Taddei XP 7 - Antichità e Tradizione Classica
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76<br />
ALESSANDRO TADDEI<br />
monumento riprodotto: secondo l’avviso di Kollwitz – e sulla sua scorta,<br />
anche Giglioli si pronunciava in tal senso – il confronto con i disegni<br />
Freshfield avrebbe permesso di affermare che il rotolo raffigurava in<br />
maniera più o meno fedele le spire inferiori del bassorilievo della<br />
colonna di Arcadio. Ma l’attento spirito di osservazione di Giovanni<br />
Becatti e la sua puntuale conoscenza dei noti frammenti della colonna<br />
del Tauros fece sì che egli non avesse dubbi quanto a una identificazione,<br />
appunto, con la teodosiana. Più di recente, Siri Sande ha potuto dimotrare<br />
quanto l’intuizione di Becatti fosse giusta, individuando, nell’ambito<br />
del suo approfondito catalogo dei frammenti del Tauros, ineludibili corrispondenze<br />
tra alcune scene del rotolo e certuni frammenti. Da ultimo,<br />
Christoph B. Konrad, pur non pronunciandosi sulla questione, ha significativamente<br />
preso posizione, non includendo il rotolo fra le fonti documentarie<br />
per la ricostruzione della colonna di Arcadio 102 .<br />
IL DECLINO. DA MONUMENTO DI UN PASSATO GLORIOSO A EDIFICIO PERICO-<br />
LANTE<br />
Con il XVII secolo comincia, si può dire, la fase di progressivo<br />
degrado strutturale della colonna di Arcadio: lesionata anche internamente<br />
in più punti, essa diviene presto inagibile – o quasi – giacché la<br />
corsa al difficilmente ottenibile permesso di visitarla e di percorrerne la<br />
scala interna fino alla sommità rimane una delle attività preferite dei visitatori<br />
stranieri, fatto che porterà le autorità ottomane a indurire il proprio<br />
atteggiamento di fronte a tale fenomeno turistico «di massa».<br />
È praticamente impossibile enumerare tutte le testimonianze sulla<br />
colonna prodotte dalla letteratura di viaggio, soprattutto europea, nel<br />
102 BECATTI, La colonna coclide istoriata cit., pp. 114ss.; S. SANDE, Some new fragments<br />
from the column of Theodosius, in Acta ad Archaeologiam et Artium Historiam pertinentia, ser.<br />
altera, 1 (1981), pp. 1-78: 73-78; KONRAD, Beobachtungen […] Arkadiossäule cit., p. 359<br />
nn. 63-64. All’inizio del XIX secolo, il barone John Cam Hobhouse (1786-1869)<br />
aveva cercato di mettere a punto la questione in una lunga nota nel secondo volume<br />
del suo Journey, senza mettere in dubbio l’allora largamente accettata paternità belliniana<br />
del disegno. Esaminate le prove a sostegno di ciascuna delle due identificazioni,<br />
Hobhouse si pronunciava per una soluzione di compromesso: «[…] yet on the whole<br />
I conclude, that as the Arcadian column was probably in a state of much better<br />
preservation than the Theodosian at the taking of Constantinople, it was therefore the<br />
model of Gentilis Bellinus, who however did not refrain from improving upon the<br />
original, and must be understood to have only copied the sculptures on the shaft», cf.<br />
J.C. HOBHOUSE, A Journey through Albania and other provinces of Turkey in Europe and<br />
Asia to Constantinople during the years 1809 and 1810, II, Philadelpia 1817, pp. 335-336.