You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
silenzio, ma, man mano che il numero <strong>de</strong>i presenti cresceva, cominciarono a udirsi<br />
<strong>de</strong>i borbottii che si trasformarono ben presto in grida di scherno.<br />
L'ostilità era diretta al nazista tanto che questi, poco dopo, pensò bene di<br />
andarsene, Non tornò più, né fu sostituito. Trascorsi alcuni giorni, mentre mia madre<br />
dormiva, papà aprì il gas. Fu così che morirono. Da allora ho fatto il possibile per<br />
evitare qualsiasi rapporto con i te<strong>de</strong>schi e non ho più aperto neanche un libro scritto<br />
in te<strong>de</strong>sco. Nemmeno Höl<strong>de</strong>rlin. Ho cercato di dimenticare.<br />
Com'era inevitabile, alcuni te<strong>de</strong>schi hanno incrociato la mia strada, brave<br />
persone che erano finite in prigione per essersi opposte a Hitler. Tuttavia, prima di<br />
stringere loro la mano, mi sono sempre informato sul loro passato. Bisogna fare<br />
attenzione prima di conce<strong>de</strong>re la propria fiducia a un te<strong>de</strong>sco. Come si fa a essere<br />
certi che l'uomo con cui si sta parlando non abbia immerso le mani nel sangue <strong>de</strong>i<br />
vostri amici o <strong>de</strong>i vostri parenti? Nel caso <strong>de</strong>lle persone a cui accennavo prima,<br />
tuttavia, non esistevano dubbi in proposito. Nonostante l'attività svolta a favore <strong>de</strong>lla<br />
resistenza, capitava spesso che fossero tormentati dai sensi di colpa, cosa di cui mi<br />
dolevo. Ma anche con loro fingevo di avere qualche difficoltà a parlare te<strong>de</strong>sco.<br />
È una specie di facciata protettiva che adotto quasi (ma non <strong>de</strong>l tutto)<br />
inconsciamente quando <strong>de</strong>vo parlare con un te<strong>de</strong>sco. In realtà mi esprimo ancora<br />
perfettamente, accento americano a parte, ma non amo servirmi <strong>de</strong>lla mia lingua<br />
d'origine. Le mie ferite non si sono ancora rimarginate e, ogni volta che ripenso alla<br />
Germania, è come se venissero sfregate con il sale.<br />
Un giorno incontrai un uomo che veniva dal Württemberg e gli chiesi che ne era<br />
di Stoccarda.<br />
«È stata distrutta per tre quarti,» rispose.<br />
«E il Karl Alexan<strong>de</strong>r Gymnasium?»<br />
«È stato ridotto a un cumulo di macerie.»<br />
«E il palazzo <strong>de</strong>gli Hohenfels?»<br />
«Anche quello.»<br />
Scoppiai a ri<strong>de</strong>re, senza riuscire a fermarmi.<br />
« Perché tanta ilarità?» mi domandò l'uomo, stupefatto. «Non vedo che cosa ci<br />
sia di tanto comico.»<br />
«Non importa,» ribattei. «È vero, non c'è niente di comico.»<br />
Cos'altro potevo dirgli? Come fare a spiegargli perché ri<strong>de</strong>vo, se io stesso non<br />
riuscivo a capirlo?