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disponibile il numero di maggio 2013 anno XIV de "I ... - Ars Militaris

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Prima Agordàt, 27 giugno 1890<br />

I Qua<strong>de</strong>rni <strong>de</strong>lla SCSM<br />

I Dervisci<br />

Il primo scontro tra le truppe coloniali italiane, da appena cinque anni sbarcate in Eritrea 4 , e i guerrieri <strong>de</strong>l Khalifà<br />

risale al 27 giugno 1890 presso i pozzi <strong>di</strong> Agordàt 5 . In questa località un migliaio <strong>di</strong> <strong>de</strong>rvisci (100 a cavallo,<br />

600 a pie<strong>di</strong> armati <strong>di</strong> fuc<strong>il</strong>e e 300 armati <strong>di</strong> lancia), guidati dall'emiro Ibrahim Faragiallah che tornava da una<br />

scorreria contro i Beni-Amèr, una tribù noma<strong>de</strong> sotto <strong>il</strong> protettorato italiano, furono sorpresi da due compagnie<br />

<strong>di</strong> un Battaglione In<strong>di</strong>geni. I nostri persero tre ascari 6 , i nemici 250 guerrieri.<br />

Il comandante <strong>de</strong>lla guarnigione <strong>di</strong> Cheren, <strong>il</strong> <strong>maggio</strong>re Giovanni Cortese, avendo avuto notizia <strong>de</strong>lla razzia,<br />

aveva inviato a protezione <strong>de</strong>i Beni-Amèr una compagnia <strong>di</strong> in<strong>di</strong>geni, ed egli stesso, con 2 compagnie in<strong>di</strong>ge -<br />

ne ed un plotone <strong>di</strong> esploratori, si era <strong>di</strong>retto verso la zona invasa senza incontrare i razziatori. Allora or<strong>di</strong>nò al<br />

capitano Gustavo Fara, al comando <strong>de</strong>lla 1 a e 3 a Compagnia <strong>de</strong>l I Battaglione In<strong>di</strong>geni (6 ufficiali e 230 uomini)<br />

<strong>di</strong> ricongiungere le forze per organizzare un’operazione <strong>di</strong> ricerca <strong>de</strong>l nemico. I Dervisci che, ignari <strong>de</strong>lla<br />

presenza <strong>de</strong>lle truppe italiane, erano <strong>di</strong>retti verso Agordàt proprio nella <strong>di</strong>rettrice <strong>di</strong> marcia <strong>de</strong>lle truppe <strong>de</strong>l ca -<br />

pitano Fara, furono colti <strong>di</strong> sorpresa. Infatti <strong>il</strong> capitano, avendo trovato vicino ai pozzi le tracce <strong>de</strong>l passaggio<br />

<strong>de</strong>i razziatori, aveva occultato i suoi ascari che sorpresero alcuni <strong>de</strong>rvisci che vi si erano attardati. Sottoposti<br />

ad interrogatorio, orgogliosamente non parlarono e furono fuc<strong>il</strong>ati ad uno 7 ad uno finché l'ultimo, forse uno<br />

schiavo, rivelò che l'obiettivo principale era <strong>il</strong> v<strong>il</strong>laggio <strong>di</strong> Degà, capoluogo <strong>de</strong>i Beni Amer, <strong>il</strong> cui <strong>di</strong>glal, <strong>il</strong> capo<br />

tribù, Scek Egel, era colpevole <strong>di</strong> aver reso o<strong>maggio</strong> agli infe<strong>de</strong>li. Il capitano Fara si mise allora sulle tracce <strong>de</strong>i<br />

<strong>de</strong>rvisci, ma arrivò troppo tar<strong>di</strong>: <strong>il</strong> v<strong>il</strong>laggio era stato dato alle fiamme e <strong>il</strong> <strong>di</strong>glal ucciso, mentre la colonna nemica<br />

era già in marcia con 400 donne e bambini prigionieri da ven<strong>de</strong>re come schiavi. Gli ascari attesero al varco<br />

i nemici in un punto dove la vallata si restringeva, ma essi avevano cambiato tragitto. Le nostre truppe allora,<br />

si portano velocemente ai pozzi dove sicuramente si sarebbero fermati. All'alba Fara e i suoi uomini raggiun -<br />

sero i predoni che si erano accampati tra <strong>il</strong> torrente e una collina chiamata Itabarè, ma aspettarono che si ri -<br />

4 Il 5 febbraio 1885 sbarcavano a Massaua, sotto sovranità egiziana, le truppe italiane <strong>de</strong>l Corpo Speciale per l'Africa, azione<br />

sollecitata dai britannici in grave <strong>di</strong>fficoltà in Sudan per la rivolta <strong>de</strong>i <strong>de</strong>rvisci. I primi a mettere pie<strong>de</strong> a terra furono i marinai <strong>de</strong>lle<br />

compagnie da sbarco <strong>de</strong>ll' incrociatore Amerigo Vespucci e <strong>de</strong>lla pirofregata Giuseppe Garibal<strong>di</strong>, che nel '93 fu trasformata col nome<br />

<strong>di</strong> Saati in nave ospedale.<br />

5 Il nome <strong>di</strong> Agordàt fu assegnato ad una classe composta da due unità (Agordàt e Coatit) classificate come Navi da Battaglia <strong>di</strong> 6 a<br />

classe. Entrate in servizio nella Regia Marina nel 1900, furono riclassificate esploratori nel 1914, non potendosi confrontare con gli<br />

incrociatori corazzati che raggiungevano la loro stessa mo<strong>de</strong>sta velocità <strong>di</strong> 22 no<strong>di</strong>. Avevano un <strong>di</strong>slocamento <strong>di</strong> 1.300 t., un arma -<br />

mento <strong>di</strong> 12 c<strong>anno</strong>ni da 76 mm. e 2 tls.; protezione orizzontale max. 20 mm<br />

6<br />

Dall'arabo ركسع, askar, "soldati". Con tale termine i Turchi in<strong>di</strong>cavano i soldati <strong>di</strong> origine araba. Gli Italiani chiamarono così le<br />

truppe in<strong>di</strong>gene regolari costituite nel 1888.<br />

7<br />

Come si ve<strong>de</strong>, <strong>il</strong> Regio Esercito andava piuttosto per le spicce con i predoni <strong>di</strong> qualsiasi risma e <strong>di</strong> qualsiasi etnia. Non<br />

<strong>di</strong>versamente si era comportato con i ban<strong>di</strong>ti meri<strong>di</strong>onali negli anni Sessanta <strong>de</strong>llo stesso secolo.<br />

6

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