Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
ammirazione nei confronti di papà. Mi sembrava dotato di tutte le qualità di cui ero<br />
privo, prime tra tutte il coraggio e la chiarezza <strong>de</strong>lla mente, poi era un uomo che<br />
faceva amicizia facilmente e svolgeva il suo lavoro con scrupolo e senza risparmiarsi.<br />
Certo, con me era riservato e non riusciva a dimostrarmi il suo affetto, ma io sapevo<br />
che mi voleva bene e che era orgoglioso di me. E ora aveva distrutto quest'immagine,<br />
dandomi buoni motivi per vergognarmi di lui. Come mi era sembrato ridicolo,<br />
pomposo e servile! Lui, l'uomo verso cui Konradin avrebbe dovuto mostrarsi<br />
rispettoso! L'immagine di mio padre che batteva i tacchi e si rivolgeva al mio amico<br />
salutandolo in stile militaresco - scena raccapricciante, quant'altre mai - avrebbe<br />
cancellato per sempre il mito <strong>de</strong>l padre-eroe che avevo coltivato in passato. Per me<br />
non sarebbe più stato lo stesso: non avrei più potuto guardarlo negli occhi senza<br />
provare vergogna e dolore, e senza vergognarmi <strong>de</strong>l fatto che mi vergognavo.<br />
Tremavo violentemente e a malapena riuscivo a trattenere le lacrime. Non avevo<br />
che un <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rio: non rive<strong>de</strong>re mai più Konradin. Ma il mio amico, che doveva aver<br />
capito il dramma che si stava svolgendo <strong>de</strong>ntro di me, pareva totalmente assorbito dai<br />
miei libri. Se non si fosse comportato così, se mi avesse parlato, o peggio, se avesse<br />
cercato di consolarmi, di toccarmi, l'avrei certamente colpito. Aveva insultato mio<br />
padre, mettendo a nudo lo snob che era in me e infliggendomi una meritata<br />
umiliazione. E invece Konradin fece ciò che andava fatto. Mi lasciò il tempo di<br />
ripren<strong>de</strong>rmi e quando, cinque minuti dopo, si voltò e mi sorrise, gli ricambiai il<br />
sorriso tra le lacrime.<br />
Trascorsi due giorni tornò. Senza farselo dire, appese il suo cappotto in<br />
anticamera e, come se fosse la cosa più naturale <strong>de</strong>l mondo, si diresse verso il<br />
soggiorno in cerca di mia madre. Lei lo salutò nello stesso modo amichevole e<br />
rassicurante <strong>de</strong>lla volta prece<strong>de</strong>nte, alzando appena gli occhi dal lavoro, quasi che si<br />
trattasse di un altro figlio. Poi ci offrì <strong>de</strong>l caffè e <strong>de</strong>gli Streusselkucken e da allora in<br />
poi Konradin venne a trovarmi con regolarità, tre o quattro volte la settimana. Pareva<br />
felice e rilassato di essere con noi e solo il timore che mio padre potesse raccontare<br />
qualcun altro <strong>de</strong>i suoi terribili aneddoti gettava un'ombra sul mio piacere. Ma anche<br />
papà era più tranquillo e finì per abituarsi a tal punto alla presenza <strong>de</strong>l ragazzo che<br />
smise di chiamarlo "signor conte" per passare al più familiare "Konradin".