disponibile il numero di maggio 2013 anno XIV de "I ... - Ars Militaris
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I Qua<strong>de</strong>rni <strong>de</strong>lla SCSM<br />
Cartina francese <strong>de</strong>lla battaglia <strong>di</strong> Adua (da Internet)<br />
L’arrivo <strong>de</strong>l Corpo <strong>di</strong> Operazione italiano avrebbe dovuto costituire una sorpresa per l’esercito abissino, ed in -<br />
vece si risolse in una sorpresa per le nostre truppe. Si cre<strong>de</strong>va <strong>di</strong> poter schierare le brigate e cogliere <strong>il</strong> nemico<br />
placidamente attendato nel suo accampamento ed invece fu lui ad attaccare le colonne quando ancora erano<br />
in marcia. Segno certo <strong>di</strong> una pessima intelligence da parte <strong>de</strong>i nostri e <strong>di</strong> un ottimo servizio <strong>di</strong> esplorazione da<br />
parte <strong>de</strong>gli abissini. D’altra parte, bisogna ricordare la colpevole leggerezza con cui le autorità m<strong>il</strong>itari italiane<br />
si fidavano <strong>di</strong> gui<strong>de</strong> e <strong>di</strong> spie locali - lautamente pagate - che in realtà facevano <strong>il</strong> doppio gioco per <strong>il</strong> negus.<br />
La battaglia che si svolse in quella terrib<strong>il</strong>e giornata <strong>de</strong>l 1° marzo 1896 era praticamente già perduta in parten -<br />
za: <strong>il</strong> Corpo d’Operazione forse era persino atteso, e per giunta affluiva sul terreno <strong>de</strong>llo scontro in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne,<br />
alla spicciolata e lungo itinerari che seguivano valloncelli separati da alture; da qui la grave <strong>di</strong>fficoltà a comuni -<br />
care tra le colonne, la mancanza da parte <strong>de</strong>l comando centrale <strong>di</strong> una visione chiara <strong>de</strong>gli avvenimenti, e la<br />
pratica impossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> far pervenire tempestivamente gli or<strong>di</strong>ni necessari.<br />
Adua fu insomma uno scontro caotico e frazionato, al quale risulta arduo imporre un certo or<strong>di</strong>ne e rigore <strong>di</strong><br />
narrazione. Penso perciò che <strong>il</strong> sistema migliore consista nel <strong>di</strong>vi<strong>de</strong>re l’episo<strong>di</strong>o in fasi che tengano <strong>il</strong> più pos -<br />
sib<strong>il</strong>e conto <strong>de</strong>lla cronologia <strong>de</strong>gli avvenimenti.<br />
1^ Fase<br />
La prima unità a pren<strong>de</strong>re contatto con <strong>il</strong> nemico fu la Brigata In<strong>di</strong>geni <strong>de</strong>l generale Albertone che,<br />
fortuitamente o colpevolmente, aveva lasciato scoperta la sinistra <strong>de</strong>lla formazione in marcia ed aveva<br />
preceduto al centro le due altre, cioè la 1ª Brigata Arimon<strong>di</strong> e la 3ª Ellena che la seguiva. mentre la 2ª Brigata<br />
Dabormida “si per<strong>de</strong>va” durante la marcia e <strong>de</strong>viava eccentricamente a <strong>de</strong>stra trovandosi così <strong>de</strong>l tutto isolata<br />
dal resto <strong>de</strong>l Corpo. I due avverbi prece<strong>de</strong>nti <strong>di</strong>pendono dal giu<strong>di</strong>zio che si vuol dare <strong>di</strong> questa azione:<br />
colpevolmente, se <strong>il</strong> generale Albertone aveva frainteso come riferito a sé <strong>il</strong> famoso «primo obiettivo»<br />
<strong>de</strong>ll’equivoco or<strong>di</strong>ne n° 87, o se aveva volutamente sopravanzato la 1ª Brigata Arimon<strong>di</strong> per conquistarsi la<br />
gloria <strong>de</strong>l primo scontro con <strong>il</strong> nemico; fortuitamente, se la “fuga in avanti” e la <strong>de</strong>viazione dalla <strong>di</strong>rezione<br />
assegnata avvennero in buona fe<strong>de</strong> <strong>de</strong>l Comandante, furono perciò casuali e <strong>de</strong>rivati soltanto dalla confusione<br />
ingenerata dalla marcia notturna.<br />
Quel che qui importa è che, contemporaneamente ed incomprensib<strong>il</strong>mente, la 2ª Brigata Dabormida durante<br />
l’avanzata <strong>de</strong>viava eccentricamente a <strong>de</strong>stra e che Albertone, verso le ore 4 <strong>de</strong>l 1° marzo ed in anticipo sulla<br />
tabella <strong>di</strong> marcia, raggiunse <strong>il</strong> Colle Chidane Meret <strong>de</strong>llo schizzo, che però, come già osservato, non<br />
coinci<strong>de</strong>va con quello reale che si trovava invece qualche ch<strong>il</strong>ometro più a ovest. Le gui<strong>de</strong> avvisarono <strong>il</strong><br />
Generale <strong>de</strong>ll’errore e la Brigata In<strong>di</strong>geni continuò ad avanzare alla cieca finché alle 5,15 <strong>il</strong> I Btg.<br />
d’avanguar<strong>di</strong>a comandato dal <strong>maggio</strong>re Turitto aveva già superato <strong>di</strong> 5 ch<strong>il</strong>ometri <strong>il</strong> Chidane Meret e si trovava<br />
in un luogo non compreso nella carta. Quel che è peggio è che <strong>il</strong> Maggiore, per sua iniziativa personale, verso<br />
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