strong>di</strong> morì a Pera<br />
nel I 348. Urbano V neh 36G fece vesco-<br />
vo fr. Bertrando Teutonico domenicano,<br />
il quale cessò <strong>di</strong> vivere nel 1 387. Bonifa-<br />
cio IX gli sostituì neh 391 fr. Renard o<br />
Chenardo <strong>di</strong> Villaco domenicano. Nicolò<br />
V verso ih 4^)0 elesse fr. Alessandro del<br />
medesimo or<strong>di</strong>ne. Pio li neh 4^2 gli <strong>di</strong>e<br />
in successore Enrico l, che morendo po-<br />
co dopo, nell'istesso anno gli surrogò ii\<br />
Enrico II VVonst francescano, morto nel<br />
1469. In questo Paolo II destinò vescovo<br />
<strong>di</strong> Tiflis fr. Giovanni II Imicli agosti-<br />
niano, che vivea ueli476 sulh-aganeo<strong>di</strong><br />
Paderbona. Alessandro VI neh49^ nominò<br />
vescovo <strong>di</strong> Tiflis e sulTraganeo <strong>di</strong> Colonia<br />
fr. Alberto Engel francescano. Te-<br />
flis, Tcpi<strong>di</strong>sensi'!, d\veiM\\o un titolo ve-<br />
scovile in partihiis, conferito dalla s Se-<br />
de, poscia fu elevato a simile titolo arci-<br />
vescovile,comeleggo ne' registri concisto-<br />
riali, ma senza titoli vescovili suffrag.inei.<br />
TIGABITANA.Sede vescovile d'Afri-<br />
ca nella Mauritiana Cesariense, sotto la<br />
metropoli <strong>di</strong> Giulia Cesarea. Ne furono<br />
vescovi: Primoso che tiovossi nel 407 al<br />
concilio <strong>di</strong> Cartagine; Palla<strong>di</strong>o si recò nel<br />
4 18 a Giulia Cesarea per assistere iiHa<br />
confereuza tenuta da s. Agostino col do-
i8o TIG<br />
jintista Emeiilo; Ciesccnle nel 48 1^ ven-<br />
ne esilialo (la U linci icore de' vandali, per-<br />
rliè si oppose a'donatisli nella conferen-<br />
za <strong>di</strong> Carlagine. Morcelli, Afr. chi: t.i.<br />
TIGAIMlEENA.SedevescoviledeH'A-<br />
frica occidentale nella Mauriliana Cesa-<br />
riense, soUo la raelropoli <strong>di</strong> Giulia Cesaiea,ebbea<br />
vescovo IMassenzio esilialo da<br />
Unnerico re de'vandali nel 484j P^'' "O"<br />
aver voluto approvare l'erronee proposi-<br />
zioni de'donalisli nella conferenza <strong>di</strong> Car-<br />
tagine. INIorcelli, Jfr. <strong>di</strong>r. 1. 1.<br />
TJGEPvNAKE (s.). vescovo. Figlio <strong>di</strong><br />
Corbro, celebre generale d'armala, e <strong>di</strong><br />
Dearfraycli figliuola d' un re d' Irlanda<br />
chiamalo Eocliod, ricevette il ballesirao<br />
da Conialo vescovo <strong>di</strong> Kildara, e fu ra-<br />
pilo nella sua giovinezza da'corsari, che<br />
lo condussero nella Bretagna. Un re <strong>di</strong><br />
quest'isola, nelle cui mani era venuto, fu<br />
mosso a pietà della sua sorte, l'amò per<br />
le sue virtù, e lo pose nel monastero <strong>di</strong><br />
Bo«nar.Tigernake, istruito alla scuola del-<br />
le tribolazioni, comprese la vanità de'be-<br />
ni del mondo, e cercò la vera felicità nel<br />
servigio <strong>di</strong> Dio. Ritornato in Irlanda, fu<br />
suo malgrado coiisagralo vescovo, ma non<br />
volle assumere il carico <strong>di</strong> governare la<br />
chiesa <strong>di</strong> Clogher, <strong>di</strong> cui fu eletto pastore<br />
nel 5o6 , dopo la morte <strong>di</strong> Maccarlino.<br />
Fondò l'abbazia <strong>di</strong> Cluauois ossia Clones<br />
nella contea <strong>di</strong> IMonaghan, e vi pose la<br />
sua sede episcopale, che piesenlemente è<br />
unita a quella <strong>di</strong> Clogher. Divenuto cie-<br />
co nella vecchiezza, passò il resto della sua<br />
vita in una piccola cella, unicamente in-<br />
lento alla preghiera e alla contemplazio-<br />
ne. Usserio mette la sua morte nel 55o,<br />
e la <strong>di</strong> lui festa è segnata a'5 <strong>di</strong> aprile.<br />
TIGILLABA. Sede vescovile d'Africa<br />
nella Numi<strong>di</strong>a, sotto la metropoli <strong>di</strong> Cirta<br />
Giulia, si conoscono i vescovi, Regino in-<br />
tervenuto nel 4' I alla conferenza <strong>di</strong> Car-<br />
ne, e Juniore nel 4^4 mandalo in esilio<br />
dal re de'vandali Unnerico fautore de'do-<br />
nalisli. Morcelli, yifr. <strong>di</strong>r. t.i.<br />
TIGlMiMA. Sede vescovile d'Africa,<br />
nella provincia Proconsolare, sollo lame-<br />
TI L<br />
tropoli <strong>di</strong> Cartagine, ebbe a vescovi, Ro-<br />
gaziano <strong>di</strong>e nella conferenza <strong>di</strong> Carlagine i<br />
del 4' ' sostenne i suoi colleghi callolioi,<br />
e rs'abigio che sottoscrisse la lettera cheil<br />
concilio Proconsolared'Africa mandò nel<br />
646 a Paolo patriarca <strong>di</strong> Costantinopoli<br />
contro gli eretici monotelili.I\Iorcelli,yy/r. !<br />
<strong>di</strong>r.t.i.<br />
TIGISITA. Sede vescoviled' Africa nel-<br />
la Mauriliana Cesariense, sotto la metro-<br />
poli <strong>di</strong> Giulia Cesarea. Ne furono vescovi,<br />
Solennio, pel quale sottoscrisse Reslitu-<br />
lo, nella conferenza <strong>di</strong> Cartagine del 4 1 i,<br />
e Passilano esiliato da Unnerico re de'van-<br />
dali nel 4B4t;orae zelante cattolico. Mor-<br />
celli, yJfr. <strong>di</strong>r. t, I.<br />
TIGISITA o TIGISI. Sede vescovile<br />
dell'Africa occidenlalenella Numi<strong>di</strong>a, sot-<br />
to la metropoli <strong>di</strong> Cirta Giulia, ebbea ve-<br />
scovi; Secondo primate <strong>di</strong> Numi<strong>di</strong>a del<br />
3o 5; Gaudenzio donatista che fu alla conferenza<br />
<strong>di</strong> Cartagine nel 4' i;Domnicoso<br />
o Donnicoso e-^iliato nel 4^4 come catto-<br />
lico dal re de'vandali Unnerico; e Paoli-<br />
no ricordalo i<br />
yjfr. <strong>di</strong>r. t.i,<br />
TIGN ICA. Sede vescovile d'Africa nel-<br />
la Nuoii<strong>di</strong>a, sotto la metropoli <strong>di</strong> Cirta<br />
Giulia, il cui vescovo Anfl<strong>di</strong>o nel 4' i tro-<br />
Tossi alla conferenza <strong>di</strong> Carlagine. Mor-<br />
celli, ylfr. <strong>di</strong>r. I.i.<br />
TIGRANOCEP.TA. F.SuERxeSut-<br />
TANIA.<br />
TI LBERTO (s.), vescovo <strong>di</strong> Hexam io<br />
Inghilterra. Successe a s. Alcmondo, che<br />
morì verso il 780, e governò quella cliie:<br />
sa per più <strong>di</strong> 3o anni, seguendo le orme<br />
del santo suo predecessore. La storia nul-<br />
la ci <strong>di</strong>ce né dell'uno né dell'altro <strong>di</strong> que-<br />
sti due santi. Le loro reliquie furono por-<br />
tate a Duibam nel secolo XI, ed onora-<br />
te sino alla pretesa riforma, eia loro fe-<br />
sta è segnala a'7 settembre in molti ca-<br />
lendari d'Iiigbilterra.<br />
TILLOlNE (s.), monaco <strong>di</strong> Solignac.<br />
Nalo in Sassonia da genitori idolatri, lu<br />
in tenera età involato da'malandrini ol-<br />
ia casa paterna , e venduto per ischiavo<br />
\<br />
'
T I M<br />
ne'Paesi Bassi. Egli ebbe la fortuna <strong>di</strong> es-<br />
sere liscaltalo da s. Eligio, che dopo bat-<br />
lezzalo lo mandò alla sua abbazia <strong>di</strong> So-<br />
Ijgnac nel Limosino, perchè fosse alleva-<br />
to negli esercizi della pietà cristiana, e nello<br />
stu<strong>di</strong>o delle sagre lettere. Qualche tempo<br />
dopo s. Eligio lo fece veniie a Parigi,<br />
perchè apprendesse il mestiere dell'ora-<br />
fo. Quando questo santo fu eletto vesco-<br />
vo <strong>di</strong> Noyon, or<strong>di</strong>nò Tillone sacerdote, e<br />
lo incaricò <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>care il vangeloa Touruai<br />
e in altri luoghi de'Paesi Bassi. Dopo<br />
la morte <strong>di</strong> s. Eligio ritornò Tillone<br />
a Solignac, e si ritirò in una solitu<strong>di</strong>ne vi-<br />
cino all'abbazia, ove ricopiò la vitade'più<br />
rigi<strong>di</strong> anacoreti, e passò alla beata eternità<br />
in età <strong>di</strong> 94 anni, nel yo?.. Molti miracoli<br />
si operarono in virtìi delle sue reliquie.<br />
Havvi in Fiandra, in Alvergna e nel Limosino<br />
<strong>di</strong>verse chiese sotto la sua invo-<br />
cazione, e se ne celebra la festa a' 7 <strong>di</strong><br />
gennaio.<br />
TIMANDA. Sede vescovile della pro-<br />
vincia <strong>di</strong> Pisi<strong>di</strong>a nell'esarcato d'Asia, sotto<br />
la metropoli d'Antiochia, eretta nel V se-<br />
colo, il vescovo della quale Longino assi-<br />
stè al concilio <strong>di</strong> Costantinopoli, in cui<br />
Eoliche fu convinto d'eresia. Orienschr.<br />
1. 1, p. 1061.<br />
TIMBRIADE , Tymhrias. Sede ve-<br />
scovile della provincia <strong>di</strong> Pisi<strong>di</strong>a, sotto la<br />
metropoli d'Antiochia, <strong>di</strong>ocesi d'Asia, eretta<br />
nel secolo VII e chiamata pure Timo-<br />
viaria. Ebbe a vescovi : Costantino che<br />
nel 680 sottoscrisse il VI concilio generale<br />
tenuto in Costantinopoli ; Giovanni<br />
in Nicea fu al VI! nel 786,eTeodosioin-<br />
tervenne al concilio <strong>di</strong> Fozio nell'Svg dopo<br />
la morte <strong>di</strong> s. Ignazio. Orìens <strong>di</strong>r.t.<br />
I , p. 1 060. Timbriade, Tìiyinhrien, è o*<br />
ra un titolo vescovile inpartihiis,^e\VQ-<br />
guale arcivescovato d'Efeso, che conferi-<br />
sce la s. Sede.<br />
TIMOTEANI o TIMOTIANI. Ereci<br />
seguaci <strong>di</strong> Timoteo Eluro, eretico Eu-<br />
lichiano o Blonofisito (P.), autore del-<br />
l'assassinio <strong>di</strong> s. Protcrio [V.) patriarca<br />
à'Alcssandria d'Egitto (f^.)ftìel 4 3 7, la<br />
T I .^i 1 8 i<br />
cui sede a furia <strong>di</strong> cabale avea usurpata e<br />
perciò n'era stato esiliato dall'uiiperatore<br />
Leone I,a cui ricorsero tante chie>e perchè<br />
punisse sì orrendo delitto, Timoteo COQ<br />
unoscritto<strong>di</strong>reltoall'imperatoreLeone I,<br />
avea sostenuto gli errori condannati degli<br />
euticliiani o nionofisiti. Avendo poi sedot-<br />
to r empio imperatore Zenone fanatico<br />
eutichiano, fu richiamato dall'esilio eoa<br />
molto onore, e nel ^j5 cacciato dalla se-<br />
de d'Alessandria il cattolico patriarca Timoteo,<br />
nuovamente vi s'intruse Timo-<br />
teo Eluro. Recatosi in Costantinopoli vi<br />
fu ricevuto quasi in trionfo dagli eutichia-<br />
ni, e vi ritornò per istigare l'imperatore<br />
Basilisco cognato <strong>di</strong> Zenone, ed anch'es-<br />
so eutichiano, contro i cattolici, entrando<br />
nella chiesa de'quali si ruppe una gam-<br />
ba. Inoltre l'indusse a fare una costitu-<br />
zione contro il concilio <strong>di</strong> Calcedonia. Re-<br />
stituito Zenone all' impero usurpatogli<br />
da BasiIisco,credendo Timoteo che si fos-<br />
se reso cattolico, per <strong>di</strong>sperazione prese il<br />
veleno e ne morì nel 477 > esecrato pe'<br />
gran<strong>di</strong> mali che avea fatto alla Chiesa. I<br />
seguaci del malvagio Timoteo seguendone<br />
l'eresie, scrisse eru<strong>di</strong>tamente contro<br />
<strong>di</strong> essi SamueleSoriano prete della chiesa<br />
d'Edessa.<br />
TIMOTEO (s.), <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> s. Paolo.<br />
Nato da padre gentile e da madre ebrea<br />
nomata Eunice, era <strong>di</strong> Licaonia,e proba-<br />
bilmente <strong>di</strong> Listri ; altri lo pretendono<br />
nato in Antiochia, confondendolo con s.<br />
Timoteo (F.) martire <strong>di</strong> R.oraa, che per<br />
essere stato sepolto presso il corpo <strong>di</strong> s.<br />
Paolo fu creduto da alcuni il suo <strong>di</strong>sce-<br />
polo, come <strong>di</strong>ssi nel voi. XII, p. 204 e<br />
223. Sua madre avea abbracciatola re-<br />
ligione cristiana, come anco Loida <strong>di</strong> lui<br />
avaj e s. Paolo loda la pietà <strong>di</strong> queste<br />
due donne. Applicossi Timoteo fino dal-<br />
la fanciullezza allo stu<strong>di</strong>o della s. Scrit-<br />
tura, e le testimonianze favorevoli che<br />
s. Paolo ebbe <strong>di</strong> esso, quando si recò a<br />
pre<strong>di</strong>care in Licaonia 1' anno 5i <strong>di</strong> Gesù<br />
Cristo, Io indussero a prenderlo per<br />
compagno delle sue fatiche apostoliche,
.S2 T 1 M<br />
ili luogo <strong>di</strong> s. Bii'ii-iba. L'Apostolo per-<br />
corse col suo <strong>di</strong>scepolo il lim.Mienle del-<br />
l' Asia, poi s' iiuhai'cò per la Macedonia,<br />
l'anno 52, e pre<strong>di</strong>cò il vangelo a Filip-<br />
pi , a Tessalouica e a Berta. Coslrello<br />
dal furore de' giudei ad abbandonare<br />
(|uesl'ultinta ciltà, vi lanciò Timoteo per<br />
1 assodare nella fede i<br />
novelli cristiani.<br />
(«ìunto ad Alene, gli or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> raggiun-<br />
gerlo; ma <strong>di</strong>etro alla notizia che i fetleli<br />
<strong>di</strong> Tessalonica soffrivano una crudele per-<br />
secuzione , lo maiulò ad essi per confor-<br />
tarli e rafforzarli. Timoteo andò poi a tro-<br />
vare s. l'aolo, ch'era a Corinto, per rendergli<br />
conto della liuscita <strong>di</strong> sua commis-<br />
sione, nel qual tempo l'Apostolo scrisse<br />
la suai.' lettera a qne'<strong>di</strong> Tessalonica. In<br />
seguito s. Paolo incaiicò Timoteo <strong>di</strong> pre-<br />
ti derlo con Erasto in Macedonia, per far<br />
preparare le elemosine destinate a soccorrere<br />
i cristiani <strong>di</strong> Gerusalemme. Or<strong>di</strong>nò<br />
poscia particolarmente a Timoteo <strong>di</strong> lor<br />
nare a Corinto per correggervi alcuni a-<br />
busi, e nella lettela che sciisse a'corinlii,<br />
raccomandava loro caldamente il suo<strong>di</strong>-<br />
scepolo. Timoteo accompagnò poscia s.<br />
Paolo in Macedonia e in Acaia, lo lasciò<br />
«Filippi, in<strong>di</strong> il riiggiunseaTroade. Sem-<br />
bra che fosse imprigionato coIl'Apostolo<br />
a Cesarea, poiché è mentovato nell'epixto-<br />
If^ ch'esso scri'«sea Filemone, a que'<strong>di</strong> Fi-<br />
lippi e a qne' <strong>di</strong> Colossi nell'aimoGi<br />
Gì <strong>di</strong> Gesìi Cristo. Timoteo fu or<strong>di</strong>nato<br />
vescovo in conseguenza d' una profezia,<br />
e tornato che fu s. Paolo da Roma inolien-<br />
te nell'anno 64, lo lasciò in Eft-so a go-<br />
vernare quella chiesa, e per opporsi a co-<br />
loro che vi seminavano una lalsa dottri-<br />
na, non che per or<strong>di</strong>narvi de'preli.dei <strong>di</strong>a-<br />
coni, ed anche de'vescovij giacché fu a lui<br />
jifTìdata la cura <strong>di</strong> tutte le chiede dell'Asia.<br />
Inoltre s. Paolo grimliiizzò da Macedo-<br />
nia la |.i ima delle sue lettere, e la secon-<br />
<br />
gi gii danno il titolo <strong>di</strong> martire. I suoi at-<br />
ti, che sembra sieno stati sciilti in Efeso<br />
nel V o V I secolo, riportano che a'22 gen-<br />
naio dell'anno 97 <strong>di</strong> Gesù Cristo, i pagani<br />
mentre celebravano una festa delta<br />
Cata^Oi^iti (nella quale portavano in processione<br />
i loro idoli), uccisero Timoteo<br />
a colpi <strong>di</strong> sassi e <strong>di</strong> mazzuole, perchè vo-<br />
leva opporsi alle loro abbominevoli su-<br />
perstizioni. Le reliquie <strong>di</strong> s. Timoteo fu-<br />
rono solennemente trasportate a Costan-<br />
tinopoli nel 356: s. Paolino afferma che<br />
si facevano de' miracoli in tutti i luoghi<br />
ove ci avea anche la piìi piccola parte <strong>di</strong><br />
queste reliquie. Altri credono che si ve-<br />
nerino ancora nella suddetta basilica <strong>di</strong><br />
s. Paolo. Celebrasi la sua memoria il gior-<br />
no 24 gennaio.<br />
TIMOTEO (s.), martire nella Pale-<br />
stina. Confessando coraggiosamente la ie-<br />
de, mentre infieriva la persecuzione ge-<br />
nerale <strong>di</strong> Diocleziano contro i cristiani, fu<br />
per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Urbano presidente della Pa-<br />
lestina crudelmente flagellato. Poscia <strong>di</strong>-<br />
steso sopra il cavalletto, gli furono lace-<br />
rate le coste con pettini <strong>di</strong> ferro, e dopo<br />
(piesto supplizio fu abbruciato a fuoco<br />
lento nella città <strong>di</strong> Gaza ili,°<strong>di</strong> maggio<br />
3o4- La chiesa greca e la latina onorano<br />
la memoria <strong>di</strong> questo santo martire<br />
a'if) <strong>di</strong> agosto.<br />
TIMOTEO (s.), mar tire a Roma. Non<br />
vi sono monumenti autentici donde trar-<br />
re le particolarità della sua vita. L'opi-<br />
nionepiù probabileèchesia venutod'An-<br />
tiochia a Roma, che vi abbia pre<strong>di</strong>cato<br />
il vangelo per un anno circa, e che vi sia<br />
stato decapitato per or<strong>di</strong>ne del tiranno<br />
.Massenzio, figlio <strong>di</strong> Massimiano Ercole,<br />
tlopo gravi tormenti, nell'anno 3 1 1, per<br />
or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Tarquinio prefetto <strong>di</strong> Koma. Il
T 1 M<br />
ijinrlirologio romano ne fa menzione il<br />
22 agosto. Usuo culto è antichissimo nel-<br />
la Cliiesa, ed era già celebre a Roma al-<br />
la metà del IV secolo. Questo santo det-<br />
to d'Antiochia, corno narrai a Chiesa <strong>di</strong><br />
s. Paolo nella via Ostiense fuori le mu-<br />
ra DI Roma, per la particolare <strong>di</strong>vozione<br />
che avea verso il s. Apostolo, volle esse-<br />
re sepolto presso il <strong>di</strong> lui corpo, onde il<br />
luogo fu chiamato anco Ciììiilcrio dì Timoteo;<br />
per cui Sisto V dopo i cambia-<br />
menti fatti nella basilica, neUSSy lo fe-<br />
ce riporre nello stesso silo e dentro urna<br />
<strong>di</strong> terra cotta. Inoltre riportai nel citato<br />
orticolo le iscrizioni <strong>di</strong> rame e marmo<br />
che vi pose quel Papa, trovate a" nostri<br />
giorni, e l'iscrizione aggiuntavi da Gre-<br />
gorio XVI nel 1840.<br />
TIIMOTEO (s.), martire a Reims. In<br />
o<strong>di</strong>o alla fede cristiana, ch'egli pre<strong>di</strong>ca-<br />
va a Reims nel III o IV secolo, fu pre-<br />
so e condotto <strong>di</strong>nanzi al giu<strong>di</strong>ce, il qua-<br />
le gli fece soffrire <strong>di</strong>verse torture. La vi-<br />
sta della sua costanza e <strong>di</strong> alcuni miraco-<br />
li ch'egli operò per virtù <strong>di</strong>vina, conver<br />
ti Apollinaie, uno de'suoicarnerici,e mol-<br />
le altre persone. Chiusi lutti in prigione,<br />
Apollinare e quelli ch'eransicon lui convertiti,<br />
ricevettero il battesimo in tempo<br />
<strong>di</strong> nette, da unsanto prete chiamato Mau-<br />
ro, il quale versò con essi il sangue per<br />
Gesù Cristo. Il giorno appresso , ch'era<br />
il 22 agosto, furono decapitati; ma Timoteo<br />
ed Apollinare non ottennero la co-<br />
rona del martirio che il dì susseguente.<br />
La loro festa è in<strong>di</strong>cata a'aS d'agosto ne-<br />
gli antichi martirologi. De<strong>di</strong>catasi ad es-<br />
si una chiesa , sotto Carlomagno si fece<br />
la traslazione delle loro reliqne, delle quali<br />
la città <strong>di</strong> R.eims possedè ancora la mag-<br />
gior parte.<br />
TINDARO, Tyndarìs.CWìA vescovile<br />
non più esistente <strong>di</strong> Sicilia, le cui rovine<br />
sono presso il capo omonimo e forma la<br />
punta d'un promontorioconsiderabile,sul-<br />
la costa settentrionale della Sicilia, nella<br />
provincia <strong>di</strong> Messina. In mezzo a tali ro-<br />
vine si <strong>di</strong>stinguono gli avanzi del teatro,<br />
T I N i83<br />
del ginnasio e le mura <strong>di</strong> cinta, ed ivi ^<br />
il convento della Madonna colla chiesa <strong>di</strong><br />
s. Maria in Tindaro, che dà il suo nome<br />
ad un piccolo porto situato al sud-est del<br />
capo Tindaro. Cicerone chiamò Tindari,<br />
noìiilissiìnacivitas, e Plinio racconta che<br />
il mare ne avea inghiottita più della me-<br />
tà. Il Pirro, Sicilia sarra t. i, p. 4^^»<br />
<strong>di</strong>ce che la sede vescovile fu eretta nel V<br />
secolo sotto la metropoli <strong>di</strong> Siracusa, e<br />
riporta i seguenti vescovi. Severino Tyii-<br />
{laritaiius episcopus, 'm\Qv\enne al concilio<br />
romano adunato da Papa s. Simmaco<br />
nel .^o I ; Eutichio sedeva nel ^
)84<br />
TIN<br />
iieialmenle agiati e ospitali. Il capoluogo<br />
è la città <strong>di</strong> s. Nicolò. Si accorciano gli sto-<br />
rici nel riferire che l'isola anticamente e-<br />
ra piena <strong>di</strong> serpenti , prendendone anzi<br />
il nome <strong>di</strong> Ophiussa, e dando in Grecia<br />
alla vipera quello <strong>di</strong> f(7
TI N<br />
Ìefi/Oii pii. AI maestro essa paga annui scu-<br />
<strong>di</strong> 60. 11 Terzi nella Siria sacra, crede<br />
che l'isola <strong>di</strong> Micone sia la famosa Delo<br />
(F.), ina non è vero ; poiché Delo, ora<br />
thianjalo S<strong>di</strong>li Piccola, è un'isola <strong>di</strong>ver-<br />
sa, esoi gè tia quella <strong>di</strong> lMi(:one,e <strong>di</strong> S<strong>di</strong>li<br />
Grande o Rlioiea, coUivala in parie da*<br />
greci <strong>di</strong> Micone. Tine ebbe vescovi greci si-<br />
no dal VI secolo, suilragaiiei dell'arcive-<br />
scovo greco <strong>di</strong>Ro<strong>di</strong>, nella i/proviiicia delle<br />
Cicla<strong>di</strong>, dell'esarcato d'Asia. Si conosco-<br />
no Ceciilio che assistè al V concilio gene-<br />
rale nel 553, Deinelriofiial VI generale<br />
nel 6S0, ed Euslazio al VII nel 786 co-<br />
mincialo in Costantinopoli e terminalo in<br />
Nicea. 1 vescovi latini cominciarono nel<br />
secolo Xlll, e la loro sede vescovile fece<br />
parte dell'llliria occidentale, suffraganea<br />
dell'arcivescovo latino <strong>di</strong> JNaxos. Il 1 .°de'<br />
\escovi latini fu Giovanni, che lo fu pu-<br />
re <strong>di</strong> Micone come i succes>ori, per lu-<br />
iiione che Bonifacio IX fece delle due se<strong>di</strong><br />
nel i4oocon <strong>di</strong>ploma c!e'3 1 marzo,ambedue<br />
le isole essendo allora sotto il dominio<br />
della repubblica <strong>di</strong> Venezia. Nello<br />
slesso anno il Papa per sua morte gli <strong>di</strong>e<br />
in successore fr. Marco I Palmieri domenicano;<br />
ma avendo avuto poca premura<br />
<strong>di</strong> far spe<strong>di</strong>re le sue bolle a tempo debito,<br />
Bonifacio IX nominò in <strong>di</strong> lui veceilcorreligioso<br />
domenicano fr. Giacomo IGu-<br />
drighelli <strong>di</strong> Lavazola. Martino V nel 1 4 1<br />
elesse fr. Antonio da Ti voli, in<strong>di</strong> nel 1428<br />
10 trasferì a Città Nova nell' Istria a'a i<br />
maggio, nel medesimo giorno provvedendo<br />
le se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Tine e Micone, Tliienenscm et<br />
Jìlichoiicnscmccclcsiariuji iii\ fr. Giacomo<br />
11 da Venezia, altro francescano, che mo-<br />
rì nel i43o. In questo a'25 ottobre il dello<br />
Martino V gli surrogò (r. Marco II francescano<br />
<strong>di</strong> Sciavo oSelaro<strong>di</strong> Can<strong>di</strong>a. O-<br />
rienschr. t. i,p. 954, t. 2, p. 1059. Nelle<br />
Notizie <strong>di</strong> Ro/na si cominciarono a ripor-<br />
tare i vescovi <strong>di</strong> Tine nel 1784, e peli."<br />
Nicolò Cicala da Santorino. Da questa se-<br />
de nel 1738 vi fu traslalo Luigi Guarclii<br />
<strong>di</strong> Scio, a cui fu dato per coa<strong>di</strong>utore con<br />
futura successione nel 17 5? Vincenzo de<br />
8<br />
TIN i85<br />
Via <strong>di</strong> Scio vescovo inpartihu^àWvuspe.<br />
Succeduto nel 1 76:», gli fu accordato per<br />
fr. Giuseppe Tobia<br />
coa<strong>di</strong>utore nel 1796<br />
minore conventuale <strong>di</strong> Trapani, vescovo<br />
<strong>di</strong> Daron inpartibiis, e <strong>di</strong>venne effettivo<br />
vescovo nel settembre 799 Pio VII a'<br />
16 £uarzoi8i8 riempì le vacanti se<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
Tine e Micone, eleggendo in vescovo Gio-<br />
vanni Collaro della stessa <strong>di</strong>ocesi, che in-<br />
oltre <strong>di</strong>chiarò amministratore della chiesa<br />
d'Andros. Per <strong>di</strong> lui morte Leone XII<br />
a'3 luglio 1 826 non)inò Giorgio GabinellL<br />
della medesima <strong>di</strong>ocesi , già alunno del<br />
collegio Urbano <strong>di</strong> propaganda e vicario<br />
capitolare nella sede vacante. Gregorio<br />
XVI a'i5 febbraio 1842 gli <strong>di</strong>e per coa-<br />
<strong>di</strong>utore mg."^ Francesco Zaioni vescovo <strong>di</strong><br />
Bibli in partibus , il quale nell' ottobre<br />
I 843 successe nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> Tine e Mico-<br />
ne, che tuttora governa. Questo prelato<br />
viene lodalo dalla Civiltà cattolica per<br />
lo zelo col (pialecelebrò colla possibile magnificenza<br />
la festa dell'Immacolata Con-<br />
cezione a'sq luglio 1 855, dopo il decrelalodogma,<br />
nella cattedrale me<strong>di</strong>ante trìduo;<br />
solennità che annunziò a tutti i 28<br />
villaggi ne' quali sono scompartiti i cat-<br />
tolici dell'isola, perchè tutti si preparas-<br />
sero in pai ticolarecon Iriduano apparec-<br />
chio. La voce del pastore venne accolta<br />
con grande alfetto, sì che in tulle le chiese<br />
si adoperarono quelle pie pratiche che me-<br />
glio si atfacevano all'uopo, specialmente<br />
con l'universale accostarsi a'sagramenti<br />
della confessione e comunione. La sera de*<br />
28 luglio si fece geneiale illuminazione,<br />
e persino le montagne parevano in fiamme.<br />
Nel dì seguente domenica <strong>di</strong> buoq<br />
mattino si videro avviarsi nel Borgo, do-<br />
v'è posta la cattedrale, uomini, donne e<br />
fanciidli d'ogni con<strong>di</strong>zione, fino alla <strong>di</strong>^<br />
stanza <strong>di</strong> 3 ore d'aspro cammi .0. Dopo<br />
il soleime pontificale e un ragionamento<br />
sul dogma definito.fu cantato il Te Deuni^<br />
seguito dalla bene<strong>di</strong>zione e da una ma^<br />
gnifica processione per le strade <strong>di</strong> Borgo,<br />
durando le sagre funzioni per oltre 7 ore.<br />
II Te Deiun fu anco cantato in tutte le
i86 T l N<br />
chiese de* villaggi, ove s'illuminarono le<br />
prospettive delle chiese e ì campanili.<br />
T1^'E, 7'////(v?. Titolo vescovile //i/wr-<br />
tibus, che conferisce la s. Sede, sotto il si-<br />
mile arcivescovato <strong>di</strong> Ri<strong>di</strong> , secondo al-<br />
cuno. Non si deve confondete colla sede<br />
vescovile <strong>di</strong> Tinia o Tiiiay (^A .J, la qua-<br />
le non è titolo /// partiì'Us, come fecero<br />
le yotizie <strong>di</strong> Roma dal i 844 '" po', n*^'<br />
registrare a Slrii^oiiia ilsuirraganeomg."^<br />
!IMi>kolc2y, menile dal i 84 ' l'aveano giu-<br />
stamente dello sino allora vescovo <strong>di</strong> Ti-<br />
nia, e per talea quell'articolo continuarono<br />
a ripetere contemporaneamente; ab-<br />
baglio, che seguendole feci io pure a Stri-<br />
GONiA, e qui lo rettifico colle stesse Notizie<br />
<strong>di</strong> Roma, all'articolo Tinia. o Tinay,<br />
e colla pioposizione concistoriale <strong>di</strong> Gre-<br />
gorio XVI, che nel concistoro de' 1 4 <strong>di</strong>cembre<br />
I 840 preconizzò mg/ Miskoiczy<br />
vescovo Ecclesiali Tinninieiiseìii olini<br />
^rdula mmcupata provincia Croatiae,<br />
Cclocensi arcìiiepiscopo snffragatiir. 11<br />
p. Parlato, Illyrici sacri, t. 4> P- 280, ri<br />
jiorla la storia del vescovato Tiniiinicìi-<br />
'je.yjede'suoi vescovi cominciandodaMarco<br />
delio5o a Giuseppe deli 7 55. Pio VII<br />
colla hoWa , SUi<strong>di</strong>um paterni a^ffectus,àe\<br />
20 settembre 182 i, BnlL Rom. cent. t.<br />
i5, p. 449><br />
ce,Tyniccnsis, poi un ito a Tarnovia (P^.),<br />
--<br />
istituì il vescovato <strong>di</strong> Tyni-<br />
ìiomenclatiua che avendo relazione con<br />
Tinia, Tinicìi, potrebbe indurre a con-<br />
fonderlo con essa. Per morte <strong>di</strong> mg.' IMi-<br />
skolczy, il Papa Pio IX nel concistoro dei<br />
1 5 mai zo I 8 52 preconizzò vescovo <strong>di</strong> Tinia,<br />
volgarmente A'//m in Croazia, pernomina<br />
dell'imperatore Francesco Giu^ep-<br />
])e I, l'attuale mg/ Giuseppe Krautmann<br />
<strong>di</strong> Bec7kò <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Nitria, canonico del-<br />
lo metropolitana <strong>di</strong> Strigonia e vicario<br />
generale dell' arci<strong>di</strong>ocesi, rettore del se-<br />
minario e abbate <strong>di</strong> s. Spirito <strong>di</strong> Bath-<br />
Monostra.Quanto al titolo vescovile <strong>di</strong> Ti<br />
ne sotto il titolo arcivescovile <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong>, non<br />
si può <strong>di</strong>re che derivi dal vescovo greco<br />
«ti Tinr (/'.) non più esistente, per quanto<br />
rilevai onoDaudrand,/Vb^'«/« Lexicon<br />
T ! P<br />
gcographiciinij Com man ville, Histoire<br />
de ioiis Ics Arclieveschez et Eveschczj e<br />
Le Quien, Oriens cliristiamisj e mentre<br />
tuttora esiste la sede latina, e fu rispettata<br />
anche dominando i turchi. .Stringo il mio<br />
<strong>di</strong>re, col <strong>di</strong>chiarare, che sebbene a Ro<strong>di</strong><br />
annoverai Ira i titoli 7//7)/7/7//i?rv sotto <strong>di</strong><br />
e>so Tine, ponderata meglio la cosa, credo<br />
non doversi ritenere per tale, facen-<br />
«lo contrad<strong>di</strong>zione, che un medesimo tito-<br />
lo e d'una medesima sede sia ad tm tempo<br />
<strong>di</strong> sede residenziale e <strong>di</strong> semplice tito-<br />
lo, tanto più che Tine ora non è più nel-<br />
le parti degl'infedeli, ma nel regno <strong>di</strong> Gre-<br />
cia, per altro eterodosso.<br />
TliXGE TINGIS o TINGE, TAN-<br />
GITANA o TINGITANA. Sede vescovilee<br />
provincia d'Africa. /'^.Tanger bMau-<br />
RiTiANA Tingitana. Ne'regislri concistoriali<br />
leggo, Tinge, Tingieii,ci\itas Mau-<br />
rilianac. titoloarcivescovile i/i partibus,<br />
col <strong>di</strong>[)endente titolo vescovile 7n ortrft'-<br />
bus <strong>di</strong> Bugia (F.).<br />
TINIA o TINAY, volgarmente Knin<br />
(!'.). Si può inoltre leggere Tine, 2.° ar-<br />
ticolo.<br />
TIO o TEIO, Ti'im, Teium. Sede ve-<br />
scovile <strong>di</strong> Bitinia, nella provincia Onoriade,<br />
esarcalo <strong>di</strong> Ponto, sotto la metropoli<br />
<strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>opoli, eretta nel V secolo. Eb-<br />
be a vescovi: Apragmonio, che nel 43<br />
n'esistè ol concilio generale d'Efeso, e nel<br />
45 1 a quello <strong>di</strong> Calcedonia; Andrea sottosciissela<br />
rei. 'ione che il concilio <strong>di</strong> Co-<br />
stanlinopoli fccea Giovanni patriarca del-<br />
la medesima, relativamente all'eresia <strong>di</strong><br />
Severo e de'suoi settatori; Eugenio sot-<br />
toscri.sseaI concilio <strong>di</strong> Costantinopoli sot-<br />
to Menna; Longino fu al VI concilio ge-<br />
nerale; Michele al VII, e Costantino al-<br />
l' VI II. Oriens chr. t. i, p. SyB.<br />
TIPA SA. Sede vescovile <strong>di</strong> Numi<strong>di</strong>a<br />
neir Africa , sotto la metropoli <strong>di</strong> Girla<br />
Giulia. Ne furono vescovi Rustico esilia-<br />
to come cattolico da Unnerico re de' van-<br />
dali nel 484) eFermo che trovossi al con-<br />
cilio <strong>di</strong> Cartagine nel 5i 5. MorccHi, y///'.<br />
chr. \. I.<br />
1
I liana<br />
T I P<br />
TIPASA. Sede vescovile della Moiiii<br />
Cesariense, nell'Africa occideolale,<br />
sotto la metropoli <strong>di</strong> Giulia Cesarea , il<br />
I<br />
cui vescovo Repaialo fu esiliato da Un-<br />
neiico re de'varidali, per essersi ricusalo<br />
sottoscrivere l'erronee proposizioni de'do-<br />
natisti nella conferenza <strong>di</strong> Cartagine del<br />
484- Tipasa fu altresì celebre nella sto-<br />
ria <strong>ecclesiastica</strong> per un miracolo ivi suc-<br />
ceduto in detto anno, per conseguenza<br />
della crudele persecuzione del re de'van-<br />
idali contro i cattolici. Ricusando <strong>di</strong> ap-<br />
provare gli errori sostenuti da Unnerico,<br />
j<br />
je persistendo nel confessare la <strong>di</strong>vinila <strong>di</strong><br />
Gesù Cristo, molti <strong>di</strong> essi ebbero per or-<br />
<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quel re tagliata la lingua. Sei au-<br />
tori contemporanei, 4 de'ijuali testimoni<br />
' oculari, raccontano che que' confessori<br />
benché così mutilali, continuarono a parlare<br />
<strong>di</strong>stintamente e liberamente come<br />
: prima; che si ritirarono a Costantinopo-<br />
li, doveTiraperatore Zenoneariano etut-<br />
ta la sua corte furono testimoni <strong>di</strong> quel<br />
pro<strong>di</strong>gio. Le testimonianze <strong>di</strong> detti scrii<br />
tori trovansi raccolte in una Dissertazio'<br />
ine stampala a Parigi nel 1766. Tipasa,<br />
Tipasancn , seti Tlpasitan, è un titolo<br />
vescovile inpartihits, sotto il simile arci-<br />
I<br />
j<br />
vescovato <strong>di</strong> Giulia Cesarea, che conferi-<br />
! sce la s. Sede. Neil' articolo Cesarea <strong>di</strong><br />
i Cappadocia,<br />
I<br />
\ tihiis<br />
seguendo un registro conci-<br />
storiale, ripelei tra'titoli ve?,co\\\\iiipnr-<br />
sotto <strong>di</strong> essa questo <strong>di</strong> Tipasa, equivoco<br />
avvenuto dal chiamarsi in esso Giu-<br />
lia Cesarea^ soltanto col nome <strong>di</strong> Cesa-<br />
rea^ come praticarono <strong>di</strong>versi scrittori,<br />
il che <strong>di</strong>e luogo all' errore, essendo esso<br />
manifesto dall'osservare in tale registro,<br />
che tutti gli altri titoli sono <strong>di</strong> antiche<br />
se<strong>di</strong> vescovili <strong>di</strong> Palestina, Cappadocia e<br />
Siria, soltanto le sole Siga o i^igea^ e Z'i-<br />
y^rt.s'*?, appartengono all'Africa, laonde occorreva<br />
qui farne emenda. 11 Papa Pio IX<br />
a*i3 agosto 1846 fece coa<strong>di</strong>utore del vi-<br />
cario apostolico <strong>di</strong> Colondjo e vescovo <strong>di</strong><br />
Tipasa in partihus , mg."^ Giuseppe M.''<br />
Bravi della congregazione àe' Silvestrini.<br />
TIPO, Tfpus. E<strong>di</strong>tto famoso inloruo<br />
TIP 1R7<br />
la fede, dell'imperatore Costante Il,quau-<br />
lo gli altri E<strong>di</strong>tti \tn^er\a\\ e pur condau-<br />
nati,cioèr/t//o^/ro(^/'.J<strong>di</strong>Zenone,er£'cte-<br />
si (r.) <strong>di</strong> Eraclio. Costante 11 lo pubbli-<br />
cò in occasione delle turbolenze suscita-<br />
te L]a' 3Iojioteliti [l.), per imporre a'cat-<br />
lolici ed agli eretici. Fu chiamalo Tipo^<br />
cioè forma, modula o modello, perchè era<br />
una specie <strong>di</strong> forma o formolario <strong>di</strong> fe-<br />
de, o piuttosto la forma sidla quale do-<br />
vea regolare ciascuno la propria condot-<br />
ta. Questo e<strong>di</strong>tto col pretesto <strong>di</strong> conci-<br />
liare la pace tra'callolici e i monolelili<br />
impose silenzio tanto a quelli che alferluavano<br />
una, cornea quelli che asserivano<br />
due volontà e operazioni in Gusù Cri-<br />
sto. Questa è la <strong>di</strong>lFerenza fra Y Ertesi e<br />
il Tipo, come <strong>di</strong>ce Petavio , Theologia<br />
dogmatica, t. 4, lib. 1, A- Incarnat. cap.<br />
2 i; vale a <strong>di</strong>re, VEctesi vietava <strong>di</strong> affermare<br />
in Cristo sì una, come due opera-<br />
zioni, in cui tuttavia confessava una vo-<br />
lontà; laddove il Tipo proibiva d' affermare<br />
in Cristo sì una, come due volontà<br />
e operazioni. Il Tipo si legge nel Lab-<br />
bé, Concilior. t. 6, p. 232, e nell'Ardui-<br />
no, t. 3, p. 823. Siccome il Tipo, pub-<br />
blicato a istigazione <strong>di</strong> Paolo patriarca <strong>di</strong><br />
Costantinopoli,era pernicioso con ammet-<br />
tere la dottrina d'una sola operazione, e<br />
perchè sembrando <strong>di</strong> correggere il utale<br />
non fece che accrescerlo, poiché metteva<br />
a livello della verità l'errore, così né i cat-<br />
tolici, ne i monolelili lo accettarono. Co-<br />
stante II, ecco come in esso si espi esse.<br />
«Noi proibiamo a' nostri sud<strong>di</strong>ti cattolici,<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>spulare per l'avvenire <strong>di</strong> qualiunpie<br />
maniera, riguardo ad una o due sia ope-<br />
razione, sia volontà; senza pregiu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong><br />
ciòch'è slato deciso relativamente all'lu-<br />
carnazione del Verbo. Vogliamo che slia-<br />
si colle s. Scritture,co'cinque concilii ge-<br />
nerali, e con que'soli passi de'padri,lacui<br />
dottrina è la regola della Chiesa, senza nul-<br />
la aggiungervi o togliervi, senza spiegarli<br />
in sensi privati; ma vogliamo che si resti<br />
nellostato in cui erasi prima <strong>di</strong> queste tli-<br />
.spute, come se le medesime non fossero
i88<br />
TIP<br />
siale suscitate". Stabilisce poi contro ai<br />
trasgressori, che se i medesimi saraoDo<br />
Tescovi, o in qualunque altro or<strong>di</strong>ne del<br />
chiericalOjVeiigauo deposti; imouacijSco-<br />
[uuiiicali e cacciati dalle loro abitazioni;<br />
le persone in carica, private de'Ioro im-<br />
pieghi; i soggetti ragguardevoli, privati<br />
delle loro sostanze; gli altri, castigati corporalmente<br />
e ban<strong>di</strong>ti. 11 Piipa Teodoro I<br />
(/ .), che avea già ricevuto molte que-<br />
rele contro al patriarca Paolo, e che inu-<br />
tilmente lo avea amnionilo e con lette-<br />
re sinodali e per mez/.ode'suoi legali, cre-<br />
dette <strong>di</strong> non dover più <strong>di</strong>lferire la <strong>di</strong> lui<br />
condanna, con quelle solennità che riportai<br />
nella sua biografia. E' opiniouecomu-<br />
ne, come <strong>di</strong>rò , che questa si facesse nel<br />
tempo stesso che (juelia <strong>di</strong> Puro predecessore<br />
<strong>di</strong> Paolo, il quale imme<strong>di</strong>atamente<br />
dopo la sua ritrattazione fatta in Roma<br />
al Papa, da lai città passato a Ravenna,<br />
professo rmovamenle il monote-<br />
ìismo per cui era «.lato deposto, sedot-<br />
to, secondo tutte le apparenze, da quel-<br />
l'esarca Teodoro l Calliopa, colla speran-<br />
za <strong>di</strong> rientrare nella sede <strong>di</strong> Costantino-<br />
poli, Sdegnalo Teodoro 1 d'una reci<strong>di</strong>va<br />
così rapida, dopo averlo trattato con tan-<br />
ta benignità, e che rendeva il colpevole si<br />
ragionevolmente sospetto d'ipocrisia e <strong>di</strong><br />
spergiuro, nel concilio del 64^ tenuto in<br />
8, Pietro, pronunziò la deposizione <strong>di</strong> Pir-<br />
ro con anatema. Informato oltre a ciò dall'inviato<br />
<strong>di</strong> s. Sofronio [)atriarca <strong>di</strong> Gerusalemme,<br />
Stefano vescovo <strong>di</strong> Dora (dal<br />
quale e come narrai nella biografia del Papa,<br />
avea ricevuto le ss. Reliquie della Na-<br />
tività e Infanzia del Salvatore, che ripo-<br />
se nella basilica <strong>di</strong> s. Maria Maggiore), che<br />
il patriarca <strong>di</strong> Costantinopoli Paolo erasi<br />
arrogato contro a'canoni il vicariato del-<br />
la sede <strong>di</strong> Gerusalemme, fece uso <strong>di</strong> tut-<br />
to il potere che in questa congiuntura gli<br />
dava il suo primato, e fece Stefano vescovo<br />
<strong>di</strong> Dora medesimo suo vicario nella<br />
Palestina, con facoltà <strong>di</strong> depone i vescovi<br />
irregolarmente oi<strong>di</strong>nati, se almeno non<br />
abiuiavauoquelle novità dacui ricouosce-<br />
T I P<br />
vano la loro illegittima elevazione. E per-<br />
chè Paolo avea provocato, colle suesug-<br />
gestioni, da Costante li la promulgazio-<br />
ne dell'e<strong>di</strong>tto Z'/y?o, lo condannò e depose,<br />
condannando altresì il monotelismoe<br />
il Tipo j in<strong>di</strong> con somma <strong>di</strong>ligenza pro-<br />
curando <strong>di</strong> estinguere anche V Ertesi d'E-<br />
raclio. Pirro portò subito neh' oriente il<br />
suo sdegno e il suo furore; e Paolo irri-<br />
tato, rovesciò l'altare che il Papa avea a<br />
Costantinopoli nel palazzo <strong>di</strong> Placi<strong>di</strong>a, e<br />
fece proibire a'suoi legali <strong>di</strong> celebrarvi i<br />
santi misteri, egli afnisse colle verghe, col-<br />
la prigione e con l'esilio: <strong>di</strong> più involse in<br />
queste violenze parecchi vescovi e laici ze-<br />
lanti, che perseguitò, indegnamente trat-<br />
tò, pose in carcere e straziò <strong>di</strong> colpi. Po-<br />
co dopo nel 649 "«ori Teodoro I, ed a'5<br />
luglio gli successes. Martino I {/'.),eh' eia.<br />
stalo legato in Costantinopoli. L'impera-<br />
tore sdegnato dell'operato da Teodoro f,<br />
richiese il successore <strong>di</strong> sottoscrivere il suo<br />
Tipo, come per guiderdone d'avere ac«<br />
consentito alla sua elezione, ed a tale ef-<br />
fetto glielo inviò. Nell'ottobre il Papa, vo-<br />
lendo invece anatematizzare l'e<strong>di</strong>tto imperiale,<br />
i suoi fautori e l'eresia de'mouo-<br />
lelili, celebrò il concilio <strong>di</strong> La tera no [f^.)<br />
coni 01 vescovi; alcuni de'qual idei la Gre-<br />
cia e dell'Oriente, non intimoriti dell'iniperalore<br />
per la fede, come i romani mo-<br />
strarono la maggior intrepidezza e l'ar-<br />
dore il più santo. Nel concilio si lesse il<br />
Tipo, in cui rivocavasi ['Eclcsi. Lodò il<br />
concilio la buona volontà <strong>di</strong> Costante II,<br />
ma condannò la fraudolenta maniera <strong>di</strong><br />
Sopprimere la verità, sotto il falso zelo <strong>di</strong><br />
sopprimere la menzogna, onde col Papa<br />
condannò tutti i monoleliti, \' Ertesi e\[<br />
y/y>»o. Furono <strong>di</strong>cliiarati em[)i, e nominatamente<br />
deposti e scomunicati Teodoro<br />
<strong>di</strong> Faran.Ciro d'Alessandria, Sergio, Pir-<br />
ro e Paolo successivamente patriarchi <strong>di</strong><br />
Costantinopoli, che approvavano il Tipo^<br />
massime l'ultimo come più colpevole per<br />
le narrate violenze contro i cattolici, e (jna-<br />
le vero autore del Tipo a sua suggestio-<br />
ne pubblicalo. Si stabilì la prova della sua
TIP<br />
ostinazione nell' errore, e dello scandalo<br />
con cui oiostravasi incorreggibile, malgrado<br />
tutte le ammonizioni che avea ricevuto<br />
per lettera e per mezzo de'legati. Qoaoto<br />
al Tipo, i padri <strong>di</strong>chiararono unanimi,<br />
che sotto un'apparenza <strong>di</strong> bene, il medesimo<br />
produceva gli effetti i più pernicio-<br />
si, onde <strong>di</strong>chiararono.'jElla è certamente<br />
cosa buona il far cessare le <strong>di</strong>spute; ma<br />
'è dannoso il sopprimere il bene col ma-<br />
le, la dottrina de'padri cull'empielà del-<br />
l'eresie. Ciò, anziché estinguere le <strong>di</strong>spu-<br />
Ite, è un perpetuarle; poiché i pastori han-<br />
I no ricevuto dal supremo Signore l'or<strong>di</strong>-<br />
ne d'insegnare, e per l'altra parte le pecorelle<br />
fedeli, che detestano l'eresie, non<br />
ponno essere in<strong>di</strong>fferenti fra la dottrina<br />
salutare e la voce della seduzione, A noi<br />
t è comandato fuggire il male e fire il be-<br />
j<br />
' dunque<br />
! li<br />
I ne,<br />
' Toce<br />
e non il rigettar 1' uno e 1' altro. La<br />
della minaccia e dello sdegno deve<br />
in<strong>di</strong>riz7arsi non già a coloro iqua-<br />
co'pastori cattolici riconoscono in Gesìi<br />
Cristo due operazioni e due volontà, ma<br />
bensì a quelli soltanto, che non confessano<br />
ciò che i padri della Chiesa hanno con-<br />
fessalo. II Tino proibisce <strong>di</strong> parlare s\ <strong>di</strong><br />
due volontà. come <strong>di</strong> una sola: ora il non<br />
confessare la volontà della santa umani-<br />
tà <strong>di</strong> Gesù Cristo, è, giusta s. Dionigi Pa-<br />
pa, un convenire che la medesima è sen-<br />
za volontà e senza operazione, vale a <strong>di</strong>re<br />
senza sostanza e senza essere; egli è un<br />
<strong>di</strong>struggerla e un annientarla : imperocché<br />
il Papa s. Dionigi insegna chiaramente,<br />
che un' anima senza operazione non<br />
ha un essere stabile, non è alcuna sostanza,<br />
non è cosa alcuna;giacchè la natura non<br />
è sostanza che per la naturale ed essen-<br />
ziale virtù <strong>di</strong> operare, che n'é inseparabi-<br />
le. Quin<strong>di</strong>, mentre lo<strong>di</strong>amo la buona in-<br />
tenzione dell'imperatore, rigettiamo le <strong>di</strong>-<br />
sposizioni del suo Tipo, siccome quelle che<br />
non si accordano colla regola della Chie-<br />
sa, la quale non condanna al silenzio se<br />
non ciò ch'è contrario alla sua dottrina,<br />
e proibisce l'atfermare e il negare nel tem-<br />
po stesso l'errore e la verità". Dopo que-<br />
T l P I 89<br />
sl'alto <strong>di</strong> vigore contio un e<strong>di</strong>lloimperia-<br />
le,i padri non avendo avuto alcun riguar-<br />
do verso que'furbi che inducevano i pa-<br />
droni del mondo in abusi cotanto perni-<br />
ciosi della loro potenza; dopo <strong>di</strong> aver detto<br />
anatema a chiunque non ammettesse<br />
in Gesù Cristo due volontà e due opera-<br />
zioni, la <strong>di</strong>vina e l'umana, che liceves-<br />
se V Ertesi o il Tipo che vengono <strong>di</strong>chia-<br />
rati empi, videro con sod<strong>di</strong>sfazione la se-<br />
guente sottoscrizione del sommo Ponte-<br />
fice s. Martino 1.» Martino, per la grazia<br />
<strong>di</strong> Dio, vescovo della s. Chiesa cattolica ed<br />
apostolica della città <strong>di</strong> Roma, ho sotto-<br />
scritto come giu<strong>di</strong>ce questa definizione, la<br />
quale conferma la fede ortodossa , come<br />
pure ho sottoscritto la condanna <strong>di</strong> Teodoro<br />
già vescovo <strong>di</strong> Faraii,<strong>di</strong> Ciro d'A-<br />
lessandria, <strong>di</strong> Sergio <strong>di</strong>Coslanlinopoli, <strong>di</strong><br />
Pirro e Paolo suoi successori, de'loro scrit-<br />
ti eretici dell'empiaiif/f.?? e d«".l Tipo che<br />
hanno pubblicati; giusta le sottoscrizioni<br />
degli altri vescovi in numero <strong>di</strong>io5". Il<br />
Papa non dubitò <strong>di</strong> mandare gli atti del<br />
concilio <strong>di</strong> Laterano, con santissime let-<br />
tere, non solo a tutti i vescovi della chie-<br />
sa cattolica, ma persino all'imperatore Costante<br />
li che avea pubblicato il Tipo. La<br />
condotta deli' iniquo imperatore trasse<br />
sempre più sull' impero i colpi ven<strong>di</strong>ca-<br />
tori della giustizia <strong>di</strong>vina. Quel giovane<br />
principe, naturalmente imperioso e duro,<br />
salito sul trono fin dalla sua infanzia, non<br />
avea mai incontrato che schiavi soggetti<br />
a tutti i suoi capricci. Confuse con que-<br />
ste anime vili il vicario <strong>di</strong> Gesù Cristo, e<br />
riputò un oltraggio l'opposizione <strong>di</strong> s. Mar-<br />
tino 1 ad un rescriltoche rovesciava i fondamenti<br />
del cristianesimo. A forza <strong>di</strong> men-<br />
zogne, <strong>di</strong> finzioni, <strong>di</strong> violenze e <strong>di</strong> sper-<br />
giuri, a mezzo dell'esarca Teodoro 1 Calliope,<br />
trovò maniera <strong>di</strong> rapir da Roma<br />
a' 19 giugno 653 il successore <strong>di</strong> s. Pie-<br />
tro, e dopo in<strong>di</strong>cibili e lunghi strapazzi,<br />
<strong>di</strong> farselo condurre a Costantinopoli, ove<br />
gravemente infermo fu cacciato in una<br />
prigione, e poi ad imitazione <strong>di</strong>Gesù Cri-<br />
sto fatto spettacolo d'ogni ingiuria e trai-
19') T I P<br />
tato come uno scellerato; pascendosi l'ein-<br />
pio imperatoreclalle siiefiiiestie<strong>di</strong>
, fico<br />
\ Je<br />
T 1 R<br />
un Signore <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità ragguardevo-<br />
principesca nell'inipeiiale corte gre-<br />
i ca, e talvolta un signore d'alcuna provin-<br />
eia. In seguito il nome <strong>di</strong> tiraiuio <strong>di</strong>ventò<br />
I<br />
I o<strong>di</strong>oso,<br />
i colle<br />
! che<br />
soprallullo nelle città governale<br />
proprie leggi. Gli scrittori sagri qual-<br />
volta si servono del nome <strong>di</strong> Tyiiin-<br />
per in<strong>di</strong>care un principe, un le, co-<br />
nus, ;<br />
me ne'libri d'Ester e d'Ezechiele. INe li-<br />
I<br />
! re,<br />
j rannico,<br />
'<br />
'<br />
I sti<br />
' gliono,<br />
I bri<br />
sagri in greco, come la Sapienza, l'Ec-<br />
clesiastico ed i Maccabei, 7j7V7/?////v pren-<br />
desi ora in buona, ora in cattiva parte,<br />
come negli altri autori greci. Alcuni vo-<br />
che Nembrod figlio <strong>di</strong> Chuse ni-<br />
pote <strong>di</strong> Noè, fosse il \° che stabilisse la<br />
tirannia sulla terra, cioè il i ."ch'ebbe l'ai'*<br />
te <strong>di</strong> soggettare gli uomini alla sua volon-<br />
tà arbitraria. Valido e potente cacciato-<br />
<strong>di</strong> carattere focoso, sanguinai io e ti-<br />
si crede che prima si formasse un<br />
piccolo numero d'uomini, <strong>di</strong> cui si servi<br />
per ridurre altri a Schiavi/h^e che do|)0<br />
<strong>di</strong> avere riunite forze sufficienti, <strong>di</strong> que-<br />
si valesse per soggiogare le nazioni e<br />
fondale un impero, in questo modo abusando<br />
egli della debolezza <strong>di</strong> quegl'infe-<br />
lici, stabilì un dominio sino a quell'epo-<br />
ca sconosciuto nel mondo , poiché violò<br />
i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> anzianità e <strong>di</strong> paternità che e-<br />
sistito aveano in ad<strong>di</strong>etro nelle fiuniglie,<br />
<strong>di</strong>strusse l'impero patriarcale, che avreb-<br />
be dovuto risiedere in Noè , che ancora<br />
vivea a'suoi tempi, o almeno del suo avo<br />
Cham o del suo padre Chiis. Egli usur-<br />
pò il trono, stabilì una sovranità separata,<br />
soggiogò il rimanente delle tribù , e <strong>di</strong>-<br />
venne ." con questo mezzo il i tiranno del<br />
Micndo. Dalla storia ebraica [)as>ai)du alla<br />
profana, il primo che sembra avere stabili-<br />
ta lo tirannia è Teseo, e il secondo èFala-<br />
ride d'Agrigento. In Italia i prepolenti si-<br />
gnorotti <strong>di</strong>esi usurparono il dominiodel-<br />
la patria, si chiamarono tiranni, tirannelli<br />
e tirannetti.<br />
TIRIIANA. Sede vescovile dell'Assiria<br />
<strong>di</strong> là dal Tigri, nella provincia patriar-<br />
cale della <strong>di</strong>ocesi de'caldei. III." vescovo<br />
fu Fctione o Pelone, or<strong>di</strong>nalo dal callo-<br />
TIR .9,<br />
lieo Sahba-zacha, al quale successe in tal<br />
<strong>di</strong>gnità nel 73 1; Mila sedeva nel 746, Sa-<br />
ìiba nel 767,60. O/vVv/v r/(r. t. 2,p. i 167.<br />
TIRO, Tyrus. Città arcivescovile del-<br />
la Fenicia, in<strong>di</strong> della Turchia asi.itica in<br />
Siria, pascialalico ad 8 leghe al nord <strong>di</strong><br />
s. Giovanni d'Acri, già l'antica fu tra le<br />
più celel)ri, potenti e floride, epcr l'esten-<br />
sione delle sue navigazioni chiamata la<br />
fu'^i/ici del mari. L'attuale Tiro, deno-<br />
minata Sur e Funi-, è situata ali' C'^tre-<br />
milà d'una penisola <strong>di</strong> sabbia, che ha la<br />
forma d'un triangolo equilatero, ciascun<br />
lato del quale è lungo circa 1200 passi.<br />
Non occupa essa che una piccola parte del<br />
sito dell'amica, nulla conservando della<br />
sua magnificenza, ed ha quasi l'a'^petto<br />
d'un villaggio. Le case in numero <strong>di</strong> più<br />
che 200, sono e<strong>di</strong>ficate colle rovine degli<br />
antichi e<strong>di</strong>fìzi,con appena 1000 abitanti.<br />
Possiede una nioschea, 3 chiese, [)ubbli-<br />
ci bagni, ed alcuni bazar; tuttavia si va<br />
progressivamente ampliandosi a danno <strong>di</strong><br />
Sidone (1 .), a cui «leve la sua fondazio-<br />
ne e la sua pristina gloria. Sidone, già il-<br />
lustre e famigerata metropoli della Feni-<br />
cia marittima, <strong>di</strong>venuta l'antica Tiro più<br />
potente, gliene <strong>di</strong>sputò il <strong>di</strong>ritto: per la<br />
loro vicinanza, ricchezza, commercio marittitno,<br />
e famose tintorie della Po^iorn,<br />
sovente furono prese l'una in iscambiodel-<br />
l'altra, avendo comuni gli usi, i costumi<br />
e l'industria. Il resto della penisola con-<br />
siste in campi e giar<strong>di</strong>ni, ed appena vi<br />
restano gli avanzi dell'antica muraglia,<br />
che in parte la circonda, un gran ninnerò<br />
ili bellissime colonne rovesciate al suolo<br />
vicinoallaspiaggia.eframmenli ancora in<br />
pie<strong>di</strong> semicopeiti da molti secoli dall'accumulala<br />
sabbia, <strong>di</strong>mostrano la fiagiliìà<br />
delle umane grandezze. 11 Terzi nella Si-<br />
ìia sacra riferisce copiose notizie su Ti-<br />
ro, ed a suo tempo <strong>di</strong>ce che sul mare e-<br />
ranvi ragguardevoli avanzi d'un tempio<br />
già sostenuto da 12 colonnelli marmo.col-<br />
la tra<strong>di</strong>zione che ivi la donna <strong>di</strong>cesse al<br />
Redentore: Bcatus vcnler, qui tcporta-<br />
i'it, et ubera, quae suxisù. Ricorda pu-
ìc)?. TIR<br />
la il meraviglioso e<strong>di</strong>lìzio che sorgeva<br />
quasi nel centro della città, per nrchitet-<br />
tura, vaghezza e ornainenli singolare, con<br />
nobili e spaziosi portici, i quali chiudevano<br />
ampia piazza, nel cui mezzo eleva-<br />
vasi la celebre colonna <strong>di</strong> bronzo istoria-<br />
ta, ove l'imperatore Massimiano fece af-<br />
fìggere il rigoroso e<strong>di</strong>tto contro i cnstia-<br />
ni,esorlando il popolo <strong>di</strong>Tiro a ban<strong>di</strong>rli ed<br />
estirparli, riducendogli a memoria la no-<br />
bilia <strong>di</strong> sua origine, i fatti egregi de'mag-<br />
gioii, la gloria della nazione, e la tutela<br />
del suo principale nume Giove. iVon rimane<br />
alla già splen<strong>di</strong>da, popolosa e opulen-<br />
te Tiro, se nonciòchenon fu dato agli uo-<br />
mini <strong>di</strong> torle, la rinomanza, le n^.emorie<br />
sloriche, e la gradevole situazione su d'u-<br />
na spiaggia deliziosa,che le montagne propinque<br />
riparano dalle settentrionali bu-<br />
fere, e quasi in seno al mare, con un por-<br />
to piccolo, protetto da meschino castel-<br />
lo, il quale non può accogliere che navi<br />
pescanti poca acqua e a stento, comechè<br />
ripieno <strong>di</strong> sabbia e<strong>di</strong> materiali d'ogni spe-<br />
cie. L'antico porto era spazioso e sicuro,<br />
e in cui le tempeste non potevano inol-<br />
trarsi. E' abitata da arabi mathuali, da<br />
greci-melchiti eda alquanti maroniti cat-<br />
tolici. Il commercio fra Tiro e Alessan-<br />
dria consiste in seta e tabacchi <strong>di</strong> poca<br />
eiililà, pel cambio <strong>di</strong> fichi secchi, carbo-<br />
ne e legna da fuoco. La [)riinitivaTirofu<br />
la più celebre [)iazza <strong>di</strong> commercio del-<br />
l'antichità, e in origine f ibbricata sul con-<br />
tinente; ma dopo che fu <strong>di</strong>strutta da' re<br />
d'As>iria, foiulossi una nuova Tiro sopra<br />
un'isola, a brevissima <strong>di</strong>stanza dalla ter-<br />
ra, e qui;sta ecclisvòiii breve la preceden-<br />
te. Il potere <strong>di</strong> Tuo sul Me<strong>di</strong>terraneo e<br />
nell'Occidente è troppo notorio; Car-<br />
tagine, litica e Ca<strong>di</strong>ce, colonie da essa<br />
fondate, ne sono celebri monumenti. E-<br />
slendeva le sue navigazioni fino all'Oceano<br />
e le portava al nord oltre l'Inghilterja<br />
, ed al sud al <strong>di</strong> là delle Canarie. Le<br />
sue relazioni in oriente, quantunque meno<br />
conosciute, è indubitato ch'era no mag-<br />
giori. Le isole <strong>di</strong> Tiro e <strong>di</strong> Arado, oggi<br />
T 1<br />
R<br />
Barhaln, nel golfo Persico, le città <strong>di</strong> Fa-<br />
ran e Pliocnicuni opni<strong>di</strong>t/ìi^snì ìNIare R.os-<br />
so, già rovinate al tempo de'greci, provano<br />
che que'<strong>di</strong> Tiro frequentarono ben lungamente<br />
prima gli spazi navigabili del-<br />
l'Arabia e del mare dell'In<strong>di</strong>e. La Bib-<br />
bia contiene su questo soggetto de' rag-<br />
guagli e relazioni <strong>di</strong>stinte, altrettanto più<br />
preziose in quanto che olirono <strong>di</strong> que'se-<br />
coli remoti un quadro de'movimenli ana-<br />
loghi a ciò che scorgesi ancora a' giorni<br />
nostri. In essa si leggono i rimproveri <strong>di</strong><br />
quelle colpe che le cagionarono la suala-<br />
griraevole decadenza, e la condussero al<br />
presente stato abbietto, vaticinato da E-<br />
zechiele. » Perchè Tiro ha detto <strong>di</strong> Ge-<br />
rusalemme: Bene sta; sono spezzale le por-<br />
te de'popoli: tutti verranno a me, io mi<br />
empirò, ella è deserta. Per questo , cos'i<br />
d ice il Signore Dio: Ecco che io vengo con-<br />
tro <strong>di</strong> te, o Tiro, e manderò sopra <strong>di</strong> te<br />
molte genti, come flutli del mare in tem-<br />
pesta. E abbatteranno le mura <strong>di</strong> Tiro,<br />
e <strong>di</strong>struggeranno le sue torri, io ne rade-<br />
rò fin la polvere e la ridurrò un tersissimo<br />
sasso. Ella sarà in mezzo al mare uà<br />
sito da asciugare le reti, perchè io ho par-<br />
lato, <strong>di</strong>ce il Signore Dio: ella sarà preda<br />
alle genti. Le figlie ancor <strong>di</strong> lei, che sono<br />
nella campagna, periranno <strong>di</strong> spada;e conosceranno<br />
che io sono il Signore— E<br />
farò che più non si sentano i tuoi can-<br />
tici, e il suono delle tue cetre più non si<br />
u<strong>di</strong>rà. E li renderò un tersissimo sasso,<br />
e sarai un luogo da asciugarvi le reti, e<br />
non sarai più e<strong>di</strong>ficata, perchè io ho par-<br />
lato, <strong>di</strong>ce il Signore, ec."Tiro <strong>di</strong> Fenicia,<br />
dall'auge <strong>di</strong> maestoso splendore, <strong>di</strong>venu-<br />
ta sepolcro <strong>di</strong> rovine, merita un tributo<br />
<strong>di</strong> compassione. Pailrona del mare, cen-<br />
tro del commercio dell'universo, da ogni<br />
contrada traendo a'suoi mercati tuttociò<br />
che poteva arricchirla perla ven<strong>di</strong>la o pel<br />
cambio degli oggetti che maggiormente<br />
contribuiscono al lusso, alle vanità, alle<br />
dovizie e alle como<strong>di</strong>tà della vita; <strong>di</strong>ve- i<br />
nuta necessaria e formidabile a tulli i pò- ,<br />
poli, Irallando le altre oazioni come ud
T I R<br />
insoUnIc ilominnfore equasi schiave ilei<br />
suo noleie. Facendo un tlispeUoso e ver-<br />
"O"iioso Iraffico (Kill.'i fuituiiae cella viia<br />
non scio de'suoi nemici, ma de' suoi al-<br />
leati medesimi, insi<strong>di</strong>ò alla <strong>di</strong>sgrazia <strong>di</strong><br />
Gerusalemme, spingendo l'empietà lino<br />
a spogliarla e depredarne il Tempio àe<br />
piìi preziosi tesori, per farne omaggio alle<br />
infami <strong>di</strong>vinità da essa adorate; essa me-<br />
lilo infine che il cielo ficesse scoppiare su<br />
<strong>di</strong> lei le minacce dell'ira sua. Autori <strong>di</strong> sì<br />
grande e orgogliosa città, a relazione <strong>di</strong><br />
Trogo e <strong>di</strong> GioselFo ehreo, fjrono i si-<br />
donii, popoli famosi dell'istessa provincia,<br />
allorquando vinti e fifgali dal re degli a-<br />
scaionili, spiegando le veleal vento vi approdarono<br />
co' loro navigli, l'anno del mondo<br />
2800, secondo Scaligero, avanti la no-<br />
stra era anni 1 1 84) che Gellio <strong>di</strong>ce i 5 1<br />
per crederne più antica l'origine, e coin-<br />
cide cogli annali de'fenicii, i quali l'atlri-<br />
huiscono a Tiro settimogenilo <strong>di</strong> J^ifet.<br />
Scaligero narra che Isorano fabbricò alcune<br />
abitazioni <strong>di</strong> giunchi e<strong>di</strong> membra-<br />
ne d'alberi, che <strong>di</strong>strutte dal vento e dal<br />
fuoco, egli inlese a ristabilirle piùsolide.<br />
Osserva Terzi, che sono conciliabili i sensi<br />
degli autori, col liferirsi a due città omo-<br />
nime, l'unr. sul contmente, l'altra nell'i-<br />
sola e da quella <strong>di</strong>sgiunta <strong>di</strong> 700 passi.<br />
Quella del continente avea senza dubbio<br />
pili antica origine, leggendosi compresa<br />
nella <strong>di</strong>visione della terra <strong>di</strong> Canaan, detta<br />
perciò da'greci Pale-Tfrn-;, cioè an-<br />
tica Tiro. Era <strong>di</strong>visa da un fiume, lon-<br />
tana dal lido circa 3 sta<strong>di</strong>, vasta circa 19<br />
miglia, secondo Curzio, se pure egli non<br />
vi comprese l'altra città fondata nelT iso-<br />
la. Di (]uesla riferisce Arano, che nel get-<br />
tarvi i fondamenti, fu con solenne sngri-<br />
fizio d' un' aquila consagrala ad Astarte<br />
dea de' sidonii o Venere, e che da lei si<br />
dovesse il nome <strong>di</strong> J'/ro, che tra'fenicii significa<br />
7v/^jp. Quivi si adorarono Giove O-<br />
limpico, Agenore, Asturie ed Ercole, a'<br />
quali Iliram.che regnò a tempo de're Da-<br />
vide e Salomone, eresse sontuosi templi,<br />
ornali con eccessiva munificenza <strong>di</strong> simu-<br />
T I R 193<br />
inerì, è colonne <strong>di</strong> fino oro e tempestate<br />
<strong>di</strong> smeral<strong>di</strong>. Elevò le mura della città al-<br />
l'altezza <strong>di</strong> I 5o pie<strong>di</strong>, fiancheggiate <strong>di</strong> i6<br />
gr;uii lorri, <strong>di</strong>latò con so<strong>di</strong> e smisurati ma-<br />
cigni le bocche de'due porti che la città<br />
aprivasi per ostro e settentrione , e sve-<br />
gliò con egual magnificenza la meraviglia<br />
<strong>di</strong> lutti iiegli ornamenti <strong>di</strong> cui arricchì il<br />
tempio d'Ercole nell'antica città. Il tem-<br />
pio <strong>di</strong> Castore e Polluce fu tenuto e vene-<br />
rato per asilo, ma Demetrio re <strong>di</strong> Siria,che<br />
vi si recò come luogo sagro, fu inseguito e<br />
ucciso da'nemici. Tiro ebbe una serie <strong>di</strong><br />
re,il i.°de'({uali fu AbibaI fiorito 1 080 anni<br />
avanti la nostra era, al quale successe nel<br />
io4o <strong>di</strong> tal epoca il celebre ricordato Hiram.<br />
Inoltre Hiram mandò ambasciatori<br />
a Davide per congratularsi della sua vit-<br />
toria riportata control jebuseijed appe-<br />
na morto quel re si legò in amicizia col<br />
figlio Salomone.e gli mandò in dono una<br />
gran quantità <strong>di</strong> legno <strong>di</strong> cedro e d'altri<br />
materiali per la costruzione del Tempio<br />
al vero Dio; così gli fu pure <strong>di</strong> non pic-<br />
colo soccorso per le spe<strong>di</strong>zioni marittime<br />
per Tharsis e per Ophir, <strong>di</strong> che feci pa-<br />
rola nei voi. LXXll, p. 'Jt85, e altrove,<br />
le quali avendo luogo ogni triennio, por-<br />
tavano oro, argento, denti d'elefante,<br />
scimmie e pavoni. DopoHirain si riporta-<br />
no per re <strong>di</strong> Tiro, nel 976 Baleazar, nel<br />
969 Abdaslrate. Nel 960 vi fu anarchia<br />
e durò fino al 948, nel quale anno salì<br />
sul trono Astarìe, nel 906 Aserim , nel<br />
927 Pheles, nel 926 Hobal I, neh' 894<br />
iìadezor, nell'888^\Talgeno, nell'879 Pig-<br />
malione, nell'832 Pafo, nel 726 Eluleo,<br />
e fino a Hobal li, che cominciò a regna-<br />
re nel 'jqi innanzi Gesti Cristo, non si co-<br />
noscono altri re. Sotto Eluleo Tirofu vi.<br />
rilmente <strong>di</strong>fesa contro leostilità <strong>di</strong> Salma-<br />
nasar re <strong>di</strong> Nini ve; ma sotto Hobal II a«<br />
vendoNabucodonosor 11 re d'Assiria asse-<br />
<strong>di</strong>ata Tiro, dopo I 3 anni la prese nel 572.<br />
Gli abitanti si ritirarono nell'isola vicina<br />
e abolirono la monarchia, <strong>di</strong>venendotributaria<br />
la città del conquistatore. ConTi-<br />
ro nuova cominciò nel detto 372 l'epoca
'14 T 1 11<br />
(k'solTeli o giu<strong>di</strong>ci, e pe'piiiDi Diinl, Ec-<br />
nlhal e Cliell)is, a'quali poi nel 562 suc-<br />
cessero AbibaI Geraslialo e Miigorie fino<br />
al .554, in cui fu eletto re Baiato r, in-<br />
<strong>di</strong> nel 553 Mcibal,iiel549lronijncl 52r)<br />
Mapene, nel 4" 5 Stratone, nel 333 Ayelcuico.<br />
A rpusti Alessandro il Gran<strong>di</strong>'<br />
re <strong>di</strong> Macedonia, bramando <strong>di</strong> sciogliere<br />
un voto nel tempio <strong>di</strong> Castore e Polluce,<br />
pe'stioi legati fece domandarne il permes-<br />
so; ma il re rispose <strong>di</strong>e lo avrebbe con<br />
cesso nel tempio dell'antica città, secondo<br />
Giustino. Altri invece narrano che avendo<br />
Alessandro mandato i suoi legati<br />
per esigere omaggio da Tiro, ad esempio<br />
dell'altre città fenicie, essi furono crudel-<br />
Tuente uccisi e gettati nel mare, il che e<br />
sacerbò fieramente l'animo d'Alessandro,<br />
il quale la cinse d' ogni intorno d' asse-<br />
<strong>di</strong>OjCongiunsel'isolaalconlinenle col niez-<br />
7o d'una gran rialzata e d'un molo, e con<br />
frequentissimi assalti in y mesi l'espugnò<br />
nel 332. IMemoiabili furono i particolari<br />
«leir asse<strong>di</strong>o, e tali che sebbene Alessan-<br />
dro per la vigorosa resistenza fu in pro-<br />
cinto d'abbandonarlo, però l'onta <strong>di</strong> con-<br />
lessarsi vinto mentre a lui nulla resiste-<br />
va, lo sostenne in mezzo a'piìi duri lavo<br />
li. I tirii vedendosi abbandonati dagli Dei<br />
e dagli nomini, perchè Cartagine sua co-<br />
lonia mancò i soccorsi promessi, ccdero-<br />
iio dopo gloriosi combattimenti. La città<br />
111 sacciieggiala, sconvolta, incenerita e <strong>di</strong>strutta.<br />
ISell'istes
T I R<br />
ra sili nimli erano sciilfi i nomi delle «Ine<br />
città, furono collocali sull'altare del s. iS'r'-<br />
palerò, ed in mezzo ad una folla <strong>di</strong> spet-<br />
lalori, un orfmello si avanzò , ne pre^e<br />
imo, e la sorte decise per la ciilà <strong>di</strong> Tirn^<br />
<strong>di</strong>e fu presa. Conquistata clie fu, Baldo-<br />
vino I<br />
piantò nel vicino monte Sandalio<br />
un fortissimo castello, e <strong>di</strong>poi bastò da se<br />
sola ad opporsi a tutte le forze riunite <strong>di</strong><br />
.Sala<strong>di</strong>no re <strong>di</strong> Soria, ch'erasi impadro-<br />
nito <strong>di</strong> Gerusalemme a'2 ollohrei 187,<br />
ed avea guadagnala la famosa battaglia<br />
<strong>di</strong> Tiberiade. Egli avea radunato *\nQ vol-<br />
le le sue flotte e te sue armate per assal-<br />
tar Tiro, <strong>di</strong> cui ardentemente bramava la<br />
conquista ; ma tutti gli abitanti aveano<br />
giurato piuttosto <strong>di</strong> morire, che <strong>di</strong> arren-<br />
«lersi a'mussulmani. Questa generosa ri-<br />
soluzione fu opera <strong>di</strong> Corrado, figlio del<br />
inaiiiliese<strong>di</strong> IMouferrato, giunto ili recente<br />
nella piazzi, e che pareva dal cielo man-<br />
dalo a salvarla; poiché prima del suo ar-<br />
rivo la città avea spellilo deputali a Sa-<br />
bi'liuo per capitolare, ma la presenza del<br />
prode Corrado, celebre per le sue valo-<br />
rose gesta, rianimò il coraggio <strong>di</strong> tutti,<br />
e lutto cambiò d'aspetto. Fecesi afììdare<br />
il comando della città, i fossi vennero al-<br />
largati, le fortificazioni riparate e risto-<br />
i:ile, e gli abitanti <strong>di</strong> Tu"o assaliti per ter-<br />
la e per mare, <strong>di</strong>venuti ad un tratto in-<br />
vi ncibi li guerrieri, impararono sotto i suoi<br />
or<strong>di</strong>ni a combattere le armate e leflotte<br />
Saracene. Sala<strong>di</strong>no <strong>di</strong>sperando d'espugna-<br />
re Tir
. OG TI R<br />
no il ciisliaiiesinio lla'priini. Già il Sai-<br />
valore avca pie<strong>di</strong>calo e fìllio alcuni mi-<br />
racoli nelle vicinanze <strong>di</strong> Tiro, anzi s. INlat-<br />
teo <strong>di</strong>chiara che fu a Tiro ed a Sidone.<br />
AllorchèEgli, <strong>di</strong>sceso dalla montagna, pro-<br />
nunziò (juelle parole sì nuove pe'suoi u-<br />
<strong>di</strong>lori:'-- Felici coloro che piongono; felici<br />
coloro che soihono; felici i poveri <strong>di</strong> spi-<br />
rito" la folla che circonda vaio era per la<br />
maggior parte delle città <strong>di</strong> Tiro e <strong>di</strong> Si-<br />
d(jne. Quando s. Paolo passo per Tiro, andando<br />
da Cesarea ad Antiochia, quivi trovò<br />
molle famiglie cristiiine e <strong>di</strong>morò con<br />
esse 7 giorni. Ispirati i cristiani <strong>di</strong> Tiro<br />
dallo Spirito santo, gli <strong>di</strong>ssero <strong>di</strong> non an-<br />
dare a Gerusalemme, ma s. l'aolo volle<br />
partire e fu accompagnato sino fuori la<br />
città j dove avendo piegato le ginocchia<br />
n terra fecero la preghiera, e scamhievol-<br />
menteahhracciali, l'apostolo salì la nave,<br />
e i cristiani fecero ritorno alle loro case.<br />
La religione cristiana vi fece successivamente<br />
un sì grande progresso, che gli a-<br />
bilanti furono sempre esposti al martirio,<br />
massime i suoi vescovi. Questi incomin-<br />
ciaronocol nascimento delia Chiesa, e per-<br />
ciò Tiio fu tosto ornala del seggio vesco-<br />
vile , nella giuris<strong>di</strong>zione del patriarcato<br />
d'Antiochia (<strong>di</strong> cui meglio parlai a Siria);<br />
nel V secolo<strong>di</strong>vennemetropoli della pro-<br />
vincia della Fenicia Marittima, e nel se-<br />
colo VII prototrono, ossia I. 'sede del pa-<br />
vescovi nell'a-<br />
triarcato antiocheno, ed i<br />
dunanze de'concilii sederono nel i. "luo-<br />
go dopo gli (">
T 1 R<br />
nisiuo. 11 p. Le Quieti invece dà più va-<br />
eioiievolmeiite in successoli a s. Metoilio,<br />
Doroleo, I^aoliiio, Zeno I o Zenone, Pao-<br />
lo che fu al conciliajjolo ove iiigiustaineo-<br />
te si coiidatuiù s.^'^^w^c/w). Vitale intervenne<br />
a (jiiello <strong>di</strong> Filippopoli, Uranio sot-<br />
toscrisse il sinodo <strong>di</strong> Seleucir.. Poscia (jo-<br />
1 irono Zeno II, Diodoro assi>lè al conci-<br />
lio <strong>di</strong> Costantinopoli, Reverenzio già ve-<br />
scovo <strong>di</strong> Arces, Ciro fu al cunc<strong>di</strong>o d'Efe-<br />
so nel 43:, Beroniciauo, in<strong>di</strong> Ireneo re-<br />
legato a Peti all'Arabia, essendo sialo de-<br />
posto nel brigandaggioo conciliabolo d'E-<br />
feso: a lui si attribuisce una raccolta <strong>di</strong><br />
inonumenti riguardanti Nestorio, col nome<br />
<strong>di</strong> Trage<strong>di</strong>a^ e anche <strong>di</strong> Syiio<strong>di</strong>coii<br />
Ircitaci. Riferisce Terzi cheireneointruso<br />
nella sede <strong>di</strong> Tiro, nel 44^ ^i* depo-<br />
sto per decreto <strong>di</strong> Teodosio 11, come tur-<br />
bolento, incostante, bigamo scandaloso,<br />
e fanatico seguace <strong>di</strong> A'estorio. Poi fu ve-<br />
scovo Doroleo, cui l'imperatore Leone 1<br />
scrisse relalivauienle all' assassinio <strong>di</strong> s.<br />
Proterio d'Alessandria, come avea prati-<br />
cato cogli altri metropolitani d' oriente,<br />
per sapeie la loro opinione sull'autorità<br />
del concilio <strong>di</strong> Calcedonia. Giovanni Co-<br />
donato Iraslato d'Apaaiea, Epifanio ze-<br />
lante cattolico , Eusebio fu presente nel<br />
553 al V concilio generale tenuto in Costantinopoli<br />
e lo sottoscrisse , Tommaso<br />
intervenne all' Vili in cui fu condannato<br />
Fozio , Saba eunuco fu fatto per volere<br />
deirimperaloreAlessioCouuienoe poi pa-<br />
triarca <strong>di</strong> Gerusaleuime,Fozio,Cirillo tra-<br />
sferito poi ad Antiochia, Sofronio già ve-<br />
scovo <strong>di</strong> Mopsuesta. Seguono due arcive-<br />
scovi <strong>di</strong> cui s'ignora il nome. Geremia del<br />
1673 viene cpialifìcato metropolitano <strong>di</strong><br />
Tiro e <strong>di</strong> Sidone. Orieiis chì-istiamis, t.<br />
2, p. 802. Tuttora Tiro è arcivescovato<br />
ancora deMciroìiiti,e de Greci Melcldù<br />
(^/^'.j. iNeli837 fu fatto arcivescovo de'gre-<br />
ci melchiti Ignazio Karut, e lo è tuttora.<br />
In tempo delle crocitiic fu istituita la se-<br />
de arcivescovile <strong>di</strong> Tuo pe'lalini sotto il<br />
patriarcato <strong>di</strong> Gerusalemme, ma espulsi<br />
i cristiani da tutta la Siria, pa>sò in quel-<br />
TIR i97<br />
10 d'Antiochia. Ebbe a suffragane! i ve-<br />
scovi <strong>di</strong> Sidone, Bcfito, ToL'inaide o s.<br />
Giovanni d\-lcri. Panca o Cesarea, Sa-<br />
rcpta, DH)lo, Botra, Tripoli, Orto sia,<br />
Archis, Aradas, Antaradaa o Tortosa,<br />
DIaraclca o Mara tea. Il i.° a rei vescovo<br />
latino fu Odonedeli i 12, morto due anni<br />
dopo; il 2. "Guglielmo I deli 127, inglese<br />
e priore del s. Sepolcro, nobilissimo per-<br />
sonaggio d'eminenti virili, che coraggiosamente<br />
viaggiò più volte in oriente e ia<br />
Francia quale legato apostolico, per animare<br />
i principi cristiani alla conquista e<br />
liberazione <strong>di</strong> Terra santa, come riferisce<br />
il Terzi; il quale aggiunge, che bene<strong>di</strong> l'e-<br />
sercito <strong>di</strong> Goffredo, e de'collegati re d'In-<br />
ghilterra e conte <strong>di</strong> Fiandra, segnandoli<br />
con <strong>di</strong>fferenli croci, ili. ''<strong>di</strong> color vermi-<br />
glio, il 2.° <strong>di</strong> color bianco, il 3.° <strong>di</strong> color<br />
verde. Lo avrà latto prima dell'arcive-<br />
scovato, poiché Goffredo era morto nel<br />
I 100. Altre sue notizie egli le confonde<br />
con quelle <strong>di</strong> Guglielmo li. Nel 1 1 32 o<br />
1 1 33 fu arcivescovo Folcherio d'Angou-<br />
lèine, pio, letterato e amatore della<strong>di</strong>sci-<br />
plina <strong>ecclesiastica</strong>, in<strong>di</strong> nit\i i45tras!atu<br />
al patriarcato tli Gerusalemme. Gli suc-<br />
cesse Pietro 1 <strong>di</strong> Barcellona, priore del s.<br />
Sepolcro, a cui nii\i i63 gli fu sostituito<br />
Federico vescovo <strong>di</strong> s. Giovanni d' Acri<br />
<strong>di</strong> Lorena. Nel 1 1 74d celebre Guglielmo<br />
11 detto <strong>di</strong> Tiro, arci<strong>di</strong>acono della stes-<br />
sa chiesa, francese <strong>di</strong> nazione, si <strong>di</strong>stinse<br />
per scienza, per pietà, e per le destre sue<br />
negoziazioni; lodato qual principe degli<br />
storici delie crociate, siccome autore del-<br />
l'opera De bello '^aero, tenuta la miglio-<br />
re sulla sagra guerra: intervenne nel 1 1 70<br />
al concilio generale <strong>di</strong> Laterano V, e inori<br />
dopo ili 1 83, lasciando <strong>di</strong> se gloriosa me-<br />
moria. Giuseppe o Jorico, già vescovo <strong>di</strong><br />
s. Giovanni d'Acri, anch'esso fu a dello<br />
concilio, e presa Gerusalemme da Sala-<br />
<strong>di</strong>no, ne scrisse la calamitosa notizia a Pa-<br />
pa Urbano III nelii87 stesso. Ad istan-<br />
za <strong>di</strong> Corrado marchese <strong>di</strong> Monferrato,<br />
concesse a'genovesi col cousenso del capi-<br />
tolo, <strong>di</strong> c<strong>di</strong>lkarsi nella cattedrale una cap-
i
I TIR<br />
6lo concilio. Si ebbe riguardo <strong>di</strong> accusa-<br />
re s. Atanasio intorno alla fede, e che in-<br />
segnasse un (|ualclie errore; ma si <strong>di</strong>ceva<br />
: ch'egli avea ucciso colle arti magiche un<br />
vescovo chiamato Arseniojeche avea rot-<br />
I lo un calice. Quand'egli comparve noll'as-<br />
isemblea, lungi dall'accordargli la premi-<br />
iiienza, come esigeva la <strong>di</strong>gnità della sua<br />
cospicua sede, fu obbligato a stare in pie-<br />
<strong>di</strong>, come accusalo, mentre Eusebio <strong>di</strong> Ce-<br />
sarea e gli altri slavano sedendo in qua-<br />
Illa <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ci. Il vescovo d'Eraclea s. Po-<br />
I<br />
liamone, illusile confessoreche durante la<br />
persecuzione avea perduto un occhio, vedendo<br />
un tialtamento sì indegno, scan-<br />
dalezzato non potè trattenere le higrime,<br />
e pieno d'indegnazione esclamò. » Come,<br />
Eusebio, voi siete assiso, e Atanasio inno-<br />
,cente cjual è, se ne sta in pie<strong>di</strong> per esse-<br />
re da voi giu<strong>di</strong>cato? Chi può solTrire sì in-<br />
'. degna cosa? Eh! <strong>di</strong>temi un poco, non e-<br />
!<br />
ravamo noi in carcere insieme durante la<br />
persecuzione? Quanto a me ci ho perdu-<br />
i<br />
I lo<br />
un occhio per la verità; ma voi panni<br />
I che non ci abbiate perduto nessuno dei<br />
1 vostri<br />
membri; né si vede nessun vesti<br />
gio, che abbiate solFerlo mai nulla per Ge-<br />
j<br />
sii Cristo. Eccovi pieno <strong>di</strong> vita: come a-<br />
j<br />
I vele potuto uscire <strong>di</strong> carcere in questo<br />
stalo? Se non perchè avete promesso <strong>di</strong><br />
j<br />
commettere il delitlo, a cui gli autori del-<br />
j la<br />
I lare<br />
I<br />
iz<br />
i<br />
persecuzione volevano costringervi, o<br />
perchè già lo avete commesso". Eusebio<br />
punto da questi rimproveri, e sentendo<br />
quanto stri ngenle tasse il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> s. Potamone,<br />
<strong>di</strong>-ise ch'era gran temerità par-<br />
a lui <strong>di</strong> quel modo, e luppe la sessio-<br />
ne. In questa sessione medesima s. Pafnu-<br />
zio,aUro illustre confessore e vescovo tlel-<br />
laTebaide,clie nella persecuzioue<strong>di</strong>Mas-<br />
simino li perduto avea Tocthio destro, ed<br />
eragli slato arso il garello sinistro onde<br />
era rirni contro s. Atanasio, Timoteo<br />
rivolto a lei così parlò: Come pre-<br />
ten<strong>di</strong> tu dunque, ch'io abbia fatto violen-<br />
za al tuo pudore? La donna credendo che<br />
fosse s. Atanasio che le parlasse, rispose:<br />
Sì, tu sei quello, mostrandolo col <strong>di</strong>to; tu<br />
sei «piello che nel tal tempo e nel tal luo-<br />
go mi hai tolto l'onore. La qu dcosa rietn-
20 T 1 l't<br />
p"i (Ji coDlusioiie gl'infami accusatori, <strong>di</strong>e<br />
fecero subito uscir la duntia, ad onta del-<br />
l' opposizione <strong>di</strong> s. Atanasio <strong>di</strong>e voleva<br />
farla arrestare per interrogarla ,<br />
e saper<br />
l'autore d'una riprovevole falsità sì degna<br />
<strong>di</strong> castigo. I nemici del santo furono<br />
tijperli d'una confusione ancor [)iù umi-<br />
liante, quando vollero rinnovar l'accusa<br />
dell'omici<strong>di</strong>o d'Arsenio, secondo essi uc-<br />
ciso da lui, itnperoccliè avendo aperto la<br />
cassetta dove aveano riposto un braccio<br />
reciso, che <strong>di</strong>cevano d'Arsenio, <strong>di</strong>ssero a<br />
s. Atanasio: Questo braccio è il vostro ac-<br />
cusatore. Allora il s. vescovo a vendo clue-<br />
sto silenzio,domandò se alcunodell'adu-<br />
nanza avea conosciuto Arsenio? e parecdu<br />
avendo risposto allcriDutivamente ,<br />
mandò subito a ricercare d' Arsenio, il<br />
fjiiale sottrattosi dal carcere ove l'avea-<br />
no posto gli avversari, comparve agli oc-<br />
chi <strong>di</strong> lutti vivo, e mostraudu audjo le<br />
l>raccia intatte. Questa furberia così sco-<br />
perta avrebbe dovuto obbligargli accu-<br />
.satori a ritirarsi per celare la loro infli-<br />
inia, non<strong>di</strong>meno altro non fece che accre-<br />
.scere il loro livore. Eglino accusarono s.<br />
Atanasio d'esser mago, e furono sul pun-<br />
to <strong>di</strong> farlo in pezzi, se gli ulliziali impe-<br />
riali non avessero arrestato il loro furo-<br />
re, strappandolo dalle loro cnani. I suoi<br />
nemici finalmente luronoridotli all'accu-<br />
sa d'aver fatto rompere il calice <strong>di</strong> Ischi-<br />
ra, e come non aveano alcuna prova, fa<br />
comantlatoa quelli ch'erano più <strong>di</strong>chiarali<br />
neuìici contro il santo, <strong>di</strong> andarne<br />
a far gli esami sojna luogo nella Mareo-<br />
lide. Questi fecero deporre ciò che volle-<br />
ro, e al loro ritorno [)ubblicarono falsa-<br />
n)ente, che lo aveano riconosciuto reo, e<br />
il conciliabolo pubblicò solennemente la<br />
scDlenza <strong>di</strong> deposizione contro s. Atana--<br />
sio dalla sede patriarcale, come convin-<br />
to d'una parte de'delitti che gli si obbiet-<br />
ta vano. Il s. vescovo si vide costretto a<br />
lasciar la città <strong>di</strong> Tiro, dove tra mille in-<br />
ti<strong>di</strong>e non era sicuro, e scrisse a Costan-<br />
lino I domandando giu^lizia contro gli<br />
cuscbiaui, e quella del cuiilcDionigi. lu-<br />
T 1 R<br />
torno a 5o vescovi prote>tarono contro<br />
questa staniialcsu e riprovevole assem-<br />
blea, uno de' principali conciliaboli che<br />
alllissero la Chiesa <strong>di</strong> Dio, iMa i cattoli-<br />
ci vescovi africani, più spettatori che giù-<br />
<strong>di</strong>ci dell' ingiusta condanna, rituin.iti ìq<br />
Egitto si radunarono iuyi (V.s.s
T 1 II<br />
nella lettera scritta al persiano Mail, tra-<br />
smise a'posteri lunga serie <strong>di</strong> malie la-<br />
t;iiiiievuie scisma. Terzi, óV/vV/ sac/'a^Kes,.<br />
t. i; Labbc', t. 3; Aiiliiiuo, t. i.<br />
11 4-° f" convoC'ito nel 45'» pe'litiyi<br />
insorti tia Fozio<strong>di</strong> Tiro e Eustazio <strong>di</strong> Be-<br />
rilo,ciica i termini <strong>di</strong>visorii <strong>di</strong> loro<strong>di</strong>oce'<br />
si. Inipeioccliè essendosi quelli già pre-<br />
sentii nel concilio Niceno, come d'ogni altra<br />
chiesa, voi le tuttavia l'impeiatoi e Valenliniano<br />
\\\ erigere Belilo in una nuo»<br />
va provincia <strong>ecclesiastica</strong>, <strong>di</strong>chiarandola<br />
metropoli, per cui venivano sottratte alcune<br />
chiese a questa <strong>di</strong> Tiro, l'er ovvia-<br />
re a tale sconcerto convennero ivi molti<br />
vescovi provinciali, e con decreto finale<br />
annullando quanto senza legittima auto-<br />
iità era sta lo fa Ito dal l'impera tot e con no-<br />
vità, riilussero nel pi imiero stato i limiti<br />
della chiesa <strong>di</strong> Tiro. Terzi, Siria sacra,<br />
il 5.° concilio nel 5 1 8, metà cattolicoe<br />
metà eretico, dappoiché ricevè il concilio<br />
<strong>di</strong> Calcedonia e condannò i Severiani e<br />
gWEìitichiani, e per aver de ter ai inalo va -<br />
rie cose contro la chiesa romana. Vi si<br />
confermò tra le acclamazioni del popolo<br />
tuttociò ch'erasi fatto a Costantinopoli ai<br />
30 luglio. Reg. t. io; Labbé, t. 45 Ardui-<br />
no, t. 4-<br />
T1R.0, Tyraewn. Sede vescovile del-<br />
la provincia <strong>di</strong> Pisi<strong>di</strong>a, nell'esarcato d'A-<br />
sia, sotto la metropoli d'Antiochia, eret-<br />
ta nel IV secolo. Ne furono vescovi Era-<br />
clide che nel 38 i assistè al i. "concilio gene-<br />
rale <strong>di</strong> Costantinopoli; Teotteno che nel<br />
fu a quello <strong>di</strong> Calcedonia; in<strong>di</strong> Giu-<br />
45 I<br />
seppe, Costantino, e Anastasio che inter-<br />
venne al concilio <strong>di</strong> Fozio. Oriciisckr. t.<br />
I, p. 1048.<br />
TIPiOLO, Tirolis. Provincia della par-<br />
te occidentale dell'impero d'Austria, con<br />
titolo <strong>di</strong> contea , Comitntus Tirolc/isis.<br />
Trovasi in Germania limitalo al nord dalla<br />
Baviera, all'est dall'arciducato d'Au-<br />
stria e dal regno d'illiria, al sud-est, al<br />
sud e al sud-ovest dal regno Lombardo-<br />
Veneto, all'ovest dal principato <strong>di</strong> Lich-<br />
teublciii e dalla St'aiQia^ verso la quale<br />
T 1 11 201<br />
formano un limite il Pieno e il lago <strong>di</strong> Co-<br />
stanza. Dappertutto è questo paese is[)ido<br />
<strong>di</strong> montagne, la maggior parie allis-<br />
sime. <strong>di</strong>i np;ile e formanti anguste valli e<br />
profonde, rivestile <strong>di</strong> ghiacciaie e nevi<br />
perpetue, come uikj de'piìi montuosi <strong>di</strong><br />
Europa ; ovun(|iie s'incontrano i siti più<br />
pittoreschi <strong>di</strong> romantico aspetto, i più mi-<br />
rabili conl|•a^li tra la natura silvestre e<br />
rainenl>-iimo paese. Attraversa il Tirolo<br />
dall'ovest all'est la catena ileirAI[)i llezie,<br />
e se ne slacca sulla frontiera orienlale del-<br />
la provincia 1" importante ramo dell'Alpi<br />
Noriche, dove rimarcasi 1" alta vetta del<br />
Gross-Glockner; nell'Alpi Rezie si fmnu<br />
poi <strong>di</strong>stinguere lOrller, punto più alto del<br />
Tirolo, e altre sublimi eminenze. Appar-<br />
tiene il Titolo a'3 bacini de' mari Nero,<br />
del Nord e dell'Adriatico, con importan-<br />
ti affluenti. Vi sono molti laghi, essendo<br />
il più notevole l'Achen-see, gran nume-<br />
ro <strong>di</strong> sorgenti minerali fredde. Viva e pu-<br />
ra è l'aria nella massima parte del paese,<br />
fred<strong>di</strong>ssima ne'cantoni alti, ma talvolta lo<br />
scirocco vi esercita il suo influsso: l'ati-<br />
Innno è la più bella stagione dellanno.<br />
Ad onta della natura montagnosa del Ti-<br />
rolo, ogni angolo <strong>di</strong> terra coltivabile vie-<br />
ne posta a pioiltto, e vi hanno molti prati<br />
naturali. 11 vino dà un importante pro-<br />
dotto nella parte meri<strong>di</strong>onale; ne'canto-<br />
ni bene esposti vi sono fruiti eccellenti,<br />
cornei rinomatissimi cedrici pomi <strong>di</strong> Meran,<br />
antica capitale del ducalo <strong>di</strong> Mera-<br />
nia: il tabacco, il lino e la canapa sono<br />
altri prodotti importanti, ed il legname<br />
generalmente abbonda, vegetando nelle<br />
sue annose e ampie selve. 1 bestiami e par-<br />
ticolarmente gli armenti formano la prin-<br />
cipale ricchezza del paese, e nel circolo <strong>di</strong><br />
Roveredo allevasi molli bachi da sela.<br />
Forse in niuna parte d'Europa si alimen-<br />
tano tanti canarini come nel Tirolo, e ser^<br />
vono ad un Iralìico as>ai considerabile.<br />
R.ÌCCO è il regno animale, e si trova pura<br />
un poco d'oro, argento, rame, ferro, piombo<br />
ecalamina stimatissima, saline impor-<br />
lauli, gesso, pietre da mucina, iiiuimo. Vi
202 T 1 R<br />
sono alcuni gran<strong>di</strong> sialjilimenli d' indu-<br />
stria, come concie <strong>di</strong> pelli e <strong>di</strong> aliida, buo-<br />
ne linluiie, fabbriche <strong>di</strong> seta a<strong>di</strong> velluti,<br />
<strong>di</strong> tele <strong>di</strong>pinte, filatoi <strong>di</strong> cotone, f.ibbii-<br />
clie d' utensili <strong>di</strong> legno da trastullo. I<br />
corsi d'acqua mettono in moto gran numero<br />
<strong>di</strong> ruote utili agl'uigegnosi abitan-<br />
ti, cartiere e alquante vetraie. 11 Tirolo<br />
si <strong>di</strong>vide in 7 circoli, ed ba per capoluo-<br />
go Innspruck. Gii abitanti dalla parte che<br />
tocca all'Italia, parlec.pano a'coslumi ita-<br />
liani, e sono gentili. Pas>ato Trento e penetrando<br />
nel cuore dell'Alpi si trova uu<br />
popolo franco, religiusamente attaccato<br />
idl'anticlie consueluduii, ed a'suoi sovra-<br />
ni ere<strong>di</strong>tari, <strong>di</strong>stinto per le sue affezioni<br />
donìcsliche, pe'coslumi semplici e fruga-<br />
li, essendo originale il vestito de'conta<strong>di</strong>-<br />
ni. E il tedesco che parlasi generalmeu •<br />
le nel Tu'olo, l'italiano lo è in alcune par-<br />
li del sud. La .nusica de'lirolesi ha uu carattere<br />
semplice e melanconico ; i muri<br />
delle case sono coperti <strong>di</strong> ss. Immagini e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>vozionali, lITiroloha dt-gli slati rappre-<br />
sentativi, d cui stabilimentoi i>ialeal i ^2.0,<br />
e si compongono <strong>di</strong> 4 or<strong>di</strong>ni, il clero, la<br />
nobiltà, i deputati della città, e quello dei<br />
conta<strong>di</strong>ni. I lu'olesi sono coraggiosi, ap-<br />
j)assionali per la caccia ed eccelienli tira-<br />
tori, e <strong>di</strong>fendono valorosamente le loro<br />
montagne, co(uechè alti a sostenere la pic-<br />
cola guerra. Il monte Brenner è la frontiera,<br />
che separi! dal Germanico il Tuo-<br />
Jo geograficamente Italiano. Il Tirolo fi-<br />
cevaanticamenleparledella Rezia, <strong>di</strong> cui<br />
jiarlai a Svizzera, la quale tra per la <strong>di</strong>f-<br />
licollà dell'accesso e per lo spirito in<strong>di</strong>-<br />
pendente degli abitanti, oppose si lunga<br />
1 esistenza a'roniiuii. Nella confusione che<br />
segui la catluta dell'impero romano, (pie-<br />
sto paese si trovò <strong>di</strong>viso tra piìi signori,<br />
che riconobbero la supremazia «leduchi<br />
<strong>di</strong> Baviera. All'estinzione della casa dei<br />
Guelfi nel secolo XII, i tirolesi <strong>di</strong>venne-<br />
ro sud<strong>di</strong>ti dL-ll'impero <strong>di</strong> Germania e vi<br />
1 1 11<br />
<strong>di</strong> s. Tiiso, che fu arricchita <strong>di</strong>poizioiie<br />
delle sue reliquie. iN'olusi iie'Meiiei, a'i4<br />
<strong>di</strong>cembre, che v'era uu' ultra chiesa <strong>di</strong> s.<br />
Tirso nella slessa città. Anche nella Spagna<br />
vi suno multe chiese che [)urt.in(j il<br />
suo nome. Esso è uno ilc'piotLltoii del-<br />
la cattedrale <strong>di</strong> Nostra Donna <strong>di</strong> Siileroii<br />
e d'una chiesa <strong>di</strong> Liinugcrs. 1 s^. Tiiso, Leu-<br />
cio e Callinico sono iiienziotiuti nel mai*-<br />
liiulogio romano a'28 <strong>di</strong> j;e«inaio.<br />
TIRSO (s.), <strong>di</strong>acono e martire. /'. Aa-<br />
DOCHIO (s.).<br />
TlSAiN'l A. Sede vescoviled'Africa, appartenente<br />
forse alla provincia <strong>di</strong> Numi<strong>di</strong>a,<br />
il cui vescovo Liheranzio nel 41 ' m-<br />
lervenne alla conferenza <strong>di</strong> Cartdgine.<br />
JMonxlli, Jfr. <strong>di</strong>r. t. 1.<br />
TlSiLI o TISILITA. S>ide vescovile<br />
d'Africa della provincial*roconsolare,sot-<br />
to la melroiìoli <strong>di</strong> C^irlagine. Ehhea ve-<br />
scovi, Donato che nel 4'<br />
i f*^' ''"«i confe-<br />
renza <strong>di</strong> Cartagine, e Fiorentino che sut-<br />
losciisse il concilio <strong>di</strong> Cartagine nel 52 5.<br />
Morcelli, Jfr. clir. t. i.<br />
TITIASSA oTOTl ASSA. Sede vesco-<br />
vile <strong>di</strong> Pisi<strong>di</strong>a, sotto la n)etio[)oli d'An-<br />
tiochia, nella <strong>di</strong>ocesi d'Asia, eretta nel se-<br />
colo V. Stefano suo vescovo sottoscrisse i<br />
canoni in Trullo, e Pietro assistè al VII<br />
concili
2u4 T 1 T<br />
quale possiede un Benefizio ccclcsiasticu<br />
(_/,), sia ch'egli ne adempia o no gli ob-<br />
blighi, è sempre lale lìnchè ne ahhia fat-<br />
Ui la sna Rinunzia, e finché questa sia<br />
slata ammessa. Titolare si denomina il<br />
SanLo{J .) sotto la cui invocazione è una<br />
chiesa, e <strong>di</strong>cesi anche patrono e ProkL-<br />
torc, al quale articolo parlai del rito pro-<br />
prio del culto loro, come titolari e palro-<br />
.lii. Titolari si chiamano ancora i car<strong>di</strong>nali<br />
dell'or<strong>di</strong>ne de'preti, ohe hanno i Titoli<br />
Car<strong>di</strong>nalizi (T^. }, chiese <strong>di</strong> Roma che per-<br />
ciò si appellano litolari.<br />
TITOLI CARDLXALIZI, Titilli Prc-<br />
.shyteriini Car<strong>di</strong>naliuni. Chiese insigni e<br />
auliche <strong>di</strong> Roma, che per titolo si confe-<br />
l'isoono dal Papa a' car<strong>di</strong>nali dell'or<strong>di</strong>ne<br />
de preti <strong>di</strong> s. Romana Chiesa, con giuris-<br />
<strong>di</strong>zione. 11 vocabolo Tituliis appropriato<br />
alle chiese litolari de' car<strong>di</strong>nali, Ono-<br />
frio Panvinio, Inlcrprctatio nialtaruni<br />
vocimi ecclcsiasticnriun^o spiega: Oniiics<br />
Titilli, quuin Ecclesiae esscnt, vel Tempia<br />
Divis <strong>di</strong>cala, nomeii sortili sunt vel<br />
a Sanctis, (juibus de<strong>di</strong>cata crani, ut s,<br />
Cluysognai, s. Cacciliae .... et siniiliuin,<br />
pel ab iishoininilnis, qui ipsaerexeriinl,<br />
ut Callisti, Damasi... et similium.W Piaz-<br />
za, La Gerarcliia car<strong>di</strong>nalizia, <strong>di</strong>ce che<br />
chiamaronsida'oostri maggiori ne'primi-<br />
livi secoli liei la chiesa nascente Titoli<br />
quelle case de'fedeli più ricchi, che dalla<br />
loro pietà erano convertite in uso sagro, e<br />
si applicavanoal cullo <strong>di</strong>vino; le quali, ac-<br />
ciocché da tutti si conoscessero per tali,<br />
nel de<strong>di</strong>carle che facevano, v'innalzavano<br />
sopra per titolo una Croce, e quin<strong>di</strong><br />
ne nacque, come argomenta il Baronio,<br />
ylnual. crei. an. i i 2, n.^j e 6, che fu decretalo<br />
da'sagri canoni de'concilii, come<br />
<strong>di</strong> Orleans, che ninno potesse e<strong>di</strong>ficare<br />
67t/L'vr, se prima il vescovo della città non<br />
vi piantava in segno della santità del luo-<br />
go da de<strong>di</strong>carsi la Croce, Trassero questo<br />
loro uso i primi cristiani dal costuoie degli<br />
antichi romani, quando i beni <strong>di</strong> qual-<br />
cuno pei- delitto commesso o per qnalsi-<br />
voj^lia ultra causa prcsciilUi dalle ieij^i<br />
T 1<br />
r<br />
Cadevano in mano del/zòYO, come riferì-<br />
scono s. Ambrogio lib. i, Epist. 1 4. e s. A-<br />
^li d'ino iII Psalm. 2 i, expos. 1, ponendo-<br />
vi nel mezzo l'immagine del principe o<br />
scrivendosi il <strong>di</strong> lui nome, e tpieslo chiamavasi<br />
titolo fiscale, pel poiìsesso che ne<br />
prendeva il fisco; <strong>di</strong>lferenza che nolo anche<br />
il Baronio: camfuisse inter Fela, et<br />
Titulos <strong>di</strong>ffe.renliam, quod in Keli's ima'<br />
go esset depicta impei-atoris, in Titulìs<br />
iiomen ejiis iascriberetur. Cos\ pure cofelumarodo<br />
i primitivi cristiani alle Por-<br />
te delle f/i/V'.«; ch'erige va no in onore dei<br />
ss. Martiri, con appendervi alcuni veli,<br />
ne'quaii era <strong>di</strong>pinta l'immagine o descrit-<br />
to il nome <strong>di</strong> quel martire al quale era-<br />
uode<strong>di</strong>cale, e si chiamarono Tiloli;\\(\\Q<br />
chiaramente si raccoglie das. Gregorio <strong>di</strong><br />
Tours, lib. 4i Mirac. b. Mar tini, e das.<br />
Paolino allorché cantò: Qui pulchra te<br />
gentis- J^ela fuerunl foribus, seu pura<br />
splen<strong>di</strong>da lino, - Sive coloralis textuni<br />
fucata figuris-IIi leves Titulos lento pO'<br />
liiint argento, - Sanctaq uè praefixls oh-<br />
<strong>di</strong>tcant limina lamids.^ii solamente pre-<br />
sero i primi fedeli questo nome e costume<br />
d'anporre i titoli alle chiese ch'erige*<br />
vano in onore de'ss. Martiri dall'uso au-<br />
lico de'romani gentili, tolto da'titoli fisca-<br />
li, imperocché quando s'incorporavano i<br />
beni al fisco, vi si poneva in segno <strong>di</strong> pub-<br />
blica autorità da'minislri fiscali una tabella,<br />
titolo o velo, chiamato dal citato s. Am-<br />
brogio Cortina regia; ma lo presero dai<br />
Testainetilo vecchio, in cui nella Genesi<br />
e. 28, si legge che Giacobbe eresse una<br />
pietra in Titolo, nei luogo appunto in cui<br />
uvea ricevuto la visione angelica della misteriosa<br />
scala, come seguo, in<strong>di</strong>zio e me-<br />
moria <strong>di</strong> quel segnalato favore. Quincìi il<br />
metlesimo Giacobbe unse d'olio il detto<br />
titolo da lui pi.intato e lo consagrò in al-<br />
tare, onde fu l'istesso <strong>di</strong>re Titolo, Alta-<br />
re o Memoria {V.). Cosi i primitivi cri-<br />
stiani ad esempio <strong>di</strong> Giacobbe chiamaro-<br />
no titoli le loro chiese, dal titolo o segno<br />
o vessillo della s. Croce, titolo de'litoli per-<br />
chè porla i'intiuu^iue e il nome adoralo
T I T<br />
del S;(Ivnlorc crocefisso, Ro flo'ifqi e SI-<br />
giiOK; (IcMomiiinnli, soUo <strong>di</strong> cui come <strong>di</strong><br />
suo cnpo e sposo si govenin la Clii«sa. Il<br />
Magli piiaia del Piazza, nella Vo/iziadci<br />
vocnìioli ecrlcsìa.slici, veibo Tiliilus, a-<br />
vea <strong>di</strong>cliiaralopssersi applicalo ad alcune<br />
chiese <strong>di</strong> Uorna, le quali aiilicatncn!e e-<br />
rano case private, e deslinale al culto <strong>di</strong>-<br />
vino nel lenìpo delle A7-.sr(7/r./V)/// (-/('//,'/<br />
C/»^.scde, e forse perchè<br />
la chiesa non fa alcuna commemorazione<br />
(li s. l'udente, le <strong>di</strong>e o confermò<br />
il titolo <strong>di</strong> s. Prassede. Che fu solilo dar-<br />
si allo stesso titolo vari nomi, non però<br />
(lue nell'istesso tempo, lo spiega il p. Se-<br />
velano, Memorie saere , parlando della<br />
Chiesa <strong>di</strong> s. Schasdano. Anche il Magri<br />
conviene, che il vocabolo tilolo dato ad<br />
alcune chiese <strong>di</strong> Roma, fu preso dal pra-<br />
ticato colie cose e titoli fiscali, alle quali<br />
si ponevano i delti segni, per <strong>di</strong>mostrare<br />
ch'erano <strong>di</strong>venute della camera imperia-<br />
le; onde nel liegislro <strong>di</strong> s. Cingono l,il<br />
nome 77////iiiava la tavoletta che si<br />
attaccava sopra i ss. Martiri, mentre e-<br />
ranotoimenlati, scrivendosi in essa la cau-<br />
sa della morte: ilell'islesso costume parla<br />
Eusebio, nella Storia eceiesiastica, ragionando<br />
de'martiri <strong>di</strong> Lione. Questo ti-<br />
tolo si praticò nella crocefìssioue <strong>di</strong> Cri-<br />
sto, sopra il cui capo fu posto il ss. Tito-<br />
lo dell// Croce(J .^1, che conteneva la cau-<br />
sa <strong>di</strong> sua ingiusta condanna. Il Carletti,<br />
Memorie della chiesa <strong>di</strong> s. Silvest?'o in<br />
Capite <strong>di</strong> Roma, a p. i6y, ragiona tie'ti-<br />
Ioli car<strong>di</strong>nalizi, giacché la chiesa <strong>di</strong> s. Sil-<br />
vestro goile cpieslo decoro, e riporta va-<br />
rie opinioni sull'origine del nome Titolo<br />
applicalo ad alcune chiese <strong>di</strong> Roma, e dei<br />
vari significati <strong>di</strong> tal voce, tra leciuali quel-<br />
la del Berli, che parlando ile'titol' ci istia-<br />
ni, anchegli ()ratorii(l .^sarebbero ti-<br />
toli, perchèinessi ne'primnr<strong>di</strong>i dellaCIrc-<br />
sa si celebravano le sagro adunanze, o Di-<br />
vini uffizi o Servizio <strong>di</strong>\i/io( f . i,conrau)-<br />
ministiazione
2(,6 'J" I T<br />
ciltà molti <strong>di</strong> simili titoli e ciliege priva-<br />
te: i quali titoli o chiese e oratorii erano<br />
Inoghi parlicolnri e privati , ed occulti<br />
de'crisliani, e sebbene formati con molta<br />
segretezza in tempo delle persecnzioiii del-<br />
la Chiesa, erano alquanlonriiati con quel<br />
decoro che rirhiedeva l'uso cui serviva-<br />
no. In piova, si limila a riprodurre la<br />
sicura testimonianza dell* enq>io ateista<br />
Luciano, bestemmiatore <strong>di</strong> Dio e de'san-<br />
ti, e neuiico capitale de'crisliani, il quale<br />
per burlarsi <strong>di</strong> loro, racconta nei suo Fi-<br />
Inpa tra, che Crilia essendo stato condot-<br />
to da un cristiano ad un luogo dove i cri-<br />
stiani convenivano, dopoesserpassato per<br />
alcune porte <strong>di</strong> feri'o, che aveano stipiti<br />
<strong>di</strong> bronzo, e <strong>di</strong> aver salito molle scale, fu<br />
introdotto in una stanza che avea il soffit-<br />
to doralo, e vide in es'sa certi uomini palli<strong>di</strong><br />
col capo inclinato, ridendosi non meno<br />
dell' ornamento del luogo, che della<br />
modestia e umiltà <strong>di</strong> que'santi. Il p.Gat-<br />
tico, De Ornton'ì.s domesticis, osserva che<br />
in Homa nel principio del cristianesimo<br />
eranvi molli oratorii domestici nelle ca-<br />
se private, consagrali al cullo <strong>di</strong> Dio e ner<br />
la sagia sinassi, chiamati Tituli, cui erano<br />
addetti molti sacerdoti per la celebra-<br />
zione della Liturgia, <strong>di</strong>versi de'cpiali furono<br />
poi ridotti in vaste ciiiese. Degli o-<br />
latorii privali e domestici <strong>di</strong> Roma, nei<br />
])rimi tempi della < hiesa, e quando essa<br />
era perseguitata dal fanatismo de'genli-<br />
Ji, tratta ancora d. Giuseppe de Doiiis,<br />
J)c (ìratnriis privatis comiììciifarius ,<br />
iVIe<strong>di</strong>olani i7
1*1 T<br />
me eli Pnlìiìììonio c.cclrsitlslìcn da quel<br />
la (li l'clronio. Il luogo essendo doto in<br />
fatela a un prete carilinnle, scmpie più<br />
gli conveniva il noirte<strong>di</strong> lilolo. Il dare dunque<br />
uno <strong>di</strong> questi l iteli era un daine la<br />
cura a uu prete car<strong>di</strong>nale; e nel 74? "^'*<br />
la DixserlJ^Z <strong>di</strong> Muialori (il quale come<br />
rimarcò Cenni, con allii confuse i Titoli<br />
coWe Parroci II !v)^\\o\h Nar<strong>di</strong>: Grego-<br />
ìius.Prcsliylcìalnuic Si<strong>di</strong>sylpostolicac.<br />
titilli s. C/( nicìitisgcrcnsciiniru, e s. Clemente<br />
non fu mai pairocchia,giuslarocnle<br />
egli rile%ò. Egli dottamente provò, che<br />
giammai furono panoclii i car<strong>di</strong>nali ti-<br />
tolari, nei car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>aconi, ne'Ioro tito-<br />
li e nelle tliaconie, sibhene vi esercitaro-<br />
no quell'ampia giuiis<strong>di</strong>zione.clie poi <strong>di</strong>rò.<br />
Il car<strong>di</strong>nal Albizi, De juris<strong>di</strong>ctìoiic Car-<br />
(linalcsi'i Jùc/cm'ìs sitoium Piti/loriiin,<br />
tra le varie spiegazioni <strong>di</strong>e dà al vocabo-<br />
lo 2 itolo, <strong>di</strong>ce <strong>di</strong>e significa onore, e de-<br />
rivare a Tuìaiulo. Il car<strong>di</strong>nal Antonelii,<br />
De Titulis roviaiiis Presi yleiis. li chiama<br />
loca sacratili quìbus cliristiaiii coiiveniehant<br />
ad sacras peragendas Synaxes,<br />
et s. J-Aclesiae Saeranienta e Sarerdoliini<br />
inanilms percipieìida^iit idem<br />
j)rorsiisj'ìtissecciiseani ntqiie Ecclesias,<br />
tju asinine parochiale.s \'oeamiis. A. Nib-<br />
by. Dissert. degli anticln Uinpli cristia-<br />
nia enumerando i nomi co' quali furono<br />
<strong>di</strong>stinte le chie-ie <strong>di</strong>verse, possa a <strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />
quelle menrionateco'nomi Tili<strong>di</strong>is, Dia-<br />
conia, OraloriuDi o Oi-aei<strong>di</strong>im, e ne da-<br />
rò un estratto. Circa il .", i del quale an-<br />
cora si conseivano le tiaccie ne'tiloli car-<br />
<strong>di</strong>nalizi, fiequentenienle s'incrnlia negli<br />
scrittori ecclesiastici latini . e molti passi<br />
trovansi nel C lossariuni i\e\ Du ("auge,<br />
il quale con gran precisione espose le va-<br />
1 ieetimologie che <strong>di</strong> esso si adducono dai<br />
moderni, tutte a parere <strong>di</strong> Nibby <strong>di</strong>peso<br />
cos'i leggero e cos'i stiracchiate da non me-<br />
ntale d'essere riferite; ed è jieiciò <strong>di</strong>e io<br />
non ne riportai <strong>di</strong>e le principali. IMo ciò<br />
< he si Ifgge in Anastasio Diblioteiariopuò<br />
tornire lume onde conoscere, se non 'a e-<br />
limologia, almeno il signiflcnto della pa-<br />
T I<br />
T 20-<br />
rola.Oraqiiel biografo, dopo a ver mostra-<br />
lo nella llfa <strong>di</strong> s. Evaristo, che liliilos<br />
in f'rhe Roma <strong>di</strong>\'isit presliyteris. soggiunge<br />
nella /^'/Vr/ <strong>di</strong> s.Marcellol, che questi<br />
viginti qiiinque tilulos in Irle Roma<br />
cnnslituitquasi <strong>di</strong>oceeses propler hapfismum<br />
etpoenilentiam miiltornm qui con-<br />
verteìuin tur expagmiis.et propter sepol-<br />
turas Ifarh ri'in. Erano pertanto in Ro-<br />
titoli cjuelle cinese che aveano uu<br />
ma i<br />
clero loro addetto, dove i sagramenli del<br />
Pidltesimo e della Penitenza (^/.j parti-<br />
colarmente si amministravano, e dove pu-<br />
legli ultimi uffizi rendevansi, specialmente<br />
a coloro che per la professione della cre-<br />
denza cristiana morivano; onde Nibby ri-<br />
tiene, con grande argomento <strong>di</strong> verosimi-<br />
glianza, potersi asserire che originalmente<br />
per Z'/7f//.'/.v una chiesa intendevasi mol-<br />
ta analoga a quelle che oggi <strong>di</strong>ciamo 7^
2o8 T I T<br />
rogiiistamenleglisciillori ccclcsiaslici,ri-<br />
provancli) rjitnaknma fiilliice che<strong>di</strong>essisi<br />
leccio nelle quali ficnziniii delle <strong>di</strong>aconie<br />
coi nome <strong>di</strong> 2 itoli. Il Magli nel vocnlio-<br />
lo Car<strong>di</strong>iialis ^ lagionondo de' car<strong>di</strong>nali<br />
<strong>di</strong>aconi, <strong>di</strong><strong>di</strong>iaia doversi correggere gli<br />
abusi inliodoUi per ignoranza da'nolari<br />
e da a Uri in alcune scriUni e moderne, nel-<br />
le quali davano il titolo a'car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>a-<br />
coni, non considerando che tanto vale ti-<br />
tolo quanto parrocchia, perchè le chiese<br />
de' <strong>di</strong>aconi si nominano <strong>di</strong>aconie e non<br />
mai //.'0/7 (noterò che molli titoli e <strong>di</strong>aco-<br />
nie sono oggi anclie parrocchie.<strong>di</strong>penileiidoi<br />
parioclii dal car<strong>di</strong>nal P icaiio<strong>di</strong> Roina),<br />
dovendosi scrivere: N. Miscvatione<br />
J)i\'ina s. Jlariae in Dniimica <strong>di</strong>aronns<br />
.9. lìoinaiìac Jù-clc^iac Car<strong>di</strong>nalis N. (i<br />
car<strong>di</strong>nali dell'or<strong>di</strong>ne de' preti usarono<br />
questa formola: IV. Misera lionc Di\'ina<br />
Tiluli s. N. s. Romanac Ecclesiae PresÌ!YterCar<strong>di</strong>nalisN.A.\<br />
presente pareche<br />
si tralascino le parole iMiseradoiie Divina:<br />
ecco la formola che Gregorio XVI<br />
usava da car<strong>di</strong>nale, Nos d. Blaurus or-<br />
<strong>di</strong>ìdsa.Bene<strong>di</strong>cd,congregatìonisCamal<strong>di</strong>densix, Titi<strong>di</strong> s. Callisti, s. Romanae<br />
Jùclesiae Preshy ter Car<strong>di</strong>nalis Cappellari,<br />
.9. Congregadoìds de Propaganda<br />
fide praefectus). Inoltre Magri <strong>di</strong>ce, che<br />
i car<strong>di</strong>nali vescovi suburhicari ei car<strong>di</strong>-<br />
n.'<strong>di</strong> <strong>di</strong>aconi non hanno titoli, ma solanien-<br />
te i<br />
car<strong>di</strong>nali preti, tranne (piellodelln ba-<br />
silica e Chiesa de' ss. XI[ Apostoli . Ma<br />
in quell'articolo <strong>di</strong>chiarai che la chiesa fu<br />
compresa tra' j 5 ovvero 23 titoli car<strong>di</strong>nalizi<br />
costituiti o riconosciuti da s. Marcello<br />
I, e siccome anticamente eravi una<br />
collegiata <strong>di</strong> canonici, onile il car<strong>di</strong>nal ti-<br />
tolare si appellava arciprete e vi nosnina-<br />
va per vicario un prelato, probabilmen-<br />
te piolonotario apostolico; talvolta gli fu<br />
contrastala da nitri car<strong>di</strong>nali titolari la<br />
prerogativa dell'uniziatura ebdomadaria<br />
nella basilica <strong>di</strong> s. Maria Maggiore, cioù<br />
in lutti i giorni <strong>di</strong> domenica: forse per que-<br />
sto il Magli, con manifiislo abbaglio, e-<br />
scluse Ira le titolari la chiesa de'ss. XII A-<br />
T I T<br />
postoli, o porcile il titolare nngli alti dei<br />
concilii e nelle bolle si sot'osci iveva arci-<br />
prete della basilica. J.ei-^o nelt'annalisla<br />
Rinal<strong>di</strong> all'anno '«59, che i Papi Pelagio<br />
1 cGiovaiini ili rifabliricaron'ipiù magni-<br />
ficamente la chiesa de'ss. A[)(isloli, in o-<br />
nore <strong>di</strong> tulli i Xll Apostoli nel natale dei<br />
ss. Filippo e Giacomo, e facendola tito-<br />
lo car<strong>di</strong>nalizio gii assegnarono la parroc-<br />
chia come aveano gli altri titoli. E siccome<br />
la bolla <strong>di</strong> Giovanni III, che compì ì|<br />
comincialo da Pelagio!, principia colle pa-<br />
role: Gio\'!inni vescovo servo de servi <strong>di</strong><br />
Dio,(ri <strong>di</strong>letti figliuoli Car<strong>di</strong>nali e chierici<br />
della chiesa degli Àpostoli. \\ Rinal-<br />
<strong>di</strong> rilevò <strong>di</strong>e in un solo titolo talvolta e»<br />
ranvi piti preti car<strong>di</strong>nali. Però si legge<br />
nel Crescimbeni, [storia <strong>di</strong> s. Giovanni<br />
avanti Porta Latina, p. 3G8, che i car<strong>di</strong>nali<br />
titolari delle chiese si chiamavano<br />
preti del titolo, gli arcipreti e i preti del<br />
niedesimo in Titillo, e non erano car<strong>di</strong>-<br />
nali titolari. Ivi riporta un catalogo dei<br />
titoli e <strong>di</strong>aconie inserito da Giovanni Dia-<br />
cono del secolo XII nella sua Storia mss.<br />
della basilica Lateranense,dove sono i 28<br />
titoli qualificati ognuno: Presh. Card, tt,<br />
s. _Tj e le 18 <strong>di</strong>aconie: Diaconus Card,<br />
tt. s. N. I due //. sono arbitrari dello scrit-<br />
tore, né devono dare autorità, poiché sono<br />
cornimi a'iilolari e a' <strong>di</strong>aconi. iNarra<br />
l'Adami, che in quabnique titolo non so-<br />
lo eravi il prete cai<strong>di</strong> naie arbitro alfilto<br />
signore <strong>di</strong> esso, ma più preti che prendevano<br />
la loro denominazione dal titolo<br />
e chiamavansi preti <strong>di</strong> esso. Ciò nasceva<br />
da due ragioni, la i.' perchè i car<strong>di</strong>nali<br />
preti erano destinali totalmente alle fun-<br />
zioni ecclesiastiche, alla cura dell'anime,<br />
all'amministrazione de'sagramenti,e per-<br />
ciò non polendo da per se soli adempiere<br />
a tuttociò.pel quoti<strong>di</strong>ano incremento dei<br />
fedeli, né comunicare ad altri le prero-<br />
gative sacerdotali, conveniva che altri <strong>di</strong><br />
egual carattere, non però <strong>di</strong>gnità, porges-<br />
sero loro aiuto: la 2. è che anticamente<br />
non si dava prete senza titolo <strong>di</strong> qualche<br />
chiesa, e benché molte fossero le chiese,<br />
e
T I T<br />
non<strong>di</strong>meno non erano tulle destinole per<br />
tilolojma un certo numero sollanto. Tut-<br />
ti |)oi prendevano il lilulo dalla medesima<br />
cliiesa,<strong>di</strong>slinguendosi il Prcshyic- lì-<br />
ttilì, eil era il prete t.i<strong>di</strong>iiato col titolo, ed<br />
i Presbylci iu iiiulo, cb' erano quelli<br />
che doveansi or<strong>di</strong>nare, e non aventlo li-<br />
to!o proprio, erano deslinail in qualche<br />
titolo. D. più il iVlagri nell'arlicolo Tiiu-<br />
liis , nel ii[)elere che i car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>aconi<br />
non hanno liloli, ma <strong>di</strong>aconie, e percò ilo-<br />
versi correggere l'abu-io tli certi nnlari e<br />
cancellieri poco pralici.che ncllescrilture<br />
daviuio i! lilolo a'car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>aconi, e al<br />
car<strong>di</strong>nale de's'S. XI l Apostoli <strong>di</strong>e non l'a -<br />
"vea,allegamlo le »oltoscrizioi)i delle bol-<br />
le antiche e moderne; anzi preteode the<br />
aniicamenle neppure il car<strong>di</strong>nale della<br />
basilica e Chiesa <strong>di</strong> s. Maria in Tias-<br />
tevete non avesse titolo, mentieil Piaz-<br />
za lo registi a pel [."e già decorala <strong>di</strong> ta-<br />
le prerogativa nel 4995 ^^ '' M<br />
gei velo, uè <strong>di</strong> stabilirvi il parroco o tito-<br />
lare. I fedeli chesi ccjngiega vano nelle cap- '<br />
pelleonraiorii.doveano 3 volle l'anno per<br />
la Pasqua, r^en'ecosle e Natale recarsi al<br />
li'olo ballesiiiiale , inoltre denominato 1<br />
mai lice, |)ieve e Oi acida, e farvi Tobia- 1<br />
zione. I liloli ballesimali godevano le de- \<br />
cime e allre preiogalive, vi si ponevano I<br />
le ss. lieliquie, e per la venerazione in cui<br />
erano tenute lali chie-e, era vielaloii sep-<br />
pellirvi i defunti. L'\J%oa\o,Historiadel-<br />
le Siniioni <strong>di</strong> Vujmn. p. 8, osserva, che<br />
nella nascente chiesa in Pioma si battez-<br />
zava nelle carceri, nelle grotte, ne'clrai-<br />
Ieri, in ogni luogo; eretti poi i Titoli come ^<br />
<strong>di</strong>ocesi, in essi si amminislrù il battesimo,<br />
per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> que'che quoti<strong>di</strong>anamen-<br />
te dal paganesimo venivano alla fede. II<br />
Sarnelli, Leti, ecclesiastiche , t. 5, lelt. ,<br />
56: Del sabato e domenica in Albis, e i<br />
deirorigine degliAgnus Z?e7 (de'quali ri-<br />
parlai a Superstizione, alla quale la Chie-<br />
sa li sostituì), parla delle vesti bianche<br />
'4<br />
'<br />
I<br />
j<br />
j
2IO T 1 T<br />
che portavano i novelli battezzali, col-<br />
le quali recavansi nella domenica in Al-<br />
bis alla chiesa, il vescovo esortandoli che<br />
il candore doveano serbar nel cuore allor-<br />
ché le deponevano, ed allora dava loro<br />
delle cere bianche benedette, da porsi al<br />
collo per ricordar la cri>tiai)a innocenza,<br />
che slu<strong>di</strong>osaniente doveano custo<strong>di</strong>re, ed<br />
erano in altra forma degli Jgmts Dei be-<br />
nedetti dal Papa; ed aggiunge che nel ri-<br />
ceversi essi da'car<strong>di</strong>nali nel sabato iiiJl-<br />
/v/.vdal Papa, ricor<strong>di</strong> il rito antico <strong>di</strong> quel-<br />
li che ne'Ioro titoli <strong>di</strong>stribuivjirio anco i<br />
car<strong>di</strong>nali a'uovelli battezzati nella dome-<br />
nica in Albis^ in luogo delle bianche ve-<br />
sti deposte.<br />
Il principe degli Apostoli s. Pietro re-<br />
catosi in Roma a stabilirvi la cattedra a-<br />
poslolica , ed a pie<strong>di</strong>carvi la dottrina <strong>di</strong><br />
Gesù Cristo, fu ospitato prima in Traste-<br />
vere, luogo allora destinato agli ebrei <strong>di</strong><br />
sua nazione; in<strong>di</strong> avendo convertito Pu-<br />
dente senatore romano, questi lo condusse<br />
nella sua casa situata nel l^icus Cor-<br />
ìiclioimn o Patrizio, alle ra<strong>di</strong>ci de'monti<br />
Viminale e Esquilino, ove poi furono e-<br />
retti i titoli <strong>di</strong> Pastore e <strong>di</strong> Pudente. Ivi<br />
s. Pietro fermata la sua <strong>di</strong>mora e sede ,<br />
<strong>di</strong> là estese la sua cura pastorale su tutte<br />
le parti del mondo, inviando operai e-<br />
vangelici per ogni parte; quivi consagra-<br />
•va i vescovi, or<strong>di</strong>nava i sacerdoti, e ce-<br />
lebrava il <strong>di</strong>vin sagrifizio sull'altare ligneo<br />
che ora si venera nell' arcibasilica<br />
Lateranense , nel ciborio sovrastato dal<br />
tabernacolo che racchiude le ss. Teste<br />
(r.J sua e <strong>di</strong> s. Paolo. Alcuni affermano<br />
che s. Pietro abitasse ove <strong>di</strong>poi s. Pio<br />
I eresse il titolo <strong>di</strong> Pastore, o chiesa <strong>di</strong>s.<br />
Pudenziana, altri con Davanzati attribui-<br />
scono a s. Pietro l'erezione deli." titolo<br />
<strong>di</strong> Pudente o chiesa <strong>di</strong> s.Prassede. Per concordare<br />
le <strong>di</strong>verse opinioni <strong>di</strong>ssi a Terme<br />
e altrove, che le case de'Cornelii Puden-<br />
ti si estendevano in ampiezza dalle ra<strong>di</strong>ci<br />
del Viminale a parte deirE>quiliiio,ove<br />
precisamente sorgono le due nom.inate<br />
chiese, comprendendone le loro arce; ma<br />
T 1 T<br />
Davanzati dà 11 primato tra esse alla chie-<br />
sa <strong>di</strong> s, Prasstde, e la priorità anche su<br />
tutte le altre chiese <strong>di</strong> Roma, per avervi<br />
s. Pietro fabbricata la chiesa, ed eretto il<br />
titolo <strong>di</strong> Pastore. L'Ugonio <strong>di</strong>cechequando<br />
fu poi commesso a ciascun car<strong>di</strong>nale<br />
prete la cura e il governo simile all'epi-<br />
scopale tiel suo titolo, e la contrada a lui<br />
raccomandata come propria <strong>di</strong>ocesi, ciò<br />
si fece secondo gli or<strong>di</strong>ni e l'operato da<br />
s. Pietro, stabiliti e aumentali da'succes-<br />
sori. Os'^erva Piazza con Pauvinio, che i<br />
titoli ebbero in Roma la loro origine al-<br />
lorquando i Papi cominciaiono a or<strong>di</strong>na-<br />
re preti, il che fecero s. Pietro e il succes-<br />
sore s. Lino, i quali naturalmente l'ese-<br />
guirono destinando lorode'litoli, onde da<br />
es>i originarono si può <strong>di</strong>re i titoli presbi-<br />
terali, e perciò sin dalla Chiesa nascente,<br />
e furono ili."fondamento della Gerar-<br />
chia! cai<strong>di</strong>nalizia. Piìi chiaramente si e-<br />
s[)rime il p. Tamagna, Origini e prero-<br />
gative de' car<strong>di</strong>nali della S.R. C., par.<br />
I .',cap. 4>'"'t- ' '• De'preti car<strong>di</strong>nali, e de'<br />
loro titoli car<strong>di</strong>nalizi. Dopo avere ri-<br />
cordato, che nel nascere della Chiesa i pochi<br />
cristiani delle città non obbligarono<br />
i vescovi a erigere e consiigiare più case<br />
al cullo <strong>di</strong>vino, poiché la sola in cui egli<br />
col suo Presbiterio presiedeva era suff.-<br />
cientissima a tutti i religiosi bisogni de'<br />
fedeli; quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>ce che il vescovo cui incombeva<br />
la cura della <strong>di</strong>ocesi, poteva be-<br />
nissimo co'suo'preti vegliare al suo greg-<br />
ge civico, lasciata in parte la cura del ru-<br />
rale a que' preti, che perciò Parrocid si<br />
<strong>di</strong>ssero. Ria che s. Pietro, il quale non so-<br />
lamente dovea presiedere a una quasi pro-<br />
vincia nell'immensa città <strong>di</strong> Roma, e <strong>di</strong><br />
più dovea subir la cura <strong>di</strong> tutto l'orbe cat-<br />
tolico al suo Primato da Cristo stesso af-<br />
fidato, <strong>di</strong>vise subito la sua Roma in Diolle<br />
parli a molte città equivalenti, vi fondò<br />
del le chiese, e del suo Presbiterio si valse<br />
alla <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> queste, ed a'consigli che<br />
pel regolamento <strong>di</strong> tutta la cristianità erangli<br />
iiecessarii. Laonde il p. Tamagna<br />
crede da tal piesbilerlo romano derivali
T \ T<br />
i cariliiiali <strong>di</strong> s. Uoniana Chiesa, almeno<br />
nella più ben fondata probabilità. Pero s.<br />
Cleto 2° successore <strong>di</strong> s. Pietro, ed eletto<br />
nell'anno 80 <strong>di</strong> nostra era, <strong>di</strong>vise Pioma<br />
in varie chiese (cioè al <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Novaes ,<br />
Sfarla de' Pniitcfici, d'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> s. Pie<br />
tro or<strong>di</strong>nò s'ì preti in Pioina, ossia la <strong>di</strong>-<br />
vise in altreltan'e parrocchie, perchè si<br />
crede ch'egli fosse vescovo coa<strong>di</strong>utore del<br />
inedesimos. Apostolo ne'sobborghi <strong>di</strong>Ro-<br />
ina), ed a ciascuna il suo prete assegnò;<br />
<strong>di</strong>chiarando con ¥. VsiS^\, in T ilns. Cicli,<br />
appoggiato all'autorità <strong>di</strong> molti scrittori<br />
e del libro Pontifìv.'^tlc, c\\ei')im-o\\o\e<br />
chiese fissate da s.Cleto,numero chef A nlonelli<br />
<strong>di</strong><strong>di</strong>ita potersi precisare. 11 Lau-<br />
renti, Storia della <strong>di</strong>acoìda car<strong>di</strong>nali-<br />
zia <strong>di</strong> s. Jgata alla Siihiirra, <strong>di</strong>ce che<br />
s. Cleto <strong>di</strong>vise Roma in 2 5 porzioni, ed<br />
in ciascuna vi stabili un lilolojericordando<br />
le opinioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi autori, soggiunge<br />
doversi credere che il nome <strong>di</strong> Car-<br />
<strong>di</strong>nale s'introdusse eoa<br />
1' istituzione de'<br />
titoli, affine <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere il preteche lì<br />
presiedeva, dagli altri ch'erangii subor-<br />
<strong>di</strong>nati. Col Tomassini deduce 1' appella-<br />
zione <strong>di</strong> r'r/;Y///;(7 /e. dalla fermezza e itn-<br />
niobililàde'car<strong>di</strong>nichesostengonolapor- ta; <strong>di</strong> fitti il car<strong>di</strong>nale era sempre permanente<br />
in ima stessa chiesa, all'opposto<br />
<strong>di</strong>-gli altri ministri , che potevano essere<br />
trasferiti in un'allra. Crede Laurenfi, che<br />
errò il Rellarmino, che suppose vi fosse-<br />
ro chiese dette car<strong>di</strong>nalizie, perchè gode<br />
vano <strong>di</strong> que'iliritti che <strong>di</strong> presente chiamiamo<br />
parrocchiali, e che in progresso<br />
car<strong>di</strong>nali furono nominati i ministriad es-<br />
se addetti. In vece vi sono molle ragioni<br />
per ritenere, che dalle persone siasi ap-<br />
plicato tal nomeallechiese, per cui si <strong>di</strong>s-<br />
sero chiese car<strong>di</strong>nali quelle ch'erano go-<br />
vernate da' preti car<strong>di</strong>nali, alle fpjali e-<br />
lano incar<strong>di</strong>nati. A Regione, a R.to!vi <strong>di</strong><br />
BoMA, ed a'ioro analoghi articoli, narrai<br />
che Augusto avendo<strong>di</strong>visoRoma in XIV<br />
regioni, Papa s. Clemente I, che nel qS<br />
successe a s. Cleto, ripartì la città in 7 re-<br />
gioni ecclesiastiche, e ciascuua propoizio-<br />
T l T a i 1<br />
nata al numero de'crisliani che ne abitavano<br />
i luoghi, assegnaiidoaci:iSCUMa un<br />
ììotai-o regionario per lacompilazionede-<br />
gli atti de'marliri, i quali fjruiando poi<br />
collegio col Priiniecrio della 9. Sede(F.)<br />
loro capo, <strong>di</strong>erono origine ìì Proloiiolarì<br />
apostnUci (del breve <strong>di</strong> Pio IX su <strong>di</strong> essi,<br />
parlai nel vo!.LXXI,p. 8,comcpubblica!o<br />
dopo tale .trticolo). L'operato da s. Cleto,<br />
<strong>di</strong>ce il p. Tamagna, fj confermato da Pa-<br />
pa s. Evaristo del i 1 2, e poi da Papa s.<br />
Igino.chc <strong>di</strong>stribuendo certi uffizi a'chieri-<br />
ci, e aggiungendo in ogni titoloaltri preti,<br />
molti argouientaronoil principio de'car-<br />
<strong>di</strong>nali; però altri asseriscono già in uso,<br />
e il p. Tamagna conclude, cheochè sia del<br />
nome, osserviauio la sostanza. Il comune<br />
degli scrittori ecclesiastici ritiene, che cresciuto<br />
il numero de'fedeli, vedendosi non<br />
poter essi convenire in un medesimo luogo<br />
all'a<strong>di</strong>manza comune per la celebrazio-<br />
ne de'<strong>di</strong>vini misteri in detcrminata chie-<br />
sa, o luogo sagro <strong>di</strong> convegno col Papa,<br />
s. Evaristo <strong>di</strong>stribuì i titoli, ossia fece gli<br />
oratorii nelle <strong>di</strong>verse regioni della città<br />
stabilmente benedetti, e consagrati al cul-<br />
to nelle case de'fedeli più ficoltosi della<br />
chiesa romana, che doveauo servire co<br />
me a parrocchie o piccole <strong>di</strong>ocesi , nelle<br />
quali si aminini->trava a'convertili il sagramento<br />
del battesimo, ed a' cristiani<br />
quello della penitenza, e si celebrasse dal<br />
prete che presiedeva al titolo in altari <strong>di</strong><br />
pietra benedetti il <strong>di</strong>vin sagriflzio; seni<br />
pre però rimanendo radunanza princi-<br />
pale dei presbiterio pontifìcio ch'era pre-<br />
sieduto dal Papa. Della <strong>di</strong>stiibuzionee<strong>di</strong>-<br />
visione gerarchica a'pretide'lito!i,o chie<br />
se <strong>di</strong> R.oma che poi <strong>di</strong>vennero insigni, fat-<br />
ta da s. Evaristo, incerto essendo che fos<br />
sero propriamente 2 5, ragionai in piìi luo-<br />
ghi, come ne'vol. IX, p. 27 5, LI, p. 241.<br />
Di più s. Evaristo or<strong>di</strong>no anche nella chie-<br />
sa romana 7 <strong>di</strong>aconi per assistenza del Pa-<br />
pa , e perchè avessero cura e aiutassero<br />
co'tesori della chiesa i fedeli poveri, le ve<br />
dove eipupilli. Papa s. Fabiano del 2 "^8<br />
regolarizzando meglio la <strong>di</strong>visioue eccle-
2.2 T I T<br />
siastica i1e!le 7 regioni <strong>di</strong> Roma, assegnò<br />
a ciasciiiio de'7 <strong>di</strong>aconi un'abitazione in<br />
ognuna, onde eitbero origine le regiona-<br />
rie Diacniiic Car<strong>di</strong>mi lìzìv (liBoin<strong>di</strong>^V ^,<br />
alle quali più lar<strong>di</strong> furono aggiunti i /-)/-<br />
fcn^ori (Iella Cìn'csa ì uiiìona (/^.)j delti<br />
peiciò <strong>di</strong>fensori regionali. Insi<br />
quanloa <strong>di</strong>vecechiese<strong>di</strong>Uoma fnronoas-<br />
segnali. Hileva il Lamenti, che la 1 .'volta<br />
che e^plicil.iniente si trova usalnil nome<br />
<strong>di</strong> car<strong>di</strong>nale a'<strong>di</strong>aconi. è nel concilio romano<br />
celebralo nel 3-25 da s. Silvestro I,<br />
in cui fu stabilito e come <strong>di</strong> già in uso :<br />
Dlacoiios non e.ssciil pltiics per paro-<br />
chiartmi cxameii nlii (Iito,c'icar
TIT<br />
chiesa lilolare, ed anco delle non più e-<br />
Bistenti, avendo fatto il simile colle chie-<br />
se delle <strong>di</strong>aconie car<strong>di</strong>nalizie; ma ne lipailaionellebiografiede'santi<strong>di</strong><br />
cui por-<br />
tano il nome, o descciveiidogli or<strong>di</strong>ni re-<br />
ligiosi a cui apiuirlengotio, o collegi che<br />
riiaiino il) Cina, eil ancocd negli allii ar-<br />
ticoli che li riguardano, come <strong>di</strong> (|uelle<br />
chiese eh' ebbero contigui i Pdlrr.-J a-<br />
posloUtì ( f .). Dopo l'accennala epoca<br />
<strong>di</strong> Coslanlino I anche le <strong>di</strong>aconie ebbe-<br />
ro notabile incremento, de' <strong>di</strong>aconi re-<br />
gionali e cardmali ; abitazioni, ospizi e<br />
ospedali de' poveri, denominali anche<br />
Mariiiìi, dopoché s' introdusse <strong>di</strong> con-<br />
servare nelle <strong>di</strong>aconie molte reliquie e i<br />
corpi de'ss. Martiri, negli oraloiii conli-<br />
gui che vi si costruirono, i qitt<strong>di</strong> <strong>di</strong>vennero<br />
presto a Ilretlan le chiese insigni. Que-<br />
sti oratorii delle <strong>di</strong>aconie, ed altri che vi<br />
erano per Roma, ritiene Laurenli che in<br />
principio non servissero ad altro uso, che<br />
per celebiarvi delle mes«e private; men-<br />
tre per compiere le <strong>di</strong>vine lituigie, rice-<br />
vere la ss. Eucaristia, il ball esimo, e per<br />
tulio altro, intervenivano i fedeli alle ri-<br />
spettive pai cocchie chiamale titoli e presiedute<br />
da'car<strong>di</strong>nali preti, istituite prima<br />
delle <strong>di</strong>aconie. Il p. Chaidoa nel lib. 3,<br />
cap. r i: Dc\'a riusi della ss. Eucaristia<br />
fra gii aiitichi, che i vescovi se la mandavano<br />
reciijrocamente in segno <strong>di</strong> comuìiione,<br />
ed in Roma il Papa la manda-<br />
va a (nife le chiese fitalarij lo <strong>di</strong>ce uso iu<br />
trodollo da Papa s. Melchiade, rinnova-<br />
to econferinafo da Papa s. Silicio. La ss.<br />
JEucnrislia. il Papa la mandava ogni do-<br />
nienica alle chiese litolari dentro il cir-<br />
cuito <strong>di</strong> Roma per Tii'ulos, in segno <strong>di</strong><br />
reciproca comunione e unione, e <strong>di</strong>poi furono<br />
sosliluili i Pani benedeiti o Eido-<br />
gie [f .). Questo punto fli <strong>di</strong>sciplina ec-<br />
clesiasiica lo spiegherò meglio col Nar<strong>di</strong>.<br />
Ne'primi secoli e nelle feste, fuori de'car-<br />
<strong>di</strong>nali ebdomadari delle patriarcali basi-<br />
liche, gli altri car<strong>di</strong>nali preti non cele-<br />
Ijravaiione'loro titoli,ma si trovavano al-<br />
la messa del Papa, e ricevevano co' ve-<br />
T I T 2 1 3<br />
scovi la comunione dalle sue mani, onde<br />
conservare l'antico rito tipo <strong>di</strong> uiiilà nel-<br />
l'unico SHgrifi/io col vescovo. Allrellale<br />
assislen/.a i car<strong>di</strong>nali fucevano nelle Sia.-<br />
zio/ìi sagre delle chie.se <strong>di</strong> Pto/na (T\),<br />
le quali gndono que'liloli e tliaconie che<br />
ivi uomitiai, ed in esse puie avea luogo<br />
la comunione; i car<strong>di</strong>nali preti, amiuen-<br />
le jir
2 14 i l T<br />
la cospicuilu <strong>di</strong> tali basìliche, sontiiosilà<br />
degli annessi monasleri, e insigni preio-<br />
galive che questi godevano. Inolile tuli<br />
abbati luiouo chiamali et! hciti car<strong>di</strong>na-<br />
li, peicliè 01 <strong>di</strong>nariaoientc erano essi elevati<br />
al car<strong>di</strong>nalato, ovvero pei che le due<br />
abbazie si solevano dare in ciiraocom-<br />
iDenda de'soli car<strong>di</strong>nali. All'iibbale <strong>di</strong> s.<br />
l'aolo fu concessa la facoltà <strong>di</strong> conferire<br />
a'propri n)onaci,su<strong>di</strong>iiti e <strong>di</strong>ocesani la eie-<br />
sinia ed i 4 or<strong>di</strong>ni minori, e <strong>di</strong> celebrare<br />
sull'altare papale jicr la festa della Con-<br />
versione <strong>di</strong> S.Paulo apostolo [J'.),tc. Al-<br />
l'abbate <strong>di</strong> s. Lorenzo, come ripetei ne'<br />
voi. XII, p. 64,eLV, p. 245, competeva<br />
anco il liiolo <strong>di</strong> Priore, e nella Corona'<br />
zione e Possesso del Papa (T .) cantava<br />
le Lau<strong>di</strong> {T .), ciò che ora nella i.' fun-<br />
zione eseguisce il car<strong>di</strong>nal 1 ."<strong>di</strong>aconOjCliia-<br />
'<br />
inato ancora Prim e, e nella 2. i! car<strong>di</strong>-<br />
nal 1 ."prete ch'ebbe pure tal titolo. Ol-<br />
ire le due nominale abbazie car<strong>di</strong>nalizie,<br />
eranvl in Roma 20 ^Ibbazic privilegiate,<br />
gli abbati delle cpiali assistevano al Papa<br />
quando celebrava ponlificalmenle, ccjuie<br />
fanno tuttora gli abbati mitrali. Diverse<br />
ihiese ili dette ;ibbazie in seguito <strong>di</strong>vennero<br />
titoli e <strong>di</strong>ac
T I T<br />
»niu\u ciborio o b;tItlaccl»itio che sovia-<br />
slii la tomba <strong>di</strong> s. Paolo, si riiiveiuie l'uii-<br />
lica iijjside, la (juale si trovò essere rivol-<br />
ta all'oliente; ed il suo dorso corrispon-<br />
deva sulla via Ostiense antica a<strong>di</strong>acente<br />
alla riva del Tevere (/ .), a seconda del-<br />
le lettere imperinli sulla rie<strong>di</strong>ficazione e<br />
ainpiiazione del tempio stesso. Questa<br />
preziosa scoperta delei minò la vera f^ia-<br />
citnra e grandezza dell'antica basilica fon-<br />
dala (la Costantino {.Dalla stessa gran-<br />
dezza p<strong>di</strong> dell'apside, il eli. Belloni potè<br />
stabilire, che la l)asilica Ostiense fu nel-<br />
le sue proporzioni e simmetrie pressoché<br />
eguale all'altra dal medesimo imperato-<br />
re fondala in Jgro Vera no in onore del<br />
ricordato s. Lorenzo, e perciò <strong>di</strong> piccolissima<br />
mole, la cui giacitura poi si com-<br />
prese nella lunghezza della nave traversa<br />
della gran basilica rifabbricata daValentiniano<br />
II, Teodosio I e Arca<strong>di</strong>o, e compita<br />
totalmente da Onorio, imperatori, avendone<br />
delineato la simmetria con pian-<br />
ta. Dipoi il Belloni potè stabilire, che al-<br />
la basilicaCostantiniana non poteronoap<br />
parlenerelegran<strong>di</strong> colonne <strong>di</strong> paonazzet-<br />
to, credute tolte dal mausoleo d'Adria-<br />
no, le quali opina piuttosto impiegate<br />
da Costantino 1 nella basilica Vaticana,<br />
per la vicinanza a tal monumento, se pu-<br />
reancora esistevano in esso al <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Pro-<br />
copio, <strong>di</strong>chiai'ando essere probabile che<br />
le colonne collocale nella primitiva basilica<br />
fossero lei 2 ineguali con cui Bene-<br />
detto XIIJ eresse il portico (in vece del-<br />
l' antico cpiadriportico rovinato), tante<br />
essendo cp.jelle <strong>di</strong>e costituiscono la basi-<br />
lica <strong>di</strong> s. Lorenzo, e perciò a 3 navi era la<br />
primitiva basilica Ostiense. Non reputa<br />
in fine, che s. Siricio la consagrasse, ma<br />
più verosimilmente che innalzando la i.'<br />
colonna della nave minore ne facesse scolpire,<br />
vicino al sommo scapo, la memoria<br />
per la celebrata ce\emon\a.\\G {ornale <strong>di</strong><br />
lìonin de'2 luglio i855 riferisce le progre<strong>di</strong>enti<br />
lavorazioni pel compimentodella<br />
basilica <strong>di</strong> s. l'aolo, e riporta la magni-<br />
fica marmorea iscrizione, collocata ue'6<br />
T 1 T 2l5<br />
interni pilastri dcll'apside, per memoria<br />
della consagrazione e solenne de<strong>di</strong>cazio-<br />
ne eseguila dal Papa Pio IX, insieme<br />
colla gerarchia <strong>ecclesiastica</strong>. Per l'ingiu-<br />
ria de' tempi e per l' invasioni barbari-<br />
che, restale abbandonate alcune chiese<br />
litolari, da' Papi fu soppresso il titolo e<br />
trasferito in altre chiese. Sotto s. Grego-<br />
rio I de! 590 essendo restali so[)pressi i<br />
titoli <strong>di</strong> s. Emiliana, s. Crescenziana, s.<br />
TS'icomede, s. Matteo in Merulana, e <strong>di</strong> s.<br />
Caio, il Papa nel sinodo romano del 600<br />
vi sostituì le chiese <strong>di</strong> s. Balbina, de' ss.<br />
Jlarcellino e Pietro, <strong>di</strong> s. Croce in Geru-<br />
salemme, <strong>di</strong> s. Stefano Rotondo, e de'ss.<br />
Quattro Coronati. Soppresso il titolo <strong>di</strong><br />
s. Caio, Calisto III nel r4^B lo trasferì<br />
nella chiesa <strong>di</strong> s. Calisto. Dipoi i Papi tras-<br />
ferirono i titoli in altre chiese, come Si-<br />
sto IV quello <strong>di</strong> S.Ciriaco nella chiesa de'<br />
ss. Quirico e Giulitta (ora in restaurazione,essendosi<br />
foi malo il pavimento <strong>di</strong> mar-<br />
nio,abbellita la chiesa con ornati e <strong>di</strong>pinti<br />
a fresco nella volta del cav. Gagliar<strong>di</strong>, che<br />
lodai nel voi. LXII, p.i 68); soppressioni,<br />
traslazioni e sostituzioni, che non mancai<br />
rimarcare neMescrivere le chiese che perderono<br />
o acquistarono tale prerogativa,<br />
né mancano esempi che in alcune chiese<br />
furono ristabiliti i titoli soppressi. Inol-<br />
tre Sisto IV aggiunse il titolo <strong>di</strong> s. Nico-<br />
lò Ira l'Immagini. Leone X nella celebre<br />
Promozione <strong>di</strong> 3 icar<strong>di</strong>aali,falta ili. "lu-<br />
glio i 5i 7, <strong>di</strong>ede il titolo car<strong>di</strong>nalizio pre-<br />
sbiterale a I I chiese, cheCrescimbeni qua-<br />
lifica delle più cospicue che allora fosse-<br />
ro in Roma. Pertanto restituì a quella <strong>di</strong><br />
s. IMatteo il suo antico titolo, e <strong>di</strong>chiarò<br />
titoli carilinalizi le chiese <strong>di</strong> s. Giovanni a<br />
Porla Latina, <strong>di</strong> s. Cesareo che poi tornò<br />
nd essere <strong>di</strong>aconia, <strong>di</strong> s. Agnese a piazza<br />
Navona,in<strong>di</strong> Iraslato dove poi <strong>di</strong>rò da IonocenzoX,<strong>di</strong><br />
S.Apollinare che poi soppres-<br />
se Sisto V, <strong>di</strong> s. Lorenzo in Pane e Per-<br />
na, <strong>di</strong> s. Silvestro in Ciijute (ma il Carletti<br />
vuole che lo fosse prima che s. Gre-<br />
gorio I ne fregiasse la chiesa, per cui de-<br />
ve riconoscersi per rinnovazione), <strong>di</strong> s.
2i6 Tir<br />
Tommaso in Pallone, <strong>di</strong> s. Pancrazio fuo-<br />
ri delle mura (il che non si costumò nel-<br />
ranlicbitìi, tulli i titoli es«endo -siali sta-<br />
biliti denlio la città), <strong>di</strong> s.Barlulnmeo al-<br />
l'Isola, <strong>di</strong> s. Maria in Ai aceli; e la chiesa<br />
<strong>di</strong> s. Onofrio, Leone X l'eies^e in <strong>di</strong>aco-<br />
nia, poi lidolta a titolo da Sisto V. Nel<br />
i553 Giulio 111 aggiunse i tiluli presbi-<br />
terali <strong>di</strong> s. Mai ia in Via, <strong>di</strong> s. Ijaib.ua (<strong>di</strong><br />
cui ripiuiai nel voi. LXIX, p. 9,2 i ), e <strong>di</strong><br />
s. Siuìeone profeta. Paolo IV nel iS'^S<br />
eresse in titolo car<strong>di</strong>nalizio la chiesa <strong>di</strong> s.<br />
JMaria sopra Minerva, in riguardo al car-<br />
<strong>di</strong>nal Chislieri de'doaienicuni cui ap|)artiene,<br />
al (juale lo coii!ieri,e i'u poi s. Pio V.<br />
^'el voi. LXXllIjp. 3 'o, ragionai de'gran-<br />
tli restauri ora falli da' (.lomenicaui alla<br />
chiesa <strong>di</strong> s. Maria sopra Minerva <strong>di</strong> gu-<br />
sto gotico e ogivale, con ingente <strong>di</strong>spcn<br />
<strong>di</strong>o, siile che duunnava ijuanclu fu intra-<br />
presa la sua pieceilenle iicoslruzioiie,ed<br />
io p.ogics-o le foi me Ciano siale nio<strong>di</strong>fi-<br />
calegi adaiainenleallegi eco Ialine, laon-<br />
de ssi reslilu'i al piiunlivu caiallere. Siccome<br />
accennai che dovea riapi iisi per la<br />
festa <strong>di</strong> s. Don'enico, e che il Fapa Pio IX<br />
voleva cons-agraie l'aliare maggiore, li o-<br />
vo o|)porluno d'agguaigeie che si eficl-<br />
luò. Il Papa a'4 agoslo ii355 eseguì tal<br />
consagi azione, e comparii la solenne be-<br />
ne<strong>di</strong>zione. In<strong>di</strong> ctlebiò la nìcssa sull'al-<br />
tare e vi comunicò i novizi dell' 01 <strong>di</strong>ne,<br />
assistendo [)oi alla messa d'un ca|)pella-<br />
nosegieio. lìecatosi nel contiguo conven-<br />
to, il p. Gaude piocuialore generale del<br />
l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>resse paiole <strong>di</strong> grande ricono-<br />
scenza al Ponlefice, il (juiile si degnò ri-<br />
spondere con singoiar benignità; lasciando<br />
alla chiesa tulli gli arre<strong>di</strong> sagri ado-<br />
perali nella messa, oltre una magniiica<br />
tovaglia ricamala in oro. Nella seguente<br />
donienica 5 agosto si fece la solenne pro-<br />
cessione,nella quale le venerande relu|uie<br />
<strong>di</strong> s. Caterina da Siena vergine domeni-<br />
cana, fui ODO ti..sfeiile solto il nuovo e<br />
bellissiuioaltareniaggiore e col loca le dentro<br />
ricca urna d'argento, sulla (piai tomba<br />
ilscuatui'uuiuuooUii un bellissimo calice.<br />
T I T<br />
V'intervennero i conflati del ss. Rosario<br />
e <strong>di</strong> s. Caterina,, tutti gli or<strong>di</strong>ni men<strong>di</strong>-<br />
canti, il seminario ron)ano, i capitoli del-<br />
le 4 collegiale <strong>di</strong> s. Maria
I<br />
I tiapolcUino,<br />
T I T<br />
maso Greggia genowse, Filippo Balbi<br />
Bernar<strong>di</strong>no Riccar<strong>di</strong> da<br />
Parma, e cav. Carlo Cabar<strong>di</strong>ni da Pesaro.<br />
L'angustia del luogo e del tempo<br />
lìiialiiicule,ruati do-<br />
po e in questo punto. Memorie ixtoriche<br />
(Iella chiesa <strong>di</strong> s. Maria, sopra Miner-<br />
\.'a e de'suoi moderni restauri, pei- il p.<br />
lettore Pio Tommaso Masetti dell'or-<br />
<strong>di</strong>ne de' pre<strong>di</strong>catori, aggiuntevi alcune<br />
notizie sul corpo <strong>di</strong> s. Cateiinn da Siena<br />
e sulle varie sue traslazioni, lloma<br />
i 85 1. Orazioni panegiriche delle in Ilo-<br />
Illa nel tempio <strong>di</strong>s. Maria sopra Minerva<br />
dell' or<strong>di</strong>ne de' pre<strong>di</strong>caiori rpuiudn<br />
riaprendosi dopo comjnuli i restauri al<br />
cullo <strong>di</strong>vino con triduo solenne sijestcggiava<br />
il trasporto al nuovo altare maggiore<br />
del sagro corpo <strong>di</strong> s. Caterina da<br />
Siena, Roma i 055. Nel i 563 Pio IV <strong>di</strong>cbìarò<br />
titolo la nuova chiesa- <strong>di</strong> s. Maria<br />
degli Angeli. iVel h.^i^o del Gior/tale <strong>di</strong><br />
Roma dell 855 si riferisce la visita fatta<br />
dal reguanie l*io IX alla certosa <strong>di</strong> s iMa-<br />
lia ilegli Angeli, ammirando nel rliioslro<br />
coti l'aicljilelluia <strong>di</strong> Miclielangelu i re-<br />
centi <strong>di</strong>pinti e>egui!i da Filippo Lìalhi na-<br />
poletano, esterii.mdo al Ijtavo artista la<br />
sua alta so<strong>di</strong>lisiazione. Di l:<strong>di</strong> tlipinli giù<br />
con elogi ne avea fatta la i)elhi descrizione<br />
il n.° 33 (\e\V Album, del eh. Gaetano<br />
Ciucci, riportando il <strong>di</strong>segno del <strong>di</strong>pinto<br />
col quale espresse fr. I^'ercoldo cr)ii verso<br />
certosino e padre <strong>di</strong> Papa Clemente IV,<br />
in allo <strong>di</strong>ad<strong>di</strong>taie rimmagiiie del suo lj-<br />
glio,pufe eseguila ilal valente artista. Nel<br />
i567 s. Pio V elevò a Idolo la chiesa <strong>di</strong><br />
s. Gu-olamo degli Scliiavoni (della quale<br />
tornai a ragionare ne' voi. IX, p. i23,<br />
LXll, p. (65 eiGy pel suo recen le splen<strong>di</strong>do<br />
ahhellimenlo), e quella <strong>di</strong> s. Eu-<br />
femia. Sisto V nel i585 avendo decre-<br />
tato colla bolla Po'^tipiani^ che il sagro<br />
collegio de' car<strong>di</strong>nali fosse composto <strong>di</strong><br />
6 vescovi suburbicari, <strong>di</strong> 5o preti e <strong>di</strong><br />
i4 <strong>di</strong>aconi, perciò colla bolla Religio-<br />
sa Sanctorwn Poutificuni, aggiunse a'<br />
T I T 2.7<br />
liloll cnr<strong>di</strong>nalizi le seguenti chiese: del-<br />
la ss. Trinità al Munte Pincio, <strong>di</strong> s. Salvatore<br />
in Lauro, <strong>di</strong> s. l\Jaria del Popo-<br />
lo, <strong>di</strong> s. Maria della Pace (della quale<br />
ripailai nel voi. LXIV, p. 17), <strong>di</strong> s. Malia<br />
ili Trasponiina, <strong>di</strong> s. Pietro Monte-<br />
rio, <strong>di</strong> s. Agostino (trasferendovi il lilolo<br />
tli s. Triiijne. Si <strong>di</strong>ce che ormai sembra<br />
stabilito che nel piincqiio deli 856 s'in-<br />
comincierà il rnagnillco suo abbellimen-<br />
to, e si aggiunge che desso verrà esegui-<br />
lo colle pie oblazioni falle da' fedeli all'insigne<br />
e celeberrimo santuario cheoon-<br />
liene la chiesa <strong>di</strong> s. Agostino, colla pro<strong>di</strong>-<br />
giosissima immagine della B. Vergine del<br />
Parlo, coronata colilivin h^iglio solennemente<br />
con corona d'oro, come narrai a<br />
S/5GBiST> DKL Pipa, quale amministrato-<br />
re <strong>di</strong> delle olleiie, ed in parie <strong>di</strong>cesi an-<br />
cora che vi contribuirà il conliguo con-<br />
vento degli agostiniani, cui appartiene la<br />
chiesa. Dicesi inollre, che la spesa su[)e-<br />
i eia la somma <strong>di</strong> 60,000 scu<strong>di</strong>, e che con-<br />
sislerannole injbilissimedecorazioni e or-<br />
namenti: nel ridune lutto quanto il pavmienlo<br />
in marmo; nel formare <strong>di</strong> marmo<br />
le basi ed i zoccoli de'pilaslri delle 3<br />
navi.i quali pilastri e le colonne si ciiopri-<br />
ranno <strong>di</strong> scaglinola; nel <strong>di</strong>pingere a fre-<br />
sco con l* opera del magistrale [lennello<br />
del cav. Gagliar<strong>di</strong> le pareti e le volte; e<br />
nel fare (|uelle altre S|)leii<strong>di</strong>de lavorazio-<br />
ni, richieste d
2.S TIT<br />
rc-CmiceUìvvc <strong>di</strong> s. Chiesa, a seconda<br />
dell' or<strong>di</strong>ne cui egli appartiene , come<br />
iiolai a' suoi luoglii, <strong>di</strong>viene commenda<br />
s'è vescovo sidjinbicario, titolo o <strong>di</strong>aco-<br />
nia se dell'or<strong>di</strong>ne de"[)reti o de' <strong>di</strong>aconi,<br />
come spiegò Si-ito V nella sua boH.i, e h3<br />
avverte il p. Teri»pesli,AVo/7Vz <strong>di</strong> Sisto J ',<br />
t.i,p. 4o I. In<strong>di</strong> lo stalo delle chiese pres'<br />
Ijilerali fu fìssalo da Clemente Vili nel<br />
i6o2,econfeicnatoda Paolo V nel 1618,<br />
lipoitandone il novero il p. Tamagna a<br />
p. i4o, che nana avere Uihaiio Vili ri-<br />
piislinato quello <strong>di</strong> s. Caio, cioè non il ti-<br />
tolo, ma la chiesa, che nn'i a (piella vicina<br />
della ss. hicai nazione delle Carmelitane<br />
dette le Bai-I'crinc. Questo Papa, al <strong>di</strong>re<br />
del Ciacconio, eresse in titolo la chiesa de'<br />
ss. Ambrogio e Cnrlo al Corso, soltanto<br />
per conferirlo al car<strong>di</strong>nal Scaglia; ma il<br />
Lardella rifci isoe che fu tumulato in tale<br />
chiesa, e per titolo gli dà s. Clemente: per<br />
lale lo leggo pure nel Ron<strong>di</strong>nino, De s.<br />
Clcnieìil(cjits(/iic basilica, però soggiun-<br />
ge, che passò al titolo de'ss. XII Apostoli,<br />
mox ad aliitm s. Caroli in i-ia Cur-<br />
sii.s iiìigravit. Meglio, quanto alle notizie<br />
della chiesa, ne tratta \\ Piazza a p. I 8 i<br />
<strong>di</strong>cendo però non esattamente che Paolo<br />
\' so[)presse il titolo <strong>di</strong> s. Biagio dell' A-<br />
nello e invece iNtituì quello de'ss. Ambro-<br />
gio e Carlo che conferì al car<strong>di</strong>nal Scaglia<br />
nelitSaG, nienti e il Papa era morto<br />
nel 1621. Paolo V soppresse il titolo <strong>di</strong><br />
s. Biagio, ma eresse quello <strong>di</strong> s. Carlo a'<br />
Catinari, unendovi la denominazione del<br />
soppresso. Fuialmente Urbano Vili nell'est<br />
inguer lo gli surrogò quello de'ss. Ambrogio<br />
e Carlo, che finì colla vita del suo<br />
unico titolare car<strong>di</strong>nal Scaglia neli63g<br />
a'22 luglio. Imiocenzo X dalla chiesa <strong>di</strong><br />
s. Agnese in piazza Navona, padronato<br />
della sua famiglia Painphilj [e. ne ripar-<br />
lai in quell'articolo e nel voi. LIX, p. 33,<br />
quiaggiungendo che ora fu rifatta la sca-<br />
la <strong>di</strong> travertino con magnifica cancellala<br />
<strong>di</strong> feno), trasferì il titolo nella chiesa <strong>di</strong><br />
s. Agnese fuori le mura (sulla quale può<br />
,<br />
T I<br />
T<br />
p.ioi eseg., mentre a p. io3 e 343 ri-<br />
levai i magnifici restauri ed abbellimea-<br />
ti che vi si vanno eseguendo, <strong>di</strong>pingen-<br />
done a tìesco la tribuna e le pareti il cav.<br />
Gagliar<strong>di</strong>ealtriegiegipitlori). !'er lasop-<br />
pressionedel titolo<strong>di</strong> s. Salvatore iii Lau-<br />
ro, Clemente X <strong>di</strong>chiarò titolo la chiesa <strong>di</strong><br />
s. Beinardo alle Tenue (T . ). la quale dal<br />
Pa[)a regnante a mezzo del ministro del-<br />
le belle arti e lavori pubblici, ora venne<br />
restaurala nella gran volta che minac-<br />
ciava rovina, e nelle pareti e altre parti<br />
importanti. I monaci cisterciensi poi che<br />
l'hanno in cura, [tei- vieppiù abbellirla,<br />
restaurarono completamente il coro, ri-<br />
pristinando le 8 statue colossali, gli stucchi<br />
e i monumenti che vi servono d'or-<br />
namenlo, non che restaurando i bellissimi<br />
altari fitti <strong>di</strong> preziosi marmi antichi.<br />
Distrutla la chies i <strong>di</strong> s. Matteo in Meru-<br />
lana, Pio VII colla bolla Christiani gre-<br />
gi.s- Pastor,c]e-23 <strong>di</strong>cend)rei8oi, Bull.<br />
Ronì.cont.X. i i, p. 274)'" ^"^ ^^ce eresse<br />
in titolo car<strong>di</strong>nalizio la chiesa <strong>di</strong> s. Ma-<br />
ria della Vittoria òe Carmelitani scalzi.<br />
Gregorio XVI, secondo il <strong>di</strong>sposlo<strong>di</strong> Pio<br />
VII, colla bolla Romani Ponti/ices, de'<br />
28 giugno 18 39, soppresse il titolo car-<br />
<strong>di</strong>nalizio <strong>di</strong> s. Eusebio, ed in suo luogo<br />
elevò la chiesa de'ss. Andrea e Gregorio I<br />
al monte Celio in titolo presbiterale. Ecco<br />
le chiese <strong>di</strong> Roma cheal presente (ottobre<br />
I 8)'') in cui è giunta la stampa) sono in-<br />
signite del titolo presbiterale car<strong>di</strong>nali<br />
z:o, secondo l'or<strong>di</strong>ne ora tenuto da'car-<br />
<strong>di</strong>nali preti viventi, che le hanno intito-<br />
lo altualniente: s. Lorenzo in Lucina, s.<br />
Maria in Trastevere, ss. Silvestro e Mar-<br />
lino a'i\lonti,s. Maria della Vittoria, ss.<br />
Andrea e Gregorio al monte Celio, s. Girolamo<br />
degli Schiavoni, ss. Quattro Co-<br />
ronati, s. Marcello, s. Pietio in Molitorio,<br />
s. Beinardo, s. Bartolomeo all' Isola (<strong>di</strong><br />
cui riparlai a Tevere), s. vSisto, s. Prasse-<br />
de, >«. Maria in Porlico (<strong>di</strong>aconia ed ora<br />
teinporaneaiueiite titolo per quanto <strong>di</strong>rò),<br />
ss. Trinità al monte Pincio, s. Agostino,<br />
s>. Bonifacio e Alessio, S.Stefano al mon-<br />
-
T IT<br />
te Celio, s. Pietro in Vincoli, s. Maria de-<br />
gli Angeli, s. Marco, s. Maria sopra Minerva,<br />
ss. Marcellino e Pielio, s. Maria<br />
del Popolo, s. INlaria della Pace, s. Silve-<br />
stro in Capite, s. Calislo, s. Pudenziana,<br />
s. Maria in Trasponlina, s. Clemenic, s.<br />
Maria in Via, s. Agnese fuori le mura, s.<br />
Onofrio, «.Cecilia, s. Croce in Genisalem-<br />
n)e, ss. Nereo ed Achilleo, ss. XII A|)o,<br />
ed i 6 vescovati suburbicari, formano il<br />
numero 70, ch'è il pieno del Sagro Col-<br />
legio de' car<strong>di</strong>nali. Rimarca Piazza, per<br />
maggiore venerazione degli antichi titoli<br />
e <strong>di</strong>aconie, che per lo piìi tutti i santi de*<br />
titoli e delle <strong>di</strong>aconie car<strong>di</strong>nalizie sono<br />
comjìresi nel canone della messa, come-<br />
chè furono i primi ss. Apostoli, Martiri e<br />
Vergini, e martiri solamente, imperocché<br />
de'confessoii, per <strong>di</strong>versi de'primi secoli<br />
la Chiesa non fece né commemorazione,<br />
né festa, né si eressero loro uè titoli, uè<br />
a Ilari, né chiese, nési veneravano in pub-<br />
blico le loro reliquie, ([uautunfpiede'cor-<br />
pi e cose loro se ne tenesse da'fedeli gran<br />
conto e <strong>di</strong>vozione, .\lcune chiese titolari<br />
e alcune chiese <strong>di</strong>aconali sono filiali delle<br />
basiliche. A non <strong>di</strong>re <strong>di</strong> tutte, ma solo <strong>di</strong><br />
qualche esempio, osserverò. Che l'arciba-<br />
silica Lateranense ha per filiale la chiesa<br />
litolare <strong>di</strong> s. Giovanni a Porta Latina. La<br />
basilica Vaticana ha per filiali la chiesa<br />
litolare <strong>di</strong> s. Balbina, e la chiesa <strong>di</strong>acona-<br />
le <strong>di</strong> s. Agata alla Suburra. La basilica<br />
Liberiana ha per filiale la chiesa titolare<br />
<strong>di</strong> s. Pudenziana (sulla quale può vedersi<br />
il voi. Lll, p. 71), non però la chiesa <strong>di</strong>a-<br />
conale de'ss. Vito e Modesto come alcuni
220 T I T<br />
pretendono; im[)eroccliè il capitolo non<br />
solo non vi fa mai l'uOicialuia, ma essendo<br />
riniasla senza alcuna comuni là religio-<br />
sa, Leone XII sollanto la stabilì per succursale<br />
alla parroccliia tli s. ìMaria Mag-<br />
giore, per cui è assegnata al solo parroco<br />
per le rnu7Ìoni parrocchiali che non si<br />
jìoiino celebrare Uflla ba>ilica, cocne lo è<br />
s. Giovanni in Fonie [)er la basilica La-<br />
teranense, e ss. IMicliele e Magno, tiella<br />
(juale riparlai a Sf:*T.*. Per queste fi-<br />
gliuolanze<strong>di</strong> titoli e liiaconie alle basiliche,<br />
più volle in>orsero
TIT<br />
javea nulla <strong>di</strong> comune colla sublime <strong>di</strong>-<br />
gnità cai<strong>di</strong>nalizia della chiesa romana,ca-<br />
,po e car<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> lutte le chiese, nel con-<br />
icilio lomaiio<strong>di</strong> Stefano 111 fu pioihito a'<br />
(Vescovi, preti, monaci, ed anco a'laici,<strong>di</strong><br />
isalirea'gia<strong>di</strong> maggiori della romana chie-<br />
isa, cioè tli car<strong>di</strong>nali preti e <strong>di</strong>aconi; e s.<br />
jPio V con holla (de' i 7 febbraio 1 ')6'j seicondo<br />
il Piali, o de' 1 5 febbraio 1 568 al<br />
, <strong>di</strong>re del p. Tamagna) abrogò qiialun(|ue<br />
privilegio che qualnn(|iie chiesa vantasse,<br />
e volle che nella sola chieda romana<br />
sussistesse come la sostan7a, cos'i il nome<br />
i<strong>di</strong> car<strong>di</strong>nale, abolendo siffatte denomina-<br />
izioni e vietando che ninno si arrf)gasse<br />
jun eminente titolo solo proprio de'vene-<br />
jian<strong>di</strong> componenti il senato apostolico, e-<br />
lettori e insieme eleggi bili óe\So/uì/ìoPon-<br />
I<br />
Itejtcc. Che i titoli giunsero al tnimero <strong>di</strong><br />
|5o, ed i car<strong>di</strong>nali oltreché si soltoscrive-<br />
jvano e solloscrivono col nome della lo-<br />
ro chiesa titolare o <strong>di</strong>aconaIc,e sino al se-<br />
1<br />
colo X V II i car<strong>di</strong>nali preti venivanochia-<br />
j<br />
. mali col nome <strong>di</strong> loro chiese titolari in<br />
vece 1 del vognoine,coù i ve-^covi, cos'i i <strong>di</strong>a-<br />
coni, e questi anticamente pure col norae<br />
della lU'^ìOì/e che ezian<strong>di</strong>o sovrastavano<br />
j<br />
jcon giuris<strong>di</strong>zione inclusi vamente sul cle-<br />
IO. Però avvertii nel voi. LV,p. 1 j 88, che ì<br />
car<strong>di</strong>nali preti <strong>di</strong> s. romana chiesa aggiun-<br />
; gevano il titolo <strong>di</strong> loro chiese,come un'ag-<br />
; giunta posteiiore alla sostan/a della <strong>di</strong>-<br />
' giiità. Che vi furono alcuni car<strong>di</strong>naliiy^/^/iliacoì<strong>di</strong>^T<br />
.) <strong>di</strong> s. romana chiesa. Che i ti-<br />
toli car<strong>di</strong>nalizi erano riguai (lati quasi <strong>di</strong>o-<br />
cesi, ed i car<strong>di</strong>nali preti nelle loro chie-<br />
se godevano d'un <strong>di</strong>ritto quasi vescovile,<br />
e lo ripetei a Penitenziere maggiore; e<br />
che i car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>aconi nelle loro <strong>di</strong>aconie<br />
potevano usare quasi episcopalegiuiis<strong>di</strong>zione.<br />
Del numero de' car<strong>di</strong>nali compo-<br />
nenti il Sagro Collegio in varie epoche,<br />
e perciò (pianti titoli presbiterali erano oc-<br />
cupati. Enumerando i car<strong>di</strong>nali creati in<br />
giovanile età, rimarcai gli esempi de'ti-<br />
loli presbiterali loro conferiti, sebbene per<br />
l'or<strong>di</strong>nario si creavano dell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>aco-<br />
nale. Dissi che tra le ceremouie antiche<br />
TIT 111<br />
della creazione de'car<strong>di</strong>nali, allorché va-<br />
cava alcun titoIoo<strong>di</strong>aconia,nel notificarsi<br />
anteiiora)ente i nomi al popolo dal let-<br />
tore, s'interpellava seavea(|uerele da fa-<br />
re (come praticasi pegli aspiranti all'Or-<br />
r///^(" sagro e pegliiS'^;o.y
?.i2 T 1 T<br />
caii]'\na\ Ranieri [7 .)iiici(luca cVAusliia,<br />
crealo car<strong>di</strong>oale da l'io VII ne!i8ig,coii<br />
l'allocuzione Qiidfn ililcclissiniiis-. pres-<br />
so il /jiill. Ixoììi. cont. 1. 1 5, p. 2 I 4-Uri altro<br />
cle'3 fu il car<strong>di</strong>nal Gio. Teodoro <strong>di</strong> Ba-<br />
iii'ia. il quale essendo <strong>di</strong>venuto i ."dell'oi-<br />
cìine <strong>di</strong>;'preli,egualn)eiile assente fu tras-<br />
ferito in concisioio al titolo <strong>di</strong> s. Loren-<br />
ìo \a Lucina, che [)ei- l'oidmaiio si attri-<br />
buisce al 1 ."car<strong>di</strong>nale deli'orduie presbi-<br />
terale. Nelle biografie de'car<strong>di</strong>nali rimar-<br />
cai
I<br />
-J- i T<br />
Cecilia. Un caiclinale prete dunque [uiò<br />
;<br />
,tjllre il suo litoloaveiiie altro in coiuiuen-<br />
da, come pur fece il cai<strong>di</strong>nal Fcscli (T .)'<br />
Il car<strong>di</strong>nal Giovanni Conti prete de' ss.<br />
Nereo ed Achillcu.'passò al titolo <strong>di</strong> s. Vi-<br />
tale e assunse in coiomenda la <strong>di</strong>aconia<br />
|<strong>di</strong> s. Adriano. Il car<strong>di</strong>nal Nicolò Cad<strong>di</strong><br />
vescovo <strong>di</strong> Feituo, ma non consagrato,<br />
<strong>di</strong>acono <strong>di</strong> s. I\Liria in Via Lata, questa<br />
ritenne allorché passò all'or<strong>di</strong>ne de'pre-<br />
ti, quale titolo presbiterale per autori-<br />
tà pontifìcia. 11 car<strong>di</strong>nal Matteo Ln/igio<br />
vescovo <strong>di</strong> Gurckfu fatto da Giulio li nel<br />
i5i I <strong>di</strong>acono <strong>di</strong> s. Angelo, in<strong>di</strong> otten-<br />
ne da Leone X, finche vivesse, che tale<br />
[<strong>di</strong>aconia fosse titolo presbiterale, al qual<br />
lor<strong>di</strong>ne era passato. L'Adami, Ricerche<br />
\del carcere Tulliano, pai landò <strong>di</strong> cer-<br />
ilo Romano Procurator \'cl Rcctor, et<br />
\Preshyter in Ecclesia, della <strong>di</strong>aconia <strong>di</strong><br />
js. Nicolò in Carcere (de' ciw gran<strong>di</strong> re<br />
istauri che ivi si vanno ora operando trai<br />
Hai nel voi. LXXlll, p. 3o8 e seg.), egli<br />
crede che per la sua pietà e ricchezza fos-<br />
se stalo fatto dal car<strong>di</strong>nal <strong>di</strong>acono <strong>di</strong>spen I<br />
•<br />
isaloreo provve<strong>di</strong>tore della <strong>di</strong>aconia, oche<br />
[la godesse in amministrazione e in commenda,<br />
che va! quanto a <strong>di</strong>re in qualità<br />
d'economo; imperocché osserva, che dopo<br />
il secolo VII crescendo i fedeli econseguentemente<br />
il bisogno degli operai,<br />
;<br />
non essendo più capaci <strong>di</strong> tanta quantità<br />
i<strong>di</strong> preti i titoli presbiterali, i quali dovea-<br />
ino pure vivere dell'altare cui servivano,<br />
ritraendo la sussistenza dalle molte loro<br />
I<br />
fatiche, dalla Sportula (f.),o altro n»o-<br />
j<br />
|do <strong>di</strong> Ren<strong>di</strong>ta <strong>ecclesiastica</strong> {f .), si pas-<br />
so da'Papi a destinarli alle <strong>di</strong>aconie, an-<br />
j<br />
I zi<br />
, to<br />
<strong>di</strong>vennero necessaii per la celebra7Ìo-<br />
ne delle n)esse, che già dalla pietà dfTe-<br />
deli si cominciavano ad aumentare nel<br />
numero. Dipoi ealmeno nel secolo X, per<br />
la molteplicità de'preti. cominciò il biso-<br />
gno <strong>di</strong> destinar quelli che doveausi or<strong>di</strong>-<br />
nare con qualche Titolo Clericale (T.)<br />
alle <strong>di</strong>aconie ancora. Crede dunque che<br />
Romano fosse uno <strong>di</strong> essi, e perciò fiori-<br />
nel secolo X, Di più 1' Adami riporta<br />
T I r 2^3<br />
slmili esempi anche <strong>di</strong> laici graduati, e <strong>di</strong><br />
un Eustazio duca donatario della basilica<br />
e <strong>di</strong>aconia <strong>di</strong> s. Maria in Cosme<strong>di</strong>n,<br />
il cui car<strong>di</strong>nal <strong>di</strong>acono l'avea nominato<br />
Z?/.Ny;e/;.s7Zto7' provve<strong>di</strong>tore della mede-<br />
sima. Questa <strong>di</strong>aconia nel i 55') fu data<br />
per titolo presbiterale al celebre car<strong>di</strong>nal<br />
Reginaldo Poluj e prima <strong>di</strong> questo tempo<br />
e nel j4
2?.i<br />
TIT<br />
nal Cnilo O uà ìticri \cicovo <strong>di</strong> Fermo e<br />
<strong>di</strong>acono <strong>di</strong> s. Pancrario, cliiesa piesbile-<br />
lale <strong>di</strong>venuta pei' lui dÌHC()nia,e>isentlo oc-<br />
cupale al suo lenipo tulle le lilol;ni, clie<br />
pii>sò al titolo (li s. Eusebio, nell'oc-ra-io-<br />
ne cl)e essendo mancalo nelUi coppella<br />
ponliHcia clìi dovea celebrai la n)essa,e<br />
Irovandosi egli s«)lo che non l'aveo cele-<br />
brala, Clemente IX per non allei arci ri-<br />
ti lo <strong>di</strong>cbiaiò dell'orduie de'preli, onde<br />
procetie«se alla celebrazione. Discorsi del -<br />
VOzìotic[l .). aspiro e passaggio da un ve-<br />
scovato suburbicario ad altro, da y\{\ ti-<br />
tolo ad altro, da una <strong>di</strong>aconia ad altra, da<br />
un or<strong>di</strong>ne ad altro; ozione <strong>di</strong>e può f>irsi<br />
in concistoro non solo d;dlo ^te^S(J car<strong>di</strong>-<br />
nale in esso presente, ma ancbe ila'car<strong>di</strong>-<br />
nali assenti a mezzo d'altro c.ir<strong>di</strong>mde de-<br />
putato in procural(jre. Dtd i.°caso l'ultimo<br />
esempio lo riferisce il n.°287 del G/wnale<br />
<strong>di</strong> lìonifi del i853, <strong>di</strong>cendo «he in<br />
quello de' i g <strong>di</strong>cembre il car<strong>di</strong>nal A<strong>di</strong> iano<br />
Fiesclii presentatosi a'pie<strong>di</strong> ilei Irono<br />
per chiedere <strong>di</strong> poter la^ciare la <strong>di</strong>aconia<br />
<strong>di</strong> s. .Maria tul Muìlyrcs. e oliare al titolo<br />
<strong>di</strong> s. Maria della Vittoria, il Papa<br />
benignamcnle annui. Del i.° caso l'ulliino<br />
esen)pio lo riportai a Ozione, in uno<br />
alle relative forinole, <strong>di</strong>cendo del car<strong>di</strong>-<br />
nal Macchi che per l'infermo car<strong>di</strong>nal Mi-<br />
cara, e pi esente in Pioina,oIlò al vescovalo<br />
suburbicario d' Ostia e V'elletri. Ora<br />
leggo ne'n.' 17.1 e 228 del Gioriinle eli<br />
lioiiìa, the nel concistoro de'2b) settem-<br />
bre 1 855, il car<strong>di</strong>nal Patrizi a nome del<br />
car<strong>di</strong>nal Fransoni (presente incuria, ma<br />
in<strong>di</strong>sposto) oliò al titolo <strong>di</strong> s. Lorenz^ in<br />
Lucina (vacato pei' morie del carclmul < )-<br />
pizzoni), <strong>di</strong>meltendo cpiello <strong>di</strong> s. Maria in<br />
Aracoeli; e che a'3o sellembre il car<strong>di</strong>-<br />
nal Fransoni prese possesso in forma privata<br />
nella sagrestia <strong>di</strong> s. Lorenzo in Lu-<br />
cina <strong>di</strong> cpiel i.° titolo presbilerale, a cui<br />
avea oliato in dello concistoro. Ozione<br />
chiamasi pure, quando i car<strong>di</strong>nali pre-<br />
ti o <strong>di</strong>aconi, nel <strong>di</strong>mettere i loro liioli o<br />
<strong>di</strong>aconie, talvolta oliano <strong>di</strong> ritenerle in<br />
commenda. Come nel passaggio de'<strong>di</strong>aco-<br />
T I<br />
T<br />
ni all'or<strong>di</strong>ne de'preli, i quali colla prero-<br />
gativa del salto prendono il posto d' aii-<br />
ziaoilà, e come essi oliano a'vescovali suburbicari.<br />
Che i paS'iaggi nalurali dall'or<strong>di</strong>ne<br />
de'preli a quello de've>covi si ponno<br />
ricusare, a meno che il Papa non brami<br />
opressainenle che abbiano iuugo. Le re-<br />
golari ozioni derivarono dal giande Sci- ,<br />
.s///c7( A.) d'occidente, nel (|ualea un lem-*<br />
no <strong>di</strong>visi i fedeli iieHubbxlienza a Papa ,<br />
Gregorio XII, ad AlessandroV elellocon- j<br />
Irò ili lui nel Sinmlo (^ •)
! liccio<br />
' r/7;-
0.26 T I T<br />
ca <strong>di</strong> s. Lorenzo fuori delle mura, ove fe-<br />
ce leggere alla presenza del magistrato
I<br />
TI T<br />
(li/uilizia, riconosce per i ."titolo presbite-^<br />
rale riiisìgne basilica e Cìiicsa <strong>di</strong> s. Maria<br />
in TrastcK'crc, per le pieiogati ve anche<br />
neirarticolo in tliscorso in<strong>di</strong>iate e ne'vol.<br />
LXIV.p. 294,LXXIlI,p.85.T..ltavolta<br />
dalla corisiiclti(Jjiie fu .stabilito che al car-<br />
tliiial I ."prete venga conferita per titolo la<br />
Chiesa <strong>di</strong> s. Lorenzo in Lucina; ma tal-<br />
volta i car<strong>di</strong>nali cui toccava preferirono<br />
rimanere nel precedente loro titolo e non<br />
vi oltarono. E' <strong>di</strong>ritto de' soli car<strong>di</strong>nali<br />
presenti in curia l'ottarea detta chiesa se<br />
<strong>di</strong>venuti primi dell'oi<strong>di</strong>ne de'preli,il che<br />
non pouno se assenti , come per ultimo<br />
avvenne al car<strong>di</strong>nal Brancadoro. Riparlando<br />
del palazzo contiguo già de'titolari<br />
e da loro e<strong>di</strong>ficato, <strong>di</strong>ssi che Piazza rife-<br />
risce ricevere il car<strong>di</strong>nale i ."prete ch'è in-<br />
signito del titolo 800 annui scu<strong>di</strong> <strong>di</strong>VChie-<br />
i-ici regolari ìninori che l'hanno incura,<br />
per compenso del palazzo. Ciò sarà stalo<br />
anticamente e prima che acquistasse il pa-<br />
lazzo r Ottohoni fanìiglia {T^.), la quale<br />
somministrava a! car<strong>di</strong>nal titolare una<br />
somma d'antnii scu<strong>di</strong>; finché la riobilefa-<br />
miglia volendo re<strong>di</strong>mersi da tal canone,<br />
convenne col car<strong>di</strong>nal Opizzoni titolare<br />
della chiesa per un compenso, la quale<br />
somma fu dal porporato convertita io tan-<br />
to consolidato romano a favore suo e dei<br />
successori nel titolo. Si aggiunge inoltre,<br />
che il principe Ruspoli ancora paga an-<br />
nui scu<strong>di</strong> 83, per le case contigue al suo<br />
palazzo, che limane rimpetto <strong>di</strong> fianco al-<br />
la chiesa, coniechè a questa appartenenti,<br />
ossia al titolare. Qui noterò che anticamente<br />
i car<strong>di</strong>nali titolari eicar<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>a-<br />
coni aveano l'abitazioni propinque a'ioro<br />
titoli e <strong>di</strong>aconie, e molti <strong>di</strong> essi vi fabbrica-<br />
rono de'palazzi, il che riportai alle loro<br />
biografiejaltri li restaurarono e ampliaro-<br />
no, come fecero i car<strong>di</strong>nali Savo Millini<br />
(F.) col palazzo del suo titolo <strong>di</strong> s. Pietro<br />
in Vincoli, fabbricato da Giulio I[(L'.) già<br />
suo titolare pe'car<strong>di</strong>nalititolaridella stessa<br />
chiesa acciò l'abitassero; e J/o/'o/z/ (/''.) col<br />
palazzo del suo titolo <strong>di</strong> s. Maria in Trastevere,<br />
già Palazzo apostolico <strong>di</strong> s. Ma-<br />
T 1 T 227<br />
ria in Trastevere (f.), e perciò, <strong>di</strong> venuto<br />
vescovo suburbicario, continuò ad abitarvi,<br />
con autorizzazione pontificia. Paolo V.<br />
per ingran<strong>di</strong>re il palazzo Quirinale v'in-<br />
corporò nel 1608 l'ospizio e chiesa, che<br />
ivi aveano i Cassinesi (T.), ed in com-<br />
peuNO <strong>di</strong>e loro il palazzo <strong>di</strong> s. Maria in<br />
Trastevere e lo rifabbricarono, concedendo<br />
il Papa con suo moto-proprio al<br />
car<strong>di</strong>nal titolare annui scu<strong>di</strong> 4'>-o per indennizzo,<br />
e per le ragioni che sul medesimo<br />
e<strong>di</strong>fizio avea il capitolo della basi-<br />
lica, gli assegnò annui scu<strong>di</strong> 1 00. Passato<br />
il titolare, a cui era stato accordalo il compenso,<br />
al vescovato <strong>di</strong> Frascati (pare che<br />
sia il car<strong>di</strong>nal Pierbenedetti: meglio eva-<br />
dere il Moretti, i\"of/7/(7 Car<strong>di</strong>nalinni Ti'<br />
tulariwn insignis Basilicae s. 3Ianae<br />
Trans Tyherini a p. 43 e seg.), Paolo V<br />
con altro suo moto-proprio hberò 1' era-<br />
rio della camera apostolica dal peso del-<br />
l'assegnt) da lui fatto a fivore del titolare<br />
j»'0-ten?poi'e, ma restò e 1 està tuttora in<br />
vigore fanello <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> i 00 annui in favo-<br />
re del capitolo. Il Palazzo apostolico <strong>di</strong><br />
s. Marco [T.) presso l'omonima chiesa<br />
lo e<strong>di</strong>ficò pe'successori il titolare <strong>di</strong> essa<br />
car<strong>di</strong>nal Barbo poi Paolo II, onde il pa-<br />
lazzo <strong>di</strong>venne pontificio. Pio IV, che pure<br />
l'abitò, ne destinò p;irte al car<strong>di</strong>nal tito-<br />
lare <strong>di</strong> s. Marco, e il resto donò alla re-<br />
pubblica <strong>di</strong> V^eiiezia,per cui ne prese il no-<br />
me. L'ultimo car<strong>di</strong>nal titolare che abitò<br />
il suo appartamento fu il car<strong>di</strong>nal Flangini,<br />
in<strong>di</strong> nel 1 80 1 fatto patriarca <strong>di</strong> Ve-<br />
nezia. Sui palazzi contigui alla chiesa dei<br />
ss. XII Apostoli, eh cui riparlai a Palaz-<br />
K
20-8 T 1 T<br />
coll'annno canone <strong>di</strong> io lilìbie<strong>di</strong> cera al<br />
cni'dìnal prete del lilolo <strong>di</strong> essa basilica.<br />
jVon vi è meinoi in sull'epoca anleiioie e<br />
piecisa, in clie i Colonnesi incon>inciaroiioad<br />
abitare presso la delta cliicsa. Mar-<br />
tino Y fece racconciare il palazzo de' ss.<br />
7\ postoli e l'abitò nella più parte del suo<br />
pontificato, ed in esso morì, venendo se-<br />
polto nella basilica Lateranense(<strong>di</strong>che ri-<br />
pai lai a ss. Teste), ritenendo positivamen-<br />
te il Coppi, cbe <strong>di</strong> tale Papa fu lo sche-<br />
letro trijvalo nel i853 nel trasporto del<br />
suo inoiuinienlo sepolcrale, e perciò ripo-<br />
sto sotto il medesimo (Ma avendo io tenuto<br />
proposito ragionato sulla identicità<br />
ilei supposto scheletro <strong>di</strong> Martino V, con<br />
chi presiedette agli scavi, e col chirurgo<br />
palatino Luigi Rocchi, destinato dal car-<br />
<strong>di</strong>nal segretario <strong>di</strong> slato a periziare il ca-<br />
davere pontifìcio che si credeva trovare<br />
nel monumento o sepolcro, in aggiunta al<br />
da meriferitoa Sepolcro de'romaSi Pon-<br />
TErici, ed a ss.Teste, posso <strong>di</strong>chiarare.Che<br />
nulla si rinvenne nel monumenlo, onde<br />
continuandosi gli scavi, si trovarono tra<br />
la terra un metro sotto il monumento va-<br />
rie ossa nude, senza alcun segnale ponti-<br />
fìcio, e anzi mancanti nel preteso schele-<br />
tro <strong>di</strong> Martino V; e d'altronde se ne rin-<br />
Tennerodellesupeiflueein più, cioè un omero,<br />
una fìbula, una tibia, una rotula,<br />
un astragalo, e varie ossa del metatarso e<br />
falangi , unitamente a vari denti equini.<br />
Tutte le quali ossa furono poste nella cas-<br />
sa <strong>di</strong> cipresso, apparecchiala all'uopo, che<br />
poi fu messa in altra <strong>di</strong> piombo. Quin<strong>di</strong><br />
si trasportò la cassa nel mezzo della nuo-<br />
va confessione della basilica, e sopra vi si<br />
collocò l'antico monumento o sepolcro).<br />
]Nel I 5o6Marc'Ant()i)io Colonna sposòLu-<br />
creziaGara della Rovere figlia <strong>di</strong> Lucchina<br />
sorella <strong>di</strong> Giulio li, il quale Papa per-<br />
ciò concesse allo sposo ili eiifìteusi un pa-<br />
lazzo che da car<strong>di</strong>nale avea fatto costruire<br />
fra le rovine d'un antico palazzo Co-<br />
lonnese al lato settentrionale della chiesa<br />
de'ss. XII Apostoli, e ciò coll'annuo canone<br />
<strong>di</strong> 4o ducali, da pagarsi annualmeu-<br />
TIT<br />
le nel giorno 1. "<strong>di</strong> maggio al car<strong>di</strong>nal li-<br />
tolare <strong>di</strong> quella basilica: il succesNore Leo-<br />
ne X ampliò la concessione <strong>di</strong> Giulio 11,<br />
in favore <strong>di</strong> Fabrizio e Pios[)ero Colonna.<br />
Sisto A^velle che il car<strong>di</strong>nal Ascanio Co-<br />
lonna gli vendesse il palazzo a<strong>di</strong>acente alla<br />
chiesa dess. XII Apostoli, detto del Va-<br />
so o della Torre (pel vaso marmoreo ivi<br />
esistente e per la sua torre), e per uso del<br />
Collegio eli s. Bonaventura '.) (1 fondato<br />
dal Papa. Al presente il solocar<strong>di</strong>nal vice-<br />
cancellieregode eabita il magnifico palaz-<br />
zo della Cancelleria , a<strong>di</strong>acente alla sua<br />
chiesa <strong>di</strong> s. Lorenzo in Damaso. Molti pa-<br />
lazzi de' car<strong>di</strong>nali litolari furono incorpo-<br />
rati a' conventi e monasteri costruiti ac-<br />
canto alle chiese presbiterali. Riparlai a<br />
Preti Car<strong>di</strong>nali delle loro commende, dei<br />
car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>aconi che ad un tempo furono<br />
vescovi or<strong>di</strong>nari e abbati //»///« v,de'<strong>di</strong>aco-<br />
ni car<strong>di</strong>nali che si or<strong>di</strong>narono preti senza<br />
entrare neiror<strong>di</strong>ne,de'car<strong>di</strong>nali dell'or<strong>di</strong>-<br />
ne presbiterale che riceverono il sacerdo-<br />
zio dopo molti anni, delle <strong>di</strong>aconie confe-<br />
rite leinporaneameiite per titoli. Che il<br />
car<strong>di</strong>nal i ° prete, come il car<strong>di</strong>nal i ."<strong>di</strong>a-<br />
cono non godono il titolo >\\Prior Prcshi-<br />
teì'oruni e <strong>di</strong> Prior Diai onorimi, se as-<br />
senti da Roma, supplendoli chi viene lo-<br />
ro appressojossia il più antico tra'residea-<br />
ti in Roma. Che i car<strong>di</strong>nali preti, se insi-<br />
gniti del carattere episcopale, ponno con-<br />
sagrare in Roma e altrove i vescovi, su <strong>di</strong><br />
che può leggersi il voi. Ll,p. 3oo: ponno<br />
ancora esercitare altre funzioni proprie<br />
del grado vescovile, come narrai a'ioro<br />
luoghi, ed usare la Croce jiettoì-ale (/ .).<br />
Che Pio VI <strong>di</strong>spose, che in mancanza vlel<br />
più antico car<strong>di</strong>nal prete della Marea, da<br />
Sisto V <strong>di</strong>chiarato piotelloi e della sua<br />
cappella Sistina <strong>di</strong> s. Maria Maggiore, e<br />
de'collegi <strong>di</strong> S.Bonaventura <strong>di</strong> Roma e <strong>di</strong><br />
Monlalto <strong>di</strong> Bologna; olire la prolezione<br />
della chiesa <strong>di</strong> s. Salvatore e collegio Pi-<br />
ceno (come rilevai pure nel voi. LV, p.<br />
336), il car<strong>di</strong>nali." prete fosse protettore<br />
della cappella Sistina <strong>di</strong> s. Maria Mag-<br />
giorcjil car<strong>di</strong>nal protettore de'iniuori con-
T I T<br />
ventuali lo fosse ilei collegio <strong>di</strong> s. Bonaventura;<br />
e protettore ilei collegio Mon-<br />
tallo fosse il car<strong>di</strong>nale eletto dal rettore<br />
e dagli alunni del medesimo. Ma quanto<br />
al protettore della cappella Sistina, trovo<br />
uti Diali <strong>di</strong> Rollili, che Gregorio XVI<br />
con biglietti <strong>di</strong> segreteria <strong>di</strong> stato nominò<br />
proiettori, neh 838 il car<strong>di</strong>nal Grimal<strong>di</strong>,<br />
e neh 84^1 il car<strong>di</strong>nal Tommaso Riai io-<br />
Sforza, ambedue dell'or<strong>di</strong>ne de'<strong>di</strong>aconi,<br />
2.° <strong>di</strong> Na-<br />
ih.° marchegiano <strong>di</strong> Treia, il<br />
poli. Nel voi. lll,p. 73 notai, essere i car-<br />
<strong>di</strong>nali titolari de'ss. XII Apostoli e de'ss.<br />
Marcellino e Pietro, giu<strong>di</strong>ci e conservato-<br />
ri della basilica <strong>di</strong> s. Francesco in Asisi^<br />
della ([uale riparlai ne' voi. XXVI, p. 70<br />
e seg., LXIX, p. 1 73,LXX, p. 34.Nolai a<br />
PnETf, che a Capvelle pontificie, ed in<br />
tutti gli articoli in cui descrissi le sagre<br />
funzioni, riportai (pianto spella a' car<strong>di</strong>-<br />
nali preti presente o assente il Papa, e che<br />
anticamente nelle solennità celebravano<br />
col Papa. Perchè nelle solenni funzioni<br />
pontificie i car<strong>di</strong>nali vescovi suburbicari<br />
assumono il Pi%>ialc, i preti la Pianeta.<br />
Che anticamente nella messa pontificale<br />
ricevevano la comunione dalle mani del<br />
Papa i car<strong>di</strong>nali vescovi, preti e <strong>di</strong>aconi:<br />
poscia i vescovi <strong>di</strong>stribuivano il sagro pa-<br />
nea'fedeli, e i <strong>di</strong>aconi il sagro calice, cioè<br />
quando era in uso a tutti la Coutunionc<br />
colle due specie sagramentali. Come in<br />
mancanza de'car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>aconi suppliscono<br />
incappella pontificia i car<strong>di</strong>nali preti<br />
e in abiti <strong>di</strong>aconali, però dopo il car<strong>di</strong>nal<br />
<strong>di</strong>acono presente. Come siedein detta cap-<br />
pella e incede nelle processioni co'car<strong>di</strong>-<br />
naii preti un car<strong>di</strong>nale <strong>di</strong>acono. Di tutte<br />
le funzioni e assistenze proprie del car<strong>di</strong>-<br />
nah.° prete nella medesima cappella col<br />
Papa e in altre solennità, ne' pontificali<br />
facendone le veci un car<strong>di</strong>nal vescovo su-<br />
bui bicario, ne'quali i 3 ultimi car<strong>di</strong>nali<br />
preti ricevono e danno il bacio e l' am-<br />
plesso al Papa. Che in concistoro dopo il<br />
car<strong>di</strong>nali ."prete, sederono i primogeniti<br />
de re e le regine. A Funerale e Sepoltu-<br />
SA, oltre tultuciò che riguarda l'esposi-<br />
T IT 229<br />
zione, l'esequie e la tumulazionede'cada-<br />
veri de'car<strong>di</strong>nali e come vestiti, <strong>di</strong>ssi che<br />
se i car<strong>di</strong>nali che muoiono in Roma non<br />
hanno sepolture gentilizie, e se non <strong>di</strong>spo-<br />
sero altrimenti, si seppelliscono ne' loro<br />
titoli o <strong>di</strong>aconie; che se vengono tumulati<br />
ne' sepolcri gentilizi, o in chiese da loro<br />
destinate nel Testamento, talvolta si suo-<br />
le depositare ne'Ioro titoli e <strong>di</strong>aconie i \o-<br />
vo Precor<strong>di</strong> [F.),o in altra chiesa se cosi<br />
<strong>di</strong>sposero. Anticamente i funerali de'car-<br />
<strong>di</strong>nali preti e <strong>di</strong>aconi si facevano nelle loro<br />
chiese, il che si pratica ancora quando<br />
esse sono situate ne'Iuoghi centrali della<br />
città, e sono sufficientemente ampie per<br />
la celebrazione della cappella papale. Nel-<br />
la Sede vacante (/ .), assumendo il sa-<br />
gro collegio l'esercizio del laiN'(ji'/'rf/i//à,ed<br />
il governo del dominio temporale della s.<br />
Sede, per tutto il tempo che dura lo fa<br />
per turno esercitare da' 3 car<strong>di</strong>nali capi<br />
degli or<strong>di</strong>ni de'vescovi, de'preli e de'<strong>di</strong>a-<br />
coni. Ora vado ad accennare le giuris<strong>di</strong>-<br />
zioni e prerogative che godono i car<strong>di</strong>-<br />
nali preti ne'Ioro titoli, ci car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>a.<br />
coni nelle loro <strong>di</strong>aconie, e del possesso<br />
ch'essi prendono degli uni e delle altre.<br />
Non solanienle i car<strong>di</strong>nali esercitarono<br />
giuris<strong>di</strong>zione ne'Ioro titoli e <strong>di</strong>aconie,<br />
ma anche sulle cappelle, oratorii o chiese<br />
minori assegnate da'Papi alle chiesepre-<br />
sbilerali e <strong>di</strong>aconali, e chiamate chiese fi-<br />
liali, come appartenessero a una <strong>di</strong>ocesi,<br />
una specie <strong>di</strong> chiese Succursali o Sussi-<br />
<strong>di</strong>arie fi.) j laonde essi <strong>di</strong> sponessero delle<br />
medesime, come fanno i vescovi ne'Ioro<br />
vescovati, il che si osservò sino da Papa<br />
s. Dionisio del 261; e <strong>di</strong>ce Nar<strong>di</strong>, che mor-<br />
to il car<strong>di</strong>nale litolare, il C/z/_;/to/o del ti-<br />
tolo subentrava nella giuris<strong>di</strong>zione quasi<br />
episcopale. Nel voi. XI, p. 2G4p'»i'lai dei-<br />
la ufficiatura ne'tiloli, innanzi l'istituzio-<br />
ne de' capitoli. Nelle forinole colle quali<br />
i Papi conferiscono i titoli e le <strong>di</strong>aconie,<br />
<strong>di</strong>cono al car<strong>di</strong>nale o al suo collega procuratore:<br />
Ad honorem Dciomnipotentii,<br />
ss. Ajìostoloram Pelei et Pauli, et s. V,<br />
(il sauto del titolo), conunitlinius libi Ec-
a3o T I T<br />
tlesiaiìi s. y., Clini clero, et pòjudo , et<br />
citpcllis sids, eie, paiole che si oimnet-<br />
tono nel conferirsi le <strong>di</strong>aconie, come no-<br />
tai uel voi. IX, p. 3 I 7. llCalalai)i,ComiiH'iit.<br />
ad Siicraiuiì! Ctici-cni. S. R. E.<br />
t. i,p. 812, dopo avere ripoiialo la for-<br />
inola tieil'assegnazione del titolo, avverte:<br />
In Diaconis autcm idem scnvilur, nisi<br />
(juod non <strong>di</strong>cit,T\liìh,ncc ad<strong>di</strong>intur Ca-<br />
peiiae. Cioè secondo il lesto del Patrizi,<br />
Sacrarum Caerenioniarum lib. 1, De<br />
dandìs Tili<strong>di</strong>s, et anm<strong>di</strong>s noi'is Car<strong>di</strong>-<br />
nalibus. Poi il Catalani vi agi^iungeil suo<br />
dotto conuntnlo. Già feci la <strong>di</strong>stinzione<br />
tra' titolielepanocchie antiche che mol-<br />
ti confusero, mentre Pa[)a S.Innocenzo I<br />
del ^oi aperlamente <strong>di</strong>stinse i titoli dalle<br />
pai rocchie, scrivendo a Decenzio vesco-<br />
vo <strong>di</strong> Gubbio, che a'titoli e non alle par-<br />
rocchie egli mandava il Fermento ossia<br />
rEucari.-.tia. Ed un secolo prima, sottos.<br />
Mai cello I, i titoli riguarda vansi già yurt.si<br />
<strong>di</strong>oeceses propter haptismwn, et poenì-<br />
tciitiam niiiltoriim , end convcrtehantur<br />
expaganis, ci propter sepoltiiram mar-<br />
tyriim. Il Nar<strong>di</strong> vuoi provare, che nella<br />
<strong>di</strong>sciplina antica, contro il narrato da Mulaloii<br />
nella Disscrt. 6 i : Deirorigiiie ed<br />
isliliizioiu de' car<strong>di</strong>nali, che fu <strong>di</strong> questi<br />
i parrocchi e rettori delle chiese parroc-<br />
chiali e battesimali, <strong>di</strong> non trovarsi esem-<br />
pio parrocchiale e parr
TI T<br />
cUgiinus praci)onen<strong>di</strong>t/ìì. ÌÌZaccaàa nelle<br />
noie alla Riduzione della corta <strong>di</strong> Roma<br />
del cav. Lunadoro, riferisce che i car-<br />
<strong>di</strong>nali preti nelle loro titolali cliiese godono<br />
<strong>di</strong>ritti quasi vescovili, per concessione<br />
d'Onorio III, cap. llis (juae, ci iDe<br />
ì/iaj'or.etohcd.jneWe loro <strong>di</strong>aconie i car<strong>di</strong>-<br />
nali <strong>di</strong>aconi poterensaredella stessa quasi<br />
vescovile giuris<strong>di</strong>zione per privilegiodella<br />
bolla Religiosa <strong>di</strong> Sisto V, potendo inol-<br />
tre i car<strong>di</strong>nali ne' titoli e <strong>di</strong>aconie e ne'<br />
loro circondari! scomunicare e bene<strong>di</strong>re.<br />
Ne' primi secoli e singolarmente nel VII<br />
i<br />
<strong>di</strong>aconi aveano nelle loro <strong>di</strong>aconie tanta<br />
ampiezza <strong>di</strong> giuris<strong>di</strong>zione e comando, che<br />
secondo il Panvinio, Intcrpr. voc. EccL,<br />
verbo Diacouus, non erano in obbligo <strong>di</strong><br />
rendere conto della loro amministrazione<br />
ad altri che a Dio e al Papa, quando<br />
da esso non ne fossero esentati, come<br />
rileva Baronio, in noi. Marlyrol. 8 aii~<br />
gusti. Ma col tratto successivo del tem-<br />
po, degenerando (jualche <strong>di</strong>acono dalla lo-<br />
ro prima integrità, gli furono apposti de-<br />
gli amininistiatori e de'reltori, <strong>di</strong>che u'è<br />
esempio il riportato <strong>di</strong> sopra e quanto al-<br />
tro si legge in Adami. Dichiara il citalo<br />
Laurentijla giurii<strong>di</strong>zione de'car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>a-<br />
coni nelle loro chiese e <strong>di</strong>stretti era quasi<br />
episcopale, e simile a quella de'car<strong>di</strong>nali<br />
preli ne' loro titoli, meno che nelle fun-<br />
zioni incompatibili col carattere <strong>di</strong> <strong>di</strong>a-<br />
cono. Essi potevano visitare le <strong>di</strong>aconie,<br />
correggere i costumi del clero e del po-<br />
polo de' rispettivi <strong>di</strong>stretti, conferire beiielizi<br />
ecclesiastici, fulminare scomuniche,<br />
sospensioni e interdetti contro i delin-<br />
(juenti, pre<strong>di</strong>care, dare lai .'tonsura egli<br />
or<strong>di</strong>ni minori a'Ioro sud<strong>di</strong>ti e famigliari,<br />
s' erano sacerdoti (però ne' voi. X, p. y,<br />
XLIX, p. 69, notai, che avendo ciò vie-<br />
tatoli concilio<strong>di</strong>Trento,gravissimi dottori<br />
sostengono non intendersi l'indulto rivo-<br />
cato pe' fimigliari de' car<strong>di</strong>nali titolari e<br />
<strong>di</strong>aconi, perchè essi nelle loro chiese godono<br />
giuris<strong>di</strong>zione (juasi vescovile, mentre<br />
i car<strong>di</strong>nali suburbicari ponnoconferi-<br />
re Ui.'lousuraa'piopii <strong>di</strong>pcndcuti e<strong>di</strong>o-<br />
TIT 23<br />
cesani nelle loro cappelle; e che i car<strong>di</strong>-<br />
nali <strong>di</strong>aconi ponno baltezzare, congiungere<br />
in matrimonio, celebrar messa in pub-<br />
blico se sacerdoti, ma con pontificia <strong>di</strong>-<br />
spensa), usare gli abili pontificali, poiché<br />
aggiunge Laurenti, l'uso de' ^S'^?/;r/
232 T I T<br />
che s. Leone IV nel concilio tli Romadel-<br />
l'8 <strong>di</strong>cembre 853, a cui iuleivenueio 67<br />
vescovi e i cur<strong>di</strong>tiali, dopo aver fuimalo<br />
42 canoni <strong>di</strong>sciplinari ìelùpcr Diaco/ios<br />
s. et itm\'er.-'alis Sc(Ii
TIT<br />
vilain cleri, et populi eis subjecti <strong>di</strong>ligen-<br />
ter explorent, eosque ad recle, el honeste<br />
viveiiclum pateruo luoueant allectu: bo-<br />
iiuruo), ac teinpuralitun recl<strong>di</strong>ltuim cu-<br />
luin gerani, sic ad Dei gloriam, et fidelis<br />
populi aed<strong>di</strong>cationem, pia, et iiiagnifica<br />
sliuclura, et fabiica, suas quiqiie Eccle-<br />
i\ai iostauraie studeaut, et exciniaie, et<br />
tam in vita quaiu iu inoitis ailicido, pio<br />
<strong>di</strong>vini cultus aiigraento, et salute anim.»'<br />
rum suarum, ac congrue susleulanduin<br />
oliquen» presbyteruiu, qui iuibi in <strong>di</strong>vi-<br />
iiis deserviat, sive alias erga ipsas Eccle-<br />
sias, si reparatioiie iu<strong>di</strong>geaut ve) alia sub-<br />
ventioiie, de bonis sibi a Deo collalis,pront<br />
cuique prò modo facultatum conscieiitia<br />
<strong>di</strong>ctaverit, mmiificos seexbibeant,etnbe-<br />
rales, ut earundeui Ecclesiarura decora,<br />
et oruauienta, tantorum Fraesuiurn re-<br />
gpoiideaut <strong>di</strong>guitali , ac ipsae Ecciesiae<br />
tatusublimibuspersonisgaudeaiilsecom-<br />
niissas, eteorum amplitu<strong>di</strong>ne illuslratas,<br />
iidemque Car<strong>di</strong>nales exinde ipsius S.R.E,,<br />
cujus nobilissinia membra sunt, majesta-<br />
leni, sua pietate, solicitu<strong>di</strong>iie, et pruden-<br />
tia in<strong>di</strong>esuìagis extollant, et reverenliam<br />
omnium geiitium erga illam exemplis bonorum<br />
operum insigniler augeant,ac de-<br />
iiiquepiaeleraeteroaerelribulionisprae-<br />
mia, <strong>di</strong>gna quoque laudum praeconia a<br />
]\obis, et Apostolica Sede valeant proine-<br />
reri'Mjenedetto XI V, ad esempio de'suoi<br />
predecessori, considerando che l'ornato <strong>di</strong><br />
l\oma,centro e metropoli del cristianesimo,<br />
ne'auoi sagri templi, era uno de'con-<br />
facenti apparecchi per la maestà e deco-<br />
ro ùeW'AiìiìO saiitoiySo che voleva ce-<br />
lebrare, a' 3 marzo 1749 "«^^ concistoro<br />
pronunziò l'eloquente allocuzione, ^/«/««.y<br />
JiihiUu'i, che si legge nel suo Bull. t. 3,<br />
I p. 2 I , colla quale ellicacemenle eccitò i<br />
car<strong>di</strong>nali ariparareeabbellire, ove ne fos-<br />
se il'uopo, i loro titoli, <strong>di</strong>aconie, e le altre<br />
chiese delle quali erano Proteltori (^P\),<br />
esorlandoli particolarmente coll'esenipio<br />
ch'egli a tal iine avea dato e proseguiva<br />
a dare (inclusi vamente alia basilica <strong>di</strong> s.<br />
Ci"oceiaGerusalemiiie,5Ììi suo titolo cai'»<br />
T I T 233<br />
<strong>di</strong>nalizio),nel ristoramento<strong>di</strong> molti sagri<br />
e<strong>di</strong>lizi. ÌNeldescriverea'loroorticoIi lecliie-<br />
se presbiterali e <strong>di</strong>aconali, celebrai i Fa-<br />
pi, i car<strong>di</strong>nali titolari ed i car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>a-<br />
coni,che furono <strong>di</strong> esse generosamente benefici<br />
e munifici, in vita e in morte, come<br />
tuttora si annuirà nell'innuuierabili loro<br />
splen<strong>di</strong>tle memorie, e per le reu<strong>di</strong>te <strong>di</strong> cuL<br />
furono larghi pel mantenimento del cul-<br />
to <strong>di</strong>vino. Notai i car<strong>di</strong>nali che dallechie-<br />
se titolari e <strong>di</strong>aconali furono innalzati al<br />
governo della chiesa universale, ed alcu-<br />
nis'imposero il Nome delle medesicne. Al-<br />
tre eguali notizie riportai nelle loro biografie,<br />
e ne'Iuoghi relativi, enumerando-<br />
ne le beneficenze (in tutto e alliettanto<br />
praticai colle basiliche patriarcali e loto<br />
tre car<strong>di</strong>nali arci[)reli).l moltissimi privi-<br />
legi e le giuris<strong>di</strong>zioni che i car<strong>di</strong>nali gode-<br />
vano ne loro titoli e <strong>di</strong>aconie,come i vesco-<br />
vi godono nelle loro <strong>di</strong>ocesi, in seguito fu-<br />
rono mollo ristretti e limitati, s[)ecialmente<br />
perciò che riguarda la cura d' anime<br />
<strong>di</strong>venuta privativa delcar<strong>di</strong>nal vicario <strong>di</strong><br />
Roma, ed il conferire gli or<strong>di</strong>ni minori,<br />
purché i car<strong>di</strong>nali fossero almeno preli. Innocenzo<br />
Xll colla bolla Roiiutiius Poti'<br />
tifcx, de' J 7 sellembie 1 692, Bull. Roin.<br />
t. f), p. 271: AbolL'iitui' omnia Trìbuna-<br />
liu, et Ju<strong>di</strong>ces particulares cinti sai.sfa-<br />
cidtalibus, nel § 9 tolse l'autorità e quei<br />
privilegi, pe'(juali poteva nascere compe-<br />
tenza col Irilninale del vicarialoe della vi-<br />
sita apostolica, e furono lasciate a'car<strong>di</strong>iia-<br />
li preti e <strong>di</strong>aconi lesole onorificenze.Quan-<br />
to agli or<strong>di</strong>ni sagri, apprendo dal n.''4
234 TI T<br />
geiìza. Si può vedere il car<strong>di</strong>iial De Lu-<br />
ca, Dejunsclictìoiu\ iliscp. 3; e meglioZ^t»<br />
CarcUnalis clìg/iitatc et officio J. Piati<br />
e S. J. tractatus a J. Andrea et ìVicolao<br />
Tria ad<strong>di</strong>ctionìbus aitcfits, Piomae<br />
i836, principalineiile ;» p. 'j 6: De mimere<br />
Car<strong>di</strong>naliumPreshyterorii/n, et Diaconnrmn<br />
ratione or<strong>di</strong>nis Preshyteralis,<br />
etDiaco/ìaliija p. 288: Synopsix S.R.E.<br />
Car<strong>di</strong>iialiiunCoiigrcgatioimiii,aHoruin-<br />
ijue Magistratuuiìi Papaej eù a p. 387:<br />
•.'iynopsis praecìpnarwii praeeiaiiienliarum,<br />
et pri\-ilegiorwn S, R. E. Car<strong>di</strong>'<br />
iialium. Quanto ?k\V Iii<strong>di</strong>dg.-iiza,i\\%?^\ in<br />
tale articulu, <strong>di</strong>e i cai-<strong>di</strong>uali preti ne'Ioro<br />
titoli, ed i car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>aconi nelle loio <strong>di</strong>a-<br />
conie poiMio concedere 100 giorni d'in-<br />
dulgenza nel possesso che prendono <strong>di</strong> la-<br />
li chiese; ed i car<strong>di</strong>nali preti anche tutte<br />
le volle che pontificano o assistono ne'Io-<br />
ro titoli in giorni della sagra o anniver-<br />
sario della de<strong>di</strong>cazione, nelle feste de'san-<br />
ti litolari e in altre siui<strong>di</strong> finizioni. Allret-<br />
lanloponnoconcedere ndle<strong>di</strong>aconiei car-<br />
<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>aconi, se assistono in detti giorni<br />
e feste nelle medesime. Inoltre a 13e\e<strong>di</strong><br />
zioNE, co'gravi autori che citai, <strong>di</strong>chiarai<br />
che fin dal 1668 fu risoluta la questione<br />
in favore de'<strong>di</strong>aconi car<strong>di</strong>nali, per dar la<br />
bene<strong>di</strong>zione S(jleinieujenle nella propria<br />
<strong>di</strong>aconia colla formola : Sit iiomeii Domini<br />
heiie<strong>di</strong>ctum, nel modo che fanno i<br />
vescovi nelle cattedrali e i cardmali preti<br />
iie'titùli, l)enchè non sieno sacerdoti, non<br />
])er l'or<strong>di</strong>ne, ma per la giuris<strong>di</strong>zione; poi-<br />
ché i car<strong>di</strong>nali preti e iliaconi tengono nei<br />
loro titoli e <strong>di</strong>aconie il luogo del Papi ,<br />
ed esercitano qualche autorità or<strong>di</strong>naria,<br />
cniiferendo i benefizi ecclesiastici e facendo<br />
altre funzioni spirituali. Però i<br />
car<strong>di</strong>-<br />
n,ili <strong>di</strong>aconi non ponno bene<strong>di</strong>r solennemente<br />
il popolo, come i sacerdoti.alla pre-<br />
senza de'vescovi, e solo il ponno se auto-<br />
rizzali dal Pa|>a. A Pastorale rilevai che<br />
l'usano i car<strong>di</strong>nali preti, ancorché non ve-<br />
scovi , nelle vestizioni e professioni delle<br />
/i
T 1 T<br />
iialì iucconlai la loro fiequenza ne'propri<br />
l'itoli e <strong>di</strong>acouie, a celebiuie ed assistere<br />
le sagre funzioni, a pi e<strong>di</strong>tare e persino ad<br />
insegnare la dottrina crisliatia, con gran-<br />
de e<strong>di</strong>lìcazione dei popolo, in chesi ilistinsero<br />
i piissirui car<strong>di</strong>nali Nobili, Baroiuo<br />
e b. Toiìimasi (1 \), ed altri. Noterò, che<br />
i car<strong>di</strong>nali facendo la P/'cY//m ('/^J ne'Io-<br />
ro titoli, sul rocchello e sotto la mozzella<br />
usano la iS'to/fl: fuori <strong>di</strong> Roma tanto i car-<br />
<strong>di</strong>nali (juanto i vescovi, pre<strong>di</strong>cando ado-<br />
perano la stola, i primi sulla mozzelta, i<br />
secon<strong>di</strong> sulla niantellelta o sulla niozzet-<br />
ta se leligiosi. Piimarcai a Cappa de'car-<br />
DiNALi,e nel voi. IX,p. 142 ei44) descrivendo<br />
le cappelle carilinalizie <strong>di</strong> s, Bona-<br />
ventura in ss. XII Apostoli, e dell'Esulta-<br />
zione della ss. Croce in s. Marcello, che i<br />
car<strong>di</strong>nali invitali e poi ringraziali da'car^<br />
<strong>di</strong>nali protettori del collegio <strong>di</strong> s. Bona-<br />
ventura e dell' arciconfraternila del ss.<br />
Crocefisso, v'incedono io cappe paonazze,<br />
ma i<br />
litolari in cappe rosse, perchè per la<br />
loro giuris<strong>di</strong>zione sempre in essi usano<br />
vesti e cappe rosse, tranne ne'finerali, e<br />
siedono nell'ultimo posto, a vendo però coi<br />
protettori ricevuti i<br />
colleghi. Avvertendo,<br />
che se ne'tempi dell'avvento, <strong>di</strong> quaresima,<br />
<strong>di</strong> tempora (tranne (juelle che cadono<br />
in feste <strong>di</strong> rito doppio, come la fe-ila<br />
<strong>di</strong> s. Matteo, ed il simde negli altri tem-<br />
pi vietati), <strong>di</strong> vigilie comandate o <strong>di</strong> gior-<br />
ni <strong>di</strong> <strong>di</strong>giuno per Giubilei straor<strong>di</strong>nari,<br />
si celebrassero ne' titoli delle funzioni o<br />
processioni, compresa 1' esposizione delle<br />
Qu«r^/f^'ore,allora i car<strong>di</strong>nali litolari in-<br />
dossano vesti e cappe paonazze; se però ri-<br />
corre la festa del titolare, vi si recano col-<br />
le vesti e cappe rosse. Rilevai pure, che<br />
colla cappa e col cappuccio <strong>di</strong> essa in le-<br />
sta i<br />
, car<strong>di</strong>nali litolari nelle loro chiese<br />
comparlono la Irina e solenne bene<strong>di</strong>zione<br />
con indulgenza, la quale pubblica un<br />
canonico o sacerdote delle medesime. Tut-<br />
lociò che ho dello de' car<strong>di</strong>nali preti, si<br />
pratica anche da' car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>aconi nelle<br />
loro <strong>di</strong>aconie. Quando per la cappella<br />
(Iella ss. AiuuuiziaUi. uvea luogo lu so-<br />
T 1<br />
T<br />
235<br />
Icnne CaK'alcata, il Papa <strong>di</strong>scendeva da<br />
cavallo innanzi alla porla principale <strong>di</strong> s.<br />
INIaria sopra Minerva , e pervenuto alla<br />
soglia <strong>di</strong> essa genuflelleva sopra un cu-<br />
scino, nell'alto che il car<strong>di</strong>nal litolare, o<br />
in sua assenza il più aulico de' car<strong>di</strong>nali<br />
preti, gli dava a baciare la Croce. Alza-<br />
tosi il Papa in pie<strong>di</strong>, il car<strong>di</strong>nale gli pre-<br />
sentava il cucchiariiio per porre l'incensL»<br />
nel turibolo, in<strong>di</strong> gli porgeva l'aspersorio,<br />
col quale il Papa segnalasi la fronleasper-<br />
gevagli astanti, e veniva incensalo dal cai'»<br />
<strong>di</strong>naie. Allrellanto si faceva per la cap'<br />
pella della NiitÌK'ità, quando a vea luogo<br />
la solenne cavalcala a s. Maria del Popo-<br />
lo. Ora recandosi il Papa alle cippelle<strong>di</strong><br />
delle due chiese, viene ricevuto alle poP'<br />
lerie <strong>di</strong> cia>cuna da' car<strong>di</strong>nali litolari in<br />
mozzetla e maulellelta , che aprono lo<br />
sportello della carrozza, e poi lo chiudo-<br />
no nell'accompagnarlo dopo la funzione.<br />
La messa spetta a pontificarla agli stessi<br />
car<strong>di</strong>nali titolari. Andando il Papa acele-<br />
brare messa bassa in qualche chiesa lito-<br />
lare o <strong>di</strong>aconale, tocca al car<strong>di</strong>nale prete<br />
o <strong>di</strong>acono <strong>di</strong> riceverlo e <strong>di</strong> presentargli<br />
l'aspersorio, e nel partire l'accompagna.<br />
A chi spella levare e rimettere la Stola<br />
al Papa,enclla Lavanda delle mani por-<br />
gergli l'asciugamano, lo <strong>di</strong>ssi in quegli ar-<br />
ticoli. Nella Relazione della. Corte <strong>di</strong> Ro-<br />
ììia delLunadoro, dell'antiche e<strong>di</strong>zioni,<br />
trovo le seguenti notizie sui car<strong>di</strong>nali ti-<br />
tolari o <strong>di</strong>aconi. Trovandosi un canlina-<br />
le nella chiesa del suo titolo o <strong>di</strong>aconia<br />
nella festa <strong>di</strong> essa o nel giorno della sta-<br />
zione, intervenendovi altri cartlinali, deve<br />
poi accompagnarli sino alla porta; se pe-<br />
rò assiste alla funzione o celebra, rnan<strong>di</strong>i<br />
il maestro <strong>di</strong> camera o altro della fimi-<br />
glia nobile a far loro uci complimento. Il<br />
car<strong>di</strong>nal titolare nella festa del titolo vi<br />
andava ad assistere alla messa cantata da<br />
un vescovo, stando il car<strong>di</strong>nale in cappa<br />
rossa inse<strong>di</strong>a so lto^r/W(/«7jmo, e da un;i<br />
banda per or<strong>di</strong>ne i prelati che v'interve-^<br />
ni vano, sedendo in banco coperto <strong>di</strong> pan-<br />
no. Quaudo la fcsla avea l't).' il car<strong>di</strong>ua-
236 T 1 T<br />
le dovea assistere al vespero, e nella mattina<br />
soleva banchettale i prelati e i mae-<br />
stri (Ielle cereiuotiie. Il giorno della stazione<br />
dovea assistere alla inessa nel modu<br />
in<strong>di</strong>cato, e fare il banchetto. Il car<strong>di</strong>-<br />
ual titolare deve usare sempre il baldac-<br />
chino nel modo detto, porche all'altare<br />
dove si canta la messa vi sia il baldacchi-<br />
no; non essendovi non può usarlo il car-<br />
<strong>di</strong>nale sopra la sua se<strong>di</strong>a, ma solo <strong>di</strong>etro<br />
<strong>di</strong> essa la cascata del baldacchino , cioè<br />
il dossello o postergale. Venendo il caso,<br />
che più car<strong>di</strong>nali assistino insieme alla<br />
messa, e che la chiesa non sia titolo d'ul-<br />
cniio, e sebbene da uno de'Ioro cappel-<br />
lani si celebrasse u servisse la messa, in<br />
og li modo nel dare a baciare il libro del-<br />
l'jE'.^Wifc/o, eneldare la Pace dcllanics-<br />
iciy si deve dare al car<strong>di</strong>nale (."in or<strong>di</strong>ne<br />
e poi a^li altri graduatamente: avvertendo<br />
che il car<strong>di</strong>nale in casa sua e nel ti-<br />
tolo proprio deve dare la precedenza ad<br />
ogni altro car<strong>di</strong>nale; ma la buona rego-<br />
la si è, che quando sono più <strong>di</strong> due car-<br />
<strong>di</strong>nali non si dà a baciare l'Evangelo a<br />
iiiuno e solo la Pace a lutti (mi sembra<br />
strana tale regola: opino che anco l'Evan-<br />
gelo si deve dare a baciare). I car<strong>di</strong>nali<br />
residenti nelle proprie cattedrali o chiese<br />
litolari devono usare la cappa rossa nel-<br />
r assistere solennemente ai <strong>di</strong>vini ulh/,i,<br />
e nelle processioni solenni or<strong>di</strong>narie e<br />
sliaor<strong>di</strong>nirie, e(|uaiito al colore a secon-<br />
da dell'avvertito <strong>di</strong> sopra, dalle quali restri/.ioni<br />
sono esenti i car<strong>di</strong>nali legati de<br />
Latere fuori d'Italia. Ctjlebrandosi mes-<br />
sa o vespero solenne in alcuna chiesa ti-<br />
tolare col car<strong>di</strong>nal titolare presente con<br />
altri car<strong>di</strong>nali , potrà il titolare usar la<br />
cappa rossa, tranne le memorate eccezio-<br />
ni, ancorché gli altri car<strong>di</strong>nali vestino le<br />
tappe paonazze, il car<strong>di</strong>nal titolare siede<br />
iiell'ultimo luogo, non bene<strong>di</strong>ce i mi-<br />
liisli i della messa , né dà la bene<strong>di</strong>zione<br />
solenne. S'egli però celebra può bene<strong>di</strong>-<br />
re. iNell'iogresso de'car<strong>di</strong>uali li riceve al-<br />
l.i porta della chiesa e gli accompagna al<br />
Lauco ove si siede, <strong>di</strong>udoloro ncll'iuoe-<br />
T 1 T<br />
dere la mano destra. Quando in una chie-<br />
sa titolare si celebra cippella papale or-<br />
<strong>di</strong>naria, anche in assenza del Papa, com e<br />
già ili s. Sabina nel d'i delle Generi, nella<br />
chiesa <strong>di</strong> s. Maria del Popolo per la Na-<br />
ti vilà, e nella chiesa <strong>di</strong> s. Maria sopra M i-<br />
nerva per la ss. Annunziata, ocelebran<br />
dosi vigilie, o esequie d'altri car<strong>di</strong>nali o<br />
principi defunti con l'assistenza de'car-<br />
<strong>di</strong>uali, il car<strong>di</strong>nal titolare usa lo stesso a-<br />
bito degli altri e siede nel luogo <strong>di</strong> sua<br />
piomozione e non nell'ultimo (poiché la<br />
cap()ella pipale <strong>di</strong>lferisce dalla cappella<br />
car<strong>di</strong>li <strong>di</strong>zia), e ciò anche se fosse giorno<br />
festivo e tempo pasquale, cosi i protetto-<br />
ri egli arcipreti. I car<strong>di</strong>nali arcipreti del-<br />
le 3 basiliche patriarcali, per privilegio e<br />
c
T I T<br />
35liolla: DeCar<strong>di</strong>nalì ne loro tìtoli e<br />
<strong>di</strong>aconie^ quando in essi ponno portare<br />
le cappe rosse in ogni azione, con l'eccet-<br />
luazioni <strong>di</strong> usarle, analogo al riferito da<br />
Lunadcro. Aggiungerò poi coILonigo, che<br />
nel pigliar possesso de'titoli e delle <strong>di</strong>a-<br />
conie, i car<strong>di</strong>nali portano le vesti del co-<br />
lore conforme al tempo e al giorno cor-<br />
rente, cioè vesti e cappe paonazze ne'tetn •<br />
pi eccezionali, e nel resto dell'anno vesti<br />
e cappe rosse. In questo falla il Lonigo,<br />
perchè pel possesso, in qualunque tempo<br />
accada, si usano sempre le vesti e le cap-<br />
pe rosse, siccome è un otto solenne. Al-<br />
le stazioni de'titoli e <strong>di</strong>aconie fra la qua-<br />
resima e l'avvento, alle messe, a'vesperi<br />
e ad altio, vesti e cappe paonaz7e; nelle<br />
stazioni fra l'S." <strong>di</strong> Pasqua e <strong>di</strong> Natale, ve-<br />
sti e cappe rosse. INel giorno dtl santo del<br />
titolo o <strong>di</strong>aconia, ancoicliè ricoria in quaresima,<br />
avvento, vigilie, quattro tempora<br />
e <strong>di</strong> venerdì, vesti e cappe rosse, ma fuo-<br />
ri <strong>di</strong> tali chiese del colore paonazzo. Nel-<br />
l'entrare i car<strong>di</strong>nali nelle loro chiese ar-<br />
cipretali,presljitera]i e <strong>di</strong>aconali, sulla por-<br />
ta assumono la cappa, dovendosi guarda-<br />
re d'incedere per la chiesa col rocchetto<br />
scoperto, perchè desso è abito domestico,<br />
mentre la cappa è quello vero <strong>di</strong> chiesa.<br />
Nelle cappelle papali e semi-papali intimale<br />
per eiirsorem, come nelle ricordate<br />
chiese, e per la cappella <strong>di</strong> s. Tomma-<br />
so d'Aquino, e nell'esequie de'principi, i<br />
car<strong>di</strong>nali titolari e <strong>di</strong>aconi vestono conforme<br />
gli altri car<strong>di</strong>nali esledono nel luogo<br />
or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> loro prouìozione: così gli<br />
arcipreti delle basiliche, i quali hanno gli<br />
stessi privilegi e facoltà (ed anche in parte<br />
cioggiori), de'car<strong>di</strong>nali preti e <strong>di</strong>aconi ne'<br />
loro titoli e <strong>di</strong>aconie. I car<strong>di</strong>nali protettori<br />
nelle loro chiese o commende vestono del<br />
colore conforme al tempo e al giorno cor-<br />
rente , e la cappa paonazza , tranne i 3<br />
giorni <strong>di</strong> Natale, Pasqua e Pentecoste, e<br />
Deir8.' del ss.Sagramentoalla processio-<br />
ne, messa o vesperi che si cantassero in<br />
dette chiese, ne'quali assumono le cappe<br />
rosse. Del resto i car<strong>di</strong>nali preti ed i car-<br />
T I T 237<br />
<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>acojii godono giuris<strong>di</strong>zione nei<br />
loro titoli e <strong>di</strong>aconie quasi episcopale, ma<br />
colle narrale limitazioni. Nelle chiese ba-<br />
siliche e collegiale, i car<strong>di</strong>nali litolari e<br />
<strong>di</strong>aconi delle medesime, come i<br />
car<strong>di</strong>na-<br />
li arcipreti delle basiliche, vi tengono un<br />
prelato per vieario del capitolo, a capo<br />
del quale siedono nello Stallo [r.) del<br />
Coro vestiti coll'abilo prelatizio (quando<br />
lo fiuono della <strong>di</strong>aconia <strong>di</strong> s. Maria in Via<br />
Lata gli o<strong>di</strong>erni car<strong>di</strong>nali Altieri e Sisto<br />
Piiario, essendo allora camerieri segreti<br />
partecipanli e perciò con abilo <strong>di</strong> Man-<br />
fellone, neWa rappresentanza <strong>di</strong> vicari fu-<br />
rono dal Papa autorizzali a indossale le<br />
vesti prelatizie della jnantelletla). ed al<br />
quale or<strong>di</strong>nariamente lasciano la metà<br />
della prebenda canonicale che godono. I<br />
car<strong>di</strong>nali preti e <strong>di</strong>aconi, come gli arci-<br />
preti nelle basiliche, traime l'eccezioni no-<br />
tate nel voi, XIX, p. 277 e altrove, con-<br />
feriscono canonicati e altri benefi/i eccle-<br />
siastici <strong>di</strong> dette loro chiese, e si può ve-<br />
dere il breve <strong>di</strong> Clemente XIII, Qiiani<br />
Pontificiae charìtatis, de' 16 settembie<br />
I 'j5'è,Bull. Rom. cont. 1. 1 ,p. 36, § 2. Prima<br />
<strong>di</strong>verse tra lechiese titolari e <strong>di</strong>aconali<br />
aveano fuori <strong>di</strong> esse anche altri benefizi<br />
ecclesiastici, che pure si concedevano dal<br />
titolare e dal <strong>di</strong>acono, edora sono rima-<br />
sti a pochi, ed alcuni rammentai nella de-<br />
scrizione delle chiese. Di pivi, anticamente<br />
i car<strong>di</strong>nali titolari e <strong>di</strong>aconi nominavano<br />
a qualche benefizio anche in allie<br />
chiese cospicue, ed un esempio tra'super-<br />
slili in vigore lo registrai ne'vol. XII, p.<br />
3 16, XIII, p. 126 eallrove. I car<strong>di</strong>nali ti-<br />
tolari e <strong>di</strong>aconi, col beneplacito apostoli-<br />
co, nelle loro chiese presbiterali e <strong>di</strong>aco-<br />
nali vi fondarono rimossero capitoli,<br />
•v'introdussero o tolsero corporazioni religiose,<br />
o fecero sostituzioni, comesi può<br />
vedere a'ioro articoli. Il Nar<strong>di</strong>, che pub-<br />
blicò l'opera neli83o a Pesaro e de<strong>di</strong>ca-<br />
ta a'vescovi della chiesacattolica, ecco come<br />
palla della giuris<strong>di</strong>zione e prerogative<br />
de'car<strong>di</strong>nali preti e <strong>di</strong>aconi ne'loro ti-<br />
toli e <strong>di</strong>aconie, ma sembrami avervi com-
238 T I T<br />
pi eso pine gli anliclii privilegi, e convie-<br />
ne tener sempre presente l'articolo DiacoNiECAnniNAiiziE.su<br />
questo e sopra quan-<br />
to altro riguarda i caichnali <strong>di</strong>aconi. Dice<br />
nel t. 2, p. ioS.'jIVI i. ".secolo adunque<br />
non vi sarebbe stata <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> titoli. E<br />
notisi cbe vi sarebbero stali i titoli senza<br />
i preti; giacche per lai.%olta s. Evarislo<br />
li <strong>di</strong>stribuì a'pieli. Questi titoli, e le <strong>di</strong>a-<br />
conie destinatea'bisogni temporalide'po-<br />
veri, de'red<strong>di</strong>li ecclesiastici, a'sud<strong>di</strong>aconi<br />
e notari regionari per la collezione degli<br />
alti de' Martiri ec, rappresentano a prima<br />
vista una certa partizione <strong>di</strong> città. Pei<br />
titoli almeno essa è apparente, e non <strong>di</strong>-<br />
versifica ilall'o<strong>di</strong>erna <strong>di</strong>sciplina, nella qua-<br />
le i car<strong>di</strong>nali preti hanno i loro titoli, e<br />
i <strong>di</strong>aconi le loro <strong>di</strong>aconie, senza che per<br />
questo sienoparrochi. Esercilanoivi ispe-<br />
zione alla, giuris<strong>di</strong>zione vescovile riceva-<br />
la dal Pontefice, vi hanno Tu'^o de'pon-<br />
tifìcali, vi scomunicano, correggono, vi-<br />
si la no le chiese, bene<strong>di</strong>cono pontificalmen-<br />
te, cfiiigiungono in oiatriiuonio, danno i<br />
minori or<strong>di</strong>ni ec, ciò ch'è conforme all'antico<br />
sistema, <strong>di</strong> poter fare cioè i membri<br />
tlel presbiterio ciò che occorre assente il<br />
• "vescovo, ed in Roma per la sua grandez-<br />
za lo facevano anche presente in P.oma il<br />
J^apa. In alcuni <strong>di</strong> questi titoli (anche nelle<br />
<strong>di</strong>aconie) oggidì vi è un parroco, in altri<br />
no". Aggiunge a p. i 9^, in nota.» Noi vedeinmo<br />
l'antica giuris<strong>di</strong>zione de'car<strong>di</strong>nali<br />
iie'Ioro titoli e <strong>di</strong>aconie. Non sarà <strong>di</strong>scaro<br />
un cenno sopra quella che vi esercitano al-<br />
tualmenle. l*rote^to che siccome lascierò<br />
molle loro prerogative, le fjuali non mi<br />
sono note, così intendo <strong>di</strong> far menzione<br />
solo <strong>di</strong> quelle delle quali sono certo (egli<br />
in parie erra,non conoscendo le restrizioni,<br />
né la bolla d'Innocenzo XII rammen-<br />
tata). I car<strong>di</strong>nali adunque, anche os"idì,<br />
hanno ne loro titoli o <strong>di</strong>aconie giuris<strong>di</strong>-<br />
zione episcopale. Vedete la bolla <strong>di</strong> Paolo<br />
IV, Cuni J cnerahilisj Onoiio III in e.<br />
Jfis fjune de mnjorìlatej il car<strong>di</strong>nal AlìnUu^Dcjìirisd.<br />
Card. in Tili<strong>di</strong>s^Womue<br />
i66b. Ivi ponno scomunicare, sospemle-<br />
T I T<br />
re, istituire, destiluire ec, benché quel-<br />
la loro chiesa sia collegiata o <strong>di</strong> regolari,<br />
o parrocchiale ec. Vi ponno in somma ciò<br />
che può un vescovo nella sua <strong>di</strong>ocesi, quan-<br />
to a giuris<strong>di</strong>zione. Vedete Barbosa , Pi-<br />
chier ec. Ponno farvi leggi, visitare, con-<br />
fessarvi, se sono preti, assistere a'maiiimo-<br />
ni, darvi a'ioro sud<strong>di</strong>ti la tonsura e mi-<br />
nori, <strong>di</strong>spensare da'vnti in tutti i casi nei<br />
(piali i vescovi ponno <strong>di</strong>-pensjue; ed an-<br />
che farvi queste cose, ed altre che accenneremo<br />
poscia, per mezzo d' un vicario,<br />
che ponno deputarvi quando credono, o<br />
to//V'.v
T 1 T<br />
giamento ]a tlaniio trina in UiUoil mon-<br />
do; coinè la tlamio colla mano i car<strong>di</strong>nali<br />
<strong>di</strong>aconi Legati {T .). Osserva s. Anto-<br />
nino che gii arci<strong>di</strong>aconi non ponno bene<strong>di</strong>re<br />
(3 p. Iit.i4, c.i6,§ 9), ma the ben<br />
lo poimo i <strong>di</strong>aconi car<strong>di</strong>nali. Vedete an-<br />
che il Magli, V. Diaconus. E' osservabi-<br />
le ancora che i car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>aconi nsano<br />
piviale e mitra ne'Ioro titoli. E" anche no-<br />
to che i car<strong>di</strong>nali come prelati maggiori<br />
(ve<strong>di</strong> anche il detto da noi, parlaìido del<br />
sagrauiento della penitenza) si confessa-<br />
noincpialiinqne partedel mondo da qna-<br />
hin(|ne sacerdote ^oglif'no:ch(•h.lnno l'al-<br />
tare portatile per celebrarvi ovu iitjne: che<br />
danno i minori a'ioro famigliari e a qnel-<br />
li del 1> ro titolo ce. Molli altri privilegi<br />
vorrebbeionn la\oioa pai te. Il l'apa nel<br />
breve a'cai<strong>di</strong>nali nuovi <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> aver fatto<br />
il tale car<strong>di</strong>nale <strong>di</strong> s. Chiesa de T enerahilium<br />
Fra tìimi nostrum S. R. E. Cor<strong>di</strong>nolium<br />
Consilio et asseusu... ad assi-<br />
sten<strong>di</strong>nn nohis in regimine ej'usdcm lun-<br />
K'crsalis Ecclesiae Jpostolicae. Ve<strong>di</strong> A I-<br />
bizi ivip. 44- Hanno alcune esenzioni nello<br />
stato pontifìcio, e pai lecipano al Ro-<br />
tolo (<strong>di</strong> cui riparlai nel voi. Lll, p. 276,<br />
ed a SAGnoCoLLEGio),«he cos'i chi a ma ti-<br />
si certe propine che si <strong>di</strong>stribuiscono dal-<br />
la congregazione concistoriale a'cai <strong>di</strong>na-<br />
li , che presenti in curia fitticano per ìa<br />
chiesa generale. Oltre la giustizia, in que-<br />
st'opera si sono accennati esempli simili<br />
della più alta antichità. 1 benefizi mag-<br />
giori tbiamansi concistoriali, e sono i ve-<br />
scovati e abbazie, da'quali vengono cer-<br />
ti proventi. Riguaido alla visita del loro<br />
titolo, il concilio Lateranense del i5i4,<br />
sess. 9, prescrive che la facciano almeno<br />
una volta all'anno, o da sé o per mezzo<br />
d' un virario, e che veglino sul costume<br />
del clero e popolo non solo del titolo, ma<br />
ezian<strong>di</strong>o del clero e popolo delle chiese dal<br />
m edesimo titolo <strong>di</strong>pendenti. Sulla confes-<br />
sione ch'essi porno fare in qualuncjue parte<br />
del mondo da qualunque prete, non<br />
oppro vaio dal proprio vesrovo(privi|f gio<br />
antica mentecomunea tutti i prelati mag-<br />
T 1<br />
T<br />
239<br />
giori) è da aggiungersi, che questo privi-<br />
legio ponno comunicarlo a'ioro fimigliari<br />
commensali, i quali fanno la Pasqua<br />
nella cappella del car<strong>di</strong>nale, che è, per<br />
così <strong>di</strong>re, il loro pastore, e li punisce an-<br />
cora correzionalmente, se così richiede il<br />
bisogno. 1 loro ecclesiastici commensali<br />
ponno uniformarsi al car<strong>di</strong>nale nell'uffizio<br />
<strong>di</strong>vino. E' vali<strong>di</strong>ssimo il Testamento<br />
olografo d'un car<strong>di</strong>nale. Vedete il Ferra-<br />
ris. Defunti, debbono seppellirsi nel loro<br />
titolo o <strong>di</strong>aconia, e fuori <strong>di</strong> Roma nella<br />
chiesa <strong>di</strong>gniore, cioè cattedra o collegia-<br />
ta. Quanto allo sposare ne'Ioro titoli o <strong>di</strong>a-<br />
conie, essi ciò ponno fai e non solo in persona,<br />
ma anche per mezzo <strong>di</strong> qualunque<br />
altro sacerdote. Guala Bicihieri car<strong>di</strong>na-<br />
le fece testamento nel 1227, ed il proprio<br />
titolo car<strong>di</strong>nalizio de'ss. Silvestro e Martino<br />
lo chiama Spoiisa /^?r-la lunga no-<br />
ta col far osservare, che Fer<strong>di</strong>nando Paez,<br />
in cap. 7lf/ó.T. i<br />
Del possesso de' car<strong>di</strong>nali nelle cliiese<br />
deloro titoli. G\im\o il car<strong>di</strong>nale alla por-<br />
ta della chiesa (in treno <strong>di</strong> gala <strong>di</strong> più car-<br />
rozze , preceduto da' servitori a pie<strong>di</strong> , e<br />
.
a4Q T I T<br />
coli'accnmpnfrnn ili vescovi e prelnfi), tle-<br />
jiosle la mozzetta e la ni;inlelleUn, assume<br />
la cappa; in<strong>di</strong> ne! limitale della porla<br />
s' inginocchia sopta t;ip[)eto e cuscino, e<br />
gli viene data a baciare la Croce dal più<br />
degno prete della chiesa, veglilo <strong>di</strong> piviale,<br />
poi copeilosi <strong>di</strong> belletto, riceve dallo sles-<br />
so prete il cucchiai ino per porre rinceiiso<br />
ìlei turibolo. Scopertosi il capo,preiide da<br />
ta I prete raspersorio con l'acqua benedet-<br />
ta, e segnatasi la fronte asperge gli astan-<br />
ti. Tenendo il car<strong>di</strong>nale la berretta fra le<br />
mani,vieneiiicerisalo 3 volledal preteme'<br />
tiesimo. L'Amati osserva, <strong>di</strong>e lo sposo re-<br />
candosi dalla sposa, prima si lava e poi<br />
profuma, e siccome il car<strong>di</strong>nale me<strong>di</strong>ante<br />
l'anello car<strong>di</strong>nalizio fu sposato dal Papa<br />
colla chiesa del suo tilr)lo, cos'i prima d'en-<br />
trarvi piglia l'arcpia benedetta e l'incenso.<br />
Ciò fililo s' inluoiia dal prete il Te<br />
JJcitììì, e processionalmeiite si reca il car-<br />
<strong>di</strong>iialeall'altare maggiore, innanzi al qua-<br />
le s'inginocchia sul genullessorio a brevemente<br />
orare. Terminato l'inno, il prete<br />
dalla parte dell'epistola <strong>di</strong>ce il Pater iio-<br />
xte.r,ion alcuni versetti e orazioni. Ter-<br />
minate le quali il car<strong>di</strong>nale va a sedere<br />
.sopra se<strong>di</strong>a coperta <strong>di</strong> drappo rosso, sotto<br />
il trono sovrastato da baldacchino, e dal<br />
iiotaro o da altri si legge la bolla colla qua-<br />
le il Papa lo destina titolare della chiesa<br />
in governo e cura , colle annesse prero-<br />
gative. Pont.<br />
lina, si <strong>di</strong>ce la messa solenne o semplice,<br />
se è nelle ore pomeri<strong>di</strong>ane il vespero ola<br />
compieta a piacere del car<strong>di</strong>nale. Termi-<br />
nala la fun7Ìone, il car<strong>di</strong>nale si porta nel<br />
mezzo dell'aliare, e col cappuccio della<br />
cappa in testa comparle la l)ene<strong>di</strong>zione<br />
cantando, e si pubblica l'indulgenza che<br />
Concede (<strong>di</strong> 1 00 gioini). Avverte l'Amati,<br />
che la bene<strong>di</strong>zione solenne non si dà mai<br />
cantando nel line della compieta, ma nel<br />
fine delle lau<strong>di</strong>, della messa e del vespe-<br />
ro cantati solenneniente.Che se si sarà can-<br />
tata la messa o il vespero solenne, potrà il<br />
car<strong>di</strong>nale compartire la bene<strong>di</strong>zione soleii-<br />
necanlaudo.Se polsi sarà delta messa bas-<br />
sa, potrà il car<strong>di</strong>nale dar la solenne bene-<br />
<strong>di</strong>zione, ma non cantando. Qualora si sa-<br />
rà tietta o cantata la compieta , <strong>di</strong>ce che<br />
il car<strong>di</strong>nale non deve dare la bene<strong>di</strong>zio-<br />
ne in ninna maniera. Loderebbe però il<br />
car<strong>di</strong>nale, se nel compartire la bene<strong>di</strong>zio-<br />
ne solenne dopo la messa o il vespero, la<br />
dasse sempre nell'altare posto in modo da<br />
avere il popolo <strong>di</strong>nanzi, altrimenli stimerebbe<br />
meglio che si dassedal Irono. Quan-<br />
to all'indulgenza, aggiunge l'Amati, che<br />
si potrà pubblicare nel fine della messa se<br />
solenne, allriuienli no, perchè or<strong>di</strong>nariamente<br />
l'indulgenza si pubblica nella messa<br />
solenne. A'vesperi, alle compiete.ancorchè<br />
solenni, <strong>di</strong>ce mai pubblicarsi l'uidulgen-<br />
fa. Avverte inoltre, che se nel giorno del<br />
possesso del titolo o <strong>di</strong>aconia, nella chiesa<br />
vi fosse l'indulgenza plenaria, non si do-<br />
vrà pubblicare l'indulgenza in nome del<br />
car<strong>di</strong>nale. Compila la funzione, il car<strong>di</strong>nale<br />
depone la cappa e assume la moz-<br />
zetta, e con rocchetto scoperto incedendo<br />
per la chiesa va bene<strong>di</strong>cendo colla destra;<br />
in<strong>di</strong> visita la sagrestia e le ss. R.eliquie,e<br />
nel partire prende la mantelletla.Se il car-<br />
<strong>di</strong>nale è un <strong>di</strong>acono che prende possesso<br />
della <strong>di</strong>aconia, non recasi all'altare a dai*<br />
la bene<strong>di</strong>zione, e neppure la coraparteper<br />
la chiesa (a quell'epoca, come <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong> so-<br />
pra, non ero slata risoluta la questione del
T 1 T<br />
poter bene<strong>di</strong>re), ma nel medesimo Irono<br />
ove siede si cava la cappa appena terminata<br />
la messa o il vespero, riprende la moz-<br />
zettaecol rocchetto scoperto va a fare an-<br />
eli 'egli le dette visite, e nel partire assume<br />
la mantelletta. Ora andrò riproducendo<br />
esempi <strong>di</strong> vari possessi, piima de* ti-<br />
toli, poi delie <strong>di</strong>aconie, con <strong>di</strong>fferenti nozioni<br />
e particolarità notabili. Il can. Cappello<br />
della collegiata <strong>di</strong> s. Anastasia <strong>di</strong> Roma,<br />
nelle Brevi notizie della medesima,<br />
a p. 6 1 descrive il solenne possesso che <strong>di</strong><br />
questo titolo prese il car<strong>di</strong>nal Nuno da<br />
Cunha de Altayde a'2 i luglio i 72 i . Arrivato<br />
il car<strong>di</strong>nale con nobile treno <strong>di</strong> 36<br />
e più servitori vestiti <strong>di</strong> ricchissime livree,<br />
col seguito <strong>di</strong> I I sue nobilissime carrozze<br />
e altre molle <strong>di</strong> corteggio, accompagnato<br />
da molti prelati equanlitàgrande <strong>di</strong> gen-<br />
tiluomini e litolati,nelia piazza della chiesa<br />
fu onorato col suono <strong>di</strong> tutte le cam-<br />
pane, trombe e tamburi. La chiesa era<br />
stata sontuosamente apparata <strong>di</strong> setini<br />
rossi e gialli dalle travi grosse a' capitel-<br />
H delle colonne, poi tutte le colonne e na-<br />
vate piccole erano ornate degli stessi se-<br />
tini. Tutta la crociera era addobbata <strong>di</strong> damaschi<br />
rossi e cremisini trinali d'oro con<br />
fregi <strong>di</strong> velluto, e la tribuna anch' essa<br />
era eccellentemente vestita <strong>di</strong> bellissimi<br />
velluti rossi. Il baldacchino colla sua ca-<br />
scata era <strong>di</strong> velluto, e il trono con 4 gi'a-<br />
<strong>di</strong>ni coperti <strong>di</strong> panno rosso. Sopra la pra-<br />
della dell'altare maggiore con tappeto <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>versi colori, e gii staili canonicali para-<br />
ti d' arazzi, dalla parte destra sedevano<br />
poi i prelati, dalla sinistra i canonici. Tut-<br />
ti gli altari erano superbamente ornati,<br />
con nobili tovaglie e sontuose mute <strong>di</strong><br />
candellieri con croci d'argento. Distingue-<br />
va si fra tulli r altare maggiore, per ornamento<br />
d'argenti, per quantità <strong>di</strong> lumi,<br />
e per abbigliamento <strong>di</strong> fiorì d'oro e d'ar-<br />
gento. Entrato il car<strong>di</strong>nale in chiesa, il ca-<br />
nonico decano secondo il costume gli <strong>di</strong>e<br />
a baciar la croce, gli porse l'aspersorio e<br />
l'incenso.Quin<strong>di</strong> cantatasi da'musici l'an-<br />
tifona Saccrdos et Pontifcx, mossasi la<br />
VCL. LXXV.<br />
T I T 24t<br />
croce del capitolo, andò il car<strong>di</strong>nal all'a-<br />
dorazione del ss. Sagramento, e portatosi<br />
al bacio dell'altare maggiore, salì quin<strong>di</strong><br />
al trono, dove intuonato prima dal decano<br />
il versetto Protector noster, coll'ora-<br />
zione Deus fidclium Pastor, e letta dal<br />
notaro la bolla pontificia della collazione<br />
del titolo, si cantò da'musici il Te. Deum,<br />
nel (jual tempo i canonici andarono al ba-<br />
cio della manodelcar<strong>di</strong>ualeealsoliloam-<br />
plesso, e il car<strong>di</strong>nale scoperto li ricevè be-<br />
nignamente. Terminato l'inno, il car<strong>di</strong>na-<br />
le tornò all' altare maggiore, e genufles-<br />
so intuonò l'orazione propria <strong>di</strong> s. Anasta-<br />
sia, Z?^i qìiaesumus o/nnipotens Deus,^osleuendogli<br />
il messale mg/ Gamberucci<br />
l.° maestro delle ceretnonie del Papa, la<br />
quale finita e pubblicala l'indulgenza, il<br />
car<strong>di</strong>nale colla cappa in testa (cioè il cap-<br />
puccio <strong>di</strong> essa) <strong>di</strong>e in pie<strong>di</strong> la solenne bene<strong>di</strong>zione<br />
al popolo, col suono delle cam-<br />
pane, delle trombe e tamburi, e lo sparo<br />
de'mortaretti. Il car<strong>di</strong>nale accompagnato<br />
dal clero visitò gli altari delle ss.Reliquie,<br />
e ringraziato a nome <strong>di</strong> tutto il capitolo<br />
da mg."^ Olivieri (che avea celebrato la<br />
messa e pubblicato l'indulgenza,come leg-<br />
go nella relazione del possesso nel n. 74^<br />
ócìDiai'io <strong>di</strong>Roma del 172 i)sagrista pon-<br />
tificio e canonico della collegiata, parfida<br />
essa tra gli applausi del popolo, lasciando<br />
copiosa limosina a'poveri. Dipoi il car<strong>di</strong>-<br />
nale donò al ceremoniere un anello pre-<br />
zioso del valore <strong>di</strong> 260 scu<strong>di</strong> (ora il cere-<br />
moniere che assiste il car<strong>di</strong>nale nel pos-<br />
sesso, suole ricevere in dono un orologio<br />
d'oro, una scrivania d'argento, altre co-<br />
se<strong>di</strong> valore),a"musiciio5 scu<strong>di</strong>, a'cappel-<br />
lani e altri ministri della chiesa scu<strong>di</strong> 5o,<br />
a'fratelli del ss. Rosario 200 scu<strong>di</strong>, a'suo-<br />
natori scu<strong>di</strong> 24,a'servi e cocchieri de'prelati,<br />
canonici, titolali e gentiluomini, uno<br />
scudo per ciascuno. Inoltre il car<strong>di</strong>nale re-<br />
staurò ed abbellì con generosa munificenza<br />
la chiesa- Trovo nel n.° gcjG del Diario<br />
<strong>di</strong>Roìiui del i 784,che il car<strong>di</strong>nal Mar-<br />
c' Antonio Colonna titolare <strong>di</strong> s.Maria del-<br />
la Pace, avendo in concistoro oliato e cou-<br />
• 16
1^-y: T 1 T<br />
seguilo il lilulo <strong>di</strong> s. Lorenzo in Lucilio,<br />
cuniecliè <strong>di</strong>venuto i." prete, nelle eie pomen<strong>di</strong>iuie<br />
<strong>di</strong> venerdì () luglio vi si recò a<br />
prendere possesso pri\ato, essendo tutta-<br />
volta slato nobilmente apparato. Fu ri-<br />
cevuto da' chierici regolari minori, ed o-<br />
rato avanti il ss. Sagiamenlo passò in sa-<br />
grestia, tutta vagamente ornata <strong>di</strong> ilarua-<br />
s<strong>di</strong>i e velluti trinati d'oro. Si assise in lio-<br />
no,e dopo letta la bolla pontificia ainiiii-<br />
seall'ulìbiclienza tutti i religiosi, a'quali<br />
fece un zelantissimo <strong>di</strong>scorso, e gli rispose<br />
colle più vive espressioni <strong>di</strong> riconoscenza<br />
il p. vicario generale. In<strong>di</strong> il car<strong>di</strong>nale salì<br />
nel <strong>di</strong> lui appartanienlo,e servilo <strong>di</strong> lauto<br />
rinfresco, si restituì poi al suo palazzo. INel-<br />
la seguente mattina il car<strong>di</strong>nale mandò in<br />
regalo a'rcligiosi una vitella mongaua vi-<br />
va, e quantità <strong>di</strong> scello vino. Da una nota<br />
<strong>di</strong> spese occorse nel i 7f)4 '•' car<strong>di</strong>nalFiaii-<br />
cesco7Vi,'^//r/^/r/// pel [)oSSeSSo preso del li-<br />
lolo <strong>di</strong> s. Maria del Popolo, trovo che incombe<br />
a'car<strong>di</strong>nali pagare il proprioiS7///7/y7// ro/
TI T<br />
negalivameiite, onde le ricuperò l'eretli-<br />
tà. Tultavolta alcuni sostenendo, che l'e-<br />
re<strong>di</strong>tà avea fatto transazione e convenu»<br />
to a iw compenso, <strong>di</strong> questo ricercatone<br />
il sodalizio, trovai che nulla apparisce da'<br />
registri e libro maestro del medesimo. Di<br />
più volendo verificarlo presso i nobili ere<strong>di</strong>,<br />
in vece ho saputo, che a' i 7 novembre<br />
1 887 si pagarono scu<strong>di</strong> cinquanta al-<br />
J'arciconfraternita per elargizione accor-<br />
data dal cav. Doria come esecutore te-<br />
stamentario del definito car<strong>di</strong>nal fratel-<br />
lo, in occasione della festa del centenario<br />
dell'erezionedel sodalizio (la cui pompa<br />
descrive il n° gS del Diario <strong>di</strong> Roma),<br />
quin<strong>di</strong> furono ritirate le portiere.<br />
Adonta <strong>di</strong> questo recente esempio, morendo<br />
nel 1842 il car<strong>di</strong>nal Agostino Rivarolai.<br />
"<strong>di</strong>acono <strong>di</strong> s. Maria ad Marty-<br />
rcs^ mentre in quella <strong>di</strong>aconia soltanto<br />
temporaneamente conservavansi le sue<br />
nobili ma vecchie poi fiere, ed erasi sul<br />
punto <strong>di</strong> restituirle all'abitazione del car-<br />
<strong>di</strong>nale, essendo n(fatlo terminata la loro<br />
esposizione, non<strong>di</strong>meno il Pvmo Capito-<br />
lo della chiesa si rifiutò <strong>di</strong> consegnarle<br />
all'erede delcai<strong>di</strong>nale, sostenendo appar-<br />
tenergli per consuetu<strong>di</strong>ne. Questa fu impugnata<br />
dall'erede, anche per non esse-<br />
ve allora le portiere attaccale nella chie-<br />
sa, per cui se ne fece questione tra loro.<br />
Fu depulalo ad emettere il suo parere<br />
mg.' Corboli-Biissi; quin<strong>di</strong> il suo opinamenlo<br />
venne passalo all'esame <strong>di</strong> mg.'<br />
Simonetti poi car<strong>di</strong>nale, il quale dopo<br />
avere trattenuto presso <strong>di</strong> se la pcnden-<br />
7a circa un anno, emise un volo non to-<br />
talmente chiaro e piuttosto irresoluto,an-<br />
7Ì alquanto contrario al capitolo. Tutta<br />
volta in base delle ragioni esternate da<br />
tal prelato, e per conciliazione del con-<br />
te Alberto Alborghetti, come esecutore<br />
testamentario del car<strong>di</strong>nal Rivarola, fu<br />
poscia convenuto tra le due parli: <strong>di</strong> con-<br />
segnare le due portiere allo stesso conte<br />
Alborghetti qual custode e conservatore<br />
delle medesime, rilasciandone egli lesti-<br />
raouiauza al capitolo, col patio che Iro-<br />
T I T 243<br />
vandosi a vendere,il prezzo ricavatosi <strong>di</strong>-<br />
viderà tra il capitolo e l'erede del car<strong>di</strong>na-<br />
le. Però a molivo della con<strong>di</strong>zione delle<br />
portiere,noh essendosi ancora potute ven-'<br />
dere, restano tuttora presso il conte Albor-<br />
ghetti. Dipoi moiì nel 1 853 il car<strong>di</strong>ni! Bri-<br />
gnole commendatario del suo antico titolo<br />
<strong>di</strong> s.Cec<strong>di</strong>a,ove <strong>di</strong>spose essere tumulato, e<br />
custodendo le sue portiere nobili le monache<br />
benedettine cassinesi del propinquo<br />
(nonastero,che hanno in cura la chie-<br />
sa, e delle quali il car<strong>di</strong>nale era prolet-<br />
tore, anch'esse ricorsero perchè a loro ri-<br />
manessero in proprietà, fondandosi nella<br />
consuetu<strong>di</strong>ne che propriamente dalla ge-<br />
neralità s'ignora. Quesle controversie ormai<br />
si <strong>di</strong>battono con qualche frequenza,<br />
nientie nelle ullime <strong>di</strong>sposizioni sug'i u-<br />
lensili sagri de' car<strong>di</strong>nali, su[)eriormente<br />
lainmenhile, pe'car<strong>di</strong>nali defunti, non si<br />
fa parola d.^Ile loro portiere. Siccome le<br />
portiere del car<strong>di</strong>nal Rrignole non erano<br />
in opera nelle pareli della chiesa <strong>di</strong> s. Ce-<br />
cilia, ma sempliceinentecusto<strong>di</strong>vansi dal-<br />
le religiose allorché cessò <strong>di</strong> vivere il car-<br />
<strong>di</strong>nale, e perciò non poteva sosteneisi la<br />
consuetu<strong>di</strong>ne, pure gli ere<strong>di</strong> per ritirar<br />
le <strong>di</strong> crono nobilmente in compenso al monaslero<br />
scu<strong>di</strong> 200,aveudo conlribnito ad<br />
esso lo zelo <strong>di</strong> mg.' Luigi Colombo vica<br />
rio del monastero medesimo. Dille nozioni<br />
che raccolsi su questo argomenlo,<br />
non trovai esistere <strong>di</strong>ritto scritto in fi-<br />
vore delle chiese sulle pareti (bile (piali<br />
sono attaccate in opera le portiere de'ear-<br />
<strong>di</strong>nali al punto<strong>di</strong> loro morte, masollanto<br />
un'antica consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> rilasciarsi tal-<br />
volta alle stesse chiese. Da questo derivò<br />
la credenza, che qualora le portiere de'<br />
car<strong>di</strong>nali litolari, <strong>di</strong>aconi o protettori, so<br />
no attualmente appese alle pareti delle<br />
loro chiesee propriamente in opera, uieti<br />
treessi muoiano, debbano restare in pio-<br />
ptielà delle chiese medesime, il che vie-<br />
ne loro contrastalo dagli ere<strong>di</strong>, ond
244 T I T<br />
l)iano il iliiillo <strong>di</strong> ritenere le porliere, nel<br />
raso più volte ricordalo; <strong>di</strong>iitlo the al-<br />
cuni slimano non siilìicicnlemenle pro-<br />
valo. 11 principio fondato sulla giustizia<br />
rcs clniiiat ad domììiuin è inconlrasta-<br />
Lile, e per invalidarlo non sono sullicien-<br />
ti nno o due fatti. Quanto a' possessi de'<br />
car<strong>di</strong>nali litolari, ricavo dal n.° 4? ^^^<br />
Diario <strong>di</strong> Roma del i;li nel monastero, il p.<br />
abbate gli presentò una belli«(S>ima map-<br />
pa <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> seta, e una dozzina <strong>di</strong> ri-<br />
tratti <strong>di</strong> S.Bernardo, e poi lo fece servire in<br />
uno alla sua corte <strong>di</strong> rinfresco, il lutto gra-<br />
<strong>di</strong>to dal car<strong>di</strong>nale, che nel partire fu accompagnato<br />
alla carrozza dal p. abbate e<br />
da'monaci, lasciando abbondante limosi-<br />
na a'poveri. Notai tra le mie memorie mss.<br />
sul car<strong>di</strong>nal d. Mauro Cappellari mio si-<br />
gnore e poi glorioso Gregorio XVI, che<br />
sabato 2 settembre 1 826 si portò a pren-<br />
dere possesso privato del suo titolo <strong>di</strong> s.<br />
Calisto ciisto(li;Jo da'monaci cassinesi. Es-<br />
sendo tal chiesa lontana dalla sua residen-<br />
za <strong>di</strong> Propaganda, i servitori nell'andare<br />
e nel ritorno che devono procedere a pie-<br />
<strong>di</strong> e coll'onibiellino innanzi la 1 .^carrozza,<br />
smontarono soltanto e rimontarono <strong>di</strong>e*<br />
troie cai rozze a ponleSislo.il modesto tre-<br />
no si formò <strong>di</strong> duecarrozze <strong>di</strong> gala; e si usò<br />
la saccoccia della cappa, l'ombrellino e il<br />
cuscino <strong>di</strong> colore rosso. 1 1 caudatario vestì<br />
sottana violacea e ferraiuolone <strong>di</strong> seta ne-<br />
ra, e poteva assumere anche la croccia. ,<br />
Non s'invitarono i due prelati d'accompagno<br />
, come si usa nel possesso pubblico. ,<br />
Giunto il car<strong>di</strong>nale alla porla della chie-<br />
sa, al suono <strong>di</strong> sue campane fu ricevuto<br />
dal p. ab. <strong>di</strong> s. Paolo e da'monaci. Depo-<br />
sta la mozzelta e la raanlellella, assunse<br />
la cappa (sulla sollana, poiché come già<br />
monaco non avca l' uso del Rocchetto,<br />
<strong>di</strong> che parlai pure all' articolo Religio-<br />
so), e preso 1' aspersorio dal p. alìbate si<br />
segnò la fronte e asperse gli astanti. En-<br />
tralo in chiesa oròalqoanloavanti l'aliare<br />
maggiore, e levatasi la cappa, ripresa la<br />
sola n)ozzella, passò in sagrestia. Asceso il<br />
trono, il notaro lesse la bolla pontificia del<br />
conferito titolo; in<strong>di</strong> il car<strong>di</strong>nale ammise<br />
all'amplesso il p. abbate, i monaci al bacio<br />
della mano,ei laici oconversi a quello della<br />
porpora; dopo <strong>di</strong> che fece breve e analo-<br />
ga allocuzione, alla quale il p. abbate ri-<br />
spose con termini concisi. Asceso il car<strong>di</strong>-<br />
naie nelle camere della procura generale<br />
del contiguo palazzo, fu Irullalo <strong>di</strong> rinfre- 1<br />
1
TIT<br />
SCO colla sua corte.Ringiazialo il p. abbate<br />
ei monaci, palli uscendo tlalla porla graa-<br />
de del palazzo, per cui non ebbe luogo il<br />
suono delle campane, lasciando convenien-<br />
te limosina a'poveri. Nella funzione fu as-<br />
sisto da mg.' De Ligne maestro delle ceremonie<br />
pontificie. Per la fesla <strong>di</strong> s. Calisto<br />
il car<strong>di</strong>nale somministrava 5o scu<strong>di</strong> alla<br />
chiesa. Ivi ritornò per assistere alla Con-<br />
clusioiìc (che descrivendola in taleartico-<br />
lo, vi riportai notizie su tali atti, se si fan-<br />
no ne propri o negli altrui titoli o <strong>di</strong>aco-<br />
nie) e <strong>di</strong>sputa <strong>di</strong> niosofia, a lui de<strong>di</strong>cata<br />
ed egregiamente sostenuta dal p. d. Ma-<br />
riano Falcinelli A ntoniacci ora vescovo <strong>di</strong><br />
Forlì, della cui consagrazione feci cenno<br />
nel voi. LXXIII, p. 365 e 366. 11 n.°i4<br />
del Diario <strong>di</strong> rwina del 1828 riferisce il<br />
solenne e pubblico possesso presodal car-<br />
<strong>di</strong>nal VincenzoMacchi, lune<strong>di</strong> i i febbraio,<br />
del suo titolo de'ss. Gio. e Paolo, con no-<br />
bile treno nelle ore pomeri<strong>di</strong>ane. Fu ri-<br />
cevuto dalla numerosa conjunilà de'pas-<br />
sionisti che Iha in custo<strong>di</strong>a, alla quale poi<br />
<strong>di</strong>resse un eloquente e commovente <strong>di</strong>-<br />
scorso, godendo d'essere in mezzo a si esempla<br />
ri religiosi, ed il p. preposito gene-<br />
rale rispose con sinceri e riverenti ringra-<br />
ziamenti. Ricorrendo in quel giorno la vi-<br />
gilia della commemorazione della Passio-<br />
ne <strong>di</strong> Gesù Cristo, sotto la quale milita l'i-<br />
stituto religioso , ij car<strong>di</strong>nale pontificò i<br />
primi vesperi, e nello stesso modo cantò<br />
la messa nella seguente mattina enei pomeriggio<br />
intuonò i secon<strong>di</strong> vesperi. Tulle<br />
le sagre funzioni, <strong>di</strong>rette da mg."^ Brancadoro<br />
maestro delle ceremonie pontifìcie,<br />
riuscirono con sonìmo decoro e generale<br />
e<strong>di</strong>ficazione. Nel n.°i 8 del Diario <strong>di</strong> PiO-<br />
///«del 1828 si legge la descrizione del formale<br />
possesso preso nella domenica de' i o<br />
febbraio, dal car<strong>di</strong>nal Gioacchino Gio. Sa-<br />
verio Isoard del suo titolo <strong>di</strong> s. Pietro in<br />
Vincoli, in cura de'canonici regolari La-<br />
leraneusi, il cui p. abbate generale lo ri-<br />
cevè capitolarmente alla porla della basi-<br />
hca riccamente addobbata. Sedendo il car-<br />
<strong>di</strong>aalesul troaodei luaesloso presbiterio,<br />
T I T 245<br />
fu letta la bolla pontificia <strong>di</strong> collazione, e<br />
quin<strong>di</strong> egli in<strong>di</strong>rizzò a' canonici regolari<br />
che gli facevano corona, comtnovente o-<br />
razione latina, notabile per eleganza e per<br />
la nobiltà de'sentimenti espressi. Il detto<br />
p. abbate rispettosamente non meno che<br />
dotta mente rispose, esponendo co' pregi<br />
della basilica, che formano prezioso monumento<br />
<strong>di</strong> storia <strong>ecclesiastica</strong>, il <strong>di</strong>voto<br />
attaccamento dell'or<strong>di</strong>ne de'canonici re-<br />
golari al Papa e al car<strong>di</strong>nale. Tra'perso-<br />
naggi piìi <strong>di</strong>stinti che assisterono all'au-<br />
gusta ceremonia, <strong>di</strong>retta da mg.' Renazzi<br />
ceremonieie pontificio, vi furono l'amba-<br />
sciatore <strong>di</strong> Francia e l'u<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> rota del-<br />
la medesima. Poscia il car<strong>di</strong>nale trattò <strong>di</strong><br />
lauto pranzo i personaggi, i pp. abbati de*<br />
canonici, e allii; ragguardevoli persone.<br />
Dal n.° 93 del Diario <strong>di</strong> Roma, del i83o<br />
abbiamo descritto il possesso formale, ma<br />
privato, preso raarle<strong>di</strong> 1 6 novembre della<br />
commenda <strong>di</strong> s. Lorenzo in Damaso e del-<br />
la carica <strong>di</strong> vice-cancelliere e sommista <strong>di</strong><br />
s. Romana Chiesa, dal car<strong>di</strong>nal Tomma-<br />
so Arezzo vescovo suburbicario <strong>di</strong> Sabi-<br />
na. 11 car<strong>di</strong>nale dopo aver prestalo il consueto<br />
giuramento nelle mani del Papa,<br />
corteggiato da vari prelati <strong>di</strong>scese dalla<br />
camera del suo a<strong>di</strong>acente palazzo nella<br />
detta basilica. Alla porla principale fu ri-<br />
cevuto dal capitolo, e adorato il ss. Sagramento,<br />
e venerale le reliquie <strong>di</strong> s. Lo-<br />
renzo e <strong>di</strong> s. Damaso I, si trasferi nella<br />
sagrestia, ove asceso al trono prese il pos-<br />
sesso nelle solile forme. Prestali a lui i de-<br />
bili atti d'ossequio dal capitolo, il car<strong>di</strong>-<br />
nale presentò ad esso mg."^ Zacchia u<strong>di</strong>-<br />
tore <strong>di</strong> rota come suo vicario, e quin<strong>di</strong><br />
pas*ò nella cappella della ss. Concezione<br />
(della quale riparlai nel voi. LXXIII, p.<br />
47 e 83), a venerare l'antica e pro<strong>di</strong>giosa<br />
s. Immagine, ed entralo nella sua con-<br />
tigua sagrestia ammise all' ubbi<strong>di</strong>enza i<br />
deputati del nobile sodalizio della mede-<br />
sima, <strong>di</strong> cui è sempre protellore il vice-<br />
cancelliere. Recatosi <strong>di</strong>poi nella sagrestia<br />
della cappella del ss. Sagramenlo, ricevet-<br />
te gli alti dovuti <strong>di</strong> napello dagl' in<strong>di</strong>-
246 T I T<br />
viJiii ileir aicicoiifialcriiita ivi esisleiile.<br />
J'ai lilo<strong>di</strong>illa chitaa si tliiesse al jiiano superiore<br />
del projjinquo palazzo della Can-<br />
telleria, incontralo al ripiano del portico<br />
da'preliitiabbreviatori del parco maggio-<br />
re e da tulli gli ulliziali della cancelleria.<br />
Assunta lceso il Irono a-<br />
vea a destra il reagente e a sinistra il sot-<br />
to-somniisla, il presidente del piombo e<br />
altri ulliziali: i prelati abbreviiitori erano<br />
nel parco. Leila e pubblicala la bolla <strong>di</strong><br />
provvisione <strong>di</strong> vice cancelliere e <strong>di</strong> sommi-<br />
sta, furono acnmcssi all'auìplesso gli ab-<br />
brevialori,e tulli gli ulliziali tributarono<br />
al cai<strong>di</strong>uale i consueti alti <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>enza.<br />
Furono poi dall'abbreviatoremg.' Vanni-<br />
celli lette le regole della cancelleria, do-<br />
po <strong>di</strong> che il car<strong>di</strong>nale segnò varie bolle e<br />
sottoscrisse alcune sup[)liclie. Data da es<br />
so in fiiiela facollàagli abbrevialori <strong>di</strong> far<br />
ciò in appresso, si restituì nelle sue carne<br />
re, ove genlibnenle ringraziò i prelati, e<br />
lutti gli altri che l'aveano accompagnato.<br />
Nel n.° ()G del Diario <strong>di</strong> Roiiia tlel i 838<br />
si <strong>di</strong>ce, <strong>di</strong>e il Papa dopo aver conferito al<br />
car<strong>di</strong>nal Giacomo Luigi Crignole la pro-<br />
Icttorìa del monastero <strong>di</strong> s.Cecilia, gli piac-<br />
tpie altresì che assumesse il titolo car<strong>di</strong>-<br />
nalizio dell'unita chiesa, onde il car<strong>di</strong>nale<br />
oliò a tale lilolo e Io conseguì colla riten-<br />
zione in conwnenda del piecedenle <strong>di</strong> s,<br />
(.iovanni a Porta Latina liliale della ba-<br />
silica Lateraiien
T I T<br />
[)Ìl), ili cui iie'priini aiiiii del sacerdozio<br />
er.isi est'icilato nelle opere dellapostoli-<br />
co ministero. In^li cantalo il Te Deiun ^<br />
terminò la funzione colla trina bene<strong>di</strong>zio-<br />
ne del car<strong>di</strong>nale e la pubblicazione della<br />
consueta indulgenza <strong>di</strong>ioo giorni. Il n.°<br />
53 del Diai-io ili /lO/.'/,-/ del i 843 narra,<br />
che ilouienica 25 giugno il car<strong>di</strong>nal Fran-<br />
cesco Villa<strong>di</strong>cani arcivescovo <strong>di</strong> Messina<br />
SI recò a prendere possesso del titolo de'ss.<br />
Ijonifjcioe A lessio,cb'eragli stalo assegna-<br />
to dal l*apa in concistoro 3 giorni innanzi.<br />
Accompagnalo da un arcivescovo eda<br />
'1 pi ciati e da <strong>di</strong>stinte persone, fu ricevu-<br />
to alla porta dal [). abbate superiore ge-<br />
nerale de'girolamini, che gli <strong>di</strong>e l'asper-<br />
sorio; e dopo avere orato avanti ilss.Sa-<br />
grauiento, e all'aliare in cui erano espo-<br />
ste le ss. Reliquie, si recò in sagrestia, e<br />
assiso in trono, il notaro lesse la bolla del<br />
conferimento del titolo; cjuiu<strong>di</strong> il car<strong>di</strong>-<br />
nale ammise al bacio della mano il p.ab<br />
hate, e tlell'anello la religiosa comunità,<br />
e poi con brevi e <strong>di</strong>gnitose parole palesò<br />
il suo grato animo al sommo Pontefice,<br />
e la memoria che conserverà pel suo ti-<br />
tolo. Dopo essere asceso nel superiore ap-<br />
partamento , nel partire fece <strong>di</strong>spensare<br />
copiose limosinea'poveri.lln.°8 delle iVb-<br />
tizìe del giorno del 1847 contiene la de-<br />
scrizione del solenne possesso preso dal<br />
car<strong>di</strong>nal Carlo Acton del cospicuo titolo<br />
<strong>di</strong> s. Marco, avendo lascialo quello <strong>di</strong> s.<br />
IMaria della Pace, con <strong>di</strong>vola e magnifica<br />
pompa, dopo il vespero della festa della<br />
ss. Purificazione e con nobile treno. Pvi-<br />
cevuto alle porte della basilica dal capi-<br />
tolo schieralo, nel portico adorò il Cro-<br />
cefisso, e dopo l'altre ceremonie entrò pre-<br />
ceduto dal capitolo nel tempio adorno de'<br />
più preziosi addobbi,co!ne si cosliuna nel-<br />
le gran<strong>di</strong> solennità. Venerato il ss. Sagra-<br />
merito eorato all'altare <strong>di</strong> mezzo, si assise<br />
sulla cattedra pontificale, donde dopo la<br />
lettura della bolla, <strong>di</strong>resse al capitolo che<br />
faceagli corona, un breve e coni moven-<br />
te <strong>di</strong>scorso, ringrazianilo il Papach'erasi<br />
degnalo accurdaigli uu titolo così illustre,<br />
T 1 T 247<br />
a cui <strong>di</strong>e breve 1 is[)osta il can. curalo e<br />
vicario perpetuo. Ammise quin<strong>di</strong> il car-<br />
<strong>di</strong>nale i canonici al bacio della mano e al-<br />
l'amplesso, e gli altri del capitolo al bacio<br />
ilella s. porpora. Inluonò poscia il Te<br />
Demn, che venne eseguilo con iscellissima<br />
musica a organo, in uno alle due ati-<br />
tif»ne de'ss. Titolari della chiesa. Si chiu-<br />
se r augusta funzione col compartire li<br />
car<strong>di</strong>nale la pastorale bene<strong>di</strong>zione, e 1 in-<br />
dulgenza consueta a! numerosissimo po-<br />
polo, che avea assistito alla sagra Funzione.<br />
Il h.^Bd del Giornale <strong>di</strong> RoniaAé<br />
18 52 descrive il solenne possesso preso<br />
la mattina de' 12 aprile del titolo presbi-<br />
terale <strong>di</strong> s. Onofrio, decorosamente addobbato<br />
e giorno in cui ricorreva la stazione,<br />
dal car<strong>di</strong>nal Carlo Luigi Monchi-<br />
ni, che vi si recò con nobile treno. Rice-<br />
vuto dal superiore e monaci girolamini<br />
addetti al cullo della chiesa, indossata la<br />
cappa baciò prostralo il Crocefisso, e sparsa<br />
l'acqua lustrale, dopo le altre ceremo-<br />
nie, fu letto il Irasimlo della bolla del<br />
forujale possesso, tutela e patrocinio del-<br />
la chiesa anidatagli dal Papa. In<strong>di</strong> il car-<br />
<strong>di</strong>nale ammise all'amplesso e al bacio del<br />
s. anello il superiore e i monaci, e con pie-<br />
no accompagnamento d'orclieslrafu can-<br />
tatoli TI'/)rr
2 48 T I T<br />
(lotta e commovente allocuzion€,alIa qua-<br />
le con espressioni analoghe rispose il p.<br />
generale. Assunti poi gli abili sagri, tanto<br />
il car<strong>di</strong>nale clje i religiosi , pontificò so-<br />
lennemente i primi vesperi della festa, nel-<br />
la mattina della qnale celebrò inoltre la<br />
messa pontificale. Quanto a'possessi presi<br />
da'cai<strong>di</strong>nali,per procura d'alcuni de'loro<br />
colleglli, assenti daRoma, opre>enli eim-<br />
])0tenti, come il car<strong>di</strong>nal Gardoqui , ec-<br />
cune un esempio cheeslraggodal n."! 07<br />
del Diario <strong>di</strong> Roma del 1802. Nella domenica<br />
mattina de'3 gennaio, in vigore<br />
ili mandato <strong>di</strong> procura spe<strong>di</strong>to dal car<strong>di</strong>-<br />
nal <strong>di</strong> Borbone infante<strong>di</strong> Si)agiia,<strong>di</strong>\ciìV-<br />
<strong>di</strong>nal de Lorenzana, questi un'ora avanti<br />
mezzodì si recò colle sue carrozze e livree<br />
n(>bili alla chiesa <strong>di</strong> s. Maria della Scala,<br />
la quale essendo <strong>di</strong>aconia car<strong>di</strong>nalizia pel<br />
car<strong>di</strong>nalBorbone era stata <strong>di</strong>chiarata tito-<br />
lo presbiteraledaPioVlI,comeavea prati-<br />
cato col <strong>di</strong> lui padre Clemente XIl, titolo<br />
che ad ambedue da tali Papi era stalo con-<br />
feritocoH'anelloecappello senza recarsi in<br />
Pioma. La chiesa era stata nobilmente or-<br />
nata con molta copia <strong>di</strong> cera, e all'altare <strong>di</strong><br />
s.Teresa era slata esposta l'insigne reliquia<br />
delpieile della santa. Giunto alla porla <strong>di</strong><br />
essa il car<strong>di</strong>nale, per prenderne il possesso<br />
pel car<strong>di</strong>nal Borbone e in suo nome, al<br />
suono giulivo delle campane e dell'organo.<br />
Tu ricevuto da tutta l'intera comuni-<br />
tà de'teresiani che l'hanno in custo<strong>di</strong>a, pre-<br />
sentandogli ra>per>orio il p. vicario ge-<br />
nerale. Il car<strong>di</strong>nale fatta l'adorazione al<br />
ss. Sagramento, orato all'altare delTitoio<br />
ed a quello <strong>di</strong> s. Teresa, passò nella sagre-<br />
stia lutla riccamente ornata <strong>di</strong> damaschi<br />
e galloni d'oro. Postosi a sedere sotto ma-<br />
gnifico trono, fu letto il mandalo <strong>di</strong> pro-<br />
cura e la bolla pontificia:, quin<strong>di</strong> il car-<br />
<strong>di</strong>nale anunise all'abbraccio il p. vicario<br />
generale e suo (le(ìuitorio,edal baciodel-<br />
la mano tutta la religiosa famiglia, e cou<br />
nn dotto e fervoroso <strong>di</strong>scorso risveghòsem-<br />
pre pili ne'figli <strong>di</strong> s. Teresa lo spirito del-<br />
la loro gran madre. Rispose il detto p. vi-<br />
cario con esprimere la gioia straor<strong>di</strong>naria<br />
T I T<br />
della comunità religiosa per avere un m<br />
illustre litolare che risvegliava la metno-<br />
ria del genitore stato titolare anch' esso<br />
nell'età più verde della medesima chiesa.<br />
Terminata la funzione,co'medesimi onori<br />
il car<strong>di</strong>nale fu accompagnato alla porta<br />
glande della chiesa da tutti i religiosi, ai<br />
quali poi mandò un generoso regalo <strong>di</strong><br />
commestibili, olire d'aver fatto <strong>di</strong>stribui-<br />
re abbondante limosina alla moltitu<strong>di</strong>ne<br />
de'[)Overi. Inoltre abbiamo esempi <strong>di</strong> car-<br />
<strong>di</strong>nali preti e <strong>di</strong>aconi residenti in B.otna,<br />
i quali fecero prendere cou loro procura<br />
il possesso de'loro titoli e <strong>di</strong>aconie da al-<br />
cun prelato e da'maestri delle ceremonie<br />
pontifieie. Ricorderò sultanlu, che nel<br />
1844<br />
'' car<strong>di</strong>nal Fabio M.' Asquini fece<br />
prendere il possesso del suo titolo <strong>di</strong> s. Stefano<br />
al Monte Celio, da mg.' Giuseppe<br />
de Ligne prefetto de'maestri delle ceremonie<br />
pontificie; e nel i84'> '1 car<strong>di</strong>nal<br />
Giacomo Piccolomini deputò suo procu-<br />
ratore a prendere possesso nel proprio ti-<br />
tolo <strong>di</strong> s. Balbina, mg."^ Lodovico Branca-<br />
doro, poi anch' esso i.°de' maestri delle<br />
ceremonie pontificie e come il preceden-<br />
te prelato domestico. Quando alcun pre-<br />
lato o maestro delle ceremonie prende<br />
possesso de'titoli o delle <strong>di</strong>aconie, per de-<br />
putazione del car<strong>di</strong>nale titolare o (lei car-<br />
<strong>di</strong>nal <strong>di</strong>acono, la funzione è più sempli-<br />
ce. Imperocché il procuratore deputato<br />
recasi alla chiesa, colla carrozza nobile<br />
del car<strong>di</strong>nale e due de'suoi servi con li-<br />
vree <strong>di</strong> gala, oltre il suo domestico, in a-<br />
bito prelatiziooallro<strong>di</strong> lui proprio. Vie-<br />
ne ricevuto alla porta della chiesa dal suo<br />
clero, uno del (juale gli presenta soltan-<br />
to l'aspersorio, lu<strong>di</strong> visita l'altare del ss.<br />
Sagranjento e quello del s. Titolare, e<br />
passato in sagrestia siede in se<strong>di</strong>a came-<br />
rale senza dossello. Allora il notaro leg-<br />
ge la procura <strong>di</strong> delegazione per prende-<br />
re il possesso, e poi la bulla del conferito<br />
titolo; terminale tal" lelture.il procuratore<br />
riceve all'abbraccio il clero della chiesa,<br />
e gl'inferiori <strong>di</strong> esso al bacio della mano.<br />
Ora passo a riprodurre alcuui esempi de
T I T<br />
possessi presi da' car<strong>di</strong>nali <strong>di</strong>aconi nelle<br />
loro cliiese <strong>di</strong>aconali. Apprendo dal n.°<br />
1790 del Diario <strong>di</strong> Roma deli yg^, che<br />
nella domenica <strong>di</strong> quinguagesima si por-<br />
tò a prendere possesso della <strong>di</strong>aconia <strong>di</strong><br />
s.Cesareo,vagan)enleapparala,e ornata il<br />
car<strong>di</strong>nal Fili[)poCatnpanelli, Fu ricevuto<br />
dal p.d. AntonioCavalieri rettore del pon-<br />
tifìcio collegio dementino, alla testa dei<br />
pp. somaschi e <strong>di</strong> alcuni cavalieri convit-<br />
tori del collegio slesso, a cui appartiene la<br />
custo<strong>di</strong>a della chiesa. Dopo breve orazio-<br />
ne il car<strong>di</strong>nale si portò al trono e postosi<br />
a sedere fu letto il breve pontificio sul<br />
conferiaiento della <strong>di</strong>aconia, e in<strong>di</strong> colle<br />
prescritte formalità e ceremonie prese il<br />
formale possesso, esternandone i somaschi<br />
moltissimo piacere. Leggo nel n.° Sy del<br />
Diario <strong>di</strong> Roma del 1 834, che il carilinal<br />
Nicola Grimal<strong>di</strong> avendo determinalo <strong>di</strong><br />
prendere il formale possesso della sua <strong>di</strong>a-<br />
conale chiesa <strong>di</strong> s. Nicola in Carcere, con<br />
nobile treno nella domenica 6 luglio vi si<br />
portò accompagnato da un arcivescovo e<br />
da due prelati. Era essa magnificamente<br />
addobbata <strong>di</strong> parali e in ispecial modo la<br />
cappella dell'arciconfraternita del prezio-<br />
sissimo Sangue <strong>di</strong> Gesù Cr'sto, <strong>di</strong> cui si<br />
celebrava la principal festa. Giunto il car-<br />
<strong>di</strong>nale alla porla del tempio , assunta la<br />
cappa, venne incontrato da lei pi tolo,e dal-<br />
l'arciprete gli fu presentalo a baciare l'immagine<br />
del Crocefisso; in<strong>di</strong> da esso ricevè<br />
l'aspersorio con l'acqua benedetta,col qua-<br />
le si segnò, ed asperseli capitolo e il po-<br />
poIo,e poi fu dall'arciprete incensato. Por-<br />
tatosi ad adorare il ss. Sagramento, e ad<br />
orare innanzi l'altare maggiore, mentre<br />
ivi era genuflesso si cantarono i consueti<br />
versetti e l'orazione prescritta dal ponti-<br />
ficale romano, Asceso il car<strong>di</strong>nale al tra-<br />
uo, e lette le lettere apostoliche, ricevet-<br />
te all'ubbi<strong>di</strong>enza 1' intero suo capitolo e<br />
clero. Venne poscia, con iscelta musica,<br />
cantato il Te Dcum, e l'antifona co'ver-<br />
setli del s. Titolare e l'orazione propria.<br />
In fine il car<strong>di</strong>nale comparii la trina be-<br />
ue<strong>di</strong>zione al numeroso popolo colla con-<br />
T 1<br />
T<br />
249<br />
«neta indulgenza <strong>di</strong> 100 giorni. Deposta<br />
la cappa, ed assunta la mezzetta, prese an-<br />
che possesso della nominata arciconfra-<br />
ternita, il cui presidente n)g.'^I\I(iccioIi ve-<br />
scovo d' Agatopoli presentò al car<strong>di</strong>nale<br />
il libro dello statuto, e da essoco'guar<strong>di</strong>a-<br />
ni fu ricevuto all'amplesso, e al bacio del-<br />
la s. porpora vennero ammessi tulli i con-<br />
frati. Passò quin<strong>di</strong> il car<strong>di</strong>nale nella casa<br />
arci[)retale, ove dopo d'aver presentalo al<br />
capitolo in suo vicario mg.' Carlo Luigi<br />
Morichini, ch'era uno dc'prelnti dell'accompagnamento<br />
, <strong>di</strong> lauto rinfresco fece<br />
servire i prelati , il capitolo e clero, ed i<br />
guar<strong>di</strong>ani. Finalmente col medesimo tre-<br />
no, e fra gli omaggi della folla popolazio-<br />
ne accorsa alla funzione, il car<strong>di</strong>nale si re-<br />
stituì al palazzo <strong>di</strong> sua residenza. Il n.''i48<br />
del Giornale <strong>di</strong> Roma del i853 narra,<br />
che ricorrendo a'2 luglio la festa della Vi-<br />
sitazione della 13, Vergine titolare della<br />
<strong>di</strong>aconia <strong>di</strong> s. Rlaria in Aquiro, il car<strong>di</strong>'<br />
nai Domenico Savelli <strong>di</strong>acono della medesima<br />
vi si condusse con nobile treno a<br />
prendere il possesso, accompagnato da 3<br />
prelati. Alla porta della chiesa fu ricevu-<br />
to dal p. superiore della religiosa famiglia<br />
somasca, il quale gli <strong>di</strong>e a baciare il Cro-^<br />
cefisso colle solite formalità. Dopo <strong>di</strong> a»<br />
vere adorato il ss. Sagramento, il car<strong>di</strong>a<br />
naie passò al coro, e compiutasi la lettu-<br />
ra della bolla, asceso al trono ammise al-<br />
l'ubbi<strong>di</strong>enza i pp. somaschi , il clero e il<br />
collegio degli orfani. Più tar<strong>di</strong> il car<strong>di</strong>na-<br />
le assistè in cappa alla solenne messa can^<br />
tata dal p. provinciale, e dopo aver coni-<br />
partita la trina bene<strong>di</strong>zione pubblicò la<br />
solita indulgenza. Il tempio era ricco <strong>di</strong><br />
drappi e splendente per luminarie; la mu-<br />
sica della messa fu scelta , straor<strong>di</strong>nario<br />
il concorso del popolo. Per la somiglian-<br />
za che passa tra le prerogative de'car<strong>di</strong>-<br />
nali preti e <strong>di</strong>aconi ne'Ioro titoli e<strong>di</strong>aco^<br />
nie, cogli arcipreti delle biisiliche patriar-<br />
cali <strong>di</strong> Roma, e per notare le <strong>di</strong>fferenze<br />
delle ceremonie ne'Ioro possessi, riporte-<br />
rò due esempi de'possessi presi da quelli<br />
della Laleranense e della Vaticana , per
2 io T 1 T<br />
< iriUiinre i! promesso allrovc. Troro nel<br />
11. ° 1 07 del Diario <strong>di</strong> Roma del 1 802, che<br />
a'3 gennaio, oliava della fesla <strong>di</strong> s. Gio-<br />
v.'iniiia|)ostolo, allcoici 7 il car<strong>di</strong>nal Leonardo<br />
Atilonelli arciprete dell'arcihasili-<br />
ca Laleninense vi si recò a preniicrne il<br />
possesM). Incontralo fino alla carrozza <strong>di</strong><br />
3 maestri del 'e cercmonie, nel portico si<br />
pose la cappa rossa, ed enlrò per la por-<br />
ta niacgiore, ricevuto da tolto il ca[)ito-<br />
lo, all'ingresso porgendogli l'aspersorio<br />
dcll'acqna santa ini canonico arcivescovo.<br />
Fatta orazioneall'allare del ss. Sagramen-<br />
to, pas->ì) in sagrestia, ove si assise sopra<br />
mia se<strong>di</strong>a elevata, restandogli all'intorno<br />
sedendo in doe ali i canonici, ed in pie<strong>di</strong><br />
tla mia e l'altra parte il resto del capito-<br />
lo. Quin<strong>di</strong> dal notaro fu falla la lettura<br />
della bolla pontificia con cui il Papa l'a-<br />
vea <strong>di</strong>chiaralo arciprele della basilica, in<br />
luogo del defunto car<strong>di</strong>nal Zelada. Poscia<br />
fece un tenero e i.>truttivo <strong>di</strong>scorso sopra<br />
j titoli e i pregi della ba^ilica, i meriti e le<br />
glorie de'due Giovanni, Ballista ed Evan-<br />
gelista, i propri doveri e quelli del clero.<br />
Dopo <strong>di</strong> che, <strong>di</strong>chiarò per suo vicario mg.'<br />
Antonio M." Otiescalchi arcivescovo d'I-<br />
conio e maestro <strong>di</strong> caiDera del Papa, in-<br />
<strong>di</strong> colle prescritte formalità prese il possesso<br />
della sua arcipreliira, ainmeltendo<br />
nll'amplcsso, prima mg."^ vicario e tulli i<br />
canonici peror<strong>di</strong>iie d'anzianità, poi al ba-<br />
cio della ninno e genuflessi i beneficiati,<br />
j chierici beneficiali, i mansionari, i musici,<br />
i seminaristi del seminario romano,<br />
ed i penitenzieri della basilica. Finita questa<br />
ceremonia tornò in chiesa, ove dopo<br />
l)ieve orazione al ss. Sagramento, ed al<br />
le s». Teste de'principi degli Apostoli, b.i-<br />
« io la mensa dell'altare papale, ove fece<br />
la solila oblazione, e poi passò ad assiste-<br />
re alla solenne messa cantala nel coro d'in-<br />
verno. Finalmente e restando in cappa,<br />
nudò a prendere possesso della prolellolia<br />
dell'insigne cappella Corsini, in man-<br />
canza d'un cir<strong>di</strong>iiale <strong>di</strong> tal nijbilissima fa-<br />
miglia, secondo la <strong>di</strong>sposizione del fonda-<br />
tore Clemente XP. Ivi terminala 1' ora-<br />
-<br />
T I<br />
T<br />
7Ìonf' nll'allare, salì a baciarne la mensa,<br />
e poi ammise al bacio della niano i cap.<br />
j)ellani della medesima cappella. Da cpie-<br />
sta si trasferì in cappa a prendere ezian-<br />
<strong>di</strong>o possessodella protettoria dell'arcicoii-<br />
fiaternila del ss; Sagramento alle Aìr/A^<br />
. ./,7/.sfi il santuario della<br />
Seda santa , i cui coufruli [)er segno <strong>di</strong>
T IT<br />
giubilo fecero eàcguiiv mi gran «sparo <strong>di</strong><br />
morlaietli,e da uu'uiclieslra fuori deiro-<br />
latorio sinfonie cogli strumenti musicali.<br />
Il n.°54tlel Diario <strong>di</strong> Roma del 1 887 de-<br />
scrive il possesso preso dell' arcipretura<br />
«Iella basilica Vaticana, dal car<strong>di</strong>nal Giacomo<br />
Giustiniani. Appena giunto col suo<br />
nobile treno nella magnifica piazza Vati-<br />
cana, lecampane della basilica annunzia-<br />
rono al capitolo il suo prossimo arrivo.<br />
Disceso il car<strong>di</strong>nale al portone degli svizzeri<br />
pontifìcii, fu da questi accompagnato<br />
a'cancelli del portico della basilica, dove<br />
assunse la cappa, e quin<strong>di</strong> da'maestri del-<br />
le ceremonie venne condotto alla porta<br />
grande della chicca, ove era riunito lut-<br />
to il capitolo per riceverlo. Entrato il car-<br />
<strong>di</strong>nale nella basilica, fu accompagnalo dal<br />
capitolo all'adorazione del ss. Sagramen-<br />
to, in<strong>di</strong> nella sagrestia, ove assiso su no-<br />
bile se<strong>di</strong>a arcipretale, e circondato da tut-<br />
ti i canonici, fu letto d.d notaro l'atto del<br />
possesso. Poi il car<strong>di</strong>nale ammise i cano-<br />
nici al doppio nraplesso, i beneficiali e<br />
chierici beneficiali al bacio della mano.<br />
In tal circostanza il car<strong>di</strong>nale pronunziò<br />
un breve e commovente <strong>di</strong>scorso, dopo<br />
il quale recossi collo slesso accompagnamento<br />
a fare gli atti possessorii all' alta-<br />
re del ss. Sagramento,alla Confessionedei<br />
ss. Apostoli, ed alla cap[)ella del coro, ove<br />
assistette alla messa conventuale; termi-<br />
nala la quale si restituii alla sua residen-<br />
za, lasciando in tutto il clero Valicano la<br />
più viva compiacenza vedendosi presieduto<br />
da un sì ragguardevole porporato.<br />
Le ceremonie colle quali l'arciprete <strong>di</strong> s.<br />
Maria Maggiore prende il possesso, sono<br />
quasi eguali alle accennate, ed invano le<br />
cercai ne'fogli ufficiali <strong>di</strong> Roma pergli ul-<br />
timi G arcipreti. Bensì a Protettore nel<br />
descriverne i possessi, olire i riti propri dei<br />
santi titolari e patroni delle chiese, par-<br />
lai <strong>di</strong> quelli delle due magnifiche cappel-<br />
le esistenti nella medesiuja basilica, de-<br />
notuinate Sistina e Paolina, e lai.\leco-<br />
rata <strong>di</strong> altro altare papale. Anche i pos-<br />
sessi <strong>di</strong> tali protettori si ponno prendere<br />
TIT a^i<br />
per procuratore, ed il n.°70 del Diario<br />
<strong>di</strong> Roma deli 838 riporta, che il car<strong>di</strong>-<br />
nal Nicola Grimal<strong>di</strong> <strong>di</strong>venuto protettore<br />
della cappella Sisrmn,e <strong>di</strong>morando inFor-<br />
lì quale legato,si fece rappresentare nel so-<br />
lenne possesso dal car<strong>di</strong>nal Pulidoii a tal<br />
fine specialmente deputato. Vi si recò eoa<br />
nobile treno, ricevuto alla cancellata dal<br />
preposto, e cappellani e altri del collegio<br />
Sislino.Dopo le consuete fìjrmalità, ado-<br />
rato il ss. Sagramento e venerato il cor-<br />
po <strong>di</strong> s. Pio V, il car<strong>di</strong>nale si recò nella<br />
sagrestia della cappella, ove si pose in luo-<br />
go a tal fine decenlemente ornato, pre-<br />
via la lettura fatta dal tiolaro del bigliet-<br />
to <strong>di</strong> nomina del car<strong>di</strong>nal Grimal<strong>di</strong> alla<br />
protettoria. Il car<strong>di</strong>nale Polulori (juin<strong>di</strong><br />
ammise all'amplesso il preposto, e al bacio<br />
della mano i beneficiati e chierici beneficiati,<br />
e pronunzie) un <strong>di</strong>scorso analo-<br />
go alla premura del prolettore verso la<br />
cappella e il collegio, (pie>to eccitando al-<br />
l'esalto adempimento del suo ministero.<br />
Pe'titoli e <strong>di</strong>aconie cai <strong>di</strong>ualizie, oltre i ri-<br />
cordati scrittori, si ponno leggere: Car<strong>di</strong>-<br />
nal Francesco Albizi , De jiiris<strong>di</strong>ctione<br />
cjuam haheiit S. R. E. Car<strong>di</strong>nales in Ec-<br />
clesiis siiorwn Titulorum Disceptalio,<br />
novis allegationibus aiicta, et ad<strong>di</strong>ta<br />
Quaestiuncula. An Car<strong>di</strong>nales Diaco-<br />
nis in suisDiaconiis passini .wlemnein be^<br />
ne<strong>di</strong>ctionem impartiri. Una cnni respon-<br />
sione ad ca, cjuae prò parte fratrum in<br />
convcntu s. Mariae in Via degenfiwn<br />
et eidem Ecelesiae Titalari inservieìi'<br />
tinnì late fiierunt adversus <strong>di</strong>clam <strong>di</strong>'<br />
seeptationem adducta, Rornaei 668. Pe-<br />
rò il dotto p. Zaccaria avverte doversi leg-<br />
gere la risposta dei Pitoni, De eontrov.<br />
Patron, allcg.^i ,n." 3 i eseg. Car<strong>di</strong>na-<br />
le Nicolò Anlonelli, De Titulis cpios s,<br />
Evaristus Romanis Presbyteris <strong>di</strong>stri'<br />
huit Dissertatio, Ronìae 1 72 5. Car<strong>di</strong>nal<br />
^^o%\\no\altv'so.Dc occiipationibwiCai--<br />
<strong>di</strong>nale <strong>di</strong>acono <strong>di</strong>gnis: si legge anche tra<br />
i Discorsi del car<strong>di</strong>nal Mai a p. 159 dei<br />
Sermones latini. Gio. Lorenzo Certi agosliuiano,<br />
DcTitoli<strong>di</strong>itrihnilidn % E~<br />
,
232 T I T<br />
varisto Papa a preti <strong>di</strong> Rnina : si legge<br />
tra le sue Prose volgari, Firenze 1 7 Sp.<br />
An<strong>di</strong>eiicci,/?/.v.ver/. de Car<strong>di</strong>nalibus.O-<br />
nofiio Piiiiviijio, De Episcopatibiis, Ti-<br />
tiilis,etDiaeouiisCar<strong>di</strong>naliuin, Venetiis<br />
iSSy e altre e<strong>di</strong>zioni. CnitliualDe Luca,<br />
// Car<strong>di</strong>nale della S. lì. Chiesa prati-<br />
co. Michele Benveriga. Eminenza della<br />
<strong>di</strong>gnità car<strong>di</strong>nalizia e suoi titoliper ogni<br />
sorte <strong>di</strong> gente, eolla definizione del-<br />
la nohiltà, Monlefiascone 1716.<br />
TITOLO CLERICALE, Titnlus Clc<br />
ricalis. 11 titolo clericale o sacerdotale è<br />
necessario per entrare negli or<strong>di</strong>ni sagri,<br />
Titulw; ecclesiastieus, ed è <strong>di</strong> 3 sorta :<br />
quello d'un benefizio, quello <strong>di</strong> patriino-<br />
nio, e quello della povertà religiosa o del-<br />
la religione. Il titoli) del benefizio e del<br />
patrimonio, è<strong>di</strong>ffcrente secondo l'uso del-<br />
la <strong>di</strong>ocesi e la tassa de' vescovi: il titolo<br />
dell'online religioso o della religione con-<br />
siste nella professione religiosa d'un or-<br />
<strong>di</strong>ne che somministra l'alimento a tutti i<br />
suoi membri. Fu d concilio <strong>di</strong> Calcedo-<br />
iiia che vietò l'or<strong>di</strong>nazioni senza litoloao-<br />
che de'chierici. Secondo l'antica <strong>di</strong>sciplina<br />
non or<strong>di</strong>navasi alcuno senza obbligar-<br />
lo al servizio d'una chiesa, e per conse-<br />
guenza non conoscevasi altro titolo cleri-<br />
cale, fuori della chiesa alla quale un ec-<br />
clesiastico era attaccato per la sua or<strong>di</strong>-<br />
nazione,per servirsi perpetuamente e trarne<br />
la sussistenza. Questa <strong>di</strong>sciplina durò<br />
finché il concilio<strong>di</strong>Laterano 1 1 l,celebrato<br />
neh lygda Alessandro III, <strong>di</strong>chiarò che<br />
se un vescovo or<strong>di</strong>nava un <strong>di</strong>acono o un<br />
sacerdote senza un certo titolo bastante<br />
per la sua sussistenza, il vescovo sareb-<br />
be obbligato a somministrarglielo fino a<br />
che glielo avesse assegnato in qualche<br />
chiesa, ovvero avesse con che vivere del<br />
suo patrimonio. L'ultime parole <strong>di</strong> que-<br />
sto decreto servirono d'appoggio per sta-<br />
bilire a poco a poco l'uso delle or<strong>di</strong>nazio-<br />
ni senza chiesa, contentandosi d'una ren-<br />
<strong>di</strong>ta sufficiente, sia in benefizio o in pa-<br />
trimonio. 11 Cerlendì , Delle ohlazioid<br />
a//'
TIT<br />
venevole a un chierico, è sfato or<strong>di</strong>nalo<br />
dal s. concilio <strong>di</strong> Trento, che nessun seco-<br />
lare, quantunqueavesse tulle lealtiequalità<br />
necessarie per essere or<strong>di</strong>nalo, non può<br />
esser promosso agli or<strong>di</strong>ni sngri, se non fa<br />
prima constare ch'egli ha un benefizio ec-<br />
clesiastico o un patrimonio sullìciente pel<br />
suo mantenimento; volendo e <strong>di</strong>chiarando<br />
che le or<strong>di</strong>nazioni, che saranno siale<br />
fatte sul titolo <strong>di</strong> falso patrimonio, ren-<br />
dano le persone, che le avranno cosi ri-<br />
cevute, incapaci <strong>di</strong> esercitar le funzioni degli<br />
or<strong>di</strong>ni sagri. Un litoloclericale non pub<br />
essere tolto, e nemmeno alienato, tranne<br />
ii caso in cui il sacerdote abbia altri be-<br />
ni per vivere,o sia titolare d'un benefizio<br />
qualunque.<br />
TITOLO DELLA SS. CROCE, Ti-<br />
titlus ss. Crucis. Reliquia insigne saiili-<br />
fìcata dalla passioneecrocefissione <strong>di</strong> (ie-<br />
su Cristo, formalo dalle ^avoW-.JesusNa'<br />
znrcnus Rcx Judaeoriim, iscrizione che<br />
fu posta in cima delia si.Croce(r.).Con-<br />
viene sapere ch'era consuetu<strong>di</strong>ne de'ro-<br />
tnani, quando alcun reo si condannava a<br />
morte, ovvero ad allio grave supplizio,<br />
si pubblicasse al popolo il debito, o colla<br />
voce del ban<strong>di</strong>tore, o con iscriltura chiamala<br />
Titolo o Tabella, o Album Pre-<br />
toris. Si pubblicava poi alle volle il de-<br />
litto pel quale si castigava il malfattore,<br />
o con iscrivere sopra una tavoletta, che<br />
se gli portava innanzi, o con altro modo<br />
simile, come mettendo sopra della croce<br />
o della persona slessa paziente una scrit-<br />
tura, che <strong>di</strong>chiarasse la causa, per la qua-<br />
le fosse stato condannato. Ciò fu prati-<br />
cato non meno da' romani co'loro paga-<br />
ni, che con quelli che andavano al martirio.<br />
Gli esempi li riporta il p. Menochio,<br />
i5V«07r,cenluria 4>cap- \l^: Alcune osser-<br />
vazioni circa il titolo clellaCroce <strong>di</strong>Cristo<br />
Nostro Signore. Cosi fu praticato con<br />
Gesù Cristo dopo essere stato condanna-<br />
lo al supplizio <strong>di</strong> essere Crocefisso (V.),<br />
sopra la croce, pel quale titolo il romano<br />
preside Pilato fece scrivere, come si<br />
ha da s. Matteo cap, 27 : Hic est Jesus<br />
T I T 2^3<br />
Rcx Judaeorum. Dice s. Marco cap. i5:<br />
Erat tituluscaiisaeejus inscriptus: Rex<br />
/z^r/r/fO/7/w.Queslo tiloloTu scritlo,al rife-<br />
rire<strong>di</strong> S.Giovanni cap. 19; licbraice,grae'<br />
ce et lati/ie.e come si scorge dalla notabi-<br />
le parte che si venera in Roma nella C/t/e-<br />
sa <strong>di</strong> s. Croce in Gerusalemme [7^.). Se<br />
questo titolo fosse solamente allisso alla<br />
croce con chiodo (come rilevai parlando<br />
delle ss. Spine), ovvero portato avanti al<br />
Redentore,mentre andava al monte Calvario,<br />
non si conosce con certezza, non<br />
<strong>di</strong>chiarandolo negli evangelisti, negli antichi<br />
padri. Non<strong>di</strong>meno si crede comu-<br />
nemente, che il titolo fosse affisso sull' e-<br />
stremità della croce. ! giudei fecero gran-<br />
<strong>di</strong> istanze, che si mutassero le parole del<br />
titolo, e si <strong>di</strong>cesse che non era re de'giu-<br />
dei, ma che allettò <strong>di</strong> farsi re de'giudel.<br />
PeròPilato rispose: Quod scripsi,srripsiy<br />
e non volle mutar nulla, forse perchè da-<br />
ta una volta la sentenza, della quale era<br />
il titolo un brevissimo sommario, non si<br />
poteva fare più in essa mutazione alcu-<br />
na, e il p. Menochio riporta in conferma<br />
3 leggi ronìane. Alcuni credono che anco<br />
le croci de'due ladri, fra' quali fu croce-<br />
fisso il Redentore, avessero o uniti o stac-<br />
cali i loro lil(j|i. Quelli che sono <strong>di</strong> con-<br />
traria opinione adducono per ragione,che<br />
non praticandosi l'uso de'liloli co'delin-<br />
queiili per delitti conosciuti da tulli, ri-<br />
tengono che a'due ladroni non fu posto<br />
il titolo sulle loro croci. Il Marangoni,<br />
L'ammirabile conversione <strong>di</strong> s. Disma<br />
detto volgarmente il Buon Ladrone, ùv-<br />
ee nel lib. I , cap. 1. >• E quantunque er-<br />
rore quasi comune egli sia del pennello<br />
o del capriccio de'moderni pittori nel rap-<br />
presentare le immagini de'Iadroni croce-<br />
fisse con funi, ed i loro corpi non soste-<br />
nuti da chio<strong>di</strong>; non<strong>di</strong>meno egli è certoche<br />
tulli i rei si affliggevano con chio<strong>di</strong>". Al-<br />
tri rilevano dall'operato <strong>di</strong> Pilalo,che nel<br />
titolo volle notare la causa del suo supplizio,<br />
con far credere che Gesù <strong>di</strong> Na-<br />
zareth (onde 7\''
2T4 TIT<br />
per aver aspiralo alla sovraiiitìi de'glu-<br />
dei, il tlisposlo piiiltoslo Ja'coiisigli del-<br />
la <strong>di</strong>vina provvidenza; poiché Gesù Cri<br />
slo i:ra in elicilo il nuovo re de' giudei,<br />
de'gieci e de'ioinani, e come lale il tito-<br />
lo era stalo sciillo nel linguaggio de' 3<br />
popoli, ond'essi potessero leggerlo, e tri-<br />
butare i loro omaggi a (piello che avea<br />
<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> esigerli. Si può vedere s. Pru-<br />
denzio, ylpnth. ad
T 1 T<br />
lo c:l)'c in Rouìci: l'isci izione de! i ."è in j li-<br />
nee, dove quella tlel 2.°nonè che <strong>di</strong> 3. Ma il<br />
p.DeConieiis-Schehnis dotto cisteicien-<br />
j<br />
se, neir eru<strong>di</strong>tissimo e critico Coinmen-<br />
;<br />
! tarius<br />
I<br />
de Scssorianis prtiecipiiis P,is-<br />
sioiiis D. N.J. C. reliqui{s,à\c\\\a\a: Ti-<br />
tulus,(fiiiin Ihlosana ecclesia <strong>di</strong>cìtur as-<br />
servavi, falsitatis nota lahorat.Q p.233 e<br />
seg.;quin aiicioruin,guiTituli particulas<br />
vel ad Tolctanatn,velad Tolosavam ec-<br />
clesias missas esse autumant, refelliliir<br />
opinio, a p. I i5 e seg. Bensì il p. Corrie-<br />
ris riconosce il fi ammentoche Innocenzo<br />
V ni donò air.nnibascialore veneto Girolamo<br />
Donato, il quale lo regalò alla chie-<br />
sa della C. Vergine de'religiosi serviti <strong>di</strong><br />
Venezia. E l'olito frammento che i cano-<br />
nici regolari, che anticamente avevano iii<br />
cura la basilica <strong>di</strong> s. Croce, portarono a<br />
quelli della chiesa <strong>di</strong> s. Fre<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> Luc-<br />
ca. Imperocché narra il Besozzi che i ca-<br />
nonici regolari,che dopo Alessandro li furono<br />
stabiliti in s. Croce, erano appunto<br />
<strong>di</strong> detta celebre congregazione <strong>di</strong> s. Fie-<br />
<strong>di</strong>nno, e per molto tempo i car<strong>di</strong>nali li-<br />
tolari furono della medesima per privi-<br />
legio pontifìcio confi rmato da Alessandro<br />
III. Delle particelle del ss. Titolo si vene-<br />
rano in più chiese, come nella basilica La-<br />
leranense, e donala dal car<strong>di</strong>nal Lanj-<br />
bruschini, il che registrai nel voi. XII, p.<br />
2 I . La I .''invenzione del ss. Titolo, il p. De<br />
Corrieris Talli ibuisce al titolare car<strong>di</strong>nal<br />
Caccianemici, che neh i44 <strong>di</strong>venne Lucio<br />
II, che vi oppose i suoi sigilli. Msn-<br />
tre il car<strong>di</strong>nal Pietro IMendoza arcivescovo<br />
<strong>di</strong> Toledo e litolare <strong>di</strong> s. Croccio Gerusalemme,<br />
in questa faceva eseguile va-<br />
ri restauri, in cima dell'arco della chiesa,<br />
nella parte superiore della cupola sopra<br />
il coro e l'apside fu ritrovato a'27 gennaio<br />
1492 il ss. Titolo della croce in una<br />
cassa <strong>di</strong> piombo con 3 sigilli e iscrizione,<br />
che il Bosio nella relazione circostanziala<br />
della scoperta, nel suo trattato De Crii-<br />
re trillilijìhaiìte. <strong>di</strong>ce lungo pollici ; g e .<br />
Giusto Lipsio nel libro De Criire, crede<br />
che debba essere stato <strong>di</strong> 1 2. IMeglio il p.De<br />
T 1 T 2 : :<br />
Corrieris ne tratta e v'\puvla'\\facsimile»<br />
<strong>di</strong>cendolo scritto: Titi<strong>di</strong> characteres ru-<br />
bri in plioenieiiim, seu castaneiun colorem<br />
modo ei'aserunt, ac quaedani tantum<br />
pliuìtheo-nigrae maeidae aline ce-<br />
riisòiie ejfusioacni iii<strong>di</strong>caiit. L'iscrizione<br />
ebraica la credecomposfo <strong>di</strong> siriaco o siro-<br />
gerosolimitano. Che il ss.Titulo è <strong>di</strong> legno<br />
o <strong>di</strong> corteccia d'albero, non mai <strong>di</strong><br />
caria come pi etendono alcuni, però con-<br />
futati da altri, come ezi-nn<strong>di</strong>o lo fuiono<br />
quelli che sostennero che ognuna delle 3<br />
lingue ebbe il titolo,menlre è provato che<br />
uno solo fu il titolo in cui furono <strong>di</strong>pin-<br />
te le 3 iscrizioni. Quanto alla grandezzti<br />
del ss. Titolo esistente in s. Cioce, ecco<br />
quanto <strong>di</strong>ce il p. De Corrieris. » Jeruni<br />
ijiiiim Biircìun<strong>di</strong>{\\Mìe%\.io delle ceremonie<br />
che fu pieseute quando Innocenzo<br />
Vili si recò a vedere il ss. Titolo, lo toccò<br />
e lo descrisse), et Sarzaiicusis (Leonardo<br />
<strong>di</strong>Sarzana the <strong>di</strong>e conto della scoperla<br />
presso il Marini, Archiatri I. 2, p. 2 3c))<br />
aiictoritas, nipote qui Titulum vel cer-<br />
tissime proprius inspexerunt, vel ej'us<br />
illtistralioni se<strong>di</strong>dam contulerunt opc~<br />
ram, caeterorum senlentiae longe anteponenda<br />
sii in propatulo habemus, tiuic<br />
Titilli partcni, quae reliqua erat, hebraicc,<br />
graece et latine. Js Njzarenus<br />
Re prae se ti<strong>di</strong>sse tantummodo vei'ba,<br />
ejiisquc longitu<strong>di</strong>nem uno panilo miniis<br />
palmo /iltitii<strong>di</strong>nem vero orto eireiter un-<br />
eiis conclu<strong>di</strong>. Il Papa Innocenzo Vili a'<br />
1 2 marzo, dopo aver visitato la chiesa <strong>di</strong><br />
s. Gregorio,! <strong>di</strong> cui licorreva la festa, vi si<br />
recò a venerarlo con tutto il sagro colle-<br />
gio, ed il car<strong>di</strong>nal Mendoza fece collocare<br />
il ss. Titolo in una custo<strong>di</strong>a d'argento.Con-<br />
temporaneamente al ritrovamento del ss.<br />
Titolo, giunse in Roma la fausta notizia<br />
della conquista <strong>di</strong> Granata auwUoì mo-<br />
ri, ed i preziosissimi donativi <strong>di</strong> Bajazet II<br />
al Papa, cioè la ss. Lancia (/ .), e le ss.<br />
Canna e Sjìonga (/"'.) consagrate nella<br />
Passione <strong>di</strong> Gesù Cristo. llCancellieri, )9/s-scrt.<br />
episl. bibliografiche, a p. 2o4 e 406<br />
1 ipoila le relazioni dello scoprimento del
5.10 T 1 T<br />
s*!. Titolo, con altre criulite notizip. In<strong>di</strong><br />
A lessaiulio V 1 colla hoWn A<strong>di</strong>nirahiU' Sa-<br />
criinicntuni \'ÌK'ifìcae Crucis, de' 2r) lu-<br />
glio 1496, Bull. Rom.t. 3, par. 3,^.237,<br />
concesse l'indulgenza plenaria e lu remis-<br />
sione <strong>di</strong> tulli i peccali, a quelli che aves-<br />
sero visitato la basilica <strong>di</strong> s. Croce in Gerusalemme<br />
nell'ultima domenica <strong>di</strong> gen-<br />
naio, anniversario del felice ritrovamento<br />
del ss. Titolo. Il car<strong>di</strong>nal Desozzi, La<br />
.storiti della basilica <strong>di</strong> s. Croce in Gerusale/n/nc,<br />
de<strong>di</strong>cala a Denedetlo XIV,<br />
Del novero <strong>di</strong> sue insigni reliquie registra:<br />
Tre pezzi del legno della ss. Croce, ripo-<br />
sti ivi da Costantino I ; il ss. Titolo <strong>di</strong>e<br />
fu posto sopra la detta Croce <strong>di</strong> Gesù Cri-<br />
sto, scritto con parole ebraiche, greche e<br />
Ialine; uno de'ss. Chio<strong>di</strong> e due ss. Spine,<br />
co'quali fu crocefisso e coronato GesùCri-<br />
sto; e la traversa della Croce del buon la-<br />
drone s, Disma, ec. Il p. De Corrieris de-<br />
scrive il reUquiario o teca d'argento nel-<br />
la quale il car<strong>di</strong>nal Mendoza racchiuse il<br />
ss. Titolo, e quello rinnovato e ornalo nel<br />
182') dall'altro titolare car<strong>di</strong>nal Zurla,<br />
benemerito della basilica. Il Novaes, che<br />
ri[)orlò nella Storia de' Pontefici varie<br />
• nozioni sul ss. Titolo, <strong>di</strong> cui mi giovai al-<br />
trove, <strong>di</strong>ce che il Bercastel lasciò scritto,<br />
the ancora si <strong>di</strong>spulava sull' autenticità<br />
«lei ss. Titolo della Croce, poiché osserva<br />
essere tale la sorte generale <strong>di</strong> quasi tul-<br />
le le reliquie della santa umanità del <strong>di</strong>-<br />
vin Salvatore, per cui conclude. Assicu-<br />
rati come siamo <strong>di</strong> possedere Gesii Ciislo<br />
tutto intero nella ss. Eucaristia, in questa<br />
sorgente inesauribile d'ogni virtù, abbia-<br />
moon(lea[)pagare l'esercizio del cidlo no-<br />
stro religioso, piultosloche impegnarci in<br />
<strong>di</strong>scussioni e in <strong>di</strong>spute, che quasi sem-<br />
pre pregiu<strong>di</strong>cano la carità e spesso anco-<br />
ra alla semplicità della fede. Ma ormai,<br />
ed anche pel dello Coninientarius (ìe\ p.<br />
]Je Corrieris, è universalmente ricono-<br />
sciuto che la basilica Sessoriana <strong>di</strong> s.Cro-<br />
ce in Gerusalemme possiede l' identifico<br />
ss. Titolo della vera Croce, sid qualescris-<br />
sero purei seguenti autori. Giovanni Ri-<br />
T I T<br />
\ì,Liì)elliis de Titulo et Fnscrintione sa*<br />
liitiferae Cr«r/.y, Basileae i 'j49-^'"**^Pp2<br />
M.' Caraccioli, De titulo Crucis <strong>di</strong>ssert.<br />
e sacrae, et profanae historiae inonU'<br />
mentis. Neapolii643. Onorato Nicquet,<br />
/Ustoria et mysteriwn tituli s. Cruci.<br />
D. N. J. C, Parisiisi648, et cum Lipsio,<br />
De Cruceetejusdeni f/V«/f////.Antuerpiae<br />
1670. J. Giorgio Wilke, De Cruce Cliri'<br />
sti, de genere supjìlicii ej'us, fuerint ne<br />
judaeis nsitatuni,de altitu<strong>di</strong>ne, itenifor'<br />
ina titulo ac im'cntione, vul
TIT<br />
TITOLO D'ONORE, Dignità.^, Ti-<br />
fii/iis ìioiìnrarius. Nome <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnilà, gra-<br />
do, o nome che in<strong>di</strong>ca tali cose per ono-<br />
rificenza. Il titoloè il nome <strong>di</strong> alcuiieqna-<br />
lilà che si dà per onore aPriiicijn (J '.)<br />
e a'gran<strong>di</strong> Sigiioi-i (T.). Si dà per esem-<br />
pio a^V Lupeva tori e a Re (f .) il titolo<br />
dì Maestà, Augusto, Cesare, Sire {f^.);<br />
a'principi i titoli <strong>di</strong> Altezza e <strong>di</strong> Scre?ìis-^<br />
sinio (f^.)j agli altri titolati i nomi <strong>di</strong> Eccellenza<br />
e Illustrissimo [T.). Nella Gerarchia<br />
Ecclesiastica[ /- .),alFapa si danno<br />
i titoli <strong>di</strong> Santo PacIre,Santità, Bea^<br />
tissiino (/'.),<strong>di</strong> Nostro Signore (P.): essi<br />
poi per umiltà s'intitolano Servus Ser-<br />
i'orum Dei (P-). S\ (ih a' Car<strong>di</strong>nali [f^.)<br />
il titolo <strong>di</strong> Eminenza e Eminentìssimo<br />
{ì'.); a Prelati (F.) i titoli à' Eccellenza<br />
Rci'erenclissima o d' Illustrissimo e Re-<br />
veren<strong>di</strong>ssimo (F.) e <strong>di</strong> Monsignore {F?j.<br />
Al clero secolare, Don, Reverendo, Re-<br />
vereiuliisimo,Abbate[F.),cos,\\ altri ag-<br />
giunti propri della Dignità (E.). Al clero<br />
regolale, Erate, Fratello, Don, Ca-<br />
nonico. Padre, PaternitàjReverendo, Reveren<strong>di</strong>ssimo<br />
(F.). Alle Religiose, Suor,<br />
]\Iadre, Canonichessa, Ahhadessa [F.).<br />
Dell'origine, significato, ed a chi spettano<br />
(|uesti ed altri titoli, a'ioro numerosi ar-<br />
ticoli ne trattai con particolarità e qualche<br />
<strong>di</strong>(rusione,anchede'tiloli d'onorenon<br />
più in uso; ed analoghe nozioni si ponno<br />
leggere a Nome. Cognome e Sopranno-<br />
me. Il nome assoluto <strong>di</strong> Dominus e <strong>di</strong> Signore<br />
(F.) si conviene a Dio (/^.); quello<br />
<strong>di</strong> Nostra Signora [F.) per eccellenza si<br />
dà a Maria Fergine (F.) Immacolata<br />
(del (piai vocabolo e singolare pregio, ra-<br />
gionai nel voi. LXXllI, p. 42). IMolto si<br />
occuparono intorno a'titoli gli antichi i-<br />
taliani e altri popoli, anche con eccesso,<br />
onde si formò il tilolario o libro e regi-<br />
stro de'litoli, per servire <strong>di</strong> regola all'e-<br />
tichetta della scienza aral<strong>di</strong>ca e del bla-<br />
sone, arte e cognizione che tratta piincipalmente<br />
<strong>di</strong> quanto spetta a'titoli e pre-<br />
<strong>di</strong>cati d'onore, agli Slemmi (F.) gentili-<br />
zi, alle leggi e regolamenti <strong>di</strong> essi. Si suol<br />
VQL. LXXV.<br />
TIT 3^7<br />
<strong>di</strong>videre l'aral<strong>di</strong>ca in due parli : lai.'''rigiiarda<br />
i pre<strong>di</strong>cati d'onore, i titoli <strong>di</strong> No-<br />
biltà (^F.). gli attributi <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> questi<br />
secondo le nazioni e le loro costuman-<br />
ze; come pure si estende a'privilegi e alle<br />
prerogativechevalgonoa <strong>di</strong>stinguerei va-<br />
ri gla<strong>di</strong> <strong>di</strong> nobiltà. La 1.'' parte tratta del-<br />
le armi e stemmi gentilizi o sia del bla-<br />
sofie, delle insegne e <strong>di</strong>stintivi delle fa-<br />
miglie. La significazione <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>cato riguarda<br />
quell' aggiunto o ad<strong>di</strong>ettivo che<br />
sì <strong>di</strong>ce o si pre<strong>di</strong>ca del nome sostantivo.<br />
Allorché si accenna la qualità d'una per-<br />
sona usiamo <strong>di</strong>re: il tale è in buono o in<br />
cattivo pre<strong>di</strong>cato d'onore, s'intende quel-<br />
la qualità che giusta il volgar modo <strong>di</strong> par-<br />
lare <strong>di</strong>slìngue iGe/z?//«ow//»" (F.) da'ple-<br />
bei, e nobiltà sì chiama ; che considerata<br />
nel suo genere non ha nome proprio, ma<br />
nella sua specie designa ecapisce que'gra-<br />
<strong>di</strong>,che comprendonsi co'pre<strong>di</strong>cali onorifi-<br />
ci <strong>di</strong> Signore, Don, Messere, Ser o Sere,<br />
Donna, Dama, Madonna, Madama, e«<br />
gregio, Magnifico , a m6\\.o Magnifico ^<br />
spettabile, Nobile o Patrizio, Nobiì Uomo,<br />
Gentiluomo, Cavaliere, Illustre o<br />
perilluslree molto \\\{i^We, Illustrissimo^ '<br />
Chiarissi/no, Osservan<strong>di</strong>ssimo, Colen<strong>di</strong>ssimo<br />
, Diletto, Caro e Carissimo,<br />
Eccellentissimo ed Eccellenza (F.), siccome<br />
componenti le monarchie e i prin-<br />
cipati; più altre inferiori <strong>di</strong>gnità e titoli,<br />
che hanno in se certa preminenza o qua-<br />
lità civile, attribuita dal consenso delle<br />
genti ad alcuni sopra i molti. Non avendo<br />
fallo articoli pe'titoli d'onore e pre<strong>di</strong>cati<br />
<strong>di</strong> Egregio e Spettabile, ne darò qui un<br />
cenno. 11 titolo e pre<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> Egregio, a<br />
grande riputazione era salilo negli andati<br />
tempi, derivalo dal latino egrcgius, quasi<br />
ex tofo grege electus ejceellens emi'<br />
. velati<br />
nens, tanto che egregi o perfettissimi ve-<br />
nivano chiamali i <strong>di</strong>fensori delle città, cioè<br />
a <strong>di</strong>re que'giu<strong>di</strong>ci. cui spellava la tratta-<br />
zione del le cause <strong>di</strong> somma minore a sca-<br />
<strong>di</strong> 3oo d'oro. In tal numero furono anno-<br />
ìmagistrati municipali.i decurioni,<br />
ed i pretori che non aveano mero e mi-<br />
'7
2j8 11 T<br />
sioiiiiperOjina'iniitafn giiiii><strong>di</strong>zioiiCjmen-<br />
Ire i picluri con tale iiiiloi ita a\eaiio fi-<br />
rollà (li |innii-e colla moile. e allie juidì-<br />
i-ioni potevano iiillii;f;''rc. Anllcanicnle il<br />
juetlicalo ili egregio fu comune a'[jiiniaii<br />
juelali calile persone incigni, ed anco par-<br />
ticolare <strong>di</strong>stintivo de'principi, comesi leg-<br />
ge sulla lotìi\):ìót-\\\gr('giii'-Dofnìmi':ìjo-<br />
nifucio padre della Sti-ciìissimnc Dorili-<br />
ìKie Coiiìitisxac Matilde. Egregi erano<br />
pre<strong>di</strong>cati ancliei principi della casa d'Esle<br />
nel I 33 1 , dati dal Dandolo doge <strong>di</strong> Vene-<br />
zia. IMatleo Visconti confermato vicario<br />
imperiale nel i agS, fra'[ireJicati <strong>di</strong> cui egli<br />
si onora, [)0itn fjuelio d'egregio nomo,<br />
er non 1 rij)roduire molli altri esenijìi.<br />
Continuando tal pre<strong>di</strong>cato dovnucpie in<br />
1 Icilia, si ddRise a denotare le persone d'ai -<br />
la con<strong>di</strong>zionee <strong>di</strong> nobiltà cospicua. Al <strong>di</strong>le<br />
del Crescenzi, n*i\V Anfiteatro roma-<br />
no, egregio e Spctl^.'/'ilc suonano Io slesso<br />
in titolo d'onore. Sotto l'impei oroma-<br />
no entrava l'egregio fi a' titoli illustri in-<br />
trodotti da Costantino I. 11 pre<strong>di</strong>cato si e-<br />
>lese anche a persone celebri per fatti e ge-<br />
sta illustri. Pe'gruduali in alcuna scienza,<br />
vostiiui vasi all'egregio il molto eccellente.<br />
( ome tutti gli altri titoli anche l'egregio<br />
si rese meno <strong>di</strong>stinto, usandosi in vece de'<br />
S'iperlalivi Signor Signor Padrone Co<br />
l'ii<strong>di</strong>ssiino. 11 titolo e pre<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> Spet-<br />
l:dnlc. ripete l'origine, come quelli d'e<br />
gregio e d'illnstic, (inoda'lempi degli ul<br />
limi im|)eralori ron)ani , e foise fu uno<br />
«le'4 allora in cosluiiie. Se nedecoraro-<br />
l'O talvolta i senatori, poi i proconsoli del-<br />
le [)roviucie, i vicari del prefetto del pie<br />
Iorio e altri semplici ufllziali. 11 Panciro<br />
lo ne fa compartecipi il pretore <strong>di</strong> Roma,<br />
il prefetto devigilij i proconsoli, i legati,<br />
ii prefetto d'Egitto, i duchi, i marchesi,<br />
) conti e altri principali che riconosceva-<br />
»io la <strong>di</strong>gnità dall'imperatore. Cos'i anche<br />
li a gli spettabili annovera vansi allora i ve-<br />
scovi, i senatori <strong>di</strong> Roma, ed altri costi<br />
tniti in <strong>di</strong>gnità maggiore a'chiarissimi, e<br />
minore <strong>di</strong>grilinsli i. Lo spellabile inoltre<br />
conferivasi a (jiielli the ne'dominii della<br />
T 1 T<br />
s. Sede governavano le pi'ovincie, e <strong>di</strong>jKii<br />
passò pure a'cnpitani <strong>di</strong> guerra e ad altre<br />
classi, come de'coliocali in eminenti <strong>di</strong>-<br />
gnità alla corte, nelle provincie e negli e-<br />
serc! ti. Coni poteva a'conli pai. il ini, e a 'dot-<br />
tori (piando avessero letto dalle caitc<strong>di</strong>e<br />
pel corso <strong>di</strong> io anni. Allorché i duchi nomavansi<br />
spetlabili, la loro anloiilà con-<br />
cerneva un'autorità semplice a mini nislra-<br />
tiva. Tali erano con titoli} <strong>di</strong> speltaliili i<br />
governalori delle provincie, a beneplacito<br />
de'sovrani. L'imperatore l'usava colla re-<br />
pultblica <strong>di</strong> Genova, cogli stati de' regni<br />
<strong>di</strong> Dalmazia, Crouzia e Schiavonia, non<br />
che versoi comitali d'Ungheria. Nella clas-<br />
se degli spettabili
T I T<br />
prolissa. Solo flirn ohe se nella chiesa la-<br />
lina dopo il Papa e i Car<strong>di</strong>nali succedono<br />
il Patriarca, i Primati, i Metropolitani,<br />
gli Arcivescovi , i Fcscovi anche<br />
in partibus, gli Jhbati (T'.)ec. ec.; nella<br />
chiesa orienlale olirei titoli e <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong><br />
Patria rea, i\\ 3Ietropolitano,i\ì Ài'cive-<br />
scovo, <strong>di</strong> Vescovo^ <strong>di</strong> Abbate, secondo i<br />
<strong>di</strong>versi riti vi furono gli Esarca, i Pro-<br />
ìotrono , i ISIafriano , i Cattolico (T-),<br />
titoli d'onore ecclesiaslici corrispondenti<br />
o maggiori de'precedenti. L'imperatore o<br />
Czar (V.) delle Russie, quale capo della<br />
chiesa greca Eterodossa, ha il titolod'^/»-<br />
ioerata. cl>e spiegai a Piussia. De'molte-<br />
plici titoli onorifici dati a' Papi ragionai<br />
a* loro <strong>di</strong>versi articoli, come <strong>di</strong> Fiearin<br />
<strong>di</strong> Gesù Cristo, Successore <strong>di</strong> s. Pietro,<br />
supremo Gerarca , Sommo Pontefice<br />
{/^'.)ec.ec.; <strong>di</strong> quelli dati al Sagro Col-<br />
legio Aq Car<strong>di</strong>nali, ne parlai anche nel<br />
voi. X, p. I t. Il p. Menochio,iS'/7/07'e,cent.<br />
c), cap. 72: De' titoli d'onore dati ad al<br />
cune <strong>di</strong>gnità ecclesiastiche, <strong>di</strong>ce che i ti-<br />
toli che si danno ad alcune persone per<br />
onorarle, o convengono per la <strong>di</strong>gnità e<br />
per l'onicio che hanno, ovvero per ragio-<br />
ne [ìarticolnre del loro valore o merito<br />
j)ersona!e. Osserva poi che nell'antica re-<br />
pubblica romana rare volte furono in u-<br />
so i titoli annessi agli offici e <strong>di</strong>gnità ci-<br />
vili; e che il medesimo si praticò nel prin-<br />
cipio della nascente chiesa, quando i ve-<br />
scovi , i Papi, e gli altri ecclesiastici nel<br />
rigore delle persecuzioni erano or<strong>di</strong>nariamente<br />
vittime della fede cristiana, ed attendevano<br />
più ad animarsi e mantenersi<br />
nella vera religione, che ad onorarsi con<br />
titoli , massime perchè abbondavano <strong>di</strong><br />
quelli che si devono alla virtù della per-<br />
sona, onde più facilnienle potevano procedere<br />
parcamente negli altri che vanno<br />
in compagnia della <strong>di</strong>gnità. Così s. Cipriano<br />
scrivendo a s. Cornelio Papa, usò (pie-<br />
sto saluto : Cyprianus<br />
Cornelio fratri<br />
suo salutem. ^'introdussero poi ragionevolmente<br />
i titoli d'onore, perdarsi acliiunque<br />
fosse in posto e <strong>di</strong>gnità <strong>ecclesiastica</strong>,<br />
T 1 T ?. 19<br />
e cos'inegli scritti de'greci si trovano spes-<br />
so i seguenti dati a'vescovi: Beatissinvc^<br />
Religiosissimus. Dea amal-ilis. Sanctis-<br />
simus, Deo <strong>di</strong>lectissinius, ed altri simili.<br />
De'quali titoli quanto furono facili a darli<br />
i cattolici, altrettanto fiuono ristretti gli<br />
eretici, come notò s. Gio. Crisostomo. Il<br />
titolo poi <strong>di</strong> Santissimo fu riservato so-<br />
lamente al Papa, restando a'vescoviquel-<br />
lo <strong>di</strong> Reveren<strong>di</strong>ssimo e a\\v\ 'i\vn\\'\.Fuòi\-<br />
to puie il titolo <strong>di</strong> Santissimo agl'im-<br />
peratori quantunque idolatri e <strong>di</strong> corrot-<br />
tissimi costumi, non solo secondo l'uso, ni.-ì<br />
per la podestà ricevuta da Dio per gover-<br />
nare, il quale la concede non solo a'buo-<br />
ni piincipi, ma talvolta anco a'viziosi per<br />
castigo de' popoli. E siccome il titolo <strong>di</strong><br />
Santo e Santissimo sono sinonimi <strong>di</strong> Ve-<br />
nerabile e Fenerabilìssimo (V.), .sem-<br />
bra che in questo senso fossero chiamati<br />
g'imperatori ancorché pessimi, pel cari-<br />
co e officio che sostenevano, degno <strong>di</strong> l'i-<br />
spelto e venerazione. Inoltre a'|)iù cru-<br />
deli e indegni imperatori fu dato il titolo<br />
<strong>di</strong> Divino, Divo e Divinissimo. All'ai» 1-<br />
colo Sovrani notai i titoli d'onore e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>gnità concessi loro da' Papi, e come ta<br />
lora ad altri essi glieli vietarono e tolse-<br />
ro; meglio ancora ne ragionai a Stati ri<br />
REGNI TRIBUTARI DELLA S. SePE. L'ultiuiO<br />
esempio lo<strong>di</strong>ès. Pio V con elevare a granduca<br />
il duca <strong>di</strong> Toscana, per togliere le<br />
questioni <strong>di</strong> precedenza cogli Estensi duchi<br />
<strong>di</strong> Ferrara, titolo egualmente com-<br />
partito tla'Papi. Papa s. Leone III rinno-<br />
vò in Carlo Magno l'impero d'occidenie<br />
e il [\\o\()(\' Imperatore romano: come se<br />
ne alfrontarono gì' imperatori d' oriente<br />
lo notai a PiE, <strong>di</strong>cendo del titolo <strong>di</strong> Jia~<br />
siléi's <strong>di</strong> cui si fregiavano, negandolo a-<br />
gl'imperatori d'occidente. Papa Vittore<br />
li proibì a Federico I re <strong>di</strong> Castiglia tl'uì-<br />
titolarsi Imperatore, ed altrettanto lece<br />
(jiegorio X con AlfonsoX re<strong>di</strong> Castig!i;i<br />
e <strong>di</strong> Leon; tultociò, per quanto narrai ft<br />
Spagna. Clemente V con una bolla <strong>di</strong>chia-<br />
rò, che se la s. Sede e il Papa nomina al-<br />
cuni principi a voce o per lettere, eziaii-
oGo T I T<br />
<strong>di</strong>o scienf emonie, col l'itolo <strong>di</strong> reo <strong>di</strong> qua-<br />
I<strong>di</strong>iqiio nlfra <strong>di</strong>gnità sovrana, non peiqtie-<br />
sto s'intende confermato in lui il <strong>di</strong>ritto<br />
che crede avere, e ad esso ninna nuova<br />
ragione gliene deriva. Raccontai a Scozia,<br />
che il successore Giovanni XXll nelle <strong>di</strong>-<br />
spule <strong>di</strong>(|uel regno traOdoardolI red'Inghillerra<br />
e lloberto I, scrivendo a que-<br />
sti nel iS'ao si scusò se non gli dava il ti-<br />
lulo reale. MaPvobertoI protestò che mai a-<br />
Mchbe ascoltato parole <strong>di</strong> pace, né ricevu-<br />
to le lettere pontidcie, ove non fosse chiamalo<br />
re. Vedendo il Papa compromessa<br />
la sua <strong>di</strong>gnità, in una lettera de'2 i otto-<br />
bre aggiunse il chiesto titolo, protestando<br />
ciie con ciò non intendeva <strong>di</strong>minuire<br />
e pregiu<strong>di</strong>care le ragioni <strong>di</strong> Odoardo li;<br />
ed in altra lettera gli spedì copia della bol-<br />
la <strong>di</strong> Clemente V, <strong>di</strong>chiarando che ad es-<br />
sa egli uniforma vasi, scrivendo nello stes-<br />
so senso a Odoardo li. Avendo Filippo<br />
li re <strong>di</strong> Sj)ai;na [V.), per eliminare l'ec-<br />
cessivo abusoacuieranogiuntii titoli d'o-<br />
nore, pubblicata una y;r
T IT<br />
N. jV. in proposilo dcllnprivaln'a del ti-<br />
tolo <strong>di</strong> Priinogeiiilo della Chiesa, attri-<br />
buito al re <strong>di</strong> Francia dal sigS duca <strong>di</strong><br />
Saiiit-Agnan, suo ambasciatore al con-<br />
clave dell'] ^ojiella sua allocuzionefaitaal<br />
sagro collegio. In essa l'autore vol-<br />
le provare, che questa privativa abbiaiila<br />
piuttosto gl'imperatori, esseiiilo il primo<br />
Figliuolo che fia'soviani della terra ab-<br />
bia avuto la Chiesa, l'imperatore Costan-<br />
tino I il Grande che tal glorioso titolo <strong>di</strong><br />
Primogenito della Chiesa ti astnise a'suoi<br />
successori, i quali pe'due seguenti secoli<br />
innanzi <strong>di</strong> Clodoveo I re<strong>di</strong> Francia, tro-<br />
vansi perciò appellati or<strong>di</strong>nariamente da*<br />
sommi Pontefici Figliuoli e Cristianissimi<br />
, e continuarono anche in appresso<br />
a dar loro un simile titolo. Anzi soggiun-<br />
geva, nel Ceremoniale usato dagli stessi<br />
Pontefici nel rito della Coronazione de-<br />
gl'imperatori (^ •), il Papa adottava solennemente<br />
per figlio rimperatore,il qua-<br />
le rito non trovasi chesi sia mai praticato<br />
con altro principe dellaChiesa. Dopo molli<br />
argomenti, contrari alle pretensioni della<br />
Francia, conclude l'autore.che i<br />
primi ve-<br />
stigichesi trovanodel \.\\.o\o(ì\Pri/nogeni-<br />
to della Chiesa dalo a' re <strong>di</strong> Francia, sono<br />
versola metàopoco prima del secolo<br />
XVII, siccome ne fa fede Gio. Giacomo<br />
Chilllel nel trattato, ri/uliciacllispanice.<br />
Ne! l'accennata ristampa della Lettera, uscì<br />
insieme una F>.isposta,la quale ristabilisce<br />
il combattuto <strong>di</strong>ritto de're <strong>di</strong> Francia, ri-<br />
conosciuto ne'medesimi da Giorgio Dietrich<br />
nelle sue3^o^t' sulla bolla d'oro, da<br />
Gio. Cristoforo Ceemann, da Ernesto Co-<br />
kelio, da Corrado Schurzlleisch, e quello<br />
ch'è più importante dagli stessi Papi come<br />
chiaro apparisce dalcap. 9 del Concordato<br />
tra Alessandro VII e Luigi XIV<br />
re <strong>di</strong> Francia, stabilito in Pisa nel 1664,<br />
e dall'operelladel car<strong>di</strong>nal Celestino Stou-<br />
drati intitolala: Legalio marcìnonis Lu.-<br />
vardLnillomamJYlaXQ Risposta a vea per ti-<br />
tolo: /^rt/c/t deliAb.N.N.al sig.rN.Kin-<br />
torno la Lettera ec. in data <strong>di</strong> Pioma 24<br />
aprile 1754- Tre cose prende l'aulure a-<br />
TIT 261<br />
pologisla a <strong>di</strong>mostrare contro l'auloredel-<br />
la Lettei-a. i. Che le ragioni da lui recate<br />
per contendere al re <strong>di</strong> Francia il titolo<br />
<strong>di</strong> Primogenito della Chiesa, ed attri-<br />
buii lo all'imperatore, nulla concludono.<br />
2. Che l'epoca da esso fissata dell'acquisto<br />
<strong>di</strong> ([uesto titolo fatta da' re <strong>di</strong> Francia,<br />
è piì^i che falsa. 3. Che la sua impresa<br />
non è in alcun modo plausibile. Chi poi<br />
volesse esaminare le ragioni <strong>di</strong> queste due<br />
Lettere, veda la Dissertazione critica sopra<br />
i titoli <strong>di</strong> Primogenito della Chiesa<br />
e <strong>di</strong> Cristianissimo del re <strong>di</strong> Francia,colla<br />
risposta (<strong>di</strong>a /nedesi/na, Koma.<br />
i yòy.della quale vi è un bell'estratto nel<br />
t. I o della Storia letteraria d'Italia del<br />
p. Zaccaria, a p, 224 e seg.<br />
II p. IMenochio nella cent. 12, cap. 1'^:<br />
Della vanità, de'liloli co'qualigli uomini<br />
vogliono essere onorali, <strong>di</strong>ce ch'è sem-<br />
pre stato costume o meglio abuso degli uo-<br />
mini <strong>di</strong> porre grande premura ne' titoli<br />
d'onore, che slimano convenir loro, luche<br />
siccome non devesi biasimare che a ciascuno<br />
si <strong>di</strong>ano quelli che per rispetto al-<br />
la noliiltà, a'gra<strong>di</strong> e oilici che hanno gli<br />
sono dovuti, cosi è vituperevole e ri<strong>di</strong>co-<br />
lo l'essere in ciò troppo sottile ed esigen-<br />
te, ovvero anco l'attribuirsi per gonfiez-<br />
za e superbia quelli che in niun modo gli<br />
convengono, nel cheanticaiiienlealcunire<br />
barbari arrivarono a tale eccesso che non<br />
si pouno leggere senza riso que'litoli coi<br />
quali pretendevano essere onorati dagli<br />
altri, e che da per loro stessi si attribui-<br />
vano. Riferisce Appiano, /list. lib. i 7, che<br />
Sapore l re<strong>di</strong> Persia seri vendo a Costan-<br />
tino I imperatore, cominciò con questi titoli<br />
la sua lettera: Sapore re de re, compagno<br />
delle slelle,fratello delSole e del-<br />
la Luna, a Costantino miofratello sa-<br />
Iute. Racconta il greco Teofilato, Ilìst.<br />
cap. 7, lib. 4,<br />
*:he il principe Varamo ri-<br />
belle <strong>di</strong> Cosroe 11 re <strong>di</strong> Persia, gli <strong>di</strong>res-<br />
se una lettera che cominciava con queste<br />
ampollose parole: Varamus Deoruniamie<br />
US,vici or, illustris,tyra.nnoruni inimi-<br />
cus (al ricordalo articoloTxBAiVi\o <strong>di</strong>ssi che
262 T 1 T<br />
fu piae lilolu ptiiicifjesco), Salraim pio-<br />
leru/n tiuUu.. Vt-rslcaruin copiar lun Ini-<br />
ptraluf, sapicui- Priiictps, /liigiosusJn'<br />
« ulpabilìs, bea lui, \>oli contpos, wiicran -<br />
du.s, aecoiiuniicus, i)ro\'idus\ ntiliy, humanus.<br />
Cliosioac. fforniisdae (ilio. In-<br />
\ect: il suo re Cosioe II, <strong>di</strong>e <strong>di</strong> lui avta<br />
tituure e dcsiilerava plucuie, ecco i titoli<br />
che pose in fronte alla sua lettera. Cìiosrocs<br />
lù'X Rcgurit, ci Doiniiuis Doiiii-<br />
nanliui/i, populorum doniinux, princvps<br />
fiacis, Iwiniuuin salus, ìntcì'Dcosquidciii<br />
homo bonus et aclernusj iiiter homiiics<br />
aiUcin Deus illustrissiinus^ vietar longe<br />
glorio.sit,sinius, Clini sole eXGricns, noeti<br />
oeulos (cioè le stelle) largicns, a iiiaiori-<br />
bus /lobilis, Jlcx belli osar, bencnierens<br />
ile omnibus, Asonas mercede conducens,<br />
et Regiiuni Persis cuslo<strong>di</strong>ens. p arano<br />
Persai-ii/n Duri, amico nostro. Neil' I-<br />
sloria. del lanicio, t.i, il le <strong>di</strong> Bisuaf^ar<br />
oAiiuguundey iieiriiidojìtan, stalo del iN'i-<br />
zau), il cui regno cou)(Mendeva tutto il<br />
Carnale, si attribuisce questi titoli, con<br />
tutta l'ampollosa (gonfiezza asiatica ri<strong>di</strong>-<br />
cola. Sposo della buona ventura, Dio <strong>di</strong><br />
gran Provincie, Re de'pih potenti Re, Signore<br />
<strong>di</strong> tutte le cavallerie, Maestro e<br />
ilottorc <strong>di</strong> (pie' che non sanno parlale,<br />
Imperatore <strong>di</strong> 3 Imperatori, coiupiista-<br />
tore <strong>di</strong> tutto ipiello che vede e <strong>di</strong> tutto<br />
Vac(jnistato , Conservatore il (piale temono<br />
8 parli del mondo, Cavaliero che<br />
non ha pari, Fincitore <strong>di</strong> (pialwupie al-<br />
tro pia forte e robusto. Cacciatore d'e-<br />
lefanti, Signore dell'oriente e dell'au-<br />
stro, del settentrione e delUoccidenle, e<br />
<strong>di</strong> tutlo(pianlo il mare. 11 uoii meno va-<br />
noso solduno d'Egitto scrisse al re<strong>di</strong> fii-<br />
siiaj'ar, con non meno ventosi e orgoglioai<br />
titoli: Salamaadro onnipotente prima<br />
<strong>di</strong> Cartagine, Signore del Giordano, Signore<br />
dell'Oriente, Signore <strong>di</strong> Betlemme,<br />
Signore del Para<strong>di</strong>so, Prefetto del-<br />
l' Inferno, Soninio Imperatore <strong>di</strong>Cosla/i-<br />
Iniopoli, Signore della secca ficaia, Pa-<br />
dr(nie <strong>di</strong> ipuinlo caniniina il sole e la lu-<br />
na,piuLcUore deli." sacerdote Giovati-<br />
T 1 T<br />
/// (forse il Prete Janni), Imperai: re, .la<br />
de' Re, Signore de'cristiani, de'giuùei e<br />
de' turchi, amico degli Dei. Ecco poi cu*<br />
mescrisseal potentissimo imperatore ere<br />
Carlo V, il borioso Sultano de' turciù<br />
Solimano II. ^y Carlo J imperatore seni'<br />
pie Augusto, il suo contemporaneo Solimano<br />
della vittoriosa e nobilissima<br />
stirpe degli Ottomani , Imperatore dei<br />
lurchi,Re dc^Re, Signore de' Signori, Imperatore<br />
<strong>di</strong> Trebisonda e <strong>di</strong> Costantinopoli,<br />
Dominatore del mondo, domatore<br />
della terra ec. Mentre silTatti stomache-<br />
voli titoli sono da deridere e riprovarsi,<br />
non si devono biasimare rpielli che per ra-<br />
gione della nobiltà o dell'eminenza della<br />
<strong>di</strong>gnità sono propri <strong>di</strong> alcuni. Anche gli<br />
antichi ecclesiastici furono solili non so-<br />
-lamenle d'usare i piO[)ii lit(jli, ma il'esse-<br />
le abbondaiilissiiiii in darli ad altri, mas-<br />
sime gli asiatici. Scrivendo s. Ignazio <strong>di</strong>-<br />
scepolo degli Apostoli ad Herone <strong>di</strong>acono,<br />
così comincia la ìtlieva\ Ignatius,(pii et<br />
Thcophorus, a Deo honorato, cxopta-<br />
tissimo, ornatissinio, Christo, spiritiKpic<br />
pieno, germano /ilio infide, et <strong>di</strong>arita-<br />
te Ileroni <strong>di</strong>acono Cliristi, famulo Dei.<br />
Altri esempie forinole riportai a'ioroluo-<br />
ghi. Egualmente ne' loro articoli parziali<br />
riportai i til<strong>di</strong> che assumono i Papiri Car-<br />
T 1 T<br />
pelavano il minor miiuero; cosi pratica<br />
rono Uiinle, DoccacciOjGio. Villani e al-<br />
tri <strong>di</strong> loro eia. Nelle lelleie eli fr. Guilto-<br />
ue trovasi talora dato (.lei fui ad mia so-<br />
la persona, Ala l'ambizione per una pari<br />
te, e la villa deyli adulatori per l'altra non<br />
j<br />
I<br />
! pa<br />
islelterocpji. Parve poco ingran<strong>di</strong>r la per-<br />
sona coll'uso del maggior numero, e trop-<br />
confidenza il parlare <strong>di</strong>rettamente alla<br />
[)ersona cui si scrivea. Piacque dunque<br />
<strong>di</strong> ricorrere agli astratti ed alle terze per-<br />
sone, e s'introdusse tal costumanza nelle<br />
lellere italiane, come già si era introdot-<br />
ta nelle latine ne'tempi della corrotta e<br />
Lassa latinità. Quin<strong>di</strong> sorse lunga
264 1' 1 T<br />
de' libri, nata circa la mela del secolo<br />
XVII. Il Parisi però la ritiene piìi auli-<br />
ca, giiiccliè Latino Latini scrittore veri-<br />
<strong>di</strong>co nel secolo XVI si higna <strong>di</strong>qnesl'abuso<br />
io due lelleie scrilte a Camillo Galeotto<br />
nel i590,in cui gli >\\ct:De currupta<br />
reccnliuni in scrihcndo con sue In<strong>di</strong>nej ani<br />
ex quo Tridentini Synodus coacta E-<br />
piscoporiun hi.spanoruni frequentia pene<br />
fine ludbdtj tneinlnitine ah amico ino-<br />
uiluni{c[m interEpiscopos honestissiinum<br />
locoin lenebat) miilluruni offensioneni<br />
pntiuscjuani benei'olentiani /nihi conci-<br />
liatnruniy eliaìnsi egregiis eos lau<strong>di</strong>bus<br />
omassem, itisi a/npullosis, ut ila <strong>di</strong>cani,<br />
et ^'cntosis tilulis oiwrasscìn. Ma se vo-<br />
gliasi rintracciar l'origine del fasto degli<br />
attributi, e massime de'superlalivi, si troverà<br />
ciie nac(|uedopo estinta la romana<br />
repubblica, e cbealiuientossi e crebbe col<br />
principato, per cui scrisse Vegezio : Rc-<br />
gnantiuin testinioi<strong>di</strong>s cre\'it etoqucntia,<br />
duni ìionculpatur audacia. Aggiunge il<br />
Parisi, cliecirca il medesimo tempo Fran-<br />
cesco Peranda segietario celebre della<br />
principesca casa Caelani, in una lettera<br />
ad Antonio Andjrosi , e pubblicala nel<br />
.1 6o I , prova the al duca Caetani è dovu-<br />
to il titolo <strong>di</strong> Jùcellcnza. Ed in fine si<br />
lagna: » Clie i titoli sieno trascorsi in li-<br />
cenza, e clie quelli, cbe anticamente con-<br />
venivano a' re, convengono oggi a'[ni va-<br />
ti uomini ed alla plebe; e per avventia-<br />
la i primi titoli {"mono tie're, e non d'al-<br />
tri, e i primi re non ebbero titoli .... non<strong>di</strong>meno<br />
i liloli vanno con quelle cose, che<br />
sono buone e convenienti non per natura<br />
o logge, ma perchè o il leaipo o la con-<br />
suetu<strong>di</strong>ne, o altra causa li fa esser tali." In-<br />
veisce anche colla solita sua graziosa mor-<br />
dacità contro l'ambizione della mania dei<br />
titoli, che i padroni esigono da' servi, o<br />
ricevono dagf iguoranli, dagli adulatori<br />
e da quelli che sono strascinati a farlo dal-<br />
la corrente, contro il proprioconvincimenlo,<br />
il Menchenio, Orai, de Charlal. Eru<strong>di</strong>l.<br />
« Saepe ulitpie niiratns sani Pa-<br />
fru/n nvilrurunt unibilioncni^tpdppe qui<br />
,<br />
T I T<br />
Illustrìimi, Clarorum, Spectabilium,ro/«.<br />
pellaliones j oiiin Priiuipibus tanlnin ,<br />
Regibusque. ae Senaloribus romani con'<br />
ccssas in Scholani transtulerunt. Fi^<br />
deas ho<strong>di</strong>e, ut loquitur elegantis ingeniivir<br />
Lilienlal de Maeli. lil.p. i 53, muL<br />
tos \,>ocari \'elle Clarissimos , qui extra<br />
moenia civitatis prorsus sunt ineogiùtij<br />
IMagnillcos, quos urget res angusta do-<br />
mij Gonsultissimos, quibus paruni, aut<br />
luhilconsiliij Excellentissimos, quos veL<br />
tyro antecelleret scientia. Enini vero<br />
cumolini Carolus M. Roni.ImpJniscri-<br />
plionc libri, queni de fniaginibus contra<br />
graccos scripsisse tra<strong>di</strong>tur viri excel-<br />
leudssimi, etspectabilis elogio mactetur,<br />
ecquis est ho<strong>di</strong>e inler doclores umbrati-<br />
cos, quibus t[c." 11 Cancellieri nella Let-<br />
tera sopra l'origine delle parole Donili<br />
ìius e Domnus, e del titolo <strong>di</strong> Don, chiama<br />
il trattare de' titoli d'onore sterile e<br />
spinoso argomento, e si può aggiungere<br />
pure o<strong>di</strong>oso se si vuol <strong>di</strong>re la verità, che<br />
non permette d'innestarvi alcun fiore che<br />
<strong>di</strong>lettar possa colla sua vaghezza, poiché<br />
nell'antichità erano semplici ed ora sono<br />
lull'altro. Sulla strabocchevole inondazio-<br />
ne de'titoli, estesi anche aU'mlìine perso-<br />
ne, giustamente si lagnò anche il p. Dres-<br />
selio, Auriford, par. 3, e. 8." Ingens hac<br />
teinpeslale liluloruni est iasoleiitia, et<br />
coiifusio, Iiicrenientis illi miran<strong>di</strong>s au-<br />
gentur.Jani eliani imi subsellii I'iros,ct<br />
Strenuos, et Nobiles, et Praeuobiles, lU<br />
lustrcs, Perilhistres, Gratiosos compellamus.<br />
Quo dcnium al tilu<strong>di</strong>nis per tingeni?<br />
Bernar<strong>di</strong> aevo lieebat <strong>di</strong>cere , Domine<br />
Papa. Tu j'ani de ceteris conjecta. " U<br />
Cancellieri <strong>di</strong>mostra, chel'alterazione dei<br />
titoli d'un rango <strong>di</strong> persone produce quella<br />
degli altri subalterni e inferiori, come<br />
avvenne quando l'///(/s7r/.v.v////o e il /ìcrc-<br />
re/i<strong>di</strong>ssi/no neliG34 ihju erano piii titoli<br />
<strong>di</strong> pri vali va de'cardmali, laonde furono comunemente<br />
e coslanlemente dati a'cano-<br />
uici, non meno che a'vescovi, ed a qua-<br />
lunque altro prelato. Il p. Calogeià, ( )•<br />
puscoli, 1. 1 j p. 4 1 y, riporta lu <strong>di</strong>ssci'U'
T I T<br />
iione <strong>di</strong> Domenico M." Manni inlilolata:<br />
Lettera <strong>di</strong> TubalcoPtaiicliio Pastore arcade<br />
in <strong>di</strong>fesa deli' uso promiseuo del<br />
Vostra Signoria e del Joi, in data <strong>di</strong> Fi-<br />
renze 2 ottobre 17^5; e siccome tratta an-<br />
cora de'liloli, ne darò un breve cenno. Co-<br />
mincia coi <strong>di</strong>chiarare, tlie le letlere epi-<br />
stolari sono un ritratto al vivo <strong>di</strong> chi le<br />
scrive detta, per cui egli procurava sem-<br />
pre <strong>di</strong> contenersi con soverchia brevità,<br />
alllnchè vi comparissero meno le molle<br />
impeifczioni del loro originale. Quin<strong>di</strong><br />
racconta il <strong>di</strong>battimento insorto tra alcu-<br />
ni amatori delle buone lettere e posto in<br />
gran dubbio , se si possa in una de<strong>di</strong>ca<br />
d'opera a peisonaggio ragguardevole u-<br />
sar del Voi, uno <strong>di</strong> essi francamente <strong>di</strong>s-<br />
se <strong>di</strong> no. Silìf'alte (jueslioni si fecero altre<br />
volte, ed a'tempi d'Aulo Gellio, tra lui e<br />
Apollinare Sulpizio fu proposto e <strong>di</strong>scusso,<br />
se fosse più lodevole il <strong>di</strong>re, Haheo<br />
cura/ìi veslri o pure vestiiun. Nella metà<br />
del secolo XVi lungamente fu <strong>di</strong>sputalo,<br />
come già col Parisi accennai , se fossero<br />
da porsi in <strong>di</strong>suso i titoli <strong>di</strong> Signorie e<br />
<strong>di</strong> Èceellenze^dsL sommi letterati, i quali<br />
furono <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso parere, ed alcuni <strong>di</strong>sse-<br />
ro essere contro la civiltà e il dovere l'a-<br />
doperare il Voi coi peisonaggi <strong>di</strong> conto,<br />
<strong>di</strong>minuendo il loro carattere. Altri poi af-<br />
fermaronOjChe il /^oie per conseguenza il<br />
possessivo Vostro accompagnato col V,<br />
S. <strong>di</strong>scorda dalle buone regole dello scri-<br />
vere toscanamente, sia che si parli in 2.^<br />
sia in 3.' persona. 11 Manni è contrario a<br />
tale opinione, ed incominciando dal ricordare<br />
che il dottissimo mg.' Della Ca-<br />
sa nello scrivere a Carlo V la sua forbi-<br />
tissima orazione intorno alla resliluzione<br />
<strong>di</strong> Piacenza al Papa, gli <strong>di</strong>e del Voi e del-<br />
la Vostra3Iaestà,c\u\aiì\ corrobora il suo<br />
sentimento col riportare un autorevole e<br />
copioso novero <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> lellerati che<strong>di</strong>erono<br />
unicamenledel /^oz' nelle Icltere de-<br />
<strong>di</strong>catorie scritte a sovrani, a potenti signo-<br />
T I T 2G5<br />
fattogli uomini in simili cose versali. Pas«<br />
sando poi a far vedere donde traessero o-<br />
rigine i titoli, che in j.' persona in astrai»<br />
lo si danno, e (|uaiito <strong>di</strong>verso sia il valore<br />
del Voi,fx\ il giuoco ch'egli fa, da queU<br />
Io che viene immaginalo dagli opposito-<br />
ri, <strong>di</strong>ce esser cosa ornai pii^iche nota, che L<br />
titolali ne'leuipi piìi remoti, quelli eiano<br />
solamente ch'eransi guadagnato 1' onore<br />
co'sudori delle loro fronti, riproducendo<br />
il <strong>di</strong>chiarato da Pelreio Tiara, De verae<br />
Nobilit.» Clarus erat, quia fortis erat^<br />
quia cre<strong>di</strong>tus armis - Laedere posse ho-<br />
stem, posse juvare suosj-Hacc veteris<br />
fons est, haec nohilitatis origo,- Noniiifinitijugera<br />
eulta soli". Considera che i<br />
titoli, i quali conie afferma mg.' Della Ca-<br />
sa nel Galateo, solevano tieterminare [)ei'<br />
privilegio del l^apa, o deiriiiiperature;ecl<br />
i quali veramente non si [potevano tacere<br />
senza oltraggio ed ingiuria del privilegia-<br />
to, né per lo contrario attribuire senza<br />
scherno a chi non avea quel colai privi-<br />
legio ; riceverono poco a poco propaga-<br />
mento, più dall'adulazione, che dal bisogno<br />
che vi fosse tra gli uomini d'un mag-<br />
gior <strong>di</strong>stintivo. Un poeta greco per cava-<br />
re da un tale alcuna cosa, pensò <strong>di</strong> ilargli<br />
una volta del Signore! Federico Ubal<strong>di</strong>ni<br />
crede, che neli'alfare de'liloli gran mano<br />
vi avesse nella nostra favella 1' impeto<br />
e il delirio, <strong>di</strong>ciamo cosi, de'poeli innamo-<br />
rali, i quali in vero per innalzar le loro<br />
donne, in<strong>di</strong>iili strabocchevoli epiteli andavano<br />
lro[>po <strong>di</strong> leggieri per le rime pro-<br />
ferendo. Ed in falli gli esempi de' primi<br />
autori, che tra noi la Signoria usarono,<br />
prima <strong>di</strong> Rinaldo Corso, ricercali, e poi<br />
dall'Lbal<strong>di</strong>ni riferiti, si vedono essere <strong>di</strong><br />
poeti, stati <strong>di</strong>poi secondati, benché raramente,<br />
dal Boccaccio. Scrisse Bernardo<br />
Tasso ad Annibal Caro, che se si IruvaS'<br />
sero le lettere del Petrarca, del Boccao»<br />
ciò e <strong>di</strong> quegli altri <strong>di</strong>vini spiriti <strong>di</strong> quel-<br />
l'età, la quale non eia ancora piena de'<br />
ri , e ad enunenti personaggi; ripetendo vizi, de' (|uali era piena la sua, come e<br />
col Salvini: Che ove si Iralta <strong>di</strong> favella, più lo è la nostra, non si leggerebbero<br />
fjììiu^ua sLarscuc al i^iuùi^iu cUt: uè Uuu ^icr culro i loro cuucelU uè Signorie, uè
aGG T l T<br />
Jicccll
1<br />
i<br />
'<br />
1 gio<br />
j<br />
j gior<br />
T l T<br />
ilesst. si va facendo in un linguaggio vi-<br />
venU-, e solilo già da gran tempo <strong>di</strong> lieo-<br />
veraie cojicise, leggiadre e spieganti voci<br />
e forme «.li <strong>di</strong>re forestiere; in un liugoag-<br />
<strong>di</strong>e essendo figlio del latino , non sa<br />
dcgeneiare da quello, se non che in luag-<br />
bellezza, riocliczza e brevità , onde<br />
giustamente si pregia <strong>di</strong> non avere da che<br />
invi<strong>di</strong>are le favelle primarie, nonché le<br />
altre volgari sue sorelle. Termina il Maii-<br />
ni con <strong>di</strong>re, che sebbene erasi proposta in<br />
brevità, lion riflettè che sovente, colla pen •<br />
na in mano: ]\Iaji/jia de iiiliilo nascitur<br />
lii.'.loria. Nel secolo XVll il Sestini pub-<br />
blicò r opuscolo: // 3Iacstro <strong>di</strong> cainera,<br />
e nel cap. l\.i tratta, Della prcccdt'jizu.<br />
Si protesta, che restando a <strong>di</strong>re de'litoli<br />
d'onore, btnchè sia materia propria non<br />
ilei maestio<strong>di</strong> camera, ma del segretario,<br />
non<strong>di</strong>meno importa ad esso che lo sap-<br />
pia, toccando molte volte al maestro <strong>di</strong><br />
camera, priiu'anche del padrone, <strong>di</strong> trat-<br />
tale in <strong>di</strong>verse occasioni con ogni sorte <strong>di</strong><br />
personaggi, de''juali gl'incombe il sapere<br />
come più o meno li debba onorare, tan-<br />
to più che a' titoli or<strong>di</strong>nariaiueute con ispoudono<br />
le precedenze, come sono quel-<br />
li cui si dà il titolo d'Eccellenza, da (juel-<br />
li che si chiamano Illnstrìssinii.Sì astie-<br />
ne dal pronunziarsi, come o<strong>di</strong>oso argomento,<br />
che piacendo agli uni, <strong>di</strong>sgusta gli<br />
altri, per le pretensioni che ogni celo a-<br />
spira più del conveniente; mentre negli<br />
ecclesiastici mai insorgono tali questioni<br />
<strong>di</strong> precedenza, ognun sapendo il luogo che<br />
gli spetta: per cui si limita a parlare dei<br />
principi forestieri e de' loro primogeniti<br />
che si recano a Roma, colla voce Titolo<br />
esprimendogli or<strong>di</strong>ni, con quella <strong>di</strong> Grado<br />
il più o meno <strong>di</strong> loro superiorità, la<br />
quale <strong>di</strong>ce consistere nella sostanza del<br />
pi i nei palo. Neil e repubbliche popolari non<br />
si ammettono titoli d'onore e insegne gen-<br />
tilizie, essendo comune eguaglianza e il<br />
nome <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no a tutti; sebbene l'anti-<br />
ca repubblica romana ebbe i suoi nobi-<br />
li, i suoi cavalieri, i suoi senatori e or<strong>di</strong>-<br />
ni, perchè uppailcuuc u quella specie <strong>di</strong><br />
T 1 T a(J7<br />
llepuhhlica che <strong>di</strong>chiarai in tale orticolo<br />
e a RoMA.De'titoli d'onore in genere trattarono<br />
i seguenti. Guiilo Pancirolo, Notìtia<br />
dì^idtatuni utriusque Iinperii, 0«<br />
rienlis scilicel, et Occidentis, Conimeli'<br />
tarium, GenevaeiGaS. Del medesimo vi<br />
è pure un trattato (\q Titoli delle <strong>di</strong>gni-<br />
tà, con annotazioni del p. Stanislao Sanlinelli,<br />
nel t. 2 òt Supplementi al Giorna'<br />
le de'Letterati d Italia. Glolz, De titu-<br />
lis honorifìcis ,G\e^sae 1661-71 .Giovanni<br />
Seldeno, De titulis honoris, Francofur-<br />
li 1696, Giorgio Fe\lnr.m,De titulis hO'<br />
/tonali, Bretnae 1672-gi. Federico Ni-<br />
Izsch, De titulis DIagnatuin realihus ,<br />
Giessae 1682. Lodovico Piodolfini,Z>
268 T 1 T<br />
1600. G. Francesco Del Bue, Dell'origine<br />
dell'aral<strong>di</strong>ca, nobiltà, titoli, pre<strong>di</strong>cati<br />
d'onore, ec. Lo<strong>di</strong> 1846.<br />
TITOPOLI. Sede vescoviledella pro-<br />
vincia d' Isauria, nella <strong>di</strong>ocesi d' Antio-<br />
chia, sotto lu metropoli <strong>di</strong> Seleiicia, eret-<br />
ta nel IV secolo. Dice il Terzi nella ^SV-<br />
ria sacra, che si chiamò pure Titiopoli,<br />
fu credula colonia romana, prossima al<br />
monte Amano, a 3 i miglia da Diocesarea.<br />
Ke furono vescovi: Artemioche intervenne<br />
nel 38 t al concilio generale <strong>di</strong> Costan-<br />
tinopoli; Mampreo fu al concilio <strong>di</strong> Cai-<br />
cedoiiia nel ^^i;q Doinizio sottoscrisse<br />
i canoni in Trullo nel 680. Oriens chr.<br />
t. 2, p. I 024. Titopoli, Titopolitan, è un<br />
titolo vescovile in partibas, sotto il simi-<br />
le arcivescovato <strong>di</strong> Seleucia, che conferi-<br />
sce la s. Sede. Fra que'che ne furono insigniti<br />
ricorderò Nicolò Stenoue <strong>di</strong> Da-<br />
nimarca vicario apostolico, che per le sue<br />
gran<strong>di</strong> virtù e profonda dottrina meritò<br />
che Domenico ÌM."" Manni neh 773 in Fi-<br />
renze ne pubblicasse la Vita del letteratissiino<br />
mg.'' JYicolò Stenoue <strong>di</strong> Danimarca<br />
^esco^'o <strong>di</strong> Titopoli e {'icario a-<br />
postolico. Si legge ancora nelle T itae I-<br />
•taloruni del Fabroni, e d'ambedue se ne<br />
legge un estrallo nell' E/fenieri<strong>di</strong> lette-<br />
rarie <strong>di</strong> Roma del 17733 p. 228, e del<br />
1 776 a p. I g. Nato Stenone in Danimar-<br />
ca neli6''>8, venne in Italia nel 166G, e<br />
nel 1667 abiuralo il luteranismo si fece<br />
cattolico in Firenze, ove riniase per mol-<br />
tissimo tempo, e (]uin<strong>di</strong> fu fatto vescovo<br />
e vicario apostolico dal l^apa, Applico.ssi<br />
egli principalmenteaglistu<strong>di</strong> d'anatomia<br />
e fu il i.°a scuoprire il condotto salivate<br />
esterno, e determinò felicemente la strut-<br />
tura delle glandule e de' vasi che prepa-<br />
rano quell'umore e la <strong>di</strong> lui origine. Fece<br />
altre bellissime scoperte anatomiche, de-<br />
terminando i moti e la forza de'muicoli.<br />
Come [)ure fece utilissime scoperte nella<br />
storia naturale, e specialmente nella zoohigia,<br />
e scrisse ancora dottamente in ma-<br />
tiiiia <strong>di</strong> religione. Pio VII fece vescovo <strong>di</strong><br />
Titopoli liuiauucle de Villur. e uchS iG<br />
TI V<br />
lo trasferì a Lerida; in<strong>di</strong> nominò Nicola<br />
Gatto <strong>di</strong> Palli, e Leone XII a' 17 novembre<br />
182 3 lo traslocò alla patria sede.L'uU<br />
timo vescovo <strong>di</strong>TitopoIi fu mg.' Giorgio<br />
Papas, vicario apostolico degli armeni <strong>di</strong><br />
Costantinopoli.<br />
TITULITA o TITULUM. Sede ve-<br />
scovile della provificia proconsolare d'A-<br />
frica, sotto la metropoli <strong>di</strong> Cartagine. Si<br />
conoscono i due vescovi, Cresconio cat-<br />
tolico che Irovossi alla conferenza <strong>di</strong> Car-<br />
tagine teiiufawjel i 4 'j e Crescitoro esilia-<br />
to da LJnnerico re de' vandali nel 4*^41<br />
perchè non sottoscrisse l'erronee propo-<br />
sizioni de'donatisliMorcelli, .///•. t7t/-. t.r.<br />
TIVOLI (r/7>»/-//4Cillà celebre e an-<br />
tica, con residenza vocovile, del gover-<br />
natore <strong>di</strong>alretluale <strong>di</strong> i ."or<strong>di</strong>nCje delle au-<br />
torità civili e militari. Questa città, lai.'<br />
della Cotnarca <strong>di</strong> Roma (r.),cov\ gover-<br />
no <strong>di</strong>strettuale, è capoluogo del <strong>di</strong>stret-<br />
to circondario del suo nome, olire il qua-<br />
le si compone il <strong>di</strong>stretto, de'governi <strong>di</strong><br />
2." e 3.°or<strong>di</strong>ne d'Arsoli, <strong>di</strong> Genazzano,<strong>di</strong><br />
Galestrina e <strong>di</strong> Palombara, avendolo pu-<br />
re Monte Rotondo; i quali tutti vado a<br />
descrivere, prima della città edel suo fer-<br />
tilissimo territorio. Il <strong>di</strong>stretto conllna al-<br />
l'est con quello <strong>di</strong> Subitcco, al sud colla<br />
delegazione <strong>di</strong> Frosiiioiie, al nord con<br />
quella <strong>di</strong> Rieti, all'ovest colTAgro roma-<br />
no, il (juale descrissi a Uovi a. 1 loro abi-<br />
tanti derivano principalmente dagli an-<br />
tichissimi e famigerati Sicani o Siculi,<br />
de'quali parlai anche a Sicilia; dagli Equi<br />
o E(pdcoli, <strong>di</strong> cui ragionai a Su<strong>di</strong>a-<br />
co e altrove; Aa Latini, de'quali trattai a<br />
Lazio e a RomAjC da' Sabini, che descrissi<br />
a Sabina. Aduncjue procedendo con VuìlìmoRiparto<br />
territoriale delloStato Pon-<br />
tifìcio, pubblicalo dal governo neh 836,<br />
vado a tener proposilo delle comuni e<br />
principali appo<strong>di</strong>ali, che si comprendono<br />
in ciascuno de'6 nominati governi; e se-<br />
condo tal Riparlo il <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Tivoli<br />
contava allora 55,82^ abitanti, che forse<br />
orasi ponilo calcolare circa 6o,ooo.Com-<br />
preudcudu l' iaiporlaule <strong>di</strong>sUcllo molli
I<br />
' luoghi<br />
TI V<br />
illustri per anliclie memorie^ per<br />
le loro iiiferessaiili notizie ed eniclizioni<br />
iniseiviiò precipuamente de'segueiiti au-<br />
tori. Piazza, La G erarcìiia car<strong>di</strong>nalìzia.<br />
Coisìs,nanì, Reggia 3farsi( ana o Mcmorie<br />
della provìncia de'Alarsi e <strong>di</strong> Valeria.<br />
P. Casimiro da Roma, Memorie<br />
,<br />
!<br />
1<br />
istoriche delle chiese e de' conventi de'<br />
frati minori della provincia romana.Ve-<br />
\<br />
' lnw,3Ienìorie prcnestiiie . Speraii<strong>di</strong>o,iSVr-<br />
I<br />
i<br />
[<br />
! stellano.<br />
i<br />
I<br />
!<br />
bina sagra e profana. ^'\h\yy,Jnaliside'<br />
<strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Roma. Calindri, Saggio statistico-<strong>storico</strong><br />
del Pontifìcio Stato. Ca-<br />
Lo Stato Pontifìcio. Maroceo,<br />
Moia/menti dello Stato Pontificio.<br />
Distretto <strong>di</strong> Tivoli.<br />
Governo <strong>di</strong> Tivoli.<br />
S. Fattorino. Appo<strong>di</strong>ato <strong>di</strong>Tivoli nella<br />
sua <strong>di</strong>ocesi, dal quale è <strong>di</strong>stante poco più<br />
<strong>di</strong>e 5 miglia, con lei rilorio fertilissimo i<br />
po-<br />
sto su <strong>di</strong> ameni colli, ed in una bella val-<br />
rivestiti <strong>di</strong> olivi, i quali vi prosperano fe-<br />
I<br />
'• licemenle<br />
e danno olio eccellente, in che<br />
consiste il maggiore raccolto del paese. Il<br />
I<br />
baco da seta pare che quivi sia in<strong>di</strong>geno,<br />
; per quanto si allieva bene e per forma-<br />
le solido il suo bozzolo, onde <strong>di</strong> pieferen-<br />
za agli altri sono ricercali. I frutti d'o-<br />
;<br />
I gni<br />
I<br />
i appena<br />
I per<br />
specie vi maturano a perfezione, ma<br />
non si valutanoda'pochi suoi al)itanti che<br />
superano il numero <strong>di</strong> 70, forse<br />
l'aere malsano della stagione estiva.<br />
Un tempo il luogo fu comune, e ne'lem-<br />
baronali ebbe il proprio governatore,<br />
e godeva delle franchigie: ora non è che<br />
lina parrocchia <strong>di</strong> campagna. Nelle inte-<br />
ressantissime Meìììorie Coloniiesi.compilafe<br />
e ora publ>!icale dal dolio Anto-<br />
nio Coppi, leggo che nel i4t i Papa Gio-<br />
vanni >v.\lll conces'.e a Giovanni della<br />
Colonna il castello <strong>di</strong> Passei ano colla sua<br />
rocca, ed i feu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Corcollo e tli s. Vit-<br />
torino per i4 anni, il (luale spirato tale<br />
tempo continuò a possedersi da'Coloune-<br />
si. Apprendo inoltre dal Pclrini che i<br />
3<br />
T I V 269<br />
castelli nominali, erano allora de' mo-<br />
naci <strong>di</strong> 9. Paolo <strong>di</strong> Roma. Nel territorio<br />
vi sono gran<strong>di</strong>ssimi avanzi <strong>di</strong> ruderi del-<br />
l anticliemagnifìcenze romane: i più bel-<br />
li e conservati sono <strong>di</strong> bagni, templi,<br />
strade e acquedotti. Comunemente tut-<br />
te queste vestigia sono appellate col nome<br />
generico <strong>di</strong> Ahii'accia, ninna tra-<br />
<strong>di</strong>zione conservando <strong>di</strong> esse i pochi abi-<br />
tanti, comechè tulli furastieri, rarissimi<br />
essendo i nativi dei luogo. Questo castello<br />
è situato a oriente dell'Agro romano,<br />
su d'uno scoglio <strong>di</strong> tufo terrigno, ed iso-<br />
Iato per mezzo d'un gran taglio. Vi si ac-<br />
cede per un [ionie <strong>di</strong> materiale, surrogato<br />
all'antico e levatoio. Il paese ha forma<br />
<strong>di</strong> ferro <strong>di</strong> cavallo, con fabbriche molto<br />
comode, e congiunte insieme presenta l'a-<br />
spello d'un anhteatio con l'apertura in<br />
fondo d' una magnifica veduta dell' Agrò<br />
romano, de'vicini castelli e <strong>di</strong> Pioma,<br />
Ha una suflicienle chiesa parrocchiale, la<br />
j<br />
ile <strong>di</strong>visa e innaflìala da un torrente che<br />
produce gianci e roviglioni squisiti. Due quale in uno alle possessioni appartiene,<br />
<strong>di</strong> tali colli con la sottoposta valle sono con s. Maria in Ca;npo Orazio, <strong>di</strong> cui fa-<br />
rò parola <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong> Poli, al baliaggio<br />
istituito da Urbano Vili in Oivore della<br />
sua famiglia Barberini, alla quale la ter-<br />
ra da'Colonnesijche n'erano i proprieta-<br />
ri, passò insieme con Palestrina e altri luo-<br />
ghi. La delta chiesa è sollo l'invocazione<br />
<strong>di</strong> s, Villoiino vescovo d'Amiternoe<br />
mailire (sotto il titolo del quale s. Renedetlo<br />
fondò un monastero presso Subiaco,<br />
<strong>di</strong> cui parlai nel voi. LXX, p. aSa<br />
e 256), la <strong>di</strong> cui bella eHìgie si ammira<br />
nell'altare maggiore in allo <strong>di</strong> supplicare<br />
la ss. Trinità per la prolezione del luogo,<br />
che in piccolo vi è rappresentalo. Nell'al-<br />
tare dalla parte dell' evangelo vi è <strong>di</strong>-<br />
pinta la lì. Vergine del Rosario, allVesco<br />
bello, non mollo antico e ben conserva-<br />
lo. Dalla parte dell'epistola l'allro aliare<br />
ha <strong>di</strong>pint(j s. Francesco d' Asisi in tela,<br />
d'antica fattura, in campo d'oro e <strong>di</strong> mol-<br />
to pregio secondo grinlelligeiili. Vi è il<br />
baliistero, ed il rettore curalo ha il lito-<br />
Io d'arciprete, e viene presentato al ve-<br />
scovo tlal bali patrono. Nell'estate non vi
270 T I V<br />
ii>ie(lp pel clima iioiivo, e pei In quasi fo-<br />
faleilisei-7Ìone dcgH abilanli. E' sullicien-<br />
leniciile fornita <strong>di</strong> sagri arre<strong>di</strong>, ed anche<br />
d'argenti per munificenza del baPi pa-<br />
trono.<br />
CdSfìjK-. Comnne dollii <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Tivoli,<br />
con terriloi io in colle, e con me<strong>di</strong>o-<br />
cri fìilibritali, al <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Calindri, in <strong>di</strong>me<br />
sano. Abbonda d'acijiie <strong>di</strong> f(;nti pe-<br />
leimi ne'<strong>di</strong>iiloini, ed il tt-rrilorio produ-<br />
ce olio, mollo vino, ghianda e poco gra-<br />
no. Gli abilanli sono mollo robui^ti, e rie-<br />
<strong>di</strong>ti all'agricollnra e a'p''i"^fol' f lje forni-'<br />
sce il territorio. Secondo ÌN'iljbv e Maroc-<br />
co, che lo visitarono in uno alla contrada,<br />
<strong>di</strong>pende dall'altro comime <strong>di</strong> s. Gregorio.<br />
E' all'oriente <strong>di</strong> Roma, sopra uno<br />
de'contraH'orli tufacei della punta <strong>di</strong>lNIen-<br />
lorella, ch'è la punta più alta del dorso<br />
detto <strong>di</strong> Guadagnolo, <strong>di</strong>stante da Roma<br />
J>er la via <strong>di</strong> Tivoli 28 miglia e ptr quel-<br />
la <strong>di</strong> l'oli 24» ^^ appartiene, al riferire <strong>di</strong><br />
JNibby, alla casa P/o, il cui palazzo baro-<br />
nale sotto un arco traversasi quando si<br />
entra nel paese dal canto <strong>di</strong> s. Gregorio,<br />
e forma la sua porta. E nn fal)hricato an-<br />
tico con [)ila.>tri e ornati <strong>di</strong> peperino, al-<br />
quanto vasto. Una sola strada costituisce<br />
il castello, perchè d'ambo! lati sovrasta<br />
ad alte rupi, onde non vi sarebbe modo<br />
a ddatarlo. Chiuso che sia il detto unico<br />
suo ingresso, è inaccessibile per ogni la-<br />
Io. La chiesa parrocchiale, golia e ristret-<br />
ta, è intitolata a s. Pietro, esistendo in essa<br />
la memoria, che d. Giovanna de La-<br />
cerda-Spinola-Pio le lasciò un benefico<br />
legalo: altra ricordando, che l'arciprete<br />
Giacinto IM.' Reggi l'ornò. INella sagrestia<br />
esiste un s. Pietro <strong>di</strong> legno antichissimo,<br />
<strong>di</strong> metliocre sculluia. Casape si mostra<br />
sotto ogni aspetloconie un antico vico formato<br />
dalla sua unica angusta vìa, e da<br />
corrispondente area chiamata piazza. Le<br />
case essendo generalmente <strong>di</strong> costruzione<br />
saracinesca, mostrano che fu interamenle<br />
rie<strong>di</strong>ficato nel secolo Xll I, quan-<br />
lun(pie si hanno certe memorie che fino<br />
dal.'.ccolr)X esistfS'e. Poiché nella.confer-<br />
'1'<br />
I V<br />
ma del.nsfollo<strong>di</strong> Poli data nrlqq?, <strong>di</strong> Ot-<br />
tone Illa! monastero de'ss. Andrea e Gre-<br />
gorio al Clivo <strong>di</strong> iScauro, fra'confini nominati<br />
vi è Casape. in<strong>di</strong>cato col nome<strong>di</strong><br />
Casa Coriciiuj come nel io5i torna a<br />
ricordarsi col nome <strong>di</strong> Casa Corìn<strong>di</strong>, pu-<br />
re qual confine <strong>di</strong> Poli, nella locazione<br />
fatta (la Renedetto abbate <strong>di</strong> detto mo-<br />
nastero a Giovanni conte, documenti ri-<br />
feriti negli Aiìnalfs Canialdnlciiscsì.^^<br />
p. 6o4 e6i2 dcirA|)pen<strong>di</strong>ce. Il luogo ebbe<br />
comuni le vicende colla terra <strong>di</strong> s. Gregorio,<br />
cioè dopo il dominio d*^' monaci<br />
passò successivamente in potere degli Or-<br />
sini, de'Colonna, in<strong>di</strong> nuovamente degli<br />
Orsini, de'Sautacroce, de'Conti, de'Bai<br />
berini e de'Pio. Le denominazioni A\Cii-<br />
sa Cnn'nili ed'i Crtsvz Co/-A»//, forse cor-<br />
rotte ambedue da Casa Perìtuìi, <strong>di</strong>ero-<br />
110 origine oli' attuale nome <strong>di</strong> Casape,<br />
e fecero credere al Cassio, nelle Memorie<br />
<strong>di</strong> s. Silvia p. 24, elicivi fosse una villa<br />
<strong>di</strong> Corbulonp. Nibby crede certo, per mia<br />
via antica <strong>di</strong> traversa, che ivi si <strong>di</strong>rige e<br />
clietendepers- Gregorio a s. Maria Nuo-<br />
va e alla valle degli Arci, che questo ri-<br />
piano non fu trascnrafoda'romaiii,e piut-<br />
tosto che una villa si formò una stazio-<br />
ne, e dopo q'iesta un vico, donde derivò il<br />
villaggio moderno. Si vuole, <strong>di</strong>ce Maroc-<br />
co, che anticamente fosse il luogo chiamato<br />
Casa ^'y/m»"o, o secondo altri Ca<br />
sai d'Api. Andando ila s.Gregorio a que-<br />
sto villaggio, si <strong>di</strong>scende rapidamente al<br />
rivo <strong>di</strong> s. Gregorio, e quin<strong>di</strong> risalesi, gi-<br />
rando intorno a una con valle; dopo si per-<br />
viene a un bivio ov'è una cappella sagra<br />
alla R. Vergine: la via a destra mena a<br />
s. Salvatore, quella a sinistra a Casape, e<br />
lungo questa strada o piuttosto sentiere<br />
Irovansi frequenti tracce dell'antica via<br />
menzionala <strong>di</strong> sopra. Poco prima <strong>di</strong> ar-<br />
rivare a Casape si tragitta un rigagnolo<br />
che ivi fa una piccola caduta, e quin<strong>di</strong> si<br />
entra nel villaggio.<br />
Castel Madama. Comune della <strong>di</strong>o-<br />
cesi <strong>di</strong> Tivoli, con fertile territorio in pia-<br />
no e in colle, dal quale «ìi ritrae pi incipab<br />
-
TI V<br />
metile o!ive,tJve e ccrciili, non cìie FimUì.<br />
Ha buoni fabbricali cinti <strong>di</strong> tnnia, lor<br />
manti un perimetio circolale, fra' quali<br />
si <strong>di</strong>slingue il maestoso pala7Zo baronale.<br />
Vi è un borgo <strong>di</strong> fìgina quadrilateia fìtb-<br />
bricalo nel 1700 dal principe Pallavicino<br />
<strong>di</strong> Parma, a cui ap[)iii tiene il paese, già<br />
suo fèudo, avente nell' interno una bel-<br />
lissima piazza. Situato sulla riva sinistra<br />
dell'Aniene, quasi 5 miglia <strong>di</strong>stante a Apollonio dal<br />
nome del proprietario origiiuile,dal qurile<br />
passò in retaggio a s.Siliia madre <strong>di</strong> s. Gregorio<br />
I.Qutsli nel 5q4 ' concesse a'monaci<br />
sublacensi, a cui nel q58 la confermò<br />
Giovanni XII, e cominciò a chiamar-<br />
si per coriuzione Ampig!ione,dopochè fu<br />
eretto il castello nel secijlo XI. Neh 124<br />
insorte guerre contro il monastero sul)la-<br />
cense, e specialmente <strong>di</strong>l canto de'tibur*<br />
tini, dessi come più polenti s'impadroni-<br />
rono della, metà del castello, in unione a<br />
Gregorio signore tl'Aiilicoli e col consen-<br />
so <strong>di</strong> P.ipa Onorio li. Irnprigionnli gli abitanli,<br />
poscia furono <strong>di</strong>strutte le mura<br />
del castello. Divenuto Papa Innocenzo 11,<br />
ricuperò Ampiglione e Ruberano o Barbarano<br />
già incen<strong>di</strong>aloda'tibiu tini; ed in-<br />
sistendo i monaci per riaverlo, ([uantun-<br />
qiie <strong>di</strong>strutto, il Papa neh 1 43 ne or<strong>di</strong>-<br />
nò la restituzione. Nel r ito l'abbate Simone<br />
lo <strong>di</strong>e in pegno a roGiani, e circa<br />
declinar del secolo seguente venne in pòteredegliOisini,<br />
the rie<strong>di</strong>ficarono le mu-<br />
ra eripopolaronola lerrajma insorta guer-<br />
ra fra questi ei tiburtini, CasteirA[)óllonio<br />
fu per la 2.^ volta <strong>di</strong>strutto nel 1 3oo,<br />
come si creile, egli abitanti superstiti si<br />
ritirarono fra le rovine del \iciiio Castel<br />
s. Angelo oggi Madama, il cpiale nel 1 3oB<br />
fu da Riccardo e Poncello Orsini rie<strong>di</strong>fi-<br />
cato. Però trovo nel p. Casimiro da Roma,<br />
che altra anteriore <strong>di</strong>struzione del ca-<br />
stello d' Ampiglione era avvenuta nella<br />
festa <strong>di</strong> s. Rlartino del i 257, parte col fer-
272 T 1 V<br />
IO, parie col fuoco, nel breve spazio <strong>di</strong> 6<br />
«jie, per la lagione che estesauieiile nar-<br />
ra il p. Riicliei-, Latìiir/ì p. i 79 e scg. Alcune<br />
poclie lamiglie sopra wissiule alla IO-<br />
Tina della pnliia. non mollo dopo peiisa-<br />
lono lifidjbiicailo nelloslessosilo, ma un<br />
vicino romito clie avea in cura una chie-<br />
suola <strong>di</strong> s. Angelo, persuase loro <strong>di</strong> e<strong>di</strong>-<br />
iicaie la nuova pallia presso il suo lotni-<br />
laggio, s'i per 1' eminenza del silo, sì per<br />
la dolcezza del climn, sì pel maggior van-<br />
taggio, che ivi meglio che allrove ne a-<br />
trfbhcro riportalo. Si arresero tali fami-<br />
glie alle persuasive del buon servo <strong>di</strong> Dio,<br />
onde nel 1 268 si contavano già i 2 fuochi<br />
situati vicino al romitorio, donde il nuovo<br />
castello pre?e il nome <strong>di</strong> s. Angelo; e<br />
peliSoS da Fortebraccio ()rsini, signore<br />
<strong>di</strong> esso, fu cinto <strong>di</strong> mura e forlillcato con<br />
una rocca. In<strong>di</strong> ^'ibby descrive gli avanzi<br />
dell' antico caslello e delle sue ville romane.<br />
Quanto a Saxulao Sassula, così<br />
chiamata dalla natura del suolo sassoso,<br />
la città <strong>di</strong> considerabile grandezza e cin-<br />
ta <strong>di</strong> mura, situata nella slessa <strong>di</strong>rezione<br />
d'Empulum.fu lolla da'romani a'tiburti-<br />
ni nel 4oi circa, e le altre loro terre a-<br />
. vrebbero incontrata la stessa sorte, se tut-<br />
ta la nazione deposte le armi non si fosse<br />
messa nelle braccia del console romano.<br />
Le operazioni <strong>di</strong> (picsla guerra ebbero per<br />
iscopo d'aprire per seuìpre a' romani la<br />
strada degli ernici per la valle dell'Arci,<br />
via che i liburtini aveano chiuso a'coii-<br />
soli C. Sulpicio Petico e C. Licinio Calvo<br />
leduci dall'impresa <strong>di</strong> Ferentino nel<br />
SqS, e causa principale <strong>di</strong> quella guerra<br />
medesima che durò circa 9 anni. Saxula<br />
surse fra Tibur e Ciciliano, e <strong>di</strong> sue ro-<br />
vine e ruderi tratta egualmente Nibby.<br />
Questo descrivendo Castel Madama, gli<br />
sembra che un colle così vistoso come rpiel-<br />
lo sul (juale siede la terra, non potesse ri-<br />
Dianere oblialo da'romani durante la lo-<br />
ro potenza e che qualche villa doviziosa<br />
ivi sorgesse, ma non ve ne sono memo-<br />
rie. Censì esistono le narrate sulle terre<br />
intorno formanti la massa JjwlloniifiWa<br />
TI V<br />
cui gtiar<strong>di</strong>a sì formò sin dairVITI secolo<br />
un caslello dello slesso nome, il quale vie-<br />
ne licordalo tiella confifrma de'beni del<br />
monastero sublaccnse, data da s. ISicolò ,<br />
1 neir8'i4, e fra'f(Mi<strong>di</strong> coslilucnli la mas-<br />
sa si nomina il luogo dello /ionia /li.Qiìe-<br />
slo medesinm fondo si nomina pure nella<br />
bolla <strong>di</strong> Giovanni XII del C)')8, coli' aggiunta<br />
d'una chiesa <strong>di</strong> s. Angelo, dalla quale<br />
ebbe pocodopo origine il caslello omo-<br />
nimo. Nel <strong>di</strong>ploma d'Ollone l del 967 a<br />
favoredel monastero, si <strong>di</strong>viseli fondo Romano<br />
in due, maggiore e minore, e solo<br />
la metà del minore viene in<strong>di</strong>calo come<br />
.spellante amonaci. Nella bolla <strong>di</strong> Bene-<br />
detto VII del 978, riportala dal Marini<br />
ne' Papiri <strong>di</strong>ploniafirijlendenleii deler-<br />
nìinare i confini e la giuris<strong>di</strong>zione del ve-<br />
scovo <strong>di</strong> Tivoli, si nomina fra le altre terre<br />
un fuìidus Ca Siro Clan Ecclesia s. Angeli<br />
in Balarcesc. cioè in J alle Arccn-<br />
.s/.il qual Castro non polè essereche quello<br />
che pocodopo per la chiesa slessa <strong>di</strong> s. An-<br />
gelo fu denominalo Castrum s. Angeli.<br />
Quin<strong>di</strong> conclude Nibby, essersi il caslello<br />
formalo nell'intervallo fra il 958 ^1978<br />
nel fondo Romani, e poi <strong>di</strong>visom /low^»<br />
ni niaioris, e Romani niinoris.Cluesì.\ fon-<br />
<strong>di</strong> furono occupali da'romani guidali dal<br />
famoso Crescenzio N
T I V<br />
nelle mani de'inonaci, l'ailra fu loro donata<br />
iieiio49 tla Emilia vedova <strong>di</strong> Dotiadeo<br />
dtj'Crescenzii; ma con lultociòi mo-<br />
«aoi non ebbero altro dominio, che sulla<br />
metà del castello, poiché nella bolla <strong>di</strong> Pa-<br />
squale li dell I i5, con che furono confermali<br />
i beni a' monaci sublacensi, noa<br />
si nomina che la metà <strong>di</strong> castri s. An-<br />
geli cwnccclesiis et fun<strong>di</strong>s et massis et<br />
pertineiitiìs eoram. L'altra metà era del<br />
comune de' liburlini, i quali nel 1120<br />
tolsero a'monaci la loro. Innocenzo 11 la<br />
riprese sui tiburlini, e <strong>di</strong>e l'intero castello<br />
a' sublacensi nel ricordalo i i43. La<br />
prossimità però del castello d' Apollo-<br />
nio, pure spettante a'monaci, fece rimaner<br />
deserto questo, e cos'i si rimase per tulio<br />
il secolo XIII. iul declinar <strong>di</strong> quello elet-<br />
to nel 127 7 Nicolò HI, donòa'suoi nipoti<br />
Orsini la massa e castello d' Apollonio.<br />
Questi rolla guerra co'liburtini, esposero<br />
il castello <strong>di</strong> Apollonio ad essere inlera-<br />
inenle <strong>di</strong>strullo nehSoo.Gli Orsini vo-<br />
lendo ritenere il dominio <strong>di</strong> quelle terre, in<br />
luogo<strong>di</strong> rie<strong>di</strong>ficare il castello d'Apollonio,<br />
rifabbricaronoqueIlo<strong>di</strong>s.Angeloneli3o8,<br />
e sulla porlaLuigia <strong>di</strong>Castel Madama con-<br />
servavasi la lapide originale <strong>di</strong> tal rie<strong>di</strong>-<br />
ficazione, la quale fu opera de'ramnien-<br />
tati Riccardo e PoncelloOrsini figli <strong>di</strong>Fortebraccio,<br />
lapide che andò a finire in un<br />
granaio del feudatario. Rlolle carte spel-<br />
lanti a questo castello si conservano nel-<br />
l'archivio della nobii fauuglia Orsini io<br />
Pionia, tutte pertinenti a'secoli XIV eXV^.<br />
Nel 1 5o4, essendo sempre in potere degli<br />
Orsini, fu da Gioidano dato in dote ad<br />
Alfonsina Orsini per 24,000 scu<strong>di</strong>, allor-<br />
ché questa sposò Pietro de Me<strong>di</strong>ci. Da es-<br />
sa passò a Lucrezia de Me<strong>di</strong>ci sorella <strong>di</strong><br />
Leone X, secondochè apparisce da un istromento<br />
perglialti <strong>di</strong> Stefanode Aman-<br />
uìs, e durò nella slessa famiglia fino al<br />
i538. in cui fu parimenti dato in compenso<br />
<strong>di</strong>doteaMadamaMargherita d'Austria,<br />
figlia naturale <strong>di</strong> Carlo V, vedova<br />
d'Alessandro de Me<strong>di</strong>ci, e destinata sposa<br />
U'Ollavio Farnese duca <strong>di</strong> Parma. Sepa-<br />
VOL. LXXV.<br />
T 1 V 273<br />
ratasi poi da questo 2.° noarito, dopo a-<br />
ver governato per qualche leni pò le Fian-<br />
dre, venne a posarsi in questa terra, alla<br />
quale alfezionalasi <strong>di</strong>e un grande accre-<br />
scimento, onde in benemei euza allora fa<br />
dato il suo nome al castello, chiamando-<br />
lo Castel Madama, come in Roma l'u-<br />
vea acquistato la Piazza omonima, come<br />
rimarca il p. Casimiro, o per averci<br />
abitalo o per aver e<strong>di</strong>ficato il palazzo a-<br />
<strong>di</strong>acente ora del ministero delle finanze,<br />
<strong>di</strong> cui parlai nel voi. LXXl V, p. 36 1 .Do-<br />
po la sua morte tornò a' Farnesi, e Pia-<br />
nuccio lì duca <strong>di</strong> Parma, per quietare le<br />
pretensioni <strong>di</strong> Pallavicino sopra la terra<br />
dello slesso nome nel ducalo <strong>di</strong> Parma (a-<br />
vrà cambiato nome, poiché non lo trovo<br />
né nel <strong>Dizionario</strong> geograjico lum'ersalcy<br />
né nel T ocaholario topografico dc'du'<br />
cali <strong>di</strong> Parma, Piacenza e Guastalla)^<br />
cedette Castel Madama al marchese A-<br />
lessandro Pallavicino, e cos'i questa fami-<br />
glia ne venne al possesso. Tre epoche si<br />
conoscono nel fabbricato <strong>di</strong> questa terra:<br />
lai.^comprende il cos'ideilo Castellncio^<br />
opera <strong>di</strong> Riccardo e Poncello Orsini; la<br />
2.',ch'è il 1 ."recinlo,appartiene a Marghe-<br />
rita d'Austria, ed é deli55o; l'ultima è<br />
quella fatta costruire da Alessandroll Pal-<br />
lavicino nel principio del secolo passato.<br />
Ciciliano. Comune della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Ti-<br />
voli, con territorio in <strong>di</strong>steso colle e pa-<br />
scoli, i cui maggiori prodotti sono il gra-<br />
no, il granturco, e in parte l'olive e le ca-<br />
stagne. La terra^iace in vetta del colle <strong>di</strong><br />
vivo scoglio, con alquanto esteso fabbri-<br />
cato, anche <strong>di</strong> comode abitazioni e traccia<br />
<strong>di</strong> mura castellane, in clima molto ossige-<br />
nalo, lungi 8 miglia da Tivoli e 27 circa<br />
da Pioma, sovrastante praterie e campi al-<br />
borali e vitali. La strada per andarvi da<br />
Tivoli rimonta il corso del rivo denomi-<br />
nato l'Arci, seguendone la riva destra fi-<br />
no alla sorgente sotto la Rocchetta, ed è<br />
quella slessa che porla ad Empulum ed<br />
a Sassula. Il colle in cui siede è interme-<br />
<strong>di</strong>o fra'dorsi <strong>di</strong> Guadagoolo e del Serro-<br />
ue <strong>di</strong> Saracinesco, onde si trova come a<br />
18
074 T I V<br />
cavnilo.e nel nodo della strada da Tivoli<br />
a Sambuci e Saracinesco; da Tivoli a Cer-<br />
iclo, Geiauo, Tuccianello e Subiaco ; e<br />
da Tivoli a Pisciano. s.Vilo.Olevario.ec:<br />
un senliere pure si <strong>di</strong>stacca <strong>di</strong> là da Ci-<br />
ciliuno a destra, che scavalca il dorso <strong>di</strong><br />
Cuadagnolo, e <strong>di</strong>scende a Poli. Or questo<br />
nodo <strong>di</strong> vie intorno a questo punto<br />
<strong>di</strong>uiostrirlasua impoi tiuiza, e siccome sono<br />
tulle strade aperte con gran fatica en-<br />
tro monti, certamente non ponno attri-<br />
buirsi a'tcmpi <strong>di</strong> mezzo,rilenendosi il pae-<br />
se antichissimo, e da Marocco forse deri-<br />
vato dalla celebre famigliaCecilia che nel-<br />
le sue vicinanze probabilmente vi avrà<br />
avuto una villa, sebbeneegli ricono>ca che<br />
l'etimologia gli derivò da'.-iculi che vi si<br />
rifugiarono, onde fu ed è chiamato anco<br />
Siciliano . Cicilianuni e Siriliamini. 11<br />
Cecconi nella Storia <strong>di</strong> Palcslrina. an-<br />
cor egli ritiene che la nobilissima fami-<br />
glia Cecilia, oriunda <strong>di</strong> Preuesle, abbia<br />
dato il nome a Ciciliane per posseder-<br />
vi magniGca villa. Altri chiamarono il<br />
castello Ccciliano e Bicilianwn. Osservando<br />
Nibby, che la strada <strong>di</strong> Siciliano<br />
a Cerano conduce ancora a Rocca s.<br />
Stefano, dove scavalca Colle Secco, scen-<br />
de al fosso della .Mola, ne rimonta la<br />
sponda sinistra fin sotto Alife, dove la ti a-<br />
versa, e continua a rimontarlo, ma sulla<br />
sponda destra (ino alle sorgenti; e sopra a<br />
«jueste scavalca il contrafibrte del Reda-<br />
fano, e penetra nel ripiano dell'Arcinaz-<br />
?u: e quin<strong>di</strong> vaicando il nionte Arciano,<br />
ed il monte de'Cappuccini d'Anlicoli,per<br />
questa terra si <strong>di</strong>rige a destra ad Anagiii,<br />
a sinistra a Ferentino, cioè nel cuore del<br />
paese degli ernici; consideiando pertanto<br />
questo andamento, seuìbra a JNibby <strong>di</strong> ri-<br />
conoscere in esso la strada, the l'anno <strong>di</strong><br />
Pioina 3c)3 seguirono i consoli C. Sulpi-<br />
ciò Pelico e C. Licinio Calvo. Narra Li-<br />
vio, nella Sluria Ronunia, che questi avendo<br />
condotto l'esercito contro gli erni-<br />
ci, e non avendo incontiato i nemici in<br />
campagna, presero d'assalto Ferentino lo-<br />
ro città, donde tornando verso Piouìa i li-<br />
T 1 V<br />
bnrtini chiusero loro le porte, offesa clic<br />
mosse i romani a <strong>di</strong>chiarare definitivamente<br />
la guerra a'iiburtini, nella quale<br />
7 anni dopo s'impadronirono <strong>di</strong> Einnuhiin<br />
e <strong>di</strong> Sa.vula città de'medesimi, che<br />
a p[)unto domina vano questa strada fra Si-<br />
ciliano e Tdjur. Come antica è la strada<br />
da Tivoli a Siciliano, e da Siciliano per<br />
l'Arcina/zoe Anticoliad Anagni e Feren-<br />
tino, cos^i pure antichissima è la città dalle<br />
cui rovine è sorta la terra moderna. Di-<br />
chiara Nibby che il nome <strong>di</strong> Siciliainun<br />
ricorda l'antica gente de'siculi, che occu-<br />
pò questa parte d'Italia, e [)arlicolarnjen-<br />
le Tivoli, come si apprende da Dionisio,<br />
il quale <strong>di</strong>ce che questi etlificarono parec-<br />
chie città e fra queste quelle ancora abi-<br />
tale a' suoi tempi <strong>di</strong> Anieiiuie, Tellene,<br />
Fieulea eTdjur,dove ancora inque'tem-<br />
l'i ima parte della città avea nome <strong>di</strong> AVt<br />
( lioii{c\oi Siculio Siculeto); quin<strong>di</strong> può<br />
l'irsi che ancora questa nel nome ricor-<br />
dasse quel popolo antico ; e <strong>di</strong> quello si<br />
fi'ce ne'tempi bassi Siciliaiiitm, travolto<br />
in Cirilia/iuni, come<strong>di</strong> Sicilia si fece Ci-<br />
cilia da'noslri storici del secoloX 111. Chia-<br />
re poi sono le vestigia <strong>di</strong> (piesta terra dei<br />
siculi, poiché a mezza salita ìnconlransi<br />
a destra mura <strong>di</strong> poligoni politi nella fac-<br />
cia esterna, <strong>di</strong> quella specie che si attri-<br />
buisce a' pelasgi, e al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tpieslo<br />
presso la torre moderna, dove è una ca-<br />
sa <strong>di</strong>ruta, verso oriente vedesi un pezzo <strong>di</strong><br />
muro <strong>di</strong> poligoni ancora piìi grossi, lascia-<br />
ti rozzi nella parte esterna, in<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> mag-<br />
gior antichità echeponnoriguaidarsi come<br />
vestigia della terra primitiva de'sicu-<br />
li. Que'massi sono gran<strong>di</strong>ssimi, e continuano<br />
nella <strong>di</strong>rezione da nord a sud, dominando<br />
la vnlle del Guivenzano, ossia<br />
fosso <strong>di</strong> Sambuci. Marocco opina che l'o-<br />
<strong>di</strong>erno paese, come le alile vicine castel-<br />
la. fra le quali il florido ed elegante Castel<br />
Madama, che loda pure per amenità <strong>di</strong><br />
campi, felice posizione e civiltà de'popo-<br />
lani, abbondante <strong>di</strong> tulio il necessario al<br />
sosteiilamenlo,possa aver avuto principio<br />
dopo la <strong>di</strong>struzione della nobilissima città
T I V<br />
<strong>di</strong> Empulum. Inoltre Marocco con par-<br />
ticolarità descrive le sorprendenti anti-<br />
cliilìichetrovansi nellesue vicinanze, cioè<br />
olle falde del colle ove giace, nel piano e<br />
in altre eminenze, e consistenti in i luleri<br />
<strong>di</strong> sepolcri e <strong>di</strong> grotte, in conserve d'acqua,<br />
ed in avanzi d'acquedotti e altri mo-<br />
numenti, d'opera sicula e romana. Vedesi<br />
l'opera ciclopea in lunghi tratti <strong>di</strong> mura,<br />
ch'egli crede avercostituilo il recinto del-<br />
la città a gran<strong>di</strong> massi poligoni, e in qual-<br />
che somiglianza a quelli dell'ernica Feren-<br />
tino trovasi l'opera reticolata; quella pu-<br />
re a spica, e la laterizia con molta intel-<br />
ligenza d' arte costruita. Puporta alcune<br />
iscrizioni suburbane, una delle quali nel<br />
sito detto Io Spedale <strong>di</strong> s. Maria Madda-<br />
lena, eretto neli4oo per ricovero de'poveri<br />
passeggieri. Parla <strong>di</strong> avanzi <strong>di</strong> mu-<br />
saici e sculture, avanzi <strong>di</strong> magnifici pa-<br />
lazzi <strong>di</strong> ville e delle notabili anticaglie tro-<br />
vate negli scavi, i quali se rinnovali noti<br />
mancherebbero d'essere feraci. Di fronte<br />
a Ciciliane soige l'alto monte della IMen<br />
torcila, ed il punto <strong>di</strong> vista che forma la<br />
rupe, chiamata pur <strong>di</strong> s. Eustachio, è velamento<br />
pittorica pel paesista, che cerchi<br />
veder il bello che offre la natura. Nel rimanente<br />
null'altro presenta il luogo at-<br />
tuale degno d'essere ricordato, come pu-<br />
re ninna memoria ci rimane dell'antica<br />
città i.\\Siril!aìiiaìì.ha terra moderna for-<br />
mossi <strong>di</strong> nuovo dopo la devastazione dei<br />
Saraccìiì del IX secolo, ed appartenne<br />
al monastero <strong>di</strong> Subiaco fino al secolo XV,<br />
come si trae dalla cronaca sublacense. In<br />
seguito l'acquistarono i Colonna, da'qua-<br />
li lo com[>rarono nel i 563 i Massimi , i<br />
quali nel i 572 lo venderono cons. Vito e<br />
Pisciano al prelato Girolamo Tlieodoli<br />
con titolo <strong>di</strong> contea e fendo. 1 nobili mar-<br />
chesi Theodoli, de'quali e loro possiden-<br />
ze parlai nel voi. LXX, p. 224eseg. ed<br />
altrove, ancora lo ritengono e vi hanno un<br />
palazzo baronale, fabbrica <strong>di</strong>gnitosa, de-<br />
corata agli angoli da4torioncel li, due qua-<br />
drati e due roton<strong>di</strong> , <strong>di</strong> solida struttura<br />
perchè formalo a guisa <strong>di</strong> rocca. 11 fabbi i-<br />
T I V 275<br />
calo <strong>di</strong> qualche considerazione e appar-<br />
tenente a'l*ascucci, fu già de'Colonna come<br />
si vede da uno stemma <strong>di</strong> Martino V<br />
<strong>di</strong> tal famiglia. Il Coppi nelle iì/c/ìiorie<br />
Cnloìiiicsi riferisce, che Pietro Colonna<br />
signore <strong>di</strong> Genazzano con testamento del<br />
1373 tra'posse<strong>di</strong>menti che lasciò a'suoi<br />
figli vi furono Ciciliano, Pisciano e s. Vi-<br />
to. In<strong>di</strong> Martino V nel 1421 oneIi4?.3<br />
liberò dal pagamento del sale, del foca<br />
lieo e da qualunque peso, i castelli <strong>di</strong> Ci<br />
cibano. Pisciano, s. Vito e altri de' suoi<br />
Cotonnesi. Nel riportare il Coppi la <strong>di</strong>vi-<br />
sione de'beni e fidecommisso <strong>di</strong>MartinoV,<br />
<strong>di</strong>ce che il Papa nel ì^'ì-'J stabili in<strong>di</strong>visi<br />
ad Antonio, Pros[)ero e Odoardo Colon •<br />
na, Ciciliano, I^isciano, s. Vito e altri castelli.<br />
Apprendo da Petrini,che nel 1 486<br />
continuando le <strong>di</strong>ssensioni fra i Colon-<br />
nesi e gli Orsini, accadde un fatto d'armi<br />
presso il castello <strong>di</strong> Ciciliano, allo-<br />
ra proprietà de' primi, ove perde la vi-<br />
ta Oddone Verri da Gonazzano e prode<br />
guerriero <strong>di</strong> que'lempi. Ed aggiungo col<br />
citato Ceccuni, che ribellatisi i Colonnesi<br />
a Paolo III pel dazio imposto su! sale, il<br />
Papa spedì contro <strong>di</strong> loro Pier Luigi Far-<br />
nese con 10,000 uomini, e nel 1 541 caddero<br />
in potere delle milizie pontificie Ge-<br />
nazzano, Paliano, Ciciliano e Roiano (o<br />
meglio Pioviano), ed ogni altro castello;<br />
tutto però restituì a'Colonnesi Giulio !IT<br />
nel i5io. 11 Coppi che narra tal guerra<br />
a danno d'Ascanio Colonna, guardando<br />
Paolo III <strong>di</strong> mal occhio la potente sua fi<br />
miglia, per avere in allri tempi fatto fron-<br />
te a'suoi predecessori, <strong>di</strong>ce che molte a-<br />
zioni guerresche furono fatte sotto Palia-<br />
no, e sotto Ciciliano, a cui nello stesso tein<br />
pò fu messo 1' asse<strong>di</strong>o. Dopo gran tempo<br />
il Farnese s' impadronì <strong>di</strong> Paliano e<br />
della sua cittadella, <strong>di</strong> Ciciliano, <strong>di</strong> Ilo<br />
Viano e d' ogni altro castello posseduto<br />
da Ascanio nello stalo ecclesiastico. D'or-<br />
<strong>di</strong>ne del Papa furono quin<strong>di</strong> smantellale<br />
da'fondamenti le loro fortezze. Anche il<br />
Coppi aggiunge che Ascanio alla morie <strong>di</strong><br />
Paolo III ricuperò i suoi domiuii, i
276<br />
Ti V<br />
ereilitaJi da Marc'Antonio figlio tì'Asca-<br />
Ilio, per levarsi i deUili palerni e ilolaie<br />
le sorelle, neh 653 vendè a Domenico <strong>di</strong><br />
Massimo Capranica, Cicigliano, Pisciano<br />
e s. Vito pel prezzo <strong>di</strong> 3o,ooo scu<strong>di</strong>, e Pio<br />
IV confeirab tali alienazioni, derogando<br />
agli esistenti fidecommissi. Ad una sola<br />
parrocchia, consagrala all'Assunzione <strong>di</strong><br />
Maria Vergine, è soggetta la laboriosa e<br />
ospitale popolazione, ed è in questo tem-<br />
pio oggetto <strong>di</strong> rimarco il bel quadro che<br />
la rappresenta, <strong>di</strong> Gio.ljaltisla da Navarla.<br />
e restauralo dal celebre barone Ca-<br />
muccini,il quale lo giu<strong>di</strong>cò <strong>di</strong> mollo pregio.Tra<br />
gli illustri <strong>di</strong>Ciciliano ricorderò il<br />
vescovo <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong>Tivoli,mg/Nicola de<br />
Cesari, che il Nicoderai chiama Janesio.<br />
J/
T I V<br />
ta
278 T 1 \<br />
Caiiii)ii]
T 1 V<br />
bus et singnlis jui-ibiis, ciiiu (Ufiiaruni<br />
ductibiiSj sil^'isj pratariiSf paxcuis, ino-<br />
len<strong>di</strong>iiis, eie, per 10,000 fiorini a Gio.<br />
Anlonio Orsini conte <strong>di</strong> Tagliacozzo e poi<br />
prefetto <strong>di</strong> Roma. Alla sua morie nel 1 455<br />
insorse fuueslissima guerra per la Campa-<br />
gna <strong>di</strong> Roma, fra 'due Orsini, Everso <strong>di</strong><br />
Anguillara e ^^^poIeone, perla successio-<br />
ne del caslello, clie il 1 ."pretendeva per la<br />
sua nuora unica figlia del defunto, e il 2.°<br />
per legge ere<strong>di</strong>taria. Il popolo <strong>di</strong> Roma<br />
soggiacque per tal conlesa a gravissimi<br />
danni, il perchè appena eletto fio li avendo<br />
spe<strong>di</strong>to a'guerr'eggiauli il car<strong>di</strong>nal<br />
Rarbo, questi stabilì fra le parli una tregua<br />
<strong>di</strong> 3o mesi, non anni come si legge<br />
tì(ì Coinmeiitan dì Pio II e nel Nicode-<br />
nii. In breve il trattalo per la mala fede<br />
d'Everso fu rotto e risoluto <strong>di</strong> non cede<br />
re il suo <strong>di</strong>ritto che vantava su Monticelli,<br />
colle armi e colla perfi<strong>di</strong>a se ne impa-<br />
dronì nel declinar <strong>di</strong> detto anno, e lo godè<br />
sino a'3 settembre I 4^4 '" *'"' morì.<br />
Regnava da poco Paolo II, che da car<strong>di</strong>-<br />
nale avea concluso la tregua, il quale <strong>di</strong><br />
alti spirili e non volendo più tollerare i<br />
gravi adronli che sino a quel tempo a-<br />
vea ricevuto da Eversola sovranità pon-<br />
tificia, né ulteriormente permetleregl'in-<br />
sulli e le violenze che contro i suoi sud<strong>di</strong><br />
ti e forestieri ancora usavano i figli del<br />
defunto conte, commelìendo sui viandan-<br />
ti pubbliche Grassazioni, massime nella via<br />
<strong>di</strong> Roiiciglione, pieno <strong>di</strong> sdegno inviòcon-<br />
tro <strong>di</strong> loro pii^i squadre <strong>di</strong> soldati nel i ^65,<br />
ed in pochi giorni tolsero loro Giove, Carbognano,<br />
Capranica, Caprarola , Ronciglione,<br />
Vetralla, Dieda, Viano, Monlera-<br />
110, Cerreto, Carcaro, Severa, e Monticel-<br />
li che si rese a'22 giugno 1 4^5. Così tor-<br />
nò Monticelli sotto il dominio <strong>di</strong>retto del-<br />
la s. Sede, ed il Papa col breve Aposto-<br />
liche Scdì's del I."settembre: Dilcctisfi-<br />
liis l niversitad Casti-i nostri Ulonticel-<br />
li, che il p. Casimiro <strong>di</strong>ligentissimo ripro-<br />
dusse a p. I 74) no" solo confermò agli a-<br />
bitanli tutti i privilegi che aveano sino al-<br />
lora goduti, ezian<strong>di</strong>o nel tempo che sog-<br />
T l V 279<br />
giaceauo al mona-stero <strong>di</strong> s. Paolo, ma gli<br />
assolvè ancora e<strong>di</strong>minuì per qualcheteoipo<br />
le gabelle che per lo passato erano stati<br />
soliti pagare. Non ostante il <strong>di</strong>sposto <strong>di</strong><br />
Paolo II, i <strong>di</strong> lui successori altrunenti <strong>di</strong>-<br />
sposero <strong>di</strong> Monticelli. Primieramente Si-<br />
sto IV a'iq gennaio 1472 l'itnpegnò per<br />
6000 fiorini al car<strong>di</strong>nal d'Estouleville, e<br />
neh 483 alla sua morte a Pietro da Vi-<br />
cenza per avergli imprestato 3ooo «luca-<br />
ti. Ma nel 1 4^4 aventlo Sisto IV intima-<br />
to a Pietro <strong>di</strong> rendere Monticelli allaChie-<br />
sa, e ritenere per se solamente la rocca,<br />
Dionigi fratello <strong>di</strong> Pietro, che vi <strong>di</strong>mora-<br />
va, osò <strong>di</strong> cacciare colle armi le genti del<br />
Papa, il quale irritato fece carcerare ai<br />
22 giugno in Castel s. Angelo, Pietro e<br />
Francesco del Bufalo, come si legge nel<br />
<strong>di</strong>arista Infessurae nel notaro dell'Anteposto.<br />
Questo vocabolo spiega il p. Ca-<br />
simiro <strong>di</strong>cendo, che nel secolo XIV spe-<br />
cialmente in Roma eranvi due collegi o<br />
magistrati con tal nome chiamati. III."<br />
si componeva <strong>di</strong> 4 nobili uomini, chia-<br />
mali Antepositi fc'licis socie tatis Bali-<br />
starionini,etPavesatoruin. Il2.°era formato<br />
<strong>di</strong> 3 soli e detti Anlepositi super<br />
guerris, et pace, con amplissima autori-<br />
tà. Laonde vanno corretti quelli che ripor-<br />
tando la nanazione <strong>di</strong> detto uotaro , lo<br />
chiamano iVantiporto. Nantiportico e Antiportico;<br />
e Marocco che prese il Del Bu-<br />
falo pel notaro. Eletto Innocenzo Vili ai<br />
29 agosto I 48 4>tlonò IMonticelli, Frascate<br />
Ho e s. Angelo in Capoccia al fimoso<br />
car<strong>di</strong>nal Giovanni Balve (e non al car<strong>di</strong>-<br />
nal Luigi d'Aragona come altri scrissero,<br />
avvertenza pure del p. Casimiro), la cui<br />
arme si vede scolpita sopra una porta del-<br />
la rocca, cioè un cavriolo (non animale,<br />
ma quella figura che con vocabolo bla-<br />
sonico così chiamasi) con tre teste <strong>di</strong> leo-<br />
ne linguaio. Morto a'5 ottobre 1 49 1 > «ac-<br />
cedè nel dominio <strong>di</strong> Monticelli il car<strong>di</strong>nal<br />
Gio. Battista Orsini, il quale avendo piìi<br />
<strong>di</strong> tutti promosso l'elezione d'Alessandro<br />
VI Vìi agosto 149"^, e gli «'ea donalo il<br />
palazzo che allora godeva in Roma la sua
28o TIV<br />
famiglia Borgia, il Papa gli <strong>di</strong>e Monticel-<br />
li e gli restituì Soriano. ^\ suo tempo fu<br />
rinnovala la chiesa dentro la rocca, ove<br />
si <strong>di</strong>pinsero molti santi a fresco, e Jaco-<br />
po Alzina <strong>di</strong> Barcellona ginocchioni avan-<br />
ti la B. Vergine ch'era castellano e go-<br />
vernatore <strong>di</strong> Monticelli, morto nel 1497<br />
e sepolto in s. Giovanni Evangelista con<br />
epitaflio che si legge nel p. Casimiro. Ca-<br />
duto il car<strong>di</strong>nale in <strong>di</strong>sgrazia d'Alessandro<br />
VI, lo fece porre in Castel s. Angelo,<br />
dove mor'i forse <strong>di</strong> veleno nel i5o3. Alessandro<br />
VI o Giulio II infeudò <strong>di</strong> Mon*<br />
licelli, s. Angelo in Capoccia e Fiascatel-<br />
lo, il nipote del 2." Nicolò della Rovere in-<br />
sieme a'<strong>di</strong>scendenli in[)erpetuo,con l'annuo<br />
censo d'una tazza d'iirgento del peso<br />
d'una libhra, da pagarsi alla camera apo-<br />
stolica nella festa de'ss. Pietro ePaolo; con-<br />
cessione checotifermò Giulio II a'io noienibrei5o8,quando<br />
la camera apostolica<br />
si sgravò del peso <strong>di</strong> mantenere la rocca <strong>di</strong><br />
Monticelli coll'entrate della salara; e per-<br />
chè Nicolò non fosse coMeiio piopiio slipen<strong>di</strong>o<br />
militare^ et ut Arccin ìpsam <strong>di</strong>-<br />
ligcntcr custo<strong>di</strong>rent , fu or<strong>di</strong>nalo al camerlengo<br />
<strong>di</strong> pagare a luì ogni mese ^5<br />
ducati d'oro <strong>di</strong> camera in oro, da trarsi<br />
dall'ancoraggio delle barche e <strong>di</strong> altri le-<br />
gni, che sarebbero approdati alla riva del<br />
Tevere. La <strong>di</strong>sposizione pontificia fu scol-<br />
pila in marmo, e il p. Casimiro la copiò<br />
e riprodusse, dalla <strong>di</strong>jgnnn vecchia <strong>di</strong> Roma<br />
ove la trovò. Durò la signoria <strong>di</strong> Monticelli<br />
nella famiglia Rovere sino al 1 55o,<br />
in cui Giulio figlio <strong>di</strong> Nicolò la vendè ai<br />
17 marzo al car<strong>di</strong>nal federico Cesi per<br />
5ooo scu<strong>di</strong>, ed altri 4c>o da pagarsi o-<br />
gni anno durante la vita <strong>di</strong> Giulio. 11 car-<br />
ilinale ne ottenne da Giulio III rinvesti-<br />
tura pel nipote Aiigclo,eda'3 marzo 1678<br />
passò il douiiiiio da' Cesi a'priiicipi Borghesi<br />
che tuttora lo posseggono. Anche<br />
Marocco riferisce inleressanli notizie su<br />
Monticelli, lodando la robustezza, fermez-<br />
'/a e urbanità degli abitanti, la bellezza e<br />
il brio delle dfjiiue che vestono con lus-<br />
?o, qua*i all'uso frascatano. Le case ge-<br />
T I V<br />
neralmenle presentano la costruzione sn-<br />
racinesca de'secoli XIII e XIV, ed il pae-<br />
se ha la forma piramidale, un tempo cir-<br />
cuito da loirioncelli quadrati. L'unica sua<br />
porla è ben costruita, al cui destro fian-<br />
co vi è la chiesa arcipretale <strong>di</strong> s. Gio. E-<br />
vangelisla, con <strong>di</strong>gnitoso prospello, ed in-<br />
terno simile , eretta con nobile <strong>di</strong>segno.<br />
E magnifica per architettura, e pe'suoi<br />
stucchi e ornati. Ha una sola nave con 3<br />
cappelle per parte , con quadri del cav.<br />
Stern. L'altare maggiore è <strong>di</strong> tnarmi finis-<br />
simi; grazioso il deposito marmoreo col<br />
ritratto <strong>di</strong> Vincenzo Siuibal<strong>di</strong> e iscrizio-<br />
ne, la quale insieme colle altre della fac-<br />
ciata che ricorda la ricvlifìcazione della<br />
chiesa eseguita nel 1710, nonché colle al-<br />
tre lapi<strong>di</strong> sparse [)el paese, ed alcune ce-<br />
lebranti gì' illustri mouticellesi,e<strong>di</strong> piin-<br />
cipali avvenimenti del luogo.si [)oniio leg-<br />
gere in Marocco. II piazzale della chies.»<br />
è decorato da buone fabbriche, ed è va-<br />
sto: incontro sorge il palazzo del principe<br />
Borghese. La rocca quasi in forma roton-<br />
da, che guarentiva Monticelli, è sulla cima<br />
del monte; fu fortissima come fabbricala<br />
sul vivo scoglio e con ertissime mu-<br />
ra, ma assai guasta dal tempo, e da essa<br />
si gode r immensa ed estesa vista delle<br />
campagne, delle colluie e de'monti. Esi-<br />
ste il circuito delie mura, il terrapieno,<br />
ed avea 3 ingressi. Del maschio resta un<br />
lato abbellito <strong>di</strong> pietra liburlina, la (pia-<br />
le formava un lempietloantico, che vuoi-<br />
si <strong>di</strong> Giano e adornato <strong>di</strong> coloime ora gia-<br />
centi incontro la chiesa <strong>di</strong> s. Maria del<br />
Gonfalone. Inoltre il p. Casimiro celebra<br />
isegiienti illustri <strong>di</strong> Monticelli. Dernarili-<br />
no l^anicola vescovo <strong>di</strong> R.avello e Scala,<br />
celebre giureconsulto: già parroco della<br />
patria restaurò la chiesa <strong>di</strong> s. Lorenzo nel<br />
jtj^.f), nella quale chiesa colle debite fi-<br />
collà tenne la sagra or<strong>di</strong>nazione e confe-<br />
rì la cresima ad alcuni fedeli, tumulato iu<br />
s. Francesco a Uipa eli Roma. Angelo Fin-<br />
chetti vescovo <strong>di</strong> Nusco, morto nel i6C)8<br />
in Roma e sepolto in s. Carlo alle 4 fon-<br />
tane senza memoria. Anlouiu Suvu uipu-
TI V<br />
te del Panicola , tcscovo <strong>di</strong> Termoli e<br />
morto nel 1 688. V. Gio. Antonio Filippi-<br />
ni priore generale de'carmelilani, illustre<br />
per virtù, e benemerentissimo restaura-<br />
tore della chiesa de'ss. Silvestro e ìMar-<br />
tino a'Moiitìj<strong>di</strong> cui pubblicò un opuscolo,<br />
ove però leggo ch'egli si <strong>di</strong>ce romano.<br />
Della fau)iglia Rusconi, e <strong>di</strong> altre egualmente<br />
fiorirono egregi uomini. Da Mon-<br />
ticelli per mezzo d'una piccola valle si pas-<br />
sa al monte Albano, su cui è fidjbricatoil<br />
convento <strong>di</strong> s. Michele Arcangelo de'mi-<br />
Hori osservanti, per descrivere il quale il<br />
p. Casimiro illustrò prima colla sua bel-<br />
la eru<strong>di</strong>zione il paese. Egli <strong>di</strong>ce, che trovasi<br />
menzione del Mons Albamis in una<br />
bolla <strong>di</strong> Calisto 11 spe<strong>di</strong>la nel i l'Z^: allo-<br />
ra eravi un castello del quale era signo-<br />
re Gregorio, che insieme con Giovanni<br />
<strong>di</strong> Oddone, secondo INibby ,"rubabilmen-<br />
te signore <strong>di</strong> Monticelli, infestava le ter-<br />
re del monastero <strong>di</strong> s. Ciriaco e singolarmente<br />
la villa <strong>di</strong> Pilo Ruplo nella strada<br />
<strong>di</strong> Tivoli. Dopo la metà dello stesso seco-<br />
lo n'era signore un Giovarmi , presso il<br />
quale si ritirò Giovanni <strong>di</strong> Slruniio o an-<br />
tipapa Calisto III; però Nibby crede che<br />
il p. Casimiro abbia confuso monte Albano<strong>di</strong><br />
Monticelli, con Albanoo il suo mon-<br />
te ove sembra meglio che si rifugiasse il<br />
pseudoFapa. Anche il monte Albano,come<br />
Monticelli, era de'raonaci <strong>di</strong> s. Paolo,<br />
a'quali Io confermarono con bolla Innocenzo<br />
III neli2o3, Onorio III nel 1218<br />
e Gregorio IX nel 1 236. Ma nel 1 241 fu<br />
preso e incen<strong>di</strong>ato da Federico II impe-<br />
ratore, e quin<strong>di</strong> rimase per sempre deser-<br />
to. Sulla schiena del monte Albano tro-<br />
vasi la chiesa <strong>di</strong> s. Maria in cura della<br />
compagnia del Gonfalone, in cui circa il<br />
1595 furono collocati i minori conventua-<br />
li per ofliciarla , e poi la lasciarono nel<br />
1 636. Allora il comune <strong>di</strong>Monticelli pen-<br />
sò seriamente a provvedere a'bisogiii spi-<br />
rituali del popolo, che con grande incomodo<br />
era costretto portarsi a s. Angelo<br />
in Capoccia, a Palond^ara e altrove. Ili-<br />
cubatesi <strong>di</strong>verse coiuuuilìi religiose <strong>di</strong> ac-<br />
TIV 281<br />
cu<strong>di</strong>rvi, perchè la chiesa era in luogo sco-<br />
sceso e incapace <strong>di</strong> labbricarvi un conven-<br />
to, <strong>di</strong> che peneliato l'animo generoso <strong>di</strong><br />
Marco Valenti <strong>di</strong> Monticelli, cede quan-<br />
to possedeva sul monte Albano insieme<br />
alla chiesa <strong>di</strong> s. 31icheleda lui fabbricata<br />
nel 167 5, per cui il comune neli6g3<br />
<strong>di</strong> nuovo invitò i minori osservanti a por-<br />
tarvisi in numero <strong>di</strong> 1 2 con licenza del ve-<br />
scovo. In<strong>di</strong> nel 1707 fu fabbricalo il con-<br />
vento, in seguito aumentato, e nel 1724<br />
fu gettala lai. "'pietra della chiesa attua-<br />
le, l'anteriore essendo troppa angusta. la<br />
Monticelli vi è la chiesa suburbana <strong>di</strong> s.<br />
Maria Nuova con belli <strong>di</strong>pinti del Cades,<br />
esprimenti s. Francesco d'Asisi, s. Anto-<br />
nio<strong>di</strong> Padova, e l'invenzionedellass. Cro-<br />
ce per opera <strong>di</strong> s, E lena, mirabile per l'ec-<br />
cellente <strong>di</strong>stribuzione delle figure e pel colorito.<br />
Di non minor pregio è il quadro<br />
dell'altare maggiore, nel cjuale il valente<br />
Corvi <strong>di</strong>pinse l'Assunzione della Vergi-<br />
ne cui è de<strong>di</strong>cato il tempio. Nel territorio<br />
si olirono allo sguardo le sostruzioni <strong>di</strong> 3<br />
antichi monasteri, <strong>di</strong> s. Stefano de'mona-<br />
cisublacensi, <strong>di</strong> s. Vincenzo <strong>di</strong>strutto dai<br />
Colonnesi quando trionfarono degli Orsi-<br />
ni, <strong>di</strong> s. Severino <strong>di</strong> cui appena resta il<br />
nome.Ne'<strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Monticelli continuamente<br />
si rinvengono anticaglie, che provano<br />
r esistenza primitiva <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ose<br />
ville de'romani; vasto è il tratto <strong>di</strong> fabbri-<br />
ca tra Monticelli e la Marcellina detto le<br />
grotte, che sembrano quasi avanzi d'an-<br />
fiteatro. La Marcellina, Marcellinnm, si<br />
vuole una stazionealmeno del secoloXll I,<br />
e il nome pare derivato da un pre<strong>di</strong>o spet-<br />
tante a una Marcellina. Per l'amenità del<br />
sito certamente qualche magnate roma-<br />
no vi e<strong>di</strong>ficò una villa: ne riparlerò a s.<br />
Polo de'Cavalieri; e presso <strong>di</strong> essa sopra<br />
un colle è un castro de'lempi bassi detto<br />
Torri ta.<br />
S. Angelo in Capoccia. Comune della<br />
<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Tivoli, con territorio in mon-<br />
te, che produce in piìx olive, ghianda, gra'<br />
no, biada e pascoli, con me<strong>di</strong>ocri fabbri^<br />
cati. E' sulla cima boreale de'monti Cor-»
aSi T 1 V<br />
lo qualifica Caliiulii che mollo ne paila.<br />
Assai ventilalo e <strong>di</strong> aria saliìbie,iie coronano<br />
le falde be li oli veli. Le rovine <strong>di</strong> auna<br />
costiulle<strong>di</strong> massi pulie<strong>di</strong>i inegolaii (cioè<br />
corpi soli<strong>di</strong> compresi da plìisu|)erficie pia<br />
Ile), che sono pressu <strong>di</strong> esso, <strong>di</strong>mostrano<br />
in ([iiesto luogo l'esistenza d'uii'anlica cit-<br />
tà de'pnsclii Llini, f(ir»e Mcilullit/, secolido<br />
Aibity, per le r.igioni che porta topo-<br />
graficlie, conlro quelli che la vollero Ira-<br />
sporlarenel Lazio manltimo. Siacomniique,<br />
du[)0 il ratio delle Sabine, Romolo<br />
<strong>di</strong>resse le sue genti contro quelle città cir-<br />
convicine, che le prime [)reseio l'armi con-<br />
tro i loinani per ven<strong>di</strong>care tale affronto,<br />
cioè Anlemne, Genina e Crnstnmerio, e<br />
\i dedusse colonie romane. Medullia, che<br />
ogni ragione porta a credere che fosse nel •<br />
la slessa <strong>di</strong>rezione, ossia verso il con 11 ne<br />
sabino, già colonia fondala da Latino Sil-<br />
vio 3.° re d'Alba, apr'i volontariamente le<br />
porte, rice\è anch'essa una colonia roma-<br />
na, e tale fu la (ì<strong>di</strong>icia ispirata dal re <strong>di</strong><br />
rioma,che Ostilio nomo nobile e per ric-<br />
chezze potente, trasmigrò in Pioma e spo-<br />
sò Ersilia, rpiella stessa che insinuò alle<br />
.••abine <strong>di</strong> farsi me<strong>di</strong>atrici fraroinani e i<br />
sabini loro parenti. Venuta la guerra sa<br />
bina contro Roma, Grillilo cadde nella pu<br />
glia a pie del monte Palatino, etl ottenne<br />
l'onore del sepolcro nel luogo più cospicuo<br />
del foro, con una colonna che ricordava<br />
il suo valore. Lasciò morendo un fi-<br />
glio, che poi fu padre <strong>di</strong> Tulio Ostilio 3."<br />
re <strong>di</strong> Koma. 11 comune però degli storici<br />
f.miioErsiliri moglie <strong>di</strong> Romolo, e n'ebbe<br />
figli come <strong>di</strong>s-i a Roma; altri credono che<br />
la cede!
T I V<br />
^.i!lleulo e CrusUimeiii. Il Calinilri rifo-<br />
I isce che s. Angelo in Capoccia o in munte<br />
Palulo, rOsteiio la creile l'anlica Cornicuium,e<br />
Sebastiani l'anlica Cenino, il cui<br />
re Acroae fu vinlo da Romolo e ucciso.<br />
Che vi sono molti avanzi <strong>di</strong> mura ciclo-<br />
|j)ee, falle a massi gran<strong>di</strong> <strong>di</strong> pielra calca-<br />
rea, e presso Valle iMara si Uovano i ru-<br />
id<strong>di</strong> de'solterraiiei in forma <strong>di</strong> grolle ar-<br />
icuate <strong>di</strong> nolidjile eslensione , che alcuni<br />
pretendono fosse la villa <strong>di</strong> C. Mario, con<br />
un leone <strong>di</strong> non ispregevole scalpello. Ol-<br />
:lre un miglio dal paese trovasi una terime<br />
che i locali <strong>di</strong>cono stagno, la cui fur-<br />
i sorpreso,<br />
' sitarono<br />
iala rotonda hai oc palmi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro e<br />
Ì20 d'altezza, essendo il muro circolare<br />
i grosso 5 palmi; opera ben conservala, in<br />
I<br />
cui le acque s'introducono per largo ca-<br />
nale. Forse questo stagno è quel baratro<br />
naturale chiamalo la\ oragine, e ricorda-<br />
I to da Nibby. Alcuni scavi falli nel decli-<br />
nar del secolo passalo, <strong>di</strong>erono grosse anfuie<br />
<strong>di</strong> creta colta assai dura, monete, marmi<br />
<strong>di</strong> giallo e verde antico, pezzi <strong>di</strong> mix-<br />
s:iico, vasellami <strong>di</strong> creta lavorali con mi-<br />
I abile maestria, de' pezzi d' incrostatura<br />
<strong>di</strong> muro <strong>di</strong> vivacissimo colore rosso, e al-<br />
tre anticaglie: avanzi <strong>di</strong> mura creduli del-<br />
ia villa d'Agrippina madre <strong>di</strong> Nerone, e<br />
avanzi <strong>di</strong> strade consolari nericcie. Resto<br />
come INibby e Marocco che vi-<br />
queste contrade prima <strong>di</strong> descri-<br />
ville, nulla <strong>di</strong>cano del riferito da Calili-<br />
(In. L'eru<strong>di</strong>to p. Casimiro da Roma ci<br />
(Ile <strong>di</strong> s. Angelo in Capercela belle notizie,<br />
IH ir illustrare la chiesa e convento <strong>di</strong> s.<br />
Liberala de'siioi minori osservanti. Do-<br />
[M> avere avvertilo, che il luogo non va<br />
coiiliiso con s. Angelo poi Castel Madama,<br />
(lue che venne mollo tempo innanzi ad<br />
( >M< lM)bricalo,e sempre In chiamatocol<br />
iKiiDC che porta. Lai.' iiotÌ7Ìa che si ha<br />
<strong>di</strong> (pje->to castello è del secolo \, leggen-<br />
dosi nella cronaca snblacenseche il fimo-<br />
so Crescenzio Nomenlano prefello <strong>di</strong> Roma<br />
o(hì due porzioni de aistcllo ìio\-o<br />
(juìvotutlur s. .Inumili a\ monaslero<strong>di</strong> Sii-<br />
biaco, laonde è ehi. 110 ch'era <strong>di</strong> recente<br />
f 1<br />
V 28.3<br />
e<strong>di</strong>ficato. Neil i 19 era alquanto depopo-<br />
lalo, e posseduto per metà da'tnonaci su-<br />
blacensi e per metà da' tilnirlini, i (|uali<br />
invasero l'altra parte. Divenula la lena<br />
parte delle possessioni de'liburlini, andò<br />
soggetta al saccheggio de' romani nella<br />
guerra ch'ebbero col comune <strong>di</strong> Tivoli,<br />
a'tem|)i <strong>di</strong>Tebalilo pi efello <strong>di</strong> Ruma. Nel<br />
pontificalo d'Eugenio III, l'abbate su bla<br />
cense Sinnjne Corelli poi car<strong>di</strong>n.ile, che il<br />
p. Casinaro chiama .Sangriiii, liseuoteva<br />
le decimedonalealsuo monaslerodal ve-<br />
scovo <strong>di</strong> Tivoli, non meno in questo ca-<br />
stello che nel caslel d'Arci(jne e in altri<br />
luoghi vicini, \ersoili207 il castello <strong>di</strong><br />
s. Angelo fii compralo, insieme con Mentana,<br />
Grolla Marozza e Castel Arcione da<br />
Raniero Capocci <strong>di</strong> famiglia oriunda dal<br />
regno e poi car<strong>di</strong>nale, e dal cognome <strong>di</strong><br />
essa il castello prese l'aggiunta //i C^^/y^.'JC-<br />
ciii. Crede Nibby.chepropiiamenteil ca-<br />
stello d'Arcione fii sul eolle da'Capocci e-<br />
<strong>di</strong>ficalo sul finire del secolo XIII. Secondo<br />
il Sans(jvino, Nicolò III donò s. Angelo,<br />
castello in quel tempo ujollo onoralo,<br />
al nipote Orso Orsini figlio <strong>di</strong> Napo-<br />
leone e vescovo <strong>di</strong> Teano; n»a pare che<br />
Io ricuperarono i Capocci, e lo ritennero<br />
per tulio il secolo XIV. In falli, il cele-<br />
bre car<strong>di</strong>nal Nicolò Capocci or<strong>di</strong>nò nel<br />
suo lesl'^niento rogalo in Monlefiascone<br />
ani Iuglioi368, che ogni anno a 5 zitelle<br />
<strong>di</strong> s. Angelo, e allrellanle <strong>di</strong> Mon-<br />
ticelli, si <strong>di</strong>stribuissero due vesti del valore<br />
<strong>di</strong> 6 fiorini, e inoltre 20 lire <strong>di</strong> mone-<br />
la romana. Quanto a Castel Arcione, conliiMiandu<br />
ad essere de'Capocci, neli4o6<br />
fu preso da Ceccolino ca[)o-banda, il qua-<br />
le secondo il costume ili que'ioibi<strong>di</strong> lem-<br />
pi si mise a tormentare i vicini ed a ves-<br />
sare i viandanti; onde i libiirtiiii che ri-<br />
sentivano grave danno dall'esistenza <strong>di</strong><br />
(|uesto castello, lo <strong>di</strong>strussero nel 1420.<br />
Nel I 435 tornò in potere della Chie>a, ed<br />
Eugenio IV Io concesse a Gio. Antonio<br />
e Rinaldo Orsini, pel canone tl'un cane<br />
da rete ed una relè da presentarsi per la<br />
lesta ili s. l'ietr-i: loiiiò allora a <strong>di</strong>vider-<br />
-
284 T I V<br />
si, e successivamente passò co'lalifoii<strong>di</strong>ai<br />
Cesai ini, a'Rucellai e a'Maffei, flucliè nel<br />
1622 i piincipi Borghese comprarono la<br />
posizione che racchiude l'antico castello,<br />
e l'altra a'nostri giorni il duca Grazioli.<br />
]l castello <strong>di</strong> s. Angelo in Capoccia nel secolo<br />
XV ritornò in proprietà degli Or-<br />
sini, e perciò ebbe a patire mollo nella<br />
guerra del i486, poiché a' 26 aprile fu<br />
preso da'nemici il castellano che stava a<br />
custo<strong>di</strong>re la rocca, ma cpiesta inutilmen-<br />
te si alfaticarono ad espugnare, finché<br />
giunte 3 scpiadre de' signori <strong>di</strong> Correg-<br />
gio e molti slra<strong>di</strong>otti (o balestrieri a ca-<br />
\allo, milrs graecaiiìcus) e fanti, se ne<br />
impadronirono. Fatta la pace tra il re<br />
<strong>di</strong> Napoli, il duca <strong>di</strong> Milano e i fiorenti-<br />
ni , Innocenzo Vili inviò un suo scu-<br />
<strong>di</strong>ere a Tivoli, or<strong>di</strong>nando alle milizie <strong>di</strong><br />
partire, ma nella via <strong>di</strong> Ciciliano f(uono<br />
assalite da que'<strong>di</strong> s. Angelo, <strong>di</strong> Castel Madama<br />
e <strong>di</strong> s. Polo, uomini <strong>di</strong> casa Orsini,<br />
e benché il cominissaiio si adoprasseper<br />
quietarli, gridando la conclusa pacee mo-<br />
strando il breve pontificio, non<strong>di</strong>meno uc-<br />
cisero molli soldati e lo slesso commissa-<br />
rio. Notai a 3Ioiitìcelli', che con questo e<br />
Frascatello, fu s. Angelo donato da In-<br />
nocenzo Vili al car<strong>di</strong>nal Balveji quali<br />
castelli neli5o3 da Alessandro VI, o me-<br />
glio da Giulio 11, furono infeudati a Ni-<br />
colò della Rovere e suoi <strong>di</strong>scendenti eoo<br />
annuo censo, e come ricaddero in pote-<br />
re degli Orsini, vedendosi nella cappella<br />
<strong>di</strong> s. Croce, della chiesa <strong>di</strong> s. Michele, un<br />
quadrodel Barocci esprimente la B. Ver-<br />
gine che allatta il <strong>di</strong> viu Figlio, in cui si legge<br />
una iscrizione del i552 <strong>di</strong> Camillo Or-<br />
sini, dopo la cui morte la signoria <strong>di</strong> s.<br />
Angelo pervenne alla moglie Vittoria della<br />
Tolfi marchesa della Guar<strong>di</strong>a, la qua-<br />
le con co<strong>di</strong>cillo de' 1 2 febbraio iSyS la-<br />
sciò il castello al car<strong>di</strong>nal Flavio Orsini,<br />
da'cui ere<strong>di</strong> l'acquistarono nel secoloXV li<br />
i Cesi duchi d'Acquaspai la, e da essi pas-<br />
sò a'principi Borghese che ne sono gli at-<br />
tuali signori. Il loro palazzo fiancheggia-<br />
to da torrioni roton<strong>di</strong> costituiva 1' auti-<br />
Tl V<br />
ca rocca, e poi fu ridotto nella forma che ,<br />
si vede. La chiesa parrocchiale <strong>di</strong> s. Mi-<br />
j<br />
cheleArcangelo, secondo Calindri, fu con- ;<br />
sagrata nel I 1 5o da Eugenio 111. Dice Nib-<br />
by, che nella sagrestia vi sono due tavole<br />
<strong>di</strong>pinte nel 1490 d'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Nicolò de Pi- |<br />
romnibus, che sono degne <strong>di</strong> memoria :<br />
una rappresenta s. Antonio abbate, l'al-<br />
tra s. Sebastiano ed è la più conservata.<br />
La strada più comoda per andarvi è quel-<br />
la <strong>di</strong> Mentana, e ad un 4.° <strong>di</strong> miglio si pas-<br />
sa presso il convento abbandonato già de'<br />
cappuccini, e poi degli agostiniani scalzi,<br />
che volgarmente <strong>di</strong>cesi il conventino; esso<br />
fu eretto nel i Sgo da IMichele Perelti pro-<br />
nipote <strong>di</strong> Sisto V, insieniecolla chiesa de-<br />
<strong>di</strong>cala alla B. Vergine ed a s. Francesco<br />
d'Asisi, e rimase deserto fin dal 1690 per<br />
insalubrità. Poco più oltre si giunge allit<br />
chiesa <strong>di</strong> s. Maria degli Angeli con convento<br />
de'uiinori rifo;mati,erelto nel 1 63o<br />
da Maria Cesi moglie <strong>di</strong> detto principe Pe-<br />
retti, ed ivi si gode un delizioso boschet-<br />
to. Della chiesa e convento <strong>di</strong> s. Liberata<br />
de'fraiicescani, narra il p. Casimiro, che<br />
dopo la metà del secolo XV, pochi passi<br />
lontano da questo castello fu e<strong>di</strong>ficata la<br />
chiesa in onore <strong>di</strong> s. Liberala vergine e<br />
martire, non senza particolare <strong>di</strong>sposi-<br />
zione e assistenza del cielo. Imperocché<br />
tormentalo il popolo <strong>di</strong> s. Angelo da fie-<br />
rissima pestilenza, per consiglio d'un sa-<br />
cerdote estraneo che ivi si trovava , fece<br />
ricorso a delta santa e promise a Dio<strong>di</strong><br />
fabbricarle una chiesa, qualora si fosse<br />
degnato allontanar da esso il crudo fla-<br />
gello che minacciava <strong>di</strong>sertare lutto il<br />
paese. A intercessione della santa Dio e-<br />
saudì il popolo, che senza indugio volendo<br />
adempiere il promesso, né sapendo ove<br />
erigere il nuovo lempio,commiseroa3 fan-<br />
ciulli provveduti <strong>di</strong> zappe,che in quel luo-<br />
go la terra cavassero, ove a Dio più grato<br />
fosse d'essere onorato nella sua santa. I<br />
fanciulli non senza <strong>di</strong>vino aiuto percos-<br />
sero più volle la terra, ed ivi si gettarono<br />
le fondamenta della chiesa, enei (|ua-<br />
dro dell'altare maggiore fu rappresentala
I<br />
I<br />
I cialmente<br />
I<br />
I vento;<br />
I<br />
! scovo<br />
TI V<br />
la santa (che 11 p. Gonzaga, De orlg. .SV-<br />
raph. /\p//g^.,erioneaniente chiama s.Liheralo)<br />
colla palma in mano, e in alto una<br />
destra in allo d'ingliiilandaila; et! a pie<br />
<strong>di</strong>, essa un sacerdote in cotta con multe<br />
persone de' due sessi supplicanti del suo<br />
patrocinio, per rammentare la grazia ri-<br />
cevuta.Se ne celebra la festa <strong>di</strong> ."maggio,<br />
benché il marlirologioromano ne fi» men-<br />
zione a'20 luglio, volendosi che la santa<br />
non sia <strong>di</strong>versa da s. Vilgeforle detta pure<br />
Liberata. Accanto alla chiesa neh 582<br />
fu cominciala la fabbrica d'un piccolo con-<br />
vento pe'minori osservantijdalia marche-<br />
sa Vittoria delia Tolf.i Orsini, contribuen-<br />
dovi ancora il comune; uìa per la sufi pic-<br />
colezza <strong>di</strong>morandovi soli 5 religiosi, nella<br />
soppressione delle piccole case religiose<br />
falla neliG52 da Innocenzo X,con pena<br />
il popolo vide partire i francescani. Il percliè<br />
ftlle poi mollepraliche, risolvè in un<br />
consiglio deliGyS <strong>di</strong> assegnare 3o scu<strong>di</strong><br />
annui, a<strong>di</strong>nchè potessero ritornare i reli-<br />
giosi, e per mezzo del duca d'Accpiaspar-<br />
ta, signore in quel tempo <strong>di</strong> s. Angelo,<br />
l'oltennero da Clemente X. che commise<br />
la reintegrazione al car<strong>di</strong>nal Santacroce<br />
vescovo <strong>di</strong> Tivoli, me<strong>di</strong>ante 8 religiosi,<br />
il guar<strong>di</strong>ano e i conversi. Ritornali i fran-<br />
cescani Ira le pubbliche allegrezze, colle<br />
pie limosine del comune e <strong>di</strong> altri bene-<br />
fattori restaurarono e ampliarono il con-<br />
I<br />
poscia nel lySy per le generosità<br />
del p. Giuseppe Maria da Evora, poi ve<strong>di</strong><br />
Poito in Portogallo, con nuova<br />
fabbiicas'mgrandì e migliorò il convento.<br />
Poli. Comune della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Tivoli,<br />
con territorio in monte, producenle speolive,<br />
uva e pascoli, con nu-<br />
merosi e buoni fabbricali, <strong>di</strong>stante daTi-<br />
voli 12 miglia.da Gallicano 8, e altrettan-<br />
te da Palestrina perle montagne, 24 da<br />
Roma, nell' antico paese degli equi o e-<br />
tjuicoli, come lo sono Guadagnolo, s. An-<br />
gelo, s. Gregorio, Castel Madama e altri<br />
circostanti luoghi. Siccome appartenen-<br />
te alla nobilissima famiglia Conti della ?..*<br />
linea de'duihi <strong>di</strong> Poli, del paese ne feci<br />
T I V 28J<br />
breve descrizione a Conti famiglia, e <strong>di</strong><br />
questa e He' suoi feu<strong>di</strong> copiosamente ne<br />
parlai in tale articolo, nelle biografied'IiV-<br />
NocENZo III e d'iNNOCEjJzo XllI, due de'<br />
molli Papi delia medesima, e in lutti gli<br />
articoli della fan)iglia Sforza-Cesap.im,<br />
nella quale passarono le possessioni e le<br />
prerogative de' Conti, col retaggio pure<br />
de'Conli pe Arpiuate, esprimente<br />
s. Francesco d'Asisi. La gran sala è vagamente<br />
<strong>di</strong>pinta a paesaggio con varie bat-<br />
taglie, ed in punti <strong>di</strong>versi stanno cailelli<br />
con molli morali, ed all'inlorno vi sono<br />
lutti gli stemmi delle famiglie colle qua-<br />
li s'imparentò la nobilissima casa Conti.<br />
Si vedono pure efiìgiati molti personag-<br />
gi, ed in una camera annessa sono <strong>di</strong>pinti<br />
i falli militari <strong>di</strong> Torquato e Appio Conti.<br />
Egualmente in un luagnifico quadro
2Hr> T I V<br />
stiMgrande sono <strong>di</strong>pinti molli soggetti clel-<br />
rilkislie famiglia. Il paese è però circon-<br />
ilato da alte montagne, che rende l'aria<br />
umida specialmente <strong>di</strong> buon'ora e la seia,<br />
come rdeva Marocco, clie con dettaglio<br />
descrive Poli e tulle le sue parlicolarità,<br />
iivendo pure pubblicalo le iscrizioni che<br />
ivi esistono. Da a(nboi lati fl)rma il colle<br />
spaventose e alte rupi, vi sono decenti fibiM-iche,<br />
e nell'uiferno il paese non manca<br />
d'acque perenni e buone, couìe le due la-<br />
terali nel piazzale del palazzo in due sar-<br />
cof.ighi <strong>di</strong> marmo,descritti daNibby elMa-<br />
rocoo. Il tempio principale e <strong>di</strong>gnitoso è<br />
«le<strong>di</strong>catoa s. Pietro con arcipretura, eretto<br />
da'Conli come rilevasi dall'iscrizione che<br />
corona lacinia della torre campanaria formata<br />
a somiglianza <strong>di</strong> tpiella <strong>di</strong> s. Stefano<br />
<strong>di</strong> Vienna. Vi sono<strong>di</strong>veisebuone pit-<br />
tui'e, ed un bel bassorilievo ovato iu marmo<br />
ed espricnente s. Carlo Borromeo. A<br />
fianco <strong>di</strong> questa chiesa vi è un locale <strong>di</strong>-<br />
ruto, che fu antico dotnicilio de' sozzi e<br />
malvagi eretici Fraticelli (T''.),àA Paolo<br />
1! castigati, esiliatie imprigionati in Cam-<br />
pidoglio, mentre in Castel s. Angelo fece<br />
porre Stefano Conti che li pioteggeva;e la<br />
terra morlifìoò con una penitenza, che poi<br />
si rese perpetua. Sovrasta Poli dal lato <strong>di</strong><br />
tramontana un alto monte, sul quale sono<br />
miserabili avanzi d'una chiesa e convento<br />
<strong>di</strong> s. Francesco, rletfa <strong>di</strong> s. Maria<br />
del Monte, già de'minori conventuali, <strong>di</strong>-<br />
slriTtfa circa il 1649 d'or<strong>di</strong>ne d'Innocen-<br />
zo X, In amena posizione pochi passi fuo-<br />
ri <strong>di</strong> Poli vi è l'elegante casa de'pp.
T I V<br />
liiiiio (ìeii»aiile ila Tiasmomlo Ili duca<br />
(II.Spolctoe colile <strong>di</strong> Marsi, <strong>di</strong>viso ne'mar-<br />
«liciti d'Inliodacc]ua e iie'baroiii <strong>di</strong> Miral)(llr),<br />
come rilevai nticlie nel vol.LXIX,<br />
|). 'S8. Dice A'ibJjy. r|tiantuii(HU' sia prò-<br />
l)al)ile che ne' teiii[)i ìhiIÌlIiì dov'è Poli<br />
SOI ges«e uij oppido <strong>di</strong>peiuJcnle da frene-<br />
sie come città i)iìi vicina (liferiscono Pe-<br />
li ini e Cecconi, che nella tremenda pcsic<br />
d(l I 656, per aver gli abitanti <strong>di</strong> Poli da-<br />
to il passaggio sulle loro terre per andai(<br />
alle mole <strong>di</strong> Corcollo, il cheaveanone-<br />
i-'a'o per timore d'infezione i gallicaiiesi,<br />
il magistrato <strong>di</strong> l'alesti ina grato a'niolti<br />
Slmili <strong>di</strong> amorevolezza licevnti da'polani<br />
e dal (.luca loro, aggregarono alla cilla<strong>di</strong>-<br />
iiaiiza <strong>di</strong> Paleslrina lutti gli abitanti <strong>di</strong>Po-<br />
li), s'ingannai uno que' moderni che per<br />
ima somiglianza <strong>di</strong> nome, più o meno ap-<br />
pi()>simativa. credelleio che ivi sorgesse<br />
JN<strong>di</strong>lorium, Empulum , Pulusca e Dola<br />
(pielensioni che confala pure Marocco);<br />
iiiiperiiocclnì Polilorium fu una citlà latin»<br />
prossima a Roma; le vestigia <strong>di</strong> Em-<br />
[iiiliimrimangonoancora nella valle Em-<br />
piii, ma, come notai <strong>di</strong> sopra, cioè fra Ti-<br />
voli e Ciciliano; ed il sito <strong>di</strong> Poluscamol-<br />
10 più lungi fu nel lenimento <strong>di</strong> Casal del-<br />
11 Mandria nella <strong>di</strong>rezione d'Anzio; final-<br />
melile liola o Vola fu proliabilmente a<br />
Li igi la no. Poli dunque ebbe il suo nome da<br />
cpiello<strong>di</strong> Castillum s. P<strong>di</strong>tli, PrJiili.e[^n-<br />
sria Cdslntm Polis. Polniu nc'bassi tem-<br />
pi, V già nel secolo X n'erano padroni i<br />
n, Oliaci del moiiastcrode'ss. Andrea eGregol<br />
io al Clivo <strong>di</strong> wScanro, i quali nel i o^i<br />
lo <strong>di</strong>eiono in enfiteusi a Giovanni conte<br />
( joi-e d'un ramo de'Conli TuscuIani)con<br />
liilie le formalità legali, insiemecol castel-<br />
lo j^iìi popolalo econligiio<strong>di</strong> S.Giovanni in<br />
( auip(.()iazio sovrastalo dalla ihiesa<strong>di</strong>s.<br />
IM.ii ia delMonte,S(bbeneil nomerebbeda<br />
una (li lesa <strong>di</strong> s. Giovanni e la contrada da<br />
«piello <strong>di</strong> Campo Orazio per mi qualche<br />
luiido che vi possedè la gente Oiazia, o<br />
secondo Peirini du alcuni con pocofonda-<br />
innilo si pretende e crrdesi vi ^so la villa<br />
d'Orazio Elacco, che ^'il;by stislicnc eb-<br />
T I V 287<br />
be nella Villa Ustica presso Licenza. Il ca-<br />
stello <strong>di</strong> s. Giovanni passò in potere de'<br />
Colonna signori <strong>di</strong> Paleslrina, comesi leg-<br />
ge in Petrilli, e nel I icjo alle ninnai hc<strong>di</strong><br />
s. iSVArv//o in Capile per <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />
Pietro Colonna parente della b. Marghe-<br />
rila fondatrice del n»onaslero , la «piale<br />
accolse sul monte Preneslino e curò una<br />
donna lebbrosa <strong>di</strong> Poli cacciala dalla sua<br />
patria; raceonlando inoltre che nel i633<br />
fu dalle monache venduto il caslello e il<br />
lenimento^ situato ne'ierrilorii <strong>di</strong> P«<strong>di</strong> e<br />
<strong>di</strong> 6V7///(r///o. a'principi Barberinicuian- ,<br />
Cora app.'irtiene. Sembra clie Poli in parte<br />
nel I yo4 appartenesse a'monaci <strong>di</strong> s. Pao-<br />
lo fuori le mura. Neil i 3q Pietro abbate<br />
<strong>di</strong> s. Gregr<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Uoma ricoricai crmcilio<br />
generale <strong>di</strong> Laleiano li, jì<strong>di</strong>mafo da<br />
Innoccn/o II, contro Oildone <strong>di</strong> P(j1ì, for-<br />
se de' Conti Tusculani. quale invasore<br />
<strong>di</strong> Poli, l'aiistiniano e Gnadagnolo, ter-<br />
re tutte del monastero <strong>di</strong> s. Giegnri(j.<br />
Oddone avendo tutlavolla ritenuto Po-<br />
li fino al I I 57 , poco dopo la sua fiiTiiglia<br />
lo ricuperò, e nel 1208 Oddone<br />
ni[)ole del precedente e figlio <strong>di</strong> Grego-<br />
rio, n'era in possesso o come proprieta-<br />
rio o come enfiteuta. Però gravato <strong>di</strong> de-<br />
l)iti verso la s. .'^'cde e non avendo allia<br />
prole che la figlia Costanza, con venne con<br />
l^apa Innocenzo III <strong>di</strong> dai la in moglie a I<br />
Giovanni secondogcnito<strong>di</strong>Riccaido conte<br />
<strong>di</strong> Sol a e fratello del Papa, purché Riccar-<br />
do estinguesse i suoi debiti. Pentitosi poi<br />
Oddone del conveunto, non solo aniiulbS<br />
il trattato, ma sollevò il popolo <strong>di</strong> Roma<br />
e mise Poli sotto il dominio del senato ro- |<br />
mano. Vinto però dalle milizie ponlifi- |<br />
eie, vide occupar nel i 208 tutte le sue ter-<br />
re e Poli da Riccardo medesimo; onde il<br />
Papa <strong>di</strong>e tali signorie in deposito a Ric-<br />
cardo, il quale prestò giiirainenlo <strong>di</strong> fe-<br />
deltà allaChiesa:^;/v) ì\>/o.cf aìin terra,<br />
nude olì'ni (ìii't O<strong>di</strong>ìoììis de Polo, che ,<br />
'<br />
come la più vicina probabilmente fu Giia-<br />
dagnolo. ^'into Oddone dalla forza, tornò<br />
al pi imilivn trattalo, e cosi questa ter- '<br />
ra <strong>di</strong>vellile retaggio de'Conli <strong>di</strong> Segni, co-<br />
'<br />
'<br />
]<br />
j
288 T I V<br />
me cliiaratucnte espone il Rntli citato, e<br />
<strong>di</strong> cui mi giovai in tulli gli articoli riguar-<br />
danti l'eccelsa famiglia.<br />
Giiadagìiolo. A[)po<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> Poli nella<br />
<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Tivoli, situato sulla cima del-<br />
l'ai lo e <strong>di</strong>sastioso monte Volt niella oIMeii-<br />
torelIa,il quale contemplandosi dalle sot*<br />
loposle praterie forma una soipiendenle<br />
pilloiica veduta pegli enormi scogli <strong>di</strong>e<br />
sembrano cadenti e quasi peipen<strong>di</strong>colaii.<br />
La sua elevazione, come più alta <strong>di</strong> quella<br />
del monte Gennaro o Luci<strong>di</strong>le, che in-<br />
nalza la sua cuspide 3q55 pie<strong>di</strong> sul livello<br />
del mare, <strong>di</strong> conseguenza è la punta più<br />
elevata <strong>di</strong> quelle che imuìe<strong>di</strong>alamenle dominano<br />
la Campagna <strong>di</strong> Roma. Conlìna<br />
conPoIi.dacui è<strong>di</strong>stante5miglia;co>ìdas.<br />
Gregorio e 3 da Pisciano, da'quali luoghi<br />
partono le vie per ascendervi, dall'ultimo<br />
essendo la via più agiata: da Roma è lungi<br />
3o miglia circa. Così aspra è la cima <strong>di</strong><br />
Guadngnolo, così incomodo il s<strong>di</strong>rvi, e<br />
miserabile il prodotto delle terre, che certamente<br />
non potèoffrireatlrattiva agli uo-<br />
mini, che nelle circostanze più <strong>di</strong>sastrose,<br />
come un asilo sicuro, onde crede Nibby<br />
che il villaggio siasi formato nel vortice<br />
delle devastazioni, clie coprirono <strong>di</strong> stra-<br />
gi e <strong>di</strong> rovine, non solo la Campagna romana,<br />
ma le montagne circonvicine, e sicuramente<br />
non prima del secolo X. Ma-<br />
rocco riporta l'iintica tra<strong>di</strong>zione sull'ori-<br />
gine del nome del luogo, la (piale lo vuole<br />
dciivato da una piccola o>teria [losta alle<br />
laide del monte, dove pochissimo era il<br />
guadagno per alcuni passeggieri che vi<br />
transitavano, e perciò detto Guadagìio-<br />
lo. Fu ancochiamato Locus parvi Incrus,<br />
I popolani coltivano i terreni, ed una par-<br />
te <strong>di</strong> essi vive applicata alla pastorizia: il<br />
loro fisico è robusto e giungono a decre-<br />
pita età, ad onta del quoti<strong>di</strong>ano e ripe-<br />
tuto ascendere del ripido monte e carichi<br />
<strong>di</strong> pesi. La chiesa arcipretaieè sotto l'in-<br />
vocazione <strong>di</strong> s. Giacomo apostolo. L' o-<br />
lizzonteè vastissimo, scoprendosi perfino<br />
il mare Tirreno, oltre le campagne romane<br />
e Roma slessa, con una mollilu<strong>di</strong>-<br />
TI V<br />
ne <strong>di</strong> castelli. Sarebbe idoneo a telegra-<br />
fiche osservazioni, e potiebl)esi riputare j<br />
inespugnabile se fosse munito <strong>di</strong> rocca.<br />
A^lle poche parole dette su Guadagnoloe<br />
sul santuario della Mentorellaa Conti fa-<br />
miglia, aggiungerò qui alcune allre nozioni.<br />
Le vicende <strong>di</strong> Poli furono comuni<br />
Q Guadagnolo, i loro dominatori signo-<br />
reggiandoli ambedue. iNeli i3c) per lai.*<br />
volta s'incontra il «uo nome nella suddetta<br />
querela mossa da'monaci de' ss. Andrea<br />
e Gregorio sul Monte Celio, ad Innocen-<br />
zo II nel concilio <strong>di</strong> Lalerano II, contro<br />
Oddone usurpatore e defynlore della sot-<br />
toposta terra <strong>di</strong> Poli, <strong>di</strong> Guadagnolo e <strong>di</strong><br />
Fausliniano. Oddone de'Conti Tusculani<br />
probabilmente, pei l'occupazione <strong>di</strong> Poli,<br />
fu designato col nome <strong>di</strong> Oddone <strong>di</strong> Poli,<br />
e questo titolo fu ritenuto ancora da'suot<br />
successori. Grave fu il giu<strong>di</strong>zio contro<br />
Oddone, che il Papa scomunicò solennemente<br />
nel giovedì santo del i i4o nella<br />
basilica Lateraiiense, e colla forza gli fe-<br />
ce cedere il castello <strong>di</strong> Fausliniano, e pro-<br />
mise inoltre <strong>di</strong> pagare i co libbre <strong>di</strong> denari<br />
prò .\V///V.v.Odtlone però non pagò <strong>di</strong> quel-<br />
la somma che 4 MU"'ti- Goslrettodun(pie i<br />
Oddone a restituire Fausliniano, poco do- j<br />
pò pare che lo rioccupò o riotlenne nel<br />
I 143 da Celestino II cogli altri castelli in<br />
questione. Adriano IV riven<strong>di</strong>catore de' |<br />
dominii della s. Sede, in que'lempi <strong>di</strong> <strong>di</strong>- |<br />
sor<strong>di</strong>ne e<strong>di</strong> prepotenza, ottenne nel 1 1 Sy<br />
che Oddone donasse a s. Pietro e alla chie-<br />
sa romana tutto il suo stalo, compostodel-<br />
le terre <strong>di</strong> Poli, Guadagnolo, Faustinia-<br />
DO, Auticoli, Rocca de'JNibli, Monte Man-<br />
no, Saracinesco, Rocca de'Muri e Castel<br />
Nuovo; ma Oddone si fece contemporaneamente<br />
dare l'investitura <strong>di</strong> questi stes-<br />
si feu<strong>di</strong> a se ed a'suoi successori. Guada-<br />
gnolo pertanto rimase feudo <strong>di</strong> questo ramo<br />
de'Conti Tusculani fino al principio<br />
del secolo seguente, in che con Poli passòj<br />
nelle signorie de'Conti <strong>di</strong> Segni, al modo,<br />
narrato nel precedente articolo, un ramo<br />
de'quali, ch'èstato l'ultimo superstite, gli,<br />
ha ritenuti lino all'estiiizioue della fami-i<br />
j
i<br />
I Die<br />
] Ili<br />
:<br />
: l'antico<br />
I Meìitorclla<br />
I<br />
I<br />
i dagnolo,<br />
ì bolo<br />
j<br />
I no.<br />
I<br />
j la<br />
I a<br />
i Paolo<br />
i ticolo<br />
I<br />
I<br />
1 (pregevolissima<br />
I logia<br />
j<br />
I Atanasio<br />
I grafia<br />
' nobilissimo<br />
I lani,<br />
!<br />
TI V<br />
glia, avvenuta a'giorni nosUi.Dopo qnel-<br />
l'epoca pa-.saloGuadaf;rioIo per coaiprita<br />
nella nobile famiglia Turloiiia, è il titolo<br />
ducale dei piimogeiiito della famiglia, co*<br />
io era negli anteriori signori, ed alcu-<br />
che lo portarono si resero celeljri per<br />
gloriose azioni, come Torquato Conti, che<br />
colle sue prodezze suscitò in Germania<br />
valore italiano.<br />
o T'ulturella. Luogo ce-<br />
Jebre pel santuario insigne che racchiude,<br />
ed è la punta piùalta del dorso <strong>di</strong> Qua-<br />
chiamato in origine con voca-<br />
gotico TVultuilla. o TFulh'ìlla, e<br />
con successive alterazioni si formò l'o<strong>di</strong>ar-<br />
11 romito santuario lungi un miglio<br />
da Guadagnolo è chiamato volgarmente<br />
Madonna della Mentorella, costruito<br />
similitu<strong>di</strong>ne dell'antica basilica <strong>di</strong> s.<br />
fuori le mura (la cui descrizione<br />
compii nel voi. LXXllI, p. 35^,6 nell'ar-<br />
Titoli Car<strong>di</strong>nalizi), specialmente<br />
riguardo alia mirabile travatura. In uno<br />
ai luogo fu illustrata colla rara opera<br />
per l'importante genea-<br />
de'Conti <strong>di</strong> Segni, <strong>di</strong> Poli, <strong>di</strong> Val-<br />
montone, del Tuscolo) del dotto gesuita p.<br />
Rircher: Historia Eustachio<br />
Tdariana, llomae 1 665. Narrai nella bio-<br />
<strong>di</strong> s. Eustachio e altrove, eh" egli<br />
cavaliere romano della cele-<br />
bre famiglia Ottavia (dalla quale derivarono<br />
le famiglie Anicia, de' Conti Tuscu-<br />
<strong>di</strong> Segni e <strong>di</strong> Poli, i Pier Leoni e i<br />
Frangipani), chiamato prima della conversione<br />
e del battesimo Placido, fu gran<br />
capitano e condottiero <strong>di</strong> eserciti, sotto Ve-<br />
spasiano e Tito, onde vide l'esterminio <strong>di</strong><br />
Gerusalemme e della Giudea. Ritornato<br />
in Roma e recandosi in questo luogo a<br />
caccia,sopra un eminente scoglio vide uno<br />
smisuralo cervo,che tra le corna avea l'ef-<br />
fìgie del Crocefisso, e dal quale udì <strong>di</strong>r-<br />
si: Placido, perche mi perseguiti? Io sO'<br />
no Gesii Cristo, che liberar ti i'oglio da<br />
Satanasso. Tocco e^ìi da sì strano avve-<br />
nimento, e illuminato nel cuore dalla <strong>di</strong>-<br />
vina grazia,restituilosi in Kooia si fece ci i-<br />
VOL LXXV.<br />
T 1 V 9.89<br />
stiano, e con esso la moglie Taziana, che<br />
poi si nomò nel battesimo Teopista , ed<br />
Agapito e Teopisto loro figli. Ritornato<br />
sul luogo della meravigliosa apparizione.<br />
Gesù Cristo gli pre<strong>di</strong>sse tutti i <strong>di</strong>sagi che<br />
avea da patire. Dopo i j anni <strong>di</strong> travaglia-<br />
tissima vita, avendo l'unperatore Adriano<br />
saputa la sua conversione e quella del-<br />
la famiglia, tutti nel Colosseo fece espor-<br />
re alle fiere , le quali non ar<strong>di</strong>rono toc-<br />
carli e mansuete lambirono loro i pie<strong>di</strong>.<br />
Di che infuriato Adriano, a'20 settembre<br />
del 120 fece porre Eustachio, la moglie<br />
e i figli dentro un bue <strong>di</strong> bronzo infocato,<br />
ove gloriosamente riportarono il mar-<br />
tirio. I loro corpi riposano sotto l'altare<br />
maggiore dell'antichissima Chiesa <strong>di</strong> s.<br />
Eustachio, <strong>di</strong>aconia car<strong>di</strong>nalizia (<strong>di</strong> cui<br />
tratta la 5.' parte ilei libro del p. Rir-<br />
cher, e ne riparlai a Titoli Car<strong>di</strong>nalizi),<br />
la quale <strong>di</strong>e il nome al Rione <strong>di</strong> s. Eu-<br />
stachio , che insieme alla chiesa ha per<br />
insegna e stemma la testa del cervo col<br />
Crocefisso tra le corna. Molte notizie so-<br />
pra s. Eustachio , signore dei <strong>di</strong>stretti<br />
d' Empolo, <strong>di</strong> Sassola e della sua villa,<br />
nel <strong>di</strong>stretto del castello <strong>di</strong> s. Gregorio,<br />
si ponilo leggere in Alberto Cassio, Memorie<br />
istoriche della vita <strong>di</strong> s. Silvia,<br />
colVillustrazione de' beni e castelli nel<br />
Lazio ornati da% acquedotti, che portavano<br />
a Roma le remotissime acque<br />
Marcia, Clau<strong>di</strong>a e le due Aniene, pae-<br />
si per prima patrimoniali del glorioso<br />
martire s. Eustachio dove avea la. sua<br />
villa con bagni scoperti neh 'j^^,'Koma.<br />
1755. Vuole la tra<strong>di</strong>zione e il narrato<br />
dal p. Kircher e da altri, che nel sito dove<br />
seguì la mirabile apparizione nel monte<br />
delia Vultiuella, l'imperatore Costan-<br />
tino I nel IV secolo vi eresse la chiesa in<br />
onoie della B. Vergine, la quale fu con-<br />
sagrata a suo tempo da Papa s. Silvestro<br />
1,6 <strong>di</strong>venne in gran<strong>di</strong>ssima venerazione.<br />
Decaduta per le ingiurie del tempo, <strong>di</strong>ce il<br />
Piazza neir Emerologio <strong>di</strong> Roma a'20<br />
settembre, per <strong>di</strong>vozione il p. Kircher la<br />
ristorò e restituì all'aDlico splendore. Ai-
290 T i V<br />
tri ristami li ricevè tlall'iinperatore Leo-<br />
poldo I (cioè il p. Kircher colle sue piemure<br />
ottenne <strong>di</strong>ill'iaipenilore la leslau-<br />
razione, e per sua cura fu eseguita), e da<br />
f|uegli altri personaggi che ricordano le<br />
lapi<strong>di</strong> esistenti nel santuario e riprodot-<br />
te da Marocco, iusienìe all' epitallìo del<br />
car<strong>di</strong>nal Cernardo Conti fratello dliinocenzoXllI,a<br />
vendo or<strong>di</strong>nato che da Roma<br />
\i si trasportasse il suo cadavere, come<br />
venne Cbéguito. Alili personaggi <strong>di</strong>voli del<br />
santuario gli fecerogeuerose oblazioni, fra<br />
le quali ricorderò l'imperali iceM. Teresa<br />
d'Austria. A'nostii giorni Gregorio XVI<br />
aflìdò l'amministrazione de' suoi beni al<br />
pio e virtuoso duca d. Marino Torlonia,<br />
the nella sua esemplare religione restau-<br />
rò il santuario e vi fece rifiorire il <strong>di</strong>via<br />
culto. Così un luogo orrido per natura,<br />
<strong>di</strong>venne casa <strong>di</strong> Dio e santuario della B.<br />
Vergine, che ispira religioso raccoglimen-<br />
to e venerazione a chi lo contempla e vi-<br />
sita. Il IMarocco riporta ancora la descri-<br />
zione delsagro luogo dell'eru<strong>di</strong>to arcipre-<br />
te <strong>di</strong> Poli Fattori, nella quale si ricorda<br />
la protligiosa apparizione ivi avvenuta del<br />
Salvatore a s. Eustachio fra le corna del<br />
«cervo, l'e<strong>di</strong>ficazione della chiesa fatta da<br />
Costantino I,e la consagrazione eseguita<br />
da s. Silvestro I; la posteriore storia del<br />
p. Kircher, ed il <strong>di</strong> volo poema latino composto<br />
in onore della chiesa ivi fondata<br />
alla IMadoniia. U JXibby <strong>di</strong>chiara la pun-<br />
ta <strong>di</strong> Menlorella la più alta <strong>di</strong> tutte quelle<br />
della catena degli Apennini,e che da<br />
essa si gode una veduta incantevole e va-<br />
stissima, <strong>di</strong> tutta la pianura e <strong>di</strong> tulli i<br />
monti che la circondano, come pure ver-<br />
so oriente <strong>di</strong> tutte le cime, che coronano<br />
la valle dell'Aniene: è uno spettacolo <strong>di</strong>f-<br />
ficile a potersi descrivere, e ridesta care<br />
e gravi riminiscenze storiche. Che il clima<br />
è freschissimo nell'estate, e l'aria fina e<br />
salubre, ma ollremodo incomoda è la si-<br />
tuazione. Aggiunge che un'antica tra<strong>di</strong>-<br />
zione lifeiila dal Cassio ueWa jìlc/noric ili<br />
s. Sih-it/, accre<strong>di</strong>tala presilo gli abitanti,<br />
porla che ivi sulla iu|)e apparve il cervo<br />
T I V<br />
a s. Eustachio, e che nella grotta a pie <strong>di</strong><br />
e.vsa rilirossi nel 1. "periodo del secolo VI<br />
s. Denedetlo, prima <strong>di</strong> andare a me<strong>di</strong>ta-<br />
re la fondazione del suo or<strong>di</strong>ne monastico<br />
aSubiaco.Vi sono certissime memorie<br />
chela chiesa <strong>di</strong> s. IMaria esisteva nel 594i<br />
quando s. Gregorio 1 donò all'abbate su-<br />
blaceuse tulio il monte, ch'era proprietà<br />
<strong>di</strong> sua famiglia, il quale nel 908 sembra<br />
che i monaci sublacensi l'avessero aliena-<br />
to, perchè nella bolla <strong>di</strong> GiovaniiiXIl con*<br />
fermatoria de'beni del monastero <strong>di</strong> Su-<br />
biaco, il monte non viene in<strong>di</strong>calo che come<br />
confine. Infatti poco dopo nel 984 ap-<br />
parisce come proprietà d'ima Rosa nobi-<br />
le dama romana, la quale fra'molli fon-<br />
<strong>di</strong> che donò al monastero <strong>di</strong> s. Gregorio<br />
<strong>di</strong> Roma nomina pure il monte per inte-<br />
ro, (fili dìcitui- J iilliirclla, ili quo est ec-<br />
clesia s. j'l/if?/7V/('j e questo con tulle le sue<br />
<strong>di</strong>pendenze viene determinato, come po-<br />
sto circa il miglio i\ da R.oma nel terri-<br />
torio tiburlino entro i confini del casale<br />
Bisciano, oggi Pisciano (tiescrivendo il<br />
quale nel voi. LXX, p. 282, notai che<br />
vi fu trasportata dal saiiliiai io una cele-<br />
bre campana), e <strong>di</strong> altri luoghi, iin ca-<br />
stello detto caslruin Morellae; fjrse fon-<br />
dato da' signori <strong>di</strong> Poli, in questi <strong>di</strong>n-<br />
torni fu lascialo per teslauiento nel seco-<br />
lo XllI a'monaci sublacensi, e questi eb-<br />
bero perciò a sostenere una lite verso il<br />
i25o. Negli yìnnalcs Cainaldulenses si<br />
riportano la donazione <strong>di</strong> Rosa e l'esame<br />
de' testimoni per i' insorta questione. La<br />
chiesa <strong>di</strong> s. IMaria, che per la sua archi-<br />
tettura gotica è uno de' monumenti piìi<br />
importanti che ci rimangono, e che si <strong>di</strong>-<br />
rebbe rie<strong>di</strong>ficata circa il secolo X insieme<br />
col n>onastero annesso, nel quale un tem-<br />
po vi furono i benedettini sublacensi, al<br />
riferire del Cassio cadde in abbandono do-<br />
po il I 390,ed era in piena rovina nel 1 660,<br />
allorché per le premure del p. Kircher fu<br />
restaurata dall' imperatore Leopoldo I.<br />
Circa 5 miglia <strong>di</strong>stanti da Meutorella sono<br />
gli avanzi d'una villa romana, <strong>di</strong>e<strong>di</strong>-,<br />
cesi la villa <strong>di</strong> s. Eustachio, ed ivi fu nel
TI V<br />
secolo VII etlificala una chiesa a onore <strong>di</strong><br />
S. Silvia madre <strong>di</strong> s. Gregorio I, insieme<br />
con un ospizio pe'tnonacijma verso il r 386<br />
appiccatosi il fuoco rimasero l'una e l'al-<br />
troconsunti. La chiesa, secondo il cav. Bel-<br />
li, è come vado a <strong>di</strong>chiarare. Essa è suf-<br />
fjcienlemente vasta comechè lungM palmi<br />
148 e larga Go , tutta coperta dal nudo<br />
tetto. La nave <strong>di</strong> mezzo è <strong>di</strong>visa da 3 ar-<br />
chi sostenuti da 4 colonne striate e tortuo-<br />
se; ampia è la tribuna una volta coro dei<br />
monaci che l'aveanoincurajla poita gran-<br />
de è all'occidente, e 3 sono i principali al-<br />
tari laterali. Sono degni <strong>di</strong> consideiazio-<br />
ne una scultura in legno, che i popolani<br />
chiamano quadro, esprimente la de<strong>di</strong>ca-<br />
zione e la consagrazinne <strong>di</strong> s. Silvestro I<br />
a richiesta <strong>di</strong> Costantino I; questo lavoro<br />
è ex qiienio Ugno. Vi sono 3 croci, una<br />
grande lignea nel coro, altra <strong>di</strong> argento,<br />
altra <strong>di</strong> mistura: un candelabro <strong>di</strong> rame<br />
per 7 torchi alto palmi 6. Interessanti per<br />
l'epoca sono parecchie pitture a buon fresco,ma<br />
molto deperite. Dinanzi al tempio<br />
vi è un atrio corrispondente.Eoco poi come<br />
Marocco descrive il santuario della Meu-<br />
torcila, con poca chiarezza, laonde m'ingegnerò<br />
per renderla meno oscura. La<br />
chiesa è formata <strong>di</strong> 3 navi, delle quali la<br />
me<strong>di</strong>a è bastevo!men(e larga; è ad archi<br />
quasi acuti, ricevendo la Inceda <strong>di</strong>verse<br />
finestre, e da un occhialone costruito al-<br />
la gotica sopra l'ingresso principale. Al de-<br />
stro lato incomincia la nave colla ca[)pel-<br />
letta <strong>di</strong> S.Silvestro I, espresso in un fresco<br />
lappresentante il battesimo <strong>di</strong> Costantino<br />
1 per immersione e aspersione, e quin<strong>di</strong><br />
si vede la consagrazione ch'egli fece <strong>di</strong> que-<br />
sto tempio. Nella nave me<strong>di</strong>a, sotto l'immagine<br />
della B. Vergine <strong>di</strong>pinta sul muro,<br />
in carattere gotico si legge: A. Bartolomeo<br />
de Suhiaco ... An. Dui. Mcccxm<br />
ìnent. septemhris <strong>di</strong>e prima. In bona fédepinxivi<br />
o donna ... ajtateme. Dlcrccde<br />
e chista che ve domando. La ss. Vergine<br />
è figurata con un'antica statua <strong>di</strong> legno<br />
rinchiusa in una custo<strong>di</strong>a pur<strong>di</strong> legno do-<br />
rata, e da cristallo guarentita. Un'antica<br />
TIV 291<br />
e piccola tribuna , analoga però al detto<br />
simidacro, si eleva all'aitare maggiore, ab-<br />
bellita da fiscia a musaico sorretta da co-<br />
loiìnette <strong>di</strong> maimo bianco, a foggia <strong>di</strong> bel<br />
tem[)ietto, con una cancellala ben intesa<br />
<strong>di</strong> ferro, avente sopra una croce fodera-<br />
ta con lamine <strong>di</strong> argento, i cui fogliami so-<br />
nosuperbissimi. Dalla parte <strong>di</strong> Gesù Cro-<br />
cefisso e alle estremità della croce sono<br />
le figure in bassoiilievo della B. Vergine<br />
e <strong>di</strong> s. Giovanni, un angelo con corona <strong>di</strong><br />
fiori in mano, e sotto a fiori esce il capo<br />
del serpente infernale. Dall'altra parte è<br />
l'Agnello pasquale, contornato da'simbo-<br />
li dell'Apocalisse. Nella cappella del Crocefisso<br />
<strong>di</strong>etro la tribuna vi è al muro uà<br />
bassorilievo alq
291 T I V<br />
ficaie, oon l'iscrizione: Pasce grcgcs rftiia<br />
in niillis cpiilis ci^cs. Unita alla chiesa vi<br />
è una comoda abitazione che servì a'uio-<br />
naci benedellini. Di <strong>di</strong>etro al tempio si<br />
passa in una grotta naturale dello scoglio,<br />
e vi si entra per una stretta fessura a intorme<br />
angolo acuto, non si sa per quiil<br />
causa così unita e aperta, mentre chi o-<br />
pina che ciò accadesse pel terremoto, al-<br />
tri per un miracolo operato dal santo, e<br />
nella quale ancora esiste un altare in mez-<br />
zo. Si pretende che servisse pel cullo del-<br />
le ss. Immagini quando gl'iconoclasti le<br />
perseguitavano. Quin<strong>di</strong> si può salire alla<br />
cnppelletta detta <strong>di</strong> s. Eustachio, ov'egli<br />
è <strong>di</strong>pinto a fresco genuflesso innanzi alla<br />
cerva, adorando la ss. Croce, e <strong>di</strong> prospet-<br />
to vi è pur <strong>di</strong>pinto il Salvatore. Sorpren-<br />
de l'altezza della rupe dal lato che guar-<br />
da il piazzale della chiesa guai entità da<br />
muro, e dall'alto dello scoglio si spaventa<br />
losguardosesi guarda a basso. Per una<br />
agiata scala <strong>di</strong> 74 gra<strong>di</strong> e fiancheggiata<br />
da solido muro vi si ascende. Il cav. An-<br />
drea Belli nel 18.48 pubblicò in Roma: /^^<br />
J't'sta dell'arcangelo s. Michele sulnion-<br />
Ic della Pidturella presso Giiadagiin-<br />
10 nel nuovo Lazio. Dnpo avere eru<strong>di</strong>-<br />
tissimamente parlato, oltre del s. Aican-<br />
gclo, delle località e <strong>di</strong> Guadagnolo e suo<br />
insigne santuario, da lui visitali nelle sue<br />
peregrinazioni Laziali, riporia il seguen-<br />
te tratto del dotto gesuita p. Mazzulari,<br />
non menocelebtee benemerito del [>• Kircher,<br />
tratto dal suo 0/V7//o.y^r70.j' Abbiamo<br />
una mollo insigne memoria <strong>di</strong> s. Eustachio<br />
nel Lazio in un n)onte detto Vnl-<br />
tuilla, e volgarmente Menlorella, dove si<br />
accenna il luogo nel quale gli apparve il<br />
cervo coH'immagine del Crocefisso tra le<br />
corna: qui in appresso <strong>di</strong> tem|)0 gli fu e-<br />
relto nn nobile tempio, edetlicatoalla ss.<br />
Vergine: il tempio è antichissimo e lo vo-<br />
gliono Costantiniano, ed è consecralo da<br />
6. Silvestro I Papa. I monumenti che si<br />
adducono in prova sono assai rilevanti.<br />
11 celebre p. Atanasio Kircher fu insigne-<br />
meulc benemerito <strong>di</strong> questo lcmi)io: ne<br />
T I V<br />
stampò una storia, e vi fondò una mis-<br />
sione, ed appiè della ss. Vergine lasciò il<br />
suo cuore in perpetuo attestato della sua<br />
<strong>di</strong>vozione alla Madre <strong>di</strong> Dio". Riprodu-<br />
ce quin<strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>ce lo slesso p. Kircher.<br />
» Eliam in <strong>di</strong>e 29 seplembr. s. Michaelis<br />
Arcangeli sacro ingenti mullorum mil-<br />
lium hominum ad communionem, ut <strong>di</strong>-<br />
ci solet, generalem quotaniiis eo in loco<br />
institui solitam confliixu frequentantur".<br />
Questa missione ebbe cominciamentonel<br />
1669, e fii arricchita d'indulgenza ple-<br />
naria da Alessandro VII. Il giorno innanzi<br />
a tal festa parecchi p. gesuiti muovono<br />
dal collegio <strong>di</strong>Tivoli alla volta del monte<br />
della Menlorella; e infanto le turbe noa<br />
pur dalle finitime tene e castella, ma da<br />
lontanissime parli ezian<strong>di</strong>o vi convengono<br />
premurosamente, e per viaggio in va-<br />
ri drappelli cantano lau<strong>di</strong> a Maria. Inol-<br />
ile <strong>di</strong>ce il p. Kircher.'! Cum vero pri<strong>di</strong>e<br />
festis oranes fere conveniant, ut locuai<br />
ubi pernoctenlurhabeantjin ecclesia coni-<br />
inorari cogunlur, ut ad initium surgen-<br />
lis aurorae missarum solemnilms, qiiae<br />
usqiiead meri<strong>di</strong>em continuantiir, una exorli,<br />
omnes coelesti Pane rel'ecti, tem-<br />
pestive poslmodum ad propria reuieare<br />
queant: tota vero noclecontinuis pietatis 1<br />
exerciliis tempus Iransigunl, pervarias 1<br />
in liuiic finem oialiones iiislitulas , nec<br />
non perconliniium rosarii, et lilaniarum, 1<br />
in Deipaiaehonoiem, recitationem, quas<br />
sacerdoles advenae veluti in vigiliasquas- |<br />
dam <strong>di</strong>stributi, tota noeta populo alla vo-<br />
ce praelegere solenl". Nel giorno della fe-<br />
sta <strong>di</strong> s. Michele, che talvolta si prolun-<br />
ga ad altri giorni per le processioni vo-<br />
tive de'circostanti paesi, mentre i fedeli<br />
vanno espiando le loro colpe in circa 12<br />
tribunali <strong>di</strong> penitenza , si fanno acconci<br />
sermoni per infervorare più migliaia <strong>di</strong><br />
persone a degnamente ricevere la ss. Eu-<br />
cai islia e ad acquistar l'indulgenza plena-<br />
ria, e la giornata si compie con un reli-<br />
gioso cantico d'esultanza e <strong>di</strong> lode a Dio,<br />
in /non le saneto ejus.<br />
iSunibuci. Comune dello <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Ti-<br />
j
T I V<br />
voli) con feiTÌfoiio in colle, i cui maggio-<br />
I ri prodotti sono le uve, il grano, la gliisin-<br />
i Tivoli,<br />
I<br />
I<br />
I l'albero<br />
da e buoni pascoli, oltre quanto è neces-<br />
sario alln vi ta. Siede sopra un lidenlecol-<br />
le poco lungi da Cicilianoeio miglia da<br />
in aere dolce e lempeiato. Il suo<br />
norae i5'c//;'/'?u?//?;w deriva evidenlemen-<br />
te, secondo iNibhy, da stinìhucitsoss\a dal-<br />
ben noto del sambuco , il quale<br />
però non alligna facilmente sui monti, ma<br />
ama i luogbi freschi e innafìiati, e specialmente<br />
il corso de'rivi; e in falli questo vil-<br />
laggio è posto sulla riva destra del Giu-<br />
venzano, ruscello che mesce le sue acque<br />
all'Aniene sotto l'orrido monte <strong>di</strong> Sara-<br />
cinesco, e che dalla circostanza prende il<br />
nome <strong>di</strong> rio <strong>di</strong> San)buci. La situazione è<br />
amena, poiché lecieste <strong>di</strong> Ciciliano e del<br />
monteCrufo, <strong>di</strong>staccandosi sensibilmente,<br />
aprono una vallata che viene irrigata dal<br />
detto ruscello, vallata ch'è oltren)odo a-<br />
prica. Quanto all'origine del paese, si ha<br />
che fin dall'
2()4 ^ ' ^<br />
Id >ujj|jo>lc sue colpe, chele investigazio-<br />
ni si e>lescro fiuosupia i Irascorsi giova-<br />
nili; lu caricato iugiiistameule d'altri de-<br />
Jillieci'iiifeilellà. Nulla provandosi, la sua<br />
innocenza mosse il car<strong>di</strong>nal Paiiciroli se-<br />
{^relaiio <strong>di</strong> sialo a nliulare le ren<strong>di</strong>te ec-<br />
clesiasticlie conferite a lui, come suo suc-<br />
cessore iie'liloli pretesi vacanti, non po-<br />
lendone essere spogliato senza il ricono-<br />
aciaienlo dell'incolpazioni in pieno couci-<br />
sloro. Dice ÌNIarocco. che in Sainhuci vi<br />
è un convento de'niinori osservanti con<br />
loro chiesa. La chiesa arci[)relale e matrice<br />
è la suniuieutovata <strong>di</strong> s. Pietro apo-<br />
stolo.<br />
Surticìiicsco. Comune della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
Tivoli, con territorio montuoso, piodu-<br />
cenle grano, ghianda, legna da taglio e<br />
da combustione, a 3o miglia da Roma.<br />
E'siluato sopra un monte molto alto <strong>di</strong> fi-<br />
gura conica, coperto <strong>di</strong> bosclii, sulla spon-<br />
da siuisliu deJl'AnieiiCj<strong>di</strong>rimpetto al con-<br />
fluente del rivo Digenlia in cjuel fiume.<br />
Questo paese fu Confuso coll'autico <strong>di</strong> e-<br />
gual nome, e <strong>di</strong> più la sua origine fu nar-<br />
rata iu più mo<strong>di</strong> ; perciò trovo in<strong>di</strong>-<br />
spensabile liportarne i <strong>di</strong>versi racconti.<br />
Questo nome <strong>di</strong> Sarucciiisciun o Rocca<br />
Siirrtici'iiiscu/n, è parlante, ricordando le<br />
terribili scovievltiòe Suracc ni, i quali cir-<br />
ca r876 devastarono questa valle, siccome<br />
fan fede le lettere <strong>di</strong> Papa Giovanni<br />
VI 11. Furono scon<strong>di</strong>ti dalle imperiali mi-<br />
lizie comandale daCarlo i 1 C(^/AT),che atter-<br />
rato da Almonle generale degl'infedelijSa-<br />
rebbe restato morto se non vi accorreva<br />
unode'suoi in aiuto,uccideiido il saraceno<br />
capitano.Forse la sua origine a quella scor-<br />
rei la si deve, quasi che una colonia <strong>di</strong> quei<br />
saccheggialori si annidasse su questa im-<br />
ponente piiula, incoi è penoso il salire.<br />
Osserva JNibby che dà peso a tal congettura<br />
il trovare fa ([ue'abilanli cognomi<br />
tl'oi igine araba, fra'quali Almaiisoi ,!\lor-<br />
ganle, Morgulle e simili. Gli abitanti sono<br />
<strong>di</strong> statura vantaggiosa e belli, con alcun<br />
che relativo all'origine saracena, ed<br />
e smtjoi<strong>di</strong>c che <strong>di</strong>lli. iluiculccouliaggouu<br />
T 1 V<br />
malrimoniocon altri fuori del paese, qua-<br />
siché vogliano senza mescolanze conser-<br />
vare la loro razza. Tra loro vi è perfet-<br />
ta unione, e guai se alcuno viene oifeso<br />
da un estraneo, sorgendo tulli per oppri-<br />
merlo. Gli storici tiburlini riferiscono, che<br />
a saraceni sfuggiti alla strage loro recala<br />
presso il castello <strong>di</strong> Garigliano ed a Vi-<br />
covaro, dalle milizie comandate in perso-<br />
na verso il 910 da Papa Giovanni X, fu<br />
concesso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficarsi il veci hio castello e<br />
perciò chiamato Saracinesco, oggi detto<br />
ilCaslellaccio, lungi alcune miglia da Ti-<br />
voli. Appartenne agli Orsini, e nella pace<br />
fatta neh 382 tia'tiburtini ei mede-<br />
simi, Rinaldo Orsini vendè al comune <strong>di</strong><br />
Tivt<strong>di</strong> il castello per Syoo ducali d'oro.<br />
Ivi restarono gii abitanti sino al 1391,<br />
quando il comune retrovenduto il caslel-<br />
lo a Giacomo e Antonio Cocanari, gli a-<br />
Ijilanti<strong>di</strong> notte improvvisauienle evasero<br />
con tutte le loro suppellettili, e valicala<br />
il fiume costruirono l'attuale Saracinesco,<br />
o come alili più probabilmente vogliono<br />
lo aumentarono, giacché si crede che an-<br />
co gli abitanti <strong>di</strong> Caslellaccio originasse-<br />
ro da'saraceni. II Viola nella Stuiia <strong>di</strong><br />
Tivoli, racconta che gli Orsini conti <strong>di</strong><br />
Tagliacozzo nel 1082 fecero a' tiburlini<br />
Cessione <strong>di</strong> quella parte del castello <strong>di</strong><br />
Saracinesco che ad essi spellava; ma siccome<br />
R^inaldo Orsini signore <strong>di</strong> Moniti<br />
PkOtondo avea su <strong>di</strong> ([nello delle prelcu-<br />
sioni, cosi nacque controversia, la cui de-<br />
cisione fu rimessa al conle A<strong>di</strong>nolfo <strong>di</strong><br />
Valmonlone. Dopo maturo esame que-<br />
sti altrijjui a Tivoli l'intero possesso del<br />
castello, ma per le ragioni che concorre-<br />
\ano a favore <strong>di</strong> R.iiialdo, giu<strong>di</strong>cò che lu<br />
città dolesse sborsare la somma <strong>di</strong> 0700<br />
fiorini nei termine <strong>di</strong> due anni. Il paga-<br />
ineiito della 1." rata si fece con puntuali-<br />
tà, rna nella 2.' scadenza trovandosi esau-<br />
sto il pubblico erario, la comune delibe-<br />
lò alienare il castello, il quale nel 1391<br />
fu comprato da Jacopo e AntonioCocana -<br />
ri.^Però gli abitanti o per non piacer loru<br />
Idsiguunadc'uuovipa<strong>di</strong>ou;, o perchè op'
T 1 V<br />
pressi da gravissime conliibuzioni e im-<br />
uosli', o per altro molivo non bene couoj.«.iuto,Io<br />
evaciioiono improvvisamen-<br />
te, e con tulli gli edelti mobili e semo-<br />
venti, valicato l'Aniene, si iitlu»>eio sul-<br />
la vela d'un monte altissimo degli equi-<br />
coli, I 2 niiglia <strong>di</strong>stante daTivoli, ove fab-<br />
bricarono un altro paese, che anco oggi<br />
porta il nome d\ XiiQvo Sii rari ncsco.L' ab-<br />
bandoiialo Saracinesco vecchio con l'an-<br />
nesso territorio si <strong>di</strong>vise successivamente<br />
in <strong>di</strong>verse linee della fajniglia Cucuna-<br />
li {iropi ielaria. 11 Corsignaui invece nar-<br />
ra, che avendo i luoghi de'bunedellini su-<br />
hlatensi patito grandestruge in tempo dei<br />
.saraceni, per eternare la memoria <strong>di</strong>erono<br />
il nome a un castello presso la via Va-<br />
leria, ov'eransi fortificali, <strong>di</strong> Castello Sa-<br />
racinesco o Sa rad uese, il cpiale venne poi<br />
in potere d'Oderigu e Rinaldo conti dei<br />
IMarsi, i quali in st-guilo lo donarono ai<br />
benedettini. Ma semlisa quasi ch'egli par-<br />
li d'un castello omonimo ne'Maisi, poi-<br />
ché aggiimge che i saraceni erano venu»<br />
ti nella regione de'iMarsi e <strong>di</strong> Carsoli, per<br />
essere vicino a Pioma, e perchè ardeva la<br />
guerra tra Manfre<strong>di</strong> che avea assoldati<br />
multi saiaceni, e Carlo 1 d'Angiò. Il Ca-<br />
lindri, quanto alla derivazione del castel-<br />
lo per tal guerra , pare che si avvicini a<br />
tale opinione, <strong>di</strong>cendo che gli abitanti in-<br />
segnano il campo ove seguì la battaglia<br />
fra Carlo I e Ptoggiero, e che dopo esse-<br />
re slaro e<strong>di</strong>ficalo Sai acinesco vecchio nel<br />
gì 6, per le vicemle de 'tempi rovinalo venne<br />
rifabbricato nel i i 3q a tempo <strong>di</strong> CouifaciolX.<br />
Marocco ripetè aitretlanto, no<br />
tando che prima della i ie<strong>di</strong>iicazione esi-<br />
steva un'alta rocca sull'ai ea della quale<br />
luruno fiibbricate le sussistenti abitazio-<br />
ni, cinte <strong>di</strong> muia. Certo è che aulicamente<br />
Saracinesco vecchio appartenne al mo-<br />
nastero sublacense, e la i.^nenioria <strong>di</strong> tal<br />
dominio apparisce dalia lapide esistente<br />
liei monastero <strong>di</strong> s. Scolastica a Subiaco<br />
delio52, e ivi chiama vasi Rocca Sarra-<br />
iciiiscnni. Nella bolla <strong>di</strong> Pasquale 11 in-<br />
icrita nella croQuca bubluccnse si numi»<br />
T I V '9<br />
na questa ferra insieme con altre come <strong>di</strong><br />
pertinenza del monastero. Ma poco dopo<br />
venne in altre mani, e nel i 1^7 Saraci-<br />
nesco eca in potere d'Oddone signore <strong>di</strong><br />
Poli, i! quale ne fece omaggio ad Adria-<br />
no IV, e poi ne fu infeudato. Tornò po-<br />
scia in potere de'monaci, i quali lo riten-<br />
nero fino al ponlificato<strong>di</strong> Paolo II, il quale<br />
lo liiuù alla camera apostolica, come<br />
vuole iS'ibby. In fatti leggo nella vita <strong>di</strong><br />
quel Papa, tra'luoglii da lui ricuperati al<br />
<strong>di</strong>rollo dominio della s. Sede, la fortez-<br />
za <strong>di</strong> Saraceno. I! p. Casimiro inoltre rac-<br />
conta, che iS^//v;r//»'.5^r«w apparteneva al<br />
monastero <strong>di</strong> Monte Cassino, cui fu con-<br />
fermato da Onoiio III nel 1216. Che do-<br />
po questo tempo passò la signoria <strong>di</strong> es-<br />
so in Corrado d'Antiochia, il quale pos-<br />
sedeva altri feu<strong>di</strong>, onde neli3oi si tro-<br />
va chiamalo anche Comes Castri A nli-<br />
culì. I successori <strong>di</strong> Corrado venderono<br />
la mela <strong>di</strong> Saracinesco nel i?36 a Fran-<br />
cesco Orsini abbate <strong>di</strong> Farfa; nella quale<br />
epoca la famiglia d'Antiochia godeva<br />
in Iiomail giuspatronnlo della cappella <strong>di</strong><br />
s. Alessio, posla nella chiesa <strong>di</strong> s. Lucia<br />
in Colonna, poi s. Maria Maddalena del-<br />
le Convertite. Ilicorda Nibby la grotta che<br />
comincia da questa montagna, e sotto il<br />
fiume risuona al rumore delle acque che<br />
trapelando vi formano un piccolo laghet-<br />
to presso s. Cosi malo, e sbocca nel fossa<br />
<strong>di</strong> Caiita'upo. Si crede scavata da' sara-<br />
ceni per combattere gl'imperiali <strong>di</strong> Carlo<br />
il Calvo e le milizie papali <strong>di</strong> Giovanni<br />
Vili, e pel frastuono e rimbombi clie si<br />
sentono, la credula superstizione la fa a-<br />
bilala da spirili. La chiesa arcipretale è<br />
sotto r invocazione <strong>di</strong> s. Michele Arcan-<br />
gelo.<br />
S. Gregorio, Comune della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
Tivoli , con territorio ampio in colle, il<br />
massimo de'cui prodotti sono gli olivi ab-<br />
bondanti e d'eccellente (jualità, le uve, il<br />
grano, i pascoli, le frulla d'ogni specie e<br />
mollo delicate; abbonda d' acque all'intorno,ma<br />
terrose, ed è circa 8 miglia <strong>di</strong>-<br />
slaute da Tivoli. E' siluatosul riniaiiod'u-
296 T 1 V<br />
"il fìmbria tufacea della cresta occiclen-<br />
tale<strong>di</strong> iMentorelIa. do:r)inalodallo sciroc-<br />
co e in aere alquanto uiuido, circondato<br />
da' monti che gì' impe<strong>di</strong>scono la visuale<br />
de' paesi. Questo ripiano vtdcsi tagliato<br />
ad aite intorno da lutie le parli, meno<br />
verso oriente, (lo\ e trovasi congiunto con<br />
una specie d'istmo alla falda d'un monte<br />
del gruppo <strong>di</strong> Casape, scorrendo a' suoi<br />
pie<strong>di</strong> un ruscello detto il Fosso delle noci<br />
<strong>di</strong> peroravo, e si scorge il paese appena<br />
salilo il monte <strong>di</strong> s. Maria JN'uova e com-<br />
parisce per una linea retta. 1! detto lavo-<br />
ro mostra ad evidenza the ne'lempi an-<br />
tichi questo punlo non fu trascurato , e<br />
che forse come Empulum eSaxula fu uno<br />
degli oppi<strong>di</strong> eretti da' lihui tini a <strong>di</strong>fesa<br />
delle loro terre da questa parte verso i<br />
pieueslini. Ma <strong>di</strong>chiara Nibby, ninna me-<br />
moria fino a noi ne pervenne, e solo ta-<br />
le congettura deriva dal fatto. Il Caliridri,<br />
seguilo da IMarocco, crede che nel terri-<br />
toiiosienvi reliquie <strong>di</strong> Sassula, consisten-<br />
ti negli avanzi <strong>di</strong> molti acquedotti molto<br />
alti e molto laighi, pe' quali ritiene che<br />
furono da Clau<strong>di</strong>o istradate leac(jue chi<br />
Iago <strong>di</strong> Fucino, che descrissi nel voi. LII,<br />
p. 217. Il palazzo baionale fa pompa <strong>di</strong><br />
sua grandezza, con muri erti quasi 6 pal-<br />
mi, secondo Marocco; ha un largo piaz-<br />
zale <strong>di</strong> prospetto e <strong>di</strong>verse buone fabbri-<br />
che, con istrade pulite, vago essendo il ca-<br />
sino de'Belli <strong>di</strong>moranti in Tivoli. Anco-<br />
ra esiste nel palazzo il ponte levatoio so-<br />
stenuto da catene, che abavasi quando i<br />
signori del luogo volevano impe<strong>di</strong>rne l'in-<br />
gresso. 11 suo intereio olire molte stanne<br />
a volta, graziosa cappella, e un gran sa-<br />
lone mal <strong>di</strong>pinto a fresco: la stanza del-<br />
ta del car<strong>di</strong>nale prese tal nome per aver-<br />
la abitata il car<strong>di</strong>nal Santacroce, e fu <strong>di</strong>-<br />
pinta dal Zuccari. Nella medesima si leggono<br />
memorie <strong>di</strong> avere il car<strong>di</strong>nale gel-<br />
tato i fondamenti della rocca , e<strong>di</strong>ficnto<br />
rofìlcina olearia, tagliato la gran<strong>di</strong>ssima<br />
selva sul monte altissimo, fatto una stia-<br />
da comoda pe'lcrrazzani docili e rispetto-<br />
si, e ampliale le case del castello, il ({uale<br />
T 1 V<br />
«ìarebbe capace <strong>di</strong> contenere circa 5000<br />
persone, perchè vi sono due lunghe bor-<br />
gate e ali re fabbriche convenevoli in gran<br />
parte abbandonate. La chiesa arcipreta-<br />
le è deificata a s. Gregoi io I, piuttosto goffa<br />
e con travatura <strong>di</strong> gusto gotico : due<br />
altari sono abbelliti <strong>di</strong> !uarmo,e(l è rimar-<br />
chevole il quadro della PiSiirrezione. Come<br />
in altri paesi (lel^i^ <strong>di</strong>ocesi, vi è una<br />
maestra pia per l'educazione e istruzione<br />
delle finciulle, ed x\n maestro che istruisce<br />
i fanciulli sino alla grammatica. Ma-<br />
rocco racconta, che ^01. anni avanti la<br />
fondazione <strong>di</strong> Roma, Catillo fratello <strong>di</strong>Xi-<br />
burle e <strong>di</strong> Corace, volendo gareggiar le<br />
glorie del i. "fondatore <strong>di</strong> Tibur, anch'e-<br />
gli [)rocurò immortalarsi con e<strong>di</strong>ficare al-<br />
tra città e superarlo nella pietà con eri-<br />
gere anch'egli un sontuoso tempio ad Ercole<br />
Sassone, e ad essa il nome del nume<br />
impose, cioè <strong>di</strong> Saxula o Sassola, per ri-<br />
cordare a'posleri il <strong>di</strong>stintivo attribuito<br />
a quel semi<strong>di</strong>o, per la pro<strong>di</strong>giosa pioggia<br />
ogran<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> pietre, colla quale il suo pa-<br />
dre Giove oppresse Albione e Bergione<br />
figli <strong>di</strong> Nettuno, quando vollero impe<strong>di</strong>-<br />
re <strong>di</strong> passare il Rodano a Ercole, che contro<br />
<strong>di</strong> loroavea esaurito le sue freccie. Due<br />
miglia lungi da s. Gregorio, Sassola sor-<br />
geva ne! luogo chiamato CAvV/^.e sul dor-<br />
so del monte Mercorano esisteva la fede-<br />
rata città <strong>di</strong> Empulum. Gli abitanti <strong>di</strong><br />
Sassola respiravano aria pura, con peren-<br />
ni fonti d'acqua limpida. Alla sua pen<strong>di</strong>-<br />
ce cominciava la spaziosa campagna <strong>di</strong><br />
Fausliniano, donde i<br />
cilta<strong>di</strong>ni raccoglie-<br />
vano vini superbi, e dal vasto territorio<br />
traevano copiosi cereali. Governandosi i<br />
sassolani a forma <strong>di</strong> repubblica, furono<br />
soggiogati da'roinani con Tibured Empulum.<br />
1 libuitini scuotendo l'estraneo<br />
dominio, mossero Empulum e Sassola a<br />
imitarli. I romani piombarono sugl'in-<br />
sorti, e per aver Sassola resistito con più<br />
<strong>di</strong> ostinazione, superata che l'ebhero l'adequarono<br />
al suolo. Inoltre ritiene Ma-<br />
rocco, che i superstiti abitanti fibbrica-<br />
rouo nella regione <strong>di</strong> Fausliniano un pie-
TI V<br />
colo castello, con una torre per esplora-<br />
re e <strong>di</strong>fendersi, che costruirono più tar<strong>di</strong><br />
ne'bassi tempi, e lo chiamarono Faustiniano<br />
e poi prese il nome <strong>di</strong> s. Grego-<br />
rio, per ad'elto verso Papa s. Gregorio F,<br />
alla cui casa il fondo apparteneva e da lui<br />
donato a'nionaci benedettini verso il 5q4;<br />
onde in breve <strong>di</strong>stanza fu a lui intitola-<br />
ta una chiesa denominata, dopo l'erezio-<br />
ne della già ricordala, s.GregorioVecchio.<br />
IMarocco sostiene il suo narralo cilandoil<br />
Cassio, Memorie <strong>di</strong> s. Silvia, ed il ms.<br />
del medesimo esistente presso i pp, <strong>di</strong> s.<br />
Maria jNuova, oltre una <strong>di</strong>ssertazione <strong>di</strong><br />
Janilli ms. Che il Faustiniano fu occupa-<br />
to da'Conli, e poi nel i2 3o passò in proprietà<br />
de'monaci <strong>di</strong> s. Gregorio <strong>di</strong> Roma,<br />
contro i quali lo riven<strong>di</strong>cò il monastero<br />
<strong>di</strong> s. Angelo in Valle Arcese possessore<br />
del monte Aflliano e<strong>di</strong> castel s. Angelo,al<br />
quale lo confermò Onorio IV. Ma per la<br />
sregolata condotta de'monaci, venendo espulsi<br />
dal vescovo <strong>di</strong> Tivoli nel 1 3oo, Bo-<br />
nifacio Vili concesse il monastero <strong>di</strong> Val-<br />
le Arcese a' cistcrciensi. Questi però nel<br />
i3i8 lo cederono alle francescane <strong>di</strong> s.<br />
Lorenzo in Pane e Perna, restando il mo-<br />
naslero e la chiesa in custo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> eremili<br />
che li <strong>di</strong>lapidarono. Marocco è oscuro poi-<br />
ché nuovamente soggiunge, che il Fausti-<br />
niano dopo averlo i Conti posseduto sino<br />
al 1280, fu quin<strong>di</strong> ceduto al monastero <strong>di</strong><br />
€. Gregorio <strong>di</strong> Roma che lo ritenne sino<br />
al 1 38o.Che pare essere principiata la ter-<br />
ra <strong>di</strong> s. Gregorio nel 1280, e che gli abi-<br />
tanti Io chiamarono con tal nome in me-<br />
moria del gran Pontefice ch'era stato lo-<br />
ro signore, e per gratitu<strong>di</strong>ne a'monaci ili<br />
s, Gregorio <strong>di</strong> Pioma eressero la chiesa<br />
maggiore in onore <strong>di</strong> s. Gregorio I, oltre<br />
altra <strong>di</strong> s. Biagio , essendo pur <strong>di</strong>voti <strong>di</strong><br />
s. Silvia madre <strong>di</strong> tal Papa, la quale ere-<br />
<strong>di</strong>tò da'suoi maggiori i beni già apparte-<br />
nuti a S.Eustachio, la cui villa e bagni<br />
furono scoperti nel territorio de! castello<br />
<strong>di</strong> s. Gregorio , come si può leggere nel<br />
Canio jiìle/norie <strong>di</strong> s. Silvia e de'paesij)a-<br />
triinoniali <strong>di</strong> s. Eustachio, Di tutto quc»<br />
T I V 297<br />
sto ecco quanto <strong>di</strong>ce il dotto Nibby. Ces-<br />
sato lo stato <strong>di</strong> ostilità <strong>di</strong> queste contrade<br />
co'romani,airoppido eretto antica men-<br />
te da'tiburtini successe probabilmente una<br />
villa, poiché il suolo non è ingrato, ed<br />
amenissima è la situazione, a segno che<br />
ne'mesi estivi è una delizia il <strong>di</strong>morarvi.<br />
Ma declinalo l'impero, queste contrade<br />
andarono soggette alla devastazione e al-<br />
l'abbandono, e special mente dopo le scor-<br />
rerie de'Iongobar<strong>di</strong> guidati dal fiero re A-<br />
stolfo, che misero a ferro e fuoco nel se-<br />
colo VII! tutti i contorni <strong>di</strong> Roma e par-<br />
ticolarmente tutto il paese fra Tivoli e Pa-<br />
lestrina. Il Cassio creile che la terra <strong>di</strong> s.<br />
Gregorio si formasse <strong>di</strong> nuovo nel secolo<br />
XII dagli abitanti <strong>di</strong> Castel Faustiniano,<br />
che ivi si ritirarono, e Nibby non vi <strong>di</strong>sconviene.<br />
Infatti comincia a comparire dopo<br />
quell'epocale col nome d\Castrums.Gre'<br />
goìii leggesi in un documento deliaSo<br />
riferito nel t. 4 degli Aiinales Camaldu-<br />
Icìises, dove viene designato come con-<br />
finante col territorio d'un altro castello<br />
chiamatoMorella.Poco dopo venne in po-<br />
tere degli Orsini, che lo ritennero fino al<br />
declinardel secolo seguente, in <strong>di</strong>esi tro-<br />
va in possesso de' Colonnesi, ed in fatti<br />
leggo nel Coppi: che Giovanni e Nicolò<br />
della Colonna signori <strong>di</strong> Palestrina, collegati<br />
con Onorato Caetani conte <strong>di</strong> Fon<strong>di</strong><br />
e fautore acerrimo dell'antipapa Be-<br />
nedetto XIII, il Papa Bonifacio IX pro-<br />
curò <strong>di</strong> ritrarli da tale alleanza, ma Nicolò<br />
nel gennaio i4oo entralo in Roma<br />
per la porta del Popolo, con una turba<br />
d'armati ne percorse varie contrade gridando:<br />
T'iva il popolo, e muoia Boni-<br />
facio IX tiranno. Tentò d'impadronirsi<br />
del palazzo senatorio <strong>di</strong> Campidoglio, e<br />
del convento d'Araceli, ma ne fu respinto<br />
e dovè ritirarsi dalla città, ed i romani<br />
giustiziarono 3 i de'suoi seguaci. In<strong>di</strong> Bo-<br />
nifacio IX spedì a'Colonnesi per richia-<br />
marli dall'errore. De Afflictis vescovo <strong>di</strong><br />
Polignanoeamuiinistralore della <strong>di</strong>ocesi<br />
<strong>di</strong> Palestrina, ed essi l'arrestarono e ri-<br />
tennero. Allora il Papa fatti processare
298 T I V<br />
Giovanni e Nicolò della Colonna, Il scomunicò,<br />
<strong>di</strong>chiaiò rei <strong>di</strong> lesa maestà, privò<br />
in uno a'<strong>di</strong>scendenti <strong>di</strong> qualunque o-<br />
iiore, e ne coi>(is(;ò i beni. Poi con bolla<br />
de'7.4 niiiggio soltopose all'inlercletto ec-<br />
clesiastico l'.tlcslriiia, s. Gregorio, Galli-<br />
cano e altre lei re tie'due Colonncsi, contro<br />
i quali piomulgò la crociata. Questa<br />
composta <strong>di</strong> 2000 ainiali, asse<strong>di</strong>ò inutilmente<br />
Pa!esliina e devastò le circonvi-<br />
cine campagne. Tultavolfa su! principio<br />
del 1 4o I i due Colonnesi, confessati a Bonifacio<br />
IX i loro delitti, ne chiesero per-<br />
lìono, ed ottennero piena assoluzione e<br />
reintegrazione dolio stato, oompresa la<br />
terra <strong>di</strong> 8. Gregorio. Questo pare <strong>di</strong>poi<br />
occupato nuovamente dagli Orsini, 1 qua-<br />
li cessarono <strong>di</strong> dominarlo dopoché nel<br />
I 420 fu assalito e preso da Onorato Cae*<br />
tani,eda Nicolò e GiovanniColonna. Que-<br />
sti lo possederono fino alla morte del lo-<br />
jo Martino V avvenuta neli43i. Nelle<br />
vertenze subilo insorte tra il successore<br />
Eugeniol V, ed i Colonnesi signori <strong>di</strong> Pa-<br />
lestrina , questa terra fu occupata dalle<br />
grnti <strong>di</strong> quel Papa, che nel 1439 la con-<br />
cesse a Rinaldo Orsini per rimunerarlo<br />
del suo attaccamento. Così il castello <strong>di</strong><br />
s. Gregorio tornato in poteie <strong>di</strong> quella fa-<br />
miglia, andò soggetto a tutte le vicende<br />
chederivarono dalle polenti inimicizie fra<br />
gli Orsini ed i Colonnesi. Teinporanea-<br />
n)ente lo godè in vicarialo Pietro Borgia,<br />
cui neli4T''^ I" conferì lo zio Calisto III.<br />
Signoreggialo nuovamente dagli Orsini,<br />
pare che gli abilauli non solliissero le ti-<br />
innnie <strong>di</strong> Cesare Horgia, in riguardo <strong>di</strong><br />
nveili dominati il suo parente. Nel 1567<br />
Gio. Giordano Orsini vendè il castello al<br />
car<strong>di</strong>nal Prospero Santacroce, insieme al<br />
casale <strong>di</strong> Gei iconiio poco <strong>di</strong>stante, posto<br />
sopra un colle che domina il sito dell'antica<br />
Acsnla o Colle Faustini<strong>di</strong>io, come<br />
lo chiama Nihhy, <strong>di</strong>cendo che in Acsula<br />
fu un'arce de'romani e poi una loro co-<br />
Ionia, <strong>di</strong>strulla nelle guerre civili e più<br />
parlicolannente nella Sillana;eche il no-<br />
Xiìii <strong>di</strong> Culle Fdustiiti<strong>di</strong>in ricorda la vil-<br />
T I V<br />
la che nel ripiano vi ebbe Faustina, moglie<br />
<strong>di</strong> Marco Antonino, <strong>di</strong> cui rimango-<br />
no avanzi considerabili, e secondo il Cas-<br />
sio apparteneva io origine a Faustino a-<br />
niico <strong>di</strong> iMarziale.Come sulle rovine {\' Ac-<br />
suln sorse la villa Faustiiiiaim, così su<br />
quelle <strong>di</strong> questa formossi nel secolo XI il<br />
castello più volte già ricordato, e n'è residuo<br />
la torre denominala Torretta. La<br />
possederono i monasteri <strong>di</strong> s. Paolo e <strong>di</strong><br />
s. Gregorio <strong>di</strong> Roma, finché se ne impa<strong>di</strong>-onì<br />
Oddone <strong>di</strong> Poli. Ritornando aGe-<br />
ricomio , offrendo il sito un ritiro a chi<br />
vuolsepararsidal mondo, il car<strong>di</strong>ualSan-<br />
tacroce ne fece il suo riposo, riducendo-<br />
lo a villa sontuosa; costruì il casino oggi<br />
casale e lo chiamò ospizio deliri ^'cecilia-<br />
ili. Di questa villa il car<strong>di</strong>nale fece bat-<br />
tere una medaglia col suo busto nel drit-<br />
to, e col prospetto della villa nel rovescio.<br />
Morto il car<strong>di</strong>nale nel i 5'^'Ò, la villa fu ab-<br />
])andonala, quin<strong>di</strong> venduta a'Conti du-<br />
chi <strong>di</strong> Poli, e da questi a'Barberini, in<strong>di</strong><br />
alla casa Pio, e poi fu ridotta a vignato.<br />
Marocco poi racconta, che il car<strong>di</strong>nale ornò<br />
la terra <strong>di</strong> fdjbriche e del vasto pa-<br />
lazzo baronale, ovvero lo restaurò e abbellì;<br />
a[)rìiina strada finoalla villa <strong>di</strong> Gèricomio<br />
e fece altre cose utili. Non<strong>di</strong>me-<br />
no si tentò <strong>di</strong> ucciderlo, ma i delinquenti<br />
furono filli morire, e tagliale le mani<br />
vennero inchiodatesopra una tavola <strong>di</strong> le-<br />
gno. E siccome il paese era consapevole<br />
del bai baroaltentato,il car<strong>di</strong>nale condannò<br />
la comune alla multa <strong>di</strong> 10,000 scu<strong>di</strong><br />
d'oro, con che domò lo spirilo <strong>di</strong> ribel-<br />
lione. L'erede Tarquinio Santacroce nel<br />
1 1199 vendè il castello <strong>di</strong> s. Gregorio per<br />
iSo.ooo scu<strong>di</strong> a'Conti, i<br />
quali nel 1637<br />
io venderono insieme con Casa[)e a Tad-<br />
deo n.w'berini. I\Ia non corsero molti an-<br />
ni che neliG55 l'acquistò la casa Pio <strong>di</strong><br />
Savoia. Il car<strong>di</strong>nal Carlo lo comprò con<br />
Casape, e da'C(jiiti acquistò la villa <strong>di</strong> Ge-<br />
ricomio: fra questa e Casape, con gran<strong>di</strong>ssima<br />
arte e grave <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o, apii una<br />
stra<strong>di</strong> magnifica, ombreggiata da olmi e<br />
da (picrcic pel trailo <strong>di</strong> 4 iDÌg'ia, donde
TI V<br />
si gode una vasta e stupenda veduta del-<br />
la Cam palina romana; ornò <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>ni il<br />
sobborgo della terra, e chiamò ad accre-<br />
scerne la popolazione 90 famiglie, accordando<br />
premi e franchigie. Inoltre rie<strong>di</strong>-<br />
ficò da'fondamenti il vecchio convento <strong>di</strong><br />
s. Maria INuova de' religiosi agostiniani<br />
scalzi, posto sidla cima <strong>di</strong>m monle d'a-<br />
nienissiuia veduta e <strong>di</strong> clima salubre, ba-<br />
slevolmente vasta, con alcune statue <strong>di</strong><br />
stucco <strong>di</strong> buona maniera: il c;u-<strong>di</strong>iiale la<br />
fornì <strong>di</strong> magnifiche suppellettili, e consa-<br />
grò nell'almo santo iGyS. Fu sotto <strong>di</strong> lui<br />
fabbricato il lungo boigo che forma due<br />
ale, e che comincia dopo la piazza che sta<br />
innanzi al palazzo baronaie. Dell'dlustre<br />
casa Pio l'ultimo a signoreggiare il castello<br />
fu Gisberto V, e ne fu benefico come<br />
si legge nella lapide che sovrasta la porta<br />
principale, perchè concesse WjushacrtiUtatis<br />
agli abitanti del comune, me<strong>di</strong>ante<br />
la corrisposta annua <strong>di</strong> scu<strong>di</strong>S. Mo-<br />
ri in Madrid a'2 gennaio 1 776, istituendo<br />
erede de'suoi beni la cappella del suo pa-<br />
lazzo <strong>di</strong> quella capitale, sotto il titolo del-<br />
la ss. Concezione. In mancanza <strong>di</strong> linea<br />
mascolina raccolse la successione d. Isa-<br />
bella Pio moglie <strong>di</strong> d. Antonio Valcarzel,<br />
e da essa passarono le possidenze <strong>di</strong> s.<br />
Gregorio nella nobile famiglia spagnuola<br />
Frias. 11 Nibby tratta ancora del summen-<br />
tovato monle Allliano, Mons AejLianus,<br />
Monte s. Angelo, Blonte Fiacco, ove aa-<br />
licamente fu il tempio della Bona Dea, e<br />
prese il nome <strong>di</strong> s. Angelo dalla chiesa <strong>di</strong><br />
s. Maria e s. Michele Arcangelo, le cui<br />
vestigia con quelle dell'ospizio si vedono<br />
abcora. Si l'una che l'altro furono e<strong>di</strong>fi-<br />
cati circa ili 180 da'ricoidati cisttrciensi<br />
che l'occuparono per un buon secolo, e<br />
poi abbandonarono, finché il car<strong>di</strong>nal GiaconjoColonna<br />
nel i 3 1 8 l'ottenne col monle,<br />
e tutto cede alle suddelte monache.<br />
S. Polo de' Cavalieri. Comune della<br />
<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Tivoli, con territorio in colle<br />
producente grano,oli ve, grani ureo, ghian-<br />
da e pascoli, 7 tuiglia <strong>di</strong>stante da Tivo-<br />
li e 26 du Roma, con fabbricali, non pe-<br />
T 1 V 299<br />
vh cinti <strong>di</strong> mura, come <strong>di</strong>ce Calindri. E'<br />
situato sopra un ripiano altissimo della<br />
cima deiion)inata la Morra <strong>di</strong> s. Polo,ch'è<br />
una delle 3 punte del monle Gennaro, il<br />
contradorte più alto e più vicino a Pioma,<br />
dopo la cresta del monte Vulturella, del<br />
dorso che gli antichi chiamarono monte<br />
Lucretile, e che fu celebrato da Orazio:<br />
solinga ed amena è la sommità <strong>di</strong> que-<br />
sto monte imponente e vestito <strong>di</strong> boschi<br />
d'alberi secolari, donde si gode una vastissima<br />
e immensa veduta. La terra moderna<br />
fu fondala nel secolo XII da'mo-<br />
naci <strong>di</strong> s. Paolo fuori le mura, che gli <strong>di</strong>e-<br />
rouoii nome <strong>di</strong> Castruin s. Palili, poscia<br />
mutato in Castnnn s. Poli, e finalmen-<br />
te s. Polo, come apprendo da Nibby. Il<br />
fondo però già apparteneva a'delli monaci<br />
nel secolo precedente, in cui s. Gregorio<br />
VI I lo confermò a'inedesimi.Da una<br />
protesta fatta dall'alibate Azoal concilio<br />
<strong>di</strong> Laterano II nel 1 i 3q, contro i tiburti-<br />
ni che aveano occupalo il castello, desso<br />
chiama vasi ly^?/^/o Polo in Jaiia o Jaiies,<br />
Fra'beni <strong>di</strong> detto monastero <strong>di</strong> s. Paolo<br />
il castello si nomina nelle bolle d'Inno-<br />
cenzo 111 dell 20 3, d'Onorio III dell 1 18,<br />
e <strong>di</strong> Gregorio IX deh 206. Sul finire del<br />
secolo XIV nel pontificato «li Bomfacio<br />
IX fu da'monaci conceduto a Jacopo Orsini,<br />
e come m'istruisce il p. Casimiro da<br />
Pioma, sul) titillo nierae, viirae, et irre-<br />
vocabilis donationis, iusiemeco'castelli e<br />
tenute de s. Marine de Monte Domini'<br />
ci, de Turrita, et Mareellini. Altri alfermano<br />
che Bonifacio IX con breve de'.?.?,<br />
inaggio I 3()o, lo concesse a Giovanni Or-<br />
sini, in con) penso de'servigi da lui resi al-<br />
la s. Sede. Pare che gli Oisini già lo [>os-<br />
sedessero per quanto vado a nariare.Leg-<br />
go nella Storia <strong>di</strong> Tivoli dcU'avv. Vio-<br />
la, che alcuni cattivi citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Tivoli<br />
nel I 389 mililavauo sullo le ban<strong>di</strong>ere del<br />
capitano Nicolò <strong>di</strong> Lauro na[)oletano, che<br />
si faceva parente del Papa Urbano VJ,<br />
ed era castellano <strong>di</strong> Lariano.Avendo ipicl-<br />
li fatta un'incursione nel territorio <strong>di</strong> s.<br />
Polo, spellante agli Orsini, vi recarono
3oo T I V<br />
de'tianni; laonde gli Orsini ne fecero cal-<br />
de rimostranze, giacché essendo in pace<br />
co'tiburtiiii, non potevano soffiire con in<strong>di</strong>lTeienza<br />
fatti <strong>di</strong> tale natura. Giovanni<br />
Orsini pertanto 1' 8 luglio dall' Aquila<br />
scrisse a'magistiati <strong>di</strong> Tivoli i danni fat-<br />
ti e le gravi olTese recate a' propri sud-<br />
<strong>di</strong>ti da alcuni liburtini, e che a'reclami i<br />
magistrati eraosi scusati con<strong>di</strong>re che nul-<br />
la sapevano, per cui tanto egli che il fra-<br />
tello conte Ruiaido lutto aveano soderto<br />
pazientemente per non alterare la buona<br />
armonia esistente col governo <strong>di</strong> Tivoli.<br />
Ora conoscersi, che alcuni tibuitini fuor-<br />
usciti, ili Tivoli concertarono l'olFese re-<br />
cate ad alcuni in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> s. Polo a'6 lu-<br />
glio; perciò meravigliarsi della condotta<br />
del magistrato, e pertanto essere costret-<br />
to a sospettare della purità <strong>di</strong> sue scuse<br />
d'inscienza; quin<strong>di</strong> pregare, pel mantenimento<br />
della pace, <strong>di</strong> fare indennizzare<br />
que'the aveano sofferto danno, altrimen-<br />
ti si sarebbe lagnato del suo contegno. I<br />
magistrali all'istante adottarono serie mi-<br />
sure contro i malvagi e ban<strong>di</strong>ti citta<strong>di</strong>ni,<br />
e or<strong>di</strong>narono loro il risarcimento de'dan-<br />
iii recati. E per far conoscere agli Orsini,<br />
che la città non avea avuto alcuna parte<br />
negli avvenimenti seguiti, furono spe<strong>di</strong>li<br />
all'Aquila due pubblici inviali, i quali calmarono<br />
il risentimento degliOrsiui e terminarono<br />
le contestazioni. 1 n<strong>di</strong> s. Polo nel<br />
principio del secolo XVII fu venduto a'<br />
principiBorghese.che ancora lo ritengono.<br />
Trovo pure in Calindri, che appartenendo<br />
a'monaci <strong>di</strong> s. Paolo, si chiamava s. Paolo<br />
m Jana. Che nel territorio si trovano qua<br />
e là de'bei ruderi, che sono l'avanzo <strong>di</strong> an-<br />
tiche ville, fra le quali opina taluno che<br />
vi fosse qiiella <strong>di</strong> Marcellino, poco lungi<br />
in una valle, con fabbricati eretti dopo<br />
la <strong>di</strong>struzione della villa. Nel palazzo ba-<br />
ronale vi è un'antica cisterna colla seguente<br />
iscrizione -*|«- Jo ma:itro Guy le Imo Dei<br />
Benardo da Sara-Dclla falle de Jugana<br />
dello parenlato de.lli Apostati<br />
T I V<br />
laRocchade SanctoPolo all'anni deDlo<br />
Mccccxxxrnii in <strong>di</strong>e mensis novehris<br />
<strong>di</strong>e xxrii lìlaetlu'i's de Sig/ia. Vi si trovano<br />
rimasugli <strong>di</strong> mura pelasgiche, e le<br />
orme <strong>di</strong> 5 castelli <strong>di</strong>strutti, i quali dcno-<br />
minavansiTorrita,Castellaccio(<strong>di</strong> cui par-<br />
lai aucUeaSaracinesco^edesso pure chiamato<br />
con tal vocabolo),!MonteVerde,Po"-<br />
gio <strong>di</strong> Roma, e Spegna. Ma la certa ori-<br />
gine del paese, <strong>di</strong>ce Calindri, che si è per-<br />
duta con gl'incen<strong>di</strong>i accaduti nell'archi-<br />
vio che vi esisteva. Leggo in Marocco, che<br />
anticamente veniva detto s. Paolo, e la<br />
sincope avvenuta nell'o<strong>di</strong>erno nome <strong>di</strong><br />
Santo Polo, si vuole derivata dal vocabo-<br />
lo francese ^y^///^ PrtvZ, avendosi per co-<br />
stante tra<strong>di</strong>zione, che due cavalieri fran-<br />
cesi (altri <strong>di</strong>cono tre), ivi si rifugiarono per<br />
loro funeste vicende, e d'allora in poi fu<br />
LÌeUoSantoPolo de' Cavalieri. Anche nel-<br />
l'inveì no nel salire il monte su cui è po-<br />
stoconviene sudare, per essere moltissimo<br />
alpestre e erto. Mi narrò uno del luogo,<br />
che la peste v' imperversò talmente dal<br />
giugno I 656, ohe tulli ne morirono e re-<br />
stò interamente spopolato; ed essendo<br />
morto l'arciprete Fusarelli i morti noti furono<br />
regolarmente registrati, e solo si conobbero<br />
2 74 vittime, gli altri essendo fug-<br />
giti. Mentre il contagio flagellava gl'in-<br />
felici abitanti, i tiburtini per non contrar-<br />
lo nel soccorrerli, in un convenuto luogo<br />
portavano loro i cibi e altre cose. Ma poi<br />
essendosi accorti i liburlini che non era-<br />
no stati ritirati, congetturarono che tut-<br />
ti fossero morii, com'era fatalmente av-<br />
venuto. Tultavolta fu in seguito ripopo-<br />
lato da'forastieri, e dalle 3 o 4 famiglie<br />
che aveano giàemigralo, ed ora conta più<br />
<strong>di</strong> I I OD abitantiji quali comechè derivanti<br />
dalle nominate famiglie, i loro cognomi<br />
si restringono a pochi, e principalmente<br />
i Meucci,Trusiani, Faccenda ec.La chie-<br />
sa parrocchiale è sotto l'invocazione <strong>di</strong> s.<br />
Nicola. Quel Pietro <strong>di</strong> s.Paoloche a Me<strong>di</strong>-<br />
co <strong>di</strong>ssi archiatro <strong>di</strong> s. PioV,era<strong>di</strong>s.Polo,<br />
LombardoFornìdefare la Cisterna del' (Continua l'articolo nel voi. seguente).<br />
fJNE DEL VOLUME SETTANTESniOQUtNTO.
BX 841 .ri67 1840<br />
sncR<br />
Moroni , Gaetano,<br />
1802-1883.<br />
<strong>Dizionario</strong> <strong>di</strong> eru<strong>di</strong>zione<br />
<strong>storico</strong>-<strong>ecclesiastica</strong><br />
AFK-9455 (awsk)