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disponibile il numero di maggio 2013 anno XIV de "I ... - Ars Militaris

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I Qua<strong>de</strong>rni <strong>de</strong>lla SCSM<br />

Sembra opportuno a questo punto, prima <strong>di</strong> esaminare <strong>il</strong> fatto d’arme <strong>di</strong> Adua, gettare uno sguardo al sistema<br />

organizzativo, arretrato ma sufficientemente efficace, <strong>de</strong>ll’esercito etiopico con <strong>il</strong> quale ci scontrammo in quella<br />

dolorosa giornata. Innanzitutto, all’epoca <strong>di</strong> Menelik non esisteva un unico esercito nazionale, ma tanti eserciti<br />

quante erano le regioni amministrative <strong>de</strong>llo Stato governate dai singoli ras locali. Tutti gli eserciti però aveva -<br />

no la me<strong>de</strong>sima <strong>di</strong>sposizione tattica e l’i<strong>de</strong>ntico meccanismo <strong>di</strong> leva, che erano rimasti praticamente immutati<br />

nei secoli.<br />

Premesso che, secondo una stima <strong>di</strong> origine italiana risalente al 1887 (Relazione <strong>de</strong>l capitano Antonio Cec -<br />

chi) 36 , l’Impero etiopico poteva mettere in campo circa 145.000 guerrieri estremamente bellicosi, la chiamata<br />

alle armi, <strong>de</strong>tta chitèt, avveniva in tutto <strong>il</strong> paese al suono <strong>de</strong>l negarìt 37 , che era <strong>il</strong> gran<strong>de</strong> tamburo <strong>di</strong> guerra. A<br />

questo punto ogni gruppo fam<strong>il</strong>iare era obbligato a fornire almeno uno <strong>de</strong>i propri componenti maschi, <strong>il</strong> quale<br />

veniva retribuito durante la campagna con <strong>de</strong>rrate alimentari e comunque un pasto al giorno. I più valorosi po -<br />

tevano poi ricevere donazioni in terre e gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>maggio</strong>re o minore prestigio nella gerarchia m<strong>il</strong>itare.<br />

Durante la marcia l’esercito nel complesso, ed ogni suo singolo reparto, anche <strong>il</strong> più piccolo, si muoveva nella<br />

me<strong>de</strong>sima formazione che sarebbe stata assunta in battaglia, con <strong>il</strong> vantaggio che ogni uomo occupava negli<br />

spostamenti lo stesso posto <strong>de</strong>stinato ad assumere nel combattimento, e che le truppe erano già praticamente<br />

schierate e pronte allo scontro in qualsiasi istante <strong>de</strong>ll’itinerario percorso. Le tappe, dato <strong>il</strong> clima particolarmen -<br />

te caldo, duravano soltanto cinque ore, dalle sette <strong>de</strong>l mattino a mezzogiorno; poi uomini ed animali riposava -<br />

no e si rifoc<strong>il</strong>lavano per <strong>il</strong> resto <strong>de</strong>lla giornata.<br />

L’organizzazione m<strong>il</strong>itare <strong>de</strong>gli abissini, come ho <strong>de</strong>tto, era piuttosto ru<strong>di</strong>mentale, in quanto non preve<strong>de</strong>va né<br />

colonne <strong>di</strong> salmerie né una parvenza <strong>di</strong> apparato logistico, poiché i guerrieri stessi, con i loro muletti, si occu -<br />

pavano <strong>di</strong> trasportare tutto ciò che occorreva per sé (bagagli, viveri, armi e ten<strong>de</strong>) e per la rapida costruzione<br />

<strong>de</strong>ll’accampamento imperiale. A tal fine erano <strong>di</strong>visi in otto particolari categorie <strong>di</strong> portatori. Per fornire solo<br />

qualche esempio, i kodda erano a<strong>di</strong>biti al trasporto <strong>de</strong>gli otri per l’acqua, i guebbar a quello <strong>de</strong>i forni da campo,<br />

<strong>de</strong>lle lenticchie e <strong>de</strong>lla farina, i saten-ciagn portavano <strong>il</strong> pane già confezionato, mentre agli urari, che marciavano<br />

e combattevano tra le prime f<strong>il</strong>e, era affidata la tenda <strong>de</strong>ll’imperatore (ad<strong>de</strong>rach) e quella <strong>de</strong>ll’imperatrice<br />

(elfign).<br />

Lo schieramento tipico <strong>de</strong>gli etiopici in battaglia era a croce greca, cioè con i quattro bracci uguali 38 . Il braccio<br />

che proce<strong>de</strong>va in testa, o avanguar<strong>di</strong>a, era guidato da un alto ufficiale chiamato fitaurari; quello che costituiva<br />

l’ala <strong>de</strong>stra era invece comandato dal cagnazmàcc; quello <strong>di</strong> sinistra dal grazmàcc, ed infine quello posteriore,<br />

la nostra retroguar<strong>di</strong>a, dal mobò. Il <strong>de</strong>giàcc, “comandante <strong>de</strong>lla porta” era un grado equivalente al nostro generale,<br />

ma in tempo <strong>di</strong> pace significava governatore <strong>di</strong> una provincia. Ufficiali <strong>di</strong> grado inferiore erano gli ieshambél,<br />

“comandanti <strong>de</strong>i m<strong>il</strong>le”, i shambél, “comandanti <strong>de</strong>i duecentocinquanta” ed i balambaràs, “capi <strong>de</strong>i<br />

cavalieri armati <strong>di</strong> corazza”, talvolta un semplice titolo onorifico.<br />

L’esercito abissino amava attaccare battaglia all’alba, giu<strong>di</strong>cata l’ora più propizia, e nel giorno <strong>di</strong> martedì. In<br />

caso <strong>di</strong> combattimento, <strong>il</strong> centro <strong>de</strong>lla croce e la retroguar<strong>di</strong>a rimanevano a protezione <strong>de</strong>ll’imperatore, <strong>de</strong>i <strong>di</strong> -<br />

gnitari e <strong>di</strong> quello che per noi sarebbe lo stato <strong>maggio</strong>re; l’avanguar<strong>di</strong>a si precipitava istantaneamente all’attac -<br />

co <strong>de</strong>l nemico, e contemporaneamente le due ali si allargavano per avvolgerlo.<br />

Amba Alagi e Macallé<br />

36 A. Cecchi, “Relazione <strong>de</strong>l capitano Antonio Cecchi in<strong>di</strong>rizzata a sua Eccellenza <strong>il</strong> ministro <strong>de</strong>gli Affari Esteri sul viaggio <strong>de</strong>lla nave<br />

da guerra “Barbarigo” da Zanzibar-Lamo-Porto Durnford-Kisimajo e sulla ricognizione compiuta alla foce <strong>de</strong>l Giuba – a Giambo ed in<br />

località viciniori <strong>de</strong>ll’interno dal 29 luglio al 29 agosto 1885” (ms. <strong>di</strong> 132 facciate), doc. 4947,Roma, Museo <strong>de</strong>ll’Africa italiana.<br />

37 In lingua amarica significa precisamente annuncio,<br />

38 A questo proposito sarebbe forse ut<strong>il</strong>e riflettere su quanto, in passato, i simboli più sacri <strong>de</strong>lla religione professata da un popolo<br />

abbiano influito sulla sua strategia e la tattica m<strong>il</strong>itare. Per citare un semplice esempio, a Lepanto la flotta cristiana si schierò a<br />

croce, mentre quella turca a mezzaluna.<br />

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